Archivio del Tag ‘Usa’
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Sangue italiano: perché siamo in guerra (a 65 milioni l’anno)
Ieri altri due italiani sono morti in Afghanistan. Saltati in aria mentre cercavano di disinnescare un ordigno esplosivo collocato ai bordi di una strada. Due giorni prima Wikileaks ha pubblicato un corposo dossier in cui, tra le altre cose, si dice (fonte Esercito degli Stati Uniti) che gran parte degli ordigni esplosivi usati dai talebani sono costruiti utilizzando delle mine anticarro di produzione italiana riadattate. Nessuno ci dirà mai se questi due ragazzi morti in Afghanistan (e gli altri uccisi negli anni scorsi) siano stati colpiti dal made in Italy. Da quanto si legge, almeno uno dei nostri Lince è stato colpito con mine italiane.
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Lupi nella nebbia: Usa-Kosovo, l’impero dell’eroina
Il Kosovo? Un narco-Stato, dove l’ex Uck – nata come esercito di liberazione anti-serbo e ora alleata con la ‘ndrangheta calabrese – si trova al centro di un network criminale internazionale, sotto la tacita protezione degli Usa. L’eroina arriva dall’Afghanistan e, una volta a Pristina, viene smistata sul mercato europeo. L’eroina e non solo quella: i clan mafiosi al governo del Kosovo campano anche di altri business pericolosi, armi e persino traffico di organi. Lo denuncia il primo libro-inchiesta pubblicato in Italia a 10 anni dalla “liberazione” del Kosovo: un’indagine giornalistica esemplare, che illumina una realtà sconvolgente, che le autorità fingono di ignorare.
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Metano non convenzionale: rivoluzione nell’energia
Il mondo riscopre nel’argilla il metano “non convenzionale” e così le riserve aumentano del 100%. Tremano i monopolisti come Russia e Iran, di fronte alla nuova corsa globale per le compagnie: si cerca in Ucraina, Polonia, Australia, Cina e anche in Italia. Prima vittima della possibile “rivoluzione” del gas, il colosso russo Gazprom, grande fornitore dell’Europa, costretto ad assistere al nuovo inatteso spettacolo: Big Oil trivella alle frontiere del suo regno, fra Polonia e Ucraina, mentre i francesi della Total si danno da fare sul versante ucraino e gli americani di Exxon e Chevron su quello polacco. Cercano proprio metano, dove non si pensava che ci fosse o che fosse possibile estrarlo.
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L’esperto: basta bugie, Torri Gemelle distrutte da esplosivo
Solo l’esplosivo avrebbe potuto provocare il crollo delle Torri Gemelle l’11 Settembre 2001. Lo afferma uno specialista in demolizioni controllate, Tom Sullivan, con anni di esperienza nell’azienda americana leader nel settore, la Controlled Demolition Inc. fondata da Mark Loiseaux, “l’artista” delle demolizioni più spettacolari, come quella del colossale Kingdome, monumentale stadio di Seattle, abbattuto con centinaia di cariche esplosive. Le Twin Towers, sostiene Sullivan, sono crollate in quel modo non certo per l’attacco aereo subito, ma perché precedentemente “minate” alla base con esplosivi come la termite, potentissima miscela incendiaria attivabile con detonatori telecomandati di tipo militare.
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Una Balena cinese salverà il Golfo dal petrolio?
A 76 giorni dall’inizio della crisi della marea nera, le speranze di salvare le acque del Golfo del Messico sono ormai affidate a una balena. E’ un cetaceo d’acciaio, proveniente da Taiwain: alta come un palazzo di dieci piani, lunga 350 metri, la gigantesca nave – battezzata “Whale” perché «funziona proprio come una balena» – è in grado di pompare acqua da 12 boccaporti, filtrando il petrolio e restituendo al mare 80 milioni di litri d’acqua pulita ogni 24 ore. Vista l’impossibilità di chiudere la falla della piattaforma “Deepwater Horizon” e in attesa dei “pozzi di sollievo” per sviare il greggio, la bonifica dell’Oceano è affidata ai giganteschi filtri della “Whale”.
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Gaza e Turchia, le mosse di Israele per colpire l’Iran
Israele è ormai pronto ad attaccare l’Iran: a breve, sotto la presidenza Obama e con il tacito consenso di Russia e Cina. Lo dicono tutte le recenti mosse compiute sullo scenario mediorienale e mondiale: l’attacco al convoglio navale Freedom Flotilla per “avvertire” la Turchia, contraria insieme al Brazile alle sanzioni contro Teheran, lo stop delle forniture russe per la difesa iraniana, l’annuncio esplicito di Tel Aviv a Pechino: Israele si prepara a colpire militarmente il regime degli ayatollah. Una crisi più che annunciata, anche se nessuno la vuol vedere. E niente, pare, la potrà fermare.
