Archivio del Tag ‘vittime’
-
Militari, nuovo avviso a Macron: guerra civile alle porte
Signor Presidente della Repubblica, Signore e Signori, Ministri, Membri del Parlamento, Ufficiali Generali, dei vostri gradi e qualità, Non cantiamo più la settima strofa della Marsigliese, conosciuta come la «strofa dei bambini». Eppure è ricca di lezioni. Lasciamo che sia essa a prodigarle su di noi: «Entreremo nella carriera quando i nostri anziani non saranno più lì. Là troveremo la loro ceneri e il segno delle loro virtù. Molto meno gelosi di sopravvivere a loro che di condividere la loro bara, avremo il sublime orgoglio di vendicarli o seguirli». I nostri anziani sono combattenti che meritano di essere rispettati. Questi sono ad esempio i vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane. Sono queste migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti.Queste persone che hanno combattuto contro tutti i nemici della Francia, le avete trattate come faziose quando la loro unica colpa è amare il loro Paese e piangere la sua caduta visibile. In queste condizioni spetta a noi, da poco entrati in carriera, entrare nell’arena semplicemente per avere l’onore di dire la verità. Veniamo da quella che i giornali hanno chiamato «la generazione del fuoco». Uomini e donne, soldati attivi, di tutti gli eserciti e di tutti i ranghi, di tutte le sensibilità, amiamo il nostro Paese. Queste sono le nostre uniche pretese di fama. E se non possiamo, per legge, esprimerci a faccia scoperta, è altrettanto impossibile per noi tacere. Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana o altrove, molti di noi hanno subito il fuoco nemico. Alcuni lì hanno lasciato dei compagni. Hanno offerto la loro pelle per distruggere l’islamismo a cui state facendo concessioni sul nostro suolo. Quasi tutti noi abbiamo conosciuto l’operazione Sentinel. Abbiamo visto con i nostri occhi le periferie abbandonate, gli alloggi con la delinquenza. Abbiamo subito i tentativi di strumentalizzare diverse comunità religiose, per le quali la Francia non significa nulla, nient’altro che un oggetto di sarcasmo, disprezzo o persino odio.Abbiamo marciato il 14 luglio. E questa folla benevola e diversificata, che ci ha acclamati perché ne siamo l’emanazione, ci è stato chiesto di guardarla per mesi, vietandoci di circolare in divisa, rendendoci potenziali vittime, su un suolo che siamo comunque capaci di difendere. Sì, i nostri anziani hanno ragione sulla sostanza del loro testo, nella sua interezza. Vediamo la violenza nelle nostre città e nei nostri villaggi. Vediamo il comunitarismo prendere piede nello spazio pubblico, nel dibattito pubblico. Vediamo l’odio per la Francia e la sua storia diventare la norma. Potrebbe non essere compito dei militari dirlo, sosterrete. Al contrario: poiché siamo apolitici nelle nostre valutazioni della situazione, è un’osservazione professionale quella che forniamo. Perché questa decadenza, la abbiamo vista in molti Paesi in crisi. Precede il crollo. Annuncia caos e violenza e, contrariamente a quanto voi affermate qua e là, questo caos e questa violenza non verranno da un «pronunciamento militare» ma da un’insurrezione civile.Per cavillare sulla forma dell’appello dei nostri anziani invece di riconoscere l’ovvietà delle loro scoperte, bisogna essere piuttosto codardi. Per invocare un dovere di riservatezza mal interpretato al fine di mettere a tacere i cittadini francesi, bisogna essere molto ingannevoli. Per incoraggiare i principali ufficiali dell’esercito a prendere posizione ed esporsi, prima di sanzionarli ferocemente non appena scrivono qualcosa di diverso dalle storie di battaglia, devi essere molto perverso. Codardia, inganno, perversione: questa non è la nostra visione della gerarchia. Al contrario, l’esercito è, per eccellenza, il luogo in cui ci parliamo sinceramente perché impegniamo la nostra vita. È questa fiducia nell’istituzione militare che chiediamo. Sì, se scoppia una guerra civile, l’esercito manterrà l’ordine sul proprio territorio, perché gli verrà chiesto di farlo. È anche la definizione di guerra civile. Nessuno può desiderare una situazione così terribile, i nostri anziani non più di noi, ma sì, ancora una volta, la guerra civile si sta preparando in Francia e lo sapete perfettamente.Il grido di allarme dei nostri Anziani si riferisce infine a echi più lontani. I nostri anziani sono i combattenti della resistenza del 1940, che persone come voi molto spesso trattavano come faziosi, e che continuarono la lotta mentre i legalisti, paralizzati dalla paura, scommettevano già sulle concessioni con il male per limitare i danni; sono i “pelosi” [soprannome dato ai soldati francesi durante la Grande Guerra, ndr] di 14 anni, morti per pochi metri di terra, mentre voi abbandonate, senza reagire, interi quartieri del nostro Paese alla legge del più forte; sono tutti i morti, celebri o anonimi, caduti al fronte o dopo una vita di servizio. Tutti i nostri anziani, coloro che hanno reso il nostro Paese quello che è, che ne hanno disegnato il territorio, ne hanno difeso la cultura, hanno dato o ricevuto ordini nella sua lingua, hanno combattuto affinché voi lasciaste che la Francia diventasse uno Stato fallito, che sostituisce la sua impotenza regale sempre più evidente con una brutale tirannia contro quelli che tra i suoi servi che vogliono ancora avvertirlo? Agite, signore e signori. Questa volta non si tratta di emozioni personalizzate, formule già pronte o copertura mediatica. Non si tratta di estendere i propri mandati o conquistarne di nuovi. Riguarda la sopravvivenza del nostro Paese, del vostro Paese.(Testo diffuso dai militari francesi e ripreso l’11 maggio 2021 da “Renovatio 21″. «Da qualche giorno correva la voce che un nuovo appello dei militari francesi sarebbe apparso sulla scena», scrive il sito. «Stavolta però, a differenza del precedente, non sarebbe stato firmato da ufficiali in pensione, ma da soldati attivi». Il testo pubblicato da “Renovatio 21″ sta circolando in rete. «In Francia la situazione è grave», sottolinea il blog. «Dopo anni di aberrazioni terroristiche, proteste popolari soffocate nella repressione (i Gilet Gialli) e lockdown draconiani che hanno piegato il paese, forse la misura e colma. Lo Stato più superbo d’Europa si appresta a collassare sotto il peso delle sue stesse scelte dementi in campo sociale, economico, migratorio? E l’Italia, che lezione vuole trarre da ciò che sta accadendo appena Oltralpe?»).Signor Presidente della Repubblica, Signore e Signori, Ministri, Membri del Parlamento, Ufficiali Generali, dei vostri gradi e qualità, Non cantiamo più la settima strofa della Marsigliese, conosciuta come la «strofa dei bambini». Eppure è ricca di lezioni. Lasciamo che sia essa a prodigarle su di noi: «Entreremo nella carriera quando i nostri anziani non saranno più lì. Là troveremo la loro ceneri e il segno delle loro virtù. Molto meno gelosi di sopravvivere a loro che di condividere la loro bara, avremo il sublime orgoglio di vendicarli o seguirli». I nostri anziani sono combattenti che meritano di essere rispettati. Questi sono ad esempio i vecchi soldati di cui avete calpestato l’onore nelle ultime settimane. Sono queste migliaia di servi della Francia, firmatari di un appello di buon senso, soldati che hanno dato i loro anni migliori per difendere la nostra libertà, obbedendo ai vostri ordini, per intraprendere le vostre guerre o per attuare le vostre restrizioni di bilancio, che avete insozzato mentre il popolo della Francia li ha sostenuti.
-
Bacco: la “vigile attesa” uccide, e i vaccini sono inutili
Tra gli errori ormai accertati, nella gestione dell’emergenza Covid, c’è il fatto di non aver svolto le autopsie: questo è stato sicuramente la causa di migliaia di morti, cosa che ha “sporcato le mani” di molti medici, che – in maniera del tutto involontaria – in quel momento, purtroppo, stavano uccidendo le persone che pensavano di curare. E ancora continuiamo a essere causa della morte di molte persone, quasi uno sterminio, con la prassi della “vigile attesa” e la somministrazione della sola Tachipirina, in questo caso inutile e addirittura controproducente. Non capisco la permanenza di Speranza come ministro della sanità: nella “più grande tragedia per emergenza sanitaria che l’uomo abbia mai affrontato negli ultimi 200 anni” (così ce la presentano) continuiamo ad avere un ministro che ha fatto diversi errori – le autospie negate, le terapie sbagliate – ma soprattutto un ministro che non capisce nulla, di medicina. Mai come in questo momento, forse, sarebbe stato corretto avere, in quel ruolo, un medico che avesse anche una certa apertura mentale.Io ho studiato tanti anni, in America, proprio occupandomi dei virus Rna. Come tutti i virus influenzali, gli Rna hanno un’incredibile capacità di sviluppare mutazioni con una velocità enorme. Puoi difenderti impedendo che il virus entri nella stanza dove vivi. Ma una volta entrato, si infettano tutti: non c’è possibilità di evitarlo, e la medicina dice che non c’è alternativa all’immunità di gregge. Da ministro della salute, al posto di Speranza io avrei assolutamente isolato i soggetti deboli (malati oncologici, anziani in età molto avanzata), proteggendoli con vere mascherine, non quelle che fanno indossare a noi. E avrei fatto proliferare il virus, permettendogli di circolare tra tutti gli altri soggetti. Dovete infatti sapere che l’unica immunità vera è quella naturale. La proteina che ci stanno inoculando con le vaccinazioni è solo una piccola parte del virus: tant’è vero che, chi si è vaccinato all’inizio, tra poco si potrà re-infettare (perché il virus, nel frattempo, è mutato). Chi invece si è infettato con il virus ha permesso al suo sistema immunitario di conoscere tutti gli aspetti di questo virus.Faccio un esempio: la variante giapponese ha l’80% della sua struttura che è completamente diversa da quella del virus che abbiamo avuto noi. Ma chi si è infettato, in Italia, è immune anche da quella variante, perché comunque il 20% della struttura virale è comune. Chi invece ha fatto il vaccino non ha quel 20%, e quindi – sostanzialmente – è come se il vaccino non l’avesse mai fatto. Sono quindi a favore dell’immunizzazione naturale, anche perché – non dimentichiamolo mai – il Covid è curabilissimo. La malattia va rispettata, come tutte le patologie, ma si cura: ormai abbiamo una terapia perfetta. Come associazione (”L’Eretico”) noi oggi stiamo curando 600 persone, in casa, senza ospedalizzare nessuno. Ma non abbiamo fatto niente di eccezionale: basta utilizzare i farmaci giusti. Quindi, il Covid si cura. Però, mettiamocelo in testa: noi dobbiamo comunque immunizzarci. Se stiamo chiusi in casa per mesi, non risolviamo niente: il virus rimane lì, mica scompare. Anzi, nel frattempo muta: e quindi troveremo un virus ulteriormente diverso.Allora: o ci infettiamo tutti, e quindi ci immunizziamo, oppure saremo dei vaccinati cronici. Dovremo fare richiami continui su tutte le mutazioni: arriveremo a 4-5 vaccini l’anno. Chi mai potrebbe desiderare una situazone simile, a parte ovviamente le aziende farmaceutiche?Ripeto, l’immunizzazione naturale possiamo affrontarla con tranquilità, perché ormai per il Covid abbiamo profilassi e terapie: idrossiclorochina, antibiotici, antinfiammatori ed eparina, e in alcuni casi anche il cortisone. Questi farmaci sono alla base della guarigione dal Covid: e vi assicuro che, se li si usa, non muore nessuno. L’essenziale è che la terapia venga iniziata subito. Il problema più grande, semmai, è il vero e proprio decadimento fisico, che ormai si è diffuso: siamo tutti invecchiati, parzialmente ingrassati e demuscolarizzati. Questo significa che nei prossimi anni avremo tantissime patologie del metabolismo, oltre alle patologie psichiatriche che già ci stanno inondando.I dati ufficiali, come quelli del Bambin Gesù e di tante altre strutture, ci parlano di patologie depressive e sindromi depressivo-maniacali, ormai all’ordine del giorno. Abbiamo una impennata delle vendite di psicofarmaci e calmanti, come lo Xanax. E’ una cosa che pagheremo a caro prezzo. Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei Medici, a “Radio anch’io” ha appena detto una cosa verissima: ha ammesso che, oggi, tra le diagnosi di cancro, 6 su 10 rivelano tumori ormai in fase avanzata, perché sono saltati completamente gli screening di prevenzione. E questo è devastante: anche per il servizio sanitario nazionale, oltre che ovviamente per i malati oncologici. Non facciamo più prevenzione, e da un anno e mezzo non investiamo più nella ricerca sul cancro. Una diagnosi qualsiasi – di melanoma, o di cancro al colon o al pancreas – se fatta con 20 giorni di ritardo può equivalere a una condanna a morte. E questo i medici lo sanno, lo ha ammesso lo stesso presidente nazionale: per colpa del Covid, i meccanismi di sicurezza sanitaria sono saltati.Il coordinatore nazionale degli screening sul tumore al colon, che è uno dei nostri maggiori killer, ha detto che 54 persone su 100, oggi, non fanno più i controlli al colon. E’ un dato devastante: un disastro che pagheremo a carissimo prezzo. Bisognerebbe quantomeno smettere di aggravare la situazione: quasi sempre, nel caso del Covid, il rimedio è stato peggiore del male. Curando e guarendo centinaia di pazienti Covid, ci siamo anche accorti che a volte la patologia ha dei colpi di coda. In 8 casi su 10, intanto, il virus è completamente asintomatico. Quando invece è sintomatico, può accadere che dia la sensazione che si sia superata la fase patologica: alcuni sintomi (perdita dell’olfatto e del gusto, tosse, leggero calo dell’ossigenazione) possono persistere. Una volta entrato nel corpo – come dimostrato dalle autopsie – il virus può creare fenomeni trombotici. Le polmoniti però non sono legate direttamente al virus, ma al fatto che il soggetto infettato “presta il fianco” a dei batteri. Quindi non si può dire che la polmonite sia per forza di origine virale.L’elemento veramente decisivo è invece la tempestività. L’unica cosa da evitare è proprio la “vigile attesa” che le autorità ancora raccomandano ai medici di famiglia, che nel frattempo in questa storia sono praticamente scomparsi (non visitano più, non fanno più diagnosi a distanza). Infatti, i pochi che continuano a fare il loro mestiere – in scienza e coscienza – fanno notizia, occupano le cronache. Dunque, in caso di Covid: tempestività. Altra cosa: evitare la Tachipirina, che prima non era mai stata somministata, in caso di infezioni virali, proprio perché diminuisce il glutatione, che è uno dei più forti antiossidanti che noi abbiamo. I miei pazienti Covid, io li guarisco con l’ibuprofene due volte al giorno, l’azitromicina due volte al giorno e l’eparina alla sera, insistendo con gli antinfiammatori per alcuni giorni, proprio per evitare il possibile protrarsi di certi sintomi fastidiosi.Questa è la terapia. La “vigile attesa”, proprio no: nella storia della medicina, non s’era mai visto che a un paziente venisse detto “aspettiamo che stai proprio male, e poi iniziamo a curati”. La “vigile attesa” è da fuori di testa: perché sappiamo che questo virus, quando si manifesta a livello sintomatico, il più delle volte ha già infettato il corpo da qualche giorno. Tra i nostri pazienti c’è stato anche chi è stato molto male, certo. Ma ripeto: tutti i soggetti curati con il nostro protocollo hanno sempre avuto un restituzione integrale di se stessi. Sono tornati in forze, esattamente com’erano prima. Il nostro protocollo è liberamente accessibile, sul sito de “L’Eretico”: chiunque può valutarlo, consulandosi con il proprio medico.Quanto ai vaccini, ribadisco la mia contrarietà. Ne abbiamo due – Pzifer e Moderna – che agiscono sull’mRna. Cioè: inseriamo nell’organismo l’Rna-messaggero, che penetra nel citoplasma della cellula e viene poi replicato (quindi non inseriamo il virus, ma ce lo “produciamo” dall’interno). Gli altri vaccini invece sono a Dna, e quindi vanno direttamente nel nucleo cellulare (AstraZeneca, Sputnik e Johnson & Johnson). I vettori vaccinali sono leggermente diversi, ma tutti e 5 adottano lo stesso meccanismo: penetrano all’interno della cosa più intima che abbiamo, la cellula, e lì “lavorano”. E’ la prima volta, nella storia dell’uomo, che succede una cosa del genere. Finora, la terapia genica l’avevamo usata solo in alcune forme terminali di cancro, e con il pieno consenso del paziente. In questo caso, invece, agiamo sul nostro genoma. Andrà bene o andrà male? Questo, io non lo so. Ma so per certo che l’ingresso di questo vaccino nel nostro corpo ci cambia: non ci lascia così come eravamo prima.(Pasquale Mario Bacco, dichiarazioni rilasciate a Marco Ludovico del Movimento Roosevelt nella video-chat “Strage di Stato”, trasmessa il 22 aprile 2021 da MRTV, su YouTube. Medico e docente universitario, il professor Bacco è co-autore, con il magistrato Angelo Giorgianni, del libro-inchiesta “Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19″, edito Lemma Press, con prefazione del giudice antimafia Nicola Gratteri).Tra gli errori ormai accertati, nella gestione dell’emergenza Covid, c’è il fatto di non aver svolto le autopsie: questo è stato sicuramente la causa di migliaia di morti, cosa che ha “sporcato le mani” di molti medici, che – in maniera del tutto involontaria – in quel momento, purtroppo, stavano uccidendo le persone che pensavano di curare. E ancora continuiamo a essere causa della morte di molte persone, quasi uno sterminio, con la prassi della “vigile attesa” e la somministrazione della sola Tachipirina, in questo caso inutile e addirittura controproducente. Non capisco la permanenza di Speranza come ministro della sanità: nella “più grande tragedia per emergenza sanitaria che l’uomo abbia mai affrontato negli ultimi 200 anni” (così ce la presentano) continuiamo ad avere un ministro che ha fatto diversi errori – le autopsie negate, le terapie sbagliate – ma soprattutto un ministro che non capisce nulla, di medicina. Mai come in questo momento, forse, sarebbe stato corretto avere, in quel ruolo, un medico che avesse anche una certa apertura mentale.
-
Operazione Corona: i golpisti vorrebbero farla franca
Un colpo di Stato mondiale, progettato contro una vittima in particolare: la nostra società occidentale. Doveva scattare nel 2022, ma la crisi bancaria dei Repo ne ha accelerato i tempi. Ora il golpe è fallito, ma ha lasciato macerie: ha disastrato la democrazia e rottamato l’economia, proprio come volevano i golpisti, ingigantendo la paura e trasformando i cittadini in docilissime pecore, private delle libertà più elementari in nome di un pericolo virtuale, manipolato da cima a fondo. Ormai è cominciata una grande retromarcia, segretamente pattuita, ma a caro prezzo: non si può smontare da un giorno all’altro un “giocattolo” come quello, che ha distribuito miliardi e sta ancora arricchendo intere filiere di beneficiari, migliaia di persone. E il fardello più inquietante è quello rappresentato dai vaccini “genici” in circolazione: aleggia il vecchio incubo del depopolamento, predicato da una certa élite. Una cosa è certa: l’establishment del lockdown spera di passarla liscia, evitando una nuova Norimberga che metta in chiaro i crimini commessi. E il governo Draghi servirebbe proprio a questo: a far uscire l’Italia dall’emergenza, incanalandola però nei binari del Grande Reset in corso. E soprattutto: assolvendo la politica che ha eseguito gli ordini golpisti.In altre parole, anche il finale dovrà avere il sapore della farsa: avremo “sconfitto il virus” – si dirà – grazie ai sacrifici imposti con i lockdown, e poi soprattutto grazie alla vaccinazione di massa (imposta col ricatto, nonostante la Costituzione vieti di disporre Tso sulla base di farmaci ancora sperimentali). Tra tante voci eretiche, quella di Nicola Bizzi – storico e fondatore delle Edizioni Aurora Boreale – spicca per la precisione delle denunce solitarie, il tempismo delle previsioni e la lucidità delle analisi. Il saggio “Operazione Corona”, che oggi è il libro più censurato d’Italia, parla di un “colpo di Stato globale”: un golpe «finalizzato innanzitutto a un Grande Reset economico, finanziario e sociale, e in secondo luogo anche a una drastica riduzione delle libertà civili e democratiche, su scala planetaria». Secondo alcuni indizi doveva essere attuato solo nel 2022, ma a bruciare i tempi – nel settembre 2019 – sarebbe stata la crisi dei Repo, le compensazioni interbancarie tra banche centrali: non c’era più denaro per garantire i prestiti, e l’unica soluzione consisteva nell’arresto improvviso dell’economia, trovando un espediente adatto (il provvidenziale virus mediatico).Lo spiega l’economista Andrea Cecchi nei capitoli economici di “Operazione Corona”: la cosiddetta pandemia è stata una crisi pianificata, visto che il mondo si era trovato sull’orlo di un vero e proprio collasso economico, all’insaputa dell’opinione pubblica. «Certi “padroni del vapore” se la sono vista brutta: rischiavano che il loro giocattolo finanziario si inceppasse», dice Bizzi, in un recente video su YouTube. «Forum di Davos, Fmi e vari altri poteri sovranazionali hanno quindi dovuto anticipare questa operazione, architettando il presunto rilascio di un virus e creando una situazione senza precedenti». Quando mai s’è visto, nella storia delle epidemie, che si isolino le persone sane? «Logiche economiche: la vera funzione dei lockdown è stata quella di bloccare l’economia paralizzando la domanda, la richiesta di credito e la circolazione del denaro, così da demolire l’economia a tappe preordinate». Una vera e propria “demolizione controllata”, come quella delle Torri Gemelle. «Per fare tutto questo si sono serviti della Cina, che ha avuto il suo tornaconto (è stato l’unico paese col Pil in crescita, nel 2020) ma in realtà non è la principale colpevole».Facile, usare la Cina: «Serviva un paese totalitario, per inaugurare la logica del lockdown: e solo la Cina poteva farlo, perché il regime cinese esercita un controllo mostruoso sulla popolazione». All’inizio, dice Bizzi, si era pensato al Brasile: ipotesi subito scartata, però, per l’opposizione del presidente Bolsonaro e per la stessa indole della popolazione brasiliana, assai meno docile di quella cinese. Ma attenzione: la Cina ha chiuso completamente solo l’Hubei, la regione di Wuhan, senza fermare il resto del paese. Certo, ha collaborato perfettamente alla farsa del terrorismo psicologico: «In televisione ha mostrato persone che cadevano come morte, per strada, o in preda a convulsioni. E ancora: migliaia di persone ammassate su letti da campo allestiti in palazzetti dello sport, tutti con convulsioni simultanee: cose che poi non abbiamo mai visto, in Occidente – neanche in Italia, paese che è stato il vero epicentro di tutta questa macchinazione. Quelli cinesi erano chiaramente personaggi che recitavano un copione del terrore molto ben studiato, attraverso una Oms completamente controllata da Pechino».Chi ha buona memoria, aggiunge Bizzi, ricorderà uno spettacolo molto simile: quello della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Londra nel 2012. «Incredibilmente, tutto quello che poi è successo oggi era stato raffigurato, in maniera coreografica (incluso Boris Johnson, su un letto d’ospedale) in quell’inquietante rappresentazione». Finalmente, nel 2020 lo schema è stato applicato: al mondo è stata imposta «questa idea folle e criminale di lockdown, termine che in inglese significa “carcere duro”». Colpo di Stato globale, pianificato nei minimi dettagli. «E i governi, specie quelli occidentali, hanno applicato alla lettera un “pacchetto” preconfezionato, imposto a esecutivi che sapevano molto bene, con largo anticipo, cosa sarebbe accaduto». Già nel giugno scorso, Bizzi era stato il primo a portare allo scoperto il caso della Bielorussia, passato sotto silenzio. «La Bielorussia è l’unico paese europeo a essersi rifiutato di applicare qualunque misura di contenimento: non ha attuato lockdown né chiusure, e non ha mai minimamente toccato le libertà dei cittadini. E chiaramente è stata demonizzata».In una seduta del governo, il presidente Lukashenko – ricordando ai suoi ministri di aver appena respinto una lauta proposta dell’Oms (92 milioni di dollari) per fare un lockdown “come in Italia”, ha spiegato che l’offerta era stata decuplicata dal Fmi: 900 milioni, per introdurre restrizioni “all’italiana”. «Prove alla mano – aggiunge Bizzi – ho poi dimostrato che i vertici italiani (i servizi segreti, il governo e le più alte cariche dello Stato) erano stati informati già dal mese di agosto del 2019 che sarebbe stato necessario applicare un lockdown, nel nostro paese». Sei mesi di anticipo, quindi, sulla cronologia ufficiale degli eventi? Bizzi invita a osservare certi dettagli: «Sono state potenziate in modo incredibile le forze dell’ordine, incluse le polizie municipali: aumenti di organico, mezzi, camionette, aerei, elicotteri, droni, attrezzature elettroniche. Un’operazione del genere non la fai in due settimane, servono mesi di preparazione». Ovvia deduzione: era tutto preordinario, dall’autunno 2019. E anche il nostro governo, come gli altri dell’Europa occidentale, «ha ricevuto finanziamenti a pioggia, presumibilmente da parte di organizzazioni come il Fmi, per poter garantire la tenuta di un futuro lockdown».Di questo, si sono preoccupati: di come attuare il “carcere duro”. «E non certo di potenziare la sanità e gli ospedali, o di assicurare una prevenzione sanitaria (che nel caso di una pandemia sarebbe dovuta essere la cosa più logica)». Nicola Bizzi li definisce «branco di assassini». Scandisce: «A questi signori non è mai importato niente, della salute degli italiani». Aggiunge: «Non sappiamo cosa si sia effettivamente scatenato. Ma sappiamo che questo virus, o presunto tale – come ha ben documentato Matteo Martini, in “Operazione Corona” – non è stato mai isolato». Seriamente? «Certo: e questo sta venendo fuori, perché il governo giapponese ha fatto un’interrogazione internazionale: ha dimostrato che il virus non è stato mai isolato. Soprattutto, il Giappone ha sfidato tutti i governi (soprattutto quelli dell’Occidente) a dimostrarne l’isolamento: e nessuno ha risposto». Sostanzialmente, quindi, «non c’è nessuna prova che il virus sia mai stato isolato: hanno solo fatto infiniti “sequenziamenti”, la cui utilità è tutta da spiegare. E in compenso, hanno attuato la frode della Pcr: dico frode, perché sappiamo che quello dei tamponi non è un metodo diagnostico riconosciuto. Un’operazione, peraltro, dal costo esorbitante: in un anno, per i tamponi, in Italia abbiamo speso un ammontare equivalente a 10 leggi finanziarie».Per Bizzi, però, il cuore della questione-lockdown non è il business degli approfittatori. A monte, si tratta di una decisione imposta dal super-potere mondiale che controlla le banche centrali. E a valle, una mera questione di ordini da eseguire. «A differenza di alcuni paesi del Nord Europa e dell’Est Europa, che hanno dimostrato molta più autonomia e libertà, i governi dell’Europa occidentale (Italia e Germania, Francia, Spagna) sono totalmente eterodiretti. Non hanno autonomia decisionale: tutte le decisioni importanti non vengono prese nelle sedi istituzionali (governo, Parlamento) ma nell’alveo di organizzazioni sovranazionali». Quali? «Spesso si parla del Bilderberg e della Trilaterale, ma anche queste sono organizzazioni di potere intermedie, che hanno il compito di ratificare, imponendole ai governi, decisioni che sono prese ancora più in alto». Ecco perché Bizzi ricorre a termini impegnativi: «Questo è un piano diabolico, lasciatemelo dire: mira alla distruzione completa dei diritti democratici dei cittadini e del modello stesso di democrazia occidentale».Sono stati abili, i golpisti: hanno operato con la programmazione neurolinguistica, e tutte le mosse dei governi sono state calcolate. «Dalla durata stessa dei lockdown fino ai messaggi lanciati dai media, è stata tutta un’operazione calcolata a tavolino in modo che attecchisse sulle masse, proprio secondo le tecniche della Pnl». Gli architetti della crisi che ha travolto il pianeta hanno unito molteplici interessi: «Per esempio quelli del Forum di Davos, per avviare questa “quarta rivoluzione industriale” fondata sul mito di una falsa “green economy” che in realtà vuole portare al transumanesimo, all’abolizione del contante, alla distruzione dei più basilari diritti degli esseri umani». Come reagire, dunque? «Il dovere principale di chi ha un minimo di raziocinio, e quindi ormai ha capito con che cosa abbiamo a che fare, è quello di resistere con ogni mezzo, cercando di fare corretta informazione: non dobbiamo permettere che questo piano vada avanti, dobbiamo gettare più sabbia possibile nei suoi ingranaggi». Non è facile: gli italiani – dice Bizzi – ci sono cascati: hanno creduto alla storia che è stata loro raccontata.«I nostri connazionali hanno dimostrato una grande incoscienza, e hanno accettato con estrema leggerezza le misure liberticide varate dai governi Conte e Draghi. L’illusione – portata anche dalla televisione – che i governi stessero togliendo la libertà ai cittadini per ragioni sanitarie, emergenziali, ha davvero attecchito, e ha fatto sì che molte persone si adeguassero». Questo, fatalmente, acquisce il senso di isolamento di chi, come Bizzi, alla versione ufficiale non ha mai creduto. «Io sapevo da tempo dove si sarebbe andati a parare, e quando sono arrivate le prime notizie dalla Cina mi sono detto: ecco, ci siamo. Per un mese intero, a febbraio 2020, nessuno ha spiegato che il governo Conte aveva introdotto lo stato d’emergenza già il 31 gennaio: volevano il maggior numero possibile di morti, volevano scatenare il panico e alimentare il terrore». Unica presenza anomala, nell’Italia di quei primi mesi: la Russia. «Non scordiamoci la missione della brigata di militari russi accorsi in Lombardia, specializzati in guerra batteriologica: per la prima volta nella storia, mezzi militari della Russia in un paese Nato. Erano venuti per capire come mai il problema fosse partito proprio dall’Italia».Una missione rimasta in sordina, quella dei russi. «Hanno trovato molte cose, anche se poi le evidenze sono state secretate. Pare sia stato qualcosa di batteriologico, a esser stato rilasciato sul nostro territorio. Non ne ho le prove: se questo fosse vero, però, farebbe emergere complicità criminali inaudite». Ora, però, siamo di fronte a svolte impreviste: ci stiamo forse avvicinando a un capovolgimento della situazione. «Ho ragione di essere ottimista», perché gli esecutori nazionali del piano «hanno semplicemente aggirato la Costituzione, che non è mai stata né sospesa né archiviata, né modificata: gli articoli della Costituzione sono perfettamente in vigore, così come le leggi antiterrorismo – che fra l’altro vietano di circolare a volto coperto (è reato penale)». Inutile spaventarsi: «Non hanno valore le multe comminate da certi emuli della Gestapo, che magari indossano l’uniforme della polizia municipale e sembrano in preda a un delirio di onnipotenza».Bizzi ricorda le scene a cui abbiamo assistito, nel 2020: persino donne anziane malmenate, gettate a terra solo perché non indossavano la mascherina. «Alcuni sindaci erano arrivati a imporre nei supermercati una spesa minima di 50 euro, con vecchi in coda che magari non avevano 10 euro in tasca. Cosa hanno subito, queste persone, grazie a certi amministratori locali? Qui nessuno è esente da colpe». Per Bizzi la verità sta venendo a galla molto in fretta: «E non dobbiamo permettere che certi personaggi la passino liscia. Tutti – dalle più alte cariche dello Stato, fino ai più piccoli amministratori locali – sono stati complici di questo grande inganno, di questa colossale macchinazione, che ha portato a un’indebita, incostituzionale repressione delle libertà. Misure come il coprifuoco: vogliamo scherzare? Neanche nel ‘44 venivano applicate in questo modo». Ma attenzione: «Non bisogna avere timore delle uniformi: polizia e carabinieri hanno giurato, sulla Costituzione, e si trovano a gestire una situazione che non sopportano più».«Io sono in contatto con sindacati delle forze dell’ordine, che da mesi esprimono tutto il loro dissenso: si stanno rifiutando di sanzionare i cittadini, stanno cominciando a ribellarsi anche loro», assicura Bizzi. In più, ci sono forti segnali di un capovolgimento internazionale della situazione: questo ci fa ben sperare. Essendo stata risolta la crisi dei Repo già nell’autunno 2020, «è venuto meno il motore economico di questo colpo di Stato globale: non c’è più una ragione economica per disporre nuovi lockdown allo scopo di fermare l’economia, che infatti si sta riprendendo». Bizzi segnala che è in corso di attuazione anche il Quantum Financial System, che scardinerà completamente gli attuali parametri economici globali (sulla possibilità di emissione monetaria illimitata). Non siamo mai stati completamente soli: la Russia di Putin, quella che aveva inviato i suoi specialisti in Italia, si è smarcata per prima: dimostrando quanto fosse artificiosa, l’intera operazione-paura. «Mosca ha applicato un lockdown solo inziale e molto blando, poi due mesi fa ha rimosso le ultime restrizioni. E ha fatto una mossa molto intelligente: è la stata la prima a lanciare il suo vaccino».Lo Sputnik – dice Bizzi – non è un vaccino mRna: è solo una sorta di antinfluenzale rafforzato, in Russia proposto unicamente su base volontaria. «Da noi invece si tenta di imporre – con la persuiasione, il ricatto e la minaccia – una vaccinazione sperimentale mRna. Agghiacciante: milioni di italiani si sono messi in coda come tanti lemming, pronti a lanciarsi nel precipizio. Si stanno suicidando, e non se ne rendono conto: hanno subito un vero e proprio lavaggio del cervello». Ma anche la geografia mondiale del fronte-vaccini suggerisce he questa operazione stia finendo: «Due terzi dei governi mondiali si sono di fatto smarcati, rifiutando i vaccini mRna (Pfizer, Moderna). Non solo: inaugurando le terapie domiciliari, hanno abbattuto la narrazione dell’ospedalizzazione. Hanno dimostrato che è una montatura: semplicemente assumendo determinati farmaci si evita il ricovero. Una soluzione che in Italia viene ostacolata con ogni mezzo: Speranza è ricorso al Consiglio di Stato. Hanno il terrore che venga messa in crisi la narrazione delle terapie intensive intasate».Già a febbraio, a Bizzi era stato riferito che «sarebbe stato raggiunto un accordo, nell’ambito di una trattativa internazionale fra certe organizzazioni di potere». In pratica, ai golpisti del Covid avrebbero detto: «L’operazione è fallita, è stato raggiunto appena il 20% degli obiettivi prefissati. La verità sta venendo a galla, rischiate una nuova Norimberga. Quindi vi diamo una “timeline”: se dal 12 aprile iniziate una de-escalation per chiudere questa operazione con le buone, vi permettiamo di uscirne puliti». Vale a dire: se i governi si atterranno a questa direttiva, cominceranno a dire che i contagi stanno calando. E se ne vanteranno: «Abbiamo sconfitto il terribile virus grazie ai vostri sacrifici», sarà il refrain. «E cercheranno di uscirne a testa alta. Perché il loro obiettivo è proprio quello: scongiurare una nuova Norimberga. E quindi: evitare che vengano alla luce tutte le responsabilità, a ogni livello, dal Quirinale all’ultimo Comune. Facile attaccare Conte: è indifendibile, ha firmato i provvedimenti più spregevoli. Ma tutti si dimenticano che qualcuno, al di sopra di lui, certe cose le ha autorizzate».Questi signori, quindi, secondo Bizzi «puntano a salvaguardare il sistema», cioè «a impedire che per loro finisca molto male, dal punto di vista giuridico (anche penale)». Erano dunque programmate, le riaperture: graduali, per tenere in piedi la credibilità retroattiva della farsa. «Un mese dopo la segnalazione che avevo ricevuto – racconta sempre Bizzi – Boris Johnson ha annunciato che la Gran Bretagna avrebbe riaperto proprio il 12 aprile, in concomitanza con altre riaperture europee, come quella della Spagna (anche più dura dell’Italia, nella repressione). Ebbene: da un mese la Spagna ha riaperto locali, palestre e piscine, autorizzando anche concerti con migliaia di persone. Sono riaperture chiaramente pianificate: non è che possono dire, da un giorno all’altro, “abbiamo scherzato, vi abbiamo presi in giro”. Non possono riaprire tutto di colpo: perderebbero la faccia, e dovrebbero rinunciare improvvisamente a interessi economici che sono mostruosi». Un oceano di soldi: «Qualcuno è stato appena messo da parte, ma non c’è solo Arcuri: in tanti stanno ancora guadagnando, da questa operazione».Nicola Bizzi parla di «servigi da pagare a migliaia di persone, negli apparati statali: e questa cosa non la si può interrompere da un giorno all’altro». Aggiunge: «La mia impressione – confermata da alcune informative che ricevo – è che ci sia stato un motivo preciso dietro al licenziamento di Conte, con la necessità poi di mettere in piedi questo governo, che peraltro non mi piace per niente». Mario Draghi? «Come ben sappiamo, ha più scheletri nell’armadio di Nosferatu: conosciamo il suo passato e le sue malefatte». Per Bizzi il governo Draghi resta pericoloso: «Un esecitivo che conferma Speranza alla sanità e inserisce al proprio interno personaggi come Colao è tutt’altro che raccomandabile». Per contro, la sua funzione sarebbe quella di «portare l’Italia a una de-escalation, a una uscita graduale da questa operazione, a tappe pianificate (ma in modo da lasciare indenne la politica, facendola uscire a testa alta». Torneremo a respirare, dunque, ma i “collaborazionisti” la faranno franca. «E questo non è accettabile: dobbiamo esigere che ci vengano restituite le libertà che la Costituzione ci garantisce».Se l’Operazione Corona è scattata per motivi finanziari – dice ancira Bizzi – sicuramente è stata sfruttata dai pericolosi fanatici che coltivano apertamente precisi piani mondiali per il depopolamento. Ci sono personaggi come il francese Jacques Attali (mentore di Macron), o come lo stesso Bill Gates, che da trent’anni ci dicono in faccia che siamo in troppi, sulla Terra, e che occorre ridurre forzatamente (con le buone o con le cattive) la popolazione globale, che sta sfuggendo al loro controllo finanziario e politico. «Non è vero che siamo in troppi, per le risorse terrestri. E’ vero invece che le risorse sono mal distribuite: l’1-2% detiene il 90% della ricchezza, non vuole perderne il controllo e la vuole incrementare ulteriormente». Le lezione da trarre? I golpe esistono, ma non sempre vanno in porto come previsto. «Questa operazione era partita con “pacchetti precofenzionati” a cui tutti avrebbero dovuto adeguarsi, e invece molti paesi se ne sono smarcati fin da subito: l’Africa, per esempio, non ha aderito al piano. I paesi dell’Africa nera e del Nordafrica non volevano veder distrutta la loro economia, e soprattutto non volevano partecipare a un piano genocida: perché è qui il vero nodo della questione».Già negli anni ‘80, Jacques Attali scriveva: nel futuro prossimo – visto che non possiamo più ridurre la popolazione coi campi di concentramento e le esecuzioni sommarie – sarà necessario ridurla con altri sistemi: anche con certe terapie iniettabili, che la gente stessa sarà spinta a richiedere. «E infatti ci siamo arrivati», secondo Bizzi, che segnala un sito americano molto inquietante, “Deagel.com”, che si occupa di armamenti. Nel 2017 aveva presentato strane proiezioni statistiche demografiche, immaginando – Stato per Stato – la popolazione mondiale nel 2025. Il sito dichiarò di essersi basato su fonti di intelligence (senza citare quali) e su dati di organizzazioni internazionali (probabilmente la Fao, il Fmi, l’Oms). Un quadro allarmante, che vedeva tutto l’Occidente depopolato. Un’Italia ridotta a 40 milioni di abitanti, una altrettanto drastica riduzione prevista per Francia e Spagna, e una Germania con una popolazione destinata a crollare (da 80 a 28 milioni). Analoga previsione per gli Usa: appena 90 milioni di abitanti, contro gli attuali 320. Stessa sorte per il Canada, mentre il fenomeno non avrebbe investito gli altri paesi del mondo, sostanzialmente stabili.«So che le stime sono andate correggendosi, col tempo, ma la tendenza resta: a essere colpite – secondo “Deagel” – sarebbero solo l’Europa occidentale e il Nord America, più l’Australia e la Nuova Zelanda: cioè quei paesi che hanno adottato le misure più restrittive, applicando alla lettera i dettami di questo colpo di Stato globale, incluse le vaccinazioni forzose (i vaccini mRna)». C’è un nesso, tra queste previsioni e quello che sta realmente avvenendo o che avverrà? Nel 2017 qualcuno già “sapeva” che in Occidente sarebbe stata introdotta una vaccinazione mRna, e che questa – magari – sarebbe stata tale da produrre un simile depopolamento? «Diciamo c’è di che riflettere», dice Bizzi. «La mia opinione – sostiene – è che questa sia una “guerra” contro l’umanità occidentale, contro la nostra civiltà». Guardiamoci attorno: «I paesi africani, asiatici ed est-europei hanno respinto al mittente le richieste dell’Oms. Il vero fulcro di questa operazione sono L’Europa e il Nord America». E’ un fatto: «Stiamo vivendo un’epoca di censura, di medioevo orwelliano», conclude Bizzi. «Io non possiedo tutte le risposte, però mi sto adoperando affinché le verità vengano alla luce».(Il libro: “Operazione Corona, colpo di Stato globale”, Edizioni Aurora Boreale, 588 pagine, euro 22,80. Bizzi ne è co-autore, editore e curatore insieme a Matteo Martini, chimico farmaceutico, che esamina gli aspetti scientifici e virologici dell’affare-coronavirus, dimostrando la premeditazione dell’esplosione pandemica. Un medico come il dottor Stefano Scoglio, già candidato al Nobel, approfondisce invece gli aspetti clinici della sindrome Covid. Il biologo David Suraci, a sua volta, affronta il tema vaccini, denunciando i pericoli della vaccinazione mRna. All’economista Andrea Cecchi e al giornalista Luca La Bella, analista finanziario, il compito di illuminare i retroscena bancari che sarebbero all’origine della crisi, mentre l’avvocato Marco Della Luna, già autore di “Oligarchia per popoli superflui”, approfondisce gli aspetti giuridici introdotti con le restrizioni. Gli psicologi Alfonso Guizzardi e Alessandro Gambugiati, infine, analizzano le tecniche di manipolazione adottate e i danni psicologici inferti alla popolazione, soprattutto agli anziani e ai bambini. In vetta alle classifiche, “Operazione Corona” è stato realizzato a tempo di record per offrire una panoramica completa ed esaustiva sulla considetta pandemia, illuminandone le principali zone d’ombra).Un colpo di Stato mondiale, progettato contro una vittima in particolare: la nostra società occidentale. Doveva scattare nel 2022, ma la crisi bancaria dei Repo ne ha accelerato i tempi. Ora il golpe è fallito, ma ha lasciato macerie: ha disastrato la democrazia e rottamato l’economia, proprio come volevano i golpisti, ingigantendo la paura e trasformando i cittadini in docilissime pecore, private delle libertà più elementari in nome di un pericolo virtuale, manipolato da cima a fondo. Ormai è cominciata una grande retromarcia, segretamente pattuita, ma a caro prezzo: non si può smontare da un giorno all’altro un “giocattolo” come quello, che ha distribuito miliardi e sta ancora arricchendo intere filiere di beneficiari, migliaia di persone. E il fardello più inquietante è quello rappresentato dai vaccini “genici” in circolazione: aleggia il vecchio incubo del depopolamento, predicato da una certa élite. Una cosa è certa: l’establishment del lockdown spera di passarla liscia, evitando una nuova Norimberga che metta in chiaro i crimini commessi. E il governo Draghi servirebbe proprio a questo: a far uscire l’Italia dall’emergenza, incanalandola però nei binari del Grande Reset in corso. E soprattutto: assolvendo la politica che ha eseguito gli ordini golpisti.
-
Bizzarri: Covid gonfiato e non curato, basta terrorismo
Alcuni paventano che le riaperture inneschino la quarta ondata? Quelli che lo affermano sono gli stessi che, un anno fa, paventavano 150.000 persone in terapia intensiva nel mese di giugno. Qui non bisogna “pre-occuparsi”, bisogna “occuparsi”: nella possibilità che si presenti un’altra ondata, bisogna fare quello che non s’ è fatto fino ad oggi. Aumentare il numero dei posti letto, di medici e personale sanitario con competenze specifiche. Costruire linee guida adeguate per le terapie domiciliari. La variante indiana? Demistifichiamo il tema. Dall’inizio dell’epidemia, di varianti ce ne sono state migliaia. Molte sono neutre, alcune sono migliorative, altre peggiorative. Le varianti tendono complessivamente ad assicurare al virus maggiori possibilità di adattarsi al corpo umano. Quindi, una variante più letale, poiché uccide gli ospiti-vettori, è evolutivamente svantaggiosa e non tenderà a prevalere. La variante indiana non ha un indice di letalità superiore alle altre, ma sembra più contagiosa. Delle varianti si sta facendo un uso terroristico.Io contesto i bollettini giornalieri dei positivi: la comunicazione quotidiana, che non avviene in altre nazioni, non è utile e genera ansia. La finestra temporale di osservazione di un fenomeno dipende dal ciclo del fenomeno stesso. E un andamento epidemiologico in cui lo stato infettivo si ritiene estinto, se non ci sono complicanze, dopo 7-8 giorni, andrebbe valutato settimanalmente. La cabina di regia fa monitoraggi settimanali, giustamente: allora perché ci bombardano tutti i giorni con i dati? È sbagliato preoccuparsi in assoluto del numero di positivi. Qui c’è una confusione semantica: si è confuso il numero di persone positive con il numero di persone realmente infettanti. Un positivo non è necessariamente infettante. E anzitutto, qualunque test può dare risultati errati. Ad esempio? Falsi positivi e falsi negativi. Altri errori possono essere ascritti alla procedura di raccolta del campione. Nel caso dei test nasali, l’operatore sanitario può aver paura di infastidire il paziente, infilandogli il bastoncino fino alla base del naso.Su questi temi, la Società Mondiale di Patologia ha proposto un articolo, attualmente in revisione, in cui si suggeriscono alternative per migliorare la capacità diagnostica. Il test molecolare può essere falsato a causa del crossover con altri coronavirus o per la presenza di frammenti di Rna che vengono eliminati dall’ospite in assenza di virus replicante. Alludo ai cicli di amplificazione dei tamponi: il test non individua il virus, bensì i frammenti dell’Rna. Ma se il test li rileva, questo non significa che il positivo sia infettante. Al di sopra di 33 cicli di amplificazione, è stato visto che solo in pochi casi i soggetti testati albergano virus vitali. Dunque, non possono trasmetterli. Dei positivi che verranno conteggiati oggi, il 70-90% non sono realmente infettivi. Fonte: diversi studi scientifici, citati addirittura dal “New York Times” (di certo non un giornale “negazionista”), in un articolo dal titolo eloquente: “Il tuo test per il coronavirus è positivo? Forse, non dovrebbe esserlo”. Il riferimento era a una ricerca condotta in quattro Stati americani, secondo cui il 90% dei positivi è risultato “virus free”.Altro “caso”: i 35 positivi della Scala rilevati a marzo scorso. Test ripetuto, si scopre che 34 su 35, il 97%, erano falsi positivi. Ma intanto il “focolaio” era finito su tutti i giornali. Questo, tra l’altro, spiega perché nella stragrande maggioranza dei casi i positivi non presentino sintomi. La diagnosi va fatta in presenza di tosse, febbre e possibilmente evidenze radiologiche. Il tampone non basta. E per lo screening, l’esame utile è il test sierologico, che verifica la presenza degli anticorpi. Quanto all’indice Rt, è criticato da tutta la comunità scientifica. “Nature” ha scritto che si tratta di una «mostruosità». Lo si usa perché è semplice e comodo, ma non ha valore predittivo: inquadra una situazione in modo statico. Su “Nature” abbiamo proposto un altro indice: misura il rapporto tra le variazioni differenziali “in uscita”, cioè il numero di guariti, e “in entrata”, cioè il numero degli infetti. È un indice dinamico, che valuta la velocità con cui procede l’epidemia. Cosa cambia? All’inizio dell’epidemia, ci saranno tanti infetti e pochi guariti; alla fine, ci saranno tanti guariti e pochi infetti. Ebbene, quando le due curve (che procedono come una forbice) si incrociano, significa che l’epidemia è in fase calante. Oggi? Sì, siamo nella fase calante.Questo metodo ci consente anche di individuare subito un’eventuale nuova ondata: quando il numero dei nuovi infetti inizia a superare quello dei guariti. Ma abbiamo tirato fuori anche un altro indice, che misura la gravità dell’epidemia. Consiste nel rapporto tra i ricoveri in terapia intensiva e i decessi. Con questo parametro, si sana anche l’apparente discrepanza tra Regioni. Nel corso della prima fase, sembrava che in Lombardia si fosse scatenato l’inferno e nel Sud non stesse succedendo niente. Se invece si mettono a confronto le curve dei ricoveri in terapia intensiva, si vede che queste hanno lo stesso andamento in tutte le Regioni. Il nostro modello, comunque, fa sorgere un altro quesito: perché, su 100 decessi, mediamente il 50% viene registrato in ospedale, mentre gli altri avvengono a casa?Evidentemente, queste persone erano già allettate a casa: anziani gravati da tante altre patologie, morti dopo aver contratto il Covid mentre già stavano comunque morendo a causa delle altre malattie.C’è un modo semplice per capire come sta impattando il Covid sulla mortalità: confrontiamo i tassi di mortalità con quelli dello stesso periodo, prima della pandemia. Per scoprire cosa?Che – dati Istat – da dicembre 2020 a oggi, non c’è nessun aumento di mortalità rispetto al periodo precedente. Questo significa che stiamo conteggiando tra i morti di Covid persone che sarebbero morte comunque. Purtroppo, in futuro, la mortalità potrebbe tornare a salire, dato che – a causa delle restrizioni di accesso al sistema sanitario per i non-Covid – molti malati sono curati e seguiti in modo inadeguato. Per non parlare delle malattie da stress che stanno emergendo. Tirando le somme: l’attendibilità e precisione dei dati di cui disponiamo è lungi dall’essere soddisfacente. E questa incertezza costituisce la base delle decisioni politiche. Suggerimenti? Primo: adottare un atteggiamento meno assertivo e una comunicazione non esasperata.È inopportuno, il termine “lockdown”. Se lo chiami quarantena, cambia tutto. Perché la quarantena serve a impedire che il virus circoli, ma dopo un certo periodo le chiusure prolungate hanno scarsa efficacia. Sul fatto che i lockdown servano o meno, non c’è alcuna prova scientifica definitiva. Gli studi condotti sono in disaccordo. Certo, le discussioni sarebbe meglio non farle in Tv: si rischia di scadere nella spettacolarizzazione, e di generare confusione e smarrimento. Altri consigli? Abbiamo un’esperienza maturata da 30.000 medici del territorio che hanno curato i malati. Spessissimo con successo, se la malattia viene trattata nelle fasi iniziali. Come ha detto Alberto Zangrillo, questa malattia si combatte solo ridando dignità e scopo ai medici di base, che oggi sono ridotti a burocrati. Poi vanno coinvolti i rettori dei maggiori atenei perché forniscano una selezione dei migliori competenti: non solo virologi, ma epidemiologi, intensivisti, specialisti in malattie infettive.Obiettivo: costruire una convention nazionale che elabori una strategia complessiva. Piuttosto che affidarsi a una fondazione privata, i modelli epidemiologici dovrebbero essere messi a punto dagli epidemiologi delle università. E occorre investire sulla ricerca. Finora, soldi per studiare il Covid – a parte i vaccini – non si sono visti. Ma i vaccini, da soli, non bastano. Una pandemia si affronta pensando alla prevenzione, alla profilassi e alla cura. E per farlo, servono i soldi. Li abbiamo trovati per i monopattini e non per la ricerca. Qualcuno dovrebbe spiegare perché. Ultima considerazione: basta, col terrorismo. Dobbiamo dare un messaggio calibrato, ma rassicurante. L’epidemia non si combatte deprimendo la gente.(Mariano Bizzarri, dichiarazioni rilasciate ad Alessandro Rico per l’intervista “I vaccini non bastano, servono cura e prevenzione”, pubblicata da “La Verità” e ripresa da “Dagospia” il 3 maggio 2021. Il professor Bizzarri dirige il laboratorio di Biologia dei Sistemi nel dipartimento di medicina sperimentale della Sapienza, a Roma, ed è segretario della Società Mondiale di Patologia Clinica. Insieme a un team di esperti dell’ateneo romano, ha pubblicato su “Nature Scientific Report” uno studio statistico sul Covid-19).Alcuni paventano che le riaperture inneschino la quarta ondata? Quelli che lo affermano sono gli stessi che, un anno fa, paventavano 150.000 persone in terapia intensiva nel mese di giugno. Qui non bisogna “pre-occuparsi”, bisogna “occuparsi”: nella possibilità che si presenti un’altra ondata, bisogna fare quello che non s’ è fatto fino ad oggi. Aumentare il numero dei posti letto, di medici e personale sanitario con competenze specifiche. Costruire linee guida adeguate per le terapie domiciliari. La variante indiana? Demistifichiamo il tema. Dall’inizio dell’epidemia, di varianti ce ne sono state migliaia. Molte sono neutre, alcune sono migliorative, altre peggiorative. Le varianti tendono complessivamente ad assicurare al virus maggiori possibilità di adattarsi al corpo umano. Quindi, una variante più letale, poiché uccide gli ospiti-vettori, è evolutivamente svantaggiosa e non tenderà a prevalere. La variante indiana non ha un indice di letalità superiore alle altre, ma sembra più contagiosa. Delle varianti si sta facendo un uso terroristico.
