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Magaldi: socialismo liberale, il virus salva-Italia siamo noi
«Siamo piccoli, ma attentamente monitorati: ai piani alti, c’è chi si domanda in che modo contiamo di riuscire nell’impresa, e non manca chi vorrebbe attuare le nostre proposte. Che poi sono le uniche in grado di ribaltare la situazione: perché le nostre idee sono uno scandalo, un’eresia. Un virus benefico, destinato a contaminare finalmente il sistema». Gioele Magaldi sintetizza il concetto in due parole: socialismo liberale. Keynes e Roosevelt, Carlo Rosselli, Olof Palme. I semi migliori del Novecento: l’antidoto contro l’ingiustizia. Dove sono finiti? Dispersi: soffocati dalla sovragestione del neoliberismo globalizzato. Ma oggi, per un movimento d’opinione come quello fondato nel 2015 da Magaldi, rappresentano l’unico salvagente per evitare il naufragio della democrazia, schiacciata dalle possenti oligarchie planetarie che ora speculano anche sul disastro del coronavirus. Il loro piano: mantenere il potere a tutti i costi, anche instaurando una sorta di polizia sanitaria mondiale, pronta a usare il ricatto della paura e il fantasma della depressione economica. Risultato: l’Europa ridotta a nullità politica, capace però di tenere in ostaggio un paese come l’Italia, il cui governo – lasciato senza soldi – non ha la minima idea di come evitare il massacro sociale a orologeria che già si annuncia per l’autunno. «Famiglie e aziende avranno l’acqua alla gola, per effetto del terribile lockdown imposto senza nessun vero paracadute economico».«A Conte faremo una proposta che non potrà rifiutare», annunciò Magaldi tempo fa, tra il serio e il faceto, indossando una maglietta con l’icona di Marlon Brando nei panni del “Padrino”. Ora rilancia: «In settimana, il nostro piano salva-Italia sarà pronto e illustrato anche in un video, sul nuovo canale MrTv». Il succo: proposte ragionevoli, il “minimo sindacale” per evitare il peggio. Attenti: «La nostra non è una provocazione arrogante, tutt’altro: sono iniziative che qualsiasi governo (di centrodestra o centrosinistra, non importa) avrebbe dovuto adottare già durante il lockdown». Un pacchetto di misure «attuabili da subito», che il Movimento Roosevelt guidato da Magaldi insiste nel voler impacchettare sotto forma di “ultimatum”: «Sarà recapitato nei prossimi giorni all’esecutivo, che avrà a disposizione l’intera estate per valutare le nostre proposte. L’ultimatum scadrà in occasione dell’election-day del 20-21 settembre». Giuseppe Conte accoglierà quei consigli? Tanto meglio: «Se saranno soddisfatte le esigenze minime degli italiani – dice Magaldi – ne prenderemo atto e ringrazieremo: in una prospettiva laica come la nostra non ci sono nemici, né antagonisti o pregiudizi».Se Conte e i suoi ministri, «da quei brocchi che hanno mostrato di essere sinora, dimostrassero di diventare dei purosangue, a partire da settembre», allora «mi toglierei il cappello e ne sarei felice, come cittadino italiano e come europeo», assicura il leader “rooseveltiano”. «C’è però la “legittima suspicione” che così non sarà», aggiunge: «E allora, in quel caso si avrà il debutto della Milizia Rooseveltiana il 5 ottobre, nell’anniversario della data fatidica del 1789 in cui le donne della Rivoluzione Francese marciarono su Versailles per chiedere al Re perché mai non volesse sottoscrivere la nuova Costituzione». Milizia Rooseveltiana? Una formazione “marziale” solo a livello teatrale, con uno slogan (”dubitare, disobbedire, osare”) che capovolge ironicamente il mussoliniano “credere, obbedire, combattere”. «Missione: incalzare il governo, in modo nonviolento ma divenendo una vera spina nel fianco: nelle piazze italiane, la Milizia chiederà conto – ogni giorno – dell’eventuale, mancato recepimento del piano salva-Italia».Altra avvertenza: non è un’iniziativa di parte, contro Conte. «Neppure l’opposizione ha brillato», sottolinea Magadi: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia «non hanno strutturato una vera proposta alternativa per il paese». Un consiglio? «Qualcuno di loro dovrebbe andare politicamente in pensione. Altri dovrebbero guardarsi dentro e sviluppare un vero progetto per l’Italia, che oggi non hanno». Ce l’ha Magaldi, il progetto? La sua risposta è scontata: certamente sì. Ma chi è, il presidente del Movimento Roosevelt? Due cose insieme: un intellettuale, e un massone. Laureato in filosofia, appassionato storico, tagliente politologo. E’ ultra-trasparente, il suo impegno nel mondo libero-muratorio: nel suo saggio “Massoni”, uscito nel 2014 per Chiarelettere (bestseller italiano, oscurato dai media), da un lato denuncia le superlogge sovranazionali neo-oligarchiche e il loro sogno di Nuovo Ordine Mondiale neoliberista, “neoaristocratico” e post-democratico, e dall’altro rivendica il ruolo della massoneria settecentesca nella fondazione dell’attuale modernità: suffragio universale, libere elezioni, laicità e Stato di diritto.«La democrazia è un’anomalia della storia: e non ce l’ha portata la cicogna, è il frutto della massoneria rivoluzionaria che riuscì ad abbattere l’Ancien Régime in Europa a partire dalla Francia fino poi a guidare il Risorgimento italiano, dopo aver animato la stessa Rivoluzione Americana». Insiste: «L’architettura istituzionale del mondo in cui viviamo è interamente massonica. Per questo mi domando se siano in grado di fare il loro mestiere i magistrati come Nicola Gratteri, che tendono a criminalizzare la massoneria: si rendono conto che la stessa Costituzione italiana nasce dalle idee ultra-massoniche alla base della primissima Costituzione della Repubblica Romana di Mazzini e di Garibaldi, primo “gran maestro” del Grande Oriente d’Italia?». Discorsi lunari, in un’Italia che associa regolarmente i grembiulini alla P2 di Gelli, o a qualche congrega infiltrata dalla mafia. «Quelle sono conventicole che non contano niente, e lo sanno tutti. Ma fingono di non sapere che i grandi decisori dei nostri tempi – anche italiani, da Monti a Napolitano – appartengono tutti all’aristocrazia massonica internazionale: il mondo delle Ur-Lodges, quello che orienta davvero i destini del pianeta».Ne fa parte lo stesso Magaldi, già “iniziato” alla superloggia “Thomas Paine”, punta di lancia del progressismo novecentesco. Una filiera che ha “allevato” e sostenuto personaggi come Gandhi e Papa Giovanni XXIII, i Kennedy e i Roosevelt, Martin Luther King, Nelson Mandela, Yitzhak Rabin. Sempre di massoneria si tratta, ma di segno opposto. Ed ecco il punto: «Il sistema massonico oligarchico stava perdendo la sua presa sul mondo, lo si è visto con l’inattesa elezione di Donald Trump, fiero avversario del globalismo neoliberista: Trump ha imposto uno stop all’egemonia della Cina, che era e resta la creatura preferita dell’élite massonica reazionaria». Il progetto: efficienza economica, ma senza democrazia. Un modello da esportare in Occidente? «Sicuramente è stato esportato il modello-Wuhan per il coronavirus: massimo rigore e sospensione della libertà. Ed è successo appena dopo che Trump ha inflitto a Xi Jinping l’umiliazione dei dazi». Come dire: è in corso una partita cruciale per le sorti del pianeta, di portata epocale. Da una parte i neoliberisti, che si sono riciclati come gendarmi sociali in nome del Covid, favoloso pretesto per rendere eterna l’austerity degli ultimi decenni. Dall’altra, sono in campo quelli che Magaldi chiama massoni progressisti: avversari del rigore già prima della pandemia, e ora impegnati a evitare che il virus diventi un alibi per seppellire quel che resta della nostra democrazia.Di più: per il fronte in cui Magaldi milita, la crisi pandemica è un’occasione irripetibile. Il collasso indotto dal lockdown rappresenta un assist perfetto, per archiviare il dogma della scarsità – solo immaginaria – e il falso riformismo sulla pelle degli altri (”ce lo chiede l’Europa”). Il Piano-B l’ha esposto Mario Draghi a fine marzo, sul “Financial Times”: tornare a Keynes. Cioè: inondare di miliardi l’economia, senza paura di spendere. Soldi che non si trasformino in debiti: proprio come in tempo di guerra. Ma Draghi non era il sommo custode dell’ordoliberismo europeo in salsa teutonica? Lo era, dice Magaldi, ma nell’ultimo anno ha abbandonato la comitiva. «Il “fratello” Draghi è tornato alle sue origini keynesiane e ha chiesto di essere accolto nel circuito massonico progressista, come anche la “sorella” Christine Lagarde». A muoversi sono pesi massimi del potere economico, come la stessa Kristalina Georgieva del Fmi e Premi Nobel del calibro di Krugman e Stiglitz. Tutti a dire che non è possibile insistere con la “terapia” che ha impoverito l’Europa: vista la gravità della crisi economica indotta dal Covid, bisogna buttare a mare trent’anni di rigore finanziario e metter mano al “bazooka” dell’emissione monetaria illimitata e gratuita, non a debito, pena il collasso del sistema economico.«Ci stiamo accorgendo che nessun denaro verrà dato all’Italia con spirito solidaristico e risolutivo», riassume Magaldi. «Concedere denaro in prestito, vincolato alle solite condizionalità – poco importa che si tratti del Mes o di altro – è inaccettabile, in questa temperie. E se la classe politica europea non è all’altezza, quella italiana rispecchia perfettamente questa mediocrità complessiva». Così almeno la vede Magaldi: «L’Europa è un nano politico, economicamente sempre più problematico (benché ricco, perché eredita posizioni di privilegio). Ma il nanismo politico, geopolitico, diplomatico e militare, nella nuova guerra fredda tra sistema-Cina e sistema-Usa, con in mezzo la Russia a fare da terzo incomodo, non aiuta i futuri sviluppi economici dell’Europa». Lo spettacolo è eloquente: «L’Ue è incapace di darsi un’unità fiscale, evitando il dumping che molti paesi esercitano, ed è incapace di costruire un tessuto socio-economico più equo e lungimirante». E intanto il mondo non ci aspetta: «La Cina ci ha insegnato che un paese molto povero può aumentare in modo significativo il proprio Pil, anno dopo anno, e proiettarsi sullo scenario globale da protagonista neo-imperiale». Domani, tutto potrebbe cambiare. E noi, semplicemente, subiamo gli eventi: «C’è davvero un’assenza di visione, da parte di tutti i leader europei».A soffrire le pene dell’inferno, tanto per cambiare, è in primo luogo l’Italia: «Troppe famiglie, lavoratori, aziende ed esercizi sono ancora appesi a decisioni che non vengono prese. C’è un menare il can per l’aia, del governo e anche delle opposizioni: litigano e cazzeggiano. Gli uni (al governo) sono del tutto inefficaci, ma non è ben chiaro cosa farebbero al loro posto gli altri, che stanno all’opposizione». La verità, dice il presidente “rooseveltiano”, è che l’emergenza coronavirus non è mai cessata: «Ieri c’era un’emergenza sanitaria, e adesso c’è un’emergenza che è economica e sociale. Ce ne accorgeremo proprio a settembre: molti nodi verranno al pettine e ci sarà il baratro, per molti». A partire da settembre, «diventeranno lampanti i disastri che la cattiva gestione e la mancata reazione del governo provocherà, nella società e nell’economia italiana». E il guaio è che i leader europei sembrano