Archivio del Tag ‘Wuhan’
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Magaldi: con Draghi, l’Italia cambia la storia europea
«L’Italia, l’Europa e persino il mondo attendono parole nuove: chi saprà interpretarle senza deludere sarà protagonista nella storia, a partire da questo momento». Una frase che sembra scolpita, quella che Gioele Magaldi utilizza per chiarire, in modo inequivocabile, il senso autenticamente post-keynesiano della rivoluzionaria missione di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Lui, l’ex principe del massimo rigore (Grecia docet) ora si appresta a capovolgere tutto: non solo il disastro nazionale firmato Conte-Casalino, con la collaborazione dei vari Arcuri, Ricciardi, Speranza e virologi televisivi di complemento. Non si tratta esclusivamente di sventare il collasso del sistema-paese e fare uscire l’Italia dall’incubo-Covid alla velocità della luce, archiviando la psicosi da coprifuoco. La partita è epocale: in gioco è la sopravvivenza degli italiani, con la loro libertà e la loro dignità. Una questione che coinvolge l’intero Occidente, finito sul precipizio dei lockdown forsennati. Se ne esce in un solo modo: trovando il coraggio di azzerare il debito, cioè lo strapotere abusivo e i diktat dell’élite che ha usato ogni mezzo, dalla finanza privatizzatrice alla crisi pandemica, per svuotare la democrazia.
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Bizzi: Draghi ostile al Great Reset dei padrini di Conte
Attenti agli equivoci: certo che Mario Draghi viene da una super-élite, ma non quella del Grande Reset (da cui, semmai, dipendeva il piccolo maggiordomo Giuseppe Conte). Un avvertimento firmato dallo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale nonché co-autore dell’esplosivo saggio “Operazione Corona: Colpo di stato globale”. Occhio a non confondersi, sottolinea Bizzi: Draghi non è certo una pedina qualsiasi, ma non appartiene al gruppo che, a Davos, ha progettato la distopia orwelliana che, attraverso l’epidemia di Wuhan, ha paralizzato il mondo proprio mentre la somma dei debiti straripava, e oggi infatti avrebbe raggiunto il 365% del Pil mondiale. Lo ricorda sul “Fatto Quotidiano” Luigi Manfra, responsabile dei progetti economico-ambientali Unimed e già docente di politica economica alla Sapienza. Memorabile il “testamento” di Draghi pubblicato un anno fa sul “Financial Times”: dalla crisi pandemica si esce solo ricorrendo ad aiuti finanziari epocali ma a fondo perduto, tagliando drasticamente i debiti. Dunque: attenzione a non parlare a vanvera, raccomanda Bizzi, pensando a chi cita (spesso a sproposito) entità come il Bilderberg.
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Il piano: noi, Mario Draghi e il grande cimitero dei sogni
E’ notte fonda, e qualcuno passeggia: muove i suoi passi solitari nel cimitero dei sogni, tra i nomi di illustri caduti. Aldo Moro e la lira italiana, il Craxi di Sigonella, l’ultimo Andreotti che tentò di difendere l’Italia dal sacrificio rituale imposto dalla Germania come contropartita, in cambio della rinuncia al marco, onde ottenere dalla Francia il via libera all’agognata riunificazione di Berlino e Bonn. La Francia è ancora quella che lucra sottobanco la rendita imbarazzante del franco Cfa, sulla pelle di 14 paesi africani. Idem la Germania, col suo debito pubblico truccato e l’imbroglio della Kfw, banca pubblica travestita da banca privata, abilitata quindi a finanziare il governo all’infinito, alla faccia dell’Ue e della Bce, specie se anche al Reich mercantile di Angela Merkel toccano le spese extra dell’emergenza Covid. Là in fondo c’è l’Italia, con i suoi eroi come il presidente di Confindustria, che il martedì elegge l’oscuro Gualtieri a stratega del secolo e il mercoledì si genuflette all’altro genio, quello vero, chiedendogli da subito di tagliare le pensioni. L’establishment, lo chiamano. Il back office, il Deep State. L’élite, l’oligarchia. La crema di Davos, gli infidi scienziati del Grande Reset bio-politico, bipartisan e green, politically correct, psico-sanitario e orwellianamente zootecnico.Non sono facili da ricordare, i nomi degli abitanti del piccolo acquario zoo-politico nazionale: si tratta di esemplari comuni di ittiofauna minore e destinata a estinguersi senza lasciare traccia, pur avendo ingombrato le televisioni con la loro non-politica regolarmente emergenziale, vuota e cieca, orientata solo dagli umori volatili dai sondaggetti settimanali. Un copione sempre più increscioso ma in voga da decenni, cioè sin da quando i sogni sparirono dalla politica e finirono, uno dopo l’altro, nel loro speciale cimitero. Il primo grande ospite del mausoleo, secondo Bob Dylan, si chiamava John Kennedy: se viene ucciso come un cane l’Imperatore del Mondo, significa che il piano è partito da molto in alto, e con l’intento di fare moltissima strada. Del resto, un killer lo si trova sempre. E il piano dispone di un intero armadio di passaporti: da quello del Cile, dove assassinare Salvador Allende, a quello della Svezia, il paese in cui freddare il primo ministro Olof Palme sorpreso sottobraccio alla moglie, all’uscita di un cinema, come un cavaliere senza scorta. Un leader a cui non piaceva, la piega che stavano prendendo gli eventi: troppe ingiustizie, troppe bugie.Il piano eliminò il grande sindacalista panafricano Thomas Sankara, profeta della sovranità economica grazie a cui il continente nero avrebbe smesso di essere preda di razziatori e terra di emigranti. Nel cimitero lo seguì l’eroe di guerra Yitzhak Rabin, trasformatosi in campione della pace per spegnere un incendio durato mezzo secolo, usato come alibi da tutti gli incendiari, sotto qualsiasi bandiera. Il piano si era messo a correre, quando Bill Clinton aveva liberato da ogni vincolo la finanza speculativa, cancellando il Glass-Steagall Act con il quale Roosevelt aveva separato le banche d’affari dal credito ordinario. L’appetito degli arconti si fece smisurato: sfrattarono Gorbaciov e fecero un sol boccone della Russia, ma ancora non bastava. C’erano due torri, gemelle, da buttare giù: soffiò così forte, il Re dei Venti, da abbatterne anche una terza, neppure sfiorata da alcun aereo. Bastò a lordare di guerra mezzo mondo, inventando terrorismi tragicamente sanguinosi e pronti a fare strage persino nel cuore dell’Europa, il continente nel frattempo sottomesso con il più antico degli stratagemmi, il monopolio privato del denaro un tempo pubblico.In realtà, il germe primitivo del piano potrebbe essere antichissimo, stando alle memorie del plenipotenziario vaticano Giacomo Rumor, raccolte dal figlio Paolo nel saggio “L’altra Europa”: un’unica filiera scelta per esercitare un potere pressoché dinastico, ereditato addirittura 12.000 anni fa nella terra dei Sumeri, dai misteriosi rifondatori del pianeta. E architettato per dominare – attraverso regni, imperi e religioni, fino alla politica moderna – l’intera umanità post-diluviana, quella che ieri ascoltava il verbo di Greta Thunberg e oggi ha appena finito di assistere allo spettacolo madornale dell’elezione notturna di Joe Biden, dopo aver sentito raccontare che la peste del millennio sarebbe stata trasmessa all’uomo da un maledetto pipistrello. Non si scherza, coi signori del piano: una delle tombe più famose, nel cimitero dei sogni, è quella di Ernesto Che Guevara. E’ a due passi da quella di un altro comunista, Patrice Lumumba, fatto assassinare dal mercenario Moise Ciombé. Si può morire da idealisti, ma la mano del killer non risparmia nemmeno chi ha creduto di proteggersi ricorrendo anche al più spietato cinismo: ne sa qualcosa Muhammar Gheddafi.Poco importa che gli ordini vengano da Ur o da Washington, da Tel Aviv o da Betlemme, da Teheran o da Pechino: dovrebbe essere chiaro a tutti, ormai, che il piano non ha patria. Vuole il mondo, e non da oggi. Lo vuole a qualsiasi costo: ieri facendo morire anche i bambini, in Grecia, rimasti senza medicine, e ora costringendo miliardi di individui a vivere nel terrore, faccia a terra, rinunciando per sempre alla loro relativa libertà. Quando accade qualcosa di mostruoso, il monitor va regolarmente fuori fuoco: lo racconta in modo impareggiabile Dino Buzzati, evocando un nemico incombente – i tartari – che in realtà non si vedono mai. Dove siamo finiti, se siamo arrivati al punto in cui è vietato pensare? Dove siamo, se – per decreto – è vietato anche respirare? Non avrai altro orizzonte che il mio vaccino, dice l’intruso che si è impadronito del pianeta con l’aiuto dei consueti avventurieri, a loro agio tra Wuhan e Parigi, New York e Riad. Dove siamo, se i cosiddetti social media tolgono la parola al presidente degli Stati Uniti, nell’agghiacciante indifferenza di giornali, televisioni e magistrati?Qui, siamo: nel cimitero dei sogni. Che però non è deserto, come potrebbe sembrare. C’è chi passeggia, in piena notte, tra quelle sepolture. Cammina e medita: sa che il piano non è una fantasia, purtroppo, ma non è neppure l’unico. Non c’è mai un solo piano, ce ne sono svariati. E non è detto neppure che i grandi decisori siano così unanimi, nell’attuare quello che appare il disegno dominante, coi suoi risvolti francamente tenebrosi. La storia – scrisse Montale – non è poi la devastante ruspa che si dice: lascia sottopassaggi, cripte, nascondigli. E’ bene non dimenticarlo mai, specie quando il cielo è così minaccioso da far temere il peggio, in mezzo alla desolazione di una dismisura che sembra irreparabile, letteralmente inaffrontabile come una misteriosa malattia, una peste terminale da fine della storia. Qualcuno può farlo deragliare, il piano, senza però che lo si sappia in giro: provvederanno i soliti storyteller, a piccole dosi, a somministrare caramelle ai bambini, il bacio della buonanotte. Si tratta anche di non turbarla troppo, la pace mortale dell’acquario: tutti quei pesci devono continuare a poter fingere di esistere.Smisero, i loro nonni – come ricorda Paolo Barnard – quando i grandi azionisti del piano scomodarono l’avvocato d’affari Lewis Powell, perché approntasse un vademecum. Istruzioni precise, su come intrappolare i sognatori in entrambi i modi, cioè stroncando brutalmente gli irriducibili e comprando tutti gli altri, uno alla volta. Nel mappamondo, la piccola Italia restava un osso duro: c’era da demolire l’Iri, il maggiore aggregato industriale dell’intera Europa, motore (pubblico) del ruggente boom privato. C’era da lavorare molto, per fabbricare una prigione scintillante, senza democrazia, i cui ospiti – italiani e francesi, tedeschi e inglesi – ricominciassero a guardarsi in cagnesco, facendosi le scarpe. C’erano narrazioni favolose, da inventare: sommi tecnocrati, filibustieri e capitani coraggiosi, tutta una classe politica da mandare al macero, o in esilio in Tunisia. C’erano eroi di latta, da lanciare in pista, a dire a tutti: rassegnatevi, d’ora in avanti avrete sempre di meno. E giù applausi scroscianti, anche se poi – incidentalmente – il tritolo disintegrava i giudici antimafia.Quando il fiato si è fatto pesante, sono arrivati infine i saltimbanchi a recitare le loro parodie, le piccole rivoluzioni da operetta. Gli hanno lasciato la scena, per qualche tempo, gli uomini del piano. Ma, al segnale convenuto, hanno ripreso il controllo e accelerato, spingendosi ben oltre l’immaginabile: segregazione obbligatoria e coprifuoco, come in guerra, grazie allo zelo di opportune marionette. Nessuna terapia: il copione prescrive la paura, come medicina unica. E il risultato – l’obbedienza – deve aver sbalordito gli stessi strateghi dell’azzardo: al punto da incoraggiarli a non avere più freni, osando l’inosabile, nel progettare il nuovo inferno per le pecore. Deve saperlo, chi cammina fra le tombe: non sarà facile trovare le parole per cambiare il piano. Serviranno trucchi, l’artificio creativo dell’affabulazione. Non c’è altro linguaggio, alla portata dell’acquario: bisognerà giocare con le stesse antiche frottole, riconvertendole in qualcosa di spendibile, titoli e slogan per l’eventuale nuova era, dando tempo ai frastornati e ai creduloni. Armarsi di pazienza è l’unico sistema, per chi davvero vuol provare a fare uscire i sogni dal loro cimitero.(Giorgio Cattaneo, 5 febbraio 2021)E’ notte fonda, e qualcuno passeggia: muove i suoi passi solitari nel cimitero dei sogni, tra i nomi di illustri caduti. Aldo Moro e la lira italiana, il Craxi di Sigonella, l’ultimo Andreotti che tentò di difendere l’Italia dal sacrificio rituale imposto dalla Germania come contropartita, in cambio della rinuncia al marco, onde ottenere dalla Francia il via libera all’agognata riunificazione di Berlino e Bonn. La Francia è ancora quella che lucra sottobanco la rendita imbarazzante del franco Cfa, sulla pelle di 14 paesi africani. Idem la Germania, col suo debito pubblico truccato e l’imbroglio della Kfw, banca pubblica travestita da banca privata, abilitata quindi a finanziare il governo all’infinito, alla faccia dell’Ue e della Bce, specie se anche al Reich mercantile di Angela Merkel toccano le spese extra dell’emergenza Covid. Là in fondo c’è l’Italia, con i suoi eroi come il presidente di Confindustria, che il martedì elegge l’oscuro Gualtieri a stratega del secolo e il mercoledì si genuflette all’altro genio, quello vero, chiedendogli da subito di tagliare le pensioni. L’establishment, lo chiamano. Il back office, il Deep State. L’élite, l’oligarchia. La crema di Davos, gli infidi scienziati del Grande Reset bio-politico, bipartisan e green, politically correct, psico-sanitario e orwellianamente zootecnico.
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Crollerà il sistema-Cina, e prima ancora il falsario Biden
«La mia previsione è che, prima ancora di un collasso automatico del partito comunista cinese, ci sarà un collasso di Biden e della sua ignobile baracca entro breve». Una “profezia” firmata da Valdo Vaccaro, che si definisce “libero ricercatore e filosofo della salute”. Le verità – annuncia, sul suo blog – stanno venendo fuori in tutta la loro formidabile forza dirompente. «Non è peraltro possibile che un paese come l’America resti in balia di governanti ottusi e disonesti, di ladri di voti e di gente disposta a consegnare il paese al miglior offerente. Questo può succedere per le repubbliche delle banane e per i paesi satelliti come l’Italia, totalmente schiava dei burocrati europei, delle grandi banche, dei Bill Gates, della massoneria deviata, del Bilderberg e del Vaticano. Non può riguardare un paese leader mondiale». Oggi, premette Vaccaro, esiste un vuoto silenzioso e tombale: «Alla Casa Bianca si sono soltanto dei fantasmi. Stanno cadendo in pezzi i vari traditori della patria, come la Pelosi e il Cuomo in prima linea, assieme ai vari Fauci e Bill Gates, con buona pace del cosiddetto sinistrismo di maniera, messo in ridicolo dal un grande e indimenticato artista del calibro di Giorgio Gaber».In questi giorni, scrive l’analista, 334 milioni di abitanti – cioè l’intera popolazione americana – non sono soltanto divisi e disorientati dopo la sbornia elettorale e dopo tutta la sceneggiata di Capitol Hill e dell’Inauguration Day, ma hanno anche la netta sensazione di trovarsi tutto d’un tratto «orfani di un autentico e affidabile conduttore, di un vero presidente». Il che non è esattamente rassicurante. Con il super-boicottato Donald Trump, detestato dai “dem” e dal mainstream, da Big Web e Big Tech, dal Deep State neoliberista e dall’establishment infiltrato dal sistema-Cina, «l’America aveva un presidente carismatico, serio, attivo, rispettato, amato da una grossa fetta della popolazione che conta, quella che studia e che lavora». La verità è Trump ha consegnato al suo paese (e non solo) un lascito straordinario, sostiene Vaccaro. Persino gli americani che gli erano contro, in queste ultime settimane «hanno iniziato a percepire alcune cose basilari». Si sono accorti che ha evitato nuove guerre, ha rivitalizzando l’economia, ha subito false accuse. Infine: gli sono state rubate le elezioni, che aveva stravinto.«Tutti d’accordo poi su un fatto innegabile, e cioè che Donald Trump ci ha messo l’anima per difendere il paese: ha lavorato sodo per la medium class e la working class americana, mettendo in secondo piano le corporations, le grandi banche e Wall Street. In questo modo ha ridato lustro e dignità internazionale al paese, facendo degli Stati Uniti un posto gradevole e speciale in cui vivere». Attenzione, avverte Vaccaro: persino i cinesi (intesi come popolo) avrebbero nostalgia di The Donald. «Trump sta ricevendo messaggi di supporto da tutto il mondo, ma a sorprendere è il supporto inatteso e massiccio da parte della popolazione cinese, residente in Cina e fuori dalla Cina». Aggiunge Vaccaro: potrebbe anche aver temporaneamente perso o rinunciato al suo trono mondiale, ma rimane un faro «per una massa di persone perseguitate dalla peggiore peste esistente, che si chiama censura, dittatura, diritti umani sotto i tacchi».Dalla Cina, Vaccaro coglie una frase rivelatrice: “Legally he is still the President of Usa”. E’ sempre lui, il presidente legittimo. «We want freedom of speach», furono le ultime parole del dottor Li Wengliang, morto dopo aver denunciato l’origine “ingegnerizzata” del Covid. Sul fronte opposto, invece, Joe Biden non esitato a far vedere di che pasta è fatto: il gettarsi a firmare subito «i suoi “anti-provvedimenti”, mirati soltanto a disfare l’intera impostazione trumpiana, lo ha reso ancora più penoso di quanto non appaia normalmente». Nella sua prima settimana ha sottoscritto ben 37 ordini esecutivi, un record assoluto. Nel frattempo, la “Cnn” «ha rimosso la conta dei dati Covid», prima «presente 24 ore su 24 a bordo schermo», mentre l’Oms «ha ammesso che i test Pcr non sono affidabili e ha introdotto nuove linee-guida che faranno calare i falsi positivi: che coincidenze». A essere «penoso quanto Biden», sostiene Vaccaro, è l’intero team neo-presidenziale. Nessuno dimentica l’imbarazzante Hunter Biden, «coinvolto in traffici illeciti e provati, prima in zona russa e ora in zona cinese». Ma la stessa vicepresidente, Kamala Harris, non gode affatto di particolari simpatie, nemmeno tra i “dem”, visto che alle primarie incassò appena il 2% di voti, prima di ritirarsi miseramente.«Una Kamala Harris di origini indo-jamaicane, ma che per queste elezioni è magicamente diventata afroamericana, per guadagnare punti “brownie”». Si spaccia infatti per paladina dei neri, «ma durante la sua carriera da procuratrice ha tenuto in carcere migliaia di afroamericani oltre la data scarcerazione per sfruttarli come manodopera a basso costo, come rinfacciatole da Tulsi Gabbard», coraggiosa outsider tenuta ai margini del partito democratico. E’ noto inoltre che la stessa Harris avrebbe fatto carriera grazie alla relazione interessata con l’anziano amante Willie Brown, «politico corrotto “dem” ed ex sindaco di San Francisco». Galoppa la nostalgia per il Puzzone? Il vecchio zombie Joe Biden «è partito col piede sbagliato incespicando clamorosamente: ha fatto appello all’unità del paese, ma operando invece per dividerlo di netto». Tutto questo, mentre gli americani stanno apprendendo giorno dopo giorno il contenuto dei documenti declassificati, «come le false accuse di Hillary Clinton nel Russiagate», reiterate con la complicità dell’Fbi.Anche per questo, sintetizza Vaccaro, la gente è infastidita e frustrata: «Non si sente per niente rappresentata da questa falsa presidenza». E sullo sfondo, cresce l’allarme Cina. Già il mese scorso, John Ratcliffe, già direttore del Dni (Department of National Intelligence), aveva ammonito il Congresso sul fatto che la Cina non sia un paese normale: è manovrato da un Pcc che tende non a integrarsi, ma piuttosto a dominare il pianeta, imponendo le sue regole. «Il mondo deve ancora rendersi conto che questo è un regime autoritario, che se ne strafrega dei diritti umani delle persone e dei popoli che assoggetta». Lo si è visto da come perseguita le minoranze, come quella degli Uyghuri e la stessa fiorente comunità di Hong Kong, che è cinese e internazionale. Prima il partito e lo Stato, tutto il resto non conta niente: in pratica, l’esatto opposto di ciò che ha fatto grande l’America, un tempo patria della libertà (di pensiero, di opinione, di stampa e di impresa). Le cose, secondo Vaccaro, potrebbero precipitare: Pechino vuole Taiwan, e potrebbe innescare una crisi mondiale.«La Cina ha appena varato una legge che la rende sovrana del Mar Cinese Meridionale, che in realtà non è cinese ma appartiene a una schiera di paese asiatici». Questa legge permette alla guardia costiera cinese di colpire qualsiasi imbarcazione straniera che si trovi ai limiti di quelle che ora considera come sue acque territoriali. Se la geopolitica asiatica minaccia di sfuggire di mano, la nuova Casa Bianca sembra una certezza negativa: Joe Biden, «imbarazzante e catastrofico», ha rilanciato il super-barone di Big Pharma, Anthony Fauci, ricucendo con l’Oms e con Bill Gates. Ultima perla: ha designato come ministro dell’agricoltura Tom Vilsack, detto “Mister Monsanto”, dal nome della multinazionale (Bayer-Monsanto) leader mondiale nella produzione di Ogm e pesticidi, tra cui il mefitico glifosato. Ed ecco serviti, con una sola mossa, i “cretini di sinistra” che avevano tifato per Biden (e Greta, sua grande supporter) come ipotetico campione “green”. D’accordo: ma la Cina?Vaccaro intravede ombre cinesi anche negli ultimi eventi, dai maxi-brogli elettorali alla tragica pagliacciata di Capitol Hill. Non si tratta solo di “rozzi” comunisti, premette il blogger, molto seguito dal pubblico italiano “alternativo” al mainstream. I cinesi sono anche «astuti conquistatori, capaci di ricorrere a tutti i trucchi del mestiere», maestri di «sotterfugi e stratagemmi», in quanto successori ed eredi di personaggi come Sun Tzu (600-500 avanti Cristo, autore de “L’arte della guerra”). Vaccaro cita anche il mongolo Genghis Khan (1162-1227) e lo stesso Tamerlano (1336-1405), imperatore di Samarcanda. «Hanno il concetto del dominio e della prevalenza nel sangue, nel loro stesso Dna». Mamma li turchi? Non che fossero da meno, i condottieri cristiani: quelli cattolici, poi, hanno letteralmente sterminato le popolazioni sudamericane. Il problema, semmai – sottolinea Gioele Magaldi, autorevole politologo e massone progressista – deriva dall’élite massonica di stampo reazionario che, negli anni ‘70, ha sdoganato frettolosamente l’impero maoista per farne una specie di Mostro di Frankenstein, neo-capitalista (e quindi florido) ma ancora dittatoriale.Vaccaro cita un analista statunitense come Seth Holehouse, convinto del fatto che, nel giro di uno o due anni – nonostante Xi Jinping faccia la voce grossa – il Pcc «subirà un clamoroso collasso, implodendo dall’interno sotto la pressione ormai incontenibile del suo stesso popolo». Tradotto: «I comunisti sono arrivati davvero al culmine delle loro possibilità e non hanno più grandi sbocchi». Beninteso: «Hanno fatto cose eccellenti ed egregie dal punto di vista dello sviluppo tecnologico e della espansione verso il mondo esterno». Al tempo stesso, però, «hanno commesso errori gravissimi sul piano interno, andando oltre i limiti e sciupando i vantaggi raggiunti». In altre parole, «hanno scoperto le gioie e i tranelli del capitalismo e dell’imperialismo», e così «si sono illusi di poterla fare franca dovunque e comunque», confidando nella forza militare e finanziaria. L’errore fondamentale, secondo Holehouse, è stato quello di aver sottovalutato l’importanza dei valori umani davanti agli occhi del mondo.