-
Barnard e l’Antico Ordine Mondiale, oggi ormai evidente
Chiedetevi come mai la politica fallisce sempre, i partiti fanno cilecca e i leader finiscono per deludere. Oggi la risposta è sulla bocca di tutti quelli che hanno smesso di dormire; ma una decina di anni fa era un giornalista come Paolo Barnard, in solitudine, a proporre la domanda: chi comanda davvero, lassù, al di là dei piccoli esecutori locali, fabbricati in serie con i sondaggi e destinati invariabilmente a sgonfiarsi, dopo aver assolto al piccolo compito che era stato loro assegnato? Da qualche decennio, il copione è invariato: da una parte i paracarri, i pretoriani ufficiali del sommo contabile, e dall’altra gli outsider professionali, con traiettoria pilotata. L’outsider spunta come un fungo e un giorno esplode, viene osteggiato ma poi conquista i suoi spazi, varca la soglia sacra della televisione e infine accede al governo, da cui poi abbandonerà – uno ad uno – tutti i suoi cavalli di battaglia, lasciando senza parole gli elettori che gli avevano dato fiducia nel solito modo, e cioè religiosamente. Sempre così: show must go on, avanti un altro.Tra il saggio “Il più grande crimine” e i Dpcm inaugurati con la cosiddetta pandemia da coronavirus è possibile tracciare una linea retta, addirittura imbarazzante, che porta dritti al distanziamento e alle mascherine, ai lockdown, al delirio orwelliano del coprifuoco basato sull’evocazione del senso di colpa, del contagio come imprudenza e come maledizione, in un orizzonte cupo in cui riecheggia una specie di peccato originale: l’essere nati, l’aver aspirato a essere liberi e dotati di diritti umani. Siamo diventati il paese della Dad, dello smart working e delle Regioni colorate, dove la semilibertà (concessa col contagocce) bisogna meritarsela, stando lontani dal prossimo come se fosse appestato. L’incubo si prolunga, per via sanitaria (o meglio, fanta-farmaceutica) con l’incombente obbligo vaccinale sostanziale, propiziato da un assedio anche fisico, geografico, come quello del lasciapassare neo-medievale per poter varcare il Rubicone, il Piave, il Tevere, l’Isonzo.L’avvocato Erich Grimaldi, uno dei tanti eroi di questa Italia in rottamazione, quasi supplica il suo pubblico affinché accorra in piazza a Roma, l’8 maggio, indossando magliette con sopra scritto “voglio essere curato con le terapie domiciliari”, oppure “sono guarito grazie alle cure precoci a domicilio”. Quei trattamenti terapeutici tempestivi rappresentano la soluzione, l’uscita dall’allucinazione collettiva: ma il Ministero della Paura ha osato opporvisi, ancora, nonostante l’auspicio unanime espresso dal Senato e i colloqui in corso tra lo stesso Grimaldi e il sottosegretario Sileri, per arrivare finalmente a un protocollo che metta i medici nelle condizioni di curare gli italiani, senza più costringerli a ricorrere all’ospedale quando ormai faticano a respirare. E’ come se qualcuno si ostinasse a sparare cannonate, sull’allevamento umano, forte di una certezza granitica: le mansuete bestiole non si ribelleranno nemmeno stavolta, resteranno al loro posto in attesa di essere decimate, dalle cure negate e dal martirio economico che il 1° Maggio 2021 costringe anche la grande stampa ad ammettere che, intanto, si sono perduti 900.000 posti di lavoro.Non deve stupire il silenzio agghiacciante dei sindacati, che anzi – per bocca dei loro burocrati coalizzati (Cgil, Cisl e Uil, in primis il Landini che contestò Marchionne) – hanno addirittura firmato una petizione a sostegno di Roberto Speranza, il burattino incaricato di infliggere il massimo danno possibile al sistema-paese, senza riguardo per i morti né per le vittime della catastrofe economica. Non deve stupire nemmeno il mormorio sommesso dei partiti meno allineati alla filosofia della strage, celebrata in omaggio alla religione epidemica: se non hanno mai invaso le piazze per protestare contro la quasi-dittatura in atto, né preteso fin dall’estate 2020 le misure sanitarie adeguate, invocate da centinaia di medici, significa che rispondono a poteri superiori, a sollecitazioni e consigli, magari ad oscuri avvertimenti come quelli che persuasero Boris Johnson, l’uomo che voleva evitare il lockdown puntando all’immunità naturale, senza neppure il poco rassicurante doping dei “vaccini genici” sperimentali.Nell’ultimo decennio, il superlclan denunciato da Paolo Barnard è assurto agli onori delle cronache con moltissimi nomi: una specie di foto di famiglia, a volte sfocata e a volte meno, che include cenacoli del grande business, poteri finanziari e massonerie, cluster industriali, cupole omertose, caste sacerdotali, dinastie e fantomatiche organizzazioni-ombra. Spesso il cosiddetto complottismo si rassegna a rincorrere spettri, perdendo di vista il complotto (meglio, il progetto) che ormai è sotto gli occhi di tutti, dentro una globalizzazione policentrica e smisuratamente ingovernabile se non in modo sommario e anche feroce. Un caos epocale, dal quale emerge l’Antico Ordine Mondiale delle dominazioni pure, a cui sembra opporsi – in modo non sempre leggibile – un rilevante segmento della leadership di ieri, in precario equilibrio tra compromesso e battaglia aperta, in ordine al tono da conferire al Grande Reset che nel frattempo avanza in modo inesorabile, sia pure a geometria variabile nelle sue infinite declinazioni tecnocratiche e geopolitiche.Mentre lo stupidario nazionale italiota procede imperterrito il suo show affollato di tamponi e indici Rt, terribili “varianti” alle porte e simpatici banchi a rotelle, i cadaveri politici dei partiti dall’encelalogramma piatto fingono che scorra ancora un po’ di sangue nelle loro vene, ai margini di una trattativa – tra la vita e la morte civile del paese – che viene condotta da sapientissimi mandarini, nell’alto dei cieli in cui (non da oggi) ci si giocano a dadi le percentuali di felicità o di angoscia da elargire o comminare a milioni di persone. L’Antico Ordine Mondiale è quello di cui parla a chiarissime lettere Paolo Rumor nell’esemplare libro “L’altra Europa”, che evoca – da carte riservate – la possibile esistenza di una linea pressoché dinastica, risalente addirittura a 12.000 anni fa, incaricata di governare la zootecnia umana con ogni sorta di espediente strumentale: imperi e regni, teocrazie ierocratiche, dittature e democrazie, ideologie e teologie, fino al recente aggregato euro-atlantico e vaticano.Gli scritti di Rumor – perfettamente consonanti con le recenti acquisizioni della cosiddetta “archeologia non autorizzata”, che parlano di tecnologie avanzatissime in tempi antichi – sembrano invitare a guardare con nuovi occhi alle continue, stranamente inarrestabili rivelazioni ufficiali sull’annosa “questione aliena”, sulla quale le stesse voci dell’establishment hanno smesso di scherzare, di negare l’evidenza. E’ la scala di grandezza, in questo caso, ad appaiare certe presunte leggende alla dimensione planetaria del catastrofico presente, in cui teoricamente si pretende ancora che un piccolo partito, in un minuscolo paese, possa davvero dire la sua in una dimensione letteralmente incommensurabile, in cui tre soli fondi d’investimento, soci l’uno dell’altro (Vanguard, State Street e BlackRock) sono azionisti di qualunque cosa rappresenti il minimo interesse economico, in ogni campo: banche e petrolio, informazione e web, armamenti e trasporti, aerospaziale, alta tecnologia e intelligenza artificiale, edilizia e farmaceutica, grande industria, agroalimentare e grande distribuzione, spettacolo e cultura, telecomunicazioni e ricerca scientifica.L’aspetto tragicomico del made in Italy pandemico è garantito dalla ritualità scadente di un paese sottomesso alla religione del virus, che riesce a irridere la Festa del Lavoro massacrando centinaia di migliaia di piccole aziende, e a dissacrare persino la Festa della Liberazione celebrando il 25 Aprile dei partigiani nei giorni del coprifuoco, in una sorta di squallida farsa, vagamente spettrale, che ricorda le note di Rosamunda inflitte ogni mattina ai prigionieri di Auschwitz. E’ la stessa Italia dei coatti che nella primavera 2020 cantavano Bella Ciao dai balconi, pavesati a festa con lo slogan religioso “andrà tutto bene”. L’altra Italia – quella “bannata” ogni giorno da Facebook e da YouTube – resiste davvero, a modo suo, veicolando informazioni. Ai più scoraggiati, c’è chi propone un pensiero semplice: tanto accanimento contro i dissidenti non può che confermare indirettamente il timore che incutono, nonostante tutto, ai gestori dell’Antico Ordine Mondiale.Non profonderebbero tante energie, fino a trasformare giornali e televisioni in barzellette, se non avessero paura di un possibile, ipotetico risveglio collettivo. Considerate se questo è un uomo: davvero vogliamo continuare a vivere così? E soprattutto: c’è qualcosa che possiamo fare, per cambiare il corso degli eventi, sia pure in un pianeta palesemente dominato dall’alto, come oggi appare vistosamente evidente? C’è qualcosa che dovremmo sapere, e che i dominatori conoscono benissimo? Cosa nasconde, in realtà, l’ossessione nazistoide per il distanziamento interpersonale, imposto per alimentare la diffidenza reciproca e spezzare ogni forma di solidarietà, isolando l’individuo e lasciandolo in compagnia delle sue paure? L’apocalisse in corso (il famoso bicchiere mezzo pieno) porta in regalo la rivelazione di un’enormità patente, indigeribile, e fino a ieri impensabile. A meno che non si fosse letto Paolo Barnard, ovvero la descrizione minuziosa del sadismo di cui è capace, all’occorrenza, l’Antico Ordine Mondiale.(Giorgio Cattaneo, 1° maggio 2021).Chiedetevi come mai la politica fallisce sempre, i partiti fanno cilecca e i leader finiscono per deludere. Oggi la risposta è sulla bocca di tutti quelli che hanno smesso di dormire; ma una decina di anni fa era un giornalista come Paolo Barnard, in solitudine, a proporre la domanda: chi comanda davvero, lassù, al di là dei piccoli esecutori locali, fabbricati in serie con i sondaggi e destinati invariabilmente a sgonfiarsi, dopo aver assolto al piccolo compito che era stato loro assegnato? Da qualche decennio, il copione è invariato: da una parte i paracarri, i pretoriani ufficiali del sommo contabile, e dall’altra gli outsider professionali, con traiettoria pilotata. L’outsider spunta come un fungo e un giorno esplode, viene osteggiato ma poi conquista i suoi spazi, varca la soglia sacra della televisione e infine accede al governo, da cui poi abbandonerà – uno ad uno – tutti i suoi cavalli di battaglia, lasciando senza parole gli elettori che gli avevano dato fiducia nel solito modo, e cioè religiosamente. Sempre così: show must go on, avanti un altro.
-
Speranza tra bugie e omissioni: se questo è un ministro
L’attitudine di Speranza a nascondere la verità è inquietante. Viene da pensare sia incompatibile col ricoprire un ruolo istituzionale, visto che nasconde la verità e distorce i fatti. In Senato aveva l’opportunità di fare chiarezza su tutto, e invece ha deciso di rispondere solo a quei temi che riteneva più agevoli. Ha distorto le richieste di chiarimenti e ha del tutto omesso di spiegare fatti che gli venivano contestati. Non si è neppure degnato di smentirli, ma evidentemente perché non poteva farlo. Il famoso report dell’Oms scritto da Francesco Zambon e poi rimosso dal sito dell’Organzzazione Mondiale della Sanità? Speranza in aula ha detto: «Non siamo stati noi a farlo ritirare». Ma nessuno lo ha mai accusato di questo. Noi abbiamo domandato se lui o qualcuno del suo ministero si sia adoperato affinché quel documento non tornasse online. E il suo dicastero c’entra: nelle email e negli Sms tra Ranieri Guerra e Silvio Brusaferro si riferisce di incontri tra Guerra, Speranza e il suo capo di gabinetto, Goffredo Zaccardi. Quei file, in mano alla Procura di Bergamo, dimostrano che Zaccardi si adoperò affinché quel report ‘morisse’ e venisse fatto ‘cadere nel nulla’.
