Archivio del Tag ‘vaccini’
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Craig Roberts: Covid, una guerra per ridurci a bestiame
«Negli Stati Uniti il Grande Inganno del Covid-19 è stato utilizzato per giustificare un fraudolento voto postale volto ad impedire la rielezione del presidente Trump. Il prossimo utilizzo del Covid-19 sarà quello di attaccare le libertà civili. Se lo scippo elettorale dei democratici sarà coronato da successo, avremo probabilmente quel lockdown nazionale che tanto piace ai consulenti di Biden sul coronavirus. Ci sono pochi dubbi sul fatto che la vaccinazione obbligatoria sarà presentata come l’unico mezzo per uscire dal lockdown». Così si esprime Paul Craig Roberts, autorevole analista statunitense, già viceministro dell’economia con Reagan. «Il film “V per Vendetta” si era rivelato predittivo. Nel film, che era stato l’ispiratore delle famose maschere di Guy Fawkes, viene progettata una pandemia per facilitare l’instaurazione di una dittatura. Sembra che un maggiore controllo sulle persone, sulle loro possibilità lavorative e sui loro movimenti sia il futuro verso cui ci stiamo indirizzando». Ancora: «Con il pretesto del coronavirus e tramite un’operazione terroristica e propagandistica senza precedenti, i governi stanno conducendo con successo il più grande esperimento umano della storia».Le conseguenze, spaventose, diventeranno ancora più tangibili nel corso dei prossimi mesi e anni. «Finora, con un tratto di penna, i governi (non il virus) hanno ridotto gli esseri umani al rango di ovini e bovini: miliardi di persone sono state costrette agli arresti domiciliari o al confino, le attività non essenziali sono state chiuse e milioni di individui hanno perso di colpo le loro possibilità di sostentamento. La capacità di muoversi e di viaggiare liberamente è stata eliminata e l’economia globale è andata in picchiata, provocando indicibili sofferenze nei paesi del primo e, soprattutto, del terzo mondo». Come se non bastasse, sono stati lanciati spyware distopici ed estremamente intrusivi per tracciare e monitorare la popolazione (ma non i funzionari governativi)». Lo stress derivante dal blocco globale, dalla disoccupazione e dalla propaganda ha scatenato una vera e propria pandemia di suicidi e di overdose. In Inghilterra e nel Galles, il tasso dei suicidi ha toccato il massimo degli ultimi vent’anni. Nel frattempo si stima che oltre 75.000 americani potrebbero morire per suicidio e overdose a causa del peggioramento delle loro condizioni di vita. Le leggi speciali ora in vigore «fanno impallidire quelle, liberticide, adottate dopo l’11 Settembre».Un esempio? L’Australia: i cittadini «sono stati completamente privati dei loro diritti civili». Nello stato di Victoria è stato imposto uno lockdown di tipo 4: all’aperto si deve sempre indossare la mascherina (e in caso di inadempienza è prevista una multa di circa 1.000 dollari). «I cittadini possono fare attività fisica all’esterno solo per un’ora al giorno, non possono allontanarsi da casa per più di 5 chilometri, devono uscire da soli per fare la spesa o per motivi medici ed è previsto il coprifuoco dalle 8 di sera alle 5 del mattino. Chi lo infrange è sanzionato con 5.000 dollari. Se questa non è una prigione, allora vuol dire che non ne è mai esistita una». In Danimarca è pronto per essere approvato un disegno di legge di 227 pagine molto dettagliato e complesso. Obiettivo dichiarato: proteggere la popolazione da “malattie infettive, malattie generalmente pericolose e malattie socialmente critiche”. Per “malattia socialmente critica” si intende una malattia generalmente pericolosa, la cui diffusione rischia di causare gravi disturbi a importanti funzioni della società. «Traduzione: tutti quelli che contesteranno le spiegazioni ufficiali o andranno contro la versione degli eventi dell’establishment saranno considerati malati e ridotti al silenzio».La definizione estremamente ampia di “malattia socialmente critica”, si legge sempre sul blog di Craig Roberts, significa che l’élite può definire qualsiasi comportamento problematico come “una malattia”, di cui occorre immediatamente arrestare la diffusione. «Per anni, una delle massime priorità dell’élite è stata quella di vietare le versioni dei fatti contrarie alla narrativa ufficiale, etichettandole come ‘fake news’ e ‘teorie del complotto.’ Il concetto orwelliano di fake news comprende tutto ciò che minaccia gli interessi del potere centrale, ma non, ad esempio, le bugie sulle guerre di Washington, come le ‘armi di distruzione di massa di Saddam’, la ‘bomba atomica iraniana, ‘l’utilizzo delle armi chimiche da parte di Assad’, eccetera». Di fatto, sfruttando la crisi del coronavirus, in tutto il mondo «sono state rapidamente proposte e promulgate leggi totalitarie con un alto grado di coordinamento e con pochissime varianti».In diversi paesi, ora è un crimine diffondere informazioni contrarie alle torie ufficiali: nello Zimbabwe, chi diffonde informazioni scomode rischia fino a 20 anni di carcere. In Thailandia, il governo ha avvertito che «chiunque farà battute sul virus potrebbe rischiare fino a cinque anni di prigione». Negli Stati Uniti, i social media e gli organi di informazione censurano le notizie che mettono in dubbio l’utilità delle mascherine e i dati secondo cui il test per il Covid-19 produrrebbe un alto tasso di falsi positivi. Attraverso i media, «abbiano condizionato le masse ad accettare il totalitarismo come unica soluzione al problema». Le persone «sono sono state terrorizzate, represse, isolate, sottomesse, impoverite e demoralizzate». Il Covid-19 viene utilizzato «per rimodellare e risocializzare le masse, allo scopo di prepararle a cambiamenti massicci, come una dittatura digitale transnazionale». I media occidentali non ammettono discussioni, su questi argomenti.La presunta pandemia viene utilizzata anche dal World Economic Forum, per assumere il controllo dell’agricoltura e della produzione alimentare globale. Obiettivo: promuovere gli Ogm e gli alimenti prodotti in laboratorio, e trasfomare le agricolture diversificate in monocolture da esportazione. «Le nazioni ora autosufficienti dal punto di vista alimentare dovranno dipendere dalle importazioni. Il controllo dei generi alementari da parte delle multinazionali aumenterà il potere centrale sulle persone ed eliminerà la biodiversità geografica». Conclude Craig Roberts: «La paura è un mezzo efficace per distruggere la libertà e trasformare la società. L’11 Settembre e il Covid-19 sono entrambi serviti a ridurre la libertà, comprometterne la difesa e ampliare i poteri del governo e delle multinazionali sulle popolazioni. Di conseguenza, sta scomparendo la possibilità di obbligare i governi a rispondere del loro operato e, con essa, la democrazia».«Negli Stati Uniti il Grande Inganno del Covid-19 è stato utilizzato per giustificare un fraudolento voto postale volto ad impedire la rielezione del presidente Trump. Il prossimo utilizzo del Covid-19 sarà quello di attaccare le libertà civili. Se lo scippo elettorale dei democratici sarà coronato da successo, avremo probabilmente quel lockdown nazionale che tanto piace ai consulenti di Biden sul coronavirus. Ci sono pochi dubbi sul fatto che la vaccinazione obbligatoria sarà presentata come l’unico mezzo per uscire dal lockdown». Così si esprime Paul Craig Roberts, autorevole analista statunitense, già viceministro dell’economia con Reagan. «Il film “V per Vendetta” si era rivelato predittivo. Nel film, che era stato l’ispiratore delle famose maschere di Guy Fawkes, viene progettata una pandemia per facilitare l’instaurazione di una dittatura. Sembra che un maggiore controllo sulle persone, sulle loro possibilità lavorative e sui loro movimenti sia il futuro verso cui ci stiamo indirizzando». Ancora: «Con il pretesto del coronavirus e tramite un’operazione terroristica e propagandistica senza precedenti, i governi stanno conducendo con successo il più grande esperimento umano della storia».
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Magaldi: dall’8 dicembre, stop al lockdown dei mascalzoni
«Ci sono momenti, nella storia, in cui bisogna saper combattere per la propria libertà». Quel momento, a quanto pare, è arrivato: «Chi ha il coraggio di essere sanzionato, e magari fermato, venga con noi a violare il coprifuoco». Gioele Magaldi annuncia che si sta avvicinando l’ora della protesta definitiva, dalla quale non si torna indietro, per mettere fine alla “dittatura sanitaria” che si è letteralmente impossessata del paese. «Adesso basta, non c’è più tempo: il Movimento Roosevelt presenterà al governo Conte un ultimatum, per chiedere di mettere fine al massacro sociale degli italiani». Magaldi, spiega che l’ultimatum – pronto nelle prossime ore – scadrà l’8 dicembre. «Se sarà disatteso, scenderà in campo la Milizia Rooseveltiana: ignoreremo platealmente il coprifuoco e tutte le assurde restrizioni imposte con la scusa del Covid, dando vita ad azioni eclatanti. Sempre lealmente annunciate a viso aperto, e senza mai provocare le forze dell’ordine, saranno destinate a svegliare chi ancora non ha capito quello che sta succedendo». Ovvero: «Col pretesto di una presunta pandemia si sta letteralmente devastando in modo irreversibile l’economia». Già si parla di un Natale “blindato”: «Gli italiani devono capire che, proprio grazie alla loro rassegnata obbedienza, c’è chi pensa di prolungare questa emergenza all’infinito».Non a caso, aggiunge il presidente del Movimento Roosevelt, dopo che i medici hanno espresso le prime perplessità sul vaccino anti-Covid, che verrebbe distribuito senza aver completato i test ordinari per le vaccinazioni, che richiedono anni, gli ambienti governativi già si affrettano a dire che il vaccino (fino a ieri presentato come panacea assoluta) potrebbe non bastare per mettere fine alla politica del distanziamento. «Ci rendiamo conto della gravità della situazione?», si domanda Magaldi. «Ormai credono di poter trasformare in “normalità” questa prassi aberrante: sospendere libertà e democrazia, alle prime avvisaglie di una qualsiasi epidemia. Ma così facendo si uccide l’umanità: si smettere di vivere, lavorare, andare a scuola, socializzare. Ebbene: noi glielo impediremo». Magaldi conta sulle performance dimostrative, «teatrali ma risolute fino alla massima durezza», della Milizia Rooseveltiana, formazione simbolicamente paramilitare: «Il suo nome richiama di proposito la milizia fascista, in modo provocatorio, proprio per evocare il fantasma della dittatura». Di fatto, la Milizia – agendo anche di notte, a partire da Roma – compirà «azioni clamorose, anche se nonviolente, destinate a svegliare le “pecore” che ancora tremano, indossando la mascherina».Al governo Conte, intanto, il Movimento Roosevelt si prepara a fare tre richieste. La prima: fine dello stato d’emergenza, dei lockdown, delle “zone rosse”, del distanziamento e di ogni possibile restrizione. La seconda: “ristori” immediati (e adeguati) per l’immane danno economico provocato dall’emergenza scattata la scorsa primavera. La terza: usare fondi speciali, anche europei, per risollevare il paese, partendo dalla sanità territoriale: «Dal Covid ci si deve poter curare benissimo da casa, senza panico, e smettendo di obbligare gli italiani a indossare mascherine che sono del tutto irrisorie, come argine all’epidemia, ma in compenso – se usate per ore – si rivelano certamente dannose per la salute». Il distanziamento all’italiana? «Quello sì, ha causato danni devastanti: economici, sociali, psicologici e anche sul piano della stessa salute, compromettendo la possibilità di curare pazienti affetti da altre patologie, decisamente gravi». Magaldi contesta radicalmente la politica emergenziale italiana: «Un paese come la Svezia, che ha preso sul serio la sua democrazia e infatti non ha adottato nessun lockdown, registra un bilancio sanitario paragonabile al nostro, con la differenza che non ha avuto l’economia distrutta e la cittadinanza traumatizzata».E’ imperdonabile, per Magaldi, «accettare di barattare un danno certo (economico, sociale e psicologico) in cambio di una sicurezza solo presunta: quella di non contrarre un virus, peraltro falsamente rappresentato come molto letale, nemmeno fosse la peste bubbonica». L’alternativa? «Chi ha paura stia a casa quanto vuole, mettendosi in auto-lockdown, ma non impedisca agli altri di lavorare e di continuare a vivere in modo umanamente dignitoso». E se, dopo il coronavirus, ne arrivasse un altro? «Che facciamo? Ogni volta chiudiamo tutto e costringiamo i cittadini a vivere come pecore? Ma stiamo scherzando?». Duro il giudizio sui «cialtroni e mascalzoni» del governo Conte, «asserviti a poteri ben più inquietanti», quelli cioè che – con l’alibi del “terrorismo sanitario” – vorrebbero imporre anche all’Occidente lo stile di vita del sistema-Cina, senza libertà né democrazia. Un gioco al quale, purtroppo, si è finora prestato anche il governo italiano, composto da incolori prestanome. In pratica, secondo Magaldi, «è stata gonfiata a dismisura la paura del Covid, moltiplicando i tamponi e fingendo di scambiare i semplici contagiati per malati veri, col risultato di intasare gli ospedali, fino a imporre le “zone rosse” e proiettare anche sul Natale il clima di terrore».Per il presidente del Movimento Roosevelt si tratta di «una scandalosa manipolazione, attuata con la piena complicità dei grandi media». L’obiettivo? «Non è certo proteggere la popolazione, ma terrorizzarla e impoverirla per renderla sottomessa, facendole dimenticare i propri diritti democratici». Ora la misura è colma, sottolinea il leader “rooseveltiano”: «Nell’estate, ci si era illusi che la situazione potesse tornare gradualmente alla normalità, e che le aziende e gli esercizi colpiti dalle restrizioni potessero essere adeguatamente risarciti, ma così non è stato». Non solo: «In modo cialtronesco, sono stati criminalizzati i giovani, additati come untori, per la loro “movida”: quasi fosse una colpa, il fatto di provare a ricominciare a vivere, oltretutto restituendo un minimo di ossigeno a tanti locali, disastrati dalle folli chiusure imposte dal governo». Ora ci risiamo: c’è chi parla di un Natale “spirituale”, senza raduni familiari, coi nipoti separati dai nonni. «Ora basta, è ora di mettere fine a questa farsa ipocrita, vergognosa e criminale», annuncia Magaldi: «Dall’8 dicembre, prepariamoci: la Milizia Rooseveltiana farà parlare di sé, con il sostegno dei tanti che ormai vedono distrutta la propria economia familiare».«Ci sono momenti, nella storia, in cui bisogna saper combattere per la propria libertà». Quel momento, a quanto pare, è arrivato: «Chi ha il coraggio di essere sanzionato, e magari fermato, venga con noi a violare il coprifuoco». Gioele Magaldi annuncia che si sta avvicinando l’ora della protesta definitiva, dalla quale non si torna indietro, per mettere fine alla “dittatura sanitaria” che si è letteralmente impossessata del paese. «Adesso basta, non c’è più tempo: il Movimento Roosevelt presenterà al governo Conte un ultimatum, per chiedere di mettere fine al massacro sociale degli italiani». Magaldi, spiega che l’ultimatum – pronto nelle prossime ore – scadrà l’8 dicembre. «Se sarà disatteso, scenderà in campo la Milizia Rooseveltiana: ignoreremo platealmente il coprifuoco e tutte le assurde restrizioni imposte con la scusa del Covid, dando vita ad azioni eclatanti. Sempre lealmente annunciate a viso aperto, e senza mai provocare le forze dell’ordine, saranno destinate a svegliare chi ancora non ha capito quello che sta succedendo». Ovvero: «Col pretesto di una presunta pandemia si sta letteralmente devastando in modo irreversibile l’economia». Già si parla di un Natale “blindato”: «Gli italiani devono capire che, proprio grazie alla loro rassegnata obbedienza, c’è chi pensa di prolungare questa emergenza all’infinito».
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Sapelli: soldi, la ricetta-Draghi vale più di tutti i lockdown
«La politica monetaria resterà accomodante fino a quando i vaccini saranno ben sviluppati e la ripresa potrà guadagnare slancio». Lo ha affermato Christine Lagarde, anticipando probabilmente le scelte che saranno annunciate dalla Bce a dicembre. Per Giulio Sapelli, storico dell’economia, il rapporto tra finanza ed economia reale oggi «ha bisogno di fondamentali innovazioni, rispetto alla vulgata ordoliberista dolorosa e infausta». E aggiunge: «I dogmi teutonici inscritti nello statuto della Bce si sono solo fatti dimenticare dall’azione di marca Usa propugnata grazie a Mario Draghi». In altre parole: stop al rigore, come richiesto da Super-Mario anche nel famoso editoriale sul “Financial Times”, a marzo. “La ricetta-Draghi vale più di tutti i lockdown”, sintetizza il “Sussidiario” nel presentare l’analisi di Sapelli, secondo cui i dogmi dell’austerity «sono fondati sull’ignoranza crassa della storia e della teoria economica, ma forse proprio per questo sorreggono con arroganza una politica di potenza nazionale che ricorda troppo quell’infausto “Lebensraum” (spazio vitale) che spaventa tutto il mondo, soprattutto ora che quell’arroganza si allea con l’aggressività cinese».È pur vero, osserva Sapelli, che la Bce si prepara dar vita a 500 miliardi di programma di acquisti anti-virus (Pepp) e a spostare la scadenza dal 30 giugno al 31 dicembre 2021. Ma tutto ciò è insufficiente: solo la Fed si è posta a capo di quella politica innovativa che Sapelli ha più volte ricordato. Per Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, è vitale sostenere l’economia con mezzi monetari adeguati. Lo chiarì Draghi, per primo: di fronte alla crisi-Covid, l’unica soluzione consiste nell’immissione di un fiume di denaro a fondo perduto, non destinato a trasformarsi in debito, da concedere – subito – a Stati, aziende e famiglie. L’alternativa? Non esiste, a meno che non si voglia la catastrofe. Lo stesso Powell ha detto che negli Usa è probabile che il mercato del lavoro si rafforzi ancora di più, e che gli stimoli fiscali (lanciati da Trump) dovrebbero continuare a sostenere la domanda nei prossimi anni. «Come ci insegna l’esperienza storica delle grandi crisi capitalistiche – osserva Sapelli – il panico finanziario diminuisce man mano che i responsabili politici diventano più audaci e creativi. Non a caso, negli ultimi giorni la cosiddetta “atmosfera” è migliorata, sui mercati finanziari. E questo per l’azione politica estremamente decisa degli Stati Uniti, nonostante la campagna elettorale e la guerra civile strisciante in corso in quella grande nazione».Nell’ultima settimana, aggiunge Sapelli, la stessa Fed ha esteso il suo “quantitative easing” alle obbligazioni municipali a breve termine, e ha annunciato un programma di acquisti che investirà obbligazioni societarie e Asset Backed Securities per 300 miliardi di dollari. Ha poi reso il programma Qe “illimitato” (inizialmente da 700 miliardi di dollari). «Nel frattempo, il Congresso ha approvato, bipartisan, un piano fiscale da 2.000 miliardi di dollari, pari a circa il 10% del Pil nazionale! Il pacchetto finanzia nazionalizzazioni di salvataggio, aiuti alle Pmi, sostegno al reddito delle famiglie, indennità di disoccupazione e sanità». Il programma di salvataggio include garanzie che potrebbero essere fatte lievitare 10 volte dalla Fed. «L’Europa, invece, nonostante gli annunci, spinge il mondo verso la catastrofe. E la Bce è ancora l’unica a prendere posizione». La classi politiche e burocratiche europee, aggiunge Sapelli, non sono riuscite a trovare un accordo su un’eventuale mutualizzazione dei costi della crisi sufficiente per superarla. Per questo la Bce, superando le opposizioni della sua tecnocrazia teutonica, «ha reso sempre più credibile il suo programma per l’emergenza pandemica (750 miliardi di euro), eliminando il limite per i titoli di Stato che finora ha vincolato gli acquisti sugli asset pubblici».Secondo Sapelli, «è giunta l’ora di comprendere come sia importante dar seguito all’idea che Christine Lagarde annulli completamente il credito derivato dalla sua politica di acquisti anti-crisi». Una banca centrale, «anche la Bce che stoltamente non lo è», può benissimo avere “mezzi propri” per gli acquisti di titoli di Stato. Per aggirare le resistenze della Corte Costituzionale tedesca, contraria all’azzeramento dei debiti, basterenne «trasformarli in una rendita perpetua, che la Bce deterrebbe nei confronti degli Stati a tassi di interesse nulli». Sarebbe un’applicazione della Teoria Monetaria Moderna evocata dallo stesso Draghi? La Mmt sostiene che i governi dovrebbero usare la politica fiscale per conseguire la piena occupazione, mentre le banche centrali creano il denaro necessario per finanziarne gli acquisti. Niente di strano: «È ciò che già da tempo accade negli Usa, e che gli ignoranti si affannano a non riconoscere: la Mmt negli Stati Uniti è una realtà». E’ proprio questa emissione “illimitata” di denaro che sta salvando l’economia privata. Anche per Sapelli è la strada maestra, ovvero l’unica praticabile, oggi. In questo modo, «Europa ordoliberista permettendo», si potrebbe «fuoriuscire dalla crisi pandemica».«La politica monetaria resterà accomodante fino a quando i vaccini saranno ben sviluppati e la ripresa potrà guadagnare slancio». Lo ha affermato Christine Lagarde, anticipando probabilmente le scelte che saranno annunciate dalla Bce a dicembre. Per Giulio Sapelli, storico dell’economia, il rapporto tra finanza ed economia reale oggi «ha bisogno di fondamentali innovazioni, rispetto alla vulgata ordoliberista dolorosa e infausta». E aggiunge: «I dogmi teutonici inscritti nello statuto della Bce si sono solo fatti dimenticare dall’azione di marca Usa propugnata grazie a Mario Draghi». In altre parole: stop al rigore, come richiesto da Super-Mario anche nel famoso editoriale sul “Financial Times”, a marzo. “La ricetta-Draghi vale più di tutti i lockdown”, sintetizza il “Sussidiario” nel presentare l’analisi di Sapelli, secondo cui i dogmi dell’austerity «sono fondati sull’ignoranza crassa della storia e della teoria economica, ma forse proprio per questo sorreggono con arroganza una politica di potenza nazionale che ricorda troppo quell’infausto “Lebensraum” (spazio vitale) che spaventa tutto il mondo, soprattutto ora che quell’arroganza si allea con l’aggressività cinese».
