Archivio del Tag ‘Stefano Puzzer’
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Giovagnoli: oggi siamo tutti canadesi, al servizio della vita
Grandi alberghi, a Roma, ora licenziano i dipendenti. Stanno chiudendo: saranno ricomprati a prezzo di saldo. E le bollette, le avete viste? Sono triplicate. Questo significa una sola cosa: uccidere le piccole imprese, il nostro tessuto produttivo. L’Italia è al centro di un progetto di predazione, oltre a essere un laboratorio sociale. Obiettivo: vedere fino a che punto è possibile rincoglionire e sottomettere le persone. Perché hanno scelto l’Italia? Perché ha un immenso potere erotico, e perché è uno dei paesi più analfabeti al mondo: andate a chiedere a un ragazzo quando ha letto l’ultimo libro, o se conosce qualche filosofo dell’Ottocento. In più siamo sottoposti al dominio clericale, che ci ha sempre imposto di sopportare tutto. Si veda il comportamento dell’attuale pontefice: dice che la situazione italiana va benissimo così com’è, e che sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio è “un atto d’amore”. E quindi ci siamo ridotti questo stato: ai limiti dell’umano, ormai.Fai un po’ troppo i capricci? Ti blocco il conto in banca. Vai alle manifestazioni? Ti sospendo l’assicurazione del camion, ti annullo i tuoi contratti commerciali. E’ quello che sta accadendo in Canada, che è sempre stato – storicamente – una patria delle libertà. Non sente ragioni, il governo di Ottawa: è irremovibile. La capitale è stata invasa da una marea umana, che si è sollevata pacificamente e ha paralizzato il paese. Bene: non possono dargliela vinta. Non possono permettersi di perdere, perché – se in Canada vincesse la protesta – ne seguirebbe un’onda d’urto. Oggi, il Canada è tutto il mondo: siamo tutti canadesi. Poi c’è l’Italia, certo: e il Canada è l’ombra dell’Italia. Anche da noi c’è un governo che non sente ragioni, che non prova emozioni, che perseguita i cittadini. Potrebbero arrivare, anche qui, a bloccare i conti correnti? Pensateci: se innanzitutto elimino il contante, per privarti dei tuoi soldi (i tuoi) mi basterà un semplice click.In Canada è già cominciata la corsa ai bancomat, e alcune grandi banche li hanno prontamente chiusi: proprio come in Grecia, anni fa. In fondo è il piano a cui doveva servire, fin dall’inizio, il lasciapassare verde: se non obbedisci ti tolgo quello che hai, come in Cina. Tutto il resto, peraltro, ce l’hanno già tolto: bar e ristoranti, alberghi. Ci hanno tolto i servizi, pagati anche da noi. E così i trasporti: pure quelli, pagati anche da noi. Attenti al Canada, dunque: stiamogli vicino. Sentiamoci come loro, come quei “guerrieri” canadesi contro cui oggi si scatenano i rastrellamenti delle truppe speciali antisommossa. I canadesi stanno lottando per la loro nazione, certo; ma, al tempo stesso, sanno che stanno rendendo un servizio a tutto il mondo: così come lo stiamo facendo noi, che in Italia non abbiamo obbedito alle imposizioni. Noi stiamo difendendo il nostro territorio e il futuro dei nostri figli. Ma stiamo prestando un servizio all’intera umanità: perché quello che parte da questi paesi finirà per dilagare ovunque.Penso agli studenti contro il Green Pass, che in tutta Italia ormai si stanno facendo sentire, facendo manifestazioni e occupando le scuole: la loro causa è magistrale. Stanno crescendo, in termini di consapevolezza e di amore. Ringrazio Giuseppe Cruciani: in televisione ha difeso la causa dei ragazzi che non possono più prendere l’autobus o frequentare la palestra. E intanto, in mezzo a questa crisi bruciante, osserviamo la Spagna: ha rimosso ogni restrizione e sta puntualmente registrando un boom di prenotazioni turistiche. Credete che il nostro governo non sappia cosa sta facendo? Credete che non si renda conto dei danni che sta provocando? Pensate che disprezzo ha per gli italiani: arriva al punto da creare delle condizioni che costringono i nostri connazionali a vivere le vacanze all’estero, perché qui non è più possibile. Vi rendete conto dei soggetti con cui abbiamo a che fare?Penso al Pd, che si dichiara di sinistra e quindi teoricamente in difesa dei più poveri. A loro dico: siete ridicoli. Cosa racconterete, a ottobre, quando inizierà la campagna elettorale? Con che faccia andrete nelle piazze? E a dire che cosa? Idem i 5 Stelle, i voltagabbana per eccellenza: con che faccia ripeteranno che “uno vale uno”? E la Lega, che si proclama a favore degli italiani? Ha votato due volte l’approvazione del Green Pass, così come Forza Italia. E la Meloni, che cosa ha fatto? Che schifo, ragazzi. Che deserto. Mi sono appena sentito con Stefano Puzzer: condividiamo la necessità che si crei una grande alleanza, basata su una precisa consapevolezza. Oggi è facile, creare una nuova piattaforma: dentro, però, ci devono essere persone che abbiano fatto un salto, altrimenti si rischia di ripetere le illusioni vissute con i 5 Stelle. Apprezzo Mauro Scardovelli, che resta un punto di riferimento per molti di noi: aveva organizzato un convegno limitando l’accesso ai soli possessori di “Super Green Pass”, ma in poche ore si è accorto dell’errore e ha annullato il convegno.E’ stato un gesto fantastico, simbolico: una sorta di prova. I grandi devono superare delle prove, e lui ha chiesto scusa: questo mi è piaciuto, è un gesto di umanità. Io sono due anni che subisco ogni genere di vessazione, e nessuno mi ha mai chiesto scusa. Solo da persone che sono come noi possiamo sentirci dire “scusa”. Visto che ha fatto questo grande gesto, Mauro merita di continuare la sua opera: ovvero, unire le persone. Quello che ci aspetta, adesso, è una totale resistenza: stiamo fermi, ancora. Se non hanno raso al suolo tutto quello che potevano, è perché siamo stati fermi. Questo stare fermi continua a fortificarci. Ci logorano, ci scoraggiano; perdiamo il lavoro, abbiamo tutti contro. Ma siamo diventati, letteralmente, quei mattoni con i quali adesso si può davvero costruire qualcosa. Oggi siamo stabili, non ci muoviamo più di fronte a nulla. Certo, è stato un grande lavoro. Quindi dobbiamo continuare con questa resistenza, cercando anche di renderla più bella e più sopportabile possibile, più interessante, più proficua. E intanto dobbiamo prepararci, perché quello che abbiamo subito non si