Archivio del Tag ‘verità’
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Calabresi: ci hanno spesso mentito, ma a Obama crediamo
Il dubbio è salutare, necessario, ma non può essere un alibi per rifiutare la realtà e la sua complessità, preferendo una scorciatoia scabrosa ma, in fondo, rassicurante nella sua elementare semplicità. Il direttore della “Stampa”, Mario Calabresi, prende posizione contro la “teoria della cospirazione” che dubita di tutto, dalla conquista della Luna fino alla morte di Elvis, per arrivare oggi a negare che in Pakistan sia stato davvero ucciso Osama Bin Laden. Giusto dubitare della versione ufficiale e contestare dettagli contradittori, dice Calabresi, ma a patto di non uscire dalla realtà: se il presidente degli Stati Uniti sveglia il mondo in piena notte per dare l’annuncio storico, dobbiamo credergli.
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Giallo Bin Laden, caccia alle streghe e «asini che volano»
Cari amici, stiamo entrando in guerra. «Feste per la morte del nemico. Feste tribali. Orwell che domina». Nessuno si cura di verificare nulla, prevalgono il tifo e la voglia di soluzioni sbrigative, riservando «aggressioni squadristiche» a chi osa avanzare dubbi: «Siamo sul filo della caccia alle streghe contro tutti coloro che non credono agli asini che volano». Giulietto Chiesa, indiziato di “complottismo” per aver guidato la schiera dei non-allineati (alla versione ufficiale), in queste ore è tornato in trincea. Tesi: non c’è ancora uno straccio di prova che Osama Bin Laden sia stato ucciso, tantomeno nel modo che ci è stato riferito: ci sono solo voci, contraddizioni e misteri. Tutto falso, dunque? No, non possiamo dirlo: perché in realtà non sappiamo niente. Eppure, tutti hanno creduto alla versione ufficiale. Pronti, domani, a credere ad altre “notizie” sulla vera guerra già cominciata, quella contro i poveri del pianeta?
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Foa: e ora addio per sempre alla verità sull’11 Settembre
Giustizia è fatta? Così almeno dice il presidente Obama. Giustizia, o meglio: vendetta. Lo scrive a caldo Marcello Foa, editorialista del “Giornale”, il giorno della notizia a reti unificate della morte di Osama Bin Laden. Che in attesa di precisi riscontri resta oscura, gravata da «alcuni dubbi irrisolti». Morto Osama, finisce anche la minaccia terroristica? E perché ci sono voluti dieci anni per chiudere i conti dell’attacco alle Torri Gemelle? Come mai la Cia ha tardato tanto a intervenire? E soprattutto: perché uccidere il super-ricercato, ritenuto il mandante della strage del World Trade Center? Una cosa è certa: tolto di mezzo il “principe del terrore”, quello dell’11 Settembre rischia di restare un mistero. Per sempre.
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Boia e stupratori: l’altro Wojtyla, che i media dimenticano
Il primo maggio, occupando in maniera per niente casuale una data tradizionale del mondo del lavoro e della sinistra laica, Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II, sarà beatificato appena sei anni dopo la morte. Per la chiesa cattolica è uno scalino necessario verso la santità. Anche se circa due milioni di fedeli starebbero viaggiando verso Roma in queste ore, l’opera di Wojtyla mantiene aspetti polemici, rigorosamente dimenticati in questi giorni per le sue omissioni nelle denunce dei casi di pedofilia, per la sua alleanza con le dittature latinoamericane e con prelature discusse come l’Opus Dei e i Legionari di Cristo o per la sua guerra senza quartiere contro la modernità, la Chiesa di base e lo spirito del Concilio Vaticano II.
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Moni Ovadia: in Israele i mandanti dei killer di Arrigoni
È stato ferocemente giustiziato Vittorio Arrigoni, uno dei nostri. Non il militante di una fazione, non solo o non tanto un pacifista o un sostenitore della causa palestinese ma un essere umano che conosceva il significato di questa parola. Essa implica un dovere animato da una passione irreprimibile. Il dovere di stare a fianco al povero, all’oppresso, al perseguitato; i brutali esecutori dell’orrore sarebbero degli islamisti salafiti, vedremo. Ma i mandanti non sono loro. Il mandante della violenza è l’oppressione, l’ingiustizia, il privilegio, il razzismo.
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Ucciso Arrigoni: denunciò le atrocità di Israele a Gaza
Era la spina nel fianco di Israele, la voce di Gaza sotto le bombe al fosforo bianco. Lo hanno ritrovato con gli occhi bendati: non doveva vedere più. Il corpo senza vita di Vittorio Arrigoni, 36 anni, coraggioso reporter indipendente, è stato rinvenuto nella notte fra il 14 e il 15 aprile in un appartamento di Gaza City al termine del blitz organizzato da Hamas per tentare di salvarlo. Sarebbe stato soffocato o strangolato, molto prima dell’ultimatum lanciato dai rapitori, appartenenti – secondo le rivendicazioni ufficiali – a un gruppo salafita islamico ultra-radicale, vicino ad Al Qaeda. L’atroce morte di Arrigoni rappresenta in realtà una svolta per i “falchi” di Tel Aviv: Vittorio era rimasto l’unico, sul campo, a testimoniare le atrocità israeliane contro la popolazione palestinese.
