Archivio del Tag ‘Torino-Lione’
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I “terroni” di Terzigno, la Valsusa e Toro Seduto
«A Terzigno cercano il morto», insinua Maroni, e non si capisce se sia una minaccia e di chi stia parlando. Giornali e Tv continuano a pestare sull’argomento “violenza”, sembra che le cattive maniere degli abitanti della Campania non vadano proprio giù: dovrebbero limitarsi ai soliti cortei con canti e balli lasciando cortesemente passare i camion. E’ così che si protesta in democrazia, suonando civilmente i tamburelli senza ottenere mai nulla, altrimenti si è dei facinorosi violenti. Non posso non pensare alla Valsusa e ai maestri di vita che vivono colà. Tra le persone che più ammiro al mondo.
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Intifada dei rifiuti e Torino-Lione, la politica è muta
Mentre in Campania si scatena l’Intifada della popolazione contro l’apertura della seconda discarica di Terzigno che condannerebbe all’inferno dell’invivibilità i centri del Parco del Vesuvio, la Camera approva quasi in punta di piedi, senza clamori e con voto graniticamente bipartisan, le ultime mozioni per realizzare la Tav Torino-Lione, contro cui si batte da oltre 15 anni la valle di Susa, un’area di quasi centomila abitanti che nel 2005 riuscì a fermare il primo progetto dell’alta velocità ferroviaria fra Italia e Francia grazie a una clamorosa protesta popolare a lungo fronteggiata dai reparti antisommossa della polizia. I No-Tav ora esprimono la loro solidarietà ai “ribelli” napoletani di Terzigno: «Resistete, siamo con voi».
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No-Tav, se i ferrovieri festeggiano la “valle che resiste”
Il concentramento per la manifestazione era a Vaie, non si riusciva a partire perché dai paesi vicini subito prima e subito dopo Vaie (Sant’Antonino e Condove), e relative stazioni ferroviarie, un fiume in piena di gente si rovesciava letteralmente in strada così che altri cortei (in senso opposto) si stavano formando. Che sarebbe stata una grande, grandissima manifestazione lo si era capito subito. I progetti resi pubblici avevano portato la maggior parte dei consigli comunali a cadere uno dopo l’altro sotto le delibere in opposizione alla grande opera. Le notizie che giungevano aiutavano a mantenere viva l’incazzatura.
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Val Susa, protesta-fiume: 50.000 No alla Torino-Lione
Cinquantamila “no” alla Torino-Lione: 25 sindaci in fascia tricolore ad aprire sette chilometri di corteo, con davanti una ventina di trattori della Coldiretti e 70 mucche. «Ci vogliono cancellare? Hanno sbagliato tutto». Sandro Plano, presidente della Comunità Montana, incarna la “resistenza” della valle di Susa contro la Tav Torino-Lione. Dalla manifestazione-fiume del 9 ottobre, attacca: «Scandaloso che il governo ci escluda dal tavolo di lavoro a Roma il 14: non vogliono parlare con chi è contrario all’alta velocità, cioè la stragrande maggioranza». Cinque anni dopo il trionfo popolare del 2005, che bloccò il primo progetto, la valle di Susa è di nuovo pronta a fermare il super-treno dei misteri: chi vuole la Torino-Lione continua a non spiegare, cifre alla mano, a cosa servirebbe l’opera pubblica più costosa d’Italia.
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Resistenza No-Tav, l’autunno caldo della valle di Susa
Tunnel geognostico: tecnicamente, un grosso scavo orizzontale di prospezione. L’ultimo che la valle di Susa ricorda costò nel 2005 l’abbandono del cantiere e del progetto, dopo lo sgombero violento dei manifestanti e la rivolta popolare che ne seguì, a carattere pre-insurrezionale, scatenata da migliaia di abitanti: 48 ore di blocchi stradali, autostradali e ferroviari. A cinque anni dalla “battaglia” di Venaus, è scattato un nuovo conto alla rovescia: nonostante la ferma contrarietà della popolazione, l’Osservatorio per la Tav Torino-Lione guidato da Mario Virano ha annunciato per dicembre-gennaio l’avvio del nuovo tunnel a Chiomonte, alle falde dei monti che separano la valle di Susa dalla Francia.
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Bonsignore: la Torino-Lione costa troppo e nasce vecchia
Quando non ci sono soldi per gli asili nido e per altri servizi ai cittadini, è giusto chiedersi se spendere 20 miliardi per realizzare un’opera che, così come ci viene proposta, arriverà clamorosamente in ritardo rispetto allo sviluppo logistico del resto d’Europa e avrà costi elevatissimi e servirà solo al trasporto passeggeri. Di fronte al rischio di sperperare soldi pubblici in un momento di crisi non è possibile restare in silenzio. Non sono assolutamente un No-Tav, anche se partendo da argomentazioni completamente differenti la mia conclusione è paradossalmente analoga a quella di chi per anni si è opposto a questo progetto.