ectoplasmi: «Troppi cincischiamenti, al di là dell’azione benemerita di Christine Lagarde, contro ogni previsione (salvo la mia). Per il resto solo parole, passi indietro e traccheggiamenti odiosamente studiati: quando era forte la pressione mediatica sul lockdown e sull’emergenza sanitaria strombazzata, si parlava del dovere dell’Europa di intervenire subito. E invece, di Recovery Fund stiamo ancora soltanto discutendo».Quest’anno il bilancio è molto negativo, sin qui, perché secondo Magaldi si è persa anche la grande opportunità – generata dal coronavirus – per un cambio di paradigma. Obiettivo mancato: archiviare gli ultimi disastrosi decenni di austerity. «La mia previsione però non è catastrofica: io continuo a rilanciare l’ottimismo della volontà, a patto però che diventi anche “ottimismo del fare”». Spiegazioni: «I massoni progressisti operano dietro le quinte, mentre il Movimento Roosevelt opera davanti alle quinte». Ma da solo non basta: «Si decidano a operare tutti i cittadini, aderendo a strumenti di azione politica». Concretezza e realismo: «Bisogna evitare di andare appresso ai soliti piagnoni apocalittici, che parlano di uscire dalla Nato e dall’euro, e magari strizzano l’occhio alla Russia ma odiano gli americani. Tutto questo “pastone” di “alternativi” non ha mai prodotto nulla, in questi anni, e continuerà a non produrre niente. Se si vuole cambiare la situazione, occorre iniziare dalle cose che si possono fare già da domani: e questo è l’unico cammino serio che il Movimento Roosevelt vuole intraprendere».Piccola profezia: «Il Movimento Roosevelt è destinato a crescere, perché la censura che l’ha finora colpito sarà destinata a crollare». Quel giorno, «risulterà che in questi anni si sono avvicendati partitini e partitoni, grandi e piccoli protagonisti, piccole narrazioni, litanie e piagnistei, mentre il Movimento Roosevelt è stato granitico, dal punto di vista ideologico, nel proporre qualcosa che è ancora un’eresia, uno scandalo». Ovvero: «Il socialismo liberale di cui parliamo noi non è quella parodia che ne ha fatto Renzi, e che tuttora ne fanno Calenda e altri, che declinano una forma di neoliberismo “de sinistra”». Magaldi allude al socialismo liberale in versione rooseveltiana, post-keynesiana, rosselliana. «Ci richiamiamo alla migliore tradizione del socialismo democratico, quella di Olof Palme. E’ il socialismo liberale che, in qualche modo, anche l’esecrato e demonizzato Bettino Craxi aveva comunque cercato di introdurre, tra luci e ombre, nella coscienza politica degli italiani». Già, Craxi: «Ebbe indubbie benemerenze, che però vennero stroncate: in Italia, quei socialisti che non erano subalterni ai comunisti erano definiti “social-traditori”. E Craxi era odiato da quella sedicente sinistra che da Pci si trasformò in Pds, poi in Ds, poi in Pd, e che certo non ha operato bene».Secondo Magaldi, «oggi è paradossale che il Pd appartenga al Partito Socialista Europeo, considerando che non c’è più nulla, di socialista, nella politica del Pd». Peraltro, «non c’è più nulla di socialista neppure nel Pse: dovrebbero vergognarsi, i sedicenti socialisti europei, ricordando l’esempio di personaggi come Olof Palme». Non solo: «Dovrebbero vergognarsi i socialdemocratici tedeschi, come anche i socialisti francesi, guardando a cosa si sono ridotti, e a quanto sono subalterni a narrative neoliberiste che in altri tempi sarebbero state definite “di destra conservatrice”. Il loro è un mondo fasullo, capovolto». Il Movimento Roosevelt, al contrario, rivendica un’assoluta e granitica coerenza: «Parliamo di socialismo liberale e democrazia sostanziale, e denunciamo i riti fasulli, vuoti e retorici di una democrazia priva di anima. Abbiamo idee all’avanguardia sull’istruzione, sull’ambiente, sull’energia, sulla difesa, sull’economia, sulla stessa riforma costituzionale dello Stato. Tutti seguono le nostre mosse con attenzione, e si chiedono cosa ne sarà di queste nostre idee forti, che qualcuno vorrebbe attuare. Domani, io credo che questa nostra influenza uscirà alla luce del sole e diventerà pienamente percepibile». Tanto ottimismo è motivato: «Per fortuna, c’è chi – accanto a noi, a livello globale – agisce dietro le quinte e prepara le condizioni più propizie perché le nostre idee possano affermarsi, presso la coscienza del popolo sovrano».Questo, ribadisce Magaldi, deve fare la differenza: «Il Movimento Roosevelt non vuole candidarsi a raccogliere voti alle elezioni, ma vuole influenzare politica e cittadini in modo solare, come una lobby apertamente dichiarata: una lobby della democrazia e del socialismo liberale». La missione: «Contaminare, come un virus benigno, le coscienze e le istituzioni. E vogliamo farlo in Italia, in Europa e nel mondo: per far sì che diventi un imperativo categorico, quello che è scritto nel nostro statuto, cioè la promozione e l’estensione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani». Il mondo di oggi è pieno di piaghe: «Democrazia assente, diritti calpestati, disuguaglianze mostruose. Oligarchie e teocrazie che dominano, imperterrite, con la loro arroganza». Ci dimentichiamo, ricorda Magaldi, che nel 1948 tutte le nazioni si erano impegnate a promuovere i diritti umani. «Il Movimento Roosevelt è qui per ricordarlo a tutti. E io credo che la sua influenza si misurerà negli anni e resterà nella storia: il giorno in cui certe cose verranno affermate, non si potrà non ricordare che questo è stato, perché a un certo punto il Movimento Roosevelt ha suonato la campana, e ha detto “la ricreazione è finita”».Pensieri visionari? Forse, dando per scontato che ogni avanguardia tende a esplorare orizzonti lunghi. Il monitor italiano, peraltro, s’è incantato su un fermo-immagine: il paese è a terra, e il governo non sa dove trovare i soldi per rianimarlo. «Quei soldi non c’erano nemmeno prima», dice Magaldi, che già un anno fa parlava di «almeno duemila miliardi» per rimettere in sesto infrastrutture, servizi e occupazione. Come trovare quel fiume di soldi, ora che la crisi post-Covid morde gli italiani? Nel solo modo possibile: creandoli dal nulla, come sempre si è fatto di fronte alle grandi crisi. L’Ue non lo consente? Male: perché l’alternativa non esiste. Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, predica da anni il ricorso – temporaneo – all’emissione di moneta parallela, di Stato, spendibile solo in Italia: un toccasana, per resuscitare stipendi e consumi. Chi pensa in grande – da Draghi in giù – sa che un’Unione Europea così conciata non ha futuro: è indispensabile cambiare le regole, gettando a mare la religione del rigore finanziario. Rosselli credeva nel socialismo come ricetta socio-economica bilanciata dalla giustizia sociale. Un altro campione democratico come Olof Palme, autore del rinomato welfare svedese, impegnò lo Stato per salvare aziende traballanti e posti di lavoro.Lo stesso Roosevelt, che ereditò un’America messa in ginocchio dalla Grande Depressione, adottando le ricette di Keynes trasformò gli Stati Uniti nella prima superpotenza mondiale. E noi che facciamo, stiamo ancora a pietire le concessioni usuraie dei signori di Bruxelles, mentre milioni di italiani tra poco non sapranno come arrivare a fine mese? «Per inciso: Rosselli, Palme, Keynes e Roosevelt erano tutti massoni progressisti», precisa Magaldi, come per rimarcare che – se qualcuno oggi li evoca – intende avvertire il pubblico che s’è messo in moto qualcosa di importante, che affonda le sue radici in cent’anni di battaglie per i diritti sociali. «L’essenziale, in un momento come questo, è non cadere nella tentazione del complottismo stupido che demonizza qualsiasi potere, a prescindere: il cospirazionismo apocalittico è l’alleato perfetto della peggior oligarchia, quella che noi democratici vogliamo abbattere». Ecco perché non è il caso di sottilizzare, su Conte e soci: «Se saranno loro, ad accettare il nuovo corso, benissimo. Ridurre la politica a tifo da stadio è una pessima idea: serve solo ad allungare la vita al sistema che ci ha messo di fronte avversari solo apparenti, come Prodi e Berlusconi, di fatto esecutori dei medesimi diktat». Magaldi ne è certo: sarà la durezza della crisi a imporre le scelte giuste. E allora cadranno, di colpo, tutte le storielle che ci hanno finora propinato: dalla criminalizzazione del deficit all’odio tribale che spinge le tifoserie a dilaniarsi l’un l’altra, come i capponi di Renzo destinati a finire in padella.«Siamo piccoli, ma attentamente monitorati: ai piani alti, c’è chi si domanda in che modo contiamo di riuscire nell’impresa, e non manca chi vorrebbe attuare le nostre proposte. Che poi sono le uniche in grado di ribaltare la situazione: perché le nostre idee sono uno scandalo, un’eresia. Un virus benefico, destinato a contaminare finalmente il sistema». Gioele Magaldi sintetizza il concetto in due parole: socialismo liberale. Keynes e Roosevelt, Carlo Rosselli, Olof Palme. I semi migliori del Novecento: l’antidoto contro l’ingiustizia. Dove sono finiti? Dispersi: soffocati dalla sovragestione del neoliberismo globalizzato. Ma oggi, per un movimento d’opinione come quello fondato nel 2015 da Magaldi, rappresentano l’unico salvagente per evitare il naufragio della democrazia, schiacciata dalle possenti oligarchie planetarie che ora speculano anche sul disastro del coronavirus. Il loro piano: mantenere il potere a tutti i costi, anche instaurando una sorta di polizia sanitaria mondiale, pronta a usare il ricatto della paura e il fantasma della depressione economica. Risultato: l’Europa ridotta a nullità politica, capace però di tenere in ostaggio un paese come l’Italia, il cui governo – lasciato senza soldi – non ha la minima idea di come evitare il massacro sociale a orologeria che già si annuncia per l’autunno. «Famiglie e aziende avranno l’acqua alla gola, per effetto del terribile lockdown imposto senza nessun vero paracadute economico».
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Falsi positivi prigionieri dell’app impazzita: disastro Immuni
L’app Immuni continua a far discutere e adesso inizia a mietere i suoi primi prigionieri, imponendo a chi riceve l’alert di chiudersi in casa alla ricerca dell’agognato tampone. Molti si stupiscono, ma era tutto piuttosto prevedibile. Vediamo cosa e perché sta accadendo. I primi segnali che ci fosse qualche problema con le segnalazioni di contatto con un positivo effettuate da Immuni le avevamo avute dalla Regione Marche, dove durante la prima sperimentazione dell’app di Stato era stata resa nota una comunicazione e-mail che la stessa Regione aveva inviato in via riservata alle Direzioni Sanitarie per «dare indicazioni agli operatori sanitari di disattivare il Bluetooth durante l’orario di lavoro al fine di evitare segnalazioni di falsi contatti». Poi è toccato alla Puglia e qualche giorno fa a una signora barese è toccato disperarsi a causa dell’app Immuni, scaricata come dovere civico e poi diventato strumento di “prigionia di Stato”. E, solo dopo circa una settimana (e avrebbero potuto essere 14 giorni) di isolata disperazione, le è stata donata la libertà perché – come lei stessa aveva a gran voce segnalato – non aveva contratto il virus.
