Archivio del Tag ‘welfare’
-
Contro il nazismo finanziario un nuovo software: l’umanità
Ottobre 2011. La lotta contro la dittatura finanziaria sta esplodendo. I cosiddetti mercati finanziari e i loro cinici servitori stanno distruggendo i fondamenti stessi della civiltà sociale. L’eredità del compromesso postmoderno tra classe operaia e borghesia progressista è stracciata. Le politiche neoliberiste stanno tagliando educazione e sistema pubblico della sanità e cancellando il diritto al salario e alla pensione. Il risultato sarà impoverimento di vasti settori della popolazione, crescente precarietà delle condizioni di lavoro e quotidiana umiliazione dei lavoratori. L’effetto successivo sarà la violenza, perché la gente cercherà capri espiatori per la sua rabbia impotente. Pulizia etnica, guerra civile, cancellazione della democrazia. Questo sistema è nazismo finanziario: Finazismo.
-
O la borsa o la vita: anche i ricchi ora devono pagare
Si attribuisce a Paul Valéry, saggista e poeta francese, il detto: «Un autore scrive sempre lo stesso libro». In fondo, anche gli editoriali di Nigrizia degli ultimi decenni incarnano spesso la stessa denuncia: l’intollerabilità delle diseguaglianze sociali; lo sfruttamento sociale diventato sistema; un impianto capitalistico che impoverisce sempre di più i già poveri e che arricchisce i già ricchi (persone o paesi); l’ossessione patologica della crescita e del profitto; una cultura che ha assunto il denaro come unico valore di relazione e di organizzazione sociale; l’egoismo che prevale sulla solidarietà e l’io sul noi.
-
Militarizzare Chiomonte, altro che “Padroni a casa nostra”
Apprendiamo oggi dal quotidiano “La Stampa” di Torino che il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota sarebbe pronto a richiedere la militarizzazione di Chiomonte per rendere sicuri i “cantieri” applicando la targhetta di “sito di interesse strategico” alle recinzioni. Pare infatti che le dichiarazioni strappate dai media al commissario europeo Brinkhorst in merito ai recenti sviluppi del progetto Tav Torino-Lione (“non si torna più indietro, sono contento degli sviluppi”, etc) abbiano creato quel tipico clima di ottimismo ed euforia che ha portato il fiero leghista Cota a proporre nuovamente la militarizzazione. Per iniziare ad essere chiari, non è che la situazione attuale sia diversa da un campo militare con filo spinato reti, centinaia di uomini in mimetica e reti alte oltre tre metri.
-
Debito illegale, Napolitano deve difendere noi innocenti
«Il presidente della Repubblica è d’accordo con Draghi e Trichet, cioè non parla a nome del popolo che rappresenta». Parola di Giulietto Chiesa, che attacca direttamente il Quirinale: «Tutte le proposte sul campo sono drammatiche, ma quelle che ci propongono loro sono peggio di ogni altra soluzione tra le non molte possibili». Berlusconi sta chiaramente affondando e «i topi si stanno preparando ad abbandonare la nave»; salutata la fine del Cavaliere, il vero problema si aprirà un minuto dopo: chi prenderà il timone del vascello alla deriva? «Sempre gli stessi, i veri responsabili della voragine del debito creato da loro, e che vorrebbero far pagare a noi: i super-ricchi, gli evasori sempre impuniti, i cartelli criminali e le banche che hanno riciclato il fiume di denaro sporco. Questo è un debito illegale».
-
Lucrano sulla nostra rovina? E’ omicidio, vanno puniti
Gente che guadagna un miliardo in un’ora… e negli ospedali greci mancano le medicine. Scommettere sul crollo conviene. A scuola non ti spiegano come funziona la finanza. Se lo facessero avremmo già le barricate per strada. Se la gente sapesse come funziona il sistema comprenderebbe anche che è naturalmente indirizzato a creare crolli economici, semplicemente perché quando si scatena il caos e la bancarotta gli speculatori guadagnano di più. E’ una caratteristica fisiologica del sistema. E’ più facile scatenare una crisi di panico che una crisi di ottimismo. Questo è essenzialmente il motivo per il quale la finanza mondiale è nello sterco fino al collo.
-
Noi valsusini non accetteremo mai il tabù dell’inutile Tav
Affronto per l’ennesima volta l’argomento più tabù degli ultimi vent’anni: la Tav. Anzi, mi correggo, non è la Tav ad essere tabù, ma è la predisposizione nazionale all’occultamento di tutte le motivazioni contrarie e soprattutto dei circonstanziati dati e delle precise argomentazioni che ne sconsigliano la costruzione a renderlo tale. L’argomento Tav deve rimanere circoscritto alla violenza di qualche testa calda amplificato, inoltre, dal ritrovamento di improbabili “catapulte” e ordigni atti al danneggiamento di persone o cose, anche se negli ultimi giorni il rastrellamento dei gendarmi nei boschi di Chiomonte si limita a qualche sacchetto di castagne fraudolentemente sottratte ai proprietari.