«Hanno pensato di poter comprare tutto e tutti con una valanga di yuan inflazionati, compromettendo in quesi ultimi tempi le loro relazioni col mondo esterno, sia sul piano economico-politico che su quello diplomatico», sostiene l’analista americano. Massimo emblema della recente “dismisura” cinese, secondo Vaccaro, «la faccenda del virus Covid ingegnerizzato e sfuggito di mano». La verità? Accora avvolta nelle tenebre della censura. «Credo che siano in una situazione molto peggiore di quella che essi intendono raccontare». Poi, oltre alle «pessime relazioni con la maggioranza del popolo cinese», c’è anche «una gravissima frattura all’interno del Politburo tra diverse fazioni», mentre una buona metà della popolazione cinese (700 milioni di persone) sarebbe «in condizioni di fame e di povertà». Una situazione paradossale e incerta, che per Vaccaro non può durare ancora per molto: «Il bubbone è pronto a scoppiare. Al di là di ogni apparenza e di ogni voce grossa, sono sull’orlo della disfatta».Nessuno ha la sfera di cristallo per capire cosa accadrà domani, ma la carenza di orientamento «si fa sentire in modo drammatico, non soltanto all’interno degli Stati Uniti e della stessa Cina, ma sul piano planetario». La questione virale gioca un ruolo basilare, sottolinea Vaccaro, avendo sconvolto le sicurezze delle persone. «Tutti prigionieri e ostaggio dei virologi, prima ancora che della Cina. Tutti in attesa spasmodica, smodata e ridicola di un vaccino che immunizzi, che risolva, che liberi dall’incubo, mentre è sicuro che qualsiasi vaccino e qualsiasi cura medica non farà altro che aggravare la situazione, accorciare la vita e ingrossare le tasche delle imprese chimiche e farmaceutiche», scrive Vaccaro. «Implorare la Pfizer, l’AstraZeneca e le altre multinazionali perché si sbrighino a produrre e fornire più vaccini mi pare non solo un’azione autolesiva, ma delirante e allucinante».Sta davvero per franare, la Cina? «Non credo che si debba aspettare il cadavere del partito comunista cinese sulla sponda dello Yangtze, contando sulla provvidenza divina», dice ancora Valdo Vaccaro. «Più sensato darsi da fare per informare la gente, renderla edotta, renderla responsabile». Meglio tendere una mano pietosa a Xi Jinping per farlo cadere prima possibile, accorciandone la possibile agonia con «una spallata a quel regime», come ha cercato di fare Trump sostenendo i ribelli di Hong Kong. A proposito: «Il presidente Trump è più vivo che mai: rimane una figura carismatica eccezionale e unica, nelle presenti circostanze». Non caso, resta «un punto di riferimento della lotta di liberazione e di emancipazione dei cinesi dalla propria dittatura interna». Questione di tempo, ribadisce Vaccaro: tra non molto cadrà in pezzi prima «la banda Biden», e poi «la banda nazi-comunista» con la quale Donald Trump ha ingaggiato una sfida planetaria, destinata a prolungarsi ben oltre il falso verdetto delle presidenziali truccate. Una frode che ormai pesa, in modo vistoso, sull’umore di oltre metà degli americani.«La mia previsione è che, prima ancora di un collasso automatico del partito comunista cinese, ci sarà un collasso di Biden e della sua ignobile baracca entro breve». Una “profezia” firmata da Valdo Vaccaro, che si definisce “libero ricercatore e filosofo della salute”. Le verità – annuncia, sul suo blog – stanno venendo fuori in tutta la loro formidabile forza dirompente. «Non è peraltro possibile che un paese come l’America resti in balia di governanti ottusi e disonesti, di ladri di voti e di gente disposta a consegnare il paese al miglior offerente. Questo può succedere per le repubbliche delle banane e per i paesi satelliti come l’Italia, totalmente schiava dei burocrati europei, delle grandi banche, dei Bill Gates, della massoneria deviata, del Bilderberg e del Vaticano. Non può riguardare un paese leader mondiale». Oggi, premette Vaccaro, esiste un vuoto silenzioso e tombale: «Alla Casa Bianca si sono soltanto dei fantasmi. Stanno cadendo in pezzi i vari traditori della patria, come la Pelosi e il Cuomo in prima linea, assieme ai vari Fauci e Bill Gates, con buona pace del cosiddetto sinistrismo di maniera, messo in ridicolo dal un grande e indimenticato artista del calibro di Giorgio Gaber».
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La fanfara di Auschwitz e il nostro ultimo anno di orrori
Ma davvero siamo ancora qui, dopo un anno di litania funebre pandemica, a parlare di politicanti del calibro di Conte e Renzi, Di Maio e Zingaretti? Lassù giganteggia Angela Merkel, di cui Ambrose Evans-Pritchard sul “Telegraph” ha appena tracciato il mirabile bilancio: ha provocato la Brexit e distrutto l’idea stessa di unità europea come luogo desiderabile. Lo spettacolo, intorno? Monsieur Rothschild impone il coprifuoco alla Francia, l’anonimo Psoe spagnolo si finge socialista, la Grecia alla fame si arma fino ai denti contro la Turchia. E la residuale realpolitik italiana incassa con la mano sinistra una decina di miliardi di euro vendendo elicotteri e fregate all’Egitto, mentre con la destra auspica che l’Egitto faccia giustizia sul caso Regeni, massacrato a due passi dalla Libia, già italiana e poi francese, ora russo-turca in attesa di segnali di fumo dagli ologrammi insediati alla Casa Bianca, dopo la splendida e trasparente sconfitta elettorale inflitta al bieco Donald Trump. Poi, laggiù, resta l’Italia. Il paese di Pasolini e Primo Levi, Giorgio Bocca, Indro Montanelli. Tutti morti: rimane Saviano, prendere o lasciare. Saviano e l’altro Papa, Bergoglio, quello che raccomanda il vaccino etico universale, per la gioia di Big Pharma, Bill Gates e gli apolidi demiurghi di Davos.E appunto, là in basso resta l’Italia: il mitico Recovery Plan solo scarabocchiato da Giuseppi, assistito dal leader del New Pandemic Consenus chiamato Marco Travaglio. Ecco Emma Bonino che invoca l’Alleanza Ursula, i 5 Stelle smarriti nel loro nulla, l’ectoplasma politico che si usa ancora chiamare Pd. Fantasmi: quello di Berlusconi e quello di Draghi vanno a spasso insieme all’ombra di Salvini, il babau di ieri, tra le strida di Giorgia Meloni. Della bomba all’uranio che ha sventrato la politica, tanti anni fa, non c’è più traccia. Girano mezze figure, sempre le stesse, sopravvissute a tutto: D’Alema e Bettini, Gianni Letta e suo nipote Enrico (che raccomanda la resa definitiva al Grande Reset antropologico, al Nulla Sarà Più Come Prima). Incidentalmente, il paese crolla: un milione di senza-lavoro, mezzo milione di mini-aziende chiuse. E gli italiani ancora tutti in casa, quieti, ad aspettare con fiducia la fine del mondo, davanti al televisore che forse quest’anno non trasmetterà l’imprescindibile Festival di Sanremo, giusto per adeguarsi ai teatri chiusi, ai cinema chiusi, ai concerti annullati insieme alle mostre, alle migliaia di negozi e locali sprangati, alle zone rosse, al distanziamento morale e religioso, al coprifuoco eterno, al Ricordati che Devi Morire.Chi l’avrebbe detto, che sarebbe finita così? Finita l’era Bush, sulle macerie dell’11 Settembre si erano aperti interrogativi finalmente luminosi. Persino il fuoco fatuo di Occupy Wall Street aveva aperto occhi dormienti: la Grande Ipocrisia aveva cominciato a dipingersi anche sulla maschera rassicurante di Barack Obama, rendendo evidenti le sozzure del backstage, tra le denunce di Julian Assange e quelle di Ed Snowden. Big Data, Big Tech, Big Tutto: ora siamo alla censura spudorata, alla carcerazione di massa, all’ora d’aria concessa (”consentita”) per portar fuori il cane, mentre a Berlino si allestiscono graziosi lager per eventuali renitenti al Trattamento Sanitario Obbligatorio prescritto dall’Autorità. Letteralmente assordante, il silenzio della cosiddetta società civile: industria, terziario, artisti, pensatori universitari, scrittori e cantanti. Ancora più epico il mutismo dei sindacalisti: zitti su tutto, mentre il casato Elkann si sbarazza della Fiat cedendola ai francesi, e trattando con la Cina per liberarsi anche di Iveco e New Holland, dopo aver intascato miliardi nel 2020 causa crisi pandemica (e milioni, per fabbricare mascherine), tenendo in pugno il suo impero editoriale, “Stampa” e “Repubblica”. Per un anno, su tutto questo ha vigilato l’oscuro Giuseppi, coi suoi Dpcm da Stato Libero di Bananas.Ora si rifà sul serio, che diamine: c’è in ballo l’Alleanza Ursula, caldeggiata da statisti del calibro di Gentiloni e Sassoli, con l’aggiunta del Franceschini Dario. Ursula über alles, la Madonna Pellegrina di Sassonia, nuovo faro della civiltà europea, quella che intanto continua, come niente fosse, a essere retta da una Commissione non elettiva e da una banca centrale privatizzata, cinghie di trasmissione dei poteri fortissimi che parlano attraverso organismi come la Ert, European Roundtable of Industrialists, centomila miglia al di sopra del popolo bue che poi si scanna, nelle ormai inutili elezioni nazionali, appassionandosi alle piccole risse di cortile tra orazi e curiazi. L’ultima, quella italiana, finì ingloriosamente nel 2019, dopo le timide speranze accese l’anno prima dall’ambiguo governo gialloverde, azzoppato sul nascere dall’amputazione di Paolo Savona imposta per tramite di Mattarella. Il paese era già malatissimo, ma ancora non era scoppiata l’ultima guerra: quella affidata a personalità di livello mondiale come Domenico Arcuri, Roberto Speranza, Massimo Galli e gli altri Premi Nobel al servizio della patria.Andrà tutto bene, ragliavano gli italioti dai balconi, festeggiando in tricolore l’unica Liberazione disponibile, quella (alla memoria) di 75 anni fa. Poi vennero l’estate, le sacre elezioni regionali e l’altrettanto sacro Taglio dei Parlamentari. A seguire: la corsa ai tamponi, per gonfiare i numeri della Seconda Ondata, trattata esattamente come la Prima (cioè senza un protocollo per curare, a casa, i malati di Covid). Sempre la pochette di Giuseppi ha fatto in tempo a inaugurare anche la farsa della campagna vaccinale italiana, in un paese che – ormai da 365 giorni, ininterrottamente – non parla altro che di contagi, come se il mondo si fosse fermato per sempre a Wuhan. Banchi a rotelle e monopattini, Dad e smart working, distanziamento e mascherine. Non una soluzione – non una, mai – per uscire dalla catastrofe. Paura, minacce, moniti e intimidazioni, scodellate giorno per giorno dall’oscurantismo della nuova religione scientista, spacciata per scientifica. Un’ipnosi potentissima, micidiale, da cui pare che nessuno riesca a riscuotersi.La recitazione pandemica ha spazzato via tutto: libertà, diritti, democrazia, ragione, senso critico e voglia di vivere, quest’ultima rimpiazzata con l’ingloriosa rassegnazione a una sopravvivenza coatta e precaria nei sottoscala dell’umanità. Un posto umido e buio, dove non è lecito pensare. Decenni di orrori – le guerre neoliberiste, il terrorismo fatto in casa – cancellati con un colpo di spugna sanitario, quasi metafisico, perfetto per sospendere il diritto e dividere le plebi in modo feroce, da una parte la maggioranza cieca e autoritaria degli impauriti, dall’altra la minoranza demonizzata dei cosiddetti negazionisti. Viviamo in un paese dove il governo ha istituito un Ministero della Verità, per far sparire le notizie scomode alla velocità della luce, così come fanno anche Facebook, Twitter e YouTube. Così, la celebrazione della sacrosanta Giornata della Memoria, nel 2021, rischia di avere lo stesso suono sinistro della fanfara che, ad Auschwitz, intonava le note di “Rosamunda” sulla Piazza dell’Appello, nel silenzio ghiacciato dei prigionieri.(Giorgio Cattaneo, “La fanfara di Auschwitz e il nostro ultimo anno di orrori”, dal blog del Movimento Roosevelt del 29 gennaio 2021).Ma davvero siamo ancora qui, dopo un anno di litania funebre pandemica, a parlare di politicanti del calibro di Conte e Renzi, Di Maio e Zingaretti? Lassù giganteggia Angela Merkel, di cui Ambrose Evans-Pritchard sul “Telegraph” ha appena tracciato il mirabile bilancio: ha provocato la Brexit e distrutto l’idea stessa di unità europea come luogo desiderabile. Lo spettacolo, intorno? Monsieur Rothschild impone il coprifuoco alla Francia, l’anonimo Psoe spagnolo si finge socialista, la Grecia alla fame si arma fino ai denti contro la Turchia. E la residuale realpolitik italiana incassa con la mano sinistra una decina di miliardi di euro vendendo elicotteri e fregate all’Egitto, mentre con la destra auspica che l’Egitto faccia giustizia sul caso Regeni, massacrato a due passi dalla Libia, già italiana e poi francese, ora russo-turca in attesa di segnali di fumo dagli ologrammi insediati alla Casa Bianca, dopo la splendida e trasparente sconfitta elettorale inflitta al bieco Donald Trump. Poi, laggiù, resta l’Italia. Il paese di Pasolini e Primo Levi, Giorgio Bocca, Indro Montanelli. Tutti morti: rimane Saviano, prendere o lasciare. Saviano e l’altro Papa, Bergoglio, quello che raccomanda il vaccino etico universale, per la gioia di Big Pharma, Bill Gates e gli apolidi demiurghi di Davos.
