Archivio del Tag ‘Tripoli’
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Israele gela il mondo: la guerra con l’Iran è vicinissima
Tempo scaduto: tra poco parleranno le armi? Contro l’Iran, nel mirino per il suo programma nucleare, potrebbe scatenarsi la “madre di tutte le guerre”, aperta da un raid aereo e missilistico entro pochi mesi se l’Aiea denuncerà la preparazione di bombe atomiche. Esplicito il presidente israeliano, Shimon Peres: conto alla rovescia ormai imminente. E’ la conferma di un pericolo reale, denunciato con insistenza da analisti come il canadese Michel Chossudovsky: «La terza guerra mondiale non è mai stata così vicina». Liquidato Gheddafi e neutralizzato Assad, la Nato è padrona del Mediterraneo e il regime di Teheran appare isolato: mentre l’Unesco pensa di inserire la Palestina nel patrimonio dell’umanità, Israele testa nuovi missili e organizza war games in Sardegna. E anche gli inglesi tifano per la guerra, che Obama sperava di riuscire almeno a rinviare.
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Gheddafi giustiziato senza processo: tutto come previsto
Quello che resta di quarant’anni di potere è un corpo, ferito e rivoltato nella polvere: Muhammar Gheddafi macellato sul posto, il 20 ottobre, lungo la strada tra Sirte e Misurata, dopo un raid Nato che ha probabilmente messo in fuga il dittatore, costringendolo a lasciare l’ultima roccaforte dopo quasi otto mesi di resistenza. Facendo il verso alle didascalie con cui tutti i media hanno presentato il tremendo video di Al-Jazeera sugli ultimi istanti del Colonnello, il sito “Megachip” avverte: “Attenzione, segue una serie di immagini shock su Gheddafi che possono urtare la vostra suscettibilità”. Fotogallery: Gheddafi con Frattini, Napolitano e Prodi; Gheddafi che abbraccia Berlusconi, Blair e il turco Erdogan, stringe la mano a Obama e Zapatero, riceve Brown e la Rice e fraternizza col suo futuro “boia”, Sarkozy.
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Bugie di guerra da Tripoli: non sappiamo quasi niente
Domenico Quirico, il reporter della “Stampa” sequestrato il 24 agosto con tre colleghi e liberato l’indomani da due giovani soldati di Gheddafi, rivela di esser stato accompagnato attraverso «l’enorme area di Tripoli ancora controllata dalle forze del regime». E un combattente gheddafista, che si firma “Libyan Liberal”, racconta su Twitter che il “lavoro” consiste nel difendere la popolazione da omicidi, stupri e saccheggi, mentre dal cielo le bombe della Nato fanno strage. Le immagini della folla esultante sulla Piazza Verde? Forse è solo l’ultima beffa: si ipotizza addirittura un set televisivo negli studi di Al-Jazeera, nel Qatar. «Considero prive di ogni sostanza le notizie ufficiali che arrivano dalla Libia da tre giorni a questa parte», scrive Debora Billi: possibile che la cronaca da Tripoli sia interamente falsa?
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Violenze sui profughi somali, ora i giudici indagano
Le immagini dei respingimenti in prima serata su “Presa Diretta” (RaiTre), due inchieste della magistratura siciliana, la condanna dell’Acnur, una denuncia alla Corte europea, il rapporto di Human Rights Watch, due interrogazioni parlamentari. «A cinque mesi dal primo respingimento, continuano a levarsi sempre più autorevoli voci critiche». Ma l’Italia, in risposta, «sa solo mentire, spudoratamente». Lo afferma nel suo ultimo rapporto “Fortress Europe”, la scomoda ong italiana che esegue un monitoraggio indipendente dei flussi di migranti, denunciando abusi e violenze a cui sarebbero sottoposti i profughi africani che tentano (inutilmente) di sbarcare in Sicilia.
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Profughi somali massacrati dalla polizia a Bengasi
Adesso abbiamo le prove. Sono quindici foto in bassa definizione. Scattate con un telefono cellulare e sfuggite alla censura della polizia libica con la velocità di un mms. Ritraggono uomini feriti da armi di taglio. Sono cittadini somali detenuti nel carcere di Ganfuda, a Bengasi, arrestati lungo la rotta che dal deserto libico porta dritto a Lampedusa. Si vedono le cicatrici sulle braccia, le ferite ancora aperte sulle gambe, le garze sulla schiena, e i tagli sulla testa. I vestiti sono ancora macchiati di sangue. E dire che lo scorso 11 agosto, quando il sito in lingua somala Shabelle aveva parlato per primo di una strage commessa dalla polizia libica
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Eritrei respinti in Libia, cronaca di un martirio
L’Eritrea sta investendo molto nel turismo. Lungo il mar Rosso ad esempio, a metà strada tra Massawa e Assab, c’è un albergo a Gel’alo che nessun turista dovrebbe perdersi, specialmente se italiano. Se non altro perché è stato costruito da esuli eritrei costretti ai lavori forzati dopo essere stati arrestati sulla rotta per Lampedusa e rimpatriati dalla Libia su voli finanziati dall’Italia. Proprio così. Non chiedete spiegazioni all’ambasciata eritrea, potrebbero fraintendere. Secondo la propaganda della dittatura infatti, quell’hotel è frutto del coraggio della gioventù eritrea
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Io non respingo: Gheddafi in Italia prenda nota
La storica visita del leader libico Muhammar Gheddafi, in Italia dal 10 al 20 giugno, si trasformerà in un’occasione speciale di protesta: “Io non respingo” è lo slogan della campagna nazionale lanciata dal network sociale “Fortress Europe”, che fa eco agli appelli dell’Onu e chiama a raccolta l’opinione pubblica italiana: «Mobilitiamoci per far sentire la nostra voce: diciamo no alla politica dei “respingimenti”, cioè delle deportazioni di migranti africani, molti dei quali rifugiati politici, nei campi di concentramento gestiti dalla polizia libica senza il necessario rispetto dei diritti umani».
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Africa nucleare, la guerra della Francia inonda l’Italia
L’accordo Sarkozy-Berlusconi per il futuro nucleare italiano serve alla Francia, per smaltire le immense riserve di uranio che si è procurata in Niger al prezzo di una guerra sporca che sta spingendo migliaia di profughi verso l’Italia attraverso la Libia. La guerra francese per l’uranio del Sahara è combattuta dai Tuareg, armati da Gheddafi per conto di Parigi. Anche per questo, Tripoli non fa nulla per arginare la marea degli immigrati diretti a Lampedusa. Lo afferma il reporter Fabrizio Gatti, in un ampio servizio sull’ultimo numero del settimanale “L’Espresso”.