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Golpe e brogli, al Great Reset serve l’America senza Trump
Stava tutto procedendo apparentemente senza alcun intralcio. Il conteggio delle schede nel cuore della notte elettorale americana del 3 novembre sembrava procedere senza particolari difficoltà. Ad un tratto, qualcosa di imprevedibile è accaduto. In cinque diversi Stati chiave che da sempre sono decisivi per assegnare la presidenza degli Stati Uniti, gli scrutatori smettono di contare. Tutti quanti, allo stesso identico momento. Non si è mai visto in una elezione americana. In quel momento, Trump aveva guadagnato già 213 grandi elettori contro i 225 di Biden. Trump era in vantaggio in tutti e cinque gli Stati chiave. Se il conteggio fosse andato avanti senza intralci, il presidente in carica avrebbe superato agevolmente la quota necessaria di 270 voti per restare alla Casa Bianca. Invece è arrivato il segnale. Tutti hanno smesso di contare. Occorreva sabotare la probabile vittoria di Trump. E’ stato in quel momento che si è messa in moto quella che probabilmente può essere definita la più grande macchina di frode elettorale mai vista negli Usa. Joe Biden, il candidato democratico campione di gaffe, se l’era lasciato scappare prima delle elezioni americane. Aveva confessato che il suo partito e il Deep State avevano allestito “la più grossa organizzazione di frode elettorale” mai vista nella storia d’America.Non appena il conteggio si è interrotto e sono iniziati ad arrivare nel cuore della notte i famigerati voti postali, non è stato difficile capire che quanto detto da Joe Biden stava iniziando ad avverarsi. In Wisconsin, sono arrivati ad urne chiuse 169mila voti postali e tutti sono andati a Joe Biden. Il 100%. Biden dunque sembra essere il primo candidato della storia che è stato in grado di non lasciare agli avversari nemmeno un voto. In Michigan, altro Stato chiave, sono arrivati a notte fonda altri 200mila voti postali che sono andati tutti anch’essi a Joe Biden. A quanto pare, tutti quelli che votano per posta sono “stranamente” tutti elettori di Biden. Il sospetto di frode elettorale è iniziato a diventare sempre più concreto. Trump si è presentato davanti alla telecamere e ha iniziato a denunciare quanto stava accadendo. Non si era mai visto che il conteggio fosse sospeso contemporaneamente e che fossero conteggiati voti che invece non avrebbero dovuti essere nemmeno presi in considerazione perché giunti a tempo scaduto. La portata della frode elettorale sembra avere dimensioni ancora più grandi di quelle già riscontrate. Sono state mostrate le prove di come abbiano votato per posta persone morte nel 1984 e che oggi, se fossero in vita, avrebbero 120 anni.La macchina della frode elettorale che vuole mettere a tutti i costi Joe Biden nella Casa Bianca è stata in grado di far votare i morti per il suo candidato. Gli stessi esponenti del partito lo avevano annunciato. Nancy Pelosi, già nota per aver avviato il tentativo illegale di impeachment contro Trump rovinosamente naufragato al Senato, aveva detto chiaramente che indipendentemente dal conteggio dei voti, Biden il 20 gennaio avrebbe giurato come prossimo presidente degli Stati Uniti. Il Deep State dunque aveva già preso la sua decisione. Trump, in un modo o nell’altro, doveva lasciare la Casa Bianca. Gli annunci e i piani del sistema erano stati condivisi già nei mesi passati. Il think-tank “Transition Integrity Project”, del quale fanno parte massimi esponenti dell’establishment come John Podesta, già consigliere di Hillary Clinton, aveva elaborato uno scenario che prevedeva l’intervento delle forze armate qualora Trump si fosse rifiutato di lasciare la Casa Bianca in caso di sconfitta. La sconfitta nella loro idea sarebbe stata il risultato di una elezione truccata.Il Deep State ovviamente già sapeva che Trump non avrebbe accettato la frode e si sarebbe opposto e qui, secondo i piani dei falchi di Washington, dovrebbero entrare in gioco gli elementi militari del Pentagono al soldo del Deep State per rimuovere il comandante in capo con la forza. Il tentativo di golpe in atto dunque era stato ampiamente preparato e i media mainstream ne fanno parte pienamente. Sono loro infatti che stanno completamente censurando le notizie e i fatti che riguardano i brogli avvenuti in America, e sono sempre loro che stanno facendo passare il falso messaggio di un Joe Biden che si avvicina alla Casa Bianca senza la minima ombra di irregolarità. I media ormai hanno assunto la funzione di agenti della sovversione impegnati platealmente nel tentativo di rovesciare un capo di Stato. I social si sono uniti nel piano quando in questo stesso momento stanno censurando apertamente i tweet del presidente degli Stati Uniti. E’ una manovra a tenaglia. Tutte le derivazioni del sistema stanno attaccando in branco Donald Trump per costringerlo a firmare la resa e a lasciare la Casa Bianca.Trump comunque non era impreparato a questa eventualità. Sapeva che la palude del Deep State avrebbe cercato di rimuoverlo con la forza. Sapeva che tutte le istituzioni asservite da tempo al mondialismo avrebbero dato vita al più grande tentativo di sovversione mai visto in America e nel mondo. Il presidente ha preso le sue dovute contromisure. Nelle schede elettorali sembra siano stati inseriti degli isotopi non radioattivi per distinguerle dalle schede fasulle che sono in circolazione. Fonti molto vicine all’amministrazione Trump hanno fatto sapere allo stesso tempo che le prove di questo complotto sono semplicemente enormi e che il presidente risolverà la questione nel giro di 1-2 settimane davanti alle corti competenti. Trump non si lascerà rubare l’elezione. Il comandante in capo sapeva già in anticipo che avrebbero tentato questa enorme frode, e ha lasciato che il Deep State andasse avanti. Ora avrà l’occasione di dimostrare al mondo intero quanto è corrotto il sistema e potrà dare un altro colpo mortale agli eversori presenti nei palazzi del potere. Trump, più semplicemente, ha dato abbastanza corda al Deep State perché potesse impiccarsi con le sue mani.Il Nuovo Ordine Mondiale non vuole perdere l’America. Questo è comunque il disperato e, probabilmente ultimo, colpo di coda di un sistema profondamente marcio e infetto. Il mondialismo ha scatenato tutta la sua furia e ha dato il segnale ai suoi agenti infiltrati praticamente in ogni istituzione nazionale per rovesciare l’esito del voto. Il mondialismo sta giocando questa ultima carta per cercare di riprendersi disperatamente il controllo dell’America. Non era previsto, nei loro piani, che la Casa Bianca finisse in un mano ad un uomo che ha interrotto il duopolio dei presidenti repubblicani e democratici scelti tra le stanze del gruppo Bilderberg o tra i boschi della California nel raduno del Bohemian Grove, dal quale sono usciti almeno quattro presidenti come Nixon, Reagan, Clinton e Bush. L’America è stata per decenni saldamente nelle mani del Nuovo Ordine Mondiale. E’ stato questa rete di potere bancario, finanziario, industriale e militare a decidere il percorso di questa nazione. Prima ancora che la Seconda Guerra Mondiale volgesse al termine, la massoneria aveva già stabilito da tempo che l’America avrebbe avuto la missione di condurre il mondo verso il Nuovo Ordine Mondiale.Manly P. Hall, uno dei massoni più influenti al mondo, scrisse nel 1944 un libro intitolato “Il destino segreto dell’America”, nel quale spiegava perfettamente quali erano le intezione delle élite massoniche per l’America. Il destino segreto di questa nazione era quello di farsi guida del disegno mondialista. La superpotenza economica e militare di questo paese è stata utilizzata come arma di disciplina nei confronti delle altre nazioni che non hanno voluto obbedire agli ordini di Washington. Il Deep State è stato il braccio armato operativo che ha avuto il compito di rovesciare i governi e invadere militarmente i paesi che si rifiutavano di servire gli interessi della cabala globalista. L’interventismo americano è stato una diretta conseguenza della volontà mondialista. Occorreva un gigante militare ed economico che fosse in grado di schiacciare tutti coloro che si fossero messi sulla strada del Nuovo Ordine Mondiale. Il potere massonico scelse l’America.Chiunque si sia messo sulla strada del Nuovo Ordine Mondiale ha pagato un caro prezzo. Salvador Allende, il presidente del Cile, fu rovesciato in un colpo di Stato nel 1973 orchestrato dalla Cia e supervisionato da Henry Kissinger, allora segretario di Stato nell’amministrazione Nixon, per via della sua intenzione di nazionalizzare le riserve di rame. Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana e già ministro degli Esteri, fu rapito e ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978 dopo aver ricevuto minacce di morte proprio dallo stesso Kissinger che lo considerava un intralcio verso i piani del potere mondialista per l’Italia stabiliti dal Club di Roma. Il Club di Roma, altro potentissimo organo del globalismo fondato da Rockefeller, decretò infatti già negli anni’70 che l’Italia avrebbe dovuto essere deindustrializzata e denatalizzata per favorire la definitiva ascesa del Nuovo Ordine Mondiale, verso il quale l’esistenza della culla del cristianesimo mondiale e dell’Antica Roma, rappresenta un maggiore ostacolo.La storia degli Stati Uniti non è stata altro pertanto che quella di una nazione caduta nelle mani di una camarilla di politici corrotti asserviti ai desiderata di questo disegno. Gli Usa, in altre parole sono stati, loro malgrado, il sicario del mondialismo. La presidenza Trump ha segnato il divorzio dell’America dal globalismo. Il settimanale britannico “L’Economist”, partecipato dai Rothschild, la famiglia più potente tra quelle mondialiste, e dagli Elkann, lo scrisse chiaramente qualche tempo fa. La presenza di Trump alla Casa Bianca mette a rischio il proseguimento del Nuovo Ordine Mondiale. Donald Trump stesso ne spiegò le ragioni in un consesso dell’Onu, la struttura deputata nell’idea globalista a diventare la base del futuro governo mondiale. Trump in quell’occasione disse che la missione di una nazione era quella di difendere la propria sovranità, non di rinunciarvi per accondiscendere ad un interesse sovranazionale. Soprattutto, il presidente americano disse in quel contesto che occorreva guardarsi dalle insidie della governance globale quanto da quelle di altre forme di coercizione. E’ un discorso che ha delle analogie straordinarie con quella di un’altra orazione tenuta proprio da Salvador Allende nel 1972 sempre davanti alle Nazioni Unite.Il presidente del Cile disse in quell’occasione che un nuovo nemico stava nascendo tra la comunità internazionale. Un nemico che non aveva le sembianze di una potenza nazionale, ma piuttosto quelle di una cabala occulta composta da potere bancario, industriale e militare. E’ questo club privato che minaccia la vita e la prosperità delle nazioni e che vuole schiavizzare l’umanità intera. Questo sistema composto