ripeta più, in futuro.Bisogna costruire qualcosa che ci permetta di promuovere persone con precisi requisiti, persone che abbiano superato queste prove, per poter entrare nei centri decisionali. Non si può pensare di continuare a vivere solo di riflesso. La politica va fatta in due modi: servono persone adatte nei posti giusti, e serve – all’esterno – quello che stiamo facendo noi, adesso. Noi condizioniamo già gli eventi, pur non avendo un solo uomo, un solo deputato, un solo ministro che sia dalla nostra parte. Pensate cosa significa poter contare su persone fidate, che – in questo tempo – si siano dimostrate all’altezza. A questo è servito, questo periodo così duro: in tanti hanno pensato a fare cassa; altri invece si sono messi in luce, dimostrandosi in grado di potersi assumere una vera responsabilità. Non cadranno dal cielo, gli esseri immacolati: sono già tra noi, quelli che hanno meritato la nostra fiducia.Pensate a uno come Come, uno come Salvini: è adesso, in questi due anni, che abbiamo visto chi sono, veramente. Dall’altra parte, invece, abbiamo visto persone che si sono sacrificate: hanno dato il proprio tempo, a volte anche la propria vita. Ecco gli esami che contano, quelli veri. Quando anch’io dovrò scegliere delle persone, le sceglierò qui, in mezzo a noi: quelle che hanno dimostrato di saper superare queste prove. Oggi ci servono esseri dotati di profonda umanità: perché queste crisi non le superi con il “dottorone”, le superi con l’umanità. Non è più nemmeno una battaglia economica e politica: è una battaglia spirituale. Quindi dobbiamo lavorare anche per ricucire il divario tra credenti e non credenti, tra cristiani e non cristiani, tra giovani e anziani. In questo momento siamo dei sarti, armati di un filo d’oro per unire le persone: unendoci si è più forti, e si appronta uno strumento che in futuro sarà prezioso, per affrontare quello che ci aspetta.Pensate: a ottobre matura il vitalizio, per i parlamentari; fino ad allora non muoveranno il culo dalla poltrona. Dopo, però, cominceranno ad agitarsi. Già oggi c’è una mezza crisi di governo: Draghi (che sta lassù, e non si capisce a chi appartenga) avverte i partiti: o votate compatti, o non si va avanti. Pensate come si scanneranno, in autunno, quando saremo in piena campagna elettorale. E lì noi dovremo essere pronti, e avere una presenza ferma: altrimenti vivremo sempre il riflesso del gioco degli altri. Intanto, abbiamo sotto gli occhi i numeri del disastro. Il settore alberghiero sconta un calo dell’80%. Piangono gli esercenti, che avevano pensato di cavarsela nonostante le restrizioni, incuranti del fatto che, se danneggi una parte dell’umanità, poi il danno si ripercuote su tutta l’umanità. Oggi, l’Anac spiega che sono già 500 le sale cinematografiche che, in Italia, sono state costrette a chiudere. Bisogna che il governo intervenga, dice l’Anac. No, dico io: dovevate svegliarvi prima, ragazzi.Non è intelligente continuare ad appellarsi al governo, pur sapendo che è proprio questo governo ad aver generato il disastro: non puoi chiedere al piromane di spegnere l’incendio, o al ladro di sventare la rapina. Se gli esercenti, le loro associazioni di categoria, si fossero rivolte agli italiani, anziché al governo, chiedendo “vi sembra giusto limitare l’accesso ai negozi ai soli possessori di Green Pass, costringendoci così a perdere una quota degli incassi?”, forse gli italiani avrebbero risposto che no, non era affatto giusto. Allora, forse, il governo avrebbe preso una posizione più ragionevole. E invece: hanno continuato a dare fiducia, forza, al potere. Sembra di assistere a uno spettacolo dove c’è qualcuno che ha addomesticato e incantato l’umanità. Molta gente non sa più nemmeno cosa dire, non sa spiegare perché si è ridotta a vivere così, in un paese dove chiudono 500 cinema, mentre la Spagna si prepara a vivere un boom turistico impressionante. Ma sono in tanti, comunque, i cittadini che si sono ribellati alla persecuzione: fanno riunioni carbonare e tengono vivo questo spirito. Anche tra chi ha ceduto al ricatto, ormai, molti si dicono pentiti: si sentono presi per il sedere.Questo movimento intestino, sotterraneo, si manifesta anche in luoghi dove sembrava che niente si muovesse: si muove qualcosa anche nel mio paese, Carpegna, sulle montagne delle Marche. Vedete, in questo periodo stiamo approcciando la primavera. E in primavera esce ciò che è rimasto vivo sotto la terra. Noi, certo, siamo stati sommersi. Hanno voluto seppellirci, ma hanno dovuto fare i conti col fatto che noi eravamo dei semi. Vi dico questo: la mattina, quando vi alzate, pensate alla cosa più bella che potete fare. E ricordatevi che siete degli eroi, dei guerrieri di luce: state sopravvivendo alla più grossa persecuzione che potessimo incontrare. Restiamo qui – fermi – al servizio della vita. Ormai siamo arrivati quasi oltre noi stessi, siamo saliti un po’ più in su. Cos’abbiamo, a cuore? Il nostro tornaconto? No di certo: quello è già stato totalmente consegnato al fuoco. Siamo al servizio di qualcosa di più alto. Vi abbraccio forte. Siamo arrivati liberi, su questa Terra; liberi torneremo a casa. Con tutto l’amore che posso: sentitevi belli, sempre.(Michele Giovagnoli, dal video trasmesso su Facebook il 18 febbraio 2022).Grandi alberghi, a Roma, ora licenziano i dipendenti. Stanno chiudendo: saranno ricomprati a prezzo di saldo. E le bollette, le avete viste? Sono triplicate. Questo significa una sola cosa: uccidere le piccole imprese, il nostro tessuto produttivo. L’Italia è al centro di un progetto di predazione, oltre a essere un laboratorio sociale. Obiettivo: vedere fino a che punto è possibile rincoglionire e sottomettere le persone. Perché hanno scelto l’Italia? Perché ha un immenso potere erotico, e perché è uno dei paesi più analfabeti al mondo: andate a chiedere a un ragazzo quando ha letto l’ultimo libro, o se conosce qualche filosofo dell’Ottocento. In più siamo sottoposti al dominio clericale, che ci ha sempre imposto di sopportare tutto. Si veda il comportamento dell’attuale pontefice: dice che la situazione italiana va benissimo così com’è, e che sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio è “un atto d’amore”. E quindi ci siamo ridotti in questo stato: ai limiti dell’umano, ormai.
