Archivio del Tag ‘territorio’
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Ferrero: basta, fermate la guerra contro la valle di Susa
«Nell’esprimere la speranza che Luca Abbà possa rapidamente rimettersi, voglio denunciare con forza che il suo ferimento è il frutto diretto della sconsiderata azione delle forze dell’ordine». Lo sostiene Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, secondo il quale «l’esecuzione dell’esproprio di un terreno diventa un’azione militare in cui le regole d’ingaggio dei militari e della polizia sono molto più aggressive di quelle utilizzate in Afghanistan dai militari italiani». Luca Abbà, prosegue Ferrero, «è rimasto fulminato e caduto a terra, inseguito su per un traliccio dell’alta tensione mentre protestava per l’esproprio dei suoi terreni: è una cosa mai prima accaduta in Italia. Invito tutti i cittadini a riflettere sul fatto che in val di Susa le forze dell’ordine si comportano come un esercito di occupazione con l’unico compito di “conquistare il territorio” anche a scapito della vita delle persone».
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Cremaschi: se il potere ha paura della verità dei No-Tav
Le decine di migliaia di partecipanti alla marcia di Bussoleno, in pratica un popolo intero, ancora una volta hanno scrollato di dosso dal movimento No Tav la patina del “problema di ordine pubblico”. Una folla come quella del 25 febbraio 2012, la più numerosa nella ormai lunga storia di questo movimento, ha troppi volti e troppe alleanze con le forze più pulite dell’Italia, per poter essere ridotta alla questione dell’inchiesta in corso sugli episodi di violenza. Qualcuno però non lo vuole accettare, non si arrende proprio. Come interpretare il grave episodio serale della stazione di Porta Nuova, a Torino, con i tafferugli che hanno visto scatenarsi centinaia di agenti in tenuta antisommossa?
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Revelli: naufragio Italia, la sinistra ha abbandonato la nave
Torna un antico fantasma: la povertà. Uno spettro, quello della morte per fame, che la civiltà occidentale si era illusa di aver archiviato per sempre. Ora torna ad affacciarsi, sotto forma di paura, precarietà, indigenza. L’Italia è in piena decadenza, la povertà è in continua crescita e gli italiani sono disorientati: nonostante il vergognoso arricchimento di pochi, i penultimi se la prendono con gli ultimi, mentre la politica ha toccato il fondo e ora si rassegna all’azione dei “tecnici”. Fanno venire i brividi le cifre sciorinate da Marco Revelli nel suo ultimo libro “Poveri, noi”: «Siamo cambiati nell’ultimo quarto di secolo, ci siamo guardati allo specchio e non ci siamo riconosciuti più: un paese, il nostro, sfigurato dal rancore, dall’ostilità reciproca, dalle solitudini, dalla frustrazione, dall’invidia sociale».
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Ciao euro, la Sardegna ora scommette sul Sardex
Se pensate che non si possa vivere senza l’euro, andate in Sardegna e provate a dire in giro che pagherete in Sardex. A parte benzina, farmaci ed energia elettrica, potrete comprare tutto, sia beni che servizi. E quindi alberghi, dentisti, falegnami, elettricisti, meccanici, consulenti di marketing. Ma anche sale congressi, corsi di lingua inglese, pubblicità sui giornali locali. E poi vestiti, mobili, ristoranti e persino la connessione Internet. Oltre a cibo, vino e carni, tutto rigorosamente sardo. Il Sardex è la “moneta a chilometro zero”. Solo che non è una moneta, nel senso che fisicamente non esiste. Non ne hanno stampato nemmeno una banconota: esiste solo su Internet.
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Mafia e appalti, Murphy: Torino-Lione, vergogna d’Europa
Voglio denunciare la repressione impiegata dalla Stato italiano contro il movimento NoTav nella notte di mercoledì scorso. Chiedo il rilascio immediato e senza addebiti dei 26 attivisti arrestati in varie regioni italiane per avere partecipato alle manifestazioni della scorsa estate contro il brutale attacco al presidio NoTav e la militarizzazione del sito di Chiomonte. Il progetto della linea ad alta velocità deve essere cancellato. E’ totalmente inutile e distruttivo per l’ambiente. Gli unici che ne trarrebbero dei benefici sono gli speculatori, le grandi aziende di costruzione e la mafia degli appalti.
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Decrescita è democrazia, contro la dittatura che ci assedia
«La decrescita è il riflusso di un torrente straripato: siccome il fiume dell’economia è uscito dagli argini, è quanto mai auspicabile che vi rientri». Si intitola “Per un’abbondanza frugale” l’ultimo saggio dell’eco-intellettuale francese Serge Latouche, che insiste ancora, innanzitutto, sul concetto di decrescita come via d’uscita dalla crisi: per Latouche si tratta di un “orizzonte di senso” per abbandonare la società dei consumi, ma anche un obiettivo politico a breve termine, «da opporre alle pseudoterapie neoliberali o keynesiane nella situazione attuale di depressione repressiva», osserva Luca Barbirati nella sua recensione. La ricetta? Economia locale a filiera corta, lavori socialmente utili e orario ridotto: anche solo 4 ore al giorno.