dalle grandi famiglie di banchieri internazionali, su tutti i Rothschild e i Rockefeller, e da tutti i gruppi di pressione da loro finanziati, come l’Aspen Institute o il Consiglio delle Relazioni Estere, è la più grave minaccia che incombe sul mondo e sui popoli di tutti le nazioni. L’ideologia che ispira queste grandi famiglie e questi gruppi è profondamente anticristiana e si richiama apertamente all’esoterismo satanico. Questa epoca storica che si sta vivendo è una nella quale stanno emergendo alla luce del giorno le pratiche del satanismo. La abominevole pratica della pedofilia, un tempo bandita, inizia ad essere sdoganata apertamente. Ovunque pullulano i richiami al satanismo e si vedono delle riviste che tessono gli elogi della Chiesa di Satana, fondata da Anton LaVey, occultista molto vicino al mondo di Hollywood. Ora questo sistema è pronto a tutto pur di arrivare al suo obbiettivo e ha annunciato apertamente qual è il proposito finale.Il mondialismo vuole arrivare al Grande Reset dei debiti privati che non è altro che la maniera definitiva per spogliare l’umanità di tutti i suoi beni e giungere così alla fine della proprietà privata. Coloro che si opporranno saranno deportati nei campi di concentramento sanitari fino a quando non accetteranno le condizioni economiche impostegli e la somministrazione del vaccino obbligatorio. L’ultimo passaggio del Nuovo Ordine Mondiale è quello che porta alla schiavitù totale. Questa ideologia non ammette dissenso. Non c’è libero arbitrio in questo mondo, ma solo automi privati delle loro facoltà intellettive capaci solo di eseguire degli ordini, anche i più brutali e insensati. Per poter arrivare però alla realizzazione di questo disegno autoritario globale, occorre riprendersi la Casa Bianca. Il Grande Reset non potrà manifestarsi se la superpotenza americana lascerà definitivamente il mondialismo e userà tutta la sua forza per impedire che il mondo cada nelle mani del totalitarismo più oppressivo e criminale della storia dell’umanità. E’ per questo che negli Stati Uniti c’è un colpo di Stato in atto. E’ la mossa eversiva della disperazione che questa società occulta sta tentando per forzare disperatamente la mano. L’operazione coronavirus ha aperto quella finestra di opportunità che il sistema stava cercando da tempo.David Rockefeller alle Nazioni Unite nel 1994 disse che era necessario una sorta di evento catalizzatore per costringere le nazioni ad accettare il Nuovo Ordine Mondiale. Quella crisi è arrivata. L’operazione terroristica del Covid si può definire l’11 Settembre del mondo. Il tempo però sta stringendo. Klaus Schwab, uno degli esponenti più influenti di Davos, altro gruppo in prima fila del mondialismo, ha parlato di una “stretta finestra di opportunità” messa a disposizione dalla falsa emergenza sanitaria. Quella finestra potrebbe richiudersi molto in fretta se Trump resta alla Casa Bianca. Le forze occulte dunque si sono scatenate nel tentativo di rovesciare il presidente in carica. Ora in questo momento occorre restare con i nervi saldi. Monsignor Viganò, nella sua ultima lettera, ha esortato chiaramente a non lasciarsi prendere dallo sconforto. Era prevedibile che l’altra parte desse vita a qualcosa del genere. Questa cabala incarna il male assoluto e ordisce qualsiasi inganno pur di arrivare ai propri scopi. La battaglia tra i figli della luce e quelli delle tenebre è giunta dunque al momento decisivo. Adesso occorre resistere più che mai. Lo scontro contro le forze occulte si intensificherà ancora di più nei prossimi giorni. Il Nuovo Ordine Mondiale può ancora essere fermato. La partita non è ancora chiusa.(Cesare Sacchetti, “Colpo di Stato negli Usa: il Nuovo Ordine Mondiale non vuole lasciare andare l’America. Trump pronto alla controffensiva”, dal blog “La Cruna dell’Ago” del 6 novembre 2020).Stava tutto procedendo apparentemente senza alcun intralcio. Il conteggio delle schede nel cuore della notte elettorale americana del 3 novembre sembrava procedere senza particolari difficoltà. Ad un tratto, qualcosa di imprevedibile è accaduto. In cinque diversi Stati chiave che da sempre sono decisivi per assegnare la presidenza degli Stati Uniti, gli scrutatori smettono di contare. Tutti quanti, allo stesso identico momento. Non si è mai visto in una elezione americana. In quel momento, Trump aveva guadagnato già 213 grandi elettori contro i 225 di Biden. Trump era in vantaggio in tutti e cinque gli Stati chiave. Se il conteggio fosse andato avanti senza intralci, il presidente in carica avrebbe superato agevolmente la quota necessaria di 270 voti per restare alla Casa Bianca. Invece è arrivato il segnale. Tutti hanno smesso di contare. Occorreva sabotare la probabile vittoria di Trump. E’ stato in quel momento che si è messa in moto quella che probabilmente può essere definita la più grande macchina di frode elettorale mai vista negli Usa. Joe Biden, il candidato democratico campione di gaffe, se l’era lasciato scappare prima delle elezioni americane. Aveva confessato che il suo partito e il Deep State avevano allestito “la più grossa organizzazione di frode elettorale” mai vista nella storia d’America.
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Prigionieri del Grande Imbroglio: dai media, bugie mondiali
Gli italiani sono chiusi in casa nelle zone rosse, mentre i migranti africani sbarcano a migliaia: alla propaganda di Salvini (che ha bisogno di farsi perdonare l’aver accettato il lockdown-bis) aderisce improvvisamente Di Maio, alimentando così i “rumor” sull’improvvisa precarietà del premier Conte, spaventato dalle proteste in corso contro il coprifuoco prenatalizio che rischia di stroncare definitivamente un paese il cui debito pubblico, denominato in euro e quindi non azzerabile, si sta avvicinando al 180% del Pil. Se si legge il “Corriere della Sera”, si va a sbattere contro due notizie da prima pagina che fanno a pugni tra loro: Walter Ricciardi invoca la clausura a oltranza, mentre Roberto Bernabei ribadisce che, di Covid, continuano a morire quasi solo persone molto anziane e molto malate. Ricciardi, longa manus dell’Oms e deus ex machina del ministero della sanità, dice testualmente: «Due settimane di lockdown non bastano, Wuhan insegna che serve più tempo» (come se l’Italia non si fosse già fermata per 80 giorni, in primavera: con quali risultati?). Il geriatra del Policlinico Gemelli, membro del Comitato Tecnico-Scientifico, sembra replicare a distanza: «Per morire di Covid devi avere più di 80 anni e almeno tre patologie». Per cosa stiamo bloccando il paese, allora? Ha forse a che fare con qualcos’altro? Per esempio, con l’incredibile rissa elettorale statunitense, che i giornali faticano a raccontare in modo corretto?
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Golpe o guerra civile: il regime che vuole cancellare Trump
Da noi imperversano, tipo bombardamento di Dresda, le fake news. Le rivediamo finalizzate a seminare terrore e assembramenti in ospedali e pronti soccorsi, tramite fake contagiati e fake decessi da fake Covid (fake=falso). Decessi autentici, invece, da intubazioni, ventilazioni, ovviamente in assenza coatta di parenti, e cure salvavita negate agli oncologici, diabetici, infartuati e depressi. E tutti, convinti che i governanti governino per noi, i medici medichino per noi e i media ci diano notizie vere, abboccano e si adeguano. Negli Usa, operando gli stessi mandanti ed eseguendo gli stessi sicari, la differenza la fa un presidente il quale, bene o male che gli vogliate, tutta questa pantomima la contrasta e ridicolizza. Ma il senso profondo di tutto questo pochi lo sanno. Basterebbe l’eresia di un presidente anti-Cupola, degna dei Catari contro il Papa, perché i signori del Nuovo Ordine Mondiale digital-pandemico, ricorrendo a personaggetti come Greta Thunberg, o a personaggioni come Bergoglio, o ad altri chicchirichì del pollaio, lo sostituiscano come “male assoluto” addirittura a Russia, Cina, Iran. E, nella congiuntura, alla maledetta idrossoclorochina ammazza-virus e vaccino.
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L’America nella nebbia: nel 2000 i brogli favorirono Bush
Nel calcio, quando il campo da gioco è invaso dalla nebbia e la visibilità scende a zero, l’arbitro interrompe la partita: la cosa migliore sarebbe rigiocarla. L’ecltoplasma chiamato Joe Biden, il vecchio che in pubblico sbaciucchia le bambine e in privato manda avanti il figliolo a fare affari inconfessabili coi peggiori oligarchi cinesi e ucraini, sta forse per vincere le elezioni più nebbiose della storia americana? Nella regione industriale dei Grandi Laghi, dove Donald Trump aveva appena incassato una squillante vittoria sulla base delle schede votate da elettori in carne e ossa, la strana nebbia blu dei “democrat” alla Nancy Pelosi, quella secondo cui alla fine vincerà Biden, in un modo o nell’altro, sta facendo letteralmente sparire dalla vista il perimetro dello sport politico più importante del pianeta? Un gioco di prestigio, costruito con tonnellate di schede pre-stampate, sta davvero trasformando in un ricordo la lealtà costituzionale delle presidenziali statunitensi? Elezioni-evento, adrenalinicamente esasperate e decantate come specchio dell’innocenza sostanziale del maggior impero del pianeta, formidabile motore – negli ultimi cent’anni – di tutto il meglio e tutto il peggio che il mondo ha potuto assaggiare. Anche questo (insieme alla nostra sicurezza sanitaria) sta dunque per finire, nella nebbia della Rust Belt invasa da voti postali stampati in serie?E’ quanto sostiene il presidente teoricamente destinato a restare in carica fino al 22 gennaio 2021, quell’impresentabile e insopportabile Uomo Nero che è riuscito a mandare in bestia milioni di cittadini, non solo americani, per i suoi modi studiatamente sbrigativi, atipici, deliberatamente alieni rispetto all’ipocrisia corrente del politicamente corretto, che nasconde i suoi orrori geopolitici dietro sorrisi, diplomazia, minuetti e lanci a canestro come quelli nei quali eccelle Barack Obama, l’equivoco vivente più famoso del mondo, iscritto per sbaglio nel campionato dei Buoni in cui milita anche il pontefice romano che ha adottato il nome di Francesco d’Assisi. Dai palazzi vaticani starà certo osservando lo spettacolo della nebbia anche lui, il Papa argentino che convisse a lungo coi generali fascisti tra i fantasmi dei desaparecidos, e che – poche settimane fa – è stato brutalmente accusato, proprio dall’amministrazione Trump, di avere stipulato per la prima volta nella storia una sorta di patto col diavolo, concedendo al governo di Pechino il potere di designare i vescovi cattolici nel subcontinente post-maoista, ora arruolato a pieno titolo nel fronte turbo-mondialista di Davos, quello che da tempo sognava e prevedeva un’epidemia coi fiocchi, come quella che ha paralizzato il mondo e soprattutto inceppato la scontatissima rielezione di Donald Trump.A proposito: è letteralmente impazzito, il 45esimo presidente degli Stati Uniti? Nel