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Zangrillo: nessuna seconda ondata, ora il Covid è curabile
Il messaggio che voglio dare anche a nome dei miei colleghi è: siamo tutti dalla stessa parte della scienza; la nostra iniziativa, pacata e responsabile, non è di contrapposizione, ma di divulgazione scientifica obiettiva. È innanzitutto una notizia positiva, che le autorità sanitarie devono recepire per quello che è: un messaggio da chi la clinica la vive quotidianamente, perché noi abbiamo vissuto in mezzo alla malattia, perché io mi sono spaventato personalmente, ho rischiato di prenderla, ho lavorato fin dall’inizio a fianco dei miei collaboratori per salvare delle vite umane. Secondo l’Oms, il Covid si comporterà come la Spagnola, tornando in autunno e mietendo molte vittime? Non ci sarà una seconda ondata perché nessuno di noi vuole rivederla. Poi non posso negare che in autunno inoltrato, con la ripresa del freddo, come per tutti i virus respiratori, si possa verificare un risveglio del Covid. Ma sono certo che sapremo controllare questa ripresa della viremia. Il crollo dei malati di coronavirus è ormai inequivocabile. Abbiamo verificato che la carica virale naso-faringea dei tamponi eseguiti in maggio era assolutamente più bassa rispetto a una popolazione omogenea, cioè con le stesse caratteristiche, di quanto lo fosse due-tre mesi fa. Questo warning della virologia è stato poi verificato a livello italiano e internazionale, trovando più conferme.Io non ricovero un paziente in terapia intensiva dal 18 aprile e non ricovero di fatto dall’inizio di maggio pazienti che arrivano al pronto soccorso del San Raffaele, grande ospedale metropolitano con uno dei pronto soccorsi più importanti della città, per una sintomatologia clinica da Covid. Al San Raffaele eseguiamo il tampone a tutti i malati che vengono ricoverati per le più diverse patologie: organiche, internistiche, chirurgiche, cardiovascolari, oncologiche. Ebbene, di questi pazienti non ce n’è uno nell’ultimo mese che sia stato ricoverato qui per ragioni correlate con l’infezione da Covid. Non siamo un caso isolato: dai contatti avuti con i colleghi di diversi ospedali, da Crema a Parma, da Bergamo al Niguarda, tutti dicono la stessa cosa. La malattia in Italia è completamente cambiata e come l’abbiamo conosciuta nelle sue forme gravi non c’è più. Tant’è vero che tutti i trial che prevedevano la somministrazione di farmaci per andare a perlustrare l’efficacia nella malattia di taluni antinfiammatori, antivirali o immunomodulatori, sono stati sospesi. Perché? Per mancanza di questi pazienti Covid. È da qui che nasce la mia dichiarazione “il virus è clinicamente morto”. Se l’ho fatto è perché ho veramente vissuto questa epidemia fin dal primo giorno, ho le idee chiare e forse anche un po’ di severità, di intolleranza verso coloro che parlano per sentito dire o verso coloro che non hanno mai visto un malato in corsia.Il lockdown ha dunque funzionato? Il documento firmato con Remuzzi, Bassetti, Gattinoni, Lorini e gli altri non è stato fatto per andare contro Brusaferro o Locatelli. Anzi, ho detto e confermo che non avrei voluto essere al posto del premier Conte; ho detto e confermo che Conte ha tenuto, sanitariamente parlando, il timone saldo; ho detto e confermo che ha dovuto compiere delle scelte che nella sostanza si sono rivelate vincenti e hanno fatto scuola, perché abbiamo chiuso il paese prima degli altri e forse lo abbiamo riaperto tempestivamente. Dal momento che gli italiani si sono comportati bene e abbiamo ribadito quali sono le norme da rispettare, ora arriva un supporto straordinario dall’evidenza clinica, che conferma i meriti dell’Iss e del governo sul fatto che le misure di contenimento hanno funzionato, meglio che in Francia, in Spagna, in Inghilterra o negli Stati Uniti. Abbiamo difeso Milano e abbiamo circoscritto l’epidemia in Lombardia nonostante il virus circolasse già tre mesi prima che fosse scoperto il paziente-1. Perché questo virus ha colpito come uno tsunami la Lombardia? Hanno giocato vari fattori: la densità demografica della regione, l’età media di talune zone e l’alta concentrazione di polveri sottili in Pianura Padana, che possono aver influito in misura negativa sul rapporto virus-recettore.Ci accusano di mandare segnali fuorvianti e incitare al “liberi tutti”? Due cose. Innanzitutto, ci tengo a dire che noi non ci poniamo in una logica di contrapposizione, perché le nostre osservazioni si basano su un paradigma inviolabile che è la definizione di scienza. La scienza è osservazione, valutazione, calcolo, esperienza. In secondo luogo, il nostro documento non dice “liberi tutti, d’ora in avanti ognuno faccia come crede”. Noi diciamo: se continuiamo a comportarci con buon senso, la situazione, come si vede, clinicamente sta migliorando. E penso che in determinate circostanze ambientali – gli spazi aperti o i luoghi tipici della vita estiva, in montagna o al mare – si possa abbandonare col tempo anche l’uso della mascherina. Oltre al buon senso, però, la prima misura deve essere quella dell’igiene personale: stare molto attenti alla detersione delle mani. La curva dei contagi ha ripreso a risalire? È quella che io chiamo la tempesta dei numeri: anche oggi 250 positivi, anche oggi 50 morti… Bisogna operare una netta separazione tra la positività al tampone e la malattia. Essere positivi oggi vuol dire, il più delle volte, essere debolmente positivi: non vuol dire essere malati. Non è corretto dare per automatico il passaggio tra numero dei positivi (che allo stato attuale sono per lo più debolmente positivi) e numero dei malati. Altrimenti li avrei in ospedale.Focolai in Germania, a Roma, in Calabria, a Mondragone nel Casertano e presso un’azienda di Bologna? Io non ho mai detto che il virus è scomparso, né che si sia modificato; e se qualcuno osa dire il contrario, dice una falsità. Ma dobbiamo altresì riconoscere che la carica virale ha una sua importanza. E a mio avviso la carica virale si è abbassata, per le mascherine e per il distanziamento sociale. Ma questo non impedisce al virus di svilupparsi in contesti ambientali di un certo tipo: che sono, appunto, quelli dei casi sopra citati. Ripeto: dobbiamo stare attenti, usare norme igieniche che evidentemente in quei contesti non sono state rispettate e fare in modo che all’interno degli spazi di associazione lavorativa vengano prese le opportune precauzioni. Ma a parte qualche ricovero, non si è verificato nulla di particolare. Sapere che la curva epidemica in Lombardia non si azzererà mai, a me importa relativamente, se coincide con il fatto che non ci si tornerà ad ammalare gravemente come una volta. Ancora oggi, però, si continuano a spaventare troppo le persone: è da irresponsabili, come ha fatto il professor Crisanti, continuare a dire che a settembre l’Italia tornerà come è oggi il mattatoio in Germania.L’Oms fa il paragone con la Spagnola? Non ci sarà una seconda ondata, in autunno: sono certo che sapremo controllare questa ripresa della viremia, perché conosciamo il virus, sappiamo come affrontarlo terapeuticamente, come gestirlo dal punto di vista organizzativo e soprattutto perché ci sarà una maggiore coesione tra l’istituzione ospedaliera e i medici del territorio, che prima non c’è stata. Al San Raffaele abbiamo studiato tutti i malati, eseguendo prelievi sierologici e prelievi a campione, per cui abbiamo creato una banca dati con migliaia di soggetti; e da questi nostri studi emergeranno evidenze fondamentali per sviluppare adeguati processi terapeutici utili a tenere sotto controllo le epidemie del futuro. Se è consigliabile che il prossimo autunno ci si vaccini contro l’influenza? Sì, invito caldamente le categorie a rischio a vaccinarsi contro l’influenza. Sono stato il primo, a metà aprile, a dire: prepariamoci a convivere con il Covid. E convivere con il Covid non vuol dire suicidarsi. Dire adesso “forse non faremo tornare i bambini a scuola, non dobbiamo prendere gli aerei, dobbiamo rimanere a casa” equivale a dire che dobbiamo morire.(Alberto Zangrillo, dichiarazioni rilasciate a Marco Biscella nell’intervista “Nessuna seconda ondata perché sappiamo cosa fare”, pubblicata dal “Sussidiario” il 27 giugno 2020. Primario di anestesia e rianimazione generale all’ospedale San Raffaele di Milano, già a maggio il professor Zangrillo fece scalpore definendo “clinicamente morto” il virus responsabile della sindrome Covid. Nei giorni scorsi, per ribadire che il virus non fa più paura perché i contagiati sono ormai solo “debolmente positivi” e inoltre i medici hanno trovato le opportune contromisure terapeutiche, Zangrillo ha firmato un documento insieme ad altri 9 colleghi scienziati: Matteo Bassetti, Arnaldo Caruso, Massimo Clementi, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Luca Lorini, Giorgio Palù, Giuseppe Remuzzi e Roberto Rigoli).Il messaggio che voglio dare anche a nome dei miei colleghi è: siamo tutti dalla stessa parte della scienza; la nostra iniziativa, pacata e responsabile, non è di contrapposizione, ma di divulgazione scientifica obiettiva. È innanzitutto una notizia positiva, che le autorità sanitarie devono recepire per quello che è: un messaggio da chi la clinica la vive quotidianamente, perché noi abbiamo vissuto in mezzo alla malattia, perché io mi sono spaventato personalmente, ho rischiato di prenderla, ho lavorato fin dall’inizio a fianco dei miei collaboratori per salvare delle vite umane. Secondo l’Oms, il Covid si comporterà come la Spagnola, tornando in autunno e mietendo molte vittime? Non ci sarà una seconda ondata perché nessuno di noi vuole rivederla. Poi non posso negare che in autunno inoltrato, con la ripresa del freddo, come per tutti i virus respiratori, si possa verificare un risveglio del Covid. Ma sono certo che sapremo controllare questa ripresa della viremia. Il crollo dei malati di coronavirus è ormai inequivocabile. Abbiamo verificato che la carica virale naso-faringea dei tamponi eseguiti in maggio era assolutamente più bassa rispetto a una popolazione omogenea, cioè con le stesse caratteristiche, di quanto lo fosse due-tre mesi fa. Questo warning della virologia è stato poi verificato a livello italiano e internazionale, trovando più conferme.
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Bugiardi, spiegateci perché il Covid ha colpito la Lombardia
Inquinamento, antenne 5G e sovra-vaccinazioni (influenza e meningite). Tutto ciò ha a che fare con la strage Covid che ha devastato la Lombardia? «Soprattutto a causa degli inceneritori, quella tra Bergamo e Brescia è la zona più inquinata d’Europa: e tra fine 2019 e inizio 2020, in quell’area, ci sono stati 180.000 inoculi vaccinali, somministrati agli anziani», dice Marcello Pamio, nutrizionista, presente – fra gli altri – alla grande manifestazione (12.000 persone) organizzata a Firenze il 21 giugno dal Movimento 3V (Vaccini Vogliamo Verità), con oratori come Mauro Scardovelli e la coraggiosa parlamentare ex grillina Sara Cunial, promotrice del progetto di mobilitazione popolare R2020. Il tema: l’emergenza coronavirus nasconde un disegno totalitario. E nessuno, intanto, ci ha ancora spiegato perché la Lombardia è finita nell’occhio del ciclone: 238.000 contagi e oltre 16.500 morti, a fronte dei 4.000 di Piemonte e Veneto. Colpite in misura minore altre Regioni non lontane (1500 vittime in Liguria e 1000 nelle Marche), mentre nel resto d’Italia i numeri oscillano: da qualche centinaio a poche decine di decessi, ben al di sotto del bilancio di una normale influenza stagionale. Cosa c’è, dunque, dietro all’esplosione lombarda del fenomeno Covid? «Non lo sappiamo ancora, perché non ci vengono forniti i dati essenziali», dice un medico rianimatore, Stefano Manera.
