Archivio del Tag ‘sinistra’
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Squadroni della morte targati Usa, dal Salvador alla Siria
Macellai nazisti, con un solo compito: uccidere in massa, torturare, seminare il terrore. Ieri in America Latina, per stroncare la resistenza democratica in Salvador e la rivoluzione sandinista in Nicaragua, e oggi in Medio Oriente, per demolire la Siria come nazione dopo aver annientato l’Iraq. Cambia solo la manovalanza: soldati e miliziani sudamericani, oppure fanatici di Al-Qaeda, tagliagole reclutati nelle monarchie del Golfo e mercenari al soldo di agenzie controllate dal Pentagono. Identica la regia, targata Washington. Sempre la stessa persino la catena di comando: che risale al famigerato team collaudato dall’ex ambasciatore John Negroponte, l’inventore degli “squadroni della morte” che sterminarono migliaia di persone e assassinarono Oscar Romero, arcivescovo di El Salvador. Rivelazioni inquietanti: anche in Iraq e in Siria hanno operato i killer coordinati dalla “squadra” di Negroponte e del suo “allievo”, l’ambasciatore Robert Stephen Ford.
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Depotenziare Grillo: ce l’hanno fatta, in meno di due mesi
Se si prova a guardare l’incredibile evoluzione politica del nostro paese nell’ultimo mese e mezzo, come se si stesse affacciati ad una finestra a grande distanza, si coglie un andamento che lascia presumere un disegno. Troppo complottista? Semplicemente, è implausibile che una simile rapidissima concatenazione di eventi possa essere casuale vista la posta in gioco. Vediamo. A metà novembre, il panorama politico che si andava delineando era il seguente: presenti sulla scena due sole forze, il Pd e il “Movimento 5 Stelle”. Il Pdl era infatti crollato a percentuali ad una cifra con l’annuncio del ritiro di Berlusconi (24 ottobre) e le liti interne, l’Idv dissolta in pochi giorni dopo la puntata di “Report” (28 ottobre), la Lega travolta dagli scandali. Il “M5S” invece, sull’onda dell’inaspettato successo in Sicilia, a metà novembre superava il 20% dei consensi diventando il secondo partito della nazione e l’unica opposizione a Pd-Monti nel paese.
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Sinistra? C’è un equivoco: oggi è solo un sistema di potere
Esistono alcune persone che soffrono quando usi in termini poco simpatici la parola “sinistra”. Dicono, con toni assai vari – Pol Pot fu un delinquente, Lenin sbagliò tutto, D’Alema ha fatto la guerra, Vendola è un venduto, “Il Manifesto” è un salotto di borghesi buoni, la Cgil è una burocrazia che fa gli interessi dei padroni, le Brigate Rosse sono pazzi delinquenti… ma La Sinistra è cosa buona. Evidentemente siamo davanti a un caso di attaccamento affettivo a una parola. Li capisco: personalmente, sono attaccato alla parola lonfo (che, come è noto, non vaterca né gluisce, e molto raramente barigatta), e non saranno certi i fatti a farmi cambiare idea. Invece, per me “La Sinistra” è quella che vedo realmente, non è un principio metafisico. E quella italiana del 2012 non è quella italiana del 1912, come non è quella indiana di oggi, né quella turca.
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Trattativa Stato-mafia, fin dai tempi del bandito Giuliano
Avvelenato in carcere, come da copione, per impedirgli di parlare. E’ la tragica fine di Gaspare Pisciotta, noto come il luogotenente “infedele” di Salvatore Giuliano, rievocata nel film di Francesco Rosi del 1962. La tesi: Pisciotta fu assassinato per evitare che raccontasse la verità, smentendo la versione ufficiale. Ovvero: Giuliano non cadde in un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine, ma fu “venduto”, tradito e giustiziato in un vero e proprio agguato. Sicuri? No, non più. Perché Pisciotta forse custodiva altri segreti, ancora peggiori. Per esempio: è possibile che a cadere nell’imboscata di Castelvetrano, 5 luglio 1950, non sia stato Salvatore Giuliano, ma un suo sosia. Il vero Giuliano non è morto quella notte in provincia di Trapani, ma è riparato negli Usa sotto falso nome? Se fosse ancora vivo, oggi avrebbe 90 anni. Fantasma scomodo, quello del “bandito” di Montelepre. Autore del massacro di Portella della Ginestra, la “madre di tutte le stragi”: all’origine di quello che oggi si chiama “trattativa Stato-mafia”. Obiettivo: strategia della tensione, per condizionare la democrazia.
