Archivio del Tag ‘vittime’
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Noi, lo zoo degli zombie e l’assedio della mediocrità
Ti guardi attorno, e vedi quasi solo mediocrità. Cialtroneria, mancanza di rispetto, ignoranza. L’amore per il lavoro libero, fatto bene: è roba in via di estinzione. Il piacere del lavoro ben fatto, lo chiamava Primo Levi. Tutto è fatica mentale: scostarsi dal binario, aggregare anime affini. Fatica sterminata. Psicologica, prima ancora che politica. Paure, dipendenze, pigrizia. Siamo stati rincoglioniti con sapienza, con metodo. Letterati, filosofi, poeti e teologi si occupano di parole come valori, dignità. Uno zoo di addetti ai lavori. Lo siamo tutti, addetti ai lavori. Siamo noi, lo zoo. E tuttavia: trovo la mediocrità infallibilmente offensiva. C’è una sciatteria universale fatta di imprecisione, intempestività, approssimazione. La banale, semplice puntualità è stata derubricata. Le parole viaggiano velocissime, ma non contengono quasi più niente.
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Barnard: bugiardi, al lavoro noi italiani siamo i migliori
Vi raccontano balle, e con quelle vi convincono a flagellarvi, a sputare sangue, ad accettare l’agonia delle Austerità. Chi siamo noi lavoratori italiani? Ma certo! Siamo dei brocchi, bamboccioni, sfaccendati, sempre in malattia, arretrati, passacarte incollati alla macchinetta del caffè in corridoio. Quindi l’Italia non è competitiva, quindi siamo i ‘Maiali’ d’Europa (Piigs), quindi è colpa nostra, quindi le frustate di Monti e Fornero sono salvifiche, ce le meritiamo, zitti, capo chino. E zitti stiamo, mentre ci massacrano i redditi e la sicurezza del lavoro, mentre ci spremono come limoni perché siamo dei ciabattari al lavoro, eh? Vero? No! Falso! Falso, Giannino, ignorante. Falso, Polito, ignorante. Falso, Alesina, Zingales, Giavazzi, Boldrin, Monti, Grilli, Fornero, truffatori bugiardi e criminali, voi e i vostri paggi.
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Bomba-tsunami: già testata, al largo della Nuova Zelanda
Gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda hanno condotto test segreti su una “bomba tsunami” progettata per distruggere le città costiere utilizzando esplosioni sottomarine per innescare enormi onde di marea. I test furono effettuati nelle acque circostanti la Nuova Caledonia e Auckland durante la seconda guerra mondiale e dimostrarono che l’arma era fattibile e che una serie di dieci grandi esplosioni in mare darebbero potenzialmente origine a uno tsunami alto dieci metri in grado di inondare una piccola città. L’operazione top secret, nome in codice “Progetto Seal”, servì a testare questo dispositivo da fine del mondo come un possibile rivale della bomba nucleare. Circa 3.700 bombe sono state esplose durante gli esperimenti, dapprima in Nuova Caledonia e poi nella penisola di Whangaparaoa, vicino a Auckland. I piani sono venuti alla luce nel corso della ricerca di un autore e regista neozelandese, Ray Waru, che ha esaminato i documenti militari sepolti negli archivi nazionali.
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La stampa internazionale: così Monti ha sfasciato l’Italia
A tutti si concede la frase: «Ha fatto almeno questo». L’onore delle armi. Anche il critico più feroce riconosce alla sua vittima un piccolo, insignificante merito. Mussolini ha almeno prosciugato le paludi pontine. Nerone ha almeno costruito la Domus Aurea. Brunetta almeno conosce la ricetta originale della pasta e fagioli. Berlusconi ha almeno evitato il carcere. Fassino aveva almeno una banca, D’Alema ha almeno una barca. Scalfari ha almeno scassato i cosiddetti per quarant’anni filati con i suoi editoriali. Mastella ha almeno una piscina a forma di cozza. Tutti hanno un almeno, anche i più sfigati. Un “almeno” nel proprio curriculum serve per evitare la “damnatio memoriae”, la cancellazione dalla memoria collettiva e la distruzione di ogni traccia che possa essere tramandata ai posteri.Mi sono chiesto quale fosse l’almeno di Rigor Montis, il dimissionario extraparlamentare. Ho pensato allo spread, il suo unico alibi governativo, ma lo spread non si è turbato più che tanto dalla sua prossima dipartita e neppure i titoli di Stato che anzi chiudono in rialzo. Certo, lo ammetto, sono leggermente prevenuto dopo una débacle degna di Caporetto, con disoccupazione, debito, tassazione alle stelle e aziende che muoiono come le mosche d’inverno e il Pil che sprofonda. Ho pensato quindi che l’almeno di Monti fosse la sua reputazione internazionale, nessuno è profeta in patria. Vederlo abbracciato spesso alla Merkel e a Hollande come a due salvagenti personali era più che un indizio di almeno. Ho letto per conferma il “Financial Times”, a firma Wolfgang Munchau: «L’anno di Monti è stato una bolla, buona per gli investitori finché è durata. E probabilmente gli italiani e gli investitori stranieri non ci metteranno molto a capire che ben poco è cambiato nel corso dell’ultimo anno, ad eccezione che l’economia è caduta in una profonda depressione. Due cose devono essere sistemate in Italia: la prima è invertire immediatamente l’austerità, in sostanza smantellare il lavoro di Monti, e la seconda è scendere in campo contro Angela Merkel».Forse il “Ft” è di parte, troppo di sinistra. Ho dato una scorsa al “New York Times”, un articolo di Paul Krugman: «Tecnocrati “responsabili” costringono le nazioni ad accettare la medicina amara dell’austerità; l’ultimo caso è l’Italia, dove Monti lascia in anticipo, fondamentalmente per aver portato l’Italia in depressione economica». Il “Nyt” deve essere comunista. Sono passato a sfogliare il “Daily Telegraph”: «Monti ha portato l’inasprimento fiscale al 3,2% del Pil quest’anno: tre volte la dose terapeutica. Non vi è alcuna ragione economica per farlo. L’Italia ha avuto infatti un budget vicino al saldo primario nel corso degli ultimi sei anni». Maoista! Forse però un almeno lo ha anche Monti. Almeno si toglie dalle balle. Ci vediamo in Parlamento. O fuori o dentro. Sarà un piacere.(Beppe Grillo, “Ha fallo almeno questo”, dal blog di Grillo del 13 dicembre 2012).A tutti si concede la frase: «Ha fatto almeno questo». L’onore delle armi. Anche il critico più feroce riconosce alla sua vittima un piccolo, insignificante merito. Mussolini ha almeno prosciugato le paludi pontine. Nerone ha almeno costruito la Domus Aurea. Brunetta almeno conosce la ricetta originale della pasta e fagioli. Berlusconi ha almeno evitato il carcere. Fassino aveva almeno una banca, D’Alema ha almeno una barca. Scalfari ha almeno scassato i cosiddetti per quarant’anni filati con i suoi editoriali. Mastella ha almeno una piscina a forma di cozza. Tutti hanno un almeno, anche i più sfigati. Un “almeno” nel proprio curriculum serve per evitare la “damnatio memoriae”, la cancellazione dalla memoria collettiva e la distruzione di ogni traccia che possa essere tramandata ai posteri.
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Il buono, il brutto e il cattivo: già visto, ma il buono dov’è?
Il buono, il brutto e il cattivo: massima semplificazione, spaghetti-western. Solo che, nello spettacolo politico, manca sempre uno dei tre: il buono. Abbondano invece i brutti e cattivi, perfetti per rubare la scena – tra lanci di monetine e girotondi – proprio mentre nel backstage, lontano dai riflettori, si consuma qualcosa di decisivo e irrimediabile, orchestrato con sapienza da altri attori, sicuramente meno brutti ma molto più cattivi. Corsi e ricorsi: prima Craxi, poi Berlusconi. Stessa sacrosanta indignazione popolare. E, nel retroscena, il piano: vent’anni fa gli accordi storici per l’avvento dell’euro-capestro a condizioni di sfavore, e dopo due decenni l’attuazione definitiva dello smantellamento dello Stato democratico moderno, il sanguinoso “massacro sociale” – senza precedenti, dal dopoguerra – con la subdola scusa dello spread, pilotato dagli stessi grandi registi del film.