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5G alla Camera e sul comodino di Colao, poi ne riparliamo
Alzi la mano chi ancora crede ai numeri quotidiani della Protezione Civile e alle promesse di Conte, alla religione delle mascherine e a quella dei guanti – prima raccomandati e poi sconsigliati dai misteriosi burloni dell’Oms, il gotha tecno-sanitario che a Wuhan se c’era dormiva, quando gli stregoni della genetica pasticciavano attorno all’Rna di un virus del raffreddore, probabilmente con l’intento di ricavarne un chimerico vaccino contro l’Aids. Questa almeno è la versione suggerita da paesi come gli Usa e la Francia, nonché da luminari della medicina come il professor Luc Montagnier, Premio Nobel, primo scopritore del virus Hiv. Alzi la mano chi seguita a immaginare che sia del tutto casuale la catastrofe piovutaci addosso, che ha spinto i governi a trasformarci prontamente in sudditi spaventati e ricattati, destinati a non tornare liberi mai più, lungo un orizzonte post-democratico dove i ministri spariscono, e al loro posto parlano oscuri tecnocrati e rinomati capitani di ventura come Vittorio Colao, principe europeo del 5G, e infatti lestissimo nel proporre il wireless di quinta generazione come elisir miracoloso per resuscitare l’Italia messa in coma farmacologico da Conte. Antenne pericolose? «Facciamo così: prima piazziamo un dispositivo 5G in Parlamento e un altro sul comodino di Colao, poi ne riparliamo».Autore della provocazione è il video-reporter Massimo Mazzucco, regista di documentari dirompenti come “Inganno globale”, sull’11 Settembre, trasmesso in prima serata da Canale 5. Mazzucco ha fama di piantagrane, da quando i giornalisti hanno smesso di fare il loro mestiere in un’Italia in cui gli editori si chiamano Berlusconi, Elkann e Cairo. Ha firmato video-denunce accurate: sul terrorismo fatto in casa, sulle “cure proibite” contro il cancro (che guariscono i pazienti) e sulla guerra dei petrolieri contro la marijiuana (per sbarazzarsi della canapa, concorrente ecologica della plastica). Comodo, liquidare Mazzucco con l’etichetta di complottista: peccato che siano i maggiori fotografi del mondo, da Oliviero Toscani e Peter Lindbergh, a confermare – nel documentario “American Moon” – che le immagini del mitico “sbarco sulla Luna” siano state girate in studio, con luci disposte in modo da simulare il riflesso naturale del sole. In prima linea, Mazzucco, anche contro l’obbligo vaccinale imposto da Beatrice Lorenzin (senza alcuna emergenza sanitaria in corso) e confermato dalla grillina Giulia Grillo, dopo che i 5 Stelle avevano fatto il pieno di voti, nel 2018, anche con la promessa di abolire l’improvvisa e ingiustificata overdose di vaccinazioni obbligatorie.In automatico, il mainstream ha calunniato Mazzucco con l’etichetta No-Vax. «Mai stato contro i vaccini, in linea di principio», chiarisce il reporter. «Sono per la libertà vaccinale, e per vaccini sicuri e puliti: sapendo che gli Usa hanno già speso 4 miliardi di dollari per indennizzare i danneggiati da vaccino, dopo aver garantito – stranamente – la completa impunità delle case farmaceutiche, che evidentemente non sono in grado di assicurare che non vada incontro a rischi, chi accetta di farsi vaccinare». Discorsi scivolosi? Certo: la condanna per eresia (cospirazionismo) è scontata. Da parte di chi? «Dei media mainstream, che hanno permesso alla Lorenzin di raccontare impunemente che a Londra, in un anno, sarebbero morti di morbillo oltre 200 bambini. Ho controllato: non era vero. Eppure, l’anno seguente, Corrado Formigli su La7 ha consentito alla “ministra” di ripetere la stessa, identica notizia falsa». Chi è il complottista, allora? Mazzucco che fa le pulci alle frottole del governo o il sistema dei media, che ha messo la sordina a tutte le notizie allarmanti, in materia? Esempio: i militari italiani morti e ammalati dopo vaccini inappropriati (fonte, la commissione difesa del Parlamento). O i vaccini “sporchi” scoperti dall’Ordine dei biologi. O i test eseguiti in Puglia, che hanno rivelato “reazioni avverse” nel 40% dei bambini vaccinati.Dalle siringhe al 5G, il passo è breve. Perché il metodo è lo stesso: subdolo, non trasparente. «Se la cosa è buona e giusta, che bisogno c’è di nasconderla?». Il parallelo è impietoso: radere al suolo le alberate di mezza Italia e occultare i trasmettitori 5G persino nei tombini, ragiona Mazzucco, fa il paio con le bufale della Lorenzin sulla strage degli innocenti (mai avvenuta) a Londra, per colpa del morbillo. Ancora ci si interroga sulla strana incidenza del Covid nella Lombardia orientale, distretto inquinatissimo. Coincidenze: elevata percentuale di anziani vaccinati contro l’influenza, in un’aera gremita di antenne 5G. Non abbiamo nessuna prova che queste cose siano collegate all’ecatombe-coronavirus, chiarisce Mazzucco, il primo a scoprire – comunque – la correlazione fra il taglio degli alberi la diffusione del 5G: «Lo comprovano due documenti ufficiali del governo inglese: le fronde ostacolano la propagazione del wireless». Mentre Mazzucco avviava la sua ricerca sulla strage degli alberi nei centri storici, tanto per cambiare, i sindaci mentivano (raccontando la storiella degli alberi “malati”, di colpo e tutti insieme) e i giornali tacevano, insieme alle televisioni. Poi succede che la polvere, nascosta sotto il tappeto, a un certo punto diventa troppa. E oggi sono oltre 500, i sindaci italiani che si oppongono all’installazione di quelle antenne. E Colao cosa fa? Vuole togliere ai sindaci il potere di interdizione.Trattandosi di “riforme” all’amatriciana, Mazzucco segnala pure l’immancabile conflitto d’interessi: l’ex manager di Vodafone reclutato da Conte è anche il capo di Verizon, primo investitore europeo nel business “cinese” del 5G. Il piano: finire di riempire l’Italia di antenne, innalzando anche l’intensità delle emissioni. A garantire che si tratti di irradiazioni innocue è l’Ipnirc, un “panel” di scienziati e tecnici «che in realtà provengono dall’industria delle antenne, secondo il sistema delle “porte girevoli” che, anche nella farmaceutica, mette insieme controllori e controllati: addio indipendenza, autorevolezza dei controlli e tutele della salute». Centinaia di scienziati autonomi lanciano l’allarme: non sappiamo ancora quali effetti produca, il 5G, sul corpo umano. Il consiglio: tre anni di test, prima di adottare il nuovo wireless (certamente utilissimo, sul piano tecnologico). E invece: si tende a trasformare i cittadini in potenziali cavie, a loro insaputa. «I promotori del 5G giurano che sia innocuo. Lo dimostrino – dice Mazzucco – e ne saremo felicissimi». Il problema: nessuno è in grado di dimostrare niente, per ora. Tant’è vero che paesi come la Svizzera e la Slovenia hanno imposto l’alt: vogliono prima che la scienza ne comprovi la sicurezza effettiva. «Se i nostri paladini del 5G sono così sicuri che non rappresenti un pericolo per la salute – ecco la provocazione di Mazzucco – i parlamentari facciano un bel gesto: installino antenne alla Camera e al Senato».Stranamente, l’unica grande città europea che ha rifiutato il 5G è Bruxelles, sede dell’Unione Europea. Il sindaco non vuol sentir parlare, di wireless di quinta generazione, nella città che ospita gli uffici Ue, la Commissione, il Parlamento Europeo. I contro-complottisti in buona fede, quelli che accusano di infantilismo i cosiddetti cospirazionisti, ricordano che anche quando venne introdotta l’energia elettrica non mancavano gli agitatori di incubi. Verissimo, ma qui siamo di fronte a qualcos’altro: e se sono “paranoie”, quelle di Mazzucco e soci, certo a fugarle non aiutano le informazioni finora a disposizione, né il metodo semi-clandestino con cui il 5G è stato introdotto in Italia e bandito da Bruxelles. «Se è davvero innocuo – chiosa Mazzucco, tra il serio e il faceto – il suo grande sponsor Colao compia un atto plateale: si installi un’antenna 5G sul suo comodino e ci dorma accanto per anno intero. A quel punto, ne potremmo riparlare». Sì, ma dove? Su quali media? «Gli avvocati del senatore renziano Andrea Marcucci – racconta Mazzucco, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights” – mi hanno appena invitato a rimuovere un video in cui mettevo in relazione la messa alla bando della sieroterapia anti-Covid con la possibilità di produrre siero sintetico in laboratorio, materia in cui è specializzata l’azienda farmaceutica della famiglia Marcucci».Ecco il punto: più che il cosa, il come. Perché si deve aspettare che l’Italia sia in ginocchio, stroncata dal lockdown di Conte, per far uscire il 5G dalle catacombe della clandestinità? E’ troppo, pretendere chiarezza e trasparenza? Domanda retorica, in un paese in cui il ministero della sanità – di fronte all’emergenza Covid – ha fatto l’unica cosa che non doveva fare: dissuadere i medici dal compiere autopsie. Risultato: ci sono volute settimane, per scoprire che non si moriva di polmonite ma di trombo-flebite, e quindi l’ossigenazione forzata era letale, per i malati alle prese con problemi di coagulazione sanguigna. Altra vergogna nazionale, il caso De Donno: il medico di Mantova scopre che la sieroterapia funziona, il sangue dei guariti salva la vita ai malati trasmettendo gli anticorpi, ma invece di adottare il suo protocollo (richiesto da mezzo mondo, a partire dagli Usa) lo si emargina, arrivando poi a proibirlo, mentre il ministro si affretta a prenotare tonnellate di vaccino per un virus che ormai non fa più paura, perché i medici ora sanno finalmente come affrontarlo. Questa, dunque, sarebbe l’Italia in cui i cittadini dovrebbero dormire sonni tranquilli, nel momento in cui un grande privatizzatore della telefonia racconta ai cittadini che del 5G non c’è da aver paura?Alzi la mano chi ancora crede ai numeri quotidiani della Protezione Civile e alle promesse di Conte, alla religione delle mascherine e a quella dei guanti – prima raccomandati e poi sconsigliati dai misteriosi burloni dell’Oms, il gotha tecno-sanitario che a Wuhan se c’era dormiva, quando gli stregoni della genetica pasticciavano attorno all’Rna di un virus del raffreddore, probabilmente con l’intento di ricavarne un chimerico vaccino contro l’Aids. Questa almeno è la versione suggerita da paesi come gli Usa e la Francia, nonché da luminari della medicina come il professor Luc Montagnier, Premio Nobel, primo scopritore del virus Hiv. Alzi la mano chi seguita a immaginare che sia del tutto casuale la catastrofe piovutaci addosso, che ha spinto i governi a trasformarci prontamente in sudditi spaventati e ricattati, destinati a non tornare liberi mai più, lungo un orizzonte post-democratico dove i ministri spariscono, e al loro posto parlano oscuri tecnocrati e rinomati capitani di ventura come Vittorio Colao, principe europeo del 5G, e infatti lestissimo nel proporre il wireless di quinta generazione come elisir miracoloso per resuscitare l’Italia messa in coma farmacologico da Conte. Antenne pericolose? «Facciamo così: prima piazziamo un dispositivo 5G in Parlamento e un altro sul comodino di Colao, poi ne riparliamo».