-
Magaldi: coprifuoco illegale, il governo non può imporlo
Giustizia e libertà, in nome della democrazia italiana. Gioele Magaldi sfida il governo Draghi, i giornalisti e gli stessi poliziotti: il Movimento Roosevelt, da lui presieduto, violerà il coprifuoco la sera di sabato 1° Maggio, Festa del Lavoro, con una nuova “passeggiata disobbediente” a Campo dei Fiori, nel cuore di Roma, ai piedi della statua di Giordano Bruno, simbolo di resistenza contro l’oppressione. Magaldi ricorda che, lo scorso 27 febbraio – nel corso di un’analoga iniziativa – i militanti furono identificati dalla polizia e maltrattati dalla stampa, che li definì “negazionisti”, sulla base di una “velina” dell’ufficio stampa della Questura di Roma. «Ora chiediamo ai giornali – e in primis alla Questura – di pubblicare una rettifica a norma di legge: noi non neghiamo affatto il Covid. E invitiamo i giornalisti a venire a Campo dei Fiori per prendere nota delle ragioni della nostra richiesta nonviolenta, civile e democratica, di rispettare la Costituzione, che proibisce al governo di istituire un coprifuoco in tempo di pace».Non solo: «Insieme agli avvocati del servizio di Sostegno Legale del Movimento Roosevelt, stiamo valutando la possibilità di richiedere un risarcimento danni agli agenti di polizia che dovessero verbalizzarci: in base al Codice di Norimberga, infatti, non potrebbero eseguire disposizioni incostituzionali». Magaldi rende pubblico il programma della giornata, invitando poliziotti e giornalisti a far visita ai militanti: il Movimento Roosevelt si riunirà in assemblea già nel pomeriggio, alle ore 14.30, nel locale “L’Habituè” di via dei Gordiani, 22. «Quindi ci assembreremo, e nello stesso locale poi ceneremo (anche al chiuso) prima di raggiungere Campo dei Fiori alle ore 22.45, violando pertanto il coprifuoco». Trasparente la motivazione: «Ben lungi dal negare che il Covid possa essere pericoloso, contestiamo radicalmente le scandalose politiche autoritarie introdotte per la gestione della pandemia: restrizioni catastrofiche, in quanto inefficaci verso il Covid e gravemente liberticide».Magaldi cita il caso dello studente ventunenne di Camerino, Marco Dialuce, che è riuscito a far “assolvere” un amico, sanzionato per violazione del coprifuoco: «Uno studente del secondo anno di giurisprudenza ha più coscienza giuridica degli esimi esperti che hanno sin qui malgovernato la gestione politico-sanitaria dell’emergenza». Il presidente “rooseveltiano” menziona anche il tribunale di Reggio Emilia, che ha appena respinto la legittimità giuridica del coprifuoco: come affermato dal Gup, Dario De Luca, la Costituzione (articolo 13) non ammette l’imposizione del coprifuoco, in tempo di pace, nemmeno in presenza di un’emergenza sanitaria: un simile “obbligo di permanenza domiciliare” può essere imposto solo a singoli cittadini, e unicamente da un magistrato. «In nessun caso il coprifuoco può essere imposto da un governo», sottolinea Gioele Magaldi: «Certo non lo si può imporre con un Dpcm, e nemmeno con un decreto legge».Pur riconoscendo che Mario Draghi ha rinunciato a un vero e proprio lockdown, anticipando timidamente alcune riaperture al 26 aprile, Magaldi però avverte: «Draghi rischia di essere travolto dalla continuità sostanziale col governo Conte-bis nella gestione delle politiche sanitarie, incluse le annesse restrizioni liberticide. Rischia così di veder pregiudicate le sue chance di andare al Quirinale, ma anche di veder appannato il suo buon nome, la fiducia che il popolo italiano aveva in lui: perché ci vorrà molto tempo, per vedere un rilancio dell’economia, specie se la politica sanitaria continuerà a essere così devastante, dal punto di vista sociale». Ribadisce Magaldi: «Noi non neghiamo affatto l’esistenza del Covid, né che questo virus possa provocare danni gravi. Riteniamo piuttosto che ci sta stata una strage di Stato, come spiegato nel bel libro di Giorgianni e Bacco, perché il virus non è stato ben curato, i protocolli di cura sono ancora tragicamente sbagliati e si sono commesse innumerevoli nefandezze, mentre alcuni vili affaristi lucravano con la compravendita di mascherine e quant’altro, in danno dell’erario e della collettività, approfittando come sciacalli della situazione».Magaldi denuncia la perdurante assenza di un protocollo basato sulle cure domiciliari precoci, decisive per abbattere il numero dei ricoveri: «Il fatto che sia aberrante che ci si limiti tuttora a prescrivere Tachipirina e “vigile attesa” non è più una semplice opinione medica; di fronte alle evidenze ormai emerse diventa un atto criminale, criminogeno: procurata strage, vorrei dire. Se si continua così, i pazienti li costringi a ricoverarsi quando ormai si sono aggravati». Nel mirino, Roberto Speranza: «Il ministero della sanità credo richieda un intervento capillare della magistratura: il fatto che nei protocolli si parli ancora di paracetamolo e “vigile attesa” – insiste Magaldi – è uno sberleffo sonoro a tutti i morti, a tutte le persone gravemente colpite dal Covid. Credo sia il caso di procedere con qualche denuncia: visionando i protocolli, prendo atto di una serie di cose che sono insopportabili».«Non ci sono soltanto le falsificazioni avallate dal ministro Speranza e dal suo capo di gabinetto, che hanno coinvolto Ranieri Guerra e lo stesso Silvio Brusaferro, attuale direttore dell’Iss, ma c’è un ministero che va rovesciato come un calzino: serve l’intervento della magistratura», ribadisce il presidente del Movimento Roosevelt. «Mario Draghi potrebbe evitare di ritrovarsi in questa situazione, rifilando un bel calcio nel culo (felpato, elegante quanto si voglia) a Roberto Speranza e a gran parte dei dirigenti della sanità italiana». Al nuovo premier, Magaldi non fa sconti: «Il 25 aprile, Draghi ha detto che nulla può essere anteposto alla libertà. Suona beffarda, questa affermazione, perché invece noi alla libertà abbiamo anteposto una presunta salute pubblica, insieme a meccanismi di manipolazione psicologica collettiva: il coprifuoco non ha alcun fondamento, nello sforzo per contenere il virus, mentre sta devastando la vita del paese e compromettendo le prenotazioni per l’imminente stagione turistica».Magaldi invita i ristoratori a violare le restrizioni, e i cittadini a uscire di casa la sera, dimostrando di essere consapevoli del valore della libertà e della democrazia. «I ristoratori faranno bene a rimanere aperti, e la gente farà bene a infischiarsene del coprifuoco: così agisce un popolo maturo, affermando con la sua azione il proprio “no” alle vessazioni anticostituzionali». La vera partita, avverte Magaldi, è quella che si giocherà in autunno, con l’eventuale recrudescenza di questo virus, reale o enfatizzata dai media e da una contabilità discutibile. «Non possiamo rischiare di tornare a chiudere l’Italia. La risposta? Iniziare a passeggiare dopo le 22, e pretendere prevenzione sanitaria e protocolli di cura finalmente efficaci. Tra le misure più urgenti, il potenziamento dei trasporti pubblici: si impedisce l’assembramento al bar, ma poi ci si continua ad assiepare tranquillamente in metropolitana».Aggiunge Magaldi: «Se siamo ancora sottoposti al coprifuoco, comunque, è anche colpa dei cittadini, che non hanno protestato abbastanza. La democrazia e la libertà hanno sempre un prezzo: cerchiamo di meritarcele, iniziando a disobbedire». Magaldi annuncia «azioni giuridiche mirate» e propugna «azioni popolari, di piazza», spiegando: «Se riusciamo a convincere i legislatori che “non c’è più trippa per gatti”, potranno anche discettare di nuove pandemie, ma l’interesse a fomentarle verrà meno. Se invece i cittadini continueranno a comportarsi come pecore che attendono che il buon pastore, graziosamente, dispensi libertà (o magari la limiti), allora non andremo da nessuna parte». Ancora: «Invece di soffiare sul fuoco del terrorismo psicologico, puntando solo alla sopravvivenza biologica, si ponga finalmente l’accento sui valori non negoziabili, come quella libertà di cui parlava Draghi il 25 aprile». Ai giornalisti, Magaldi rivolge un invito: «Una volta tanto, si mettano al servizio dei valori democratici». E un appello, infine, agli operatori della pubblica sicurezza, in un clima sociale dove l’insofferenza sta ormai crescendo a vista d’occhio: «Invito le forze dell’ordine a riflettere: valutino se per caso non stiano operando in modo incostituzionale».Giustizia e libertà, in nome della democrazia italiana. Gioele Magaldi sfida il governo Draghi, i giornalisti e gli stessi poliziotti: il Movimento Roosevelt, da lui presieduto, violerà il coprifuoco la sera di sabato 1° Maggio, Festa del Lavoro, con una nuova “passeggiata disobbediente” a Campo dei Fiori, nel cuore di Roma, ai piedi della statua di Giordano Bruno, simbolo di resistenza contro l’oppressione. Magaldi ricorda che, lo scorso 17 febbraio – nel corso di un’analoga iniziativa – i militanti furono identificati dalla polizia e maltrattati dalla stampa, che li definì “negazionisti”, sulla base di una “velina” dell’ufficio stampa della Questura di Roma. «Ora chiediamo ai giornali – e in primis alla Questura – di pubblicare una rettifica a norma di legge: noi non neghiamo affatto il Covid. E invitiamo i giornalisti a venire a Campo dei Fiori per prendere nota delle ragioni della nostra richiesta nonviolenta, civile e democratica, di rispettare la Costituzione, che proibisce al governo di istituire un coprifuoco in tempo di pace».
-
Vaccino, o niente più libertà: non è la Cina, è Israele
Pass vaccinale e schedatura a punteggio: per premiare i cittadini più obbedienti, esattamente come in Cina. Lo afferma la scrittrice americana Naomi Wolf, già consulente di Al Gore e Bill Clinton, in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”: lo Stato ebraico è diventato un laboratorio a cielo aperto per i passaporti-Covid. «Israele sta rapidamente diventando uno “Stato di bio-sicurezza”, dove solo lo status di persona vaccinata permette di partecipare alla vita normale, avvertendo che il mondo intero potrebbe rapidamente seguirne l’esempio». I passaporti vaccinali che attestano l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19 sono attualmente in discussione in vari paesi di tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna: una strategia del genere rende i vaccini “genici”, a tutti gli effetti, delle iniezioni obbligatorie, poiché rifiutare il “vaccino” (sperimentale) significa l’immediata la messa al bando dalla società. «E’ una tecnica ben precisa: e ogni “comunità chiusa” la utilizza per creare una società dentro la società: favorire coloro che si adeguano e limitare i posti di lavoro, l’avanzamento professionale e l’accesso scolastico di chi non si vuole sottomettere».Per la Wolf, «è il classico esempio dell’edificazione di una cultura fascista e di un’economia fascista». Per molti aspetti, Israele è il terreno di prova di questa metodologia, con un sistema di Green Pass che permette ai vaccinati di accedere alla società, limitandone invece la partecipazione a chi ha evitato di vaccinarsi. «E’ la distruzione della società: qualcosa che mina i diritti dei cittadini e crea uno “Stato di sorveglianza”». Per la Wolf, si tratta di un lancio globale: l’esperimento israeliano è stato imitato dalla Danimarca. Pessime notizie: «In soli 4 mesi, Israele ha distrutto la sua società civile». Sembra in corso una guerra: «Gli attivisti si trovano ora sotto una sorveglianza a 360 gradi, nessuno può fare a meno del lasciapassare, e ai genitori viene detto che i loro passaporti verranno ritirati se non acconsentiranno anche alla vaccinazione dei loro figli». Con questo sistema, aggiunge la Wolf, in Israele è limitato ai soli vaccinati anche l’accesso ai negozi di alimentari.«Israele è il primo test di laboratorio di Pfizer, perfettamente in simbiosi con il governo Netanyahu, per l’instaurazione di uno stato di bio-vigilanza attraverso i passaporti vaccinali», afferma Naomi Wolf. «Per questo motivo, gli israeliani devono continuamente esibire il proprio passaporto vaccinale, che è digitale». Tel Aviv come Pechino: «Il passaporto vaccinale è come il famigerato sistema di credito sociale che ha la Cina». Ci stiamo arrivando anche noi: «Basterà collegare allo status vaccinale i servizi telematici di Google Wallet, Apple Pay o PayPal». Gli avvertimenti della Wolf non sono affatto isolati, scrive Michael Haynes nel post citato da “Come Don Chisciotte”: sono in continua crescita le segnalazioni su come Israele stia limitando la libertà dei propri cittadini attraverso i passaporti vaccinali, anche se queste storie non finiscono sui media tradizionali. A febbraio, il Parlamento israeliano «ha approvato una legge che permette che le informazioni personali di coloro che hanno rifiutato i vaccini sperimentali Covid-19 siano raccolte e condivise con gli organi competenti dal ministero della salute».Questa raccolta di “nomi, codici fiscali, indirizzi e numeri di telefono” verrà attuata per “incoraggiare” l’assunzione dei vaccini sperimentali. Di recente, Celeste McGovern (attivista per la difesa della salute dei bambini) ha riferito di cittadini israeliani che hanno parlato di una vera e propria “apartheid medica” derivante dai passaporti vaccinali. Un video, dalla pagina Facebook di “Radiant Israel” del 18 febbraio, mostra un cittadino israeliano, Gilad Rosinger, che descrive il sistema dei Green Pass come una «agenda pre-Olocausto», spiegando: «Se non ti sottometti a questa malvagia, demoniaca e tirannica agenda, se cioè scegli di dire “non sono pronto a partecipare a questo programma sperimentale”, allora in Israele vieni considerato un cittadino di seconda classe». Aggiunge Rosinger: «Mio nonno era stato l’unico sopravvissuto all’Olocausto di tutta la sua famiglia, e questo è esattamente come era iniziato: con la discriminazione, con le attività commerciali differenziate fra “essenziali” e “non essenziali”, con la gente che diceva che gli ebrei erano cittadini di seconda classe».La corrispondente da Gerusalemme del “New York Times” – scrive Haynes – ha involontariamente confermato la gravità delle parole di Rosinger, quando ha descritto la vita nello “Stato vaccinale” di Israele. Una cittadina come Isabel Kershner ha ammesso di essere «un membro di una nuova classe privilegiata: quella dei completamente vaccinati», il cui status è comprovato dal Green Pass. Simili misure, nel mese di febbraio, hanno spinto “Business Insider” a descrivere il paese come «in guerra contro i non vaccinati». La situazione è oggettivamente molto seria. Al 12 aprile – riassume Haynes – il 58,7% degli israeliani aveva ricevuto la prima dose del vaccino, e il 54,4% la seconda. La fulminea e super-promossa campagna vaccinale del paese, che ha spinto personaggi come l’americano Anthony Fauci a definire la risposta di Israele alla vaccinazione come «straordinariamente buona», è stata lodata da tutti i media globali.La ragione di questo rapido e aggressivo lancio, aggiunge Haynes, è dovuta al fatto che il primo ministro, Benjamin Netanyahu, aveva offerto di utilizzare il suo paese come cavia per il test di massa del vaccino Pfizer-Biontech. L’accordo prevede che Israele fornisca rapporti settimanali sullo stato di avanzamento della campagna vaccinale, compresi i casi di infezione, i ricoveri e le morti, con i i dettagli completi sui vaccinati e il grado di efficacia dell’inoculo. La “Deutsche Welle” conferma che questo sistema fornisce alle aziende produttrici «molti più dati, sui vaccini, di quelli che avrebbero ricavato da qualsiasi altro studio». In cambio di queste informazioni, Pfizer ha garantito a Israele un numero enorme di vaccini (milioni di dosi), con diritto di prelazione rispetto ad altri paesi. Lo stesso patron di Pfizer, Albert Bourla, ringraziando il «caro amico» Netanyahu, in un’intervista alla “Nbc” ha definito Israele «laboratorio del mondo» per l’utilizzo sperimentale delle terapie geniche introdotte come profilassi per il Covid.Tutto questo – scrive ancora Michael Haynes – ha portato la commissione israeliana per i diritti umani e il Comitato di Helsinki ad accusare il governo di condurre esperimenti clinici senza l’approvazione della commissione, rendendo così illegale l’accordo con Pfizer. Successivamente, è stata presentata una denuncia alla Corte Penale Internazionale contro il governo israeliano ed altri funzionari da “Anshei Emet”, un gruppo di avvocati, medici, attivisti pubblici e ufficiali delle forze armate israeliane che hanno fatto la scelta di esercitare il loro diritto democratico di non ricevere il trattamento medico sperimentale, nonostante «le gravi, dure e illegali pressioni» del governo israeliano. «Il gruppo ha accusato il governo di crimini contro l’umanità e della violazione del Codice di Norimberga, a causa delle forti pressioni per la realizzazione di un programma vaccinale coercitivo, benché basato su farmaci ancora sperimentali». Lo stesso ministero della salute, aggiunge “Anshei Emet”, «ha ammesso apertamente che il 41% del personale di polizia, militare, educativo e medico vaccinato ha subito gravi effetti collaterali e complicazioni pericolose per la vita».L’alto tasso di mortalità connesso alle vaccinazioni sembrerebbe supportato dall’analisi effettuata dal dottor Hervé Seligmann (università di Aix-Marseille) e dall’esperto informatico Haim Yativ. Esaminando le reazioni avverse finora riscontrate, i ricercatori temono che il vaccino Pfizer, negli anziani, possa avere «un tasso di mortalità 40 volte superiore a quello della malattia stessa», e 260 volte più alto del rischio-Covid per i giovani. «Lo scopo del rapido lancio di questo vaccino sperimentale – hanno spiegato – era quello di consentire l’introduzione del passaporto vaccinale e di promuovere le vendite di Pfizer». Durissimo il giudizio di Seligmann e Yativ: «Le vaccinazioni hanno causato più morti di quante ne avrebbe causate il coronavirus nello stesso periodo, e hanno sottoposto Israele a un nuovo Olocausto».Pass vaccinale e schedatura a punteggio: per premiare i cittadini più obbedienti, esattamente come in Cina. Lo afferma la scrittrice americana Naomi Wolf, già consulente di Al Gore e Bill Clinton, in un post tradotto da “Come Don Chisciotte“: lo Stato ebraico è diventato un laboratorio a cielo aperto per i passaporti-Covid. «Israele sta rapidamente diventando uno “Stato di bio-sicurezza”, dove solo lo status di persona vaccinata permette di partecipare alla vita normale, avvertendo che il mondo intero potrebbe rapidamente seguirne l’esempio». I passaporti vaccinali che attestano l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19 sono attualmente in discussione in vari paesi di tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna: una strategia del genere rende i vaccini “genici”, a tutti gli effetti, delle iniezioni obbligatorie, poiché rifiutare il “vaccino” (sperimentale) significa l’immediata la messa al bando dalla società. «E’ una tecnica ben precisa: e ogni “comunità chiusa” la utilizza per creare una società dentro la società: favorire coloro che si adeguano e limitare i posti di lavoro, l’avanzamento professionale e l’accesso scolastico di chi non si vuole sottomettere».
