Archivio del Tag ‘stragi’
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Calabresi: ci hanno spesso mentito, ma a Obama crediamo
Il dubbio è salutare, necessario, ma non può essere un alibi per rifiutare la realtà e la sua complessità, preferendo una scorciatoia scabrosa ma, in fondo, rassicurante nella sua elementare semplicità. Il direttore della “Stampa”, Mario Calabresi, prende posizione contro la “teoria della cospirazione” che dubita di tutto, dalla conquista della Luna fino alla morte di Elvis, per arrivare oggi a negare che in Pakistan sia stato davvero ucciso Osama Bin Laden. Giusto dubitare della versione ufficiale e contestare dettagli contradittori, dice Calabresi, ma a patto di non uscire dalla realtà: se il presidente degli Stati Uniti sveglia il mondo in piena notte per dare l’annuncio storico, dobbiamo credergli.
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L’Italia bombarda Gheddafi e la Siria scruta la crisi libica
Anche l’Italia entra ufficialmente in guerra con la Libia di Gheddafi: d’ora in poi i caccia tricolori spareranno missili, per stroncare la resistenza militare del Colonnello. E’ stato Barack Obama a ottenere l’ok di Berlusconi, che ora dovrà vedersela con le barricate già annunciate dalla Lega, contraria all’intervento armato diretto, dopo la concessione delle basi e i sorvoli ricognitivi dei caccia in funzione anti-radar. Sotto il comando unificato della Nato, peraltro richiesto proprio dall’Italia, ora le artiglierie di Gheddafi saranno colpite da cacciabombardieri come i Tornado e gli Amx, specializzati nell’attacco a terra. Non solo: le forze italiane sono considerate strategiche per “illuminare” gli obiettivi dei missili Nato.
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Crimini di guerra, Londra fa sparire il libro della vergogna
Un libro eretico, che va fatto sparire prima che possa provocare “pericolose” conseguenze. “Dead men risen”, narrazione delle gesta delle Guardie Gallesi in combattimento, sottotitolato “La vera storia della guerra britannica in Afghanistan”, è il volume messo all’Indice dal ministero della Difesa di Sua Maestà. E’ stato il generale Peter Wall, capo di Stato maggiore dell’Esercito, a sollevare il problema: acquistate tutte le stampe della prima edizione o ci saranno rischi per la sicurezza nazionale, un enorme imbarazzo politico, conseguenze per le elezioni in Estonia e il possibile ritiro delle truppe baltiche del Paese mediorientale.
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Che ipocriti, si svegliano solo adesso per liquidare Gheddafi
Non poteva mancare. Le pressioni erano troppo forti. E così il Tribunale penale internazionale è entrato prepotentemente sulla scena libica. Muammar Gheddafi e i suoi scherani ora sono sotto inchiesta per crimini contro l’umanità. Per l’amor del cielo, lungi da noi contestare le accuse che la Corte dell’Aia muove al Colonnello, solo vorremmo sapere quali siano i crimini commessi e quando. Eh sì, perché fino a poche settimane fa il leader libico appariva come uno stravagante ma rispettato uomo di Stato, mentre oggi è diventato un tiranno genocida.
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Andreotti e l’Anello: le rivelazioni di Gelli e il dopo-Silvio
«Giulio Andreotti sarebbe stato il vero “padrone” della Loggia P2? Per carità… io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello». L’Anello? «Sì, ma ne parleremo la prossima volta». Con poche parole, clamorose, l’ex venerabile Gelli individua per la prima volta nel senatore Andreotti il referente di un’organizzazione quasi sconosciuta, un sorta di servizio segreto parallelo e clandestino che possibile anello di congiunzione tra i servizi segreti (usati in funzione anticomunista) e la società civile. Il settimanale “Oggi”, che pubblica l’intervista a Gelli nel numero in edicola il 24 febbraio, ha chiesto un commento ad Andreotti, che ha fatto sapere di non voler commentare.
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Più mercenari che soldati: cresce l’esercito fantasma
E’ un esercito fantasma, con il compito peggiore: fare il lavoro sporco, quello di cui i generali non si assumono la responsabilità. Ma è un’armata imponente: il numero delle unità operative impegnate in battaglia ormai supera addirittura quello dei soldati in uniforme. E’ la guerra-ombra dei mercenari, che oggi si chiamano “contractor”. Sono decine di migliaia, combattono e muoiono. Una vera ecatombe: almeno duemila i caduti, nelle guerre “americane” in Iraq e in Afghanistan. Lo rivela la rivista statunitense “Service Contractor”, che chiede che sia reso pubblico – e quindi riconosciuto – l’oscuro “sacrificio” dei soldati-fantasma che combattono nell’anonimato, a fianco delle truppe regolari.