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Carotenuto: il piano del male ha limiti precisi, non vincerà
La fiaccola della cultura viene trasferita, nel mondo, da una civiltà all’altra. Non voglio arrivare ad Atlantide, che ormai non c’è più, ma insomma: da Atlantide passò ai vedici, poi agli assiro-caldei, poi agli iraniani, poi agli egiziani e infine ai greci e ai romani. Dal tempo dei romani, siamo ancora in un’epoca in cui è l’Occidente, a guidare: l’impero inglese e quello francese, prima ancora l’impero spagnolo, e prima ancora il Sacro Romano Impero. Da qualche secolo, siamo nel momento di guida del mondo agloamericano, ma ora stiamo per andare al momento di guida (nel male) del mondo cinese. Tant’è vero che i grandi gruppi, mondialisti, stanno facendo crescere spropositatamente questa Cina per farne lo strumento del nuovo impero. E’ come se i poteri anti-coscienza avessero il compito di crearci l’ostacolo: devono sempre creare il male, perché da quel male, poi, viene un bene (sempre che la gente reagisca). Ma i limiti di questo ostacolo sono già prefissati: non c’è mai stata una guerra che sia durata per sempre, o un’epidemia senza fine.Questo lo impariamo dalla visione spirituale delle cose: che era quella di Dante, di Platone, di Aristotele, di Pitagora, di Socrate, di Omero. E’ lo stesso gruppo, che adotta la medesima interpretazione: sa che ci sono delle guide spirituali del mondo, che stuzzicano gli esseri umani e li fanno imparare sbagliando. Ogni volta che l’umanità affronta certi problemi, diventa più matura. E questo è sempre avvenuto: in tempi recenti, il nostro momento di crescita più bello è stato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Perché ci siamo svegliati di più, molto più di prima, avendo vissuto il fascismo e il nazismo, le bombe atomiche, i Gulag, i campi di sterminio. Il sonno è l’immaturità delle coscienze. Ci si può svegliare anche per presa di coscienza; sta cominciando a funzionare, ma nella maggior parte dei casi la presa di coscienza la raggiungiamo solo quando qualcuno ci malmena. E’ il dolore, a spingerci a farci la domanda: perché. Mai come adesso, questa domanda ha delle risposte chiare, almeno per una parte importante dell’umanità.E’ la prima volta, che tanta gente vede il potere per quello che è. E vivaddio: questo è l’unico risultato di quello che sta accadendo. Ci stanno facendo del male? Certo: è un potere spirituale oscuro, che guida questa battaglia contro la crescita dello spirito umano. Quelli che stanno al governo non se ne rendono neppure conto: non sanno a quanti livelli sopra di loro viene deciso quello che fanno. Loro lo fanno a basta, per carriera e denaro. Ma gli stessi poteri spirituali che li guidano non sanno se poi ci arrivano davvero, alla meta. Era da ingenui, sperare che il governo ascoltasse le richieste di uno come Stefano Puzzer. Ma intanto, Stefano ha ottenuto un grande risultato: ha mostrato che moltissima gente si è finalmente svegliata. In tantissimi hanno visto come si è comportato lo Stato, come si sono comportati i media: è stato un grande disvelamento. La cosa veramente nuova è che la gente si è contata e ha detto: io non credo più, a questo sistema. Così è stato conquistato un gradino immortale della coscienza umana.Certo, noi non possiamo battere il governo: non abbiamo i carri armati, non abbiamo i servizi segreti, non abbiamo i giudici. Però possiamo dire la verità. E possiamo fare qualcosa di efficace. Per esempio: le scuole parentali, i gruppi d’acquisto, il trasporto privato dei ragazzi per bypassare i mezzi pubblici. La nostra coscienza cresce facendo concretamente cose buone, non limitandosi a declamarle. Ecco la vera libertà: fare tutto il bene che voglio. E più mi ostacoli, meglio lo faccio. Il primo passo è sempre la verità. Se voglio il bene di mio figlio, devo sapere esattamente come vive. E viceversa, come faccio a imbambolare milioni di persone? Semplice: racconto falsità. Per esempio: racconto di una malattia mortale, per la quale non esistono cure. E quando tu terrorizzi la gente con questa menzogna, la libertà gliel’hai già tolta. Vale anche per il fronte opposto: a volte è il potere stesso a emettere forme-pensiero studiate appositamente per farsi odiare, perché l’odio mina la lucidità mentale.I giornalisti? Lasciamo perdere. Da ragazzo, io ho fatto l’assistente di Mino Pecorelli: uno che è stato ammazzato, per le cose che raccontava. Oggi i giornalisti sono solo i portavoce del potere. Monica Maggioni? Prima di essere direttrice del Tg1 (e prima ancora, presidente della Rai) è stata presidente della Trilaterale Italia. Mentana? Si è circondato di cosiddetti “fact checker”: tutti figli del potere mondialista. Non sono più giornalisti: sono mercenari, che devono tutto al potere. E infatti la gente non li ascolta più: finalmente s’è capito chi sono, ecco la novità. Certo, le sofferenze inflitte a molti di noi sono tangibili, purtroppo. Non puoi più andare a mangiarti una pizza? Non puoi più prendere il treno? Non puoi più fare l’insegnante o il medico? Questo, comunque, sta risvegliando le persone. E io so che il Cielo non abbandona nessuno: vediamo quel che succederà, nei prossimi anni.Se Draghi teme gli 8 milioni di dissidenti segregati? Ufficialmente non li teme per niente. I suoi padroni oscuri invece sì, li temono: sanno benissimo che, più fanno così, più risvegliano la gente. Intendiamoci: i personaggi come Draghi sono mezze figure. Io li ho frequentati, quegli ambienti, quando lavoravo come analista geopolitico per i governi. Gli ordini arrivano dall’alto, sempre. Alcuni miei allievi, in passato, sono diventati ministri. E dopo un po’ me lo confessavano: la stanza dei bottoni non è a Palazzo Chigi. Se l’ordine che arriva è generale, obbediscono tutti. Se invece i partiti litigano, vuol dire che l’ordine è di fingere di litigare, per far credere che la democrazia esista davvero. E invece è un teatrino. Prendiamo oggi: a capo del governo hanno chiamo uno che, qualche anno fa, tre quarti del Parlamento avrebbe buttato a mare. Ora tutti si inchinano davanti a lui. La sinistra si inchina di fronte a Goldman Sachs. Questo significa che l’ordine parte da molto più in alto. E lo accettano: sanno che, a certi ordini, si deve obbedire. Poi il dibattito riprenderà, perché è lo stesso potere a volerlo: la gente se ne accorgerebbe, che qualcosa non va, se il dibattito mancasse per troppo tempo.Però attenzione: questo 10-15% della popolazione sveglia è il lievito dell’umanità, l’umanità futura (gli altri dormono, e neppure il potere non si potrà più basare a lungo solo sui dormienti). Io ho smesso di votare, dai tempi di Pecorelli. Lo Stato? Dovremmo essere noi. Invece, la “res publica” ha incollata addosso una sanguisuga, un parassita oscuro. E un po’ alla volta, adesso, un numero consistente di persone se lo domanda: ma questi chi sono? Sono degli alieni? Certo, non li voterò mai. Peccato vi sia molto pessimismo, in una parte del popolo in risveglio, solo perché le manifestazioni non hanno dato i frutti sperati. E invece: la parte che ha iniziato ad agire concretamente, intraprendendo iniziative pratiche, è felicemente gioiosa. Perché è concentrata su quello che fa, non su quello che fanno gli altri. Ripeto: la regia è più alta, rispetto al potere. Ci faranno solo quello che gli sarà consentito farci, sempre per risvegliarci. Accadrà solo quello che la regia superiore riterrà necessario, per il nostro bene. A noi tocca fare solo una cosa: mettere in pratica il bene, là dove siamo, senza preoccuparci d’altro.(Fausto Carotenuto, dichiarazioni rilasciate nel video “Alla base della libertà”, pubblicato da “Coscienze in Rete” il 22 dicembre 2021).La fiaccola della cultura viene trasferita, nel mondo, da una civiltà all’altra. Non voglio arrivare ad Atlantide, che ormai non c’è più, ma insomma: da Atlantide passò ai vedici, poi agli assiro-caldei, poi agli iraniani, poi agli egiziani e infine ai greci e ai romani. Dal tempo dei romani, siamo ancora in un’epoca in cui è l’Occidente, a guidare: l’impero inglese e quello francese, prima ancora l’impero spagnolo, e prima ancora il Sacro Romano Impero. Da qualche secolo, siamo nel momento di guida del mondo angloamericano, ma ora stiamo per andare al momento di guida (nel male) del mondo cinese. Tant’è vero che i grandi gruppi, mondialisti, stanno facendo crescere spropositatamente questa Cina per farne lo strumento del nuovo impero. E’ come se i poteri anti-coscienza avessero il compito di crearci l’ostacolo: devono sempre creare il male, perché da quel male, poi, viene un bene (sempre che la gente reagisca). Ma i limiti di questo ostacolo sono già prefissati: non c’è mai stata una guerra che sia durata per sempre, o un’epidemia senza fine.
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Buffonata-Covid, siamo ai tempi supplementari: ecco perché
Qualcosa si è inceppato, qualcuno non è stato ai patti: è l’unica ragione per cui siamo ancora alle prese con la narrazione Covid, che doveva chiudersi entro fine anno. Lo afferma lo storico Nicola Bizzi nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, con Tom Bosco e Matt Martini. La scorsa primavera, Bizzi aveva ampiamente anticipato i segnali della de-escalation, programmata per aprile, poi puntualmente giunti a partire dalla Gran Bretagna, decisa a mettere gradualmente fine al “terrorismo sanitario”. Poi però qualcosa è andato storto: a luglio, dice Bizzi, il piano per uscire dall’incubo (politico-mediatico) della “pandemia” è stato disatteso da alcuni player, come i poteri che in Italia si esprimono attraverso Draghi. Il punto – osserva Bizzi – è che l’emergenza sanitaria “doveva” essere sostituita con l’emergenza climatica permanente, che però non sta funzionando: vi si oppongono svariate potenze, a livello mondiale. Ergo: i gestori della paura sono tornati all’emergenza-1, quella sanitaria. Da cui però non saprebbero più come uscire, vista anche la marea montante del dissenso, di fronte al Green Pass e alla follia “vaccinale”.«L’aver deciso addirittura di vietare le manifestazioni nel cuore delle città è l’estrema ammissione di debolezza, da parte di un potere che ormai teme il popolo». Vero, il coro dei media mainstream è invariato: continuano a raccontare che di Covid si muore, come se le cure non esistessero (e le terapie domiciliari non sono ancora state introdotte nella medicina di base: all’ospedale finisce solo chi non è stato curato per tempo, a casa). Verità scandalose: è lo stesso Istituto Superiore di Sanità ad ammettere che sono stati appena 3.783 (non 130.000) gli italiani morti a causa del solo Covid, cioè non affetti anche da patologie gravissime compresenti. Nulla però che, per il momento, incrini il granitico consenso di media e partiti, Confindustria e sindacati, a supporto delle scellerate politiche sanitarie tuttora in vigore. Ma attenzione: sono i semplici cittadini, ormai, a dire basta. Alle amministrative di ottobre, un italiano su due ha disertato le urne (e ai ballottaggi ha votato solo un elettore su tre). Non solo: l’Ansa annuncia che oltre il 54% degli italiani non guarda più la Tv in prima serata. In compenso, segnala Tom Bosco, si registra una strana impennata nella vendita libri, come pare non si vedesse dagli anni Settanta.«C’è una maggioranza silenziosa – dice Bizzi – che farà pesare la sua contrarietà, di fronte alle ultime, deliranti coercizioni dittatoriali: questo governo ha contro un buon 70% degli italiani, che rifiuteranno la “terza dose” e l’imposizione del Green Pass a tempo indeterminato». Non sarà facile fermare le proteste, nonostante le ingiunzioni di stampo “cileno” per blindare le città. A proposito: non è casuale che arrivi proprio oggi a Milano (centro nevralgico della protesta) un testimonial del peso di Robert Kennedy Junior, capace di denunciare l’impostura-Covid e i rischi connessi alla campagna “vaccinale” effettuata con sieri genici che starebbero producendo una vera e propria strage, oscurata dai media. Non si contano più i casi di pericardite sopraggiunti dopo l’inoculo, e il bilancio delle vittime sarebbe molto diverso da quello ufficialmente ammesso. In un recente convegno a Bolzano, un luminare della patologia come il professor Paolo Bellavite ha parlato di oltre 600 morti, solo in Italia, nel giro di pochi mesi. E per la farmacovigilanza dell’Ema, ad agosto erano già 24.000 le morti sospette, in Europa, correlabili con l’iniezione C-19.«Non sanno più come uscirne», insiste Bizzi: «Tale Sergio Brignani, del cosiddetto Comitato Tecnico-Scientifico, promette 5-10 anni di copertura immunologica, con la “terza dose”. Toni che ricordano una svendita di pentole da cucina». Dal canto suo, Matt Martini cita il virologo televisivo Roberto Burioni: «S’è messo a dire che non serve, fare il dosaggio anticorpale prima della “terza dose”, perché non ci sarebbe correlazione tra la presenza di anticorpi e la copertura immunitaria. Ma così – dice Martini – si negano le basi della stessa immunologia. Ed è l’ennesima conferma del fatto che, dietro l’intera narrazione Covid-vaccini, non vi sia proprio niente di scientifico». La riprova sembra arrivare da altri paesi, che dimostrano il vero tenore della sfida in corso, interamente politica: negli Usa l’obbligo vaccinale decretato da Biden è stato bloccato dalla magistratura. E sempre i giudici, in Spagna, hanno costretto il governo a rinunciare alle restrizioni, definite incostituzionali. In Italia, invece, si può tutto?Molto dipenderà dall’atteggiamento dei singoli cittadini, come quelli che il 14 novembre a Firenze si stringeranno attorno alla coraggiosa Nunzia Alessandra Schilirò, emarginata dal governo e pure oggetto di amenità complottistiche (come lo stesso Stefano Puzzer) da parte dei paranoici sempre pronti a chiedersi “chi c’è dietro” la determinazione di chi osa rivendicare il proprio diritto alla libertà. Tra i supporter di “Nandra”, per contro, si schierano gli agenti delle forze dell’ordine che – a migliaia – hanno aderito all’associazione “Osa”, che contesta apertamente