Archivio del Tag ‘tragedia’
-
Giulietto Chiesa: svegliamoci, il potere ha paura di noi
Nella vita quotidiana di ognuno di noi la crisi ha assunto i tratti di un personaggio da tragedia antica: il fato, il convitato di pietra, una presenza immanente e ostile, eppure inafferrabile. «Conseguenza inevitabile, quando gli effetti di una congiuntura globale sono ormai alle porte delle nostre case, colpiscono le nostre vite, corrodono la speranza di un futuro per i nostri figli e sgretolano ciò che davamo per scontato: stile di vita, lavoro, salute, istruzione». C’è la sensazione diffusa che tutto ciò sia solo la punta di un iceberg, che queste perdite siano in realtà le estreme propaggini di un enorme buco nero in espansione. «Ma mancano le prove, perché nessuno dice veramente come stanno le cose», accusa Giulietto Chiesa. «C’è un silenzio colpevole, perché interessato, da parte dei pochi che sanno». “Invece della catastrofe”, l’ultimo libro di Chiesa appena edito da Piemme, vuole «svelare le tremende verità che ci vengono nascoste e lanciare un drammatico appello alle coscienze».
-
Caccia alle streghe: così muore l’ultimo eroe democratico
«Nella società umana – ci insegnava il professor Ringold – la trasgressione più grande di tutte è pensare – il pen-sie-ro-cri-ti-co, – diceva il professor Ringold, battendo le nocche sul piano della cattedra per scandire ogni sillaba – ecco l’estrema trasgressione». Nel romanzo “Ho sposato un comunista” di Philip Roth, il professor Ringold è un vecchio insegnante di liceo (ormai novantenne) passato attraverso la caccia alle streghe scatenata negli Stati Uniti d’America tra l’immediato dopoguerra e la metà degli anni ’50, quando migliaia di persone, intellettuali, scrittori, cittadini di ogni ceto sociale e di ogni età furono messi sotto accusa perché sospettati di coltivare idee socialiste («È stata una vera e propria ondata di fascismo, la più violenta e dannosa che questo paese abbia mai avuto», ebbe a dire Eleanor Roosevelt).
-
La vera storia dei due marò: colpevoli e mai incarcerati
Hanno davvero ucciso due pescatori innocenti scambiandoli per pirati, sparando da una nave che non si trovava affatto in acque internazionali ma vicina alla costa indiana. Una volta arrestati, non hanno trascorso un solo giorno in carcere ma sono stati sempre ospitati in strutture confortevoli e hotel di lusso. Il governo italiano ha ammesso il loro errore e, intanto, ha provveduto in via extragiudiziale a risarcire le famiglie delle vittime. Questa la vera storia dei due marò del San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trasformati in eroi nazionali: per “Giap”, il magazine curato dalla Wu Ming Foundation, si tratta di «una delle più farsesche “narrazioni tossiche” degli ultimi tempi». Verso Natale, la “narrazione tossica” «ha oltrepassato la soglia dello stomachevole, col presidente della Repubblica intento a onorare due persone che comunque sono imputate di aver ammazzato due poveracci (vabbe’, di colore…), ma erano e sono celebrate come… eroi nazionali. “Eroi” per aver fatto cosa, esattamente?».
-
Fuga da Tokyo: la capitale è contaminata come Fukushima
Fuga da Tokyo: nel silenzio generale dei media, la capitale giappone scopre di essere gravemente contaminata dalle radiazioni della centrale nucleare di Fukushima, al punto da aver provocato l’anomalo surriscaldamento del suolo e del fondale marino. Notizie sconcertanti, che Debora Billi ricava dal “Washington Blog”, una delle fonti americane più informate sui fatti di Fukushima: il newsmagazine statunitense ha sempre riportato in tempo reale, fin dai tempi del disastro, le anticipazioni del giapponese “EneNews”. Alla fine del 2012, il “Washington Blog” fa il punto sulla situazione a Tokyo proprio in base ai moltissimi dati di “EneNews”, giungendo ad una serie di inquietanti conclusioni. Una su tutte: nella baia di Tokyo, il cesio è persino più alto di quello di Fukushima e quasi tutto il fondale del mare che bagna la capitale nipponica sarà contaminato entro il 2014.
