Archivio del Tag ‘tagli’
-
Pd: le primarie del nulla, al guinzaglio dei diktat europei
Risulta praticamente impossibile prendere sul serio commentatori, alcuni con curriculum prestigioso e buona produzione scientifica, che affermano che «il Pd ha un programma innovativo», oppure che «Bersani ha superato lo scoglio delle regole sulle primarie». Si possono comprendere le dinamiche di posizionamento, sottintese a queste affermazioni, ma si deve evidenziare anche che in certi commentatori è ormai conclamata l’incapacità di capire che è finito un mondo. Quello in cui in cui, assieme al posizionamento entro il più importante partito dello schieramento progressista, si potevano negoziare spazi di autonomia politica e personale. Ricordando che, effetto dei tagli sull’onda dell’antipolitica e del potere reale sull’Italia che passa tra Bruxelles e Berlino, si stanno esaurendo anche i margini concreti per i posizionamenti di carriera tramite la politica istituzionale.
-
Europei profughi per fame: la Svizzera sigilla i confini
Profughi della fame e della disperazione, in fuga dall’Unione Europea appena premiata col Nobel per la Pace: il giornale elvetico “Schweizer Zeitung” informa che la Svizzera ha mobilitato esercito e polizia alle frontiere, temendo – con l’aggravarsi della crisi economica e sociale europea – un vero e proprio esodo di greci, spagnoli, portoghesi e anche italiani verso la Confederazione. Preoccupazioni che la stampa svizzera ricava da un’intervista con il capo di stato maggiore elvetico, Andrè Blattman, e il ministro della difesa di Berna, Ueli Maurer. Il giornale lascia capire che la Svizzera teme una migrazione di disoccupati in caccia di lavoro e di famiglie in cerca di un rifugio sicuro dove mettere al riparo i risparmi messi in pericolo dalla scure del “rigore”.
-
Post-crescita, risorse ormai esaurite: c’è vita dopo il Pil?
Se non conoscete Richard Heinberg, vi consiglio di seguire il suo ormai annoso blog “Museletter”. Richard è uno dei migliori divulgatori nel campo ambiente, risorse ed economia. Il suo ultimo post racconta della presa di coscienza del governo australiano per quanto riguarda la situazione delle materie prime. Il ministro delle Risorse ha appena dichiarato alla Tv americana “Abc” che «il boom delle risorse è finito». L’Australia è un Paese minerario, e conta molto sulle esportazioni di materie prime per la propria economia, tanto da aver molto investito in infrastrutture e porti per rifornire il mondo. La crisi globale però si fa sentire: Europa e Usa sono in flessione, di conseguenza la Cina cala la produzione industriale, e ciò si ripercuote sul commercio australiano che esporta meno metalli e carbone.
-
Meno spesa, tasse, credito zero: il rigore uccide le imprese
Il rigore non piace neppure agli industriali: lo stesso presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha ripetutamente chiarito che i tagli alla spesa pubblica non aiutano certo la ripresa degli investimenti nel settore privato. Per rilanciarli occorre ridurre il “cuneo fiscale” (meno tasse sul lavoro dipendente, e quindi più occupazione) e ampliare i mercati di sbocco interni, in due modi: più spesa pubblica e meno tasse. E soprattutto: rendere più agevole l’accesso al credito bancario da parte delle imprese. Al contrario, le politiche di austerity contraggono i redditi, quindi anche i risparmi, spingendo le banche a chiudere i cordoni della borsa. «Il calo dei risparmi – osserva Guglielmo Forges Davanzati, economista dell’università del Salento – si traduce nella riduzione dei depositi bancari, che a sua volta spinge le banche a essere meno accomodanti nell’erogazione di finanziamenti alle imprese», peraltro già a corto di profitti dallo scoppio della crisi.
-
Barnard: padroni del nostro destino, la politica ci ascolti
Nel febbraio 2012, praticamente da solo, Paolo Barnard ha organizzato il primo summit sulla Modern Money Theory (Mmt), a Rimini. Il risultato fu sorprendente: 2.200 persone paganti giunte da tutta Italia. Nulla di simile si era mai verificato in Italia, e forse in Europa. Ora, a distanza di qualche mese, Paolo Barnard, giornalista già co-fondatore di Report ma da qualche anno confinato quasi in un esilio informativo che ne fa un raro esempio di giornalista-attivista, rilancia: a fine ottobre, prima a Rimini (20-21) e poi a Cagliari (27-28) si svolgeranno altre due conferenze. Il titolo è esplicito: “Non eravamo i Piigs. Torneremo Italia”. Relatori, Warren Mosler e Mathew Forstater, statunitensi, e Alain Parguez, francese, economista circuitista ed ex consigliere economico di Mitterrand (e quindi molto addentro alle vicende che portarono all’unificazione monetaria europea).
-
Chiesa: i criminali al governo ci trascinano verso la Grecia
Guardavo le manifestazioni per l’accoglienza veramente calorosa riservata alla signora Merkel ad Atene e pensavo che dovremmo denunciare fin da subito il governo Monti e tutta la classe politica italiana: per istigazione a delinque, perché ci stanno portando in Grecia. Perché stanno portando il nostro paese allo scontro sociale, al muro contro muro. Cioè: sono loro i fomentatori dei disordini. Chiedono sacrifici che, oltre a colpire la vita di milioni di persone, non servono a nulla – come già le cifre stanno dimostrando. La cura da cavallo a cui siamo stati sottoposti negli ultimi due anni non ha prodotto nulla: siamo in recessione. Ma con queste misure, nuovamente annunciate, andremo ancora più in giù: ci sarà meno occupazione, cioè meno soldi in tasca alla gente, più precarietà, meno domanda, aziende che chiudono, entrate dello Stato che diminuiscono, altri tagli alla spesa, altra recessione. E’ una spirale verso il basso, che non prevede risalita.