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Vaccinatevi, negazionisti: la scomunica del Papa “cinese”
Un grande influencer, all’occorrenza anche pontefice: dopo il via libera all’immigrazione illimitata dall’Africa e alle teorie di Greta Thunberg sulle cause del surriscaldamento terrestre, Jorge Mario Bergoglio si allinea fortemente al pensiero unico del mainstream anche sui vaccini e su Donald Trump. In uno speciale del Tg5 condotto da Fabio Marchese Ragona, redattore del “Giornale”, Bergoglio condanna l’assalto dei manifestanti a Capitol Hill (senza accennare alle motivazioni che lo hanno determinato) e criminalizza in modo esplicito i cittadini italiani che volessero sottrarsi al vaccino anti-Covid. Non stupisce più di tanto, l’atteggiamento di Papa Francesco: nella primavera 2020 aveva approvato il massimo rigore del severissimo e disastroso lockdown imposto da Conte, ignorando persino le proteste di alcuni coraggiosi sacerdoti per la chiusura delle chiese e la proibizione di celebrare le funzioni religiose. Bargoglio è arrivato a “silenziare” anche il Natale, rinunciando senza battere ciglio alla tradizionale messa di mezzanotte, in ossequio al coprifuoco. E ora attacca chi manifesta dubbi sui vaccini Rna approntati in pochi mesi, senza la consueta sperimentazione: chi si sottrae al vaccino, in pratica, sarebbe un cittadino socialmente irresponsabile. Addirittura un «negazionista».«C’è un negazionismo suicida – ha infatti dichiarato il pontefice sudamericano al telegiornale di Mediaset – che non saprei spiegare: il vaccino si deve prendere». E ancora: «Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino: è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri». Messaggi impliciti: il Covid è un grandissimo pericolo, estremamente letale (il che è falso) e il vaccino è l’unico rimedio: un farmaco che per giunta è assolutamente sicuro, per chi lo assume. Soprattutto, Bergoglio presenta come verità assoluta la sua tesi più insidiosa: i free-vax – sintetizza il “Giornale” – comprometterebbero anche la salute degli altri, oltre che la loro. E’ la posizione, ideologica, dei propagandisti di Big Pharma: chi è vaccinato dovrebbe temere i non-vaccinati. Come se il vaccino (che si dà per scontato che sia sicuro, senza rischi per chi lo riceve) non fosse affatto efficace: se un soggetto fosse vaccinato, infatti, che motivo avrebbe di avere timore di contrarre il virus?Eppure, è il refrain della nuova pedagogia “zootecnica” imposta dal sistema-Covid: quello che ha esasperato i toni dell’emergenza “pandemica” per poi arrivare esattamente a questo, cioè all’imposizione di vaccini estremamente controversi, temuti da molti degli stessi medici. Non solo: con anche il placet del Papa, il vaccino viene presentato come unico rimedio possibile, ignorando completamente le valide terapie del frattempo messe a punto. Bergoglio, aggiunge il “Giornale”, ha anche ripercorso la storia delle vaccinazioni, aderendo alla tesi (non sottoscritta dall’intera comunità scientifica) secondo cui l’introduzione del vaccino avrebbe storicamente comportato il declino di alcune gravissime malattie, come la poliomelite. Non solo: il Papa ha citato anche il morbillo tra le patologie pericolose, sottoscrivendo quindi le pressioni di Big Pharma che hanno recentemente introdotto l’obbligo dello stesso vaccino contro quella che resta una comune malattia infantile, normalmente contratta (senza conseguenze) durante l’infanzia.Sottinteso: per il pontefice, il “terrorismo sanitario” scatenato con il Covid, che ha sospeso libertà e diritti, è sacrosanto. Giusta, quindi, la decisione di instaurare la “dittatura sanitaria”, gonfiando i numeri dell’emergenza e ostacolando l’adozione di normali, efficaci terapie. L’unico orizzonte resta quello previsto fin dall’inizio: il vaccino. E chi si mostra refrattario è addirittura “negazionista”: sconcerta, qui, il fatto che il Papa cattolico accetti di utilizzare in modo tanto inopportuno un termine (negazionismo) con il quale, storicamente, si indica chi osa ridimensionare, o persino negare, la tragedia della Shoah. Esplicita, da parte di Bergoglio, l’adozione della neolingua orwelliana imposta dal pensiero unico e dal nuovo regime, non più democratico, che esercita il suo potere a vocazione totalitaria proprio utilizzando la paura del Covid. L’orizzonte è quello illuminato da Bill Gates e dagli altri “padroni dell’universo”, che profetizzano una riformulazione dell’umanità (e della socialità) a misura di pandemia: distanziamento eterno, smart working, pass vaccinale e controllo “cinese” sulla vita delle persone.Lo scorso dicembre, Bergoglio aveva stipulato in Vaticano un’alleanza con il Council for Inclusive Capitalism, organismo promosso da Lynn Forester de Rothschild, grande amica di Hillary Clinton. Due mesi prima era stato Mike Pompeo, segretario di Stato di Donald Trump, ad attaccare frontalmente Bergoglio per la decisione, senza precedenti, di concedere al governo di Pechino il potere di nomina dei vescovi cattolici in Cina. Un patto che, secondo Pompeo, mina «l’autorità morale della Chiesa», compromessa con la dittatura che opprime i cinesi e ora ricatta il mondo, con l’esplosione dell’epidemia di Wuhan. Puntuale la vendetta di Bergoglio, dopo la caduta di Trump in seguito alle gravissime irregolarità che hanno segnato le presidenziali 2020, alterate da estesi brogli: fingendo di ignorare completamente le ragioni dell’esasperazione dei manifestanti pro-Trump, che il 6 gennaio hanno contestato la certificaziobe della vittoria di Biden arrivando a invadere in modo sconcertante il Parlamento, Bergoglio dichiara il suo stupore per un fatto tanto grave, per «un popolo così disciplinato nella democrazia», denunciando chi «prende una strada contro la comunità, contro la democrazia, contro il bene comune».Un grande influencer, all’occorrenza anche pontefice: dopo il via libera all’immigrazione illimitata dall’Africa e alle teorie di Greta Thunberg sulle cause del surriscaldamento terrestre, Jorge Mario Bergoglio si allinea fortemente al pensiero unico del mainstream anche sui vaccini e su Donald Trump. In uno speciale del Tg5 condotto da Fabio Marchese Ragona, redattore del “Giornale”, Bergoglio condanna l’assalto dei manifestanti a Capitol Hill (senza accennare alle motivazioni che lo hanno determinato) e criminalizza in modo esplicito i cittadini italiani che volessero sottrarsi al vaccino anti-Covid. Non stupisce più di tanto, l’atteggiamento di Papa Francesco: nella primavera 2020 aveva approvato il massimo rigore del severissimo e disastroso lockdown imposto da Conte, ignorando persino le proteste di alcuni coraggiosi sacerdoti per la chiusura delle chiese e la proibizione di celebrare le funzioni religiose. Bargoglio è arrivato a “silenziare” anche il Natale, rinunciando senza battere ciglio alla tradizionale messa di mezzanotte, in ossequio al coprifuoco. E ora attacca chi manifesta dubbi sui vaccini Rna approntati in pochi mesi, senza la consueta sperimentazione: chi si sottrae al vaccino, in pratica, sarebbe un cittadino socialmente irresponsabile. Addirittura un «negazionista».
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Evviva: il mondo libero festeggia la sconfitta del demonio
Ora è tutto chiaro: gli Stati Uniti sono popolati da 75 milioni di “terroristi interni”, che però sono stati finalmente sgominati dai cavalieri virtuali di Dominion Voting System, a volte rappresentati in forma umana, a beneficio dei fedeli, dall’ologramma di Joe Biden. L’ora è grave: a nulla è valsa l’eroica resistenza dei 7-8 poliziotti schierati a Washington davanti al Parlamento, per arginare quella che si annunciava come una manifestazione oceanica. Sicché i barbari hanno potuto agevolmente commettere l’empio sacrilegio: sono penetrati nel Tempio della Democrazia, mettendo fine (prima ancora che cominciassero) alle procedure di contestazione delle presidenziali 2020, inclusa la richiesta di una commissione d’inchiesta per esaminare, una buona volta, le migliaia di prove a suffragio dell’accusa. Prove che finora le autorità giudiziarie si sono sempre rifiutate di analizzare, accampando dinieghi solo formali e procedurali. La buona notizia è che le Forze del Bene hanno infine prevalso, schiacciando la coda del Serpente e togliendogli la parola, il microfono e l’accesso ai social, dopo avergli già tolto la stampa, la televisione e infine la Casa Bianca.Va tutto bene, è giusto così: succede sempre, quando il Bene prevale sul Male. Accadde già nel 1963, a Dallas, quando fu prontamente assicurato alla giustizia Lee Harvey Oswald, che aveva assassinato John Kennedy su ispirazione di Batman e dell’Uomo Ragno. A volte il Bene, per scatenarsi, ha bisogno che le coscienze si risveglino, anche attraverso eventi traumatici: accadde l’11 settembre 1973, quando in Cile fu rovesciato e ucciso il presidente Salvador Allende per mano del generale Augusto Pinochet, assistito spiritualmente da Mazinga Zeta e altre divinità infere. Accadde anche nel 2001 (casualmente, in un altro 11 settembre), quando a New York i due grattacieli più indistruttibili del mondo, per la cui demolizione il Comune aveva previsto l’impiego della bomba atomica, furono rasi al suolo da due Boeing pilotati da scolaretti: i velivoli eseguirono manovre da jet militari a velocità folle, e fu la stessa Boeing ad ammettere che – a quella quota, a 8-900 chilometri all’ora – le ali avrebbero dovuto staccarsi dalla fusoliera. Ma niente può fermare il Male, quando si manifesta, secondo l’oscuro disegno che poi porta, infine, al trionfo del Bene.La trama provvidenziale si dipanò negli anni seguenti, quando Moloch, Ahriman e George Walker Bush mossero guerra contro la più grave minaccia per il mondo libero, i Talebani, e subito dopo riuscirono ad annientare le micidiali Armi di Distruzione di Massa che si celavano in Iraq, ora trasformato nel paese più felice del pianeta. La stessa mano divina guidò il successore, l’impavido Barack Obama, che riportò la giustizia sulla Terra mettendo fine all’Impero di Wall Street e alla vita di migliaia di “terroristi esterni”, meticolosamente assassinati con i droni, settimana dopo settimana, attraverso ordini esecutivi firmati ogni lunedì. Gli eroici sforzi di Bush e Obama, è vero, non debellarono del tutto la minaccia rappresentata dalle incarnazioni del Male, prima Al-Qaeda e poi l’Isis. Ma si sa, le vie del Signore sono imperscrutabili. Nel 2016, infatti, il Male abbandonò il Medio Oriente e le città europee (fino ad allora devastate dagli attentati) per insediarsi direttamente a Washington, alla Casa Bianca. Da allora, il Bene ingaggiò una lotta senza quartiere per liberare il mondo dal più grave pericolo che fosse mai sorto, nella storia dell’umanità: il demonio chiamato Donald Trump.Da allora, i cavalieri alati hanno dato battaglia senza risparmiarsi: tanto per cominciare hanno svelato che è la Russia, in realtà, a stabilire chi vince le elezioni in America. E’ vero, Donald Trump aveva smesso di fare guerre nel resto del mondo: ma si sa che il demonio conosce mille trucchi. La sua perfidia è illimitata: può arrivare a far scomparire la disoccupazione, a resuscitare l’economia, a moltiplicare il benessere diffuso. E’ un inganno: lo hanno dimostrato gli arcangeli di Antifa, anche incendiando interi quartieri – e sparando, e uccidendo – mentre la polizia stava a guardare. Il demonio comunque dilagava, nei sondaggi: la sua rielezione era data per scontata. Fu allora che si manifestò la Volontà Divina nella sua potenza, con due fenomeni miracolosi: l’Influenza Cinese e l’epifania metafisica del Voto Postale, celestialmente corroborato dal pallottoliere elettronico di Dominion.Ora, fortunatamente, l’incubo è finito: la vittoria del Bene è di portata storica. Onore quindi ai nuovi eroi della virtù, ai soavi censori di Facebook e Twitter, agli algoritmi di Google, ai sabotatori che oscurano puntualmente i video che i seguaci del demonio provano ancora a pubblicare su YouTube. Il Male va rimosso alla radice: deve tacere, scomparire. Può godersi, al massimo, lo spettacolo spensierato del capodanno di Wuhan, mentre tutti gli altri bipedi (saggi e prudenti) se ne stanno rintanati come topi. Il Bene parla chiaro: parla da Pechino, la nuova patria della civiltà, spiegando che i frutti avvelenati del demonio – la libertà, i diritti, la salute, la serenità – erano solo squallide illusioni, quelle di cui è lastricata la strada per l’inferno, come l’effimera felicità terrena e la certezza dello Stato di diritto, l’umana dignità, l’impegno a esercitare a mezzo stampa l’arte della verità, della sincerità. Sgombrato il campo dai “terroristi interni”, finalmente si festeggia: Batman e l’Uomo Ragno brindano con Dominion, in una sala delle cerimonie in cui – se state attenti – in fondo, potrebbe anche apparire il premio più gradito, l’incarnazione del soprannaturale: l’ologramma del tenero Joe Biden.Ora è tutto chiaro: gli Stati Uniti sono popolati da 75 milioni di “terroristi interni”, che però sono stati finalmente sgominati dai cavalieri virtuali di Dominion Voting System, a volte rappresentati in forma umana, a beneficio dei fedeli, dall’ologramma di Joe Biden. L’ora è grave: a nulla è valsa l’eroica resistenza dei 7-8 poliziotti schierati a Washington davanti al Parlamento, per arginare quella che si annunciava come una manifestazione oceanica. Sicché i barbari hanno potuto agevolmente commettere l’empio sacrilegio: sono penetrati nel Tempio della Democrazia, mettendo fine (prima ancora che cominciassero) alle procedure di contestazione delle presidenziali 2020, inclusa la richiesta di una commissione d’inchiesta per esaminare, una buona volta, le migliaia di prove a suffragio dell’accusa. Prove che finora le autorità giudiziarie si sono sempre rifiutate di analizzare, accampando dinieghi solo formali e procedurali. La buona notizia è che le Forze del Bene hanno infine prevalso, schiacciando la testa del Serpente e togliendogli la parola, il microfono e l’accesso ai social, dopo avergli già tolto la stampa, la televisione e infine la Casa Bianca.
