Archivio del Tag ‘sindacati’
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Sarà buio per tutti, se oggi Marchionne ricatta gli operai
No, quello che è successo alla Fiat non è solo una questione aziendale, non sono affari loro. Inutile affannarsi, come pure stanno tentando di fare alcuni esponenti del centrosinistra e del Pd, a distinguere tra la parte buona e quella cattiva dell’intesa; quando si mettono tra parentesi i diritti fondamentali non possono esserci luci, non ci sono giustificazioni possibili. Quella intesa sbatte fuori dall’azienda il sindacato più rappresentativo, nega il diritto alla contrattazione per chi non ci sta, lede persino il diritto all’uguaglianza tra i cittadini lavoratori.
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Diritti o stipendio: il lavoro nel 2010 secondo Marchionne
Fuori dal lavoro chi osa protestare: o si accettano senza discutere le nuove regole imposte, o la fabbrica chiude i battenti – perché fallisce, schiacciata dal peso del proprio clamoroso insuccesso industriale, o ritenta la fortuna in paesi in cui la prestazione d’opera costa molto meno, anche perché nessuno tutela i lavoratori. Questo il senso dell’amara vicenda maturata alla Fiat per il rilancio (finora solo e sempre ventilato) dello storico stabilimento torinese di Mirafiori. Archiviare il contratto nazionale dei metalmeccanci nella fabbrica simbolo dell’industria italiana equivale al crollo di una diga: da Mirafiori in giù, qualsiasi azienda ora potrebbe imporre nuove regole, cancellando decenni di tutele sindacali.
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L’America a Torino: la Fiat esilia i difensori degli operai
L’accordo per la nuova società che gestirà Mirafiori segna una brutta svolta nelle relazioni industriali in Italia. Esclude la Fiom, che sin dagli anni del dopoguerra è stato il sindacato di maggior peso nel grande stabilimento torinese. Inasprisce deliberatamente il conflitto tra i maggiori sindacati nazionali: Fiom-Cgil da una parte, tutti gli altri contro. Divide i sindacati in un momento in cui i lavoratori dipendenti, di fronte alle cifre drammatiche della disoccupazione, della cassa integrazione e del lavoro precario, avrebbero il massimo bisogno di sindacati uniti per poter uscire dalla insicurezza sociale ed economica che li attanaglia. In presenza, per di più, di un governo del tutto inerte di fronte ai costi umani della crisi.
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Mirafiori, schiaffo storico: la Fiat butta fuori la Fiom
Prendere o lasciare: se vogliono tornare a produrre automobili a Mirafiori, gli operai dovranno adeguarsi a turni più serrati e condizioni di lavoro simili a quelle del discusso contratto di Pomigliano. E’ l’accordo-capestro promosso da Sergio Marchionne e sottoscritto il 23 dicembre solo da Cisl e Uil, in base al quale il Lingotto si impegna a investire un miliardo di euro nel 2012 per la produzione di Suv targati Fiat-Chrysler negli storici stabilimenti di Torino. La clausola “avvelenata” prevede che la rappresentanza sindacale sarà consentita solo a chi ha firmato gli accordi: se la Fiom vorrà rientrare nei negoziati dovrà essere “riammessa” non solo dall’azienda, ma anche da Cisl e Uil. Una decisione che, secondo Giorgio Airaudo della Cgil, cancella «vent’anni di relazioni sindacali».
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Fiat a picco, da Marchionne solo alibi e favole
La Fiat è in crisi nera, è costretta a inseguire le rivali europee rincorrendo manodopera a prezzi stracciati: mancati gli obiettivi annunciati, Marchionne spara sui sindacati e rilancia promesse fumose, senza precisarne i contenuti. E’ questo l’umore di molte analisi sulla stampa italiana dopo la sorprendente intervista rilasciata a Fabio Fazio dall’ad del Lingotto il 24 ottobre. Il capo della Fiat aveva previsto 5 miliardi di utile operativo? Si è sbagliato di 3 miliardi: quest’anno il gruppo torinese chiuderà il bilancio fermandosi a quota 2 miliardi. Vero, c’è stata la grande crisi e le americane General Motors e Chrysler sono state salvate dal governo Usa. Ma i concorrenti europei fanno decisamente meglio del gruppo torinese.