la “dittatura sanitaria”. Nicola Bizzi accenna a precise segnalazioni da parte di “sensitivi”: «I loro presagi non sono da prendere per oro colato, beninteso: però annunciano grandi eventi di segno positivo, per noi, a partire dalla fine di novembre». Se qualcuno si mette a ridere, di fronte alla parola “sensitivi”, vale la pena ricordare – a proposito di affermazioni veramente surreali – quelle pronunciate da Draghi, secondo cui «se non ti vaccini muori, e fai morire chi è vicino a te».Funzionano così bene, i non-vaccini C-19, che dopo due dosi si pensa già di imporre la terza. Se qualcuno immagina che l’Italia sia popolata da 60 milioni di imbecilli, probabilmente ha sbagliato i conti. La manifestazione di Firenze, “Venere Vincerà”, schiera in prima linea le donne, e non a caso: si prevede infatti che facciano argine di fronte all’infamia definitiva, cioè la pretesa di inoculare il siero genico sperimentale anche ai bambini di 5 anni. Certo, con questo potere post-democratico non si scherza. «Il decreto sul Green Pass – osserva Matt Martini – sarà convertito in legge il 20 novembre: in quella data ci sarà un’eclissi lunare, fatto per noi teoricamente infausto, sul piano astrologico. Come se anche quella data fosse stata scelta di proposito, per potenziare gli effetti dell’imposizione». Sottolinea Bizzi: «Non c’è un solo atto del governo Draghi che sia stato compiuto senza prima consultare il calendario astrologico». Si ricorderà la scelta del 15 ottobre per varare il Green Pass obbligatorio, in coincidenza con l’inaugurazione alle Scuderie del Quirinale della mostra su Auguste Rodin e la sua Porta dell’Inferno.A proposito di allusioni simboliche: durante il G20, il lancio delle monetine nella Fontana di Trevi – dice ancora Martini – è sembrato un auspicio: la fine del cash, da sostituire con la moneta digitale. Si sa che il momento della foto-ricordo dei “grandi della Terra” davanti alla celebre fontana è stato turbato dal terribile spettacolo di un gabbiano che ha assalito e ucciso una cornacchia, tingendo l’acqua di sangue. Episodio, annota lo stesso Martini, che è stato collegato alla strage delle colombe bianche liberate qualche anno fa da Bergoglio e subito aggredite da corvi e gabbiani. «Stavolta, corvi e gabbiani si scannano tra loro: come se due grandi poteri, ieri alleati, fossero arrivati ai ferri corti». Nicola Bizzi cita un vescovo cristiano-ortodosso: non è vero che il Cremlino abbia cambiato posizione sul Covid (in Russia non esistono obblighi vaccinali né Green Pass). Il boom dei contagi, di cui parlano i media? «I casi riguardano soprattutto regioni della Siberia centro-meridionale, che Boris Eltsin cedette sciaguratamente “in comodato d’uso” alla Cina, per via delle risorse del sottosuolo: e pare che i cinesi vi stiano seppellendo rifiuti tossici, possibile vera causa di tanti decessi recenti».Ormai la verità salta agli occhi, a chi non è obnubilato dalle menzogne ufficiali: il governo italiano ha messo da parte diritti umani e Costituzione, rifiutando di curare i pazienti per arrivare a imporre il Green Pass dopo il fatale inoculo. L’Italia resta una trincea decisiva: mezza Europa è in bilico, tentata di seguire la via (suicida) imboccata da Conte e Draghi, con il placet di Bergoglio. Altri paesi – dalla Spagna alla Svezia, passando per il Regno Unito – si sono lasciati alle spalle l’orrore, basato sulla falsificazione dei dati e sulla criminale rinuncia alle cure precoci. Altra notizia: la strage silenziosa provocata dagli inoculi mRna sta perforando il silenzio complice dei media. Ed è in crescita esponenziale il numero di cittadini non più disposti a subire il brutale ricatto imposto dal governo Draghi. Come reagire? Semplice: disertando il lavoro. Lo propone l’alchimista Michele Giovagnoli: «Stiamo fermi per 21 giorni, a partire dall’11 dicembre, e vediamo chi dovrà cedere». Scontato: ci attendono altri giorni convulsi. E l’esecutivo stesso sa benissimo che sta imponendo qualcosa di inaccettabile. «Siamo arrivati ai “tempi supplementari” della faccenda Covid», sintetizza Bizzi: «Questa pagliacciata dovrà finire. Vedremo quando, e come».Qualcosa si è inceppato, qualcuno non è stato ai patti: è l’unica ragione per cui siamo ancora alle prese con la narrazione Covid, che doveva chiudersi entro fine anno. Lo afferma lo storico Nicola Bizzi nella trasmissione “L’Orizzonte degli Eventi”, con Tom Bosco e Matt Martini. La scorsa primavera, Bizzi aveva ampiamente anticipato i segnali della de-escalation, programmata per aprile, poi puntualmente giunti a partire dalla Gran Bretagna, decisa a mettere gradualmente fine al “terrorismo sanitario”. Poi però qualcosa è andato storto: a luglio, dice Bizzi, il piano per uscire dall’incubo (politico-mediatico) della “pandemia” è stato disatteso da alcuni player, come i poteri che in Italia si esprimono attraverso Draghi. Il punto – osserva Bizzi – è che l’emergenza sanitaria “doveva” essere sostituita con l’emergenza climatica permanente, che però non sta funzionando: vi si oppongono svariate potenze, a livello mondiale. Ergo: i gestori della paura sono tornati all’emergenza-1, quella sanitaria. Da cui però non saprebbero più come uscire, vista anche la marea montante del dissenso, di fronte al Green Pass e alla follia “vaccinale”.
