Archivio del Tag ‘Torino-Lione’
-
«Guai se gli alpini proteggono Tav, mafia e ladri»
Dov’è finito il “sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern? Difficile credere che, oggi, si rassegnerebbe a fare la guardia alle ruspe del “non-cantiere” per la Torino-Lione. E l’amico tenente Nuto Revelli, quello della “guerra dei poveri”? Anche lui sarebbe già passato, come suo figlio Marco, dalla parte dei No-Tav. Due grandi scrittori italiani, entrambi alpini. Due esemplari narrazioni sulla follia della guerra, cui tentò di opporsi – anche sotto i colpi dell’artiglieria, nella steppa russa, a quaranta gradi sotto zero – l’indomita umanità alpina, l’esercito dei soldati montanari. «Ghe rivarèm a baita?», domanda l’alpino disperso nel gelo, senza poter immaginare che un giorno, sui monti valsusini, proprio la “baita”, il rifugio familiare, sarebbe stato assediato: dalla polizia e, nientemeno, dalle penne nere.
-
Fuochi e bengala, assediato il “fortino” Tav di Chiomonte
Notte di tensione a Chiomonte, con almeno 600 manifestanti che per quattro ore hanno impegnato la polizia simulando un “assedio” all’area prescelta per il cantiere di avvio della Tav Torino-Lione, trentamila metri quadrati recintati e protetti da agenti e carabinieri, con il supporto di finanzieri, forestali e 150 alpini della Taurinense. I dimostranti hanno attaccato il “fortino” della Maddalena con lancio di bengala e puntatori laser, frastornando i “difensori” con cori, tamburi e bastoni sbattuti ritmicamente sulle recinzioni, intaccate in più punti. «Non daremo tregua alla militarizzazione della valle di Susa, imposta per un’opera devastante e inutile», dicono i No-Tav, cui la polizia ha risposto con idranti e lacrimogeni.
-
No-Tav, assedio infinito per “circondare” la polizia
Non si piega la resistenza civile della valle di Susa contro l’aggressione del governo, che ha inviato agenti antisommossa ad occupare con la forza l’area destinata ad ospitare il primo cantiere della Torino-Lione. Dopo la manifestazione oceanica del 3 luglio e la grande fiaccolata con ventimila dimostranti nel cuore di Torino, torna a scaldarsi il “fronte” valsusino di Chiomonte, dove i No-Tav col loro campeggio a ridosso del “fortino” eretto da polizia e militari (150 alpini della Taurinense) hanno avviato un “assedio” pacifico per denunciare la violenza dell’«invasione» del territorio. Per tutta la notte musica e cori partigiani, con bastoni sbattuti a ritmo contro i reticolati nonostante il massiccio impiego di idranti: «Non ci fermeremo, non daremo tregua alle truppe di occupazione».
-
Schiava della finanza, questa politica ci dichiara guerra
La Tav Torino-Lione? Una truffa: tutti sanno che non si realizzerà mai, ma i pochi cantieri che potrebbero venir aperti basterebbero a tener buoni per un po’ i costruttori amici dei politici, e quindi le banche. Idem il bluff della “Fabbrica Italia” di Marchionne, o gli inceneritori che fanno la gioia di chi li costruisce, o magari gli affari d’oro dei terreni per l’Expo di Milano. Dietro la fiaba della “crescita” c’è un’amara verità: mercati saturi. Quel tipo di produzioni e investimenti non fanno sviluppo e non creano occupazione, ma solo «danni e violenza». Il problema vero? Non è il debito, ma il sistema economico. E i grandi burattinai della finanza giocano al massacro: tanto, loro ci guadagneranno lo stesso, e a rimetterci saremo solo noi, cittadini senza più diritti né sovranità, né veri partiti a cui affidare il voto.
-
Spider Truman, il terrore della Casta, sta coi No-Tav
Tenete duro, amici della valle di Susa: state lottando dalla parte giusta, contro lo strapotere di una casta corrotta. Parola di “Spider Truman”, la fantomatica gola profonda che – dagli scantinati della Camera – ha svelato segreti imbarazzanti sui benefit dei parlamentari, suscitando un clamoroso scandalo nazionale. Gli irriducibili No-Tav hanno interpellato subito il nuovo oracolo anti-Casta che fa fatto tremare il Palazzo. E lui ha risposto puntuale: con un attestato di solidarietà alla popolazione della valle di Susa e un incoraggiamento a proseguire nella battaglia popolare contro la Torino-Lione, grande opera ritenuta devastante, costosissima e tragicamente inutile.
-
Armi chimiche contro i No-Tav: gas Cs cancerogeni
Armi chimiche: proibite in guerra, ma ideali per sgominare i No-Tav in valle di Susa. In base alle convenzioni internazionali ratificate anche dall’Italia, i soldati impiegati in Afghanistan non possono utilizzare gli aggressivi chimici presenti invece nei lacrimogeni utilizzati in valle di Susa dalle forze di polizia per lo sgombero dei manifestanti che si oppongono alla Torino-Lione. Lo spiega il professor Massimo Zucchetti, fisico nucleare del Politecnico di Torino, nella lezione universitaria tenuta fuori sede, proprio a due passi dal “fortino” delle forze dell’ordine impiantato a Chiomonte. Sotto accusa i candelotti a base di gas “Cs”, altamente tossico, dal 1991 in dotazione agli agenti antisommossa. Storico debutto dell’arma “proibita”: il tragico G8 di Genova, dieci anni fa.