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D’Elia-choc: Battisti libero, criminale è il carcere italiano
«Lo Stato italiano è un delinquente abituale. Basta considerare che le nostre carceri sono strumenti di tortura». E «la nostra classe politica sta ragionando secondo la logica parabrigastista del “colpirne uno”, e cioè Cesare Battisti, per assolverne cento». L’ex deputato radicale Sergio D’Elia, leader di “Nessuno tocchi Caino”, grida «onore a Lula». L’intervista che D’Elia consegna a Tommaso Labate del “Riformista” è di quelle destinate a lasciare un segno nel dibattito sulla mancata estradizione del pluriomicida esponente dei Pac, Proletari armati per il comunismo. Già segretario dell’Ufficio di presidenza della Camera, con alle spalle 12 anni di carcere per terrorismo (Prima Linea), D’Elia difende la scelta del Brasile di non consegnare all’Italia Battisti.
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E’ già sera, tutto è finito: il noir dell’Italia assassinata
Chissà cosa direbbe di Wikileaks il personaggio misterioso nascosto dietro la sigla G.P., l’uomo oscuro che attraversa le vicende di “E’ già sera, tutto è finito”, un romanzo pubblicato nel 2010. Lui, G.P., è sempre loscamente puntuale all’appuntamento con le vicende più importanti del momento. Il personaggio pronuncerebbe anche ora una frase che ripete spesso: «Ci sono Fatti con la maiuscola e fatti con la minuscola. Io mi occupo di quelli con la minuscola». Esiste qualcuno in grado di pronunciare una frase come questa, apparentemente innocua e dimessa, in realtà segnata da una volontà di potenza spietata e nascosta. Qualcuno che a questa frase intende dare senso fino in fondo, mentre passano i decenni, le stragi restano impunite, e i segreti più pesanti non trovano nemmeno una personalità ambigua, che so, un Julian Assange, un Massimo Ciancimino, che li possa sbloccare.
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Afghanistan, guerra infinita: all’Italia costerà 3 miliardi
Altro che fine delle ostilità: la guerra d’occupazione occidentale in Afghanistan durerà almeno altri quattro anni, ma la presenza militare straniera proseguirà senza limiti ben oltre il 2015. Questo è il piano che Barack Obama ha presentato al vertice atlantico di Lisbona: altri 48 mesi di guerra “dura”, alla Petraus, con bombardamenti aerei e raid notturni delle forze speciali, al termine dei quali dovrebbe avvenire il ritiro del grosso dei reparti combattenti, da completare (Talebani permettendo) entro la fine del 2014. Ma sul campo resteranno migliaia di soldati Nato a fianco dell’esercito afghano, impegnato a proseguire la guerra forse per molti anni. Se anche l’Italia resterà a Kabul, si calcola che spenderà altri 3 miliardi di euro.
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Minacce di morte: Feltrinelli ferma “Don Vito”
Minacce di morte? Meglio fermare le presentazioni del libro. Lo ha deciso l’editore, Feltrinelli, sospendendo gli incontri pubblici per il lancio del volume “Don Vito”, storia oscura degli intrecci fra “pezzi dello Stato” e la Palermo di Vito Ciancimino, dominata da Cosa Nostra. Le minacce, spiega l’editore in una nota, sono giunte «ad uno degli autori e ai suoi familiari». Il libro è stato realizzato da Massimo Ciancimino, figlio di “don Vito” e ora prezioso collaboratore dell’inchiesta sulla presunta “trattativa Stato-mafia” del ’93, e il giornalista Francesco La Licata, grande esperto di mafia. Un libro illuminante, conferma il grande giallista siciliano Andrea Camilleri.
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Il boia Uribe nominato “arbitro” per la strage della Flotilla
Mentre l’Onu designa l’ex presidente della Colombia, Alvaro Uribe, alla guida del comitato d’indagine sulla brutale aggressione di Israele ai danni della flotta pacifista “Freedom Flotilla” al largo di Gaza il 31 maggio 2010, l’Europa scopre in Colombia atrocità di ogni genere condotte contro la popolazione dai soldati del governo Uribe: fosse comuni, esecuzioni sommarie, contadini sequestrati e precipitati a terra dagli elicotteri, persino forni crematori appena fuori da Medellin per far scomparire i cadaveri e, con essi, le prove delle stragi. Fedelissimo degli Usa, col pretesto del narcotraffico Uribe ha scacciato con la forza milioni di contadini dalle terre più fertili, ambite dalle multinazionali americane.
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Falcone e Borsellino, lo Stato che oscura la verità
Sono trascorsi diciotto anni dalla strage di via D’Amelio. Diciotto anni da quella di Capaci. Diciassette dalle bombe di Milano, Firenze e Roma. E ancora oggi non conosciamo la verità su quanto accaduto in quegli anni. Così come non sappiamo la verità sulle morti di Antonino Agostino ed Emanuele Piazza, o perché Vincenzo Scarantino si sia autoaccusato di aver procurato l’autobomba che ha ucciso Paolo Borsellino e la sua scorta. La lista dei misteri potrebbe continuare ancora e a lungo. Di sicuro, sappiamo che lo Stato che commemora non è ancora riuscito a garantire la giustizia per i suoi giudici, i suoi poliziotti, i suoi cittadini assassinati. E sappiamo anche che c’è uno Stato che ha agito perché non si arrivasse alla verità sulle stragi di mafia