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11 Settembre, la strage era prevista da un’esercitazione
Alla vigilia dell’11 Settembre, il Pentagono stava progettando un’esercitazione basata su uno scenario allora inedito: un aereo che si schianta sulle Torri Gemelle. Lo rivela il generale Peter Chiarelli, allora responsabile dell’area “operazioni, reattività e mobilitazione” di fronte a eventi straordinari, con possibili stragi di massa. L’alto ufficiale, racconta “Shoestring 9/11”, fu trasferito in quel reparto un mese prima della catastrofe. E i preparativi per l’esercitazione furono messi a punto esattamente una settimana prima dell’attentato del secolo, per il quale fu poi accusato Bin Laden e furono scatenate due guerre, in Afghanistan e in Iraq. La notizia si aggiunge all’impressionante casistica sull’11 Settembre, che il grande pubblico continua ad ignorare o trascurare.
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Sindrome di Quirra: ora si indaga sul poligono dei tumori
Sotto inchiesta il “poligono della morte”, sospettato di provocare tumori nella popolazione sarda che vive ai confini della zona militare. La Procura della Repubblica di Lanusei ha aperto un’indagine sul Salto di Quirra, il poligono militare interforze di Perdasdefogu, dopo la segnalazione dei veterinari delle Asl secondo cui il 65% dei pastori si sarebbe ammalato di leucemia. L’accusa, ipotizzata dal romanzo “Perdas de fogu” di Massimo Carlotto e rilanciata da comitati, associazioni e opposizione di centro-sinistra, è che i test balistici e missilistici – delle forze Nato ma anche di singoli produttori di armamenti, a cui il poligono viene affittato – possano diffondere nell’aria, in mare e sul terreno le micidiali “polveri di guerra”, radioattive come l’uranio impoverito responsabile di tante morti fra militari e civili.
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Obama, l’Egitto e la dura legge imposta da Israele
Hosni Mubarak è un signore di 82 anni. Le manifestazioni di questi giorni hanno dimostrato, poi, quanto il popolo egiziano lo ama. Facendo queste due semplici considerazioni, ieri sera il presidente degli Stati Uniti ha fatto un discorso in cui ingiunge, con fare piuttosto autoritario, a Hosni Mubarak a fare delle “riforme” e a “dialogare” con il popolo. Questo non vuol dire mandare via Hosni Mubarak dopo 30 anni di fedele servizio; ma è una bella bacchettata a un impiegato che non ha saputo fare il suo mestiere. Così, quando Hosni Mubarak se ne andrà, o in Arabia Saudita o direttamente in Paradiso, la colpa non sarà data agli Stati Uniti.
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Super-banchieri: un club di delinquenti decide tutto
A proposito di complottisti: dedichiamo questo commento a Pigi Battista e a tutti quelli che sostengono sempre, invariabilmente, le versioni ufficiali. Adesso ne abbiamo una nuova, quasi ufficiale ma, sfortunatamente, complottista al cento per cento. E’ del New York Times, e scommetto un milione di euro che né Pierluigi Battista, né Riotta, né De Bortoli, né nessun altro di questa risma ne parlerà ugualmente, anche se viene dal New York Times. Sembra una favoletta: ci sono nove-banche-nove, che si riuniscono una volta al mese da qualche parte a Manhattan, per decidere quanti milioni di disoccupati creare, quanta gente ridurre alla disperazione, quanti bambini devono morire di fame – in Africa, in Asia, non importa dove.
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Assange: colpite me, per continuare a nascondere la verità
Nel 1958 un giovane Rupert Murdoch, allora proprietario ed editore del giornale di Adelaide “The News”, scrisse: «Nella gara tra la segretezza e la verità, è inevitabile che la verità vinca sempre». La sua osservazione rifletteva forse la denuncia che suo padre Keith Murdoch fece del sacrificio delle truppe australiane sacrificate inutilmente da comandanti britannici incompetenti sulla spiaggia di Gallipoli. Quasi un secolo dopo, anche WikiLeaks sta pubblicando senza timore fatti che bisogna che siano resi noti al pubblico. Io sono cresciuto in una cittadina del Queensland dove la gente parlava senza peli sulla lingua. Non si fidavano del governo, lo consideravano a rischio corruzione se non tenuto sotto stretta sorveglianza.
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I pompieri: esplosioni prima del crollo delle Twin Towers
«Alla terza esplosione, la torre ci è crollata addosso». Lo dice un vigile del fuoco di New York l’11 settembre 2001, reduce dalle macerie fumanti di Ground Zero: i soccorritori hanno udito distintamente tre grandi esplosioni, secondo loro responsabili del disastro. Esplosivo, dunque, collocato fra le strutture portanti delle Torri Gemelle? Il video, girato poco dopo il crollo e a lungo tenuto riservato, è stato solo ora diffuso dal Nist, l’istituto tecnico statunitense coinvolto nelle discusse indagini ufficiali sulla tragedia, dopo una causa legale da parte dell’International Center for 9/11 Studies. Ennesimo tassello a suffragio della “teoria del complotto”: a far crollare le Twin Towers sarebbero stati potenti ordigni incendiari?