Archivio del Tag ‘Usa’
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Gorbaciov: l’Europa voleva farci invadere la Germania
Il presidente francese François Mitterrand e la premier britannica Margaret Thathcer chiesero a Mikhail Gorbaciov di impedire con la forza la riunificazione della Germania, occupando militarmente Berlino e dispiegando le divisioni corazzate dell’Armata Rossa nella allora Repubblica Democratica Tedesca, guidata da Erich Honecker. Lo rivela lo stesso Gorbaciov, ultimo presidente dell’Urss e premio Nobel per la pace, alla giornalista Fiammetta Cucurnia di “Repubblica” il 30 settembre 2009, vent’anni dopo la caduta del Muro: «Si sarebbe potuto arrivare alla Terza Guerra Mondiale», se Mosca avesse ceduto alle pressioni di Londra e Parigi.
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Fuoco sull’opposizione, silenzio sulla strage in Guinea
«C’è solo una cosa peggiore di un’esecuzione di massa. Un’esecuzione di massa che passa sotto silenzio. Senza alcuna condanna da parte della comunità internazionale. Senza sanzioni. Senza embarghi. Senza quel genere di attenzione politica che dovrebbe essere garantita alla protezione di ogni essere umano in quanto depositario di diritti civili inalienabili». Lo afferma Antonio Marafioti, nel reportage per “PeaceReporter” sullo spaventoso massacro del 28 settembre in Guinea.
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I segreti dell’Arctic Sea, blitz Usa-Russia contro il Mossad
Il mercantile russo Arctic Sea non nascondeva missili anti-missile S-300 per la difesa tattica delle installazioni nucleari iraniane, ma stava trasportando negli Usa materiale top secret, nel corso di una missione super-segreta, concordata da Mosca e Washington, nel quadro del disarmo mondiale poi ufficializzato da Obama con la storica rinuncia allo scudo anti-missile. Attaccata da agenti segreti del Mossad, la nave sarebbe stata infine liberata da un blitz congiunto, realizzato grazie a un’operazione condotta da forze speciali di Usa e Russia. Lo riferisce Giulietto Chiesa, mettendo insieme fonti russe e americane, civili e militari.
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Zanotelli: se l’acqua non sarà più nostra, come in Bolivia
Una volta era la Terra, coltivata da tutti, comunitariamente. La gente apparteneva alla terra, ma la terra non apparteneva alla gente. Poi, nell’Inghilterra dei Tudor, si cominciarono a recintare i terreni e nacque così la proprietà privata. Nei secoli seguenti ci siamo spartiti tutto: prima è stata la volta dei mari, oggi di proprietà di questa o quella nazione, poi è stata la volta dei cieli e dell’aria, divisa in corridoi aerei. Ora, tocca ai beni comuni. È il caso dell’acqua, è il caso dell’Italia.
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Gli Usa a tutto gas, finita l’era del petrolio
Ce l’hanno in casa, ora costa molto meno, usandolo non si finanzierebbero Paesi ostili e ci guadagnerebbe anche l’ambiente, quindi tutti noi. Gli Stati Uniti, che consumano un quarto del petrolio estratto ogni giorno nel mondo, stanno pensando di convertirsi al gas naturale. «Il dibattito è ancora agli inizi e non è detto che i progetti diventino realtà», scrive Alessandro Ursic su “PeaceReporter”, «ma di sicuro si continuerà a parlarne per molto, e non solo negli Usa». Vista la continua discesa dei prezzi, se al petrolio di sostituisse il gas, si otterrebbe un enorme risparmio: come se un barile di greggio costasse meno di 16 dollari, contro gli attuali 70.
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Maggiani: non fu Mike a insegnarci l’italiano
Ieri mattina alle dieci in punto il Paese si è fermato, raccolto in un afflato unisono di commozione e rispetto, come solo accade quando è chiamato a considerare la perdita di un grande bene comune, la tragedia di se stesso riflessa nella tragedia di un lutto. Ieri mattina alle dieci, il Paese ha dato il suo addio a Mike Bongiorno, l’immortale genio della televisione a scopo di lucro, creatore del quiz a premi in lingua italiana, antesignano della formula dello show musicale con ospiti, maestro e mentore di tre generazioni di concorrenti alla Ruota della Fortuna.