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Liberi giornalisti in rete, contro il medioevo del potere
Prima dell’internet ma soprattutto dopo, in Italia s’è formata tutta un’area di giornalisti professionisti (di solito, ma non necessariamente, iscritti anche all’albo ufficiale) che costituiscono ormai buona parte delle fonti d’informazione sugli argomenti “difficili”. Più liberi e più aggressivi delle grandi testate, hanno ormai consolidato un’esperienza di cui è difficile fare a meno. Siti, giornali locali, piccole televisioni, libri: provate a immaginare questo paese senza un reticolato d’informazione di questo tipo. Sul versante della lotta alle mafie, in particolare, si può dire che i colleghi dipendenti dalle testate “ufficiali” sono ormai (con tutto il rispetto per i singoli) una minoranza rispetto ai nostri. E spesso, quando vogliono trattare un argomento che la proprietà non ama, si rivolgono ai blog o ad altri contenitori “non ufficiali”.
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Monti, ripensaci: l’inutile Torino-Lione inguaia l’Italia
Caro professor Monti, ci ripensi: la Torino-Lione non serve a niente e in più contribuisce a mettere in crisi l’Italia. Dopo l’appello di 150 docenti universitari al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a mobilitarsi sono ora quattro super-tecnici, decisi a chiedere al premier quello che finora è sempre mancato: spiegazioni accettabili. Presentata come infrastruttura strategica, la linea Tav a cui la valle di Susa si oppone non è soltanto devastante per il territorio, ma è soprattutto inutile per l’economia italiana e addirittura dannosa, perché farebbe crescere il debito sottraendo risorse a settori-chiave per il rilancio che il governo Monti dichiara di inseguire. Meglio perderlo, quel treno, perché non porta da nessuna parte.
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Acqua uguale democrazia: giù le mani dal referendum
Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto. Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica. Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti.
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Debito? No, grazie: meglio il Grande Cortile della sovranità
Debiti sovrani o sovranità popolare? Se lo chiedete ai valsusini, risponderanno senza esitazioni: piuttosto che l’inutile Tav è meglio prendere il treno giusto, quello della democrazia, che farà diverse fermate – dal 21 gennaio al 24 marzo – nella “valle che resiste”, pronta a trasformarsi in agorà nazionale per ospitare idee coraggiose, ascoltare testimoni chiave ed elaborare soluzioni anti-crisi che non prescindano basate su equità e trasparenza. E’ la formula del “Grande Cortile”, intenso programma di incontri pubblici per costruire un’agenda popolare in grado di far luce sul disastro-Italia e indicare possibili vie d’uscita. A cominciare dall’unica condizione non negoziabile: la democrazia.
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Senza politica, ci faranno a pezzi anche tornando alla lira
Euro? Maneggiare con cura. Liquidare la moneta unica, che siamo costretti a prendere il prestito dalla Bce? Attenzione: recuperare sovranità monetaria non risolve nulla, se non si recupera al tempo stesso sovranità politica. Quando l’Italia era monetariamente sovrana, non lo era politicamente: dal punto di vista economico, diplomatico e militare, la nostra era notoriamente una sovranità limitata. Chi rappresenta lo scontro in corso come una lotta egemonica della Germania contro l’Europa del Sud dimentica un dettaglio cruciale: gli Usa. All’impero americano, l’euro non è mai piaciuto: e oggi Washington potrebbe usare i Pigs per contrastare Berlino, indebolendo l’Europa. Mario Monti non è solo l’uomo della Goldman Sachs: sta scrutando l’orizzonte per capire chi vincerà. Sicuro già di sapere chi sarà sconfitto: tutti noi, ormai privi di qualsiasi potere contrattuale.
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Eluana e acqua pubblica: il no del Pd, nuovo centrodestra
Questo 2011 si chiude con l’ennesima conferma di quello che un po’ tutti pensano, magari anche di nascosto da se stessi. Il Pd è sì un grande partito, è sì moderno, ma soprattutto non è più di sinistra (sempre se mai lo fosse stato). Lasciando perdere per un attimo l’appoggio al governo di Mario Monti (che non è poco, ma è argomento ormai inflazionato), siccome sono le “piccole” cose che spiegano ben più delle grandi analisi, basta andarsi a rivedere quanto succede nel tanto decantato “Pd dei territori”. In Friuli Venezia Giulia il partito di Bersani vota con Pdl, Udc, Fli (che poi cosa c’è da stupirsi? Governano già insieme l’Italia…) e anche con la cattivissima e anti-nazionale Lega Nord un ordine del giorno presentato dai cattolici di Casini che vietano alla regione di finanziare il film di Marco Bellocchio su Eluana Englaro.