Archivio del Tag ‘Unione Europea’
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Haarp-Muos, guerra climatica: prove tecniche di apocalisse
Inondazioni, siccità, terremoti e tsunami: dopo le “guerre stellari”, i cataclismi telecomandati? Bomba climatica, un fantasma si aggira per l’Europa: si scrive Muos, si legge Haarp. Antenne potentissime, in grado di “bombardare” la ionosfera e pilotare “rimbalzi” devastanti su scala mondiale? Per l’economista canadese Michel Chossudovsky, il sistema installato in Alaska è una vera e propria arma di distruzione di massa: oltre a interferire sulle comunicazioni, le sue antenne possono influenzare i circuiti elettrodinamici delle aurore, correnti naturali di elettricità da un milione di megawatt. «E’ possibile utilizzare il vento solare per danneggiare i satelliti e le apparecchiature installate sui sistemi missilistici dei paesi nemici». Radiazioni ad alta frequenza: il programma di ricerca più controverso al mondo s’incrocia con le attività dell’Nrtf di Niscemi, il sistema “Naval Radio Transmitter Facility” che da più di vent’anni assicura le comunicazioni con navi e sottomarini nucleari. Cui ora si affianca il “Mobile User Objective System”, l’eco-mostro di cui la Sicilia ha paura.
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Suicidi, il cimitero-Italia creato dai criminali del rigore
Romeo, Annamaria e Giuseppe si sono uccisi uno dopo l’altro a Civitanova Marche. Come per i morti sul lavoro, non c è alcuna tragica fatalità nella strage che ha visto autodistruggersi una intera famiglia di sessantenni. Fanno bene i dirigenti della Cgil Marche a rompere il solito velo di ipocrisia che copre questa e le altre tragedie che si susseguono. Questi tre poveri morti sono vittime delle controriforma Fornero delle pensioni. Si può dire tutto quello che si vuole, ma se il lavoratore non avesse subito quella terribile condizione di non avere né lavoro né pensione a 62 anni, una età per cui se perdi il lavoro per il mercato sei già morto. Se a questa sua condizione non si fosse sommata quella della pensione di fame della moglie, e se tutto questo non si collocasse nel massacro dell’austerità, non ci sarebbe stata la terribile catena di suicidi che oggi ci lascia una rabbia tanto profonda quanto impotente.
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Crisi: ride solo la Germania, che sta sfasciando l’Europa
Così forte, così fragile. Corsi e ricorsi storici: la Germania è tanto aggressiva e intransigente perché basa la sua potenza sul più incerto e rischioso dei mercati, quello dell’export, che secondo gli economisti democratici della Modern Money Theory produce ricchezza volatile al prezzo di fortissime compressioni salariali. Un regime in bilico, dominato dall’ansia commerciale? Non solo. Secondo Aldo Giannuli, la vastità dell’area germanica, estensibile all’Est, contribuisce a rafforzare la percezione di stabilità del paese, in proiezione pluriennale, anche qualora le economie del Mediterraneo – i “compratori” che hanno favorito il recente boom industriale tedesco – dovessero collassare sotto il ricatto finanziario dell’euro-rigore voluto dalla Merkel. In ogni caso, annota Gad Lerner, dalla grande crisi la Germania continua a guadagnare: i suoi “bund” costano sempre meno. Ma attenzione, c’è il trucco: è rimasto pubblico il controllo del capitale delle grandi banche di Berlino, che accedono all’euro a costi agevolati e, per prima cosa, acquistano titoli di Stato tedeschi.
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La regina dell’odio che esordì rubando il latte ai bambini
Margaret Thatcher è stata una rivoluzionaria. Una rivoluzionaria che ha segnato la storia del suo paese, dell’Europa, del mondo. È stata la “Pasionaria del privilegio”, come la definì il primo ministro laburista Harold Wilson; ha smantellato pezzo per pezzo i fondamenti della democrazia, consegnandola nelle mani della parte più perversa dell’economia capitalistica, quella finanza deregolata sulla quale si è illusa di costruire le fortune di un paese che ha voluto post-industriale. Ha trionfato, ha spezzato le reni a una classe operaia che non si è più risollevata e, nonostante nell’ultimo decennio sia stato chiaro a chiunque fosse intellettualmente onesto quanto fossero d’argilla i piedi della sua rivoluzione conservatrice, muore nel suo letto come il suo amico Augusto Pinochet. Se siete precari, se vi è stata negata una scuola pubblica adeguata, se siete malati e non avete diritto a un’assistenza sanitaria pubblica degna e non vi potete permettere quella privata, se pensate che la pensione non sarà mai affar vostro, allora potete ringraziare la Baronessa.