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Lisi: App Immuni inutile e rischiosa, non in mano allo Stato
«Spiace dirlo, ma oggi l’App Immuni non serve a niente: intanto arriva tardi, quando ormai la pademia sta finendo. E per mappare in tempo reale la nostra salute ha bisogno di un sistema sanitario che verifichi i dati in tempo reale. Improbabile, in un paese che non è stato capace nemmeno di garantire a tutti le mascherine, quando c’era l’emergenza Covid». Una bocciatura senza mezzi termini, quella dell’avvocato Andrea Lisi, specialista in materia di privacy e presidente di Anorc Professioni, l’Associazione Nazionale Operatori e Responsabili della Custodia di contenuti digitali. Dal 2007, l’Anorc è un punto di riferimento nazionale per le aziende e i professionisti impegnati nel campo della digitalizzazione e protezione del patrimonio informativo e documentale in ambito pubblico e privato. In web-streaming su YouTube con Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, l’avvocato Lisi stronca il dispositivo messo a punto da Bending Spoons, la cui sperimentazione è ora al via in alcune Regioni. «Secondo vari studi, tra cui quelli dell’università di Oxford – premette Lisi – per essere efficace, Immuni dovrebbe essere usata almeno dal 60% degli italiani, e quindi dovrebbe superare la diffusione di WhatsApp, che è l’applicazione più utilizzata nel nostro paese».Non solo: «Non basta scaricare Immuni, bisogna anche usarla attivando il Bluetooth. E lo stesso ministero della Difesa ci mette in guardia dal farlo, visto che il Bluetooth è facilmente hackerabile. La nostra Difesa consiglia di attivare il Bluetooth solo quando lo si usa: peccato che, per far funzionare Immuni, il Bluetooth dovrebbe essere costantemente acceso». E non è tutto: «Se anche moltissimi italiani usassero Immuni, l’operazione avrebbe senso solo a patto che i dati forniti sul proprio stato di salute venissero immediatamente verificati dal sistema sanitario, che oggi non pare in grado di assolvere a questo compito». Altro tasto dolente, per l’avvocato Lisi, l’incapacità dello Stato di dotarsi di un sistema autonomo per la diffusione dell’App: «Francia e Gran Bretagna si sono attrezzate creando dispositivi pubblici. Noi invece siamo costretti ad affidarci agli “store” di Apple e Google, di cui lo Stato non ha il controllo, e che già ospitano App ancora più invasive, nel tracciamento dei nostri dati: una prospettiva decisamente inquietante, per chi come me si occupa di trasparenza e tutela dei diritti in ambito digitale».Al netto delle buone intenzioni, aggiunge Lisi, «lo Stato finisce per diventare complice e addirittura schiavo dei grandi player privati», piegandosi alla loro logica commerciale. «Comincio a spaventarmi: significa che stiamo proprio cedendo tutto, ai grossi player, che di per sé abusano già della loro posizione di potere: Stati democratici come l’Italia dovrebbero riflettere, prima di piegarsi a questa sorta di resa, di fronte alla cessione di intere parti della nostra esistenza». Lisi critica anche la procedura «farlocca» per l’assegnazione della commessa: «Lo Stato non aveva le idee chiare sul prodotto che gli serviva. E ancora oggi siamo di fronte a una fase sperimentale, in cui i cittadini saranno cavie». Secondo il legale, «la nostra rassegnazione di fronte al digitale è dettata dall’ignoranza: nemmeno ci proviamo, a governare il sistema con normative serie: ed è sconcertante che lo Stato accetti di far gestire la sua applicazione per il coronavirus da multinazionali che già tracciano i cittadini, a loro insaputa, per scopi commerciali. O addirittura – come si è visto in questi giorni negli Usa – possono rivelare l’identità di chi partecipa a manifestazioni di protesta».Per definire meglio il dispositivo e il suo assetto giuridico, Andrea Lisi chiede al governo di avere un po’ di pazienza: «Ne abbiamo avuta tanta noi, durante il lockdown, e quindi la possono avere anche coloro che stanno sviluppando l’applicativo. Tra qualche mese, chiarito il ruolo di ciascun player, potremo verificare se quest’App è effettivamente utile per noi italiani. Speriamo che il governo riesca ad acquisire la piena titolarità almeno dell’App – conclude Lisi – perché quella degli “store” di Apple e Google non ce l’avrà mai. Quanto ai contratti con Apple e Google non li vedremo mai, perché non ci saranno: anzi, sarà il governo a bussare alla loro porta, timidamente, per chiedere a Apple e Google il permesso di posizionare la sua App nei loro “store”».«Spiace dirlo, ma oggi l’App Immuni non serve a niente: intanto arriva tardi, quando ormai la pademia sta finendo. E per mappare in tempo reale la nostra salute ha bisogno di un sistema sanitario che verifichi i dati in tempo reale. Improbabile, in un paese che non è stato capace nemmeno di garantire a tutti le mascherine, quando c’era l’emergenza Covid». Una bocciatura senza mezzi termini, quella dell’avvocato Andrea Lisi, specialista in materia di privacy e presidente di Anorc Professioni, l’Associazione Nazionale Operatori e Responsabili della Custodia di contenuti digitali. Dal 2007, l’Anorc è un punto di riferimento nazionale per le aziende e i professionisti impegnati nel campo della digitalizzazione e protezione del patrimonio informativo e documentale in ambito pubblico e privato. In web-streaming su YouTube con Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, l’avvocato Lisi stronca il dispositivo messo a punto da Bending Spoons, la cui sperimentazione è ora al via in alcune Regioni. «Secondo vari studi, tra cui quelli dell’università di Oxford – premette Lisi – per essere efficace, Immuni dovrebbe essere usata almeno dal 60% degli italiani, e quindi dovrebbe superare la diffusione di WhatsApp, che è l’applicazione più utilizzata nel nostro paese».
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La mannaia di Crimi sulle slot: a rischio 150.000 lavoratori?
Cartellino rosso per Vito Crimi, il grillino che in un tweet si augura che diventi permanente il lockdown per le slot machine. «A parte il fatto che non si capisce come un personaggio di tale mediocrità possa essere “capo politico” di alcunché – afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt – vengono i brividi all’idea dello “Stato etico” e proibizionista, che nel caso della droga (come anche nella storica crociata contro l’alcol negli Usa) ottiene l’unico risultato di far esplodere il business della criminalità organizzata». Protesta Claudio Testa, dirigente del Movimento Roosevelt: «E’ inconcepibile anche solo ipotizzare il taglio di quello che è il terzo comparto industriale italiano, dopo Eni e Fiat, visto che vale 103 miliardi di euro l’anno: il settore “gioco legale” (che include le slot, i gratta & vinci e il Superenalotto) è formato da 12.200 aziende, pari a 150.000 posti di lavoro, tra concessionari e noleggiatori, installatori, bar e altri esercenti. O forse Crimi pensa che questi siano lavoratori di serie B?».Per Testa, quelle di Crimi sono «affermazioni a dir poco offensive», oltre che allarmanti, specie in un momento come questo. Ma attenzione al trucco, avverte Testa: tanto clamore moralistico contro il “gioco d’azzardo lecito” nasconde un’ipocrisia. «Fino a qualche anno fa, ai giocatori (come speranza di vincita) andavano 86 miliardi l’anno. Ora invece il prelievo fiscale dello Stato è salito al 24%, lasciando ai giocatori solo il 68%». A emettere ordinanze restrittive invocando la salute pubblica “minacciata da ludopatia e dipendenze” sono Regioni e Comuni, tuttora esclusi dalla ripartizione delle entrate fiscali generate dai giochi. «Faccio un’ipotesi, e mi assumo la responsabilità di quello che dico», accusa Testa: «Se del suo 24% lo Stato lasciasse l’1-2% agli enti locali, vi assicuro che tutto questo interesse per la ludopatia sparirebbe all’istante». Aggiunge Testa: «Seguite i soldi, se volete la verità. E ancora una volta scoprirete che, dietro alla preoccupazione sbandierata per la salute pubblica, ci sono interessi assai meno nobili, cioè economici e di tornaconto personale di qualche politico».Per Testa e Magaldi, sul caso delle slot si ripete lo schema del coronavirus: col pretesto della salute si perseguono altri interessi, di business e di controllo sociale. «Lo “Stato etico” evoca il sinistro modello cinese, senza libertà», dichiara Magaldi, tra i primi a puntare il dito contro Pechino e l’Oms, con i suoi partner anche occidentali. L’imputazione? Scarsa trasparenza nella gestione dell’emergenza Covid: verità occultata e allarme lanciato in grave ritardo. «Ora si moltiplicano le denunce in questo senso e si intentano anche cause legali, a livello internazionale», osserva il giornalista Andrea Giannotti, altro esponente “rooseveltiano”. Senza contare l’impegno istituzionale dei politici Usa: prima Trump, poi Mike Pompeo e ora Mark Esper, ministro della difesa. «Siamo stati i primi – ricorda Magaldi – a denunciare l’opacità del caso-coronavirus, manipolato da forze sovranazionali che utilizzano il sistema-Cina per tentare di instaurare una post-democrazia autoritaria, in Occidente, condizionata dallo strapotere di una nuova, inquietante polizia sanitaria. E siamo solo all’inizio di un’operazione-trasparenza che, ne siamo convinti, potrebbe riservare grosse sorprese».Cartellino rosso per Vito Crimi, il grillino che in un tweet si augura che diventi permanente il lockdown per le slot machine. «A parte il fatto che non si capisce come un personaggio di tale mediocrità possa essere “capo politico” di alcunché – afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt – vengono i brividi all’idea dello “Stato etico” e proibizionista, che nel caso della droga (come anche nella storica crociata contro l’alcol negli Usa) ottiene l’unico risultato di far esplodere il business della criminalità organizzata». Protesta Claudio Testa, dirigente del Movimento Roosevelt: «E’ inconcepibile anche solo ipotizzare il taglio di quello che è il terzo comparto industriale italiano, dopo Eni e Fiat, visto che vale 103 miliardi di euro l’anno: il settore “gioco legale” (che include le slot, i gratta & vinci e il Superenalotto) è formato da 12.200 aziende, pari a 150.000 posti di lavoro, tra concessionari e noleggiatori, installatori, bar e altri esercenti. O forse Crimi pensa che questi siano lavoratori di serie B?».
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“Sì, voglio essere vaccinato e spiato (dopo di voi, s’intende)”
Caro Premier e cari politici, io sono un complottista, ma sono diverso dagli altri. Non temo il controllo, i vaccini, il 5G, i droni quando vado a correre, in realtà non temo nulla. E voglio tutto questo, vaccini, 5G, controllo totale. Voglio essere controllato anche dai droni, non solo quando corro, ma anche quando dormo e anche quando trombo. Vi capisco. E’ per la nostra sicurezza. Ma ovviamente voglio pensare – perché è logico pensarlo – che questi droni saranno usati anche per andare a controllare le ville isolate in mezzo al nulla, quelle dove spesso i potenti fanno le loro riunioni; perché vede, non so se lei lo sa, ma ogni anno spariscono migliaia di bambini, in Europa, e fanno una fine terribile. E se si usassero questi droni per questi motivi forse molti non sparirebbero più. Pensi, Presidente, anche Trump ha capito che quella dei bambini scomparsi è una piaga per la nostra società, tanto da aver dichiarato il problema della pedofilia un problema di sicurezza nazionale. Nell’Ardèche, una provincia francese, scompaiono un numero di bambini impressionante, ad esempio; spero che il presidente francese usi i droni per andare a controllare minuto per minuto quello che succede in ogni istante in certe ville sperdute.Voglio essere controllato in ogni momento della mia vita, non solo dalla App Immuni, ma anche da altre. Voglio rendere conto di ogni minimo gesto che faccio, e anche quando sono in intimità. Lo trovo giustissimo, anche perché non credo che freghi molto a qualcuno se talvolta guardo Youporn o tradisco mia moglie con la vicina di casa. A questo punto, però, essendo possibile tracciare tutti i cittadini in questo modo, credo sia possibile tracciare anche i politici, in ogni momento. E, in nome di quel principio di imparzialità della PA che sta anche nella nostra Costituzione (articolo 97), e del principio di trasparenza che sta nella Legge 241/1990, vorrei poter sapere, in ogni momento, dove va lei, con chi si incontra, e che tipo di vita fa. Non dovrebbe essere difficile. Basterebbe mettere on line i profili di tutti i cittadini italiani, e far sì che chiunque, cliccando su un nome, possa sapere esattamente dove va e con chi sta il suo politico preferito. Perché, vede, se siete solo voi a controllare noi, e noi non possiamo fare altrettanto, allora scatta la nostra paranoia complottista e possiamo anche pensare che tale controllo possa servire ad altro.In questo modo, poi, ad esempio, potremmo sapere se il magistrato che giudica sull’affidamento di alcuni bambini ha o non ha compartecipazioni tramite i familiari proprio con quegli istituti in cui il bambino sarà rinchiuso. Va benissimo il provvedimento di un sindaco sardo, il quale ha dichiarato che se un minorenne viene trovato fuori casa possono scattare sanzioni anche a carico dei genitori e possa venir informata la procura per togliere i figli ai genitori. Legittimo. Legittimissimo. A questo punto vorrei essere però informato, tramite le app di tracciamento di cui sopra, di tutti gli spostamenti dei vari politici e delle relazioni che questi intrattengono con eventuali minori; perché, vede Presidente, l’inchiesta sul caso Marcinelle, in Belgio, portò a capire che i pedofili arrestati, Dutroux e la moglie, lavoravano per conto di altri personaggi più potenti. Vorrei sapere chi erano questi personaggi, e chi avevano incontrato. E vorrei anche sapere dove si trova adesso la moglie di Dutroux; le cronache avevano detto che era stata trasferita in Toscana, ma nessuno sa perché e dove. E ci piacerebbe saperlo. E con una app apposita io credo che chiunque abbia possibilità e diritto di saperlo.Va benissimo la vaccinazione obbligatoria. Pazienza se ci sono dubbi sulla continua mutazione del ceppo, e quindi molti illustri virologi dicono che non serve a una mazza, e pazienza se dicono che col caldo il virus muore. Tanto questa storia del vaccino è diventata come la fede. Si è pro o contro a prescindere. E allora facciamo finta che abbiate ragione voi. Mi sembra ovvio però che i primi a testarlo sarete voi e i vostri figli; ovverosia voi, Burioni, e la task force che lei ha nominato e tutti quelli che eventualmente approveranno la legge sulla vaccinazione obbligatoria. E’ semplicemente una questione di dare il buon esempio. Va benissimo anche installare il 5G ovunque. Ci mancherebbe. Il 5G sicuramente serve al progresso e aumenterà l’efficienza della nostra società. Ma ci sembrerebbe un’idea sana quella di sperimentarlo prima installandolo nel Parlamento, nei palazzi del potere, e vicino alle vostre abitazioni, giusto per vedere l’effetto che fa. Perché sa, tra noi complottisti gira la voce che sia dannoso, e uno dei primi effetti che si vedono è che muoiono insetti e uccelli che si avvicinano troppo alle centraline.Allora direi che se prima lo provate voi per qualche anno, e poi ci rassicurate che state bene, dopo esservi pure vaccinati, poi potremmo stare più tranquilli anche noi. Ovviamente, confido che i primi che lo proveranno saranno gli Ad delle compagnie telefoniche, i sindaci che ne magnificano le doti, ecc., i quali si renderanno disponibili per impiantare i primi tralicci proprio davanti a casa loro. Va benissimo che distruggete le piccole aziende riducendole in povertà per proteggerci dall’influenza. So che lo fate per noi, e non dia retta a quei paranoici complottisti che pensano che tutto questo sia stato fatto per distruggere l’economia e ridisegnare la socio-economia mondiale, rendendo alcuni ricchi ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri. Ma in nome di quel controllo da voi auspicato per proteggerci dall’influenza, vogliamo sperare che ci proteggiate anche da manovre speculative di aziende e gruppi economici italiani e stranieri, rendendo pubblici i bilanci e le proprietà di tutte le aziende che operano sul territorio nazionale.Faccio un esempio: siccome la App Immuni pare sia di un’azienda che ha come partecipanti la famiglia Berlusconi, i Benetton, un gruppo cinese, vari gruppi ricollegati a banche e finanziarie, ecc., tanto che la cosa ha allarmato pure i nostri servizi segreti e il Copasir vuol approfondire la questione, mi pare sensato che tutte queste informazioni possano essere rese pubbliche su un grande portale ministeriale in cui il cittadino possa essere sempre informato di ciò che succede e dei vari collegamenti societari. Anche perché io non credo, come dicono moti paranoici complottisti, che tutto questo sia un vero colpo di Stato e che sia soppressa la democrazia. No. Credo che tutti questi controlli rendano più efficace la democrazia. La democrazia, per essere reale, presuppone però che il cittadino sia informato di ciò che avviene nelle stanze del potere, e sia in grado di capire chi agisce, perché, e con che strumenti. Cioè la democrazia, per essere tale, ha bisogno che voi ci controlliate, ma che anche noi possiamo controllare voi.Ps. Ah dimenticavo… negli anni della nostra Repubblica abbiamo avuto circa una cinquantina di stragi. Tutte rimaste impunite, senza mai trovare i colpevoli. Questo perché ancora non c’erano strumenti di indagine sofisticati come oggi. Auspichiamo che con questo controllo globale di tutti a vicenda, non ci saranno più stragi, gli omicidi verranno risolti in pochissimo tempo, e la mafia scomparirà. E nessun minore sparirà più nel nulla. Neanche quelli che sono ospitati presso centri appositi, che si “allontanano” a decine, ogni anno, sparendo nel nulla e che non vengono neanche conteggiati nel numero degli scomparsi, perché la voce “allontanato” è diversa. Sarebbe una bella società, quella dove tutti sanno tutto di tutti, in trasparenza. Rinuncio volentieri alla mia privacy, di cui non me frega nulla, e che per me è un concetto che dovrebbe essere abolito, se in cambio non vedrò più bambini scomparire, se potrò sempre sapere se la ditta da cui compro è collegata o meno con grandi gruppi finanziari di cui non approvo la politica, e se potrò sapere i nomi dei 300 esperti inseriti nella sua task force, per poter controllare che interessi hanno in varie società, il loro curriculum, ecc. Perché questa cosa della mancanza di privacy deve valere anche per voi.(Paolo Franceschetti, “Caro premier, voglio essere controllato e vaccinato”, dal blog “Petali di Loto” del 25 aprile 2020).Caro Premier e cari politici, io sono un complottista, ma sono diverso dagli altri. Non temo il controllo, i vaccini, il 5G, i droni quando vado a correre, in realtà non temo nulla. E voglio tutto questo, vaccini, 5G, controllo totale. Voglio essere controllato anche dai droni, non solo quando corro, ma anche quando dormo e anche quando trombo. Vi capisco. E’ per la nostra sicurezza. Ma ovviamente voglio pensare – perché è logico pensarlo – che questi droni saranno usati anche per andare a controllare le ville isolate in mezzo al nulla, quelle dove spesso i potenti fanno le loro riunioni; perché vede, non so se lei lo sa, ma ogni anno spariscono migliaia di bambini, in Europa, e fanno una fine terribile. E se si usassero questi droni per questi motivi forse molti non sparirebbero più. Pensi, Presidente, anche Trump ha capito che quella dei bambini scomparsi è una piaga per la nostra società, tanto da aver dichiarato il problema della pedofilia un problema di sicurezza nazionale. Nell’Ardèche, una provincia francese, scompaiono un numero di bambini impressionante, ad esempio; spero che il presidente francese usi i droni per andare a controllare minuto per minuto quello che succede in ogni istante in certe ville sperdute.