contestare in modo così aspro il risultato, a spoglio ancora in corso, non si rende conto di lesionare il prestigio istituzionale della superpotenza? Cosa spinge il presidente uscente ad agire in modo tanto avventato, almeno in apparenza, senza curarsi del pericolo di veder riesplodere nelle strade americane la violenza scatenata nei mesi scorsi dalle squadracce neofasciste di Antifa, prezzolate per strumentalizzare le sacrosante proteste per la barbara uccisione di George Floyd da parte della polizia? La celebratissima “prima democrazia del mondo” rischia di dare uno spettacolo di sé paragonabile a quello del magistrale affresco storico realizzato da Martin Scorsese in una pellicola come “Gangs of New York”? Il momento è altamente drammatico: come quando, nel 1991, il mondo intero restò col fiato sospeso di fronte alle imprese dei golpisti di Mosca che avevano deposto e sequestrato Gorbaciov, l’eroe che aveva invano sperato in un vero, umanissimo “nuovo ordine mondiale”, basato sulla concordia e la cooperazione, dopo l’infinito logoramento della guerra fredda, sotto il ricatto incrociato del terrore nucleare.In attesa di capire quali colpi di scena si consumeranno ancora dalle parti di Washington, in una partita che non può che includere anche il Pentagono, oltre all’evocazione (fuori misura?) della Corte Suprema come estremo arbitro della contesa più pazza di sempre, è inevitabile scorgere la platea che se lo sta godendo, lo spettacolo della nebbia. Accanto a Obama e Bergoglio, nella platea è facile scorgere il diletto Macron, onorato in Vaticano il giorno dopo aver insultato il governo italiano, due anni fa. Il presidente che faceva picchiare i migranti africani rispedendoli in Italia ha appena bombardato il Mali, per rappresaglia dopo gli attentati di Nizza, con la scusa dell’origine maliana di uno dei killer. Sul suo sito, Mitt Doclino segnala un dettaglio: il Mali aveva tentato di smarcarsi dalla stretta coloniale francese, chiedendo aiuto proprio agli Stati Uniti. Vi rendete conto – si domanda Mitt Doclino – che fine farebbe l’Italia, se venisse meno anche l’ultimo paracadute americano, di fronte all’aggressività dell’ordoliberismo franco-tedesco? Per inciso: siamo il paese che si è lasciato “scippare” dalla Francia persino la vetta del Monte Bianco. Bel simbolo: il tetto d’Europa non sarebbe più italiano, se si continuasse a lasciar fare, seguendo l’esempio degli inesistenti Conte e Di Maio, letteralmente non pervenuti.Si dirà che Conte e Di Maio hanno ben altre rogne di cui occuparsi, oggi. Di Maio, poi, può godersi il suo cretaore, Beppe Grillo, che sciorina sul suo blog la mappa del Bengodi, il nuovo planisfero del “reddito universale” cui sarebbero destinati i superstiti del Great Reset, quelli ancora vivi dopo l’accurata distruzione della sovranità economica. Impossibile non notare anche l’ex comico, nella nebbia della tribuna che si sta gustando lo scempio americano. Impossibile non immaginare un intero parterre di potentissimi padreterni, pronti a ridere largo di fronte al voto postale statunitense: George Soros e gli uomini di Davos, il cinese Xi Jinping, i padroni del web e quelli delle televisioni, il mitologico Bill Gates coi suoi vaccini e i suoi microchip, l’altrettanto favoloso Elon Musk con le sue “costellazioni” di satelliti 5G. Tutti a tifare contro il Puzzone della Casa Bianca: interi settori del Deep State più maleodorante, gli “specialisti” di antiterrorismo che hanno assistito al dilagare indisturbato del terrorismo, i club più esclusivi di Big Pharma e il loro guru mondiale Anthony Fauci, buon amico del presidente etiope di un’Oms ormai largamente finanziata dalla Cina, il colosso globalista teleguidato da azionisti come Vanguard, State Street e BlackRock.E’ vero che il nebbione è fitto, ma solo un cieco potrebbe non vedere il ponte velenoso che collega Wuhan a Washington. L’ultima volta che negli Usa qualcuno denunciò brogli elettorali, sappiamo come finì: Al Gore rimase a casa, e venne eletto Bush. Era il 2001: poco dopo crollarono le Torri Gemelle ed esplose l’inferno in Afghanistan e in Iraq. Il mondo non sarebbe più stato lo stesso. E’ la medesima canzone che intonano, non da oggi, i profeti del Grande Reset: state a casa, andrà tutto bene, ce ne occuperemo noi. Parola d’ordine: tremare e obbedire. Al netto della cecità dei più ottusi, era proprio questa – la libertà – la vera posta in gioco nelle “elezioni del secolo”, che hanno opposto il controverso “patriota” Trump a un flebile ometto di cartapesta, un semplice prestanome dai capelli bianchi. Finisce qui, l’incontro? Qualche arbitro fischierà la fine e The Donald si ritirerà, come fece Gore nonostante l’imbroglio dei voti della Florida presieduto dal governatore Jeb Bush, fratello del candidato presidente? Questo tempo che stiamo vivendo – tra mascherine e lockdown, distanziamento e coprifuoco, strategia della paura e disinformazione martellante a reti unificate – ha l’aria di essere davvero apocalittico, cioè rivelatore: a questo è servito, essenzialmente, l’indice accusatore agitato, spesso fuori misura, dall’urlatore Donald Trump, che ora si dichiara frodato dalla nebbia, il più subdolo dei trucchi.Nel calcio, quando il campo da gioco è invaso dalla nebbia e la visibilità scende a zero, l’arbitro interrompe la partita: la cosa migliore sarebbe rigiocarla. L’ecltoplasma chiamato Joe Biden, l’anziano signore che in pubblico sbaciucchia le bambine e in privato manda avanti il figliolo a fare affari inconfessabili coi peggiori oligarchi cinesi e ucraini, sta forse per vincere le elezioni più nebbiose della storia americana? Nella regione industriale dei Grandi Laghi, dove Donald Trump aveva appena incassato una squillante vittoria sulla base delle schede votate da elettori in carne e ossa, la strana nebbia blu dei “democrat” alla Nancy Pelosi, quella secondo cui alla fine vincerà Biden, in un modo o nell’altro, sta facendo letteralmente sparire dalla vista il perimetro dello sport politico più importante del pianeta? Un gioco di prestigio, costruito con tonnellate di schede pre-stampate, sta davvero trasformando in un ricordo la lealtà costituzionale delle presidenziali statunitensi? Elezioni-evento, adrenalinicamente esasperate e decantate come specchio dell’innocenza sostanziale del maggior impero del pianeta, formidabile motore – negli ultimi cent’anni – di tutto quello che il mondo ha potuto assaggiare. Anche questo (insieme alla nostra sicurezza sanitaria) sta dunque per finire, nella nebbia della Rust Belt invasa da voti postali stampati in serie?
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Icke, Viganò, Great Reset. Biglino: complottista è la Bibbia
Cosa sta succedendo, se un alto prelato vaticano come monsignor Carlo Maria Viganò oggi si esprime negli stessi termini in cui anni fa si esprimeva nientemeno che l’inglese David Icke, considerato il decano del complottismo contemporaneo? Se lo domanda Mauro Biglino, popolare autore di bestseller basati sulla rilettura testuale, in lingua ebraica, dell’Antico Testamento. La risposta? I cosiddetti complottisti possono forse considerarsi in buona compagnia: è proprio la Bibbia, infatti, a prefigurare in modo esplicito il sistema di dominio basato sul controllo socio-economico assoluto, esercitato dal potere finanziario, oggi accusato – secondo Icke, ma anche Viganò – di manipolare la crisi sanitaria del Covid allo scopo di realizzare il “Great Reset”, il crollo pilotato dell’economia, per ottenere la sottomissione dell’umanità, spaventata a morte con la minaccia della pandemia. In un video sul suo canale YouTube, il cui testo riportiamo integralmente, Biglino ricorda che è lo stesso Talmud a ricordare l’importanza capitale della dominazione monetaria illustrata nella Torah. La ricetta? Prestare denaro a interesse, per soggiogare popoli e nazioni.Normalmente non mi piace entrare nei fatti di cronaca e di attualità. Ritengo che possa essere più saggio aspettare che le cose di raffreddino, perché parlare a caldo significa rischiare di dire delle stupidaggini. Oggi però stiamo vivendo una situazione che ha generato in me una serie di considerazioni che ho piacere di condividere, perché riguardano il tema di cui mi occupo, che – come dico da molti anni – è strettamente legato all’attualità. A volte, capire il passato ci aiuta a capire il presente, e questa è una di quelle situazioni in cui questa affermazione, a mio avviso, è validissima. Comincio col leggervi alcuni passi di una lettera, in cui sono contenute delle affermazioni molto pesanti. Per il momento non vi dico ancora chi l’ha scritta, anche se magari molti di voi lo capiranno. Si parla di «quest’ora in cui le sorti del mondo intero sono minacciate da una cospirazione globale». Si legge: «Vediamo i capi delle nazioni e i leader religiosi assecondare questo suicidio della cultura occidentale, mentre ai cittadini sono negati i diritti fondamentali, in nome di un’emergenza sanitaria che sempre più si rivela come strumentale all’instaurazione di una disumana tirannide senza volto».«Un piano globale, denominato Great Reset, è in via di realizzazione. Ne è artefice un’élite che vuole sottomettere l’umanità intera, imponendo misure coercitive con cui limitare drasticamente le libertà delle persone e dei popoli». Vi dico subito che Great Reset non è un termine inventato dal redattore di questa lettera, ma si trova già in un documento pubblicato dall’Onu nel 2015, dove è contenuta un’analisi della situazione della popolazione mondiale, e una serie di proposte. Non a caso, quel documento è conosciuto come Agenda 2030: siamo nel ‘20, quindi le date corrisponderebbero. «Scopo del Great Reset è l’imposizione di una dittatura sanitaria finalizzata all’imposizione di misure liberticide, nascoste dietro allettanti promesse di assicurare un reddito universale e di cancellare il debito dei singoli. Prezzo di queste concessioni del Fondo Monetario Internazionale» (altra istituzione che ha usato il termine Great Reset) «dovrebbe essere la rinuncia alla proprietà privata e l’adesione ad un programma di vaccinazione Covid-19 e Covid-21 promosso da Bill Gates con la collaborazione dei principali gruppi farmaceutici».