Archivio del Tag ‘servizi segreti’
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Il Times insiste: l’Italia pagò i Talebani anche a Herat
L’Italia denuncia, ma il Times accusa ancora. «All’indomani della querela del governo italiano – scrive “Il Giornale” di Vittorio Feltri il 16 ottobre – il quotidiano britannico insiste nel sