Archivio del Tag ‘sovranità’
-
L’Italia sta crollando, urge un’alternativa a questo disastro
A gennaio si terrà la seconda assemblea nazionale di “Alternativa”: esistiamo da poco più di un anno e ci riuniamo in una situazione di alta drammaticità, come sappiamo. Il nostro congresso si svolgerà nel pieno di una crisi senza precedenti, in un paese che sta in condizioni di crollo – senza precedenti anch’esse – dalla Seconda Guerra Mondiale, cioè dal momento in cui questo paese è nato come repubblica democratica. Una recentissima inchiesta sociologica illustra le caratteristiche del declino, che è molto più evidente e importante della caduta stessa della nostra economia, della recessione. E’ un declino sociale, morale, istituzionale. E’ un declino di fiducia della gran parte della popolazione.
-
Grecia, folle riarmo: affari d’oro per Francia e Germania
Sessanta caccia Eurofighter per 3,9 miliardi di euro, fregate francesi per oltre quattro miliardi, motovedette per 400 milioni, e poi carri armati, elicotteri Apache e sommergibili tedeschi per altri 2 miliardi di euro. E’ la lista della spesa militare per il prossimo futuro. E la notizia ha dell’incredibile: perché il paese che sta per impegnare queste cifre in armamenti è la Grecia, che forse in primavera lascerà l’euro per tornare alla dracma. Gli ospedali di Atene trattano solo i casi urgenti, gli autisti degli autobus sono in sciopero, nelle scuole mancano ancora i libri di testo e migliaia di dipendenti statali manifestano contro il proprio licenziamento. Il governo greco annuncia un nuovo piano di rigore che non risparmierà nessuno. A parte l’esercito e l’industria delle armi: due settori neppure sfiorati dall’austerity che sta terremotando il popolo greco.
-
Siamo sotto occupazione: l’Italia fa gola agli ex alleati
Le banche italiane hanno oggi una capitalizzazione che supera di poco i 30 miliardi di euro, ma gestiscono una quantità di denaro che è cinque volte superiore. Eppure, acquistarle tutte assieme costerebbe meno che acquistare la sola Bnp Paribas. Finmeccanica ha una capitalizzazione di 2 miliardi, ma possiede beni immobili che da soli valgono 4 miliardi. Francesi e tedeschi, ma non solo, si preparano a comperare i pezzi pregiati della nostra industria, e lo faranno anche per eliminare dei rivali. In fondo, la guerra in Libia non è servita a sottrarre interessi strategici all’Italia? Ci sono due modi per togliere di mezzo un rivale: soffiargli i contratti, come in Libia, oppure comprarlo e farlo passare sotto il proprio controllo, come rischia di succedere alle aziende italiane.
-
Rampini: la Germania scelga, salvare l’Europa o soccombere
La mazzata di “Standard & Poor’s” che declassa mezza Europa è un chiaro avviso alla Germania: la signora Merkel si decida, o anche Berlino finirà travolta dal crollo dei partner europei. L’austerity imposta a Roma, Parigi, Madrid e Atene va controbilanciata con robuste manovre di spesa in Germania e un deciso via libera alla Bce: la banca centrale europea deve poter svolgere lo stesso ruolo strategico, di “prestatore di ultima istanza”, che ha la Federal Reserve americana a sostegno dell’economia. Si tratta di un onere eccezionale a carico della Germania, che è l’unico paese in grado di puntellare l’Europa, secondo l’americano Barry Eichengreen. Una scelta difficile, ma obbligata: in caso contrario, secondo Federico Rampini, «la resa alla disgregazione dell’euro ha costi che neppure Berlino è preparata a sopportare».
-
Declassata anche la Francia: vogliono privatizzare l’Europa
Declassata l’affidabilità creditizia della Francia, insieme a quella del resto d’Europa tranne la Germania: il colpo, durissimo, viene da “Standard & Poor’s” e certifica il dominio statunitense sull’economia finanziaria europea sprofondata nella crisi. Se fu la Goldman Sachs ad aiutare la Grecia a truccare i bilanci fino all’orlo della bancarotta, la stessa banca d’affari americana per la quale lavorarono Mario Draghi e Romano Prodi è ritenuta, insieme alla Deutsche Bank, il grande manovratore che ha costretto alla resa il governo Berlusconi per imporre all’Italia, tramite il passaggio formale del “diktat” della Bce, la politica di rigore affidata al commissario Mario Monti, altro consigliere strategico della Goldman. E oggi, nonostante la terapia d’urto, Wall Street declassa l’Europa, mettendone ulteriormente in pericolo la stabilità finanziaria.
-
Denaro, chi tocca muore: quando Kennedy silurò la Fed
Chi tocca, muore: il denaro devono continuare a stamparlo banche private, che poi lo prestano agli Stati ricavando lauti interessi, in base alla pratica inaugurata secoli fa dalla Banca d’Inghilterra. Secondo alcuni analisti, quello dei politici che hanno provato a strappare alle banche l’esclusiva sull’emissione di moneta è ormai un affollato cimitero. Per Marco Seba, membro dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata di Ginevra, sono addirittura sette i presidenti americani a cui la questione monetaria sarebbe costata la pelle: Lincoln, Garfield e McKinley uccisi con armi da fuoco, mentre Harrison, Taylor e lo stesso Roosevelt sarebbero stati avvelenati, come sostiene un investigatore di Chicago, Sherman Skolnick. Ma il caso più clamoroso è quello di John Fitzgerald Kennedy, fatto assassinare (dalla mafia?) dopo aver esautorato, di fatto, la Federal Reserve, con un provvedimento da allora rimasto lettera morta: dollari emessi direttamente dallo Stato.