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Macché sinistra, anche Hollande e Miliband vanno a destra
Addio sinistra: cade il velo rassicurante che sin qui ha protetto, anche in Italia, l’elettorato di centrosinistra, nonostante tutto fedele al Pd, inteso come “meno peggio”, magari sotto forma di “voto utile”. Ma utile a chi? Ai poteri forti: grande industria, finanza internazionale. Quelli che all’inizio degli anni ’70 incaricarono l’avvocato Lewis Powell di spazzare via la sinistra dalla faccia della terra, per azzerare i diritti del lavoro. E’ stato come cancellare di colpo 200 anni di storia progressista, dice Paolo Barnard: volevano demolire la democrazia e ci sono riusciti, cominciando dalla disabilitazione dei sindacati e dei partiti di sinistra. La Trilaterale, il Wto, il Bilderberg. Fino alla Fornero e all’agenda Monti. Ed eccoci al capolinea: «Le socialdemocrazie europee, abbandonato ogni residuo pudore, imboccano la strada del liberal-liberismo senza voltarsi indietro», sostiene Carlo Formenti, saggista e docente universitario.
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Voto utile? Pucciarelli: un ricatto che puzza di voto inutile
Punto e a capo, siamo alle solite. Uno spettro si aggira per le nostre case. Non è il comunismo, ma il “voto utile”. C’è un altro “ma”, però. Perché più che il “voto utile”, bisognerebbe considerare la presenza del “voto inutile”: pensare di dare un voto di sinistra a chi si allea il giorno dopo le elezioni con Monti – cascasse il mondo, lo ha detto Pier Luigi Bersani – ecco, quello mi sembra un atto abbastanza inutile. Bisognerebbe tornare indietro con la memoria e ricordarsi di come andò a finire l’ultima volta che si parlò del “voto utile”: chi votò “utilmente”, quella volta, si rese complice di molteplici crimini, tra i quali aver portato in Parlamento Massimo Calearo, Paola Binetti, svariati radicali sempre attenti a salvare più volte la maggioranza di Berlusconi, e una vasta gamma di trasformisti un tanto al chilo.
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Debora Billi: fascisti siete voi, finta sinistra italiana
No, basta. Basta davvero. Non mi importa di quel che dice Grillo, ma sono davvero stufa di leggere le indignazioni social di chi piagnucola sull’attacco ai santini. Va bene, compagni, vi do una brutta notizia: non siamo più nel 1975. E’ finita. La sinistra italiana non esiste più, e quelli che voi chiamate “valori” sono parole vuote usate solo per prendervi per i fondelli. Orrore e scandalo? Scandalizzatevi pure. Vogliamo parlare di antifascismo, compagni? Eccomi: sono la prima a volerlo fare. Facciamo un piccolo test, pronti? Bene: guardate la Grecia. Guardatela bene. Leggete tutto quel che si dice della Grecia. Dei loro debiti, dei loro evasori, delle loro corruzioni, dei loro sprechi. E dopo, date un giudizio. Se pensate che se la sono cercata, che “hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità”, che “è giusto che i debiti si paghino”, allora siete fascisti. Anche se votate per la finta sinistra italiana, complice di questo delirio, e vi sentite tanto “di sinistra” siete irrimediabilmente fascisti.
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Bilderberg: i fanatici del rigore dietro le stragi di Stato
C’era il Bilderberg dietro alle stragi impunite, quelle degli “anni di piombo”. Lo rivela Ferdinando Imposimato, che da magistrato inquirente si occupò dei casi più scottanti, dal rapimento Moro all’attentato al Papa. A “inciampare” nella potentissima lobby politico-finanziaria mondiale, oggi accusata di pilotare l’euro-crisi per restituire il potere assoluto alle élite planetarie amputando la nostra sovranità democratica col ricatto del debito, fu il giudice Emilio Alessandrini, assassinato dai terroristi di “Prima Linea” nel 1979. Impegnato nelle indagini su piazza Fontana, Alessandrini “scoprì” il ruolo dell’allora oscuro Bilderberg trent’anni prima che il grande pubblico venisse a conoscenza della sua esistenza. Il più esclusivo club finanziario mondiale era direttamente responsabile delle stragi e della strategia della tensione, sostiene oggi Imposimato, che ha scovato documenti inediti, pubblicati nel libro “La Repubblica delle stragi impunite”.