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Giulietto Chiesa: una tempesta li spazzerà via tutti
Isabella Viola, una giovane madre di quattro figli, è morta stroncata dalla fatica su una panchina della metropolitana di Roma. Volevo ricordarla, perché credo che questa morte sia un segnale, un grande segnale molto forte. Un campanello d’allarme, che ci dice che sta arrivando la tempesta. Comincio a pensare che sia necessaria, una tempesta, per scrollarci di dosso l’apatia che troppi di noi continuano ad avere. Guardavo, nei giorni scorsi, le facce – un po’ ebeti, per la verità – di quelli che sono andati a votare per le primarie del Partito democratico. Erano contenti, probabilmente, tutti presi dall’idea di partecipare a una specie di rito democratico. E invece, era soltanto un rito: niente di più e niente di meno. Non è colpa loro, sono abitanti di Matrix. Loro non sanno. Erano tre milioni, pare, gli abitanti di Matrix che sono andati a votare per le primarie, ma in realtà sappiamo che sono molti di più, purtroppo per noi.
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Vergogna Ilva: quanti morti, ancora, per salvare lo spread?
Il decreto del governo salva-Riva ha ottenuto un consenso di unità nazionale, compresi Camusso e Landini. Vediamo prima di tutto il fatto. All’Ilva è in corso d’opera un grave reato contro la salute dei cittadini e dei lavoratori: la magistratura interviene per fermarlo e il governo interviene per fermare la magistratura. Questa la sostanza giuridica del decreto di cui speriamo la Corte Costituzionale rilevi la palese incostituzionalità: in un paese in cui tutta la classe politica si riempie la bocca delle parole “regole” e “legalità”, un decreto come questo si iscrive alla più pura tradizione berlusconiana di cambiare la legge per fermarne l’applicazione quando sono colpiti interessi potenti. In questo caso si giustifica l’atto affermando che gli interessi in campo non sono quelli del padrone, ma dei lavoratori che rischiano il posto e del paese che rischia di perdere una azienda strategica. Naturalmente si afferma che la salute viene comunque salvaguardata e che quindi conflitto non c’è con l’iniziativa della magistratura, che viene invitata a “capire”.
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Grillo: primarie-truffa, prigioniere dell’agenda Monti
Quattro milioni di italiani alle urne, per scegliere tra Mario Monti e Mario Monti. Risultato apparente: Bersani davanti a Renzi, ballottaggio, voti di riserva (pro Bersani) dai supporter di Vendola, dell’outsider Laura Puppato e dell’intramontabile Tabacci. Ma, dietro al sipario, la scelta non esiste: il futuro dell’Italia, per il centrosinistra e i suoi candidati, si chiama “agenda Monti”. Lo sottolinea Beppe Grillo, che entra “a gamba tesa” nello show mediatico del Pd, pur supportato – e questa è la notizia – da milioni di italiani che ancora ripongono fiducia nei pallidi eredi del Pci, rassegnati al dominio di Bruxelles sulle macerie della politica italiana. «Le secondarie, terziarie, nullarie del pdmenoelle di questa domenica di novembre 2012, data che verrà ricordata come l’ennesimo giorno dei morti della Seconda Repubblica – scrive Grillo nel suo blog – sono una rappresentazione senza contenuti, un’autocelebrazione di comparse, un grottesco viaggio nella pazzia, come nell’opera satirica medioevale “La nave dei folli”».