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Fiat, addio Italia? Quello che Marchionne non dice
Marchionne da Fazio che spara sull’Italia e dice che la Fiat, campata per decenni di contributi statali, oggi farebbe meglio a chiudere gli stabilimenti italiani. «La Fiat? Coi nostri contributi ce la siamo già pagata due volte», commenta il ministro leghista Roberto Calderoli facendo eco all’ex ministro prodiano Paolo Ferrero, poco tenero col supermanager italo-canadese: «La Fiat è nostra, l’abbiamo pagata noi». Ma la reazione più clamorosa è quella di Gianfranco Fini: «Marchionne? Ha parlato più da canadese che da italiano». Parole di troppo e rumorosi silenzi, quelli dell’ad Fiat, secondo Massimo Mucchetti: «Parole che non vorremmo leggere come il prologo di un addio».
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Gallino: operai sui tetti, il lavoro tornerà solo fra 5-7 anni
Operai asserragliati sui tetti: per lottare contro la crisi e, innanzitutto, ricordare – con l’aiuto della televisione – il loro diritto elementare alla sopravvivenza. Il sociologo torinese Luciano Gallino, che si è scagliato contro chi vuole dimenticare la classe operaia, sostenendo che è proprio l’oblio dei media e dei politici a spingere i lavoratori a forme eclatanti di protesta, ora avverte: la crisi è più vasta di quanto le apparenze (televisive) suggeriscano, per uscirne occorrerà un periodo molto lungo, di almeno cinque-sette anni.
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Task force di civiltà per soccorrere il popolo degli schiavi
Lo sciopero di ben oltre quattro milioni di immigrati in Italia il primo marzo di quest’anno è un’idea bellissima e generosa. Con discrete possibilità di realizzazione? È meglio interrogarsi. Non basta il web, occorrerebbe, innanzitutto, un’organizzazione capillare. Certo uno sciopero di tal fatta, come è stato fatto notare, dimostrerebbe perfino ai tifosi anti-Balotelli che anche loro campano sulle spalle di una forza lavoro indispensabile. Una forza spesso senza diritti e senza tutele. Se però lo sciopero fallisse o si limitasse a qualche isolata protesta, sarebbe un colpo per questa necessaria presa di coscienza.
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Lavoro e diritti, in un film la grande lezione di Trentin
«Qualche volta vien da pensare a come sarebbero andate le cose in questo Paese se non ci fosse stato, quaranta anni or sono, l’autunno caldo, con quel suo carico di conquiste di democrazia, con quella sua capacità di contaminare poi tutto il mondo del lavoro, ma anche del sapere, innestando altri movimenti. A cominciare dal movimento delle donne. Fu un moto che percorse luoghi di lavoro, scuole, istituzioni: un processo di democrazia e libertà». Bruno Ugolini presenta così il film che dal 30 novembre “L’Unità” propone per ricordare Bruno Trentin e lo storico autunno del 1969.
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Gigantesca tomba di veleni, 38 indagati ad Alessandria
Mezzo milione di metri cubi di veleni. A tanto ammonterebbe la quantità di rifiuti tossici, o comunque pericolosi, nascosti sotto il polo chimico di Spinetta Maregno, a due passi da Alessandria. Lo afferma la Procura della Repubblica, concludendo l’indagine avviata nel maggio del 2008, in seguito all’esposto di Medicina Democratica dell’emergere della presenza di cromo esavalente nelle lavorazioni. Gli indagati sono 38, appartenenti alle tre società (Ausimont, Atofina-Arkema e Solvay) che si sono alternate nel tempo nella gestione del sito industriale. Le accuse sono per tutti di avvelenamento doloso, per alcuni anche di omessa bonifica.
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Open Mind: vip a confronto coi ragazzi, italiani e non
Al via Open Mind, il progetto del comune di Torino che ha come protagonisti i giovani della città, anche di origine straniera. Tutti impegnati per 5 giorni, dal 27 al 31 ottobre, in una serie di dibattiti con personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport e della scienza. Minimo comune denominatore degli oltre 100 ospiti, il legame col capoluogo piemontese e la voglia di condividere la loro esperienza professionale con ragazzi di età compresa tra i 14 e i 30 anni, veri protagonisti della “settimana della cittadinanza”.
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Veleno chimico nel Po, esposto sulla Solvay di Alessandria
Allarme rosso per il fiume Bormida ad Alessandria: la concentrazione di veleno chimico nelle acque supera centinaia di volte quella degli altri fiumi, italiani ed europei. Lo afferma un preoccupante report del Cnr, secondo cui nel Bormida si addensano enormi quantità di Pfoa, acido perfluorottanoico: fino a 1.500 nano-grammi per litro, contro una media di 1-20 unità per litro negli altri corsi d’acqua. Partendo dalle analisi del Cnr, che da Alessandria investono tutto il bacino del Po, Medicina Democratica ha rivolto un esposto alla Procura della Repubblica, chiedendo così di accertare un gravissimo inquinamento di cui sembra che nessuno si preoccupi.