Archivio del Tag ‘xenofobia’
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Suicidio Lega, salviamo il piccolo Breznev della Padania
Basta con l’invasione! Con questa crisi economica non si può accogliere tutti! Vengono qui e pretendono di comandare. Si insediano nelle nostre belle città del nord. Hanno persino diritto alle case popolari, certe volte; li curiamo nei nostri ospedali senza nemmeno chiedere da dove vengono. Insomma, se proprio vogliamo essere compassionevoli, diciamolo una volta per tutte: i leghisti, aiutiamoli a casa loro! A Varese, a Monza, ad Adro. Gli paracadutiamo dei viveri, magari gli spediamo qualche libro, ma che stiano lì, nelle loro amate valli, a mangiare gli orsi, a far finta di fare il ministro: una targa in ottone e sono tutti contenti.
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Se Milano licenzia finalmente gli impresari della paura
Circa un anno fa i riflettori mediatici si accesero sui fatti di via Padova, a Milano. Vi ricordate? Un ragazzo di 20 anni, egiziano e clandestino, morto accoltellato per strada. Non mi soffermo sulla tragedia infinita di un ragazzo morto – non un egiziano: un ragazzo morto, un ragazzo di Milano – perché sulle tragedie non si specula. Si sta zitti, si rispettano i morti e, soprattutto, si deve avere la consapevolezza che drammatici fatti di cronaca possono avvenire ovunque. Mi soffermo invece sulle reazioni della politica meneghina: «Fuori i clandestini», gridò l’indomito leghista Salvini. «Basta con il buonismo della sinistra», affermò il Vicesindaco della Paura De Corato, dimenticandosi che a Milano sono circa 20 anni che la sinistra non tocca boccino.
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Vendola, attenti a Milano: Berlusconi ha paura di perdere
Mentre Bossi si allinea con Napolitano che frena l’attacco del premier alle “toghe rosse”, Nichi Vendola scommette sulla caduta della “capitale berlusconiana”, snodo cruciale dell’alleanza tra Cavaliere e Carroccio. Se Letizia Moratti non riuscisse a vincere al primo turno, si aprirebbero giochi rischiosi per il centro-destra, come ammette anche Massimo Cacciari, pur critico col centro-sinistra che, a suo parere, non ha avuto il coraggio di sparigliare le carte, rinunciando al «vecchio Ulivo» per mobilitare la società civile contro «i fallimenti della giunta Moratti». Sui quali ora si abbatte il ciclone-Vendola, salito a Milano a dar manforte a Giuliano Pisapia. Per il governatore pugliese, ormai «Berlusconi ha paura di perdere».
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Quest’inutile Europa in frantumi, che ormai litiga su tutto
Europa, aprile 2011. Le elezioni finlandesi potrebbero essere la pietra tombale sull’Unione Europea. La maggioranza dei finnici non vuol sapere di portare una parte del peso che dovrebbe servir a dar una mano a quei terroni dei portoghesi. Figurarsi che cosa si pensa, nel paese di Aalto e di Sibelius, di quegli altri terroni degli spagnoli, dei greci, degli italiani, anch’essi in difficoltà. Frattanto irlandesi, islandesi e svedesi danno a loro volta sfogo al loro malumore. I tedeschi, dal canto loro, mandano a dire di non aver alcuna voglia di accollarsi una parte del peso e dei costi per i tunisini che arrivano in Italia: e ricordano, poco generosamente ma molto realisticamente, che quando furono sommersi dai kosovari dovettero cavarsela da soli.
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Lampedusa, collasso organizzato da chi incasserà voti
Si può stare al governo, non riuscire a risolvere i problemi e in più cercare anche di lucrarci sopra dal punto di vista elettorale? La risposta è sì. Basta vedere quello che sta accadendo a Lampedusa e, a cascata, nel resto del paese. In primo piano la Lega Nord: è il partito che esprime il ministro dell’Interno e detta le linee guida in tema di immigrazione. «Si sta dimostrando incapace di trovare una soluzione concreta all’emergenza e parla al paese solo con la voce della più vieta propaganda», quella di Umberto Bossi: «Gli immigrati? Cacciamoli tutti e basta». Al tempo stesso, la Lega è la forza che conta di ricavare il maggior incremento di consensi dalla situazione attuale. Più crescono i problemi, più voti arriveranno al Carroccio – che pure avrebbe dovuto risolverli.
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Lampedusa, gli impresari della paura rimpiangono i dittatori
Turbati da una rivoluzione araba che sovverte la loro visione del mondo, alcuni ministri italiani si sono trasformati in profeti di sventura. E subito i giornali governativi hanno cominciato a suonare le campane a morto. Mentre Frattini sparava cifre a casaccio su «un’invasione di 300 mila profughi», La Russa e Maroni abusavano dei sacri testi per evocare un “Esodo biblico”, giungendo martedì scorso a fantasticare di “Tsunami umano”. Rileggere in sequenza i titoloni di prima pagina de “La Padania” aiuta a comprendere lo stato d’animo di costernazione con cui i nostri governanti vivono questi cambiamenti storici, percepiti nel resto d’Europa come rischiosi, certo, ma potenzialmente benefici.