«Al di là degli enormi interessi economici che muovono i promotori del Great Reset, l’imposizione della vaccinazione si accompagnerà all’obbligo di un passaporto sanitario e di un ID digitale, con il conseguente tracciamento dei contatti di tutta la popolazione mondiale. Chi non accetterà di sottoporsi a queste misure verrà confinato in campi di detenzione o agli arresti domiciliari, e gli verranno confiscati tutti i beni». Ancora: «Questa crisi serve per rendere irreversibile, nelle intenzioni dei suoi artefici, il ricorso degli Stati al Great Reset, dando il colpo di grazia a un mondo di cui si vuole cancellare completamente l’esistenza e lo stesso ricordo». E più avanti: «Come ormai è evidente – e qui l’autore si riferisce direttamente al Papa - colui che occupa la Sede di Pietro, fin dall’inizio ha tradito il proprio ruolo, per difendere e promuovere l’ideologia globalista, assecondando l’agenda della Deep Church, che lo ha scelto dal suo grembo».Poi l’estensore fa un cenno alle elezioni negli Stati Uniti, e scrive che c’è il rischio che venga eletto un personaggio che «farà agli Stati Uniti ciò che Jorge Mario Bergoglio sta facendo alla Chiesa, il primo ministro Conte all’Italia, il presidente Macron alla Francia, il primo ministro Sanchez alla Spagna, e via dicendo». Poi però l’autore formula una speranza, che anzi per lui è una certezza: dice che, siccome «l’avversario non sa amare, e non comprende che non basta assicurare un reddito universale o cancellare i mutui per soggiogare le masse e convincerle a farsi marchiare come capi di bestiame», questo disegno non si realizzerà. Difatti, dice: questo popolo «sta comprendendo di non esser disposto a barattare la propria libertà con l’omologazione e la cancellazione della propria identità». Aggiunge: «Questo Great Reset è destinato a fallire perché chi lo ha pianificato non capisce che ci sono persone ancora disposte a scendere nelle strade per difendere i propri diritti», e quindi «l’inumanità livellatrice del progetto mondialista si infrangerà miseramente dinanzi all’opposizione ferma e coraggiosa dei figli della Luce».Ora, questa lettera non è stata scritta da uno dei tanti complottisti, ma da un alto prelato vaticano come monsignor Carlo Maria Viganò, arcivescovo titolare di Ulpiana e già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America. Viganò aveva iniziato a creare problemi all’interno della gerarchia, perché già ai tempi di Benedetto XVI aveva messo il dito nella piaga della pedofilia. Poi ha proseguito con Bergoglio, tant’è che è stato promosso per essere allontanato (il vecchio sistema del “promoveatur ut amoveatur”), dopodiché è stato, per così dire, “pensionato” in modo forzato. Ho sottolineato il fatto che questa lettera non è stata scritta da un complottista, perché in realtà contiene tutta una serie di concetti che erano già chiaramente espressi nel 2009, data dell’edizione italiana di “Cospirazione globale”, di David Icke, che è considerato un po’ il padre del complottismo mondiale. Ebbene, ci sono tutta una serie di concetti che si corrispondono: possono essere sovrapposti.Monsignor Viganò parla di questo accordo tra Bill Gates e i principali gruppi farmaceutici? Parlando di Big Pharma, David Icke diceva che «le industrie farmaceutiche delle bio-tecnologie non sono altro che il Male legalizzato». Monsignor Viganò presenta questa situazione come la guerra tra i “Figli del Bene” e i “Figli del Male”. «E ancora una volta le modalità sono le stesse», prosegue David Icke: «Queste corporazioni – in realtà si tratta di un’unica corporazione, al singolare – sono controllate dalla stessa forza che controlla i governi, e fondamentalmente ottengono qualunque cosa vogliano, relativamente alle leggi (o alla mancanza di leggi)». Cioè, anche qui si si fa riferimento a queste leggi liberticide. E poi, ancora: quando monsignor Viganò parla del coraggio di chi saprà resistere, David Icke dice: «La paura è il primo strumento di controllo, e smettere di aver paura significa disarmare chi ci manipola».Di riferimenti e parallelismi, tra Icke e Viganò, ce ne sono a decine. Colpisce l’accostamento tra due personaggi apparentemente così lontani: un alto prelato del Vaticano e un giornalista che si occupa di tutt’altro. Ma la cosa non si ferma qui, perché Viganò aggiunge: «Il nemico ha dalla sua parte Satana, che non sa che odiare. Noi abbiamo dalla nostra parte il Signore Onnipotente, il Dio degli eserciti schierati in battaglia». Questo è lo Yahweh Tsebaoth, il “Dio degli eserciti” dell’Antico Testamento. Ora, c’è una cosa che sappiamo tutti. Il vero potere che governa l’intero pianeta Terra, tiene soggiogati i popoli e tiene sotto scacco i governi è il potere finanziario, basato sul sistema del debito-credito. Con questo sistema, chi ha in mano le leve tiene il cappio al collo ad ogni forma di governo. Sappiamo che i nostri politici sono sostanzialmente degli esecutori, chiunque essi siano. E quindi questo sistema è addirittura indifferente alle varie forme di governo: chi ha in mano le leve del potere finanziario non si preoccupa se a governare una nazione è una dittatura oppure, facciamo per dire, la più realizzata delle democrazie.Ciò che interessa è che chi governa, comunque, non decida di uscire da quel sistema: perché, se decide di uscire, viene durissimamente colpito. Dittatore o governo democratico, deve stare dentro il sistema finanziario che tiene sotto scacco il pianeta. Per fortuna, dice Viganò, noi abbiamo dalla nostra parte Yahweh, il Dio biblico. Ma cosa dice, la Bibbia, a questo proposito? In Esodo, 22 si parla proprio del sistema del debito e del credito: «Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, al povero che è con te, non ti comporterai con lui da usuraio. Non gli imporrete alcun interesse». Cioè, dice Yahweh al suo popolo, agli israeliti: se vi prestate denaro tra di voi, non chiedete interesse. Poi però dà indicazione diverse, per quanto riguarda gli stranieri. La Bibbia cita anche i Giubilei, che avvenivano al termine di ogni ciclo di 7 anni o di 50 anni, per cui bisognava rimettere i debiti. Il Deuteronomio (capitolo 15, versetto 2) illustra le norme che riguardano la remissione dei debiti: «Ogni creditore rimetta quanto ha prestato al suo prossimo», e per “prossimo” la Bibbia intende il tuo vicino, l’appartenente al tuo stesso clan. «Non lo riscuota né dal suo prossimo né dal suo fratello, quando sia proclamato l’anno della remissione per il Signore. Tu potrai esigere il tuo credito dallo straniero, ma al tuo fratello condonerai quanto deve nei tuoi confronti».Quindi qui c’è una distinzione netta: tra di voi vi prestate denaro senza interesse, e al settimo anno rimetterete i debiti agli appartenenti allo stesso clan tribale, mentre il debito può essere riscosso dallo straniero. E l’affermazione successiva è ancora più importante e più pesante: «Quando il Signore tuo Dio» (in ebraico c’è: “Quando Yahweh, Elohim tuo”) ti avrà benedetto come ti ha promesso, tu farai prestito a molte nazioni, ma tu non chiederai nulla in prestito; dominerai molte nazioni, ma su di te esse non domineranno». Qui viene quindi introdotto il concetto di una élite che dovrà dominare su tutte le altre nazioni. E lo farà attraverso il sistema finanziario, cioè quello del debito-credito. Sempre in Deuteronomio, al capitolo 23, si ripete: «Non esigerai alcun interesse da tuo fratello, né per i prestiti di denaro, né per prestiti di viveri, né per qualsiasi cosa che si presta a interesse. Dallo straniero potrai esigere un interesse, ma non dal tuo fratello».Queste erano leggi precise, anche molto dure. Tant’è che in un volume, dove si analizzano le istituzioni dell’Antico Testamento, l’autore scrive: «L’evoluzione economica e l’esempio dell’estero condussero frequentemente alla violazione di queste leggi», in Israele (cioè: in sostanza, prestavano a interesse anche tra di loro), «e questa è una delle colpe per le quali Gerusalemme è condannata. La situazione non migliorò, dopo l’esilio, e Neemia mostra il popolo oberato di debiti. Il prestito a interesse, a tassi che ci sembrano di usura, era praticato dai giudei di Elefantina. Secondo le fonti rabbiniche, lo stesso Tempio di Gerusalemme prestava a interesse. E la parabola di Matteo, 25 e il passo di Luca, 19 suppongono che l’usanza fosse corrente e ammessa». Cioè: era lo stesso “demanio”, la sede del potere, a esercitare questo prestito a interesse, venendo meno a quelle che erano le disposizioni di Yahweh. Quindi, questo è un sistema che nella Bibbia è descritto con molta chiarezza.Nel Libro dei Proverbi si ricorda una distinzione netta, che noi abbiamo ben chiara, e che proprio questa crisi di cui parla la lettera di Viganò sta rendendo ancora più evidente: «Il ricco domina sui debitori, e il debitore è schiavo del creditore». Questa è una frase chiarissima. Se collegata a quelle precedenti, dove viene detto “tu non ti farai prestare denaro dalle nazioni, ma presterai denaro alle nazioni”, e la colleghiamo a questa, «il ricco domina sui debitori, e il debitore è schiavo del creditore», noi comprendiamo molto bene il sistema che ci governa. Quindi, io non so se possiamo formulare la speranza che ha espresso monsignor Viganò, quando dice che dalla nostra parte c’è «il Signore Onnipotente», cioè il “Dio degli eserciti” biblico, perché in realtà è proprio il biblico “Dio degli eserciti” che ha espresso e che ha chiaramente descritto questa formula di governo e di controllo, questa modalità per tenere sotto scacco i popoli e le nazioni.Questa cosa era talmente importante che anche nel Talmud, nel Trattato sulle Berakhot, in un passo in cui si sta parlando dei rapporti tra maestro e discepolo, si dice: «Abbiamo infatti studiato, in una Mishnah, che Rabbi Ishmael dice: “Chi vuole diventare saggio si occupi delle leggi monetarie, poiché non c’è materia più grande, nella Torah, essendo esse simili a una sorgente da cui sgorga l’acqua”». Ora, la Torah è il succo dell’Antico Testamento: è la legge. Quindi, se fare questi discorsi significa essere complottisti, allora dobbiamo dire che siamo in ottima compagnia: perché ad essere ad essere complottisti, per primi, sono stati proprio gli autori biblici. Perché, stando a quel che c’è scritto nel Talmud, lo studiare le materie monetarie è, appunto, «la materia più grande, nella Torah». Allora: apriamo gli occhi, vediamo che cosa ci succede attorno; cerchiamo di capire bene e facciamoci le nostre idee, ma documentandoci a 360 gradi.(Mauro Biglino, estratto testuale dal video “Great Reset già nella Bibbia?”, pubblicato il 1° novembre 2020 sul canale YouTube “Il vero Mauro Biglino”).Cosa sta succedendo, se un alto prelato vaticano come monsignor Carlo Maria Viganò oggi si esprime negli stessi termini in cui anni fa si esprimeva nientemeno che l’inglese David Icke, considerato il decano del complottismo contemporaneo? Se lo domanda Mauro Biglino, popolare autore di bestseller basati sulla rilettura testuale, in lingua ebraica, dell’Antico Testamento. La risposta? I cosiddetti complottisti possono forse considerarsi in buona compagnia: è proprio la Bibbia, infatti, a prefigurare in modo esplicito il sistema di dominio basato sul controllo socio-economico assoluto, esercitato dal potere finanziario, oggi accusato – secondo Icke, ma anche Viganò – di manipolare la crisi sanitaria del Covid allo scopo di realizzare il “Great Reset”, il crollo pilotato dell’economia, per ottenere la sottomissione dell’umanità, spaventata a morte con la minaccia della pandemia. In un video sul suo canale YouTube, il cui testo riportiamo integralmente, Biglino precisa che è lo stesso Talmud a ricordare l’importanza capitale della dominazione monetaria illustrata nella Torah. La ricetta? Prestare denaro a interesse solo all’esterno del proprio clan, per soggiogare popoli e nazioni.