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Magaldi: virus massonico, chi l’ha creato finirà come Hitler
«Quella del coronavirus è la terza offensiva planetaria, contro di noi, condotta dall’élite massonica neoaristocratica che aveva già colpito altre due volte: sabotando l’economia attraverso le crisi finanziarie pilotate, per indebolire la società creando diseguaglianze, e poi “fabbricando” il terrorismo islamico per ridurre le libertà di tutti col pretesto della sicurezza». Gioele Magaldi non ha dubbi: «Siamo di fronte all’ultimo attacco, da parte delle stesse forze massoniche oligarchiche: quello sanitario, attraverso la gestione emergenziale della pandemia, sarà anche l’ultimo». Per Magaldi «è un attacco disperato», perché punta a un orizzonte irrealizzabile: «Un mondo distopico, senza più libertà, sulla scorta del modello cinese». Anche per questo, l’aggressione contro la popolazione «finirà rovinosamente, come le campagne di Russia condotte da Napoleone e Hitler, entrambi traditi dall’eccessiva fiducia nelle loro possibilità di successo». Autore del besteller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente del circuito massonico progressista sovranazionale, Magaldi annuncia: il “sequel” del primo volume sulle malefatte delle superlogge reazionarie, in uscita entro il 2021, farà nomi e cognomi dei soggetti che hanno «progettato il rilascio del coronavirus, altamente contagioso ma scarsamente letale».In pratica, quel virus è «uno strumento di dominio, fondato su una paura immotivata ma ingigantita dall’allarmismo dei media». Ormai, dice Magaldi, i cittadini stanno aprendo gli occhi: «Vessati da restrizioni assurde che sembrano destinate a non finire mai, assistono a una presa in giro sempre più sguaiata e sfacciata: nuove varianti del virus mettono in dubbio l’efficacia dei vaccini frettolosamente approntati, e non scientificamente testati in modo adeguato in relazione agli effetti indesiderati sull’organismo. E mentre gli italiani sono stati costretti a restare a casa persino all’ultimo dell’anno, anche col placet di Papa Bergoglio, gli abitanti di Wuhan si sono scatenati in festeggiamenti spensierati e oceanici, per il capodanno, proprio nel paese da cui è nata la cosiddetta pandemia». Non è un caso, sottolinea Magaldi, che l’epidemia sia partita da Wuhan: «L’attuale sistema-Cina è stato ideato da massoni oligarchici non cinesi, essenzialmente atlantici, come alternativa al sistema occidentale: quello del Covid è un test – l’ultimo – per sperimentare la possibilità di cancellare diritti e democrazia».Non funzionerà, scommette il presidente del Movimento Roosevelt: «L’aria sta cambiando, e anche gli italiani – pian piano – iniziano a capire di esser stati ingannati: e non sono più disposti a dover vivere, fino a chissà quando, in mezzo a lockdown e zone rosse, mentre l’economia crolla». Lo si legge anche dall’inquietudine che sta attraversando la scena politica: «Finalmente ci si sta scuotendo dal torpore, mettendo sotto accusa il grottesco e disastroso paternalismo di Conte, che ha fallito su tutta la linea: non ha protetto la cittadinanza dal contagio ma, in compenso, ha sospeso le libertà costituzionali e provocato un vero e proprio disastro economico». Nel 2021, secondo il presidente “rooseveltiano”, è lecito aspettarsi «una vera e propria epifania del potere, a partire dal progressivo, inesorabile disvelamento del carattere fraudolento dell’emergenza-coronavirus che ha travolto il mondo e messo in ginocchio l’Italia». Magaldi apprezza Matteo Renzi, «che è tornato a fare il Giamburrasca e finalmente critica Conte in modo frontale». Ma attenti: non c’è da aspettarsi niente di speciale, dall’eventuale rottamatore di “Giuseppi”.«Non credo che Renzi farebbe meglio di Conte», dice Magakldi: «Come anche gli altri mediocri attori della politica italiana, l’ex premier fiorentino vuole solo partecipare, in modo “parrocchiale”, alla futura spartizione dei 200 miliardi del Recovery Fund. E, per inciso: è tornato a bussare alle porte delle superlogge, sperando di essere finalmente accolto». Quanto a Mario Draghi, il cui nome circola con insistenza, Magaldi fa un annuncio ufficiale: «Confermo che Renzi gli ha appena chiesto di sostituire Conte a Palazzo Chigi, nell’ambito di un ipotetico “governo largo”». Sta dunque per scendere in campo, l’ex presidente della Bce? «Ne dubito», dice Magaldi: «Tra i veti incrociati dell’attuale palude politica italiana rischierebbe di essere “bruciato”, e quindi di perdere il “tram” per il Quirinale l’anno prossimo». Tra chi oggi vorrebbe Super-Mario a Palazzo Chigi, aggiunge Magaldi, «ci sono anche i nemici di Draghi: quelli che vorrebbero impedire che il “nuovo” Draghi, tornato progressista, possa assumere la regia della rinascita del paese, una volta eletto presidente della Repubblica».Molto meglio, sostiene Magaldi, se Mario Draghi resterà in disparte ancora per un anno, «limitandosi a dare buoni consigli», o al massimo – eventualmente – prestandosi ad assumere «un incarico tecnico, come la guida del ministero dell’economia». Il presidente del Movimento Roosevelt non ha dubbi, su Draghi: «E’ tornato nell’alveo della massoneria di ispirazione keynesiana e rooseveltiana, impegnata a cancellare i catastrofici effetti di decenni di neoliberismo». Per Magaldi, le mosse di Draghi faranno parte di un preciso disegno della massoneria progressista, che nel 2021 ribatterà colpo su colpo alla “strategia della tensione”, di matrice reazionaria, degli “apprendisti stregoni” che sovragestiscono l’operazione Covid. Una “guerra” a tutto campo, a partire dagli Usa, dove Magaldi – sostenitore di Trump – “vede” comunque l’affermazione di Biden, «salvo sorprese». La sua è una visione prospettica: «Al di là delle opposte tifoserie, ribadisco che l’eventuale presidenza Biden non sarebbe un disastro, così come non sarebbe “il paradiso” una presidenza Trump».Tra i due, sostiene Magaldi, c’è comunque un accordo (massonico) stipulato prima ancora delle elezioni, con l’impegno a non abbandonare alcune ottime linee-guida della politica economica di Trump e, soprattutto, «l’altolà imposto all’invadente, pericolosa egemonia cinese». L’autore di “Massoni” invita a saper leggere dietro le quinte, evitando esagerazioni fuori luogo. «Tra i sostenitori massonici di Trump e quelli di Biden è stato stretto un patto simile a quello che nel 2008 portò all’elezione di Obama, un’intesa siglata da una parte da massoni progressisti come Ted Kennedy, e dall’altra da esponenti del fronte conservatore come Zbigniew Brzezinski, preoccupati dalla deriva “terroristica” di superlogge come la Hathor Pentalpha, appannaggio dei Bush». Anche stavolta, spiega Magaldi, è accaduto qualcosa di simile: «La scelta di candidare Biden ha escluso candidature ben peggiori». Lucidità, innanzitutto: «Lo stesso Obama è stato esaltato come campione o presentato come demonio: non è stato né l’una né l’altra cosa, è stato solo un presidente mediocre». Biden o Trump, Conte o Renzi, per Magaldi i “compiti per il 2021″ sono delineati: esibire «l’epifania del potere, smascherando i massoni oligarchici che hanno scatenato contro di noi la tempesta, mediatica e psico-sanitaria, del coronavirus».«Quella del coronavirus è la terza offensiva planetaria, contro di noi, condotta dall’élite massonica neoaristocratica che aveva già colpito altre due volte: sabotando l’economia attraverso le crisi finanziarie pilotate, per indebolire la società creando diseguaglianze, e poi “fabbricando” il terrorismo islamico per ridurre le libertà di tutti col pretesto della sicurezza». Gioele Magaldi non ha dubbi: «Siamo di fronte all’ultimo attacco, da parte delle stesse forze massoniche oligarchiche: quello sanitario, attraverso la gestione emergenziale della pandemia, sarà anche l’ultimo». Per Magaldi «è un attacco disperato», perché punta a un orizzonte irrealizzabile: «Un mondo distopico, senza più libertà, sulla scorta del modello cinese». Anche per questo, l’aggressione contro la popolazione «finirà rovinosamente, come le campagne di Russia condotte da Napoleone e Hitler, entrambi traditi dall’eccessiva fiducia nelle loro possibilità di successo». Autore del besteller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente del circuito massonico progressista sovranazionale, Magaldi annuncia: il “sequel” del primo volume sulle malefatte delle superlogge reazionarie, in uscita entro il 2021, farà nomi e cognomi dei soggetti che hanno «progettato il rilascio del coronavirus, altamente contagioso ma scarsamente letale».