-
Biologico? No, grazie. Come suicidare l’Italia che funziona
Non abbiamo più soldi, e quindi vi chiudiamo. Anzi, meglio: per ora vi svuotiamo, così nessuno potrà dire che abbiamo spento il “motore” dell’agricoltura biologica. La Provincia di Torino è irremovibile: vuole mettere in liquidazione il Crab, il prestigioso sportello del Bio piemontese – punto di riferimento per tutto il comparto dell’agricoltura biologica italiana – dato che la Regione Piemonte non intende rinnovare il proprio impegno finanziario. Piccole cifre: il centro, dislocato in val Pellice, costa 280.000 euro all’anno, di cui però solo un terzo a carico degli enti locali: il resto proviene da finanziamenti a progetto, che gli stessi ricercatori si procurano attivando fondi speciali europei. Non stiamo parlando dell’Ilva di Taranto, ma di un minuscolo ufficio con appena 7 operatori: vittime della brutale “spending review” del governo Monti, 4 di loro resterebbero a casa.
-
Orrore, premiati i boia dell’Europa: un Nobel da rifiutare
Di fronte a una notizia come quella che proviene da Oslo si resta sgomenti: servirebbe una mobilitazione internazionale per rifiutare il Nobel per la Pace incredibilmente assegnato alla tecnocrazia-fantasma che, abusando dei diritti dei popoli europei, governa il continente senz’ombra di democrazia e ormai lo affama in modo spietato, a colpi di diktat scellerati e sordi a ogni voce di protesta. Per come è attualmente costituita, l’Unione Europea – dominata da un direttorio di non-eletti, la famigerata Commissione – si configura come una struttura di potere arcaica, di natura imperiale e pre-moderna, nemica del diritto e delle libere Costituzioni degli Stati democratici sorti dall’immane lotta contro il nazifascismo tra le macerie del vecchio continente alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
-
Semi proibiti: Bruxelles vieta la nostra sovranità alimentare
Dall’assalto alla sovranità monetaria (basti guardare l’approvazione del Fiscal Compact e/o del Mes) all’attacco alla sovranità alimentare. L’Unione Europea sembra che voglia, di fatto, smantellare pian piano tutti gli assi che ogni Stato membro tenta di giocarsi per mantenere un minimo di autonomia. Tutto ruota attorno ad una direttiva comunitaria – in vigore dal 1998 – che stabilisce come la commercializzazione e lo scambio di sementi sia di solo appannaggio delle ditte sementiere (come la Monsanto). Agli agricoltori questo commercio è vietato. Molte le realtà associative di volontari che si sono costituite per opporsi a questa assurda regolamentazione, distribuendo sementi presenti fuori dal catalogo ufficiale delle multinazionali.
-
Nobel-scandalo all’Europa che ci ha dichiarato guerra
Dare il premio Nobel per la pace all’Unione europea è un po’ come dare il premio Oscar per la miglior interpretazione a un carciofo bollito. Di tante assurdità cui la giuria di Oslo ci aveva abituato nel tempo, questa è la più incredibile: sono mesi che diciamo che l’Europa non esiste e che i guai che ci sommergono sono provocati proprio da un continente burocratico e cavilloso, che strapaga i suoi dirigenti per occuparsi delle curvature delle banane, mentre lascia i cittadini a morire di fame. E mai come in questi mesi l’inefficienza disastrosa di Bruxelles ha minacciato la pace nel continente, portando la gente in strada da Atene a Madrid, esasperando gli animi, provocando incidenti e scontri.
-
Tagli ciechi: il Piemonte amputa l’eccellenza del Bio
Spending review, tagli orizzontali, trascuratezza degli enti pubblici: il disastro-Italia non risparmia nulla, neppure le poche eccellenze rimaste. Come il Crab, lo sportello piemontese per l’agricoltura biologica. Che, nell’indifferenza generale, rischia di chiudere. Poco importa se, pur costando 280mila euro all’anno, ne genera da solo oltre mezzo milione, attraverso l’assistenza diretta alle aziende agricole, o attività che spaziano dal monitoraggio dei suoli agli studi per limitare lo spreco di acqua, fino alla lotta biologica contro i parassiti. I progetti di questo centro, spesso sviluppati con la collaborazione di università italiane ed estere, sono frutto del lavoro dei suoi ricercatori. «Noi non sperperiamo il denaro pubblico, produciamo sostenibilità ambientale», fanno presente. «Eppure ci vogliono chiudere».
-
Agenda-suicidio, da rottamare: anche Fassina boccia Monti
L’agenda Monti? Da rottamare. Lo afferma Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. Se il governo tecnico voluto da Napolitano e sostenuto da Bersani ha aiutato l’Italia a uscire dall’imbarazzo internazionale del crepuscolo berlusconiano, dopo quasi un anno di emergenza conviene guardare in faccia alla realtà: nessuna delle soluzioni prospettate da Monti sta funzionando, perché il rigore e i tagli mortificano l’economia senza nessuna speranza. «Come correttamente riflesso dagli spread sui titoli decennali dei Piigs – sostiene Fassina – i rischi di rottura della moneta unica e di disgregazione europea sono sempre più elevati». Perché? «Per scelte politiche inadeguate ad affrontare il problema di fondo dell’euro: le divergenze di competitività tra le sue aree», troppo disomogenee, come sapevano bene, «fin dall’inizio», i padri fondatori dell’euro.