Archivio del Tag ‘Usa’
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Inferno in fabbrica: le mele marce dell’informatica
Il web doveva liberare l’umanità dalle sue “catene” e in parte lo ha fatto: ma a che prezzo? Servizi gratuiti, piattaforme di condivisione e motori di ricerca aperti al mondo intero ci portano a dimenticare che i processi costruttivi dietro a questi colossi dell’informazione altro non sono che gli stessi meccanismi alla base di ogni altra impresa capitalistica, dove l’obiettivo è il guadagno, e i mezzi utilizzati per ottenerlo non sempre sono i più consoni. Un recente studio del “Morning Call”, quotidiano americano, mostra una dettagliata inchiesta sulle condizioni di lavoro negli stabilimenti di Amazon, leader dell’e-commerce. Dietro la facciata, l’inferno: lavoratori precari e senza diritti, minacciati di sanzioni se solo si rallenta il ritmo o addirittura di sviene per il caldo, come accaduto a 15 addetti.
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Krugman: falsi tecnocrati crudeli vi hanno tradito con l’Euro
C’è una parola che ultimamente sento di continuo: “tecnocrate”. A volte viene usata come un termine di disprezzo: i creatori dell’euro, ci si dice, erano tecnocrati che non sono riusciti a tenere in conto i fattori umani e culturali. A volte è invece un termine elogiativo: i novelli primi ministri di Grecia e Italia sono descritti come tecnocrati che si eleveranno al di sopra della politica per fare quel che deve essere fatto. Un attimo. Io lo so bene chi sono i tecnocrati; a volte ho ricoperto anch’io quel ruolo. E queste persone – le persone che hanno costretto l’Europa ad adottare una moneta comune, le persone che stanno costringendo sia l’Europa sia gli Stati Uniti all’austerità – non sono affatto tecnocrati. Sono, invece, dei romantici profondamente privi di senso pratico.
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Siamo finiti, se i padroni del nostro debito saranno inglesi
«Sarà come avere le casse piene di cipolle e dover pagare una Ferrari in dollari comprandoli a forza di tonnellate di cipolle». Stando alle “loro” condizioni, una volta detto addio all’euro, con la nuova lira sovrana dovremmo fare il triplo dello sforzo, ma non sarà ancora la fine del mondo: la fine, quella vera, sarà incarnata dal governo che verrà, «troppo ignorante o troppo in malafede» per adottare le politiche di spesa a deficit positiva che ci potrebbero salvare: quelle che hanno resuscitato l’Argentina dopo il fallimento. Mentre il pubblico osserva le prime mosse di Mario Monti, i mercati stanno già “tranciando i cavi”: «Stanno operando affinché la giurisdizione legale del nostro debito esterno sia spostata dall’Italia alla Gran Bretagna. Così per noi sarà impossibile ri-denominare il debito in Lire e siamo fottuti, ma fottuti come nessuno si immagina».
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Barnard: attenti, non c’è la Fed dietro all’euro-golpe
Non è stata la Federal Reserve, direttamente, a mettere in ginocchio l’Europa attraverso le super-banche di Wall Street spingendole a comprare i 641 miliardi del nostro debito e fidando nel fatto che poi le avremmo ripagate a suon di euro grazie al provvidenziale intervento della Bce. La manovra è stata più aggirante e raffinata: la super-finanza americana, certamente salvata dalla Fed con 29 trilioni di dollari, ha “inguaiato” le banche francesi e tedesche: sono state loro ad accollarsi il grosso del nostro debito, proprio grazie al sostegno arrivato da Wall Street. La finanza Usa non ha scommesso sull’euro, moneta zoppicante, ma sul tasso di interesse: i finanzieri americani hanno emesso a loro volta titoli di debito, i cui proventi hanno prestato a francesi e tedeschi, “sapendo” che ne avrebbero ricavato tassi maggiori.
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Attacco all’Italia, aggredita dai dollari degli euro-caimani
Prima o poi, l’Italia reagirà all’attacco che sta subendo, organizzato da «una trentina di farabutti, che si gettano letteralmente come dei caimani sulle prede che vengono loro offerte dalla legislazione europea». Sotto accusa, il super-vertice della finanza mondiale: «Grandi banche d’affari, tutte già tecnicamente fallite tra il 2007 e il 2010, ma resuscitate dalla Federal Reserve che ha erogato 16 trilioni di dollari inesistenti, inventati per tenerle in piedi». Da allora si sono avventate sull’Europa. Obiettivo: i titoli di Stato, specie quelli dei paesi più fragili, proprio perché protetti dall’Euro e quindi al riparo dall’insolvenza. Ma se la “cura” oggi prevista per rimediare alla “rapina del secolo” è la macelleria sociale, i popoli europei non ci staranno: c’è un limite oltre il quale le vittime cessano di subire le vessazioni.
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Giulietto Chiesa: con Monti, tutti più poveri entro 2 anni
Il programma Napolitano-Monti porterà l’Italia in recessione. Da qui a due anni (se Monti regge per due anni), l’Italia sarà in recessione: lo dicono i dati europei di oggi, li ho letti sul “New York Times”. Finora abbiamo parlato della politichetta italiana, ma il partito numero uno, in Italia, è quello della gente che non va a votare: gente che sarà protagonista della crisi, sottoposta al programma di Monti che è la realizzazione della lettera di Draghi e Trichet che ci impone di ridurre il nostro reddito del 20%. Mario Monti è un uomo della Trilaterale, del Bilderberg, dei grandi centri di potere. E’ stato uomo della Goldman Sachs, che ha gestito per lungo tempo. Quest’uomo non viene qui per fare la riforma elettorale, ma per fare quello che hanno deciso Trichet e Draghi. Ci farà sudare lacrime e sangue.
