Archivio del Tag ‘Usa’
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Kumalé: il mondo unito da caffé e peperoncino
World food, ovvero: la lingua mondiale del cibo. Per conoscersi e capirsi, come dimostra la storia – sempre ibrida e meticcia – di ogni piatto tradizionale, a cominciare dalla polenta, figlia del “maìs” dell’America Centrale. Un’esplorazione continua, la ricerca multietnica dei sapori, di cui Vittorio Castellani alias “Chef Kumalé” è il più noto interprete italiano. Mentre il 17 settembre prensenterà al Museo d’Arte Orientale di Torino il libro “Coffee Roots: viaggio alle radici del caffè”, con reportage fotografici dai continenti delle più famose piantagioni, l’indomani – 18 settembre – sempre lo “chef” torinese sarà tra le firme del nuovissimo inserto del Corriere della Sera, dedicato alla cucina.
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Strage a Kunduz, 7500 finora le vittime civili afghane
«Tutto quello che sappiamo al momento è che un gran numero di insorti è stato ucciso nel bombardamento aereo condotto la notte scorsa da velivoli Isaf a Kunduz. Abbiamo ricevuto informazioni su possibili vittime civili sulle quali ora stiamo investigando assieme alle autorità afgane». C’è chi parla di 200 morti. Al telefono con PeaceReporter, la soldatessa statunitense dell’ufficio stampa della Nato a Kabul non si sbilancia nemmeno sulla nazionalità degli aerei che la notte scorsa hanno bombardato due autocisterne di gasolio sequestrate dai talebani uccidendo 95 persone, di cui solo 45 guerriglieri
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Scrivere il cinema, lezioni di Daniele Gaglianone
Il regista torinese Daniele Gaglianone, vincitore del David di Donatello 2009 con il documentario “Rata Nece Biti” (non ci sarà la guerra) sull’eredità del conflitto in Bosnia, terrà il nuovo corso di scrittura cinematografica organizzato a Torino nelle prossime settimane dall’Aiace. Gaglianone, vincitore con “Rata Nece Biti” della sezione documentari dell’ultimo Torino Film Festival diretto da Nanni Moretti e regista di apprezzate pellicole come “I nostri anni” e “Nemmeno il destino” (Fandango), condurrà un ciclo di lezioni speciali su come nasce un film, a partire dalle tecniche di composizione della scrittura, dalla prima bozza del soggetto fino al copione definitivo della sceneggiatura.
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Bob Dylan, un disco di Natale per sfamare i poveri
A ferragosto, la polizia del New Jersey lo aveva fermato per strada, scambiandolo per un vecchio vagabondo. «Sono Bob Dylan», ha spiegato, ma gli agenti non gli hanno creduto e l’hanno scortato all’albergo dove aveva lasciato i documenti. Ai poveri, comunque, Dylan stava pensando: si intitola “Christmas in the Heart”, Natale nel cuore, il disco natalizio che la Columbia Records lancerà il 13 ottobre. Babbo Natale d’eccezione, il menestrello di Duluth devolverà i proventi in beneficenza: le royalties andranno all’organizzazione “Feeding America”, che conta di utilizzarle per nutrire 1,4 milioni di famiglie indigenti, almeno durante le festività natalizie. «E’ una tragedia che la gente vada ancora a letto affamata»
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Galtung: Turchia ed Euro-Cina dopo il declino Usa
Ovviamente la Turchia diverrà membro dell’Unione Europea, col sostegno francese e tedesco. Ci vorrà un po’, ma hanno un bisogno reciproco. Il matrimonio è scritto nelle stelle. Quando, è più difficile dire. Probabilmente per il 2015, sicuramente per il 2020; può anche arrivare molto prima per ragioni da esplorare. Chiarisco perché. Una volta (nel 1980) predissi il declino e la caduta dell’impero Sovietico, cominciando dal Muro di Berlino, di lì a dieci anni; e (nel 2000) predissi il declino e la caduta dell’impero Usa, non del paese Usa, per molti versi meraviglioso, entro vent’anni.
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Kagan: perché i Talebani stanno vincendo
La guerra in Afghanistan non è andata bene, e non sorprende che gli americani si sentano frustrati. Molti osservatori indicano, giustamente, dei segni di progresso: la funzionalità di specifici ministri e programmi del governo afghano, la lenta crescita dell’esercito nazionale afghano, la costruzione di grandi infrastrutture come strade e dighe, nonché miglioramenti agricoli. Tuttavia questi obiettivi non hanno creato le condizioni che gli Stati Uniti si erano prefissati di raggiungere: uno stato afghano con un governo competente, considerato legittimo dalla sua popolazione e capace di difenderla, in modo che l’Afghanistan cessi di essere un paradiso sicuro per i gruppi terroristici islamici.