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Giannuli: dire no-Monti non basta, l’alternativa dov’è?
«Fra un delinquente capace e un onestissimo imbecille è sempre da preferire il primo, non fosse altro perché il delinquente, debitamente sorvegliato, può anche comportarsi correttamente, mentre l’imbecille non può fare altro che comportarsi da imbecille». Parola di Aldo Giannuli, che fotografa il desolante panorama elettorale italiano: gli unici gruppi estranei al disastro politico degli ultimi anni sono quelli di Grillo e Ingroia, e nessuno dei due ha finora detto una sola parola su come uscire dalla crisi che strangola gli italiani. Non guasterebbe «qualche contenuto che non sia proprio aria fritta», scrive Giannuli nel suo blog: «Non basta dirsi “contro Monti”, vorremmo anche sapere qualcosa di più su cosa significa questa proclamazione». Ovvero: cosa si pensa «sulla permanenza nell’euro, su come gestire il debito pubblico, sulla patrimoniale, sul fisco, sulle politiche occupazionali».
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Il perito di Ustica: Wiki-menzogne, i marò sono innocenti
«Attenzione: i due marò del San Marco sono innocenti e contro di me è stata montata una classica operazione di disinformazione». Parola di Luigi Di Stefano, già consulente sul caso-Ustica, definito “il finto ingegnere di Casa Pound” dal “Fatto Quotidiano”, che in un articolo di Luca Pisapia rilancia la ricostruzione di Matteo Miavaldi, redattore di “China Files”, ripresa da “Giap”, il newsmagazine di Wu-Ming. Per Di Stefano, non c’è alcuna prova che i due militari italiani siano colpevoli dell’uccisione di due pescatori indiani, così come non regge la perizia balistica indiana secondo la quale a sparare e uccidere sarebbero stati i marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che il 15 febbraio 2012 scortavano la petroliera Enrica Lexie in prossimità della costa del Kerala. Quel giorno, insiste Di Stefano, in quel tratto di mare incrociava anche una petroliera greca, che nessuno ha voluto controllare.
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Cremaschi: caro Ingroia, la vera mafia è quella di Bruxelles
Caro Ingroia, l’antimafia non basta: perché oggi il vero nemico che ci minaccia è molto più pericoloso del potere delle cosche, persino di quelle che si infiltrano nell’economia fino ad avvelenarla. Deve cadere il Muro di Bruxelles, quello che ricatta i popoli dell’Eurozona sulla base dei diktat emanati dalle oligarchie finanziarie, ordini firmati da tecnocrati non eletti da nessuno, a cui – grazie all’attuale personale politico – siamo costretti a sottometterci, per fare la stessa fine della Grecia. Dopo i “garanti” dei movimenti firmatari dell’appello “Cambiare si può”, anche l’ex leader della Fiom Giorgio Cremaschi, vicino ai No-Tav e promotore del Comitato No-Debito e del “No-Monti Day”, prende le distanze dalla lista “arancione” capeggiata da Antonio Ingroia, ipotetico leader del “quarto polo”, sul quale confluiscono i partiti di Di Pietro, Ferrero e Diliberto, insieme ai Verdi di Bonelli.
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Giulietto Chiesa: attenti ai cretini che sperano di vincere
Non vorrei fare il menagramo, come al solito. Ma mi sento come un aiutante di campo di un generale d’altri tempi, che guarda da un’altura la battaglia. E ascolta, senza poter interloquire, cosa si dicono i comandanti. Qualcuno la pensa come me: stiamo perdendo. Sul fianco sinistro non c’è quasi nessuno. Regna la confusione. Bisognerebbe mandare rinforzi, ma non ce n’è. I capi dei reparti sembrano tutti rimbambiti. Qualcuno dei nostri generali, laggiù è passato al nemico. Che fare? Ma c’è di peggio. Vicino al generale c’è qualche cretino – mi permetterei di dire – che pensa che stiamo vincendo. E insiste per un’offensiva. Ma come? Non vedono che, poco più oltre, il nemico dispone di riserve enormi, che entreranno tra poco in battaglia, mentre noi abbiamo soltanto qualche drappello di volonterosi sparsi, con piccole armi a disposizione?