-
Wells: attenti, sarà il Pd a finire il lavoro di Berlusconi
C’è una crescente opposizione popolare in Italia alle politiche di austerità in corso di attuazione da parte del primo ministro Silvio Berlusconi. La recente manovra da 54 miliardi di euro è parte di un programma pluriennale di tagli alla spesa sociale e aumento di tasse regressive. L’attacco contro la classe lavoratrice è stato implementato sia dall’attuale governo di centrodestra di Berlusconi, così come dal precedente governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi. Nemmeno approvato il provvedimento, che l’élite finanziaria ed industriale ha subito iniziato a fare progetti per il prossimo attacco. Il “Wall Street Journal” ha subito sottolineato che la misura era insufficiente. «Gli economisti temono che la proporzione del debito pubblico resterà elevata», ha scritto.
-
No ai diktat della Bce, serve un referendum sull’Europa
La lettera della Bce pubblicata dal Corriere della Sera è davvero illuminante perché, oltre ai contenuti economici e sociali, pone un grande problema di democrazia. Va sgombrato innanzitutto il campo da una tentazione: siccome la lettera “commissaria” un governo impresentabile, come quello Berlusconi – il peggior governo della storia repubblicana – allora vuol dire che hanno ragione i tecnocrati europei, in questo caso Trichet e Draghi, che non si limitano più a dare lezioni all’Italia ma impartiscono veri e propri diktat. La lettera, invece, è paradossalmente peggiore della manovra economica, pure durissima, approvata ad agosto dal governo. Il quale, ovviamente, ha fatto di tutto per obbedire alla Bce ma ha pure dovuto tenere conto del proprio elettorato.
-
Ribelliamoci, o ci faranno fare la stessa fine della Grecia
L’Italia è già avviata verso lo stesso fallimento della Grecia e le misure “lacrime e sangue” prescritte dalla Bce non potranno certo salvarla, né peraltro hanno questo obiettivo: come per la Grecia, Draghi e Trichet mirano solo a tutelare i creditori bancari, preparandosi alla confisca dei beni comuni che gli italiani – col referendum di giugno – hanno dichiarato di voler invece difendere, perché sono l’ultimo baluardo della loro sovranità pubblica. Lo afferma senza mezzi termini il sociologo Guido Viale: non è vero che l’Italia è senza governo, un governo c’è eccome – solo che è straniero. E a salvare il paese non sarà certo il prossimo esecutivo, «quello che si sta allenando a bordo campo con la benedizione di Confindustria», la stessa «che ha coccolato per 17 anni Berlusconi dimostrando – tra l’altro – di essere un allenatore da strapazzo».
-
Bruxelles sbaglia tutto: così non ci salveremo mai
Serve un’alternativa radicale, o l’Europa intera fallirà: finora l’Unione Europea, la Bce e il Fondo Monetario Internazionale hanno sbagliato tutto, e il nuovo piano di salvataggio per la Grecia e gli altri paesi in difficoltà, tra cui l’Italia – il colossale Fondo Europeo di Stabilità da 2.000 miliardi di euro – andrà incontro alla stessa sorte. «La situazione è sconfortante», afferma l’economista inglese James Meadway: «L’Ue, il Fmi e la Bce sembrano incapaci di offrire nient’altro che le stesse ricette dimostratamente fallimentari». Eppure un’effettiva risposta alla crisi è necessaria: per la Grecia questa risposta sarà il default, ma «la società greca non deve fungere da capro espiatorio per il fallimento del sistema finanziario europeo».
-
Siamo in crisi, e questi politici non servono più a niente
Stefano Fassina prova a contestare la lettera con cui la Bce impone all’Italia l’euro-gogna del debito, ma Enrico Letta lo corregge spiegando che non si può essere «europeisti a intermittenza», proprio mentre Arturo Parisi mette in croce Bersani per non aver mosso un dito sulla raccolta firme per il referendum che restituirebbe agli italiani almeno una legge elettorale decente. Foto di famiglia con rovine: e questa sarebbe l’opposizione destinata a mandare a casa il Cavaliere, sostituendolo al governo di non si sa più bene cosa – sicuramente un paese precarizzato e impoverito, spaventato, commissariato dai banchieri mondiali nonché ostaggio di miliardari-filosofi travestiti da salvatori della patria, oracoli della “crescita” e tagliatori di teste come Marchionne.
-
Debito, Giulietto Chiesa: non deciderete contro di noi
Il 15 ottobre ci sarà a Roma una grande manifestazione contro il debito che strozza l’Europa e il mondo intero. La parola d’ordine è “non paghiamo il debito”. Io ci sarò, spero che siate in tanti. Sarà una manifestazione europea. Ci faremo compagnia in tutto il continente. La mia proposta di parola d’ordine – che spero sia condivisa da tanti – è: “Non deciderete contro di noi”. Perché il 15 ottobre è una dichiarazione d’intenti per il futuro. Cominciamo e non smetteremo fino a che non avremo ottenuto quello che chiediamo. Se saremo in tanti e saremo decisi, potremo vincere.