-
Il coprifuoco della verità: l’Italia riapre ma resta illegale
Il coprifuoco della verità mantiene l’Italia nella grande menzogna in cui è stata immersa, a partire dalla drammatica primavera 2020, con l’occultamento sistematico della reale situazione sanitaria e delle vie d’uscita medico-farmacologiche individuate quasi subito dai medici più brillanti e coraggiosi. Lo sgangherato carrozzone politico che sostiene il governo Draghi continua a non farne cenno, così come la stessa opposizione: Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che non si sono mai opposti al golpe bianco commissionato a Conte, neppure oggi contestano in modo chiaro la linea sanitaria governativa. Draghi infatti punta tutto sull’ambiguo compromesso dei vaccini, seguitando a ignorare la via maestra delle cure precoci domiciliari: attraverso un protocollo terapeutico nazionale, l’assistenza medica trasformerebbe il Covid in una malattia regolarmente curabile, evitando quasi sempre il ricovero in ospedale e quindi azzerando, di fatto, i numeri dell’emergenza.Per contro, di fronte al crollo socio-economico di metà del paese (escluso cioè il pubblico impiego e le grandi aziende), Mario Draghi imbocca la strada delle riaperture, in clamorosa controtendenza rispetto a paesi come la Germania, che ora estendono alla narrazione sul Covid lo stesso rigore inflitto per decenni al resto del continente, in materia finanziaria. Le riaperture promosse da Draghi restano però timide, vincolate all’impostura di fondo (politica e mediatica) che protegge i gestori dell’emergenza: anziché “far correre” il virus per accelerare il suo declino epidemiologico in termini di pericolosità (adottando al tempo stesso misure che consentano di curare a casa i malati, tempestivamente), si insiste con la prudenza sociopatica del distanziamento, con le Regioni colorate, e addirittura con l’atrocità insensata del coprifuoco, massimo vulnus – a livello pratico e simbolico – inferto alle libertà democratiche sancite sulla carta dalla Costituzione italiana.Il regime di totale illegalità imposto per decreto – inaugurato da Giuseppe Conte – sopravvive nel retrobottega di Palazzo Chigi, dove si tenta di anestetizzare (nell’abbraccio artificiale dell’unità nazionale) il veleno mortale introdotto nel sistema-Italia dagli uomini di Conte e D’Alema, Grillo e Zingaretti. L’Italia resta il paese che ha silenziato l’assenza di un piano pandemico aggiornato, ha imposto il divieto di effettuare autopsie nella primavera 2020 e poi ha fatto cremare i cadaveri delle vittime, cioè le prove materiali di una strage imputata a un virus ma in realtà largamente causata dall’assenza di terapie efficaci, da protocolli sbagliati, dalla mancanza di cure precoci. Il tutto, cementato da una disinformazione criminale, sparsa a piene mani dai grandi media. Oggi, anche sotto la spinta della rabbia eslposa nelle piazze (come correttamente riconosciuto da Draghi) si elargisce una riapertura col contagocce, ancora e sempre condizionata dalla paura e dalla follia suicida del distanziamento: tenere lontano il virus significa solo allungargli la vita, prolungando la tragica farsa verso orizzonti da incubo destinati a non finire mai.Il coprifuoco della verità mantiene l’Italia nella grande menzogna in cui è stata immersa, a partire dalla drammatica primavera 2020, con l’occultamento sistematico della reale situazione sanitaria e delle vie d’uscita medico-farmacologiche individuate quasi subito dai medici più brillanti e coraggiosi. Lo sgangherato carrozzone politico che sostiene il governo Draghi continua a non farne cenno, così come la stessa opposizione: Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che non si sono mai opposti al golpe bianco commissionato a Conte, neppure oggi contestano in modo chiaro la linea sanitaria governativa. Draghi infatti punta tutto sull’ambiguo compromesso dei vaccini, seguitando a ignorare la via maestra delle cure precoci domiciliari: attraverso un protocollo terapeutico nazionale, l’assistenza medica trasformerebbe il Covid in una malattia regolarmente curabile, evitando quasi sempre il ricovero in ospedale e quindi azzerando, di fatto, i numeri dell’emergenza.
-
Magaldi: strage di Stato, indagate Speranza e complici
«Ha tentato in modo arrogante e mafioso di occultare una verità che un funzionario onesto aveva evidenziato». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, attacca il ministro Roberto Speranza: così come lo stesso Conte, non poteva essere all’oscuro delle inaudite manovre messe in atto per insabbiare il dossier di un valente funzionario dell’Oms, Francesco Zambon, che all’inizio della primavera 2020 aveva inutilmente segnalato l’assenza di un piano pandemico aggiornato. «Mi complimento con Massimo Giletti, che l’11 aprile nel suo programma su La7, “Non è l’arena”, ha riassunto la vicenda: Ranieri Guerra, già direttore generale del ministero della salute e dunque responsabile dei piani pandemici, prima non ha aggiornato il piano per l’Italia, e poi – divenuto direttore vicario dell’Oms – si è vantato con Silvio Brusaferro, neo-portavoce del Cts, di aver intimato a Zambon di cambiare le carte in tavola, arrivando infine a far ritirare il rapporto».Per Magaldi, «anche Brusaferro dovrebbe essere costretto a dimettersi subito, per rimozione della verità e per truffa», nell’ambito di una manovra che l’ha visto agire come «compagno di merende di Ranieri Guerra e dello stesso Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto del ministro Speranza». Insiste Magaldi: non è immaginabile che Speranza non fosse al corrente dei fatti, impegnato com’era a «promuovere la logica del terrore e delle morti, molte delle quali evitabili con un piano pandemico aggiornato e prontamente applicato, quindi con una ben diversa capacità di gestione dell’emergenza». Conclusione: l’esponente di Leu «non può più essere ministro, dopo questa storia: Draghi non può permettersi di continuare ad avere un “ministro della malasanità” come Speranza, che mi auguro venga anche processato, specie dopo le verminose comunicazioni tra Guerra e Brusaferro, mostrate in primis da Giletti: sono parte di un comportamento non scusabile e non accettabile, che probabilmente presenta anche profili penali».Esponente della massoneria sovranazionale progressista, Magaldi preme su Draghi: «Ho informazioni ancora più esplosive su quanto è accaduto e sta ancora accadendo», premette. «Credo che Draghi sia sempre più incline a meditare: non solo sulla gente da cui è circondato e di cui deve liberarsi al più presto, ma anche sul paradigma finora adottato». Sottolinea il leader “rooseveltiano”: «Ancora prima della salute viene la libertà: se tuteli la libertà e persegui la verità, allora tutelerai anche la salute. Invece, quelli come Speranza – che hanno messo al primo posto la salute biologica e calpestato le libertà costituzionali – alla fine non si sono curati nemmeno della salute, come viene fuori dagli scandali che stanno emergendo». Magaldi cita il saggio “Strage di Stato” (Lemma Press), scritto dal medico Pasquale Bacco e dal magistrato Angelo Giorgianni. «Il libro dà conto di verità inaudite e ben documentate: ed è stato vittima di uno scandaloso linciaggio, che denota una vocazione alla menzogna, alla diffamazione e alla calunnia».Magaldi accusa Giuliano Ferrara, fondatore del “Foglio”, che definisce «preclaro esemplare di conformismo e piaggeria nei confronti del potere: ha agito da cialtrone, criminalizzando quel libro senza neppure averlo letto, altrimenti si sarebbe accorto che non contiene affatto gli accenti “negazionisti” che gli ha attribuito». In altre parole, Ferrara «ha fatto il processo alle intenzioni», avvezzo a dare del “negazionista” «a chiunque si discosti dal pensiero unico». Magaldi critica anche il magistrato antimafia Nicola Gratteri, che ha preso le distanze da quel libro nonostante ne avesse firmato la prefazione: «E’ stato costretto all’abiura perché evidentemente non ha la stoffa di Giordano Bruno. Come diceva Manzoni di Don Abbondio: uno il coraggio non se lo può dare».Magaldi conferma la denuncia contenuta nel libro di Bacco e Giorgianni: «La vicenda Covid è stata una strage di Stato, che peraltro è tuttora in corso: con omicidi, sequestri di persona e atti di violenza privata». Il paese sta crollando, non certo risollevato dai magri “ristori” di Draghi: «Un commerciante a Scanzano ha scritto: “Se mi private della possibilità di lavorare, non mi sento più in dovere di pagare le tasse”». La rabbia sociale è in aumento: «Ormai, intorno a noi vediamo macerie, economiche ed esistenziali. E c’è gente che ha visto morire amici e parenti che potevano essere assistiti diversamente, morti perché mal curati e non perché il virus, di per sé, fosse così letale». Altro scandalo, infatti, la perdurante mancanza di un protocollo sanitario nazionale per le cure precoci, a domicilio: «Tutte vie non percorse: si è deciso di affidarsi al solo vaccino, che non è una terapia ma una semplice profilassi preventiva. Speriamo almeno che sia efficace».Tra le spine degli ultimi giorni, anche l’obbligo vaccinale per i sanitari: una sorta di Tso, con la somministrazione di farmaci recentissimi e ancora sostanzialmente sperimentali. «Il Movimento Roosevelt – annuncia Magaldi – si batterà per assistere i medici “renitenti”, in eventuali azioni legali: deve restare inviolato il diritto del cittadino a non essere “violentato” sul piano terapeutico, come invece facevano i nazisti con i loro prigionieri, ridotti a cavie». Probabilmente, non sono molti i medici e gli infermieri contrari a vaccinarsi. Però il governo, osserva Magaldi, sembra avere paura proprio della loro protesta: «Il potere costituito teme sempre gli eretici, e a maggior ragione – come in questo caso – se i dubbi sono espressi dai sanitari: si rischia di compromettere il conformismo “militare” complessivo che sorregge il paradigma “terroristico”, vigente da ormai un anno».Purtroppo, conclude il leader “rooseveltiano”, «su tutta questa vicenda pesa come un macigno il fatto che siano saltati alcuni principi costituzionali: prima vanno ripristinati quelli». Ormai, aggiunge, «la libertà di pensiero e di espressione è sempre più soffocata, anche sui social media». Urge l’adozione di un cambio di paradigma, insiste Magaldi: aiuti immediati e sostanziosi per le aziende in agonia, e finalmente cure efficaci e tempestive per chi contrae il Covid, senza quindi dover più ricorrere (tardivamente) all’ospedale. Prima ancora: «Il cittadino deve restare libero di scegliere di rischiare: tra le possibili conseguenze del coronavirus e le possibili conseguenze di un vaccino». Mario Draghi? «Credo che debba studiare di più, sul piano del rapporto tra effettiva tutela della salute e rispetto di quei principi democratici e liberali, in nome dei quali ha giustamente dato del tiranno al “fratello contro-iniziato” Erdogan». Primo passo, dunque: «Fare pulizia, come già avvenuto nel caso di Arcuri, anche nella catena di comando della sanità». Un ambiente che Magaldi vede «affollato di mascalzoni che devono andarsene a calci nel culo, indagati ed eventualmente condannati dalla magistratura: non possono essere loro, i dispensatori della verità di Stato, in una faccenda seria come quella del Covid».«Ha tentato in modo arrogante e mafioso di occultare una verità che un funzionario onesto aveva evidenziato». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, attacca il ministro Roberto Speranza: così come lo stesso Conte, non poteva essere all’oscuro delle inaudite manovre messe in atto per insabbiare il dossier di un valente funzionario dell’Oms, Francesco Zambon, che all’inizio della primavera 2020 aveva inutilmente segnalato l’assenza di un piano pandemico aggiornato. «Mi complimento con Massimo Giletti, che l’11 aprile nel suo programma su La7, “Non è l’arena”, ha riassunto la vicenda: Ranieri Guerra, già direttore generale del ministero della salute e dunque responsabile dei piani pandemici, prima non ha aggiornato il piano per l’Italia, e poi – divenuto direttore vicario dell’Oms – si è vantato con Silvio Brusaferro, neo-portavoce del Cts, di aver intimato a Zambon di cambiare le carte in tavola, arrivando infine a far ritirare il rapporto». Per Magaldi, «anche Brusaferro dovrebbe essere costretto a dimettersi subito, per rimozione della verità e per truffa», nell’ambito di una manovra che l’ha visto agire come «compagno di merende di Ranieri Guerra e dello stesso Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto del ministro Speranza».