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La farsa e l’inferno: cosa ci stanno facendo, e perché
I virus non sono yogurt, non scadono: eppure li stiamo spalmando su più anni, come stracchino. I lockdown sono inutili, dal punto di vista della salute pubblica, perché quando riapri il virus riparte. Siamo circa 60 milioni e, a forza di lockdown e riaperture, al ritmo di 3 milioni di positivi l’anno, serviranno 15-20 anni per ottenere immunità di gregge. E’ un meccanismo che rallenta la diffusione del Covid senza però fermarla. E purtroppo, già adesso, la vera emergenza di cui nessuno ovviamente parla è quella economica. Questo lasso di tempo non possiamo permettercelo: senza economia, non esiste neanche sanità. Va detto che ogni anno, nei mesi invernali, i virus influenzali intasano le terapie intensive. E il lockdown, da questo punto di vista, può servire a contenere questa problematica. Tuttavia otterremmo il medesimo risultato se Conte e il Cts (Comitato Tecnico-Scientifico) territorializzassero la risposta. Purtroppo questi “eletti da nessuno”, si rifiutano assurdamente di farlo, sin dall’estate scorsa. In estate hanno preferito mascherarsi dietro la retorica dei monopattini, con il ministro Speranza che, nel suo libro, millantava di avere sconfitto il Covid-19: in autunno ha scelto di non farlo uscire nelle librerie…A volte si sente parlare dei lockdown come di uno stratagemma per arrivare al vaccino, ma credo poco ad una immunità contro questo virus (mutante per sua natura) ottenuta in questo modo. Spero di sbagliarmi: il Sars-Cov2 muta, ma in un campo limitato (almeno in questo abbiamo avuto fortuna) e quindi un minimo di aspettativa è lecito nutrirla. Intanto un altro anno di scuola e di università è compromesso, le liste di attesa si allungano, gli infarti aumentano e le depressioni dilagano. Un obolo di competenze che perderanno i nostri giovani, coloro che adoriamo, quelli che si troveranno di fronte a un futuro drammatico (basti pensare anche alle Intelligenze Artificiali dietro l’angolo a complicare la situazione togliendo posti di lavoro). Ma cosa significa “territorializzare la risposta”? Cosa è questa strada che il nostro premier scansa con tutto se stesso, manco che il suo permanere al potere, e davanti alle amate telecamere, fosse legato alla presenza del Covid-19?Significa aprire tutte le attività e consentire alle persone di muoversi normalmente. Chi ha sintomi riceve la visita del medico di base con una telefonata (o di altri medici provenienti da strutture specializzate collegate a numeri verdi): il medico visita e poi, nel caso, fornisce quelle terapie anti-Covid che hanno ottenuto successi senza eguali in tutto il mondo, quelle che in Italia a lungo non sono state permesse (immotivatamente!). Nel Belpaese sono sconosciute ai più, a causa delle resistenze delle corporazioni mediche e della bolla mediatica, votata alla miope strategia dei lockdown: idrossiclorochina con vitamina D e zinco ed ozonoterapia (ambedue terapie possibili a casa), plasma iperimmune e anticorpi monoclonali (quando potremo disporne) per i casi più gravi, da ospedalizzare. Inoltre, per proteggere gli anziani, soggetti vulnerabili, è l’ora di puntare sullo spray israeliano Taffix che annienta il virus nel 95% dei casi non appena mette piede nelle cavità nasali. Si pensi che perfino l’Iran ne ha consigliato l’utilizzo! In questo modo l’immunità di gregge sarebbe garantita, gli anziani tutelati e l’economia ripartirebbe.A cosa serve quindi la prospettiva sanitariamente inutile degli infiniti lockdown, se non come primo sostanziale passo verso il “Grande Reset” chiesto dal Wef, il World Economic Forum delle élites? Limitandoci all’Italia, il Grande Reset è rappresentato dal fallimento di gran parte dei 3, 4 milioni di piccole e medie imprese in favore della grossa distribuzione. Le conseguenze planetarie invece sono un indebitamento senza precedenti di alcuni Stati, tra cui il nostro (vedasi anche la vicenda Mes), verso le élites finanziarie e verso i pochi Stati da esse considerati “degni” (debito estero, purtroppo, cioè vero debito: quello che, prima dell’euro, in Italia, era un minimo, fisiologico 12%) e il raffreddamento del pianeta (Greta docet) che tali lobbies chiedono senza se e senza ma… Poco importa se la Terra l’hanno surriscaldata in gran misura proprio loro!E quando gli Stati saranno indebitati verso questo capitalismo finanziario selvaggio e speculativo? Niente di più allettante, per i potentati, di una forma subdola di socialismo per comprimere i diritti civili e controllare l’umanità. Tutto ciò è confermato anche da Gotti Tedeschi, non uno qualsiasi, visto che è lo storico numero uno dello Ior, la banca del Vaticano. I cittadini sottomessi allo Stato e lo Stato schiavo delle élites: schiavo perché fatto strategicamente indebitare con esse dai politici da esse pagati. Meccanismo che il finanziere John Perkins dichiarò nel famoso video-denuncia di qualche anno fa, “Confessioni di un sicario dell’economia” (informatevi su quanti politici sono pubblicamente a libro paga di Soros, limitandoci a quelli che si sanno…). Il netto sarà una competizione tra realtà similari (Occidente e Cina) dove a rimetterci saranno i cittadini. Chi è fuggito dalle dittature comuniste (Romania, Nord Corea) vi può confermare che si sta trovando gradualmente, davanti ai propri occhi, proprio quelle stesse tappe che hanno portato ai regimi da cui è fuggito: alla trasformazione, con la scusa del Covid-19, verso una società a libertà limitata.Dovete sapere che il World Economic Forum è la riunione delle élites, dell’aristocrazia elitaria globalista, la quale, una volta sì e l’altra pure, chiede “un Nuovo Ordine Mondiale”, adesso con il contributo della dittatura cinese. Queste élite, legate tra gli altri allo scandalo Epstein (pedofilia, Clinton), sono padrone dell’Onu, della Ue, dell’Oms, dell’Unicef, del Fmi, della Wb, del Wto, dei dem e dei neocon Usa (Bush e McCain, tutti pro Biden) e dei partiti, progressisti ma non solo, di mezzo mondo. Si tratta dell’establishment globale! Quando il Wef decide una linea, tutte le nazioni, guarda caso, si accodano; e se ti opponi ti fanno fuori… o tramite brogli (vedasi come hanno fregato Trump) o fisicamente. Costoro non sono eletti, non sono un Parlamento e neanche sono un governo; si autoproclamano una “governance” (cioè degli eletti da nessuno): “governance”, termine che Mattarella ci trasmette ripetutamente nei suoi “pseudo-moniti”.Di questa aristocrazia fanno parte tra gli altri Soros, Schwab, Rothschild, Rockfeller, Gates e il Vaticano a trazione Bergoglio che, con questi soggetti, è recentemente entrato pubblicamente in affari (e il “recentemente” è relativo al “pubblicamente”, perché in realtà il Vaticano lo era già, in affari). Il Vaticano del resto, tra un like e un altro alle donnine nude, secolarmente non è dalla parte dei deboli. E’ “merito” di questa gente se ci stiamo svegliando, via via, con milioni di piccole imprese fallite, perché tutto questo serve a incatenare definitivamente l’economia reale (e gli Stati) ai padroni, alle élites finanziarie. E’ su YouTube una dichiarazione di Soros su Nuovo Ordine Mondiale e Cina, mentre lo stesso “Messaggero” collega Epstein e il caso-pedofilia alle élite del Wfe, e alcuni media riportano la recente alleanza del Vaticano con i Rothschild, la Fondazione Rockefeller e le grandi banche per creare il Grande Reset.Adesso che le massonerie mondiali (cioè lor signori del World Economic Forum) si sono accorte che accettiamo perfino gli arresti domiciliari (la soppressione dei veri diritti civili per la quale gli Lgbt, notoriamente a guida Clinton, “stranamente” non protestano ma anzi promuovono) di virus ne verranno altri! Lo dico da mesi, ed è per questo che ho sempre invitato a disobbedire (civilmente) alle restrizioni estive e post-estive! A tal proposito: non crederete mica alla storiella che ci raccontano a reti unificate che la pandemia di Sars-Cov-2 è dovuta un cinese che al mercato del pesce, guarda caso davanti al laboratorio di esperimenti di guerra batteriologica (da anni denunciato da Trump), ha mangiato un pipistrello che aveva incontrato un pangolino? E per favore, non parlate di “complottismo”, chi lo fa è un supercoglione!Il complottista è in possesso di verità assolute, mentre invece riflettere, porsi domande e avere dubbi equivale a senso critico! In realtà, è proprio chi accusa continuamente gli altri di essere “complottaro” ad essere affine al complottista, perché non riflette e accetta ciò che passano le Tv; gli è stata asportata (metaforicamente) quella parte del cervello che esprime un senso critico! Anche su Jfk e Falcone si veniva tacciati di complottismo, quando si sosteneva che fossero in pericolo di vita (Falcone venne isolato perché deriso dai media proprio in questo modo, prima di essere massacrato). Prendiamo ancora una volta l’Italia: quando milioni di piccole imprese falliranno, chi pagherà le tasse, comprese quelle per erogare il reddito di cittadinanza a queste famiglie? Gli italiani, ovviamente, con perdita di competitività visto che più tasse = prezzi più alti (e salari più bassi) = chiusure, con massimo godimento della Germania, nostro competitor (ma nazione considerata “blasonata” dalle élites), con formazione di altra disoccupazione fino al collasso, fino al “default tecnico” cioè alla ristrutturazione del debito (significa che ci toglieranno almeno il 30-40% dei nostri risparmi).Dal punto di vista delle élites, non avrà senso neanche ragionare in termini di “soldi”, visto che per loro non sono un limite; le restrizioni saranno in termini di potere-dominio sui cittadini, di libertà civili negate. Ecco spiegato perché gli Stati stanno avviandosi repentinamente verso una forma di società simil-cinese, dove la massa scivolerà verso una maggiore ignoranza e sottomissione (vedrete come crollerà il livello dei laureati). Prima, però, in Italia innalzeranno l’età pensionistica, l’Iva, il costo della benzina, del gas, della luce; abbasseranno le pensioni future e, collaborazionisti, svenderanno a Germania e Cina assets strategici come i nostri porti; ci spingeranno a non avere più soldi da parte e… case di proprietà (le tasse sui patrimoni le porterà il Mes)! Questa è la vera “Via della Seta” verso cui siamo incamminati, e dove nessun governo stabile mentalmente si indirizzerebbe.Va detto che, nonostante lo scenario che ci attende dietro l’angolo e nonostante che non ci sia niente di offensivo nel diffondere qualche base di macroeconomia, esistono eserciti di mascalzoni che credono di essere furbi nel sostenere che vivere di sussidi equivalga ad uguaglianza… No! Equivale a stupidità, a personalità che non si forgiano, vuote e manipolate, ad essere tutti schiavi di un emolumento pubblico, perciò ricattabili da chi lo eroga: lo Stato (a sua volta in ginocchio di fronte alle lobbies). E questo si vede già con il discorso del vaccino Pfizer che, pur non essendo stato sperimentato a dovere, sarà imposto in modo coercitivo ai dipendenti pubblici pena la fine, mediante licenziamento, del salario, quello dovuto a una vita di lavoro e nobili sacrifici (non stando sul divano).Capite perché i vari politici che, di fronte a questa situazione di portata criminale, globale e senza precedenti, scrivono post Fb contro questioni secondarie come Renzi, contro “Abberluscono”, contro i Benetton, su De Luca che fa il vaccino, ci stanno prendendo per il sedere? Ci stanno distraendo da qualcosa di epocale e criminale, in attesa di (riprovare a) “canalizzarci”, come ha fatto Beppe Grillo. Quando tutti i puntini saranno uniti e apparirà la vera miseria, quella nera, a quel punto le élites (così brave a rimanere invisibili), cercheranno semplicemente di far ricadere la colpa sui soliti politicanti o magari sui cittadini. Mi spiace, ma io su questa strada non seguo Alessandro Di Battista (non me ne voglia Otto Bitjoka, massimo esponente nel paese sulle tematiche migratorie e amico personale). E anzi lo sfido a pubblicare sulla sua bacheca il mio pezzo, visto che glielo invierò privatamente come faccio da molti mesi. Può prenderne le distanze, ma lo pubblichi: voglio vedere se ha il coraggio di far conoscere tutto questo ai tanti che lo