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Giovagnoli: salviamo i bambini. Fermiamo l’Italia: adesso
Ci siamo: ora vogliono i nostri bambini. Michele Giovagnoli non ha dubbi: è scattato l’ultimo conto alla rovescia, quello che punta a estendere la “vaccinazione” Covid ai piccoli. La notizia viene dagli Usa: via libera alle dosi “geniche” anche per i bambini, a partire dai 5 anni di vita. Sembra un’escalation inesorabile, dice “l’alchimista degli alberi”, da mesi in giro per le piazze italiane a rilanciare il suo monito. Ora, a quanto pare, già si intravedono i titoli di coda: «Fidatevi, presto toccherà anche ai neonati». Questi, almeno, i piani dei decisori. Chi sono? «Guardateli negli occhi: non fanno parte della nostra stessa umanità. Sono esseri “antichi”, vengono dal freddo: si nutrono della nostra sofferenza, sottomettendoci con l’arma eterna della paura». Come opporsi? Nell’unico modo possibile: smettendo di lavorare, tutti insieme, per qualche settimana. «Senza Green Pass siamo costretti a restare a casa? Bene, restiamoci. Ma facciamolo adesso: domani sarà troppo tardi».Incubi apocalittici? Uno sguardo alle news – quelle relegate sul web – non è esattamente confortante. Sono centinaia, i medici che denunciano la “strage silenziosa” in corso: le reazioni avverse, dopo il fatale inoculo, sarebbero infinitamente superiori a quelle registrate nel bilancio ufficiale dei problemi sanitari correlabili con l’iniezione. La stessa agenzia di farmacovigilanza dell’Ema, peraltro, lo ammette: a fine agosto erano 24.000 le morti sospette, in Europa, senza contare i 2 milioni di cittadini costretti a ricorrere al medico dopo aver ricevuto il siero. Tutta la vicenda, in realtà, sembra un viaggio nella follia: è accertato che i “vaccini Covid” non proteggano chi li ha ricevuti (e neppure che garantiscano di mitigare, almeno, gli effetti peggiori della patologia). In più, i “vaccinati” restano contagiosi: e nonostante questo, ai sanitari è stato imposto il Tso. Va da sé: moltissimi medici sono stati sospesi dal servizio. Le notizie ufficiali? Contraddittorie, reticenti, false, ridicole. Quasi quanto le teorie dei virologi dell’establishment.Ogni giorno si apre con una nuova, tragica barzelletta: chi aveva subito l’inoculo del siero “monodose” Johnson (a vettore virale, come l’AstraZeneca) ora scopre di doversi sottoporre al richiamo: da effettuare però con un preparato di tipo genico, a mRna (Pfizer o Moderna). Aziende affidabili, com’è noto: Pfizer – ricorda Massimo Mazzucco – vanta un vero e proprio record, quanto a sanzioni e procedimenti giudiziari subiti, per le imputazioni più disparate. Eppure: proprio ora ha ricevuto l’ennesima maxi-commessa, che porta a 90 miliardi di dollari il bottino del suo fatturato “vaccinale” Covid. Grande sponsor: il potere che utilizza, come prestanome, l’anziano Joe Biden. Che però ha contro mezza America: gli Stati repubblicani – in testa il Texas e la Florida di Ron De Santis – minacciano guerra: disobbedienza assoluta, di fronte alle imposizioni federali della Casa Bianca. L’altra trincea, ovviamente, è l’Italia: passata dalla gestione “cinese” di Conte (lockdown, coprifuoco) a quella non meno autoritaria di Draghi, ieri Mister Euro e oggi Mister Green Pass.Dopo aver inondato con gli idranti i portuali di Trieste, l’ex Super-Mario non ha esitato a cacciare da Roma (per un anno intero) l’indomito Stefano Puzzer. E soprattutto: nel mondo più ignobile, il governo continua a ignorare l’esistenza delle terapie domiciliari, efficacissime se tempestive. Schiacciante il report esibito dai medici di “Ippocrate”: 60.000 pazienti curati e guariti senza muoverli da casa, evitando il ricovero. Già questo – prima ancora di qualsiasi dubbio sui sieri sperimentali, che spaventano molti scienziati (tra cui Luc Montagnier) – dovrebbe chiudere la discussione in partenza: perché mai ricorrere a una profilassi specifica, per affrontare un problema che si risolve da casa, in pochi giorni? E perché mai – di conseguenza – arrivare addirittura a limitare la democrazia (ignorando la Costituzione) pur di costringere tutti, prima o poi, a subire lo stramaledetto Tso?Questo è il punto: il “vaccino”, dice il filosofo Giorgio Agamben, è solo l’espediente per accedere al Green Pass, il quale – a sua volta – non è che il primo step della digitalizzazione universale, squisitamente zootecnica, enunciata a Davos. Il Grande Reset, per “formattare” la popolazione del pianeta (meglio, quella occidentale) onde arrivare alla post-umanità che qualcuno sogna da tempo. E’ già chiuso in partenza, il match? Non è detto: paesi come l’India e la Russia stanno facendo argine, contro questa deriva. Ed è scioccante che siano proprio gli Stati formalmente democratici a fare a pezzi il sistema dei diritti su cui si sono basati per decenni. Colpisce l’insistenza con cui ci si accanisce sui cittadini, con l’arma del ricatto, a fronte di una minaccia sanitaria decisamente contenuta (e che le terapie domiciliari, tuttora negate, rimpiccioliscono ulteriormente). Sfuggono le risposte a precise domande. Perché, tutto questo? E perché proprio adesso?Nello specifico: cos’è che motiva la gran fretta che mostrano i burattini del G20, pronti a manipolare anche la crisi ecologica pur di mettere in piedi un regime universale dogmatico e fondato su crescenti costrizioni? Michele Giovagnoli opta per una spiegazione palingenetica: in palio vi sarebbe una sorta di epocale cambiamento antropologico. Tecnicamente, la fine dell’essere umano per com’è oggi: potenzialmente libero, anarcoide, gioioso e imprevedibile. Riassume Giovagnoli: prima hanno spaventato gli anziani, ricorrendo alle stellette di un generale. Poi sono passati ai giovani, con il ricatto: senza “vaccino”, niente più sport e svaghi. Terza mossa, ulteriormente brutale: il Green Pass, in cambio del permesso di continuare a lavorare. E adesso, anche i bambini: per i quali, notoriamente, il rischio-Covid è pari a zero. Perché allora sottoporre anche loro al trattamento sanitario obbligatorio?Non è facile restare lucidi di fronte alla voragine della ragione. Uno spettacolo ormai quotidiano: si continuano a contare “casi” (contagi) come se fossero un dramma. E si enfatizzano i (pochi) ricoveri: tutti pazienti tuttora non curati, ma lasciati ad aggravarsi nelle loro case. I media chiamano “immunizzati” i soggetti che hanno ricevito il siero. Sanno benissimo di mentire: quei “non-vaccini” non immunizzano proprio nessuno. Ma, a maggior ragione: se i “vaccini Covid” proteggessero davvero, che motivo avrebbero – i “vaccinati” – di temere i cittadini non sottoposti all’inoculo? Due più due fa quattro, si diceva un tempo, quando