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Tav, l’ecomostro torna a minacciare la valle di Susa
Insensibile a tutto – crisi economica, disastro politico, sfacelo generale di un paese che sembra smarrito – l’ecomostro ferroviario delle Alpi occidentali si presenta puntualissimo all’ultima fermata, quella dell’ennesimo autunno caldo della valle di Susa, alle porte di Torino: una popolazione di quasi centomila abitanti, che dopo dieci anni di resistenza attiva e la bocciatura a furor di popolo del primo progetto nel 2005, è ora costretta ad esaminare nuovamente le carte dell’alta velocità Torino-Lione, progetto numero due. Le avvisaglie sono quelle di una catastrofe annunciata: abitazioni rase al suolo, falde acquifere tagliate, ambiente devastato. E tutto per un’infrastruttura faraonica, miliardaria e “intoccabile”, anche se chi la propone continua a non spiegarne l’utilità
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Tav, la valle di Susa sfratta il summit nel castello
Se la valle di Susa considera la Tav Torino-Lione una maxi-opera faraonica e “coloniale”, imposta da un potere “feudale”, lontano dal popolo, niente di meglio – per dar ragione ai No-Tav – che organizzare un summit sulla nuova linea ferroviaria nientemeno che nel cuore del feudalesimo valsusino, il Castello della Marchesa Adelaide di Susa. Stratega della suggestiva trovata, il coordinatore dell’Osservatorio-Tav, Mario Virano, costretto a battere in ritirata: di fronte alla minaccia di un “assedio” No-Tav, simbolico e medievale quanto il summit pro-Tav nel castello, il 12 giugno gli organizzatori ripiegheranno sui più sicuri palazzi torinesi, dove gli ospiti – imprenditori italiani e francesi – non saranno disturbati.
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Tav, la svolta di Cota: legge regionale, iter condiviso
Una legge regionale ad hoc, che consenta ai territori interessati dalla Torino-Lione di avere «ricadute positive in materia di occupazione, formazione professionale e riqualificazione urbanistica». Ad annunciarla è il neo-presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. Dopo anni di chiacchiere, veleni e polemiche a distanza, la politica torna così ad occuparsi direttamente della valle di Susa: che potrebbe presto trovarsi a valutare la prima, vera proposta di profilo istituzionale su cui ragionare seriamente, coinvolgendo le istituzioni locali, finora largamente contrarie alla Tav.
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No-Tav a Strasburgo: dossier contro la Torino-Lione
Avanti con la Torino-Lione, nonostante le proteste della valle di Susa, l’incertezza assoluta sui finanziamenti e i dubbi sull’utilità strategica dell’infrastruttura ferroviaria: conferenza-spettacolo a Torino il 18 maggio per esibire un plastico e annunciare a breve l’avvio della progettazione, proprio mentre i No-Tav, in quelle stesse ore, hanno incontrato a Strasburgo la Commissione Trasporti per Parlamento Europeo per consegnare un dossier che ribadisce la forte opposizione delle popolazioni: opera di impatto devastante, costosissima (20 miliardi di euro) e forse completamente inutile, visto che ormai le merci provenienti da Genova imboccano la via di Rotterdam anziché quella per Lione.
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La7: Torino-Lione, frontiera fantasma senza futuro
Un treno fantasma, una regione in ginocchio e una valle alpina su cui incombe la minaccia della mafia. Il futuro del nord-ovest appeso all’alta velocità Torino-Lione, la più grande infrastruttura mai progettata in Italia? «Quando si parla della Torino-Lione si pensa a questioni locali», la piccola valle di Susa contro il potere centrale. «Invece la linea costerà 5 miliardi di euro più del tunnel sotto la Manica e quattro volte tanto il faraonico ponte sullo Stretto di Messina». Soldi nostri: «Capire se li stiamo investendo nel modo giusto è fondamentale per il futuro dell’economia italiana».
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Higgins a Strasburgo: l’Europa fermi la Torino-Lione
«Chiedo che l’Europa fermi la Tav. La vittoria del popolo in valle di Susa sarà una vittoria per il buonsenso e l’ambiente». Lo ha dichiarato al Parlamento Europeo il laburista irlandese Joe Higgins, reduce da una visita nella valle piemontese che si oppone all’alta velocità Torino-Lione. Higgins ha verificato sul campo la consistenza della protesta, all’indomani delle violente cariche della polizia che il 17 febbraio hanno causato due feriti, tra i dimostranti radunatisi di Coldimosso, vicino a Susa, per contrastare l’azione delle trivelle alle prese con gli scavi propedeutici al progetto, i cui cantieri si aprirebbero nel 2013.