leggono e ai media che lo tampinano (che sanno, ma non dicono).Per fare una battuta (è una battuta) credo che Di Battista pubblicherebbe volentieri questo articolo, parlo di Vittorio… Il figlio invece deve diventar capo tra i capi del M5S, non può permettersi di fare cazzate, destabilizzando i suoi equilibri interni e mettendosi contro i veri poteri forti… Sia chiaro, io considero Alessandro il più grande comunicatore politico in Italia, e per questo, un po’, ancora lo ammiro. Solo “un po’” però, perché Renzih, Berlusconih, Abbenettonh, Salvinih, sono tematiche che scaldano l’hooligan grillino ignorante (“basta, me dieno er reddito”) ma non rispettano chi ha più di un neurone. Non credo nemmeno che il M5S abbia un futuro così radioso, lungo questo ridicolo sentiero. E mi spiace, perché nel mio piccolo avevo provato, recentemente, a cambiare questo declino col MeetUp ortodosso locale. Mi fa male ammetterlo, ma a questo punto, ormai, il 5S può essere solo interpretato come posto di lavoro di chi ci mangia sopra o di chi aspira a dirigerlo dopo aver fatto come Ponzio Pilato di fronte allo scandalo del Mes, come un Di Maio qualsiasi: «Lo abbiamo approvato ma non lo attiviamo, perché fa schifo», la logica inoculabile solo nei minus habens (col 15% non saranno più decisivi)…Venite, signore e signori, vieni anche tu con…loro! I grillini sono ormai il “poliziotto buono” delle élites, mentre il “poliziotto cattivo” delle élites sarà chi il Mes lo attiverà. Stucchevole da parte del M5S anche il continuo parlare di “lavoro smart” cioè online (ditelo a docenti e genitori cosa ne pensano…) e fare i fumosi con “l’ambienteh”, quando la gente sta fallendo. Sveglia! Non siamo 60 milioni di massoni con i capitali in banca! Ps: in estate sono stato aggredito da trolls-haters di vario tipo perché indicavo come soluzione l’immunità di gregge, visto che il virus nella stagione calda aveva perso, come prevedibile, carica virale (carica virale bassa, ovvero: le particelle virali sono meno contagiose e meno letali), e ciò era dimostrato anche sperimentalmente. Sostenevo che questa strada potesse rivelarsi utile in inverno, quando il Sars-Cov-2 poteva tornare alla carica! Sarebbe stata una soluzione lungimirante, coraggiosa, sacrosanta dal punto di vista della micro-biologia di popolazione, seppur comprensibilmente inquietante dal punto di vista del singolo cittadino; purtroppo viviamo in un paese dove il presidente del Consiglio, il Cts e il ministro della salute godono di una immunità (alla legge) insensata, con il primo che passa il tempo ad inebriarsi dei propri monologhi tra la “brillantina casalina” sui capelli e il fazzolettino nel taschino. A marzo, follemente, i nostri governanti hanno proibito le autopsie, quando è noto che i virus, al contrario dei batteri, muoiono quando muore il paziente (l’ospite). Le autopsie avrebbero svelato che intubare equivaleva a uccidere, perché il problema non era la polmonite ma i coaguli: si sarebbero salvate decine di migliaia di pazienti.Viene da chiederci se politici, governanti, staff pagati anche un milione di euro, sempre attivi con le loro propaggini a fare i trolls-manganellatori sui social, nonostante ci siano di mezzo vite umane, un domani, se cambierà il vento, non verranno individuati, incarcerati e condannati al sequestro di ogni bene fino alla terza generazione (la Rete salva tutti i dati).Devo ammettere che, nel deserto mentale italiano, richiesto e ottenuto, di generazione in generazione, dall’establishment elitario (non è colpa dei cittadini), quando ho informato sul perché i tecnici economici alla Monti imponessero leggi economicamente illogiche pro banchieri, ho avuto meno difficoltà rispetto all’attuale, identica, dinamica. Il Cts, i tecnici messi dal governo, rispondono altrettanto alle multinazionali (farmaceutiche, in questo caso) loro padrone, e non alle persone comuni, ma hanno dalla loro parte un livello di terrore (morire di Covid) che i banchieri non avevano.Intanto, in questo contesto, il premier dei monologhi, colui che da quando “esiste” non ha mai accettato un contraddittorio, ha trovato il tempo, col favore delle tenebre (le Tv, strategicamente, parlano solo del virus e quindi non informano, impedendo così il controllo democratico dei cittadini su chi governa) di approvare una legge che depenalizza il peculato del suocero (ma tranquilli, gli ha fatto scudo Franceschini) e con un cavillo ha risparmiato, sempre al suocero e sempre per la stessa vicenda, di pagare 6 milioni di multa (ed anche qua Franceschini, in odore di Quirinale, si è preso stranamente la colpa). Allo stesso modo per la “vicenda Iene/scorta per la fidanzata” indovinate chi si è assunto la responsabilità di conoscere il numero ed averla chiamata tale scorta? Il bottegaio! Conte è un uomo santo, vergine di ogni peccato, ci mancherebbe altro. Lo so, sono tutti concetti scomodi, denunciarli equivale a tagliarsi delle strade, ma per fortuna sono schiavo solo di chi mi impone di dire la verità e di non seguire l’interesse accodandomi quando conviene: schiavo della mia coscienza. Ovviamente invito non solo Dibba ma anche i lettori a diffondere, a condividere questo pezzo; ad invitare, importantissimo stavolta, alla consultazione dei link interni ad esso; secondo me, se il 30% degli italiani mettesse gli occhi sopra questi fatti (e i fatti non sono opinioni) avverrebbe una bella rivoluzione (culturale). E non intendo quella che ci prometteva il comico…(Marco Giannini, “Grande Reset delle élite e territorializzazione mancata della risposta al Covid-19: caro Di Battista ti sfido a pubblicarmi!”, 31 dicembre 2020).I virus non sono yogurt, non scadono: eppure li stiamo spalmando su più anni, come stracchino. I lockdown sono inutili, dal punto di vista della salute pubblica, perché quando riapri il virus riparte. Siamo circa 60 milioni e, a forza di lockdown e riaperture, al ritmo di 3 milioni di positivi l’anno, serviranno 15-20 anni per ottenere immunità di gregge. E’ un meccanismo che rallenta la diffusione del Covid senza però fermarla. E purtroppo, già adesso, la vera emergenza di cui nessuno ovviamente parla è quella economica. Questo lasso di tempo non possiamo permettercelo: senza economia, non esiste neanche sanità. Va detto che ogni anno, nei mesi invernali, i virus influenzali intasano le terapie intensive. E il lockdown, da questo punto di vista, può servire a contenere questa problematica. Tuttavia otterremmo il medesimo risultato se Conte e il Cts (Comitato Tecnico-Scientifico) territorializzassero la risposta. Purtroppo questi “eletti da nessuno”, si rifiutano assurdamente di farlo, sin dall’estate scorsa. In estate hanno preferito mascherarsi dietro la retorica dei monopattini, con il ministro Speranza che, nel suo libro, millantava di avere sconfitto il Covid-19: in autunno ha scelto di non farlo uscire nelle librerie…
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Giallo Covid: quegli scienziati assassinati, nel mondo
Medici, scienziati e altri esperti coinvolti nella ricerca sul coronavirus (Covid-19) vengono misteriosamente rinvenuti morti in tutto il mondo, in quello che sembra essere lo sterminio di chi sa troppe cose sulla pandemia nata a Wuhan. Una delle ultime morti è stata quella di Alexander “Sasha” Kagansky, uno scienziato russo che, mentre stava lavorando allo sviluppo di un vaccino per il Covid-19, è stato brutalmente accoltellato e lanciato dalla finestra del suo appartamento al 14° piano di un edificio a San Pietroburgo. I rapporti indicano che Kagansky sia morto “in circostanze strane”, un eufemismo considerando la natura e il momento della sua scomparsa. Kagansky aveva recentemente ricevuto una sovvenzione dal governo russo per indagare sui nuovi modi per diagnosticare e curare i tumori cerebrali. Era anche un grande sostenitore di rimedi naturali, come erbe e funghi, noti per aiutare a uccidere le cellule tumorali.Un altro che è morto quest’anno in circostanze simili è stato Frank Plummer, uno scienziato canadese di fama mondiale che aveva anche lavorato a un vaccino per il Covid-19. Apparentemente, è stato ucciso da persone sconosciute. A gennaio riferimmo delle connessioni di Plummer con un gruppo di spie cinesi responsabile del furto di ceppi di coronavirus da un laboratorio canadese e del loro trasporto a Wuhan. Il professor Bing Liu dell’Università di Pittsburgh è un altro importante scienziato che quest’anno ha seguito la stessa sorte, in questo caso appena prima che potesse rendere pubblica una nuova svolta sulla natura del Covid-19. «Bing era sul punto di fare scoperte molto significative per la comprensione dei meccanismi cellulari che sono alla base dell’infezione da Sars-Cov-2 e la base cellulare delle successive complicazioni», si legge in una dichiarazione dei suoi colleghi del Dipartimento di Biologia Computazionale e dei Sistemi.Poi abbiamo Gita Ramjee, una scienziata che studiava l’Hiv, morta a causa del Covid-19 contratto mentre era in visita a Londra per tenere una conferenza sul trattamento e sulla prevenzione dell’Hiv. Al suo ritorno a Durban, secondo quanto riferito, si è sentita poco bene ed è andata in ospedale, dove è morta non molto tempo dopo. Anche un autista dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di nome Pyae Sone Win Maung, è morto a maggio, mentre trasportava campioni di coronavirus per le Nazioni Unite. Stava guidando un ben identificabile veicolo dell’Onu su cui sono stati sparati dei colpi che hanno ucciso lui e ferirono un altro passeggero. Anche Brandy Vaughan, ex responsabile delle vendite di Merck & Co. e fondatrice di LearnTheRisk.org, è stata trovata morta nella sua casa all’inizio di questo mese accanto al figlio di nove anni. La Vaughan aveva lavorato duramente per educare il pubblico sui rischi per la sicurezza costituito dai vaccini.Al rovescio della medaglia, i seguenti importanti ricercatori potrebbero essere collegati in qualche modo alle suddette morti: 1) Peter Daszak, presidente della EcoHealth Alliance, è responsabile dell’orchestrazione del mito secondo cui il Covid-19 sia un fenomeno naturale. Le e-mail ottenute da Us Right to Know rivelano che i dipendenti di EcoHealth hanno condotto un’operazione per far sì che 27 eminenti scienziati condannassero le “teorie complottiste che negano l’origine naturale del Covid-19”. EcoHealth, a proposito, è la stessa organizzazione “no profit” che ha ricevuto finanziamenti per milioni di dollari dai contribuenti statunitensi per manipolare geneticamente i coronavirus presso il Wuhan Institute of Virology. 2) Il virologo olandese Ron Fouchier è responsabile della creazione del ceppo virale più mortale al mondo. I suoi esperimenti sulle armi biologiche sono ampiamente condannati e potrebbero essere responsabili del rilascio del Covid-19. Fouchier è anche responsabile dell’isolamento del coronavirus della Sars che, contrabbandato dall’Arabia Saudita, fu inviato a Frank Plummer – morto, come accennato in precedenza, una settimana dopo che Great Game India pubblicò un rapporto sullo scandalo.(Ethan Huff, “Chi sta uccidendo gli scienziati in qualche modo legati al Covid?”, post apparso su “Natural News” e ripreso da Mitt Dolcino il 28 dicembre 2020).Medici, scienziati e altri esperti coinvolti nella ricerca sul coronavirus (Covid-19) vengono misteriosamente rinvenuti morti in tutto il mondo, in quello che sembra essere lo sterminio di chi sa troppe cose sulla pandemia nata a Wuhan. Una delle ultime morti è stata quella di Alexander “Sasha” Kagansky, uno scienziato russo che, mentre stava lavorando allo sviluppo di un vaccino per il Covid-19, è stato brutalmente accoltellato e lanciato dalla finestra del suo appartamento al 14° piano di un edificio a San Pietroburgo. I rapporti indicano che Kagansky sia morto “in circostanze strane”, un eufemismo considerando la natura e il momento della sua scomparsa. Kagansky aveva recentemente ricevuto una sovvenzione dal governo russo per indagare sui nuovi modi per diagnosticare e curare i tumori cerebrali. Era anche un grande sostenitore di rimedi naturali, come erbe e funghi, noti per aiutare a uccidere le cellule tumorali.
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Fake-2020, i bari brindano coi ladri: può davvero finire così?
