Archivio del Tag ‘Terremoto’
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L’evasione? Un dramma, ma solo da quando c’è l’euro
L’evasione fiscale? Una tragedia, certo: ma solo da quando siamo rimasti al verde, cioè senza moneta sovrana, costretti a elemosinare l’euro, a tassi da usura. Da quel momento, sottrarre denaro allo Stato significa toglierlo davvero alla comunità dei contribuenti onesti, visto che l’Italia – come gli altri paesi dell’Eurozona – è ridotta a batter cassa presso i cittadini e le aziende per mandare avanti i servizi pubblici. Ma attenzione: solo adesso. Perché prima, al tempo della lira, lo Stato la sua moneta se la “inventava” creandola dal nulla: per finanziarsi, non aveva nessun bisogno delle tasse. Gli evasori fiscali? «Non erano certo dei patrioti», eppure – all’epoca della sovranità monetaria – persino l’evasione «era una risorsa, non un danno», perché il denaro-ombra finiva per rientrare dalla finestra, producendo crescita, occupazione e consumi. La devastazione, insiste Paolo Barnard, ha un altro nome: si chiama euro.
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Prevenire il terremoto? Semplice: legno e bioedilizia
Una delle prime soluzioni proposte quando abbiamo cominciato a parlare di bioedilizia all’inizio degli anni novanta, erano le costruzioni in legno. Leggere, ecocompatibili, ma soprattutto dalla maggiore resistenza ai terremoti. In un paese a rischio sismico come l’Italia, una tipologia costruttiva, quella del legno, da prendere seriamente in considerazione. Ma figuriamoci se queste idee ricevevano ascolto, anzi, spesso c’era ironia: “le case dei tre porcellini”, si diceva, “in Italia non c’è la tradizione”, ecc. Un po’ le stesse stupidaggini di chi sosteneva che le energie rinnovabili in Italia non si sarebbero mai affermate perché non c’era abbastanza sole. Fatto sta che le case in legno recentemente sono uno dei pochi comparti nel settore edile che non è in crisi, pur essendo purtroppo ancora un settore di nicchia.
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Come resuscitare l’Emilia terremotata? Facile: senza l’euro
Emilia in emergenza per il terremoto? Certo, ma l’altra metà del problema ha un nome altrettanto catastrofico: euro. «Ora che lo Stato dovrebbe salvarci dai crolli economici e anche fisici di questi mesi, incluso il disastro emiliano, nulla è possibile», protesta Paolo Barnard: «Siamo incatenati e dobbiamo soffrire, per generazioni», quando invece «tutto sarebbe risolvibile in poche ore», se solo l’Italia terremotata disponesse del suo strumento operativo naturale: la moneta sovrana, il “motore” per eccellenza della ricostruzione. «Se all’Italia non fosse stata sottratta la sovranità monetaria, se non ci fossero stati imposti il Patto di Stabilità, i Trattati sovranazionali pro-finanza, il Fiscal Compact, e se oggi non fossimo in regime di “golpe finanziario” con Mario Monti, il governo italiano potrebbe sedersi in Consiglio dei Ministri e deliberare adesso la salvezza delle zone disastrate con mezzi inauditi (per gli standard correnti)».
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Giulietto Chiesa: il 2 Giugno non si tocca, la benzina sì
Il nostro Paese è attraversato da una grave crisi, ma più che una crisi finanziaria credo si tratti di una crisi morale. La vicenda della parata del 2 giugno, difesa dal peggior Presidente della Repubblica che noi abbiamo avuto da quando esiste la Repubblica, ne è esempio. Questa parata poteva perfettamente essere sospesa, rinviata, annullata. E invece si getteranno via milioni di euro in un’impresa autocelebrativa che non ha assolutamente nulla da dare alla gioventù di questo paese. Una manifestazione che non ci dà assolutamente niente. Siamo di fronte a un dramma umano, politico, collettivo. Siamo incapaci di fermare una macchina che abbiamo messo in moto in un altro momento, con altre ragioni, con altri scopi. A ciò si aggiunge l’aumento delle accise sulla benzina. Questa è la classica operazione di uscita di sicurezza per evitare di affrontare i problemi.