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Inferno Europa: l’infame Margaret Thatcher è ancora viva
Il modo migliore per onorare Margaret Thatcher? «Privatizziamo il suo funerale. Lo mettiamo sul mercato e accettiamo l’offerta più economica. È quello che avrebbe voluto», dice il regista inglese Ken Loach, autore nel 1984 del drammatico documentario “Wich side are you on”, che racconta lo sciopero dei minatori britannici durante il quale il grande capitale internazionale fece leva sul governo conservatore per scatenare una crudele campagna di violenza e odio contro la classe operaia d’Oltremanica. Al pari di Ronald Reagan, la Lady di Ferro che oggi l’aristocrazia politica europea piange fu inflessibile nell’applicazione dei dettami più brutali dell’ideologia neoliberista, la stessa che orientò le grandi scelte antipopolari del falso riformista francese Mitterrand e degli altri “padri” dell’attuale Europa del rigore, che la crisi trasforma in una sorta di macelleria sociale permanente.
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Rigore illegale: Lisbona, la Corte suprema boccia la Troika
La Corte Costituzionale del Portogallo ha inferto un durissimo colpo alla Troika ed al governo conservatore di Pedro Passos Coelho, bocciando alcune delle misure contenute nel pacchetto di austerità approvato al fine di ottenere i crediti internazionali. La sentenza stabilisce che il taglio delle retribuzioni dei lavoratori pubblici e dei pensionati, lasciando invariati gli altri redditi, viola il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione lusitana. Allo stesso tempo è stata bocciata una nuova imposta sui disoccupati, perchè il governo non ha il potere di introdurre misure che generino eccessiva sofferenza. La sentenza della Corte Costituzionale non è stata commentata dalla Commissione europea o da altri esponenti della Troika, ma ha subito portato ad una seduta di crisi del governo.
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Assalto alle banche, vogliono un altro governo Bilderberg
Per imporre in Italia un governo compiacente alla linea che molti oggi chiamerebbero “Linea Bilderberg”, o “Linea Monti-Merkel-Goldman Sachs”, nonostante l’esito elettorale dell’ultimo voto politico, potrebbe essere a breve orchestrata una crisi bancaria italiana che terrorizzi la popolazione e crei il consenso per un governo di quel tipo in cambio di soccorsi monetari di Bce, Fed e altri. I recenti spostamenti di capitali dello Ior da banche italiane a banche tedesche (compresa parte del nostro 8 per mille) corrobora questa congettura, assieme alla nomina di un tedesco alla presidenza dello Ior. Il voto politico del 25 febbraio esprime disinganno e rifiuto della maggioranza degli italiani verso la dittatura dei mercati, l’egemonia della Germania, il modello economico mercatista e neoliberista snaturato in Europa col socialismo tributario dei cosiddetti Illuminati, le ricette rigoriste e fiscaliste di tecnici e accademici balordi o traditori
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Nord Corea, missili e bluff: la guerra nucleare può attendere
Sulla crisi in Corea, un consiglio a chi ci legge (una piccola porzione fra i miliardi di utenti del sistema mediatico): non c’è da preoccuparsi troppo, per ora. Per molti nel mondo è già così, come ha rilevato il quotidiano britannico “The Guardian”, riscontrando che quasi nessuno prende sul serio i bellicosi comunicati dei comandi nordcoreani, quando proclamano di poter attaccare atomicamente il suolo nordamericano. Il livello della retorica del giovane Kim Jong Un sembra voler bucare la nostra noncuranza sollevandosi di parecchi toni. Se un capo di Stato minaccia di radere al suolo le città Usa si guadagna inevitabilmente i titoli di testa di ogni medium che abbia memoria dell’immaginario di Hollywood, e qualche sopracciglio in più si solleva (e anche qualche elicottero in più).