Grottesco 2020: non poteva finire che con l’elezione “fake” di un presidente “fake”, dopo un anno intero di fake news terroristiche sul coronavirus? Sinistro, l’avvio del temuto anno bisestile: inaugurato con lo strano assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani, eroe della guerra contro l’Isis in Siria, ucciso da un drone mentre si trovava in un paese neutrale, l’Iraq, a condurre trattative – pare – per mettere pace tra le fazioni sciite e sunnite. Altrettanto strana la tempestiva rivendicazione dell’omicidio, da parte dell’amministrazione Trump, che proprio in Siria aveva lasciato campo libero ai russi e ai loro alleati (siriani, libanesi e, appunto, iraniani) per sgominare le bande di tagliagole prosperate in modo incontrastato sotto la presidenza Obama. Di che pasta fosse fatto, il 2020, lo si sarebbe capito poco dopo, con il famoso virus di Wuhan che ha risparmiato la Cina e inguaiato il resto del mondo, a cominciare dal bersaglio grosso: l’America di Trump. E ora si vorrebbe davvero far credere che l’opinione pubblica libera e democratica dovrebbe rassegnarsi allo spettacolo di un’America rappresentata da un presidente-burla, eletto solo grazie all’imbroglio più colossale che la storia ricordi?E’ vero, ammoniscono i più saggi: i brogli vanno provati in una sede legale. Si deve dimostrare che sono avvenuti davvero, e che sono stati determinati per derubare gli elettori. Non occorre invece dimostrare ciò che è sotto gli occhi di tutti: il web censura chiunque osi mettere in dubbio la versione ufficiale (su tutto: dalle presidenziali Usa alle notizie mediche sul Covid), mentre il maninstream media – televisioni in testa – ormai oscura apertamente il presidente Trump, ancora in carica, trattandolo come un vecchio pazzo ostinato, incapace di ammettere la sconfitta. Dall’imbarazzante fogna elettorale americana, devastata dal voto postale giustificato con la pandemia e poi “aggiustato” con gli algoritmi elettronici di Dominion, emerge una specie di anziano cadavere politico (Joe Biden, su cui grava l’accusa di trent’anni di estesa corruzione) e spunta l’ombra della donna che lo sostituirebbe: Kamala Harris, sostenuta da Obama e dai super-finanziatori di Hillary Cinton, cioè la peggiore élite di Wall Street. Ridono, le maschere del nuovo terrore sanitario, da Fauci a Bill Gates, passando per Soros e per il patron del Forum di Davos, Klaus Schwab, l’uomo che evocava la pandemia come una manna dal cielo, provvidenziale per far accettare all’umanità il famigerato Grande Reset.Funzionerà, il piano? Se si guarda l’Italia, c’è da piangere. Il Belpaese è tramortito dalla cura-Conte: vanta la peggior performance europea, in termini di vittime, e il più pesante bilancio economico, per via del disastro causato da lockdown e coprifuoco (misure che non hanno certo evitato la strage, quella almeno di cui parlano le cifre ufficiali). Italia 2020: non pervenuta. “Andrà tutto bene”, era il motto degli italioti. Ancora a gennaio, il Popolo delle Sardine (non ancora Popolo delle Mascherine) aveva individuato il demonio: Matteo Salvini, la causa di ogni male. Subito dopo, Salvini è scomparso (insieme alle Sardine) e tutti i problemi sono esplosi. I famosi pieni poteri, contestati al Cazzaro Verde? Se li è presi Conte, non eletto da nessuno: e gli italiani, zitti. Decreti deliranti: sospesa la libertà, archiviata la democrazia. Dalla prigione-Italia, messa in liquidazione e prossima a essere svenduta a peso (alla Francia, alla Germania, alla Cina) non manca chi esulta per la Fake-Election del Fake-President americano: sono gli stessi illuminati, del resto, che scalpitavano per Fake-Greta, i cui padrini (ora lo si vede) stanno predisponendo il piano super-finanziario “green”, quello vero, per il cui lancio la fanciulla svedese era stata utilizzata. Fine anno: i bari brindano coi ladri, mentre l’umanità resta in carcere. Domanda: può davvero finire così?Grottesco 2020: non poteva finire che con l’elezione “fake” di un presidente “fake”, dopo un anno intero di fake news terroristiche sul coronavirus? Sinistro, l’avvio del temuto anno bisestile: inaugurato con lo strano assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani, eroe della guerra contro l’Isis in Siria, ucciso da un drone mentre si trovava in un paese neutrale, l’Iraq, a condurre trattative – pare – per mettere pace tra le fazioni sciite e sunnite. Altrettanto strana la tempestiva rivendicazione dell’omicidio, da parte dell’amministrazione Trump, che proprio in Siria aveva lasciato campo libero ai russi e ai loro alleati (siriani, libanesi e, appunto, iraniani) per sgominare le bande di tagliagole prosperate in modo incontrastato sotto la presidenza Obama. Di che pasta fosse fatto, il 2020, lo si sarebbe capito poco dopo, con il famoso virus di Wuhan che ha risparmiato la Cina e inguaiato il resto del mondo, a cominciare dal bersaglio grosso: l’America di Trump. E ora si vorrebbe davvero far credere che l’opinione pubblica libera e democratica debba rassegnarsi allo spettacolo di un’America rappresentata da un presidente-burla, eletto solo grazie all’imbroglio più colossale che la storia ricordi?
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Covid, disastro Italia: dossier, l’Oms nel mirino dei giudici
Adesso che i riflettori puntano dritti sull’Organizzazione Mondiale della Sanità, qualche testa rischia di saltare. I fatti ormai sono tristemente noti. E non riguardano solo il mancato aggiornamento del Piano pandemico, fattore che ha sicuramente contribuito ad affrontare in modo caotico la pandemia lo scorso marzo e ha portato a livelli di mortalità impressionanti, ma anche (e soprattutto) il rapporto che la divisione europea dell’ente ha redatto sulla risposta dell’italia alla pandemia. Risposta che Francesco Zambon, coordinatore degli autori del documento pubblicato l’11 maggio e fatto sparire nel giro di poche ore, definisce «caotica» e «improvvisata». Cosa è successo in quelle settimane? Nessuno lo vuole dire. Le versioni sono tante e non combaciano. E quando i pm di Bergamo hanno provato a vederci chiaro, ecco che l’Oms ha silenziato la verità obbligando i ricercatori a usare l’immunità. Non solo. Nelle ultime ore, secondo quanto apprende l’agenzia “LaPresse” da fonti vicine al dossier, il responsabile europeo, Hans Henri Klug, sarebbe pronto a ritirare le deleghe all’attuale vice presidente della sezione europea, Ranieri Guerra. Sin dall’inizio, come ricostruito nel “Libro nero del coronavirus”, l’Organizzazione mondiale della sanità non ha fatto altro che fare passi falsi nella gestione del coronavirus.C’è il tweet del 14 gennaio in cui nega la trasmissione del virus da uomo a uomo. Ci sono le inesattezze contenute nel report redatto dopo aver mandato i propri delegati a Wuhan per capire contro quale nemico avevamo iniziato a combattere. Ci sono pacchi di documenti sull’uso delle mascherine che non hanno fatto altro che creare malintesi e imbarazzi. E poi ci sono le ombre che, come già anticipato nei giorni scorsi dal “Giornale.it”, hanno portato i nomi dei vertici di Ginevra a finire non solo sul tavolo dei magistrati bergamaschi, ma anche su quello di altre procure del Belpaese. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbe il rapporto intitolato “Una sfida senza precedenti: la prima risposta al Covid-19″. A incuriosire inizialmente era stata la frettolosa cancellazione dal sito dell’Oms dopo essere stato messo online solo poche ore prima. Il perché di questo passo indietro potrebbe essere spiegato da alcuni passaggi scottanti. Tra questi il mancato aggiornamento del “piano pandemico”. Nonostante le normative europee ed internazionali, l’Italia si è trovata ad affrontare la pandemia con linee guida vecchie che risalivano a quattordici anni fa. Per vederci chiaro lo scorso 5 novembre ha convocato Guerra per una audizione. Il direttore aggiunto dell’Oms si è presentato davanti ai pm, ma “a titolo personale”. Questa presa di posizione ha probabilmente iniziato a far sgretolare il muro di silenzi che si è costruito attorno al palazzo di Ginevra.Tra le accuse che gli vengono mosse c’è anche quella di aver fatto pressioni per cancellare il rapporto. A inchiodarlo ci sarebbero anche delle mail che “Report” ha reso pubbliche e su cui ora balla una querela. «Se anche l’Oms si mette in veste critica non concordata con la sensibilità politica del ministro che è certo superiore alla mia non credo che facciamo un buon servizio al paese», avrebbe scritto. «Ricordati che hanno appena dato 10 milioni di contributo volontario sulla fiducia e come segno di riconoscenza per quanto fatto finora, dopo sei anni di zero». Cosa c’è davvero dietro al rapporto censurato? Cosa ha spinto l’Oms a “spubblicarlo” in fretta e furia? Il ministro della salute Roberto Speranza ne era davvero a conoscenza? Ma soprattutto: perché non è mai stato aggiornato il piano pandemico? Se lo avessero fatto si sarebbe evitata l’ecatombe dello scorso marzo? Molto probabilmente sono queste le domande che i pm di Bergamo avrebbero voluto fare agli undici ricercatori dell’European Office for Investment for Health and Development di Venezia per vederci chiaro. Ma nei giorni scorsi i vertici di Ginevra hanno invocato l’immunità diplomatica, impedendo loro di presentarsi di fronte ai magistrati guidati dal procuratore Antonio Chiappani.«Ho ricevuto pressioni e minacce di licenziamento affinché modificassi il rapporto e scrivessi che il Piano pandemico risale al 2016 e non al 2006, come invece è». Zambon, che coordina la sede veneziana che ha redatto il documento, non si fa troppi problemi a dirlo. E probabilmente lo avrebbe anche detto davanti ai pm di Bergamo che lo hanno già convocato almeno tre volte (l’ultima il 10 dicembre). Il problema è che i vertici dell’Oms non glielo lasciano fare. Nelle scorse ore è intervenuta anche la Farnesina. Sabato scorso, secondo quanto anticipato da Massimo Giletti a “Non è l’Arena”, infatti, il ministro degli esteri Luigi Di Maio avrebbe chiesto all’Organizzazione Mondiale della Sanità di «considerare la possibilità di permettere a funzionari ed esperti di acconsentire alla richiesta del procuratore di essere sentiti come persone informate sui fatti». A Ginevra, però, la procedura non ha sortito grandi effetti. E se da una parte l’Oms ha assicurato che il documento è stato rimosso dopo che «sono state riscontrate inesattezze fattuali» e che l’obiettivo era di «di correggere gli errori e ripubblicarlo», dall’altra ha già preso i primi provvedimenti facendo saltare l’incarico a Guerra che, oltre a lavorare per l’organizzazione, fa anche parte del Comitato Tecnico-Scientifico ed è, quindi, a stretto contatto con il ministero della salute.(Andrea Indini, “Un terremoto ora investe l’Oms, l’uomo del Cts rischia di saltare”, dal “Giornale” del 14 dicembre 2020).Adesso che i riflettori puntano dritti sull’Organizzazione Mondiale della Sanità, qualche testa rischia di saltare. I fatti ormai sono tristemente noti. E non riguardano solo il mancato aggiornamento del Piano pandemico, fattore che ha sicuramente contribuito ad affrontare in modo caotico la pandemia lo scorso marzo e ha portato a livelli di mortalità impressionanti, ma anche (e soprattutto) il rapporto che la divisione europea dell’ente ha redatto sulla risposta dell’italia alla pandemia. Risposta che Francesco Zambon, coordinatore degli autori del documento pubblicato l’11 maggio e fatto sparire nel giro di poche ore, definisce «caotica» e «improvvisata». Cosa è successo in quelle settimane? Nessuno lo vuole dire. Le versioni sono tante e non combaciano. E quando i pm di Bergamo hanno provato a vederci chiaro, ecco che l’Oms ha silenziato la verità obbligando i ricercatori a usare l’immunità. Non solo. Nelle ultime ore, secondo quanto apprende l’agenzia “LaPresse” da fonti vicine al dossier, il responsabile europeo, Hans Henri Klug, sarebbe pronto a ritirare le deleghe all’attuale vice presidente della sezione europea, Ranieri Guerra. Sin dall’inizio, come ricostruito nel “Libro nero del coronavirus”, l’Organizzazione mondiale della sanità non ha fatto altro che fare passi falsi nella gestione del coronavirus.