-
Macché cantiere Tav, a Chiomonte c’è solo una caserma
Il primo cantiere della Torino-Lione in realtà non esiste. Già, perché a Maddalena di Chiomonte, dove tutti davano come già avviati i lavori per la realizzazione della galleria geognostica, primo passo per la realizzazione della linea ad alta velocità, nessuna ruspa e nessuna gru è ancora stata utilizzata a questo scopo. Infatti, dopo lo sgombero forzato e gli scontri di fine giugno e inizio luglio, la ditta incarica dei lavori, l’Italcoge, il cui amministratore è Antonio Lazzaro, non ha ancora dato il via ai lavori. Gli operai dell’impresa, che ha sede legale in via Sant’Anselmo 29 a Torino e quella amministrativa a Susa, in corso Inghilterra 12/b, al contrario si stanno occupando di costruire un vero e proprio fortino e non la galleria (che dovrebbe costare sui 143 milioni di euro).
-
Soldati in val Susa? Conoscerete noi, vecchi alpini No-Tav
Buon giorno. Leggo con dispiacere l’uso degli alpini a difesa della recinzione di Chiomonte. Sono un alpino in congedo fino a 10 minuti fa orgoglioso di esserlo, oggi fiero di abbandonare cappello e non rinnovare l’iscrizione all’Ana. Recinzione, perché di recinzione si tratta. Nessun cantiere è partito e nessun cantiere partirà. Leggo sul sito della Taurinense: “La Brigata Alpina Taurinense è una delle grandi unità specializzate per il combattimento in montagna che la forza armata annovera fra le sue fila”. E cosa ci va a fare a Chiomonte? A combattere mamme e bambini che lottano contro un’opera inutile, disastrosa e che metterà a rischio anche le stesse truppe alpine bruciandone i soldi che invece servirebbero per alimentarle e rinnovarle?
-
La Tav è un parassita, chi la vuole non la sa giustificare
Il vastissimo e trasversale fronte Sì-Tav è tornato ad esporre con grande “forza” i propri argomenti: manganelli, ruspe, gipponi. Il tutto condito dalle solite litanie di slogan e luoghi comuni gridati incessantemente da mille altoparlanti. In tutta la vicenda del Tav sulla Torino-Lione la costante più macroscopica, anno dopo anno, è sempre stata la totale assenza di argomenti di merito a favore e la più stretta censura sugli argomenti di merito a sfavore. Eppure la realtà sta lì grande come una montagna, irriducibile e non manganellabile: la nuova linea ferroviaria Torino-Lione non è “discutibile”, è platealmente insensata.
-
No-Tav d’Oc: orgoglio occitano per un’altra Europa
Desmesura: letteralmente, “dismisura”, anche in spagnolo castigliano; e prima ancora, nella madre delle lingue neolatine, l’occitano. «Con che desmesura si opprime il conte di Tolosa!», protestava la resistenza libertaria nel 1200 contro la ferocia dei torturatori francesi nella storica, sanguinosa crociata in terra europea, il genocidio degli Albigesi che proteggevano l’eresia càtara nelle loro terre per difendere la propria sovranità. Curioso, ma proprio la bandiera occitana di Tolosa – “capitale mancata” di un possibile Stato europeo esteso da Barcellona alle porte di Cuneo, fino a Bordeaux, Limoges e Clérmont-Ferrand – oggi sventola con orgoglio da Torino alla valle di Susa in mezzo alle bandiere No-Tav.
-
Rischio Grecia: la val Susa contro i predoni del debito
La Grecia non insegna nulla ai fautori della Tav, i quali continuano a raccontar balle e a non rispondere alle domande di merito. L’accusa più falsa che viene veicolata dal gigantesco network in mano ai poteri forti, riguarda la “perdita” di 670 milioni di finanziamento europeo per realizzare la grande opera causata dalla cecità dei movimenti. Pochi giorni fa sul “Manifesto”, Marco Revelli ha ribadito la verità: se si accetta di prendere il modesto finanziamento si perderanno i 20 miliardi di euro necessari a costruire una gigantesca e inutile grande opera. 20 miliardi di dollari è l’ammontare del debito contratto da Atene per coronare il grande sogno di perseguire la grande opera per eccellenza: le Olimpiadi che si svolsero nel 2004.
-
Vattimo: il potere che impone illegalmente la Torino-Lione
Continua la mistificazione mediatico-politica del movimento No Tav. Chi è stato domenica a Chiomonte ha potuto udire fin dalle ore centrali del mattino, quando non c’era ombra di aggressione al fortino della polizia, gli scoppi dei lacrimogeni che venivano lanciati a livello della strada contro gruppi di pacifiche famiglie con bambini che sostavano – certo “manifestavano” – pacificamente sul ponte accanto alla centrale elettrica della Maddalena. Io stesso, qualificandomi con la polizia come deputato europeo, ho cercato di avvicinarmi alle forze dell’ordine per tentare di avviare una mediazione. Ho dovuto fuggire con tutti gli altri respinto dai lacrimogeni.