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Petrolio, dollari e potere: così Gheddafi ha perso la Libia
Buona parte della Libia si è rivoltata contro Gheddafi, cogliendo al volo il vento della Tunisia e quello dell’Egitto, quando il regime del raìs è entrato in crisi: avendo aperto la sua economia al capitalismo globalizzato, Tripoli ha accusato il colpo del crac finanziario mondiale del 2008, vedendo crollare i propri ricavi petroliferi. Ad aggiungere tensione sociale, l’enorme afflusso di lavoratori stranieri – forse due milioni – su una popolazione che raggiunge appena i sei milioni di abitanti. Questo lo scenario di crisi su cui ha avuto mano libera la rivolta, ispirata dalla Cirenaica e appoggiata dai clan tribali: l’occasione giusta per tentare di sbarazzarsi del Colonnello, protagonista di quarant’anni di feroce repressione, come del resto quasi tutti gli altri paesi petroliferi dell’area.
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Torino: offerta di lavoro, ma solo per non-stranieri
Sei un giovane che ha un’età compresa tra i 18 e i 25 anni? Cerchi un lavoro ben retribuito per sostenere le piccole spese o gli studi universitari? Fare il commesso in un grande centro commerciale potrebbe essere la risposta che cerchi. A patto che disponga di buona dialettica, bella presenza e un minimo di serietà. L’importante è che tu non sia un perditempo. O peggio: uno straniero. Per chi non è italiano, l’offerta non vale. Incredibile ma vero: la proposta di lavoro, allettante per molti giovani in questo difficile periodo di crisi economica, è rivolta a tutti, con una eccezione: niente da fare per chi ha origine straniera.
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Svizzera, campagna choc: via i “ratti” italiani
Una campagna pubblicitaria choc trasforma gli italiani (e i rumeni) in ratti che affondano i denti nel formaggio del Canton Ticino. Iniziata su Facebook, è finita su enormi cartelli pubblicitari lungo le strade. Mentre in Italia il premier invita Umberto Bossi a «comportarsi da ministro», evitando battute come quella sui romani “porci”, e il Quirinale interviene per sanzionare i simboli “padani” indebitamente comparsi nella scuola bresciana di Adro, la Svizzera di lingua italiana si affolla di minacciosi cartelloni xenofobi contro il lavoratori stranieri: Fabrizio, piastrellista di frontiera, è diventato un topo. Di chi è stata l’idea? Mistero.
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Separatelo da Berlusconi, e Bossi vi sorprenderà
Alla Versiliana, dove due settimane fa il Fatto ha festeggiato lo straordinario successo del suo primo anno, ho sentito molte invettive contro Berlusconi, ma quasi altrettante contro la Lega. Secondo me è un errore. Quello che dovrebbero fare le opposizioni è cercare di inserire un cuneo fra Lega e Pdl. Ed è possibile. La Lega non è necessariamente di destra. In quanto movimento localista, almeno concettualmente, non è né di destra né di sinistra. Quando Bossi sognava ancora la “Padania libera” e organizzò le elezioni nei gazebo fece mettere in lizza anche un “Partito comunista padano“, a significare che, una volta liberatasi del giogo di Roma, tutti i partiti avrebbero avuto diritto di cittadinanza.
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“Sparate agli sbirri”, il rap che incendia la Banlieue
“Tirez sur les keufs” (sparate agli sbirri) è il titolo di una canzone e di un video del rapper francese Abdul X che ad agosto ha suscitato accese polemiche in Francia. Il video è stato diffuso su Internet e ben due sindacati di polizia hanno sporto denuncia per apologia di reato, facendo intervenire anche il ministro dell’Interno. Il rap incita i giovani all’odio contro la polizia? E’ il tema di un dibattito ospitato da “Bondy Blog”, testata giornalistica online con sede nella banlieue parigina di Bondy, nata dopo i moti del 2005 per raccontare da dentro la vita della periferia parigina: i blogger sono ragazzi che vivono nell’Ile de France e parlano della loro quotidianità, offrendo un punto di vista interno sui fatti.
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Sorpresa, la crociata anti-Rom non premia Sarkozy
I problemi veri? La crisi, il lavoro che manca, l’economia asfittica, il futuro incerto. La plateale cacciata dei Rom dal territorio francese doveva essere la panacea di tutti i mali per puntellare una presidenza traballante, ma il meccanismo si è inceppato: il giocattolo della paura stavolta non ha funzionato. La popolarità di Sarkozy non si è impennata, con variazioni minime i sondaggi la danno intorno al 34-35%. E anche se qualcuno gli concede un 2% di rimonta sull’onda della campagna anti-Rom, non cambia la sostanza di un dimezzamento dei consensi dalle elezioni del 2007. E se fosse che a forza di agitare la bandiera della paura, Sarkozy avesse lanciato un boomerang pronto a ripiombargli adosso come pronostica Ségolène Royal?