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Lockdown eterno e campi di detenzione: voci dal Canada
«Se dall’interno dei Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui» (Primo Levi, “Se questo è un uomo”). Lo chiamano The Great Reset, ne hanno parlato a Davos a giugno, al World Economic Forum. Lo sostengono varie lobby internazionali, la fintech, Bill Gates con il suo Id2020, digitalizzazione degli umani, il suo Gavi, attraverso le vaccinazioni a tutti gli umani, Msn con il brevetto di rilevazione dei dati biometrici, con la criptovaluta a mining umano. Soros con il Bretton Woods II e la moneta digitale mondiale. La Rockefeller Foundation che sta promuovendo la sperimentazione del common pass, un passaporto sanitario che si sta sperimentando anche in Svizzera e in Canada, e presto ovunque. Ma di cosa si tratta esattamente? Cos’è questo reset? E’ il vecchissimo – vecchio come Matusalemme – “tabula rasa” di babilonica memoria: in un sistema di moneta debito, inventato 5.000 anni fa con la creazione della scrittura – onore all’autore David Graeber morto recentemente, che ha scritto “Cinquemila anni di debito” – la moneta debito, regolarmente, dev’essere cancellata – tabula rasa – perché quando il debito diventa insostenibile vanno condonati i debiti di tutti i cittadini, altrimenti rischiano di scappare al controllo dell’organizzazione del lavoro. E così i sumerobabilonesi facevano un giubileo ogni 49 anni.Ma questo inizialmente. Poi, con il passare dei secoli tale pratica fu abbandonata per una più cruenta e spietata: la guerra. Con la guerra si rimettono a zero i debiti incagliati e li si ristrutturano a vantaggio dei creditori guerrafondai che solitamente aizzano le due parti. Con la guerra i grands argentiers si garantiscono il bottino e l’indebitamento per la ricostruzione del paese per le future generazioni, fino a quando ritorna la necessità di reset, provocata dal debito circolante + gli interessi: aumento esponenziale, matematicamente parlando. E ricomincia la giostra. Anche le pestilenze del passato hanno assolto a quel ruolo di far crollare le banche dei Bardi e Peruzzi – dopo il fallimento della banca dei Bonsignori – che avevano indebitato i sovrani di mezzo mondo; fallimenti che avvennero anche con la complicità dei Veneziani, che ritirarono l’oro dai loro depositi presso i banchi fiorentini. Per inciso, la peste del 1349 arrivò dalla Cina attraverso la Via della Seta, controllata da Mongoli e Veneziani. Giusto per fare un parallelismo. E oggi, che il mondo è arrivato al necessario reset del debito, che cosa fanno i grands argentiers, i Veneziani di oggi?Con l’aiuto di una pandemia dai contorni inquietanti e dubbi, proveniente da un laboratorio di Wuhan – inaugurato dalla Francia, finanziato dall’Ue, gemellato con un laboratorio di Francoforte e facente parte di programmi di ricerca dell’Oms – si vuole azzerare il debito ma in un modo quanto mai cruento e spietato: schiavizzando con la fintech l’umanità intera. La scusa sarebbe il vaccino Covid, e il regime economico: il comunismo. Il cavallo di Troia? Il reddito universale per tutti, o almeno per quasi tutti. I dissidenti nel gulag. Anzi tutti tra il lockdown e i campi prima di potersi “liberare” con il chip o i dot quantici nel vaccino. A proposito di gulag, un’ipotesi che sta prendendo forma, si sta concretizzando. Ce lo dice l’interrogazione ufficiale di un deputato canadese dell’Ontario. Che chiede spiegazioni al ministro sul piano di costruzione di una rete di campi di detenzione e isolamento nella sua provincia – ma che riguarda il paese intero e il mondo itero – poi il microfono viene tagliato sul più bello. «A settembre il governo federale ha pubblicato un avviso di manifestazione di interesse destinato agli imprenditori per fornire, costruire e gestire campi di quarantena-isolamento in tutte le province e in tutti i territori del Canada. Ma questi campi di isolamento non sono destinati solo alle persone con il Covid, bensì a tutta una serie di altre categorie di persone».«Sicuramente il governo è al corrente dell’intenzione di costruire questi campi di isolamento in tutto il paese e la mia domanda al ministro è: quanti campi saranno costruiti e quante persone ha l’intenzione questo governo di detenere in questi campi?». Questa la prima domanda di Randy Hillier, a cui risponde il premier dell’Ontario. Risposta: «E’ vero che quando i cittadini lasciano il paese e poi ritornano, le province e il governo federale suggeriscono che si auto-isolino, questa è stata la pratica ed è stata efficiente non solo nell’Ontario ma in tutto il paese. E faremo in modo di raddoppiare gli sforzi perché i cittadini dell’Ontario siano messi in sicurezza. Quindi, se l’onorevole si riferisce al fatto che quando un cittadino esce dalla provincia o dal paese debba rimanere isolato per due settimane, al ritorno, rispondo che è stata una buona pratica e che ha funzionato. Anche questa Camera ha fatto la stessa cosa da quando siamo tornati. Quindi faremo tutto quanto è possibile per fare in modo che queste Camere lavorino e che i cittadini dell’Ontario siano messi in sicurezza».Risposta dell’onorevole Hillier: «Signor speaker, qua c’è il capitolato del bando di gara, e in questo capitolato è impiegato un linguaggio chiaro per esprimere che questi campi possono essere utilizzati per una serie di persone, che non si limitano ai viaggiatori, anzi i viaggiatori internazionali non sono neanche citati. Parla solo di “una vasta categoria di persone”. Vi invio la copia del capitolato. Quindi, il vostro governo sta negoziando ed è consapevole di questi piani per detenere e isolare cittadini e residenti del nostro paese e della nostra provincia. Signor speaker, chiedo al primo ministro dove saranno costruiti questi campi, quante persone saranno detenute e per quali ragioni potranno le persone essere detenute in questi campi di isolamento, e vorrei che il premier garantisse al popolo di Ontario…». E qua il microfono viene bruscamente tagliato. Censura. E poi, sempre dal Canada, c’è questa seconda fuga di notizie, che chiarisce con una luce sinistra l’interrogazione del deputato dell’Ontario. Si tratta di un documento che descrive una riunione avvenuta al gabinetto del primo ministro canadese Trudeau, in cui si prevede un secondo lockdown, e i campi di detenzione per chi rifiuta.L’informazione proviene da un deputato insider, che fa parte del partito liberale canadese e le informazioni provengono da una riunione nel Comitato di pianificazione strategica dal gabinetto del premier. «Lo faccio per i miei bambini e tutti gli altri, dice, per un futuro migliore». Il 30% del Comitato di pianificazione, pur non essendo soddisfatto delle politiche del governo e della direzione presa dal Canada, è stato ignorato dagli altri membri del Comitato. La tabella di marcia impartita dal Comitato di pianificazione del governo del Canada, è la seguente: istituire progressivamente un secondo lockdown su base continua prima nelle metropoli e poi nelle periferie entro novembre 2020; accelerare la costruzione dei campi di isolamento/quarantena entro dicembre 2020; è previsto l’aumento esponenziale dei casi e dei decessi, per fine novembre 2020; un secondo lockdown completo e totale molto più severo del primo, per fine dicembre 2020 e inizio gennaio 2021; la riforma e la trasformazione del sistema di sussidi di disoccupazione per la transizione verso un reddito universale, previsto per il primo trimestre 2021; la programmazione di una mutazione del virus Covid-19 con un altro virus chiamato Covid-21 che porterà a una terza ondata con un tasso di infezione e di decessi molto più elevato, per febbraio 2021.I nuovi casi di ricovero per Covid-19 e Covid-21 supereranno le capacità ospedaliere, per il primo e secondo trimestre del 2021. Restrizioni di lockdown migliorativo, chiamate “terzo lockdown”, saranno attuate con il divieto totale di viaggio anche tra città e paesi, secondo trimestre 2021. L’inserimento nel progetto di reddito universale, per il secondo trimestre 2021. L’interruzione programmata delle catene di rifornimento e degli stock, con grande instabilità economica, prevista per la fine del secondo trimestre 2021. Dispiegamento di militari nelle metropoli e nelle principali strade per instaurare posti di blocco e limitare gli spostamenti, al terzo trimestre 2021. Parallelamente a questo programma si è parlato di una transizione economica senza uguali in cui forzare i cittadini. Per compensare il crollo economico internazionale, il governo federale offrirà un taglio del debito, dei debiti personali, dei prestiti e delle ipoteche, grazie al Fmi, nell’ambito del programma mondiale di reset del debito; in cambio, i cittadini perderanno per sempre la proprietà privata di qualsiasi bene e dovranno partecipare al programma di vaccinazione Covid-19 e Covid-21 grazie al quale potranno viaggiare anche in pieno lockdown con un pass sanitario per il Canada. La stessa cosa vale per tutti i paesi del mondo.I membri del Comitato hanno chiesto chi saranno i proprietari dei beni confiscati, e cosa succederà agli istituti di credito: la risposta è stata solo che il programma di reset del debito del Fmi si incaricherà di tutti i dettagli. Il nulla assoluto. Altri membri si sono chiesti cosa succederà ai cittadini che rifiuteranno di partecipare al World Debt Reset del Fmi e al passaporto sanitario Health Pass, e la risposta è stata che i membri del Comitato devono elaborare un piano per fare di tutto perché non si produca mai il rifiuto, e che ne va nell’interesse di tutti i cittadini partecipare. Chi rifiuta vivrà indefinitamente rinchiuso, e quelli che rifiutano il programma di World Debt Reset saranno considerati come un rischio per la salute pubblica, e saranno rinchiusi per sempre se non accettano il programma di cancellazione del debito. Questo è quanto è stato diffuso da un membro del partito liberale canadese che ha partecipato ad una riunione del Comitato di programmazione tecnica del governo canadese. Questo è il programma per tutti i paesi del mondo intero. Tutti i membri che si sono opposti o che hanno fatto domande, sono stati ignorati. Quando vi dicevo che il punto di cui nessuno vuole parlare è la moneta, ma che è questa che muove il male? E che è questa che va riformata in senso di cassa, distributivo, e non debito verso parti terze. Adesso lo sapete.(Nicoletta Forcheri, “Fughe di notizie dal Canada sul grande reset: campi di detenzione e tabella di marcia”, da “Scenari Economici” del 26 ottobre 2020. Glottologa e traduttrice formatasi tra Olanda, Belgio e Regno Unito, la Forcheri ha lavorato per tribunali, Europol e Interpol, polizia giudiziaria, comitati e multinazionali, studi legali internazonali; a lungo attiva presso l’agenzia di stampa Agence Europe, ha operato anche al Parlamento Europeo e alla Commissione Europea).«Se dall’interno dei Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui» (Primo Levi, “Se questo è un uomo”). Lo chiamano The Great Reset, ne hanno parlato a Davos a giugno, al World Economic Forum. Lo sostengono varie lobby internazionali, la fintech, Bill Gates con il suo Id2020, digitalizzazione degli umani, il suo Gavi, attraverso le vaccinazioni a tutti gli umani, Msn con il brevetto di rilevazione dei dati biometrici, con la criptovaluta a mining umano. Soros con il Bretton Woods II e la moneta digitale mondiale. La Rockefeller Foundation che sta promuovendo la sperimentazione del common pass, un passaporto sanitario che si sta sperimentando anche in Svizzera e in Canada, e presto ovunque. Ma di cosa si tratta esattamente? Cos’è questo reset? E’ il vecchissimo – vecchio come Matusalemme – “tabula rasa” di babilonica memoria: in un sistema di moneta debito, inventato 5.000 anni fa con la creazione della scrittura – onore all’autore David Graeber morto recentemente, che ha scritto “Cinquemila anni di debito” – la moneta debito, regolarmente, dev’essere cancellata – tabula rasa – perché quando il debito diventa insostenibile vanno condonati i debiti di tutti i cittadini, altrimenti rischiano di scappare al controllo dell’organizzazione del lavoro. E così i sumerobabilonesi facevano un giubileo ogni 49 anni.