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Formica: Draghi lavora per la Germania, contro l’Italia
Mario Draghi? Chiedetevi chi l’ha messo là dov’è: la Germania, cioè il più pericoloso competitore dell’Italia, il paese interessato ad assorbire il nostro sistema bancario, che sostiene la temibile manifattura italiana, seconda in Europa dopo quella tedesca. Parola di Rino Formica, più volte ministro socialista della Prima Repubblica, noto per la drastica franchezza dall’epoca in cui dirigeva le Finanze italiane. Affermazioni dirompenti, quelli di Formica, proposte su RaiDue all’info-talk “L’ultima parola” l’11 novembre, con in studio Giulietto Chiesa e Gabriele Albertini e, in collegamento, Massimo Cacciari. Tema: dietro al governo Monti c’è la regia dell’alta finanza che vuole spolpare l’Italia, con l’escamotage dell’esecutivo tecnico?
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Tutto tranne democrazia: i veri mandanti di Mario Monti
Italia e Grecia al guinzaglio del vero potere: quello che ormai stabilisce il prezzo della residua democrazia lasciata agli Stati un tempo sovrani. Comanda Wall Street, attraverso Fmi, Bce e Unione Europea: sono loro a “licenziare” Papandreou e Berlusconi, e a imporre le “riforme strutturali” che non toccano né i patrimoni, né le banche, né le rendite finanziarie, ma solo i popoli (salari, pensioni, welfare) e i beni comuni costruiti con l’impegno di generazioni: beni che ora saranno “privatizzati”, cioè tolti ai cittadini. Sotto la pressione micidiale dei controllori dei mercati finanziari, alla Grecia e all’Italia si dettano ultimatum, prendere o lasciare. Tesi: la politica non è in grado di affrontare scelte impopolari. Meglio che le gestisca un sovrano o un suo vassallo, come nel medioevo.
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La Bce sfratta Berlusconi: via libera alla macelleria sociale
Questa crisi di governo segna un passaggio cruciale, di enorme portata. Dobbiamo tutti averne chiaro il significato. Berlusconi non cade per colpa delle nefandezze delle quali si è macchiato in questi decenni, né per il profilarsi di una seria alternativa alle pratiche di governo meschine, spartitorie, semi-criminali tipiche della della classe politica italiana. Per la prima volta nella storia della Repubblica, un governo viene dimissionato dalle Borse. Il Parlamento si limita a ratificare le indicazione fornite dalla finanza internazionale, la cui esigenza è consegnare il Paese ad un governo che sia più capace dell’attuale nel compiere la macelleria sociale richiesta dall’Europa delle banche.
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Israele gela il mondo: la guerra con l’Iran è vicinissima
Tempo scaduto: tra poco parleranno le armi? Contro l’Iran, nel mirino per il suo programma nucleare, potrebbe scatenarsi la “madre di tutte le guerre”, aperta da un raid aereo e missilistico entro pochi mesi se l’Aiea denuncerà la preparazione di bombe atomiche. Esplicito il presidente israeliano, Shimon Peres: conto alla rovescia ormai imminente. E’ la conferma di un pericolo reale, denunciato con insistenza da analisti come il canadese Michel Chossudovsky: «La terza guerra mondiale non è mai stata così vicina». Liquidato Gheddafi e neutralizzato Assad, la Nato è padrona del Mediterraneo e il regime di Teheran appare isolato: mentre l’Unesco pensa di inserire la Palestina nel patrimonio dell’umanità, Israele testa nuovi missili e organizza war games in Sardegna. E anche gli inglesi tifano per la guerra, che Obama sperava di riuscire almeno a rinviare.
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Maledizione Fukushima: trent’anni per uscire dall’incubo
Ci vorranno almeno trent’anni per uscire definitivamente dall’incubo nucleare di Fukushima, la centrale giapponese “impazzita” che secondo gli scienziati norvegesi ha letteralmente appestato il mondo, sprigionando almeno il doppio della radioattività dichiarata dopo il disastroso incidente del marzo 2011. Emergenza infinita: la famigerata Tepco, la compagnia elettrica di Tokyo riveltasi totalmente impreparata di fronte alla crisi, rivela ora di aver iniettato acqua e acido borico nel reattore 2, dove è stata da poco individuata la presenza di un gas che segnala il rischio di una possibile fissione nucleare. E mentre la Tepco arranca fra rappezzi e reticenze, il Giappone ammette: da questa storia usciremo solo fra tre decenni.
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Contro Wall Street: Usa, primo sciopero generale dal 1946
«Il mondo è stanco delle diseguaglianze causate da questo sistema, è arrivato il momento di fare qualcosa e lo sciopero generale di Oakland è un colpo d’avvertimento per l’1 per cento: la loro ricchezza esiste solo perché il 99 per cento la crea per loro». Parola dei lavoratori del porto di Oakland, uno dei maggiori scali americani, sulla costa pacifica, epicentro della storica agitazione proclamata il 2 novembre: il primo sciopero generale indetto negli Stati Uniti dal 1946. E’ l’evoluzione radicale della protesta spontanea innescata il 17 settembre dal movimento “Occupy Wall Street”, duramente repressa dalla polizia negli ultimi giorni.