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L’Organizzazione Mondiale della Malasanità governa l’Italia
Ha fatto scalpore l’annuncio di Trump di tagliare i fondi all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ma tra l’inquilino della Casa Bianca e l’ente di Ginevra non corre buon sangue già da un po’. L’accusa è quella di non aver operato tempestivamente nella comunicazione del diffondersi del coronavirus dall’epicentro cinese di Wuhan, dove il patogeno sembra essersi manifestato già da fine 2019. Il 30 dicembre il medico cinese Li Wenliang, poi morto a causa del virus, aveva lanciato l’allarme tra della diffusione dell’epidemia, ma le autorità locali lo avevano censurato, tacciandolo di divulgare menzogne e di arrecare «un grave disturbo dell’ordine sociale». Il 31 dicembre Taiwan, che non fa parte dell’Oms in quanto non viene riconosciuta repubblica indipendente dalla Cina ma sua provincia, aveva informato l’istituzione internazionale di possedere le prove della trasmissione umana del Covid-19. Per tutta risposta, due settimane dopo l’Oms dichiara in un tweet: «Le indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare riguardo alla trasmissione da uomo a uomo».Solo successivamente l’istituto che dovrebbe garantire la salute della popolazione mondiale prende atto del contagio umano. In visita a Pechino, il presidente Tedros Ghebreyesus elogia il modello cinese e la sua velocità di risposta all’epidemia. Uno studio condotto dell’Università di Southampton prova come il numero dei casi di coronavirus avrebbe potuto essere ridotto del 95% se la Cina si fosse mossa solo tre settimane prima per attuare il contenimento del virus. Non è un caso se il viceministro giapponese ha definito l’Oms «l’organizzazione cinese della sanità». La condotta ambigua e poco trasparente dell’istituto sanitario mondiale non è nuova né lo è quella del suo direttore generale. Nel ruolo precedente di ministro della sanità in Etiopia, Tedros Ghebreyesus è stato accusato di nascondere tre grandi epidemie di colera, falsificando i casi. Ha inoltre presieduto il Fondo globale per la lotta contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria, di cui la Fondazione Bill e Melinda Gates è cofondatrice, che è stato coinvolto in scandali di frode e corruzione.Una volta assunto l’incarico di direttore generale nel 2017, ha tentato di collocare il dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe come “ambasciatore di buona volontà” presso l’Oms stessa. Un curriculum non proprio impeccabile! La stessa Oms in fatto di scandali sembra avere un certo trascorso. Oltre all’affaire “spese folli” per viaggi, che più volte l’ha riguardata – fino al 2013 la spesa media sfiorava addirittura gli 800 milioni annui – è stata responsabile di procurato allarme per falsa pandemia. Nel maggio 2009 l’istituto di Ginevra ha annunciato una pandemia di influenza suina H1N1, per cui l’allora presidente Margaret Chan aveva invitato le case farmaceutiche a produrre «nella migliore delle ipotesi 4,9 miliardi di vaccini contro l’influenza all’anno». In realtà non si è verificata alcuna pandemia di H1N1 e molti governi occidentali si sono ritrovati con scorte inutilizzate di farmaci e vaccini contro il virus, acquistati a un carissimo prezzo, con un giro d’affari delle case farmaceutiche stimato dalla Jp Morgan tra i 5,8 e gli 8,3 miliardi di euro.A dir poco inadeguata è stata poi la gestione dell’emergenza Ebola, in cui l’Oms ha dovuto ammettere, in un documento interno del 2014, di aver commesso «sviste e sottovalutazioni», reagendo con grave ritardo per arginare l’epidemia in Africa. Il prezzo è stato quello di migliaia di vite umane in territori già martoriati da fame ed epidemie. Potremmo indagare ancora oltre sulla scarsa trasparenza e affidabilità dell’Oms, ma questo ci basta per porci una domanda cruciale: possiamo consegnare non solo la tutela della nostra salute, ma addirittura l’ordine economico e democratico del nostro paese, come sta avvenendo oggi, a questo organismo?(Ilaria Bifarini, “Oms, Organizzazione della Mala Sanità”, dal blog della Bifarini del 17 aprile 2020).Ha fatto scalpore l’annuncio di Trump di tagliare i fondi all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ma tra l’inquilino della Casa Bianca e l’ente di Ginevra non corre buon sangue già da un po’. L’accusa è quella di non aver operato tempestivamente nella comunicazione del diffondersi del coronavirus dall’epicentro cinese di Wuhan, dove il patogeno sembra essersi manifestato già da fine 2019. Il 30 dicembre il medico cinese Li Wenliang, poi morto a causa del virus, aveva lanciato l’allarme tra della diffusione dell’epidemia, ma le autorità locali lo avevano censurato, tacciandolo di divulgare menzogne e di arrecare «un grave disturbo dell’ordine sociale». Il 31 dicembre Taiwan, che non fa parte dell’Oms in quanto non viene riconosciuta repubblica indipendente dalla Cina ma sua provincia, aveva informato l’istituzione internazionale di possedere le prove della trasmissione umana del Covid-19. Per tutta risposta, due settimane dopo l’Oms dichiara in un tweet: «Le indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare riguardo alla trasmissione da uomo a uomo».
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Q-Anon: tutti in casa, aspettando gli 007 dell’apocalisse?
Il mondo è in mano a mostri cannibali, che però stanno per essere sbaragliati. Da chi? Dagli “anons”, ovvero i “patrioti” americani, intelligence militare segretamente mobilitata da Donald Trump con lo stranissimo ordine operativo presidenziale del dicembre 2017, che dichiara che «corruzione, pedofilia e traffico di esseri umani» rappresentano «una minaccia per la sicurezza nazionale». L’ordine presidenziale straordinario è una notizia, il resto è una tesi. Per molti, solo una leggenda: è la narrazione di Q-Anon, misteriosa sigla che distilla “drop”, sibillini avvertimenti sul web. Il messaggio: tenetevi pronti, perché la fine del mondo è vicina. O meglio: sta per crollare un establishment criminale che mette insieme finanza, politica e disinformazione mainstream, con contorno di pedo-satanismo e ogni altro orrore, immaginabile e non, coltivato da personaggi potenti e insospettabili. Messa così, sembra l’ennesima riedizione del cospirazionismo classico, alla David Icke. Con una differenza: per Q-Anon la “guerra dei mondi” è ormai in corso, e la bella notizia è che i “buoni” vinceranno. Magari, tanto per cominciare, spedendo in galera nei prossimi giorni un super-cattivone come Bill Gates, che da opaco monopolista dell’informatica si è trasformato in altrettanto opaco quasi-monopolista dei vaccini, grazie ai compiacenti strateghi dell’Oms.Non è facile maneggiare un materiale come quello proposto da Q-Anon, data l’assenza totale di fonti verificabili. Ci hanno provato a “Border Nights” tre appassionati della materia: Alessandro Sieni (terapeuta), Gustavo Palumbo (artista) e Tom Bosco (giornalista). Tutti e tre tendono ad accreditare la versione dei cavalieri del bene, impegnati a sgominare la rete del male. Sieni, addirittura, sospetta che il miliardario Jeffrey Epstein – famoso per i festini a luci rosse con minorenni, nella sua isola caraibica, alla presenza di pezzi da novanta come Bill Clinton – non sia affatto morto, e stia anzi collaborando con gli “anons” per smantellare l’impero del male. Arrestato lo scorso 6 luglio, Epstein si sarebbe suicidato, il 10 agosto, in un carcere di massima sicurezza di New York. Le sue guardie? Si sarebbero distratte. «Lo hanno suicidato», pensarono in tanti. E se invece non fosse mai morto? E’, appunto, la tesi di Sieni. Che “spara”: «E se domani si scoprisse che, quando è stato arrestato, Espstein si trovava a casa del suo grande amico Bill Gates?». Tombola: il patron della Microsoft, e soprattutto della fondazione pro-vax più vincina all’Oms, sembra essere finito in una posizione scomoda, da quando Trump – imitato da Boris Johnson e dal giapponese Shinzo Abe – ha annunciato che taglierà i viveri all’Oms, accusata di scarsa trasparenza nella gestione del coronavirus.Pesantissime le accuse di Luc Montagnier, scopritore del virus Hiv e Premio Nobel per la Medicina: secondo lo scienziato francese, il virus che dà origine alla sindrome Covid-19 sarebbe “sfuggito” al laboratorio cinese di Wuhan, che operava sotto la supervisione dell’Oms. Per alcuni seguaci di Q-Anon, il caso è risolto: l’Oms e i suoi “complici” avrebbero contagiato il mondo, imponendo il coprifuoco quasi ovunque, e preparandosi a lanciare il super-vaccino di Bill Gates. Secondo Gustavo Palumbo, persino questo estremo semplicismo narrativo può essere considerato psicologicamente utile: tenendosi lontano dalla politica consueta, di cui ormai il pubblico diffida, aiuterebbe comunque anche i più sprovveduti a prendere coscienza della colossale impostura su cui si reggerebbe buona parte della governance mondiale, tuttora “coperta” dai grandi media. Al contrario, secondo i detrattori di Q-Anon, il complottismo estremo (fuori misura in tutto, a partire dal suo lessico e dal suo stesso immaginario, un po’ infantile) è un regalo favoloso, offerto proprio al peggior establishment: gli consente di cestinare, come grottesca spazzatura complottistica, anche le voci autorevolmente alternative, quelle di cui oggi ci sarebbe un drammatico bisogno.E a proposito di fonti attendibili, Alessandro Sieni si avventura in un ragionamento sottile: siete così sicuri, dice, che non abbia un secondo fine la detenzione “barbara” di un personaggio-chiave come Julian Assange? La sua speranza è che quella carcerazione (ingiusta) sia solo provvisoria, in attesa della fatale “ora X” in cui, finalmente, le “forze del bene” riusciranno a prevalere, dunque a riabilitarlo come eroe civile. Quanto alla disastrosa, allucinante situazione di casa nostra: non è possibile, semplicemente, che sia casuale – dovuta solo a inettitudine disastrosa – l’inaudita débalcle del governo italiano, incapace di misure tempestive contro il virus e tuttora inerte, sul piano economico. Il sospetto: si vuole che l’Italia sprofondi nella disperazione socio-economica, facendo da cavia, per toccare finalmente con mano la vera natura del brutale regime Ue? Detto in altro modo, e senza evocare invisibili “007 del bene”, è quello che sta comunque succedendo: si temono esplosioni sociali, data l’assenza di veri supporti economici. In teoria, sarebbe la premessa per una svolta politica epocale: il ritorno alla sovranità democratica.Che vi siano regie contrapposte, sono in molti a dirlo: è un corso una guerra sotterranea, per provare a sbaraccare quarant’anni di neoliberismo. Ma gli attori sono tanti, e gli interessi appaiono intricati: almeno quanto i pezzi di Deep State che si starebbero confrontando, giorno per giorno, tra disinformazione occulta e fendenti palesi come quelli di Trump contro l’Oms e Bill Gates, il “filantropo” dal vaccino facile. In realtà, le narrazioni ultra-sensazionalistiche come quella di “Q” finiscono sempre per trasmettere l’idea che il popolo, quaggiù, non possa minimamente interagire con i micidiali, sofisticatissimi piani affidati agli invisibili e formidabili X-men, capaci di imprese mirabolanti. Di fronte a enormità come quelle narrate – arresti impensabili, crollo imminente di intoccabili – il cittadino tende a restare più che mai spettatore passivo: perché mai uscire di casa, del resto, se la “rivoluzione del bene” è affidata a benemeriti Rambo delle forze speciali? Tutti in casa, aspettando che i buoni sistemino il mondo? Non è così che funziona, di solito: per farsi sentire, ad esempio, i francesi hanno dovuto indossare un gilet giallo e scendere in strada. Oggi, nell’Italia ipnotizzata dalla quarantena governativa, dai balconi si guarda ancora con sospetto chi osa portare a spasso il cane. Dopodiché, fra non molto, in tante famiglie finiranno i soldi per fare la spesa. Da lì in poi, si accettano scommesse.Il mondo è in mano a mostri cannibali, che però stanno per essere sbaragliati. Da chi? Dagli “anons”, ovvero i “patrioti” americani, intelligence militare segretamente mobilitata da Donald Trump con lo stranissimo ordine operativo presidenziale del dicembre 2017, che dichiara che «corruzione, pedofilia e traffico di esseri umani» rappresentano «una minaccia per la sicurezza nazionale». L’ordine presidenziale straordinario è una notizia, il resto è una tesi. Per molti, solo una leggenda: è la narrazione di Q-Anon, misteriosa sigla che distilla “drop”, sibillini avvertimenti sul web. Il messaggio: tenetevi pronti, perché la fine del mondo è vicina. O meglio: sta per crollare un establishment criminale che mette insieme finanza, politica e disinformazione mainstream, con contorno di pedo-satanismo e ogni altro orrore, immaginabile e non, coltivato da personaggi potenti e insospettabili. Messa così, sembra l’ennesima riedizione del cospirazionismo classico, alla David Icke. Con una differenza: per Q-Anon la “guerra dei mondi” è ormai in corso, e la bella notizia è che i “buoni” vinceranno. Magari, tanto per cominciare, spedendo in galera nei prossimi giorni un super-cattivone come Bill Gates, che da opaco monopolista dell’informatica si è trasformato in altrettanto opaco quasi-monopolista dei vaccini, grazie ai compiacenti strateghi dell’Oms.
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Kennedy: Bill Gates e vaccino per il Covid, siamo in pericolo
Perché persino due medici come Paul Offit e Peter Hotez, che sono tra i più accaniti promotori di vaccini al mondo, stanno freneticamente lanciando l’allarme sugli inauditi e inquietanti rischi inerenti allo sviluppo di un vaccino per il coronavirus? Gli scienziati tentarono già la prima volta di sviluppare un vaccino per il coronavirus dopo l’epidemia di Sars-Cov del 2002 in Cina. Team di scienziati statunitensi e internazionali sperimentarono sugli animali con i quattro vaccini più promettenti. In un primo momento, l’esperimento sembrò avere successo, e tutti gli animali mostravano una robusta risposta anticorpale al coronavirus. Ma quando gli scienziati hanno esposto gli animali vaccinati al virus in natura, i risultati sono stati catastrofici. Gli animali vaccinati manifestavano risposte iper-immunitarie, che partendo da un’infiammazione diffusa in tutto il corpo portava ad infezioni polmonari letali. L’unico precedente in cui i ricercatori avevano visto una simile “risposta immunitaria potenziata” era stato negli anni ’60, con i test sugli esseri umani del vaccino Rsv, che infatti furono per questo archiviati. Due bambini rimasero uccisi.Offit, Hotez e persino Anthony Fauci (che se lo è lasciato scappare in un momento di distrazione), hanno avvertito che qualsiasi nuovo vaccino contro il coronavirus potrebbe innescare reazioni immunitarie letali quando le persone vaccinate entrano in contatto con il virus in natura. Eppure, invece di procedere con cautela, Fauci ha fatto la scelta spericolata di velocizzare le procedure per autorizzare il suo vaccino (finanziato in parte da Gates), saltando i test sugli animali (che potrebbero mettere precocemente in guardia su possibili risposte immunitarie incontrollate). Lo stesso Gates è talmente preoccupato dei possibili rischi, da aver dichiarato che non distribuirà i suoi vaccini finché tutti i governi mondiali non accetteranno di assicurarlo contro le eventuali cause legali. Il 4 febbraio scorso, quando negli Stati Uniti c’erano solo 11 casi positivi, gli Stati Uniti hanno silenziosamente spinto per l’approvazione di regolamenti federali che sollevino i produttori di vaccini per il coronavirus da qualsiasi responsabilità.(Robert Kennedy Jr, “Perché Bill Gates sta chiedendo per sé la completa impunità?”, dal sito “Children’s Health Defense” del 9 aprile 2020; post tradotto da Margherita Russo per “Voci dall’Estero“. Procuratore legale, nipote del presidente John Fitzgerald Kennedy e figlio del fratello Robert, Robert F. Kennedy Junior sta conducendo una dura battaglia contro la campagna vaccinale globale di Bill Gates. La sua posizione: solo la massima libertà di critica e di informazione ci può tutelare dal rischio che la salute della popolazione mondiale possa essere subordinata a interessi poco trasparenti. Kennedy denuncia i vari scandali che hanno caratterizzato i piani vaccinali di Bill Gates e dell’Oms nei paesi poveri del terzo mondo. In calce al suo intervento sul web, Kennedy ripropone lo studio del 2012 sul vaccino per la Sars che ha portato a infezioni polmonari letali).Perché persino due medici come Paul Offit e Peter Hotez, che sono tra i più accaniti promotori di vaccini al mondo, stanno freneticamente lanciando l’allarme sugli inauditi e inquietanti rischi inerenti allo sviluppo di un vaccino per il coronavirus? Gli scienziati tentarono già la prima volta di sviluppare un vaccino per il coronavirus dopo l’epidemia di Sars-Cov del 2002 in Cina. Team di scienziati statunitensi e internazionali sperimentarono sugli animali con i quattro vaccini più promettenti. In un primo momento, l’esperimento sembrò avere successo, e tutti gli animali mostravano una robusta risposta anticorpale al coronavirus. Ma quando gli scienziati hanno esposto gli animali vaccinati al virus in natura, i risultati sono stati catastrofici. Gli animali vaccinati manifestavano risposte iper-immunitarie, che partendo da un’infiammazione diffusa in tutto il corpo portava ad infezioni polmonari letali. L’unico precedente in cui i ricercatori avevano visto una simile “risposta immunitaria potenziata” era stato negli anni ’60, con i test sugli esseri umani del vaccino Rsv, che infatti furono per questo archiviati. Due bambini rimasero uccisi.
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Kennedy: strage di bambini, coi vaccini di Bill Gates e Oms
I vaccini, per Bill Gates, sono un business filantropico strategico che alimenta la sua innumerevole serie di altre attività legate ai vaccini (tra cui l’ambizione di dominare attraverso la Microsoft l’industria globale di identificativi vaccinali digitali), e che gli conferisce un potere dittatoriale sulla politica sanitaria globale. L’ossessione di Gates per i vaccini sembra alimentata dalla sua convinzione di salvare il mondo tramite la tecnologia. Promettendo di eradicare la poliomielite, con la sua quota di 450 milioni su un capitale di 1,2 miliardi di dollari, Gates ha preso il controllo dell’indiano National Technical Advisory Group of Imunizatione (Ntagi) e ha imposto un esteso piano di vaccini antipolio attraverso programmi di immunizzazione successivi per tutti i bambini sotto i 5 anni. I medici indiani hanno incolpato la campagna di immunizzazione di Gates per la devastante epidemia di paralisi flaccida acuta non-polio (Npafp) che ha reso paralitici 496.000 bambini tra il 2000 e il 2017, molto oltre quelli che sono i dati normalmente attesi. Nel 2017, il governo indiano ha annullato il regime vaccinale di Gates ed estromesso Gates e i suoi programmi vaccinali dall’India. I tassi di paralisi da poliomielite sono diminuiti immediatamente.Nel 2017, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ammesso con riluttanza che l’esplosione globale della poliomielite è prevalentemente causata dal ceppo vaccinale. Le epidemie più violente avvenute in Congo, nelle Filippine e in Afghanistan sono tutte legate ai vaccini. Nel 2018, il 70% dei casi globali di poliomielite sono stati causati dai vaccini. Nel 2014, la Fondazione Gates ha finanziato dei test di laboratorio per vaccini sperimentali per l’Hpv, sviluppati da Gsk e Merck, su 23.000 ragazze in remote province rurali indiane. Circa 1.200 di loro hanno riportato gravi effetti collaterali, tra cui malattie autoimmuni e infertilità. Sette ragazze sono morte. Dalle indagini del governo indiano è emerso che i ricercatori finanziati da Gates hanno commesso gravissime violazioni etiche: pressioni sulle vulnerabili ragazze dei villaggi perché aderissero alla sperimentazione, prepotenze verso i genitori, moduli per il consenso falsificati, e rifiuto di cure mediche alle ragazze danneggiate. Il caso è attualmente all’esame della Corte Suprema indiana.Durante la campagna MenAfriVac di Gates del 2002 nell’Africa sub-sahariana, gli operatori di Gates hanno vaccinato forzatamente migliaia di bambini africani contro la meningite. Circa 50 dei 500 bambini vaccinati ha sviluppato paralisi. I media sudafricani hanno commentato: «Le cause farmaceutiche ci considerano cavie da laboratorio». L’ex dirigente economico di Nelson Mandela, il professor Patrick Bond, ha definito le pratiche “filantropiche” di Gates «spietate e immorali». Nel 2010, Gates ha messo a disposizione dell’Oms 10 miliardi di dollari, affermando: «Dobbiamo fare in modo che questo sia il decennio dei vaccini». Nel 2014, l’Associazione Medici Cattolici del Kenya ha accusato l’Oms di sterilizzare chimicamente contro la loro volontà milioni di donne keniote con una campagna vaccinale “antitetanica”. Laboratori indipendenti hanno rinvenuto agenti sterilizzanti in ciascuno dei vaccini testati. Accuse simili sono state mosse dalla Tanzania, dal Nicaragua, dal Messico e dalle Filippine.Uno studio del 2017 (Morgensen et al. 2017) ha dimostrato che il famoso vaccino antidifterite-tetano-pertosse acellulare (Dtp) dell’Oms continua ad uccidere più bambini africani di quanti non ne uccida la stessa malattia che intende prevenire. Le bambine vaccinate hanno un tasso di mortalità 5 volte superiore rispetto a quello dei bambini non vaccinati. L’Oms ha rifiutato di ritirare il letale vaccino, che continua ad infliggere a milioni di bambini africani ogni anno. In tutto il mondo, esperti in salute pubblica accusano Gates di dirottare fondi dell’Oms dai progetti che hanno dimostrato di prevenire realmente le malattie infettive, quali acqua pulita, igiene, nutrizione e sviluppo economico. La Gates Foundation spende in queste aree solo circa 650 milioni dei suoi 5 miliardi di dollari di budget. Dicono che devia le risorse dell’agenzia al servizio della sua personale filosofia secondo la quale la salute si ottiene solo con una puntura. Oltre a usare la sua filantropia per controllare Oms, Unicef, Gavi e Path, Gates finanzia compagnie farmaceutiche private che producono vaccini e ha fatto una donazione di 50 milioni di dollari a 12 società farmaceutiche per accelerare lo sviluppo di un vaccino per il coronavirus. Nelle sue recenti apparizioni sui media, Gates si dimostra fiducioso del fatto che la crisi Covid-19 gli darà l’opportunità di imporre i suoi programmi vaccinali obbligatori anche sui bambini americani.(Robert Kennedy Jr, “L’agenda vaccinale globale di Bill Gates: il trionfo di Big Pharma e dell’obbligo vaccinale”, dal sito “Children’s Health Defense del 9 aprile 2020; post tradotto da Margherita Russo per “Voci dall’Estero”. Procuratore legale, nipote del presidente John Fitzgerald Kennedy e figlio del fratello Robert, Robert F. Kennedy Junior sta conducendo una dura battaglia contro la campagna vaccinale globale di Bill Gates. La sua posizione: solo la massima libertà di critica e di informazione ci può tutelare dal rischio che la salute della popolazione mondiale possa essere subordinata a interessi poco trasparenti. Kennedy denuncia i vari scandali che hanno caratterizzato i piani vaccinali di Bill Gates e dell’Oms nei paesi poveri del terzo mondo).I vaccini, per Bill Gates, sono un business filantropico strategico che alimenta la sua innumerevole serie di altre attività legate ai vaccini (tra cui l’ambizione di dominare attraverso la Microsoft l’industria globale di identificativi vaccinali digitali), e che gli conferisce un potere dittatoriale sulla politica sanitaria globale. L’ossessione di Gates per i vaccini sembra alimentata dalla sua convinzione di salvare il mondo tramite la tecnologia. Promettendo di eradicare la poliomielite, con la sua quota di 450 milioni su un capitale di 1,2 miliardi di dollari, Gates ha preso il controllo dell’indiano National Technical Advisory Group of Imunizatione (Ntagi) e ha imposto un esteso piano di vaccini antipolio attraverso programmi di immunizzazione successivi per tutti i bambini sotto i 5 anni. I medici indiani hanno incolpato la campagna di immunizzazione di Gates per la devastante epidemia di paralisi flaccida acuta non-polio (Npafp) che ha reso paralitici 496.000 bambini tra il 2000 e il 2017, molto oltre quelli che sono i dati normalmente attesi. Nel 2017, il governo indiano ha annullato il regime vaccinale di Gates ed estromesso Gates e i suoi programmi vaccinali dall’India. I tassi di paralisi da poliomielite sono diminuiti immediatamente.