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Virus e vaccino, per arrivare al mondo post-umano di Colao
Stanno cercando in ogni modo di prolungare l’emergenza, paventando rischi maggiori di quelli probabilmente effettivi. Più il tempo passa, più verrà indebolito il nostro sistema economico, il nostro tessuto sociale. Più è distrutto, più è facile rifarlo in un altro modo: con nuovi criteri e nuovi padroni, capaci di comprare più facilmente quello che costerà di meno, o i settori che saranno semi-distrutti. Ci stanno imponendo un’emergenza che sembra infinita: tengono alta la paura del Covid, perché altrimenti non potrebbero più presentarci il vaccino come unica possibile vie d’uscita. Ma c’è dell’altro, ed è anche peggio: mentre il Comitato Tecnico-Scientifico sta usando il virus per distruggere l’economia, la task-force per la ricostruzione (ancora più pericolosa) pensa di sfruttare la crisi per cambiare per sempre l’economia, sottraendola al controllo degli italiani. Cts e task-force sono due “corni” di un unico demone. Il Cts è fatto di scienziati abbondantemente venduti al potere, ed è espresso da organismi internzionali come l’Oms e l’Onu. Per loro l’unica salvezza sarà il “messia” vaccino. Ovviamente, il Cts si guarda bene dal dire che la vera salvezza sta innanzitutto nel rafforzare il proprio sistema immunitario. Suggerimenti e indicazioni, da loro? Zero: la gente deve stare male per poi potersi vaccinare, e vacciandosi stare ancora peggio, e quindi assumere ancora più farmaci. Indovinate per chi lavorano, questi?Poi c’è il secondo “corno”, la task-force di Colao. Lavora per la ripresa? Non è così, faranno altro. L’ha detto lo stesso Colao: «Non si può sprecare una crisi». E’ un’opportunità unica, per cambiare la struttura economico-sociale del paese. Conoscendoli, significa: globalizzarla, meccanizzarla, robotizzarla, dandola ancora più in pasto alla finanza internazionale, sottraendola agli italiani che lavorano, all’iniziativa individuale, e mascherandola persino da Green New Deal e da ottimistica ripresa dopo il Covid. Vittorio Colao sta a Londra, loro si parlano via web. E’ una sorta di nuvola nera, quella che incombe sopra Palazzo Chigi. Gli uomini della task-force parlano ai loro maggiordomi del governo, a questi burattini prestati ai poteri da masse incoscenti di italiani, che li hanno votati (e nel caso di Conte, nemmeno li hanno votati). E allora scopriamola, la pericolosità di questa task-force e del potere vero che rappresenta. Vittorio Colao è un uomo della finanza internazionale. In questo momento è il grande profeta del 5G, della cosiddetta transizione digitale. E’ passato per Morgan Stanley, McKinsey, poi Rcs, poi Omnitel, Vodafone e ora General Atlantic, un mega-fondo da 35 miliardi di dollari che già lavora (con una task-force sua) studiando come intervenire nel tessuto socio-economico della ripresa.Come? Comprando, stravolgendo e finanziando solo chi vuole, nell’ambito dell’imminente programma, una sorta di Piano Marshall nel quale useranno un’economia distrutta dalla crisi per ricostruirla come voglino loro. Vogliono cioè meccanizzarci, tecnologizzarci, verticalizzarci, centralizzarci, mondializzarci. Come dice Colao: «Le peggiori crisi sono quelle che si sprecano». E attenti ai professori della task-force: sembrano italiani, ma sono “amerikani” (con la kappa), allevati nelle grandi università del potere mondiale. Per esempio Enrico Moretti, della Berkeley. Apprezzatissimo da Obama, Moretti vuole una società nella quale le piccole e medie imprese (e il turismo) non siano più al centro. A guidare tutto devono essere solo i colossi connessi all’elettronica, sul modello Seattle-Microsoft. Moretti teorizza la necessità di smontare il tessuto economico e sociale italiano, in cambio di strutture mondiali nelle mani della grande finanza. Poi c’è Marianna Mazzuccato, della London University. Dice: bisogna dare allo Stato, e non più ai privati, la guida della rivoluzione tecnologica. Vuole un dirigismo centralista, che faccia affluire solo a qualcuno i soldi delle nostre tasse, a danno della nostra libera impresa, finora fiorente.A completare il “tridente” dei professori “amerikani” è Raffaella Sadun, economista della Harvard Business School. Sogna manager sempre più abili nella transizione tecnologica dall’umano al post-umano. Poi c’è Roberto Cingolani, che oggi lavora a Leonardo (armamenti). E’ un fisico, esperto in robotizzazione. Accanto a loro c’è Stefano Simontacchi, potentissimo avvocato d’affari: ci sarà bisogno, infatti, di far affluire nei posti giusti il mare di soldi in arrivo. E attenti ancora: nella task-force di Colao ci sono gli uomini del famigerato Club di Roma: Enrico Giovannini, Francesco Starace. Il Club di Roma fu fondato a metà del ‘900 da un potere “nero” come il centro studi della Fiat, attraverso il brillante manager Aurelio Peccei. La sua specialità: usare (o creare) emergenze. C’è la sovrappopolazione? Loro fanno finta che questo sia un problema. C’è il riscaldamento climatico? Idem: fingono che sia un’emergenza. C’è un problema di acqua, nel mondo? Lo fanno diventare un dramma planetario, attraverso il quale si faranno le guerre. Le risorse terrestri sono meno disponibili? Loro raccontano che fra vent’anni saranno esaurite: lo dicevano già negli anni ‘70, e non si sono affatto esaurite.Gli uomini del Club di Roma sfruttano le emergenze per fare strategia della tensione. Per dire poi: serve più controllo, gli Stati non bastano, serve più mondialismo, occorrono strutture internazionali. Sono grandi artefici del mondialismo, e agiscono sempre nello stesso modo: sfruttando le emergenze, o creandole. Sono specialisti, in questo. E quindi perché non dovrebbero buttarsi a pesce nell’emergenza attuale, per dirigere poi la società nella direzione indicata dal loro club, che è da sempre al servizio dei peggiori poteri mondialisti? Questa task-force avrà a disposizione una quantità incredibile di soldi, gestita dai grandi poteri come l’Ue. Una parte è già stata destibnata al Green New Deal, creato grazie alla finta emergenza climatica. Tantissimi soldi, e per fare cosa? Per digitalizzare il mondo e inondarlo di auto elettriche? E perché il Green New Deal non parla di ridurre i campi elettromagnetici? Li vuole anzi aumentare, tra 5G e satelliti. Vogliono meno imprese, meno libertà. E noi saremo incastrati nella ragnatela di un web sempre più pervasivo e invasivo. Bastone e carota: la cupola dei virologi, questa sorta di Papato finto-scientifico, usa il virus come una volta si adoperavano i terroristi per fare strategia della tensione. Obiettivo: portarci alla carota, cioè il vaccino. Che sarà solo il primo passo, verso il mondo disumano per il quale lavorano questi poteri che oggi maneggiano il Covid nel modo che vediamo, disastrando deliberamente l’economia.(Fausto Carotenuto, dichiarazioni rilasciate nel video “Una cupola contro di noi, dove vogliono portaci”, pubblicato su YouTube già nel maggio scorso e ora rilanciato da “Coscienze in Rete”).Stanno cercando in ogni modo di prolungare l’emergenza, paventando rischi maggiori di quelli probabilmente effettivi. Più il tempo passa, più verrà indebolito il nostro sistema economico, il nostro tessuto sociale. Più è distrutto, più è facile rifarlo in un altro modo: con nuovi criteri e nuovi padroni, capaci di comprare più facilmente quello che costerà di meno, o i settori che saranno semi-distrutti. Ci stanno imponendo un’emergenza che sembra infinita: tengono alta la paura del Covid, perché altrimenti non potrebbero più presentarci il vaccino come unica possibile vie d’uscita. Ma c’è dell’altro, ed è anche peggio: mentre il Comitato Tecnico-Scientifico sta usando il virus per distruggere l’economia, la task-force per la ricostruzione (ancora più pericolosa) pensa di sfruttare la crisi per cambiare per sempre l’economia, sottraendola al controllo degli italiani. Cts e task-force sono due “corni” di un unico demone. Il Cts è fatto di scienziati abbondantemente venduti al potere, ed è espresso da organismi internazionali come l’Oms e l’Onu. Per loro l’unica salvezza sarà il “messia” vaccino. Ovviamente, il Cts si guarda bene dal dire che la vera salvezza sta innanzitutto nel rafforzare il proprio sistema immunitario. Suggerimenti e indicazioni, da loro? Zero: la gente deve stare male per poi potersi vaccinare, e vacciandosi stare ancora peggio, e quindi assumere ancora più farmaci. Indovinate per chi lavorano, questi?
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Meluzzi: lockdown fino a luglio 2021, è un disegno mondiale
Credo che al lockdown si arriverà inevitabilmente, come accadrà in tutta Europa – e non solo per ragioni virologiche. Io credo che, al di là delle vicissitudini di questo governo e questa Italia, ci sia un quadro planetario, soprattutto europeo, che esige un lockdown sostanziale (vagamente scaglionato), in cui uno dei ricercatori della Oxford University, che è quella che sta preparando il vaccino, ha parlato addirittura di un regime di chiusura sostanziale fino al mese di luglio del prossimo anno. Ne ho appena letto le dichirazioni. Si va verso l’assalto ai supermercati? Accadrà questo, probabilmente: e non è detto che non faccia parte del disegno, in qualche modo. Questa è una malattia che produce lo 0,3% della mortalità, includendo l’80% di quelli che ne rischiano (che sono gli ultrasettantenni). Se di fronte a questo rischio di mortalità – per quel che valgono i numeri dell’epidemiologia – abbiamo accettato già di distruggere l’economia, evidentemente c’è qualcosa che riguarda non soltanto la difesa della vita. Questo mi pare che lo capirebbe anche un bambino.
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Sileri: follia bloccare l’Italia facendo “terrorismo” sul Covid
In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo, ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo. Stiamo paralizzando un paese in attesa di omologare i test salivari: inconcepibile. È assurdo, quello a cui stiamo assistendo, con migliaia di persone che prendono d’assalto i pronto soccorso per sintomi sovrapponibili a quello del Covid, oppure file interminabili per fare un tampone. Avere più offerta diagnostica, più semplice del tampone e fruibile dai medici di medicina generale (nelle farmacie o nel privato e, perché no, anche negli studi dentistici) aiuterebbe il sistema in toto. La prima cosa da fare è aumentare la capacità diagnostica. Dividiamo la popolazione in tre fasce: basso, medio e alto rischio. Usiamo il test rapido antigenico per coloro che sono a basso e medio rischio e sottoponiamo solo la terza fascia al tampone; così si riescono a mappare 400.000 persone al giorno e non sprechiamo tamponi per soggetti che, non essendo contatti stretti, non sono a rischio elevato.Facciamo troppi tamponi alle persone sbagliate. Se io risulto positivo, si può fare il tampone ai miei assistenti, ma non a tutto il piano. Per gli altri basta un test antigenico rapido o salivare (che costa un quinto, e hai il risultato in un’ora anziché in cinque giorni). Con il Covid bisogna agire come con tutte le altre patologie. Nello screening del cancro del colon si prevede l’esame occulto fecale, e solo se questo dà un risultato positivo si procede alla colonscopia. Il vaccino non sarà una cosa rapida. Servono mesi per produrlo, come avviene per quello influenzale. E poi ancora non sappiamo quanto in realtà protegge e quali sono i suoi effetti collaterali. Credo arriverà prima il farmaco rispetto alla profilassi. Molte terapie le stiamo applicando già. Confido più di tutte in quella degli anticorpi monoclonali oppure nell’utilizzo di preparati iperimmuni ricavati dal siero dei guariti. Quanto al modo in cui il governo sta affrontando questa ondata dell’epidemia, io sono per allargare il tavolo del Comitato Tecnico Scientifico e renderne più trasparenti le logiche e le modalità operative. Mi pare doverosa la trasparenza di questi tempi: non si possono affidare a consulenti di nomina governativa decisioni fondamentali per tutto il paese.Il 25 marzo 2023, quando sarà finito tutto questo, mi si troverà al San Raffaele di Milano, dove ho vinto un concorso del 2016. E’ l’ospedale dove lavora anche Alberto Zangrillo, che ha ricevuto critiche da chi non ne capisce. Io ho avuto il Covid, e quando sono stato male io stesso dissi a molti che, se qualcosa fosse andato storto, il San Raffaele sarebbe stata la sede per il ricovero. Zangrillo disse che il coronavirus era “morto”? Ha usato un’espressione infelice, ma molti degli addetti ai lavori hanno capito benissimo che cosa intendesse: che il virus non arrivava più in terapia intensiva. Ora sì, il virus circola, più persone rischiano di andare in terapia intensiva. Ma ci sono differenze. Durante la prima ondata si moriva in casa e il medico arrivava due giorni dopo il decesso. Ora non è più così. Gli scienziati hanno punti di vista personali differenti, ma anche rivalità accese. Le parole di Zangrillo sono state strumentalizzate. Mi sembra che a volte molti miei colleghi in camice utilizzino la Tv per sfide e scopi personali. Io andrò al San Raffaele di Milano perché è l’eccellenza in Italia.(Pierpaolo Sileri, dichiarazioni rilasciate a “Libero”, riprese il 26 ottobre 2020 da molti giornali e dall’agenzia AdnKronos. Viceministro della salute, il dottor Sileri è un chirurgo con 25 anni di esperienza ospedaliera).In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo, ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo. Stiamo paralizzando un paese in attesa di omologare i test salivari: inconcepibile. È assurdo, quello a cui stiamo assistendo, con migliaia di persone che prendono d’assalto i pronto soccorso per sintomi sovrapponibili a quello del Covid, oppure file interminabili per fare un tampone. Avere più offerta diagnostica, più semplice del tampone e fruibile dai medici di medicina generale (nelle farmacie o nel privato e, perché no, anche negli studi dentistici) aiuterebbe il sistema in toto. La prima cosa da fare è aumentare la capacità diagnostica. Dividiamo la popolazione in tre fasce: basso, medio e alto rischio. Usiamo il test rapido antigenico per coloro che sono a basso e medio rischio e sottoponiamo solo la terza fascia al tampone; così si riescono a mappare 400.000 persone al giorno e non sprechiamo tamponi per soggetti che, non essendo contatti stretti, non sono a rischio elevato.