Archivio del Tag ‘stragi’
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Camilleri: Provenzano, Dell’Utri e la vera trattativa
La trattativa Stato-mafia ci fu, ma non risale all’epoca del “papello” con cui Totò Riina dettò a Vito Ciancimino le condizioni di Cosa Nostra, nell’intervallo tra le due stragi del ’92 costate la vita a Falcone e Borsellino. Al contrario, il “papello” servì a mettere fuori gioco lo stragista Riina per poter poi avviare, solo dopo il suo arresto, la trattativa vera: fra Provenzano e la politica, una volta uscita finalmente dal terremoto di Tangentopoli che rendeva instabili i governi e irrealizzabili le leggi a favore della mafia. Lo sostiene il giallista Andrea Camilleri, presentando “Don Vito”, il libro-inchiesta su Vito Ciancimino scritto dal figlio, Massimo Ciancimino, col giornalista Francesco La Licata.
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Spatuzza senza protezione: «Un morto che cammina»
«Da oggi, Spatuzza è un morto che cammina». Così Antonio Di Pietro commenta la decisione del governo di non concedere la protezione definitiva al possibile pentito-chiave delle indagini sulle stragi di Falcone e Borsellino e sul processo Dell’Utri. Nonostante l’esplicita richiesta di tre Procure (Firenze, Palermo e Caltanissetta), il Viminale ha deciso che Gaspare Spatuzza avrà solo “ordinare misure di protezione” ma non sarà ammesso nel programma speciale che tutela i più importanti pentiti di mafia. «E’ la prima volta che si nega una protezione proposta da ben tre Procure», afferma il procuratore antimafia Nino Di Matteo.
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Bombe, mafia e politica: Ciampi, nel ‘93 sfiorammo il golpe
«Nel ‘93, Cosa Nostra ebbe in subappalto una vera e propria strategia della tensione che ebbe nelle bombe di Roma, Milano e Firenze soltanto il suo momento più drammatico». Alla clamorosa denuncia del procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, secondo cui lo stragismo mafioso servi a lanciare una nuova «entità politica» dopo il crollo della Prima Repubblica sotto i colpi di Tangentopoli, fa ora eco l’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi, che parla di “bombe a comando” per condizionare la politica. E rivela: nel luglio del ’93 l’Italia era sull’orlo di un colpo di Stato. Sui cui mandanti non si sa ancora niente: è venuto il momento di rivelare la verità.
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Brasile-choc: la polizia uccide 2000 persone all’anno
Undicimila persone uccise in sei anni. Ha i numeri drammatici di una guerra il bilancio delle recenti operazioni di polizia condotte in Brasile. La denuncia proviene dall’associazione umanitaria Human Rights Watch, secondo cui la maggior parte degli omicidi è avvenuta sotto forma di brutale esecuzione. Il rapporto di 122 pagine pubblicato il 9 dicembre conferma quello diffuso già nel 2008 dalle Nazioni Unite, secondo cui la polizia brasiliana sarebbe stata responsabile di una «significativa porzione» dei 48.000 omicidi commessi nel paese l’anno precedente.
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“Berlusconi mafioso”, Sallusti: preparatevi allo scoop
«Silvio Berlusconi è mafioso e responsabile delle stragi avvenute agli inizi degli anni Novanta». Non è uno scherzo, è uno scoop in arrivo. «O meglio, è uno scherzo che i soliti noti stanno cercando di trasformare in una accusa giudiziar-politica». Lo afferma Alessandro Sallusti, condirettore del “Giornale”, organo di stampa berlusconiano diretto da Vittorio Feltri. Il 22 novembre, all’indomani degli ultimi rumors sulle trame siciliane di 15 anni fa, Sallusti rivolge un durissimo attacco all’ex pm Luigi De Magistris, ora europarlamentare dell’Idv, preannunciando imminenti “rivelazioni” alla base dell’ennesimo “complotto” contro il premier.
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Orlandi, stragi, Brenda: l’Italia è un romanzo criminale
«Ci sono giorni in cui una persona normale apre il giornale e ha tutto il diritto di chiedersi: ma in che razza di Paese viviamo?». Se lo domanda lo scrittore Giancarlo De Cataldo, autore del bestseller “Romanzo criminale”, mettendo in fila «la probabile identificazione del presunto rapitore di Emanuela Orlandi», forse legato ad un boss della Banda della Magliana, le rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza con la ricostruzione dei possibili retroscena delle stragi «ufficialmente mafiose» del ‘92-’93 e infine il rinvenimento del corpo carbonizzato del trans “Brenda”, super-teste nel caso Marrazzo.