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Mettiamocelo in testa: noi italiani non contiamo niente
Una sottile ma persistente vibrazione si percepisce nell’aria. Difficile catalogarla, o comunque esplicitarla, comunque sia la sostanza è una: mi pare di capire che non contiamo un cazzo. Siamo sudditi. Vacche da latte, pronte e venire macellate appena smetteremo di produrre qualcosa di confiscabile. Il concetto di “popolo”, in sé, non so quanto possa venir mitizzato. Voglio dire, questo stesso “popolo” italiano ha fatto vincere per ben tre volte Berlusconi (oh, Berlusconi!, tre volte), prima ancora ha sbavato dietro al primo Craxi che passava, quarantamila beoti sfilarono per le vie di Torino contro gli operai in lotta e solo dopo si accorsero di esser stati fregati anche loro, e si potrebbe andare avanti all’infinito e oltre.
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Terremoto e strage di operai, Cremaschi: fuori i colpevoli
Gli operai morti per il terremoto in Emilia sono stati uccisi e la legge deve individuare e punire i colpevoli. Gli omicidi sul lavoro in Emilia non possono essere inseriti nella normale incuria del territorio e nell’edilizia facile. La cosa è molto più grave. La normale incuria del territorio, l’edilizia allegra, c’erano già domenica notte, con la prima scossa di terremoto. Allora eravamo ancora in una delle frequenti condizioni del degrado del territorio. Ma poi è successo qualcosa in più. Tanti hanno detto che molti fabbricati industriali erano stati costruiti senza sapere che quella era una zona sismica. Ammettiamolo pure. Ma la notte tra domenica e lunedì 21 maggio, la zona sismica c’era, chiara, brutale.
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La parata più bella: fra i terremotati, non fra i carri armati
Che senso ha la parata del 2 giugno con l’Emilia a pezzi che piange i suoi morti? Il quesito, che sarebbe considerato blasfemo in Francia, qui può sembrare velleitario, dal momento che il Capo dello Stato ha deciso di confermare la cerimonia dei Fori Imperiali, sia pure improntandola alla sobrietà. Però vale egualmente la pena di porselo. Sgombriamo il campo dalle pregiudiziali ideologiche, che condannano la sfilata delle Forze Armate in quanto manifestazione muscolare. E sforziamoci di sgombrarlo anche dai condizionamenti emotivi che in queste ore ci inducono a considerare uno spreco di risorse qualsiasi iniziativa dello Stato che non consista nel portare sollievo alle popolazioni emiliane in apnea.
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Rivalta Sostenibile: trionfo No-Tav alle porte di Torino
Tempi duri per chi vorrebbe imporre manu militari la Torino-Lione: dopo il trionfo di Avigliana, “porta” della valle di Susa che ha resistito all’assalto dell’inedita alleanza Pd-Pdl per scalzare gli ambientalisti da vent’anni alla guida del Comune, ora è la volta di Rivalta, importante centro dell’hinterland torinese, anch’esso spaventato dalla minaccia del treno ad alta velocità che ne sconvolgerebbe il territorio, a cominciare dalla falda acquifera. A vincere il ballottaggio è un outsider assoluto, Mauro Marinari, leader della lista No-Tav “Rivalta Sostenibile”, attivissima contro la cementificazione della collina. «Una lista a sei stelle», la “promuove” Beppe Grillo, che le ha assicurato il proprio sostegno con un video-appello a poche ore dal voto. Clamorosamente sconfitto, dopo due decenni, proprio il Pd, massimo sostenitore della maxi-infrastruttura ferroviaria che gli abitanti non vogliono.
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Terremoto elezioni, frana mezzo secolo di pace e fiducia
Bisogna capire cosa sono i terremoti elettorali in Francia, Grecia, Germania, Italia. Anche perché è solo un inizio, e sbagliare giudizio sarà pericoloso. Io credo che abbiano un epicentro comune: si chiama rottura del patto sociale europeo. Chi l’ha prodotta? Una rivoluzione, quella dei banchieri, cioè il passaggio finale, formale, della politica nelle mani della finanza internazionale, di quelli che Luciano Gallino chiama i “proprietari universali”. I popoli europei, raggirati prima e adesso bastonati senza pietà, cominciano a reagire. Per ora confusamente. Ma cominciano a capire. E cosa vedono? Vedono che i partiti tradizionali, tutti, destra e sinistra, cui avevano fatto riferimento negli ultimi cinquant’anni, mancano all’appello. Perché hanno tenuto bordone, hanno taciuto, sono complici. Per questo gli elettori li abbandonano (cominciano ad abbandonarli).
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Avigliana Città Aperta: un passaporto per l’Italia che verrà
«L’unico requisito necessario affinché il male si diffonda, è che le persone per bene non facciano nulla». Fiorenza Arisio, psicologa clinica specializzata in ergonomia, fa un lavoro sperimentale: grazie all’interfaccia l’uomo-macchina, cerca di far “parlare” gli esseri umani coi computer, per sconfiggere le disabilità motorie. Ora però a “parlare” sono state le urne elettorali: che il 7 maggio 2012 hanno premiato “Avigliana Città Aperta”, di cui Fiorenza è uno dei volti. Cittadini mobilitati per il bene comune: la loro lista No-Tav ha clamorosamente respinto l’attacco delle potenti nomenklature del Pd, del Pdl e dell’Udc, coalizzate contro gli eredi di “Piazza Pulita”, il gruppo di “eretici” che da 19 anni resiste alla guida del più importante centro della valle di Susa. Fiorenza Arisio cita Gaber: «Libertà è partecipazione». E da oggi, Avigliana è laboratorio politico nazionale.
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Val Susa, Avigliana respinge l’assalto Pd-Pdl targato Fassino
La marea dei fischi che il Primo Maggio a Torino ha letteralmente sommerso Piero Fassino si prolunga idealmente fino alla sua città natale, Avigliana, capoluogo produttivo della valle di Susa: l’inedita lista promossa personalmente dal sindaco torinese, una “macchina da guerra” sostenuta da Pd, Pdl e Udc e costruita appositamente per conquistare il più importante caposaldo No-Tav in valle di Susa, s’è fermata al 34% dei suffragi. Battezzata “Grande Avigliana”, nulla ha potuto contro gli “eretici” dell’amministrazione uscente, vicini alla maggioranza assoluta. Terza forza, determinante sul piano aritmetico, la lista di area leghista, rimasta fuori dalla “santa alleanza” organizzata per rovesciare la bandiera civica che da vent’anni sventola libera sul maggiore Comune valsusino. Un test di valore addirittura nazionale: respingendo l’assalto dei partiti, dice Giulietto Chiesa, il risultato valsusino «rincuora tutti coloro che lavorano per una drastica svolta politica in Italia».
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Crimini e misfatti: tutti gli orrori del governo Monti
“Micromega” li chiama “errori”, ma quella che Marco Travaglio riassume – sulle pagine dell’“Espresso” – è una spaventosa galleria di orrori. Davanti ai quali si potrebbe dire, con una battuta, che ci vorrebbero dei tecnici per ripararne tutti i guasti: «Ma se questi guasti li fa il governo tecnico, chi li ripara?». In pochi mesi, il “governo dei banchieri” creato da Napolitano ha totalizzato un record micidiale di disastri, grazie alla ferrea guida dal super-lobbysta Monti, già advisor di Goldman Sachs e stratega della Trilateral Commission per l’Europa, membro dell’élite finanziaria mondiale incarnata dal Gruppo Bilderberg e già “ministro” della Commissione Europea, massima espressione dell’oligarchia tecnocratica contro cui l’Europa – per via elettorale – sta cominciando finalmente a ribellarsi, mentre affonda nella spirale della recessione con l’euro che trasforma in un incubo la voragine dei debiti sovrani.