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L’Europa nell’era del razzismo democratico
Benvenuti (si fa per dire) nell’era del nuovo razzismo: non quello antico, coloniale, fomentato da nazionalismi e dittature. Stiamo parlando della xenobofia razziale di ultima generazione, che rischia di inquinare il vecchio continente. “Razzismo democratico”, ovvero: “La persecuzione degli stranieri in Europa”. E’ il titolo di un volume collettivo, numero speciale di “Conflitti globali”, curato da Salvatore Palidda, frutto dei contributi proposti nel 2008 dal workshop “Criminalization and victimization of immigrants in Europe”, organizzato dal dipartimento di scienze antropologiche dell’università di Genova
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Hoffman: così ho deriso il potere negli Usa
Abbie Hoffman è stato «il più geniale sovversivo di tutta la storia delle controculture». E’ stato l’icona più importante del movimento di protesta giovanile americano negli anni Sessanta e Settanta. Una tra le sue azioni di protesta più famose fu nell’agosto del 1967, quando condusse un gruppo di contestatori nella galleria della Borsa di New York, da dove gettò biglietti da un dollaro sugli scambisti, che cominciarono a raccoglierli freneticamente, tralasciando così le loro ben più remunerative attività speculative.
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Ossezia: senza i russi, saremmo morti tutti
«Se non fossero arrivati i russi, a quest’ora saremmo tutti morti». Valentin butta il mozzicone di sigaretta tra i calcinacci che ricoprono il pavimento del suo appartamento, all’ultimo piano di un grande condominio alla periferia di Tskhinvali. «Questo palazzo è stato colpito dai missili Grad, dalle bombe aeree e dai carri armati. I georgiani hanno usato contro di noi tutte le armi che avevano. Solo in questa scala sono morte due persone. In duecento, per tre notti e tre giorni, abbiamo vissuto nelle cantine, senza luce, acqua né cibo. E ci è andata bene: i soldati georgiani aprivano le botole dei rifugi e ci lanciavano dentro le bombe a mano».
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Russia e Iran, nuovi signori dell’energia mondiale
Russia, Iran e Venezuela oggi possiedono le chiavi energetiche del mondo. Quanto basta per spingere le grandi potenze emergenti, Cina e India, sempre più lontano dall’orbita Usa. Così si spiegano le grandi manovre in corso sullo scacchiere internazionale, il “grande gioco” più che mai in corso, dal Mar Nero al Mar Caspio, fino all’Afghanistan. Questa l’analisi di Pepe Escobar, pubblicata su “Asia Times”. «Un Iran nucleare – spiega – metterebbe inevitabilmente il turbo al nuovo emergente mondo multipolare. L’Iran e la Russia stanno di fatto mostrando alla Cina e all’India che non è saggio fare affidamento sulla potenza degli Stati Uniti per controllare il petrolio del Medio Oriente arabo».
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Cardini: l’Occidente è strage e rapina, non valori
La continuità storica è tessuta di continue, piccole e grandi (e magari enormi e microscopiche) fratture; e, d’altro canto, è proprio nella discontinuità, anzi nelle vere e proprie lacerazioni, che essa rivela nel suo fondo il tenace “filo” (rosso? Scegliete voi il colore che vi aggrada) della sua continuità. D’altro canto, la dinamica delle ricerche storiche e della riflessione esegetico-gnoseologica sul loro conto ci ha da tempo obbligati a persuaderci che non esiste alcuna “ragione immanente” della storia, alcun suo “senso”
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L’Egitto: una follia il canale tra Suez e il Mar Morto
Il canale di collegamento tra il Mar Morto e il Mar Rosso rappresenterebbe una catastrofe ambientale. Lo ha sostenuto il 27 luglio il generale egiziano Ahmed Fadel, presidente della società del Canale di Suez, in occasione delle celebrazioni del 53° anniversario della nazionalizzazione di quest’ultimo. «’Il progetto del canale tra il Mar Morto e il Mar Rosso è una follia. Se realizzato, potrebbe causare eruzioni vulcaniche e terremoti, a causa della vicinanza con la faglia africana», ha detto Fadel. «L’ecosistema del Mar Rosso sarebbe compromesso per sempre».