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Karzai restituisce l’Afghanistan ai killer di Massoud?
Pur di uscire dal pantano afgano, gli Stati Uniti sarebbero pronti a lasciare l’Afghanistan in mano ai talebani e al Pakistan. Dopo aver rinunciato a lanciare l’offensiva di Kandahar, l’amministrazione Obama – nonostante lo scetticismo di facciata – starebbe di fatto avallando i negoziati tra Karzai e talebani, apertamente mediati dai vertici militari pachistani. Lo stato maggiore dell’esercito e dell’Isi, i servizi segreti del Pakistan, stanno facendo la spola tra Islamabad e Kabul per promuovere un accordo politico tra Karzai e i talebani della famigerata rete di Haqqani, cui fa capo la resistenza afghana nel sud-est del paese.
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Libertà web, allarme Usa: una legge per oscurare Internet
Al presidente Obama sarà attribuito il potere di spegnere Internet per almeno quattro mesi senza alcun controllo del Congresso se il Senato approverà l’infame disegno di legge sull’«interruttore killer» di Internet, che è stato approvato ieri da una commissione chiave del Senato e ora va in plenaria. La legge di protezione del ciberspazio quale risorsa strategica nazionale, che viene spinta con forza dal senatore Joe Lieberman, conferirebbe un potere assoluto in capo al governo federale Usa nel chiudere le reti e bloccare il traffico in entrata a Internet da alcuni paesi nel quadro di una dichiarata emergenza nazionale.
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Afghanistan, svolta di Obama: arriva lo stratega di Baghdad
Il generale David Petraeus, stratega della stagione post-bellica in Iraq, al posto del “ribelle” Stanley McChrystal, insofferente verso i limiti imposti dalla Casa Bianca al punto da rivolgere insulti a Barack Obama attraverso l’ormai celebre intervista pubblicata da “Rolling Stone”, nella quale il comandante delle forze Nato in Afghanistan ha accusato Washington di incompetenza. Con qualche giorno di anticipo sull’evoluzione della crisi – e l’inevitabile liquidazione di McChrystal da parte di Obama – il generale Fabio Mini, già a capo della missione internazionale in Kosovo, ha indicato a “PeaceReporter” la soluzione in arrivo: via il rozzo McChrystal, per fare posto a Petraeus, generale più adatto al tipo di gestione, tattica ed elastica, che l’Afghanistan impone e che Washington auspica.
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Cyber-guerra: se gli Usa militarizzano la rete
L’America si attrezza per la cyber-guerra: la Nsa, l’agenzia per la sicurezza nazionale (il Grande Fratello che spia le comunicazioni elettroniche della popolazione) diverrà un comando militare interforze dedicato alla guerra cibernetica. Il generale Keith Alexander, che il segretario alla Difesa Robert Gates ha messo a capo del nascente Cyber Command, darà agli Usa una nuova capacità di combattimento: non solo aerea e marittima, ma anche sul nuovo terreno strategico delle reti informatiche. Obiettivo: difendersi dagli attacchi degli hacker e, se necessario, condurre «operazioni militari ad ampio spettro» per interdire la «libertà di azione nel cyberspazio» degli avversari.
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Più spese militari, la Nato spreme Europa e Grecia
La crisi del debito pubblico strangola le nostre economie, costringendo tutti i governi a imporre drastici tagli alla spesa pubblica. Stipendi e pensioni, sanità e istruzione: la parola d’ordine dell’Unione Europea e del Fondo monetario internazionale è “risparmiare su tutto”. O quasi: c’è infatti una voce di costo che sembra immune alle nuove misure di austerity: le spese militari. Su queste, anzi, i governi vengono addirittura sollecitati a investire di più, nonostante la crisi. Persino la Grecia, supportata da Ue e Fmi per evitare il collasso, con tagli selvaggi alla spesa sociale per restituire il maxi-prestito, è stata invitata a spendere di più per gli armamenti.
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Usa in declino, sfida totale all’impero zoppo
Il sogno della “fine della storia” è svanito. Gli Usa hanno tentato, sotto Bush, un ultimo brutale tentativo di mantenere la propria supremazia incontrastata: il progetto di “guerra infinita”, che avrebbe dovuto annichilire come un rullo compressore tutti i possibili nemici e competitori, ma che si è arenato già sui primi due scogli incontrati, ossia Afghanistan e Iraq. L’ordine mondiale odierno è “semi-unipolare”, con Washington ancora potenza egemone, ma più per la cautela dei suoi rivali che per la propria forza ed autorità. La crisi finanziaria del 2008 è partita dagli Usa ed ha mandato parzialmente in frantumi quell’ordine economico