ancora i cervelli non erano ipnotizzati dalla psicosi di massa. E dunque: perché vogliono digitalizzare tutti, ad ogni costo? E’ ovvio che il Covid è solo un pretesto. E prima o poi, anche i ciechi se ne accorgeranno. Ma, appunto: allora – dice Michele Giovagnoli – sarà troppo tardi. L’irrimediabile sarà già avvenuto: «Quando si arriva a mettere gli occhi sui bambini, significa una sola cosa: che la nostra civiltà è agli sgoccioli, perché il futuro verrà drasticamente ipotecato, per sempre».Giovagnoli evoca la riaccensione del “femminino”, come protezione ancestrale dell’umanità, sottoposta da millenni a una sorta di dittatura maschilista. Per questo, fa apertamente il tifo per l’assemblea delle donne (“Venere Vincerà”) guidata da Nunzia Alessandra Schilirò il 14 novembre a Firenze. «Da sempre – riassume l’alchimista – chi ha dominato l’umanità ha ripetuto gli stessi tre gesti, sempre uguali: nascondere la conoscenza, staccare l’uomo dalla natura e mortificare il femminile». Per Giovagnoli, le prime avvisaglie del piano che ormai punta anche ai bambini sono l’ultimo campanello d’allarme. «Non avete ancora capito – insiste – che fermarci, tutti insieme, è il solo modo per scongiurare il peggio? E attenzione: il momento è adesso, domani sarà tardi. E’ inutile andare in piazza a scandire slogan. Occorre invece disertare il lavoro per qualche settimana. E’ l’unica arma che abbiamo: ma è anche la più efficace, la più temuta. Fermare l’Italia, adesso, per arrivare a una paralisi economica. E’ l’unico modo per bloccare il “mostro” che ci sta aggredendo: se invece l’Italia si arrende, il resto dell’Occidente la seguirà. Quindi tocca a noi, oggi: facciamolo, in nome dei nostri bambini».Ci siamo: ora vogliono i nostri bambini. Michele Giovagnoli non ha dubbi: è scattato l’ultimo conto alla rovescia, quello che punta a estendere la “vaccinazione” Covid ai piccoli. La notizia viene dagli Usa: via libera alle dosi “geniche” anche per i bambini, a partire dai 5 anni di vita. Sembra un’escalation inesorabile, dice “l’alchimista degli alberi”, da mesi in giro per le piazze italiane a rilanciare il suo monito. Ora, a quanto pare, già si intravedono i titoli di coda: «Fidatevi, presto toccherà anche ai neonati». Questi, almeno, i piani dei decisori. Chi sono? «Guardateli negli occhi: non fanno parte della nostra stessa umanità. Sono esseri “antichi”, vengono dal freddo: si nutrono della nostra sofferenza, sottomettendoci con l’arma eterna della paura». Come opporsi? Nell’unico modo possibile: smettendo di lavorare, tutti insieme, per qualche settimana. «Senza Green Pass siamo costretti a restare a casa? Bene, restiamoci. Ma facciamolo adesso: domani sarà troppo tardi».
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Il film: Sandro Pertini a Roma con Stefano Puzzer
«Il capo dello Stato, Sandro Pertini, ha raggiunto in piazza del Popolo il leader dei portuali triestini, Stefano Puzzer. I due hanno preso un caffè insieme, discutendo su come dare un senso più umano all’esistenza, conciliando diritti e doveri nel rispetto delle leggi e della sensibilità democratica di ciascuno». L’audio è tratto dal film “La libertà è un incubo”, tuttora in lavorazione. Nelle sale, la pellicola potrebbe non uscire mai. Del resto, i cinema sono deserti ormai da secoli: qualsiasi manifestazione di umana socialità, infatti, mina irreparabilmente il protocollo della Sicurezza Universale, valorosamente introdotto nella Repubblica dei Banchi a Rotelle, dove il nuovo Calendario Perpetuo ufficialmente approvato da Zeus in persona – scandito da Ondate e Dosi – ha fortunatamente sostituito l’obsoleto lunario dei nonni, quello in cui ancora comparivano ingenue festività arcaiche come il Natale.La pellicola, diretta dal nonno di Stanley Kubrick, avrebbe un carattere dichiaratamente profetico. La apre un bambino, di nome Eric Arthur Blair. Annuncia: «Un giorno mi farò chiamare George Orwell e vi farò un brutto ritratto, al quale però non darete il minimo credito. Non immaginereste mai, in tempo di pace, di potervi ridurre così». In un’Italia resa irriconoscibile dalle misure psico-austeritarie introdotte dal Dipartimento Speciale di Felicità Sanitaria, le piazze sono letteralmente off limits: le manifestazioni sono concesse solo ai sindacalisti, purché accompagnati fraternamente da spietati plutocrati e vili affaristi riesumati da vite precedenti. La storia è gremita di simboli, ispirati al mondo surreale di Salvador Dalì: quando i Grandi della Terra Piatta si schierano davanti alla Fontana di Trevi, la vasca si trasforma in un lago di sangue dopo che un gabbiano ha aggredito e ucciso una cornacchia, costringendo gli eroi del G20 a pazientare, per avere una foto ricordo meno truculenta.Un vecchio cieco, Omero (nel film, lo stesso Dalì) farnetica, ricordando l’analoga strage che i corvi, quella volta, fecero delle colombe bianche liberate nel cielo del Vaticano al momento dell’elezione del primo Papa cinese della storia, quello che sussurrava – alle bambine svedesi – il segreto della prosperità del pianeta. La pellicola è sovrabbondante di aspetti scientifico-spettacolari, come i test (ministeriali) sul moto oscillatorio dei veicoli della forza pubblica, nell’antica capitale della cristianità. Tra i momenti più visionari spicca il ballo mascherato davanti alla Porta dell’Inferno, un allegro sabba in cui si mescolano virologi e climatologi, travestiti da ballerine in tutù. Sinceri gli applausi della platea, gremita di ex giornalisti, mentre dei politici non c’è più traccia. C’è chi mette in dubbio che siano mai realmente esistiti. Quando a un campione di giovani viene infatti mostrata una foto di John Fitzgerald Kennedy, rispondono prontamente: «Ah, certo: quel simpatico attore di Hollywood».«Il capo dello Stato, Sandro Pertini, ha raggiunto in piazza del Popolo il leader dei portuali triestini, Stefano Puzzer. I due hanno preso un caffè insieme, discutendo su come dare un senso più umano all’esistenza, conciliando diritti e doveri nel rispetto delle leggi e della sensibilità democratica di ciascuno». L’audio è tratto dal film “La libertà è un incubo”, tuttora in lavorazione. Nelle sale, la pellicola potrebbe non uscire mai. Del resto, i cinema sono deserti ormai da secoli: qualsiasi manifestazione di umana socialità, infatti, mina irreparabilmente il protocollo della Sicurezza Universale, valorosamente introdotto nella Repubblica dei Banchi a Rotelle, dove il nuovo Calendario Perpetuo ufficialmente approvato da Zeus in persona – scandito da Ondate e Dosi – ha fortunatamente sostituito l’obsoleto lunario degli antenati, quello in cui ancora comparivano ingenue festività arcaiche come il Natale.