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Shantaram, il potere criminale dietro le guerre
Nel suo travolgente bestseller scritto in carcere, “Shantaram”, l’australiano Gregory David Roberts traccia il mirabile affresco di una megalopoli indiana come Mumbai, brulicante crocevia di traffici, ricchezze miliardarie e autentica disperazione. Figura chiave del monumentale romanzo autobiografico, i cui diritti cinematografici sono stati acquistati da Johhny Depp per il kolossal che uscirà nel 2011, è l’ambiguo e affascinante boss criminale Abdel Khader Khan, padrino-filosofo onnipotente e dai tratti quasi ascetici, che deriva il suo carisma da origini che affondano nel più tormentato e insanguinato dei paesi asiatici: l’Afghanistan.
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Caro Saviano, quel sangue del Sud non è versato per noi
«Lei, Saviano, dice che giù al Sud si è in guerra. Non posso darle torto, ma preferirei che i nostri ragazzi si dessero da fare non per dimostrare che “combattere un’altra guerra è possibile”. Preferirei, scusi la facile retorica, che dimostrassero che “un altro mondo è possibile”. Per una volta, questa, la camorra non è responsabile della morte dei nostri fratelli». Così Nicola Sessa di “PeaceReporter” risponde a Roberto Saviano, che su “Repubblica” ha messo in relazione con la camorra il reclutamento militare al Sud, spiegandolo come un sistematico tentativo di “fuga” da un ambiente malato, stritolato dall’economia criminale dei clan.
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Mini: le nostre truppe senza strategia dal 2002
L’attentato di Kabul «aggiunge altra nebbia al ruolo italiano». Lo afferma il generale Fabio Mini, intervistato da Alfonso Desiderio per “Limes”. «In termini più crudi – aggiunge Mini – sorge la prima domanda: che ci stiamo a fare? Oppure, come qualcuno già si chiede, quanti morti vale l’Afghanistan?». E’ duro il giudizio del generale, già comandante delle forze Nato in Kosovo, secondo cui dal 2002 non è più chiara la funzione della presenza italiana a Kabul, dopo che la Nato ha assunto la guida della missione. Rivelatasi disastrosa (e sanguinosa) la strategia di Bush, ora si attende l’unica soluzione possibile: che dovrà essere indicata da Barack Obama.
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Obama: no allo scudo-anti missile di Bush
Il “Wall Street Journal” ha confermato quanto già apparso sulla stampa polacca alla fine di agosto: gli Stati Uniti hanno accantonato il progetto dell’amministrazione Bush di costruire uno scudo antimissile in Polonia e Repubblica Ceca. Il quotidiano economico di New York lo scrive nell’articolo di apertura della sua edizione online. Lo segnala in Italia il network indipendente “Megachip”, salutando l’informazione come una buona notizia: lo scudo anti-missile, agitato da Bush formalmente come misura contro l’Iran, era stato interpretato come una minaccia diretta alla sicurezza della Russia, giunta a ipotizzare, per ritorsione, installazioni missilistiche a Kalilingrad.
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Ground Zero, caccia all’uomo che filmò la verità
New York, 11 settembre 2001, la protezione civile interviene subito. Le Torri non sono state colpite ancora, ma loro, le squadre di soccorso sono lì “già da ieri”, 10 settembre, per una delle tante strane esercitazioni che punteggiano lo scenario della giornata destinata a cambiare il mondo. Alle squadre viene aggregato Kurt Sonnenfeld, un cameraman molto specializzato. Una storia pazzesca, la sua, che parte dai miasmi di Ground Zero, passa per un dramma terribile in Colorado e approda in un esilio a Buenos Aires. Una storia che in Italia è quasi ignota. Lui l’ha raccontata in un libro pubblicato in Argentina, El Perseguido, ossia “il perseguitato”.
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Siamo tutti stranieri, nessuna terra è nostra
Il nazionalismo peggiore è quello di legittimazione religiosa. Ne abbiamo avuto un esempio con il nazismo, che è stato una filiazione diretta del cuius regio eius religio. La matrice del nazionalismo religioso, che è una vera metastasi, si ha quando la religione, che è in cerca di assoluto e si legittima nell’assoluto, sostiene di possedere la verità. Io tento di contrastare questa tendenza perniciosa che è presente nell’Ebraismo, ma non solo, è un’ idea comune a tutti i monoteismi: l’idea della verità, il “noi abbiamo la verità”. Io sostengo: noi abbiamo opinioni. Inoltre: noi non abbiamo rivelazioni, abbiamo storie di rivelazioni, che è molto diverso.