-
Ingroia e Orlando, il quarto polo parla già dall’oltretomba
L’hotel Nazionale a due passi da Montecitorio ha davanti all’ingresso un gruppetto di persone vestite di scuro, tutti uomini, che parlano a voce bassa fra loro; sembrano in attesa, vegliano compiti, come se ci fosse da qualche parte un morto. E forse c’è. L’hotel Nazionale ha dei bellissimi bagni puliti e accoglienti e questo è sicuramente un pregio per chi si trova viandante. Poi ha delle stanze adibite ad “incontri” ma per trovarle bisogna scendere le scale e scendere scendere finché il fuori diventa davvero lontano e la stanza/cantina si presenta senza finestra, con un odore di stantio forte, un tavolo con sopra degli avanzi di un precedente incontro; l’aria è gravida di parole precedenti e abbastanza insopportabile. Posaceneri, bicchieri. Leoluca Orlando si mette a sparecchiare e invece di apparire un gesto normale, chissà perché, ha del grottesco. Ci sediamo e già mi sento seduta in punta alla sedia.
-
Ma Ingroia non spiega come finanziare la rinascita del paese
Per favore, non perdiamo subito la faccia e chiariamo almeno due punti. Primo, il “quarto polo” non avrà mai nulla a che fare col centrosinistra, che resta “nemico” perché complice dei poteri forti. Secondo: l’Italia non parteciperà mai a più a missioni militari fuori dai propri confini. Giulietto Chiesa, fondatore di “Alternativa”, è tra i promotori del comitato No-Debito, una delle fonti di opinione del nascituro “quarto polo” capitanato da Ingroia e De Magistris. Chiesa è spazientito: nel “manifesto” del nuovo gruppo, che si candida a sinistra del centrosinistra, non c’è traccia di indicazioni sulle alleanze o sul “no” alla guerra, né tantomeno sulle regole da condividere per poi passare alla corsa contro il tempo per l’eventuale raccolta di firme. “Io ci sto”, l’appello lanciato da Ingroia, è una piattaforma di buone intenzioni che però, incredibilmente, di fronte alla crisi non dice una sola parola sul cuore del problema: dittatura della finanza e sovranità democratica.
-
Addio lavoro: sta semplicemente finendo, in tutto il mondo
“Lavorerai con sudore, partorirai con dolore”. «Chissà se la maledizione biblica vedeva un collegamento tra le due cose», si domanda Debora Billi, dando un’occhiata agli ultimi dati – non certo entusiasmanti – che provengono direttamente dal ministero statunitense del lavoro: se il mese di novembre registra una boccata d’ossigeno, basta «guardare i dati da una distanza un po’ meno vicina che ieri mattina» per scoprire che i numeri sono quelli di «un crollo senza possibilità di scuse». Occupazione addio: «Che sia per l’aumento della popolazione, o per la crisi economico-finanziaria, la situazione del lavoro è tragica per tutto il pianeta». A partire, ovviamente, dall’Italia: «Le notizie recenti riportano come la disoccupazione stia crescendo a livelli record, e che il 2013 sarà se possibile anche peggio».
-
Veltroni e D’Alema: sono stati loro a rottamare Renzi
Veltroni e D’Alema, ancora loro. Alle primarie hanno “fatto vincere” Bersani nell’unico modo possibile: ritirandosi. E togliendo così a Renzi l’unica arma – la rottamazione – impugnata contro il segretario del Pd. Lo sostiene, in punta di fioretto, una delle migliori penne del mainstream, Curzio Maltese, secondo cui a spuntarla è stata il meno televisivo dei candidati, «sempre a disagio nei dibattiti, tanto da apparire quasi arcigno», e totalmente alieno al mondo dei social network, da Facebook a Twitter. E il sindaco di Firenze? Fuorviato disastrosamente dal suo celebratissimo staff di super-esperti, dal guru di Mediaset Giorgio Gori allo scrittore Alessandro Baricco: «L’averlo costretto a non dire mai nulla di sinistra, a non pronunciare neppure la parola “destra” e a concentrare tutto sull’unico tema impolitico della rottamazione è stata una scelta catastrofica», tenendo conto che i tre milioni di votanti anti-berlusconiani delle primarie «costituiscono una comunità con valori forti condivisi, di sinistra assai più che di centrosinistra».