-
Rossi: la Bce finanzi un’Europa finalmente democratica
Tutto inutile, se il nostro futuro resta sequestrato dalla finanza speculativa che impone le sue regole stracciando i diritti. L’Europa deve finalmente dotarsi di una Costituzione democratica. E la sua banca centrale, la Bce, deve decidersi a finanziare l’economia reale, e non solo le banche, trasformandosi in “prestatore di ultima istanza” come la Fed americana. Senza queste due condizioni essenziali, nessuna ricetta “tecnica” potrà mai battere la crisi. E nel frattempo, alla recessione si aggiungerà la disperazione degli ex cittadini, trasformati in sudditi di un potere lontano, invisibile e incontrollabile, che attraverso la globalizzazione selvaggia e il dominio assoluto dei capitali ha di fatto cancellato lo Stato di diritto e le sue garanzie sociali duramente conquistate dal lungo cammino dei popoli verso la democrazia.
-
Doiron: spiazziamo il potere, mettiamoci a coltivare l’orto
Il mio nome è Roger Doiron e coltivo un piano sovversivo. È così sovversivo infatti che ha il potenziale per modificare radicalmente l’equilibrio di potere non solo nel nostro paese ma in tutto il mondo. Non c’è niente di particolarmente radicale o rivoluzionario in un prato. Ma comincia a diventare interessante quando lo trasformiamo in un orto. Suggerirei a tutti voi che l’orticoltura è un’attività sovversiva. Pensate al cibo come a una forma di energia. È ciò che ci alimenta e allo stesso tempo una forma di potere. E quando incoraggiamo la gente a coltivare parte del proprio cibo la stiamo incoraggiando a prendere il potere nelle proprie mani. Potere sulla propria dieta, potere sulla propria salute e un po’ di potere sul proprio portafogli. Penso che questo sia veramente sovversivo perché stiamo anche, necessariamente, dicendo di sottrarre quel potere a qualcun altro, ad altri soggetti sociali che attualmente hanno potere su cibo e salute.
-
Schiavo della finanza, lo Stato non può più spendere per noi
Può sembrare un’eresia, ma non lo è: dalla crisi si può uscire in un solo modo, e cioè aumentando la spesa pubblica. Si aggraverebbe il debito? Inizialmente, sì. Ma investire in settori strategici per produrre lavoro risolleverebbe l’economia, la domanda, le entrate fiscali. Servirebbe una piena sovranità statale e monetaria, che gli Stati europei hanno perduto: costretti a farsi prestare denaro dalla finanza privata, vengono dissuasi dall’indebitarsi ulteriormente, pena la crescita esplosiva dei margini speculativi. Lo Stato, unico soggetto nato per spendere a deficit per il benessere reale dei cittadini, è stato imbrigliato: il grande capitale pretende che si comporti non come uno Stato, ma come una famiglia o un’azienda. Neutralizzata la capacità finanziaria dello Stato, i cittadini sono indifesi di fronte alla crisi.
-
Sacrifici? No, grazie. Prima, vogliamo la verità sul debito
Senza più moneta sovrana, gli Stati europei devono indebitarsi con la finanza privata. Ma quando è la finanza a finire in rosso, allora sono gli Stati a sostenere le banche, che altrimenti fallirebbero. E con che soldi gli Stati aiutano le banche? Con quelli dei cittadini, chiamati ad affrontare “sacrifici” straordinari per arginare il debito pubblico. C’è qualcosa che non funziona, è evidente. Il peccato originale? Il sistema privatizza i profitti e socializza le perdite: enormi guadagni per pochi, sempre gli stessi, e salasso garantito per tutti gli altri, che sono sempre di più. La prima mossa da fare per uscire dal tunnel? Ottenere finalmente la verità sul debito: chi l’ha provocato, chi l’ha gonfiato, chi ci ha guadagnato.
-
Ungheria: Frankenstein o la Bce, di che golpe morire?
Il 2 gennaio 2012 circa centomila ungheresi sono scesi in piazza per protestare contro la nuova Costituzione che è entrata in vigore proprio quel giorno. Come i “Ragazzi della Via Paal” si sono avviati a una battaglia già perduta, e i cui effetti si faranno sentire, drammaticamente, nei mesi a venire. È uno degli avamposti sperimentali dove la crisi europea sta arroventandosi e nei quali non è al momento possibile immaginare esiti e sviluppi. Un parlamento nelle mani del premier Viktor Orbán, e del suo partito personale, ha modificato radicalmente, avvalendosi di una schiacciante maggioranza, la legge fondamentale dello Stato ungherese.
-
Senza politica, ci faranno a pezzi anche tornando alla lira
Euro? Maneggiare con cura. Liquidare la moneta unica, che siamo costretti a prendere il prestito dalla Bce? Attenzione: recuperare sovranità monetaria non risolve nulla, se non si recupera al tempo stesso sovranità politica. Quando l’Italia era monetariamente sovrana, non lo era politicamente: dal punto di vista economico, diplomatico e militare, la nostra era notoriamente una sovranità limitata. Chi rappresenta lo scontro in corso come una lotta egemonica della Germania contro l’Europa del Sud dimentica un dettaglio cruciale: gli Usa. All’impero americano, l’euro non è mai piaciuto: e oggi Washington potrebbe usare i Pigs per contrastare Berlino, indebolendo l’Europa. Mario Monti non è solo l’uomo della Goldman Sachs: sta scrutando l’orizzonte per capire chi vincerà. Sicuro già di sapere chi sarà sconfitto: tutti noi, ormai privi di qualsiasi potere contrattuale.