Archivio del Tag ‘tasse’
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Germania, piano segreto: commissariare il resto d’Europa
La Germania ha un piano segreto per la creazione di un Fondo monetario europeo che potrà essere in grado di sostituirsi alla sovranità degli Stati membri in difficoltà. Lo scrive il “Daily Telegraph” online citando un documento di sei pagine del ministero degli Esteri tedesco. Il documento esamina anche esplicitamente le possibili strade per limitare le modifiche ai trattati per renderne più facile la ratifica. Questo – scrive il quotidiano britannico – anche per dissuadere Londra da un referendum sull’Ue. Il Fondo avrà il potere di mettere i Paesi in crisi in amministrazione controllata e di gestire la loro economia.
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Sindrome greca, Palast: loro rubano, poi paghiamo noi
Ecco cosa ci hanno raccontato: l’economia della Grecia è esplosa perché una banda di greci sputa-olive, trangugia-ouzo e culi pigri si rifiuta di lavorare per una giornata intera, se ne va in pensione di lusso anticipata e si gode costosissimi servizi sociali finanziati con l’indebitamento. Ora che il conto è arrivato e i greci devono pagarlo con tasse più alte e tagli al welfare, loro corrono a ribellarsi urlando per strada, sfasciando vetrine e bruciando banche. Io questa storia non me la bevo, perché il documento che ho in mano è marcato come “Riservato”. Vado al dunque: la Grecia è la scena di un crimine. I greci sono vittima di una frode, di una truffa, di una fregatura, di una fandonia. E, tappate le orecchie ai bambini, l’arma fumante del delitto è in mano a una banca di nome Goldman Sachs.
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Barnard: Montezemolo, ultima maschera del vero potere
Fumo negli occhi: precisamente, «il linguaggio che il Vero Potere usa per dominarci con l’inganno». Mentre ce la prendiamo con la casta politica, che ad ogni famiglia costa 350 euro l’anno, l’élite finanziaria ci sfila di tasca 20.000 euro. Paolo Barnard torna all’attacco contro gli strateghi della crisi, “smascherando” l’ultimo apprendista stregone: Luca Cordero di Montezemolo, autore di una lettera al premier. Attenzione, meglio leggere tra le righe: «L’unica persona a cui di certo non si rivolge è Silvio Berlusconi». Ben altri i veri destinatari: l’alta finanza europea e internazionale. E’ una candidatura, quella di Montezemolo, che secondo Barnard suona così: “Io sono l’uomo dei mercati, al vostro servizio; leggete la mia retorica e apprezzate il modo in cui so elencare le vostre esigenze socialmente criminose, bilanciandole col necessario fumo negli occhi ai cittadini”.
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Barnard: perderemo tutto, la Bce vuole il nostro sangue
La lettera che il governo Berlusconi ha consegnato all’Unione Europea significa una sola cosa: «Che l’Italia si deve piegare al volere dei mercati». Dopo un lungo silenzio, Paolo Barnard torna a farsi sentire attraverso il suo dirompente sito web, dal quale lanciò “Il più grande crimine”, saggio sulfureo sulle vere cause dell’attuale crisi: la resa della politica ai predoni della finanza mondiale, attraverso un’inesorabile processo di privatizzazione perfezionato negli anni ’80 da Reagan e dalla Thatcher con la complicità di Kohl e Mitterrand e sviluppato in Italia da uomini come Ciampi e Prodi, fino al capolavoro assoluto: un’Unione Europea non democratica, retta da una Commissione di non-eletti e incentrata sull’euro, moneta comune ma privata, che la Bce “presta” agli Stati membri ad elevato tasso d’interesse.
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Il Vaticano: un governo mondiale, per salvarci dal liberismo
Dieci anni dopo l’invocazione planetaria di Mikhail Gorbaciov, l’uomo che mise fine alla Guerra Fredda e si battè per una «nuova governance mondiale» per dare una politica al mondo evitando il cannibalismo capitalistico che produce fame e guerre, è ora il Vaticano a intervenire, individuando la radice del male – il sistema finanziario – e arrivando alla stessa conclusione: per evitare la catastrofe umanitaria serve un governo condiviso del mondo, che a partire dell’economia sia capace di darsi regole a misura d’uomo. Citando Giovanni XXIII e anche l’enciclica “Caritas in veritate” di Benedetto XVI, il Vaticano ora chiede una «riforma del sistema finanziario e monetario internazionale» e «una autorità pubblica universale» che governi la finanza. Invoca «multilateralismo» non solo in diplomazia ma per «sviluppo sostenibile e pace», denunciando il rischio di una generazione di «tecnocrati» che ignori il bene comune.
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Caldaie pulite: maxi-risparmi e 100.000 posti di lavoro
Centomila posti di lavoro e l’energia (risparmiata) di 20 centrali nucleari. Come? Riconvertendo il sistema edilizio, anche solo l’isolamento e il riscaldamento dei condomini delle grandi città, che sono circa un milione. Grazie agli incentivi statali, investimento recuperabile regolarmente sotto forma di tasse, si creerebbe un rilancio clamoroso dell’economia utile, con straordinari vantaggi per tutti: aria pulita e meno costi, meno importazioni di combustibili fossili, enorme risparmio per i condomini e lavoro garantito per l’intera filiera virtuosa, dai progettisti alle aziende, fno agli impiantisti. Un piano scaccia-crisi facile e rapido, applicabile in pochi anni, se solo la politica si decidesse ad adottarlo.
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Niente lezioni da Draghi, la sua cura è la nostra rovina
La dichiarazione rilasciata da Mario Draghi la mattina del 15 ottobre è segno di sarcastica arroganza della classe finanziaria. Mario Draghi, prossimo presidente della Banca Centrale Europea, che ha detto di essere dalla parte degli “indignati”: «Anche noi siamo arrabbiati contro la crisi, figuriamoci i ventenni che non trovano lavoro». Ciò significa che non appena prenderà il suo posto di presidente della Banca, Mario Draghi tasserà le transazioni finanziarie nella stessa misura in cui tassa il mio stipendio? Che la Bce erogherà finalmente un reddito di cittadinanza per tutti i disoccupati europei? Chiederà ai governi europei di investire nuovamente i soldi tagliati alla scuola, e di riassumere i dipendenti pubblici e privati licenziati per effetto delle misure deflazioniste e privatistiche della passata gestione della Bce? Ne dubito.
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Debito illegale, Napolitano deve difendere noi innocenti
«Il presidente della Repubblica è d’accordo con Draghi e Trichet, cioè non parla a nome del popolo che rappresenta». Parola di Giulietto Chiesa, che attacca direttamente il Quirinale: «Tutte le proposte sul campo sono drammatiche, ma quelle che ci propongono loro sono peggio di ogni altra soluzione tra le non molte possibili». Berlusconi sta chiaramente affondando e «i topi si stanno preparando ad abbandonare la nave»; salutata la fine del Cavaliere, il vero problema si aprirà un minuto dopo: chi prenderà il timone del vascello alla deriva? «Sempre gli stessi, i veri responsabili della voragine del debito creato da loro, e che vorrebbero far pagare a noi: i super-ricchi, gli evasori sempre impuniti, i cartelli criminali e le banche che hanno riciclato il fiume di denaro sporco. Questo è un debito illegale».
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Lucrano sulla nostra rovina? E’ omicidio, vanno puniti
Gente che guadagna un miliardo in un’ora… e negli ospedali greci mancano le medicine. Scommettere sul crollo conviene. A scuola non ti spiegano come funziona la finanza. Se lo facessero avremmo già le barricate per strada. Se la gente sapesse come funziona il sistema comprenderebbe anche che è naturalmente indirizzato a creare crolli economici, semplicemente perché quando si scatena il caos e la bancarotta gli speculatori guadagnano di più. E’ una caratteristica fisiologica del sistema. E’ più facile scatenare una crisi di panico che una crisi di ottimismo. Questo è essenzialmente il motivo per il quale la finanza mondiale è nello sterco fino al collo.
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Vogliono i soldi, i nostri: cercheranno di prenderci tutto
Da un po’ ci pensavo, ma mi accusavo da sola di complottismo esagerato. Ora leggo l’intervista a Ennio Doris su “Il Tempo” (orore, lo so) e devo ricredermi. Non sottovalutate le parole di uno come Doris. Spesso, e l’ho verificato svariate volte, quelli considerati più “fessi” sono poi coloro che spiattellano ingenuamente le più scottanti verità. E Doris sta dicendo in sintesi che sì, lo Stato italiano ha un debito stellare, i rating crollano, l’economia boccheggia ma ragazzi, voialtri avete un sacco di quattrini in tasca. E la finanza internazionale lo sa. Lo sa e li vuole. Ciascuno di noi ha qualcosa: che sia una casa, o dei risparmi in banca, o un po’ di Bot, o i versamenti per la pensione integrativa, un gruzzoletto di un’assicurazione, un quinto del terreno di nonna al paese.
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Bruxelles sbaglia tutto: così non ci salveremo mai
Serve un’alternativa radicale, o l’Europa intera fallirà: finora l’Unione Europea, la Bce e il Fondo Monetario Internazionale hanno sbagliato tutto, e il nuovo piano di salvataggio per la Grecia e gli altri paesi in difficoltà, tra cui l’Italia – il colossale Fondo Europeo di Stabilità da 2.000 miliardi di euro – andrà incontro alla stessa sorte. «La situazione è sconfortante», afferma l’economista inglese James Meadway: «L’Ue, il Fmi e la Bce sembrano incapaci di offrire nient’altro che le stesse ricette dimostratamente fallimentari». Eppure un’effettiva risposta alla crisi è necessaria: per la Grecia questa risposta sarà il default, ma «la società greca non deve fungere da capro espiatorio per il fallimento del sistema finanziario europeo».
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Prima rubano, poi chiedono il conto: l’Islanda non ci sta
«Mi chiamo Hordur Torfason, sono un artista indipendente islandese. Penso che parte del mio lavoro di artista sia anche combattere il cattivo uso del potere». A 66 anni, Hordur Torfason è diventato il leader della rivoluzione silenziosa contro la finanza globale. E’ successo in Islanda: 320.000 abitanti su una superficie grande un terzo dell’Italia. Nell’ottobre del 2008, falliscono le tre maggiori banche del paese: travolte dalla crisi dei subprime, non riescono a ripagare i creditori stranieri e vengono nazionalizzate dal governo del conservatore Geir Harde. Come da prassi, il governo in bancarotta accetta gli aiuti del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea per far fronte ai debiti: 3,5 miliardi di euro che intende chiedere agli islandesi con una manovra fiscale da 100 euro al mese a famiglia per 15 anni. Ma alla socializzazione del debito, l’Islanda risponde di no.