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Gaza era solo un test: e Hamas ha allontanato la guerra
Finora, gli israeliani hanno “scherzato”: 175 morti e 1.400 feriti, in otto giorni di raid missilistici su Gaza, sono il bilancio di un semplice test per la guerra vera, quella contro l’Iran. La pioggia di missili sui civili palestinesi? Non è stata una rappresaglia, ma un piano calcolato: lo Stato ebraico voleva essere colpito dai razzi di Hamas, per poi poter “rispondere al fuoco” e, soprattutto, valutare l’efficacia del suo nuovo sistema anti-missile. Proprio per questo motivo, lo scontro non è cominciato a Gaza, ma nel cuore dell’Africa, in Sudan: dove – giorni prima – quattro cacciabombardieri israeliani avrebbero distrutto un deposito di missili a medio raggio “Fajr”, di fabbricazione iraniana, destinati ad Hamas. La denuncia proviene dallo stesso governo sudanese, ed è stata poi confermata da fonti ufficiose americane e di Gerusalemme. Obiettivo dei militari israeliani: testare, sulla pelle dei palestinesi, le nuove armi puntate contro l’Iran e le proprie capacità di difesa. Risultato, Israele non è intoccabile: dunque i razzi di Hamas hanno ritardato la “grande guerra”?
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Greenpeace: il veleno è di moda, “tossici” due capi su tre
Tessuti e capi firmati devastano l’ambiente, ma anche la salute: in due casi su tre, sono fonte addirittura di tumori e di serie anomalie al sistema ormonale. Parola di Greenpeace. «Siamo ormai in un mondo di “fashion victim”? Decisamente sì, e non solo nel senso di persone che seguono acriticamente le mode del momento», scrive Andrea Bertaglio sul “Fatto Quotidiano”. L’ultimo rapporto dell’associazione ecologista internazionale lo conferma: l’industria tessile provoca guasti gravissimi all’ambiente. Ma la novità vera è un’altra: l’abbigliamento può minacciare il benessere fisico delle persone, come rivelano le analisi chimiche eseguite su decine di prodotti dei marchi più importanti del pianeta. Sostanze tossiche e nocive, rivela Greenpeace, sono presenti in oltre il 60% dei capi: i 20 principali brand di moda vendono indumenti contaminati da sostanze pericolose per il sistema endocrino e, se rilasciate nell’ambiente, possono diventare cancerogene.
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“Israele peggio di Hitler”, e Repubblica oscura Odifreddi
Piergiorgio Odifreddi getta la spugna: “Repubblica” gli ha oscurato il blog. Motivo: di fronte all’ennesima strage di innocenti a Gaza, ha osato paragonare il potere militare israeliano a quello di Hitler. “Dieci volte peggio dei nazisti”, era il titolo del post firmato il 19 novembre, che il quotidiano di Ezio Mauro, Eugenio Scalfari e Carlo De Benedetti ha censurato. «Sul quotidiano israeliano “Haaretz” – protesta Pino Cabras su “Megachip” – possiamo trovare articoli estremamente critici verso i crimini della classe dirigente di Israele», mentre su “Repubblica” «non si può». Questo, aggiunge Cabras, perché «“Repubblica” non è la nostra “Haaretz”, ma la nostra “Pravda”». Cancellare un post non è di per sé un grande problema, ironizza Odifreddi, soprattutto se poi il web mette in piazza il suo scomodo contenuto. Per di più, aggiunge l’insigne matematico italiano, a criticare Israele sono personalità autorevolissime, da José Saramago e Noam Chomsky, nonché «molti cittadini israeliani democratici che non approvano la politica del loro governo».
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Orsini: troppo potere alle banche, ricatti a tassi da usura
Quando parliamo di usura bancaria qualcuno mi chiede: ma come fanno le banche a applicare i tassi usurari? Perché le banche, sull’assunto che alcune circolari della Banca d’Italia le hanno indotte in errore, non hanno mai conteggiato – nel costo del denaro – le commissioni di massimo scoperto. Quindi, applicando gli interessi, sono sempre qualche centesimo di percentuale sotto al tasso soglia, quello applicato trimestralmente sulla Gazzetta Ufficiale. Poi lo hanno superato, naturalmente, aggiungendo le commissioni e le spese non dovute, che superano di gran lunga i tassi di soglia e che diventano tasso da usuraio. Vorrei parlare dei tanti privilegi delle banche, perché – oltre ad applicare l’usura – le banche detengono privilegi immensi. Tra questi ne voglio indicare due: la possibilità, solo per esse, di segnalare alla Centrale Rischi – in modo discrezionale, unilaterale – il cattivo pagatore o il presunto debitore.