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L’Europa spaventa Confindustria. Partiti e sindacati: muti
Prosegue la raffica di editoriali del “Sole 24 Ore” che insistono sulla necessità di “riformare” i trattati europei, che – viene “scoperto” soltanto ora – sono anche illegali e incostituzionali. La circostanza è notevole. Soprattutto quando persino gli imprenditori si accorgono che – con trattati così concepiti – anche loro si ritrovano “sudditi” di poteri peraltro parecchio oscuri e senz’altro privi di legittimità democratica. Naturalmente Confindustria spinge per una “riforma” della costruzione europea, non per la sua rottura. Ma il punto di crisi viene individuato con chiarezza: o si va a una sospensione delle “regole automatiche” (che stanno facendo scattare una trappola suicida, a partire dai paesi meno forti, ma presto ricadente anche sulla Germania), per favorire quella che Paolo Savona indica come una “fase costituente” della nuova Europa, oppure «come extrema ratio, non resterebbe altro che decidere insieme un’uscita ordinata e governata dagli accordi presi, perché non possono essere ottemperati o perché non lo si vuole».
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Paolo Savona: noi sudditi dell’Eurozona, trappola mortale
Si susseguono le dichiarazioni sullo stato delle istituzioni europee comunitarie, alcune molto simili a un pentimento. Dire oggi che forse l’adesione all’euro è stata troppo frettolosa serve a ben poco, soprattutto se a gestire o solo suggerire che fare per uscire dalla “precipitazione” siano gli stessi autori o sostenitori della scelta non meditata. Essi troveranno sempre motivi per difendere ciò che è stato fatto e quello che si va facendo “per evitare il peggio”, ma non prendono atto che la china in cui l’Europa, e quindi l’Italia, va scivolando con queste scelte non si inverte. Bene ha fatto Pellegrino Capaldo a ricordare da queste stesse colonne quali fossero le “regole di ingaggio” dell’Italia all’Unione europea, invocandone il rispetto. Chi lo ha fatto a tempo debito è stato emarginato e ha lasciato all’antipolitica il compito non di chiedere il rispetto dei patti, ma l’uscita disordinata dagli stessi.
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Colpa degli stranieri: così i neonazisti salvano l’euro-casta
Qualcuno si è chiesto come nasce un fenomeno come quello di “Alba Dorata”, e di risposte ne sono state ipotizzate tante. Forse è l’ignoranza, forse è la Tv. Forse è la povertà, o l’intolleranza, o la guerra tra poveri, o la mentalità di taluni intrinsecamente fascista. Forse è l’esasperazione, o il non poterne più degli immigrati, o la crisi, o il degrado delle periferie. Forse sono le scarse opportunità dei giovani, o la voglia di rivalsa, o la morte dei valori e delle ideologie. O forse è la politica che crea “Alba Dorata”, deliberatamente. Può senza dubbio sembrare una teoria del complotto, ma come nella migliore tradizione dei blog, o è un complotto oppure “glielo ha detto il diavolo”: altrimenti non si spiega l’idiozia di politici di livello internazionale sulla scena europea che si abbandonano a dichiarazioni apertamente xenofobe, e vòlte ad infiammare gli animi contro gli immigrati.
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L’Impero Latino: fermare la Germania per salvare l’Europa
Nel 1947 un filosofo, che era anche un alto funzionario del governo francese, Alexandre Kojève, pubblicò un testo dal titolo “L’impero latino”, sulla cui attualità conviene oggi tornare a riflettere. Con singolare preveggenza, l’autore affermava che la Germania sarebbe diventata in pochi anni la principale potenza economica europea, riducendo la Francia al rango di una potenza secondaria all’interno dell’Europa continentale. Kojève vedeva con chiarezza la fine degli stati-nazione che avevano segnato la storia dell’Europa: come l’età moderna aveva significato il tramonto delle formazioni politiche feudali a vantaggio degli stati nazionali, così ora gli stati-nazione dovevano cedere il passo a formazioni politiche che superavano i confini delle nazioni e che egli designava col nome di “imperi”.