Archivio del Tag ‘tagli’
-
Declassata anche la Francia: vogliono privatizzare l’Europa
Declassata l’affidabilità creditizia della Francia, insieme a quella del resto d’Europa tranne la Germania: il colpo, durissimo, viene da “Standard & Poor’s” e certifica il dominio statunitense sull’economia finanziaria europea sprofondata nella crisi. Se fu la Goldman Sachs ad aiutare la Grecia a truccare i bilanci fino all’orlo della bancarotta, la stessa banca d’affari americana per la quale lavorarono Mario Draghi e Romano Prodi è ritenuta, insieme alla Deutsche Bank, il grande manovratore che ha costretto alla resa il governo Berlusconi per imporre all’Italia, tramite il passaggio formale del “diktat” della Bce, la politica di rigore affidata al commissario Mario Monti, altro consigliere strategico della Goldman. E oggi, nonostante la terapia d’urto, Wall Street declassa l’Europa, mettendone ulteriormente in pericolo la stabilità finanziaria.
-
Schiavo della finanza, lo Stato non può più spendere per noi
Può sembrare un’eresia, ma non lo è: dalla crisi si può uscire in un solo modo, e cioè aumentando la spesa pubblica. Si aggraverebbe il debito? Inizialmente, sì. Ma investire in settori strategici per produrre lavoro risolleverebbe l’economia, la domanda, le entrate fiscali. Servirebbe una piena sovranità statale e monetaria, che gli Stati europei hanno perduto: costretti a farsi prestare denaro dalla finanza privata, vengono dissuasi dall’indebitarsi ulteriormente, pena la crescita esplosiva dei margini speculativi. Lo Stato, unico soggetto nato per spendere a deficit per il benessere reale dei cittadini, è stato imbrigliato: il grande capitale pretende che si comporti non come uno Stato, ma come una famiglia o un’azienda. Neutralizzata la capacità finanziaria dello Stato, i cittadini sono indifesi di fronte alla crisi.
-
Sacrifici? No, grazie. Prima, vogliamo la verità sul debito
Senza più moneta sovrana, gli Stati europei devono indebitarsi con la finanza privata. Ma quando è la finanza a finire in rosso, allora sono gli Stati a sostenere le banche, che altrimenti fallirebbero. E con che soldi gli Stati aiutano le banche? Con quelli dei cittadini, chiamati ad affrontare “sacrifici” straordinari per arginare il debito pubblico. C’è qualcosa che non funziona, è evidente. Il peccato originale? Il sistema privatizza i profitti e socializza le perdite: enormi guadagni per pochi, sempre gli stessi, e salasso garantito per tutti gli altri, che sono sempre di più. La prima mossa da fare per uscire dal tunnel? Ottenere finalmente la verità sul debito: chi l’ha provocato, chi l’ha gonfiato, chi ci ha guadagnato.
-
Senza politica, ci faranno a pezzi anche tornando alla lira
Euro? Maneggiare con cura. Liquidare la moneta unica, che siamo costretti a prendere il prestito dalla Bce? Attenzione: recuperare sovranità monetaria non risolve nulla, se non si recupera al tempo stesso sovranità politica. Quando l’Italia era monetariamente sovrana, non lo era politicamente: dal punto di vista economico, diplomatico e militare, la nostra era notoriamente una sovranità limitata. Chi rappresenta lo scontro in corso come una lotta egemonica della Germania contro l’Europa del Sud dimentica un dettaglio cruciale: gli Usa. All’impero americano, l’euro non è mai piaciuto: e oggi Washington potrebbe usare i Pigs per contrastare Berlino, indebolendo l’Europa. Mario Monti non è solo l’uomo della Goldman Sachs: sta scrutando l’orizzonte per capire chi vincerà. Sicuro già di sapere chi sarà sconfitto: tutti noi, ormai privi di qualsiasi potere contrattuale.
-
Lettera da Roma: aiutiamo i deboli, ci ripagherà l’universo
Questa è una storia di “cronaca bianca”, di quelle che non troverete sul mainstream. I nomi sono fittizi. La signora Carla vive in un paesino vicino a Roma. Lavorava, fino a un mese fa, in un ente di assistenza statale. Prendeva 900 euro al mese. Adesso l’hanno messa forzatamente a part time – uno dei sacrifici imposti dal governo – e ne guadagna 580. Ha un figlio handicappato, Luigi, quasi trentenne, che “godeva” (immaginarsi) di un contributo per garantirgli una qualche mobilità. Ma anche questo contributo gli è stato tolto. Due sacrifici definitivi, che hanno gettato la famigliola in completa disperazione.
-
Rocard: smascheriamo la Bce e quest’Europa da buttare
Sono cifre incredibili. Si sapeva già che, alla fine del 2008, George Bush e Henry Paulson avevano messo sul tavolo 700 miliardi di dollari (540 miliardi di euro) per salvare le banche americane. Una somma colossale. Ma un giudice americano ha recentemente dato ragione ai giornalisti di “Bloomberg” che domandavano alla loro banca centrale di essere trasparente sull’aiuto che essa stessa aveva dato al sistema bancario. Dopo aver spulciato 20.000 pagine di documenti diversi, “Bloomberg” mostra che la Federal Reserve ha segretamente prestato alle banche in difficoltà la somma di 1.200 miliardi al tasso incredibilmente basso dello 0,01%. Nello stesso momento, in molti paesi i popoli subiscono piani di austerità imposti da governi a cui i mercati finanziari non accettano di prestare miliardi a tassi di interesse inferiori al 6,7 o al 9%!
-
Latouche: chi promette crescita produce debito e crisi
Penso che non c’è nessuna speranza, con l’euro, perché i tedeschi non rinunceranno mai a fare dell’euro una moneta della quale i cittadini non possono riappropriarsi. Loro vogliono che sia totalmente nelle mani della Bce, e che questa banca sia indipendente. In questo quadro non si può fare niente, non si può difendere il tessuto industriale europeo perché l’Europa ha senso solo se si costruisce per proteggere i cittadini europei dalla concorrenza sfrenata del resto del mondo. Viviamo un’età da fine dell’Impero d’Occidente, ma la Cina oggi fa parte dell’Occidente e la fine dell’Occidente sarà anche la fine della Cina sotto questa forma: perché, quando nave affonda, anche se coloro che stanno sulla prua per un momento salgono in alto, finiscono poco dopo anche loro sott’acqua.
-
Dal buffone al boia: al governo, gli architetti del disastro
Un nome e un volto ai responsabili materiali della crisi? Lui, Mario Monti: è stato al vertice della piramide ultra-liberista che ha riscritto e attuato le regole del sistema finanziario che hanno portato al disastro. Monti a capo del governo in funzione anti-crisi? «E’ come mettere Totò Riina al ministero della giustizia», protesta il periodico “Umanità Nova”, che spara a zero sul governo tecnico: «Se davvero si fosse voluto combattere la crisi», pur restando all’interno dell’attuale sistema, sarebbe stato meglio un governo di «dilettanti allo sbaraglio»: qualche mossa giusta magari ci sarebbe scappata, mentre i super-esperti di Monti non rischieranno di fare questi “errori”. «La crisi, infatti, è tale solo per noi del cosiddetto “99%”: per i potenti della terra è una meravigliosa occasione di profitto e di disciplinamento del corpo sociale, costruita con cura in tutti questi anni».
-
I banchieri e la decrescita infelice che oggi ci impongono
Dovremo subire una nuova rivoluzione passiva, dopo quella che ha colpito il termine federalismo? Sentiremo parlare di decrescita da parte dei nuovi poteri? Magari, una decrescita ridotta alla miseria condivisa da quasi tutti e all’arricchimento folgorante di pochissimi? Nel suo significato originario, osserva Mario Pezzella, decrescita non significava pauperismo, austerità e regressione, ma una diversa qualità della produzione e dei consumi, capace di rispettare le risorse naturali e di impedirne la distruzione. Ma oggi il termine sta subendo una vera e propria “rivoluzione passiva”, ed è diventato un sinonimo della depressione che le manovre finanziarie stanno imponendo ai paesi deboli dell’Europa del Sud.
-
Draghi e vampiri: la rapina è legge, e paghiamo solo noi
Solo gli illusi, purtroppo ancora tanti e inguaribili, potevano sperare che il recente inserimento delle punte di diamante di Goldman Sachs nel cuore della sfera pubblica europea – Draghi, Monti e Papademos – non si sarebbe tradotto in una cuccagna per le banche e in una rovina per le classi medie. Nessuno però arrivava a pensare che i protagonisti potessero essere così spudorati. Ma finché avremo presidenti come Napolitano e copertine dell’Espresso che fanno di Napolitano “l’uomo dell’anno”, lo scandalo sarà sopito e troncato. Cos’è successo?
-
Fuga dall’euro, vigilia di panico: l’Eurozona sta per saltare
Natale 2011, vigilia di panico: mentre Londra si prepara all’eventualità di dover evacuare gli inglesi che lavorano in Spagna e Portogallo, temendo il caos per una possibile «implosione delle banche» con assalti ai bancomat, almeno due colossi bancari «di caratura mondiale» si stanno preparando al collasso dell’euro: hanno infatti contattato Swift, l’azienda belga che gestisce i sistemi per le transazioni finanziarie internazionali. Obiettivo: ottenere la tecnologia e i codici necessari per tornare ad effettuare transazioni in vecchie valute pre-euro, come la lira italiana, la dracma greca e l’escudo portoghese. La doppia notizia è rivelata dal “Wall Street Journal”: gli inglesi hanno già attivato i servizi segreti per una possibile fuga da Madrid e Lisbona, mentre due super-banche hanno «preso le misure» in vista dell’eclissi dell’euro.
-
Rigore? No, sovranità: così l’Argentina ha fatto il miracolo
Esattamente dieci anni fa, tra il 19 e il 20 dicembre 2001, l’Argentina esplodeva. Fernando de la Rúa, ultimo presidente di una notte neoliberale durata 46 anni, appoggiato da una maggioranza nominalmente di centro-sinistra, sparava sulla folla (i morti furono una quarantina) ma era costretto a fuggire dalla mobilitazione di un paese intero. Le banche e il Fondo Monetario Internazionale gli avevano imposto di violare il patto con le classi medie sul quale si basa il sistema capitalista: i bancomat non restituivano più i risparmi e all’impiegato Juan Pérez, alla commerciante María Gómez, all’avvocato Mario Rodríguez era impedito di usare i propri risparmi per pagare la bolletta della luce, la spesa al supermercato, il pieno di benzina.