-
Medici: resistenza contro il vaccino imposto da Draghi
«Con la risoluzione numero 2361 del febbraio scorso, il Consiglio D’Europa si è espresso in modo piuttosto netto contro l’introduzione negli Stati membri di un obbligo vaccinale». Lo sottolinea Sonia Fascendini, su “Trend Online”. Nella risoluzione si legge tra l’altro che gli Stati membri «devono assicurarsi che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria», e che nessuno (politicamente, socialmente o altrimenti) è «sottoposto a pressioni per farsi vaccinare», se non desidera farlo. Inoltre, secondo questo primo pronunciamento di un organo dell’Unione Europea, si deve «garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato», per qualsiasi motivo (possibili rischi per la salute, di fronte a vaccini Covid ancora sperimentali, o contrarietà personale verso il vaccino come profilassi sanitaria preventiva). Al tempo stesso, aggiunge “Trend Online”, si invitano i paesi Ue ad «adottare misure tempestive ed efficaci per contrastare la disinformazione e l’esitazione riguardo al vaccino Covid-19». Una posizione, quindi, che «sembra orientata verso un’attività di persuasione e di tolleranza verso chi è scettico verso i vaccini».Sembra inoltre esclusa, senza eccezioni, «l’ipotesi invece di imporre un vaccino», o anche solo di «applicare sanzioni o penalizzare chi non voglia farsi inoculare il vaccino», annota la stessa Sonia Fascendini. Peccato però che l’Italia lo abbia appena introdotto, un primo obbligo vaccinale, per ora riservato al personale sanitario. «Già qualcuno inizia a ipotizzare che questo sia il primo passo, verso la diffusione dell’obbligo di sottoporsi al vaccino, poco alla volta, se non per tutti, per una platea molto più ampia». “Merito” del decreto legge del 31 marzo 2021, varato dal governo Draghi. «Trattandosi di un decreto legge e non di un Dpcm, non è possibile ricorrere al Tar», chiarisce il dottor Mariano Amici, che a Roma nell’ultimo anno ha curato e guarito, da casa, ben 2.000 pazienti, senza mai doverli fare ricoverare. Il dottor Amici – violentemente attaccato e diffamato dai grandi media – smonta alla radice il ricorso al vaccino-Covid: non garantisce ai medici vaccinati di non essere contagiosi. Per quale motivo, dunque, costringerli a subire questo singolare Tso, completamente inutile dal punto di vista epidemiologico, sotto pena di gravi sanzioni?Non solo: Mariano Amici è tra quanti diffidano dei “preparati genici sperimentali” spacciati per vaccini contro il Covid. Motivo: non c’è stata un’adeguata sperimentazione, quindi è probabile che i veri effetti indesiderati saranno valutabili solo a fine 2023. Ma soprattutto: perché mai obbligare alla somministrazione del vaccino, quando – com’è ormai dimostrato da centinaia di medici – dal Covid si guarisce normalmente da casa, evitando il ricovero, se si somministrano tempestivamente i farmaci adatti? Scandaloso che, dopo oltre un anno, ancora manchi un protocollo nazionale per le cure precoci, che metta tutti i medici di famiglia nelle migliori condizioni per affrontare il morbo, evitando così l’ospedalizzazione. Il problema Covid? E’ questo: all’ospedale in molti casi si finisce quando è ormai troppo tardi, dopo che il paziente è stato lasciato a casa senza cure per svariati giorni. Viceversa, se le autorità sanitarie cambiassero ottica introducendo finalmente le terapie domiciliari precoci (come ha fatto il Piemonte: unica Regione, per ora), i numeri dell’emergenza – ricoveri e decessi – crollerebbero in modo automatico.E invece, l’Italia insiste nella scelta peggiore: non curare in modo tempestivo, e in più imporre la vaccinazione a medici e infermieri. «Per tutti gli operatori, che per ragioni diverse da quelle di salute si rifiutino di sottoporsi al vaccino, è prevista la sospensione della professione sanitaria e la prestazione dell’attività lavorativa», ricorda “Trend Online”. «La sospensione si protrarrà fino al completamento della compagna vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021». Il decreto Draghi aggiunge che durante questo periodo il datore di lavoro, se possibile, potrà «adibire ad altre mansioni equivalenti, o anche inferiori», chi decida di non ricevere il vaccino, «con pagamento di una retribuzione corrispondente alle mansioni effettivamente svolte». Le mansioni a cui si riferisce il decreto sono quelle dove non ci sia un contatto diretto con i pazienti. «Nel caso non sia possibile il cambio di mansione o non sia accettato, la sospensione sarà effettiva e senza stipendio». Oltre il danno, la beffa: si mantengono a contatto coi pazienti solo i medici vaccinati, che però restano virtualmente contagiosi. «Non resta che la disobbedienza civile», sostiene il dottor Amici, in attesa che i ricorsi raggiungano la Corte Costituzionale. «Se i medici incrociano le braccia, possono convincere il governo a rinunciare a questo tragico, inutile ricatto».L’obbligo vaccinale è purtroppo ammesso dalla nostra Costituzione, anche se che all’articolo 32 stabilisce che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge», e che la legge «non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Con una sentenza del 2917, a proposito della legge che ha introdotto l’obbligo vaccinale per i bambini in età scolare – ricorda ancora Sonia Fascendini su “Trend Online” – la Corte Costituzionale si era già espressa a favore della legittimità di questo obbligo. «Nella sentenza di dice tra l’altro che questa scelta non è irragionevole, perché volta a tutelare la salute individuale e collettiva», e inoltre sarebbe «fondata sul dovere di solidarietà nel prevenire la diffusione di alcune malattie». Ma un semplice decreto legge può introdurre l’obbligo vaccinale? Per la Costituzione, servirebbe una legge vera e propria, del Parlamento. In realtà, anche su questo punto si è già espressa la Corte Costituzionale: nel 2018 ha deciso che, «a fronte di una copertura vaccinale insoddisfacente», possano intervenire direttamente «gli organi di governo», con urgenza.In sostanza, nel caso dei vaccini obbligatori per i bambini la Corte ha considerato valido l’uso di un decreto legge governativo, perché la situazione doveva essere affrontata in modo rapido, tagliando i tempi dell’iter parlamentare. «In questa e in altre sentenze è stato poi più volte sottolineato che l’obbligo di un trattamento sanitario non deve arrecare pericoli ulteriori alla salute delle persone a cui è diretto, e che in sostanza la soluzione non deve essere peggiore del male che si vuole curare». Secondo “Trend Online”, dunque, «nulla esclude che i probabili ricorsi che ci saranno contro il decreto legge che impone l’obbligo vaccinale per i sanitari vengano accolti, perché suffragati da motivazioni valide». E’ quello che si augurano i medici salva-vita come il dottor Amici e i suoi tanti colleghi, per esempio quelli dell’associazione “Ippocrate”. Nel frattempo, però, l’obbligo incombe: e il fatto che a imporlo sia Mario Draghi costituisce una macchia indelebile, per chi sperava che il suo governo segnasse, anche sul piano dell’approccio sanitario, un radicale cambio di passo, rispetto al bilancio catastrofico del governo Conte.«Con la risoluzione numero 2361 del febbraio scorso, il Consiglio D’Europa si è espresso in modo piuttosto netto contro l’introduzione negli Stati membri di un obbligo vaccinale». Lo sottolinea Sonia Fascendini, su “Trend Online”. Nella risoluzione si legge tra l’altro che gli Stati membri «devono assicurarsi che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria», e che nessuno (politicamente, socialmente o altrimenti) è «sottoposto a pressioni per farsi vaccinare», se non desidera farlo. Inoltre, secondo questo primo pronunciamento di un organo dell’Unione Europea, si deve «garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato», per qualsiasi motivo (possibili rischi per la salute, di fronte a vaccini Covid ancora sperimentali, o contrarietà personale verso il vaccino come profilassi sanitaria preventiva). Al tempo stesso, aggiunge “Trend Online“, si invitano i paesi Ue ad «adottare misure tempestive ed efficaci per contrastare la disinformazione e l’esitazione riguardo al vaccino Covid-19». Una posizione, quindi, che «sembra orientata verso un’attività di persuasione e di tolleranza verso chi è scettico verso i vaccini».
-
Bolgan: varianti, così il vaccino allunga la vita al Covid
Questi vaccini potrebbero fungere da catalizzatore nella formazione di varianti, sulle quali non solo sono inefficaci, ma possono anche avere un profilo di patogenicità diverso. Quindi, potremmo anche avere dei virus più pericolosi dal punto di vista della neurotossicità o dell’immunotossicità. Questi vaccini, quindi, creano nuovi virus. Il rischio teorico che questi vaccini vadano a modificare la nostra genetica c’è, sotto forma di reazione avversa, anche se è molto basso. L’Ema ha fatto questa valutazione: ci prendiamo il rischio di avere qualcosa che non sia proprio ottimale perché c’è un’emergenza: bisogna assolutamente cercare di fermare il Covid. Quindi, si è assunta dei rischi. Se la persona è vaccinata, ha degli anticorpi che sono selettivi per quei virus che hanno la stessa sequenza della proteina del vaccino. Quindi, i virus che non vengono colpiti dagli anticorpi vaccinali, avranno modo di essere favoriti nella loro replicazione.Più sono diversi dalla sequenza del vaccino, più avranno possibilità di replicarsi in modo favorevole e quindi di resistere al vaccino. Da qui la vaccino-resistenza, che non è altro che la formazione di una variante. Quindi, in questo momento, le varianti sono necessariamente selezionate dal vaccino. Il fatto che nei paesi dove stanno vaccinando sia caduto bruscamente il numero dei casi, potrebbe essere dovuto al fatto, semplicemente, che hanno abbassato il numero di cicli dei test Pcr (tamponi). La Pcr, per come è fatta adesso, è facilmente manipolabile. Per il Sars-Cov-2, che è un virus a Rna che muta continuamente, non è sicuramente il test corretto. Il modo in cui il test Pcr è stato condotto non ci permette di capire quanti casi Covid abbiamo realmente, perché dentro la grande massa dei contagiati abbiamo falsi positivi, ovvero persone positive al test che non sono morte di Covid, ma come conseguenza di altre patologie (il Covid ha una serie di sintomi specifici).Inizialmente c’è stata una narrativa molto drammatica. Ci hanno detto che questo virus era nuovo e che quindi non si sapeva niente, che non c’erano cure, che la gente moriva e che non si sapeva cosa fare. Primo errore: si sapeva già molto, se non tutto, perché avevamo già avuto la Sars. Quindi, si conosceva esattamente la dinamica della malattia, con piccole differenze dovute alla caratteristica del Sars-Cov-2 (che è molto più contagioso, ma meno mortale, rispetto alla Sars). C’erano delle differenze cliniche, però si poteva tranquillamente partire dalle conoscenze della Sars per poter fare terapia e anche altro, che poi è quello che hanno fatto in Cina. Noi, invece, siamo partiti da zero. E abbiamo continuato ad affermare che di farmaci non ce n’erano, che solo i vaccini sarebbero stati la grande salvezza per uscire dal Covid. Ancora adesso sentiamo dire che, se non facciamo il vaccino, non ne usciremo mai.Sappiamo bene che i trattamenti studiati per la Sars funzionano anche per il Covid. L’idrossiclorochina, l’azitromicina, il cortisone: terapie che sono diventate di prima scelta, per i medici che facevano terapia domiciliare. E sono quelle che sono state riproposte anche quest’anno, con le stesse modalità e con delle integrazioni migliorative che le hanno rese ancora più efficaci. Non si era mai visto prima, per una malattia infettiva unica, ben 260 vaccini. Inoltre, abbiamo centinaia di ditte in corsa tra di loro per mettere in commercio il vaccino. Ci vuole una presa di coscienza dei singoli: devono capire da soli che, purtroppo, i vaccini non proteggono dall’infezione, e nemmeno dalle complicazioni della malattia.Il fatto che un vaccinato prenda comunque l’infezione, già da solo dovrebbe farci capire che i vaccini non risolveranno il problema. Al contrario, lo peggiorano: perché portano allo sviluppo di varianti sempre nuove. Avremo sempre nuove epidemie, che partiranno da ognuna delle varianti che andranno a formarsi. Le persone devono rendersi conto che le varianti sono dovute alla vaccinazione stessa e che, a differenza di quelle naturali (che tendono progressivamente a far finire l’epidemia), le varianti da vaccino prolungano l’epidemia all’infinito. I danni da vaccino esistono, anche se c’è una struttura che li nega. A luglio-agosto sapremo quante persone vaccinate si sono re-infettate.(Loretta Bolgan, dichiarazioni rilasciate al sito “Mitt Dolcino” il 3 aprile 2021. La dottoressa Bolgan, laureata in chimica e tecnologia farmaceutica, con un dottorato di ricerca in scienze farmaceutiche, collabora come consulente scientifico con Rinascimento Italia sulle problematiche del Covid-19).Questi vaccini potrebbero fungere da catalizzatore nella formazione di varianti, sulle quali non solo sono inefficaci, ma possono anche avere un profilo di patogenicità diverso. Quindi, potremmo anche avere dei virus più pericolosi dal punto di vista della neurotossicità o dell’immunotossicità. Questi vaccini, quindi, creano nuovi virus. Il rischio teorico che questi vaccini vadano a modificare la nostra genetica c’è, sotto forma di reazione avversa, anche se è molto basso. L’Ema ha fatto questa valutazione: ci prendiamo il rischio di avere qualcosa che non sia proprio ottimale perché c’è un’emergenza: bisogna assolutamente cercare di fermare il Covid. Quindi, si è assunta dei rischi. Se la persona è vaccinata, ha degli anticorpi che sono selettivi per quei virus che hanno la stessa sequenza della proteina del vaccino. Quindi, i virus che non vengono colpiti dagli anticorpi vaccinali, avranno modo di essere favoriti nella loro replicazione.