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Bomba dall’Iss: appena 3.783 i morti “solo” per Covid
«Non è una notizia, è una bomba: se ne dovrebbe parlare in ogni talk televisivo». Carlo Freccero commenta così la novità della settimana: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono appena 3.783 le persone uccise in Italia “solo” dal Covid, cioè prive di gravi malattie preesistenti. Numeri pazzeschi, che demoliscono qualsiasi delirio securitario, dal coprifuoco di Conte al Green Pass di Draghi. «Rendetevi conto: meno di 4.000 vittime, contro le 130.000 esibite, in un paese in cui ogni anno, mediamente, i decessi sono 650.000», fa notare lo storico Nicola Bizzi. «La semplice influenza stagionale può uccidere anche 15.000 persone», osserva il professor Alessandro Meluzzi, nel frattempo sospeso dall’Ordine dei Medici per aver rifiutato il Tso governativo. Notizia nella notizia: a “sparare” il report dell’Iss è stato un solo quotidiano, “Il Tempo”, diretto da Franco Bechis (a sua volta ripreso soltanto da un’altra testata, “La Verità”, di Maurizio Belpietro). Da tutti gli altri, silenzio. Anzi: si parla solo di “casi” e contagi in rialzo, per spingere disperatamente sul tasto dell’inoculo genico sperimentale, ancora chiamato “vaccino”: misura coercitiva che Draghi impone sul lavoro ricorrendo col ricatto, pena la perdita dello stipendio.
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Al lavoro i ladri di felicità: la grande lezione di Trieste
E il bello è che, nella giornata degli idranti e dei lacrimogeni sugli inermi, qualcuno ha anche il coraggio di sostenere di esser stato eletto sindaco di Roma. Eletto da chi, nel vuoto cosmico dei seggi disertati da sette romani su dieci? Quella stessa mattina – a urne aperte – venivano amorevolmente manganellati i portuali di Trieste, spazzati via dalle truppe del ministero dell’interno. Immagini che fanno storia: il ragazzone Stefano Puzzer in lacrime, a terra, le mani strette in quelle dei compagni. L’Italia guarda, non dimenticherà. Vede perfettamente il senso dello spettacolo: spazzare via milioni di italiani fastidiosi, cioè ancora vivi e svegli. Milioni: troppi. Probabilmente destinati addirittura a dimezzarsi, come popolazione complessiva. Lo ha detto l’Istat, di recente: siamo un paese da 32 milioni di persone. Avanti di questo passo ci depopoleremo, semi-estinti dalla dilagante denatalità che affligge un sistema sociale ininterrottamente massacrato dal 1992, quando sua eccellenza Mario Draghi salì sul panfilo Britannia.Le privatizzazioni, la guerra al popolo italiano sotto forma di dismissione del più importante sistema pubblico-privato del mondo. Da lì in poi, come canta Edoardo Bennato, il seguito è una vergogna: mere conseguenze. Fino al venerabile Monti e alla genuflessione dei sindacati-fantoccio, oggi presi in braccio dall’imperatore in persona, mentre la generalità dei registrati all’anagrafe della repubblica – archiviata la Costituzione – viene sottoposta a vessazioni grottesche, medievali, verso un futuro di stampo cinese. La patente a punti, per sperare di restare semi-cittadini (ma sotto ricatto, per sempre). Un gioco antico: prima ti tolgo tutto e poi te ne restituisco una parte, con il peggior autoritarismo paternalistico: ma solo se farai quello che dico io. Di mezzo c’è stato un mare infinito di sciagure, minacce e cedimenti: le crisi finanziarie pilotate, i terrorismi fatti in casa. Oggi vale tutto, anche rincarare la benzina in modo folle. E raccontare, in modo altrettanto folle, oltre che ridicolo, che sarà l’auto elettrica a salvare il pianeta dall’esuberanza siderale del Sole.Eppure, Trieste lo mostra chiaramente: c’è un potere così vuoto e disperato da aver paura di cento ragazzi armati soltanto della loro tuta gialla, ovvero della loro irriducibile dignità di lavoratori. In una parola: armati della loro umanità. Alla faccia delle carnevalate incresciose che il copione sforna, tra porte infere e decreti varati a freddo, senza anestesia, tra gli alalà degli zombie politici presi in ostaggio, ipnotizzati da una sceneggiatura scritta altrove, lontanissimo da noi. Ecco il punto: il mondo ci guarda. Nei giorni scorsi, mentre la stampa nazionale taceva (che strano), la protesta di Trieste campeggiava sulle prime pagine dei quotidiani europei. A renderla visibile ha poi provveduto il Viminale, alla vecchia maniera: sprangate e getti d’acqua contro lavoratori in sciopero, decisi a far valere i diritti costituzionali dell’intera comunità italiana. Prima ti ignorano, poi ti deridono. Ora siamo alla terza fase della dinamica sintetizzata da Gandhi: ti combattono, temendo che sia vicinissimo il momento numero quattro, l’ultimo. La tua vittoria.Sempre nella giornata degli idranti (e delle elezioni-fantasma, a Roma e non solo), sui reticenti foglietti del post-giornalismo italico circolava la seguente indiscrezione: insieme al suo intero governissimo virtuale, sua eccellenza si starebbe preparando a metter fine alla presente pagliacciata, lasciando decadere il regime di apartheid il 31 dicembre. Come dare credito, ai pericolosi buffoni che da quasi due anni hanno sequestrato la vita degli italiani? Gli ottimisti, al contrario, scommettono su un allentamento ancora più rapido, magari truccando un po’ i numeri della campagna zootecnica di digitalizzazione di massa. Trieste, però, cambia le cose. Non ti aspetti più niente, da chi ti prende a secchiate in faccia. Lo fa perché ti teme, perché sa che non sei solo. Sa perfettamente che milioni di esseri umani stanno già inceppando la macchina, letteralmente, con un gesto semplicissimo: astenersi dal partecipare. Stare a casa: adesso sì. Far saltare – senza muovere un dito – i numeri della roulette in cui sono maestri, i bari e i ladri di vite umane, di destini, di gioventù. I ladri di felicità.(Giorgio Cattaneo, 19 ottobre 2021)E il bello è che, nella giornata degli idranti e dei lacrimogeni sugli inermi, qualcuno ha anche il coraggio di sostenere di esser stato eletto sindaco di Roma. Eletto da chi, nel vuoto cosmico dei seggi disertati da sette romani su dieci? Quella stessa mattina – a urne aperte – venivano amorevolmente manganellati i portuali di Trieste, spazzati via dalle truppe del ministero dell’interno. Immagini che fanno storia: il ragazzone Stefano Puzzer in lacrime, a terra, le mani strette in quelle dei compagni. L’Italia guarda, non dimenticherà. Vede perfettamente il senso dello spettacolo: spazzare via milioni di italiani fastidiosi, cioè ancora vivi e svegli. Milioni: troppi. Probabilmente destinati addirittura a dimezzarsi, come popolazione complessiva. Lo ha detto l’Istat, di recente: siamo un paese da 32 milioni di persone. Avanti di questo passo ci depopoleremo, semi-estinti dalla dilagante denatalità che affligge un sistema sociale ininterrottamente massacrato dal 1992, quando sua eccellenza Mario Draghi salì sul panfilo Britannia.