-
Barnard: Mario Monti ci regala povertà, paura e odio
Mario Monti e i suoi “padroni” sono molto più pericolosi della mafia: possono attentare alla Costituzione della Repubblica “fondata sul lavoro”, creare milioni di disoccupati, distruggere l’economia, causare il crollo dei redditi di milioni di lavoratori e di anziani, fino a sospingere gli italiani «verso derive autoritarie fascistoidi, in accordo coi maggiori politici europei». Rischio-Weimar: dopo la Prima Guerra Mondiale toccò alla Germania, vessata dalla Francia, assaggiare le super-austerity dei risarcimenti di guerra, giudicate crudeli e pericolose dal grande economista John Maynard Keynes. Risultato: l’avvento di Hitler come “giustiziere” del popolo tedesco affamato e umiliato. Corsi e ricorsi tenebrosi: in Grecia i neonazisti dominano la scena. «Oggi – sostiene Paolo Barnard – l’economia dei politici serve nel 99% dei casi all’interesse dell’1%, cioè dei potenti e della finanza. Perché glielo permettiamo? Perché ci tengono nell’ignoranza di economia».
-
Milano, Slam X 2012: rivoluzione è scrivere tempesta
«Il 2012 si sta chiudendo in maniera molto diversa rispetto a ciò che l’anno precedente aveva prospettato. Sfogliando gli eventi e le pubblicazioni degli ultimi mesi si nota una sorta di palude stantia e maleodorante. Non succede niente, non si muove nulla e dal punto di vista creativo l’encefalogramma è sostanzialmente piatto», scrivono Marco Philopat e Andrea Scarabelli per presentare l’edizione 2012 di “Slam X”, la performance collettiva di esibizioni e reading che presenta a Milano alcune tra le voci più interessanti della nuova scena artistica italiana: dopo Moresco a Genna, Antonio Scurati e Aldo Nove passando per Vinicio Capossela, “Slam X” torna quest’anno con Emanuele Trevi, finalista allo Strega, nonché Wu Ming 5, i ragazzi delle “Pantere Velasca” e Rosario Dello Iacovo, dei 99 Posse. Parola d’ordine: “Rivoluzione è scrivere tempesta”.
-
Grecia, anzi Cina: nel ghetto d’Europa, pagati 2 euro l’ora
I greci dovranno cavarsela con 350 euro al mese: «Se non è “cinesizzazione” questa, non saprei come altro definirla», dice l’analista indipendente Debora Billi: con le nuove misure di austerity appena varate ad Atene si sta realizzando il progetto, targato Germania, che mira appunto a “cinesizzare” la Grecia, facendo dell’intero paese una di quelle “zone economiche speciali” di cui ha raccontato Naomi Klein. «Si tratta di aree dove i paesi industrializzati possono far produrre le proprie merci a costo quasi zero, grazie alla schiavizzazione di chi lavora». Un po’ come fa la Fiat in Serbia, dove un operaio le costa sei volte meno che in Italia. Nel caso-Grecia, viene retrocesso di colpo un intero sistema sociale: «Nel recente ultimo “pacchetto di austerity” riservato agli schiavi greci – scrive Debora Billi nel suo blog – si prevede un salario minimo di 589 euro lordi», cioè 350 euro netti per arrivare a fine mese. «A questo si unisce la il ritorno della malaria, la gente che non ha di che scaldarsi, gli ospedali senza medicine».
-
Francia: più debito, per aiutare le imprese che assumono
Imprenditori e dipendenti italiani, ma quanta sfiga avete? Veramente piange il cuore per voi, e non sto scherzando. Non c’è da scherzare in ‘sta tragedia. A parte il fatto che avete a rappresentarvi dei fenomeni come Peotta, Squinzi o Camusso e Rinaldini assortiti (nei corridoi della Bce continuano a chiedersi: «Ma con leader così, chi mai aveva bisogno di Monti per suicidare l’Italia?»). Lasciamo perdere. La cosa straziante è che mentre qui da noi i tromboni delle Austerità tengono la scena insistendo che i tagli alla spesa pubblica sono La Via Unta dal Signore per il risanamento del Paese in recessione (tradotto: il campo in siccità si salva drenandogli anche la rugiada del mattino, mica mai irrigarlo!), in Francia il governo del signor Hollande, proprio quell’Hollande del «bravo Monti!», fa il contrario. E cosa fa? Be’, apre i rubinetti di Stato sul campo delle aziende francesi a secco, e le irriga con 20 miliardi di euro di ossigeno.