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Anni di piombo, Fofi: l’eterno ricatto del terrorismo
Il bel libro sul padre scritto da Benedetta Tobagi, la fiction di De Maria “La prima linea”, la ristampa del bel libro di Licia Pinelli sul marito Pino, il saggio storico di De Luna sugli anni settanta sono solo alcuni dei tanti titoli recenti o recentissimi che evocano i nostri “anni di piombo”, quelli nei quali uno come me si svegliava la mattina con la paura di leggere sui giornali la notizia di un morto ammazzato dai terroristi – Brigate rosse o Prima Linea non cambiava niente – o di qualche terrorista ammazzato dalla polizia che in qualche modo aveva conosciuto o sfiorato.
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Calabresi: Prima Linea, film superficiale come quei killer
Quella mattina di trent’anni fa Marco l’ha dimenticata da tempo. La mattina che ha cambiato la sua vita forse non l’ha mai ricordata, cancellata subito dal dolore. Ieri l’ha rivissuta due volte: ha visto un bambino con la cartella blu sulle spalle scendere da una Renault 5 arancione, ha visto un uomo che solo vagamente somigliava a suo padre, il giudice Emilio Alessandrini, accompagnarlo fino al cancello della scuola e piegarsi per baciarlo. Lo ha visto risalire sull’auto e dirigersi verso l’incrocio dove lo avrebbero ammazzato.
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Cavalli: il mio teatro-verità minacciato dalla mafia
La vertigine mi è arrivata ad un incontro organizzato contro le mafie, dopo che si era finiti come spesso mi capita ultimamente a parlare del programma di protezione nei miei confronti per il mio spettacolo “Do Ut Des, riti e conviti mafiosi”: una ragazza tra il pubblico mi ha chiesto chi me l’avesse fatto fare di uscire dai binari comodi delle storielle teatrali per approfondire e scontrarmi mettendo in pericolo la mia sicurezza e quella della mia famiglia. Lì per lì devo aver avuto in faccia una delle espressioni più sconsolate del mio repertorio.
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Spesa militare record, le banche e le bombe proibite
All’ottavo posto al mondo per spese militari, nel 2010 l’Italia si prepara a spendere oltre 23,5 miliardi di euro per la difesa. Sono i costi del nuovo esercito professionale, delle missioni all’estero e dei moderni armamenti come il caccia “stealth” F-35. E mentre l’Italia è divenuta il secondo produttore mondiale di armi, piazzando il proprio export militare alle spalle di quello degli Stati Uniti, un rapporto internazionale svela che il sistema bancario nazionale è coinvolto nel finanziamento della produzione di “cluster bombs”, malgrado l’Italia abbia sottoscritto l’accordo per la messa al bando delle micidiali bombe a grappolo, responsabili delle più efferate stragi di civili.
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Stragi in Pakistan, i Talebani: terroristi mercenari Usa
Il governo pachistano lo aveva detto: i Talebani risponderanno all’offensiva in Waziristan con rappresaglie in tutto il paese. E così è stato: clamorose azioni di commando contro obiettivi militari a Rawalpindi e Lahore e sanguinosi attentati come quello al bazar di Peshawar, nel quale sono rimasti uccisi 115 civili e altri duecento sono rimasti feriti, mutilati, sfigurati. Questo secondo tipo di azioni, secondo le autorità di Islamabad, sono condotte dai Talebani nella speranza di «far vacillare la determinazione» con cui il paese sta lottando contro di loro.
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Battiato: scandali e menzogne, avanti così e lascio l’Italia
Franco Battiato si dichiara pronto a lasciare l’Italia, disgustato dai “rincoglioniti” in Parlamento, quelli al governo e quelli che fingono di fare opposizione. Lo afferma in un’intervista al “Fatto Quotidiano”, sull’onda del successo dell’ultimo singolo, “Inneres auge”, che Marco Travaglio definisce «una splendida invettiva che si avventa sugli scandali berlusconiani e sulla metà d’Italia che vi assiste indifferente e imbelle», scritta con parole definitive: “Uno dice: che male c’è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare primari e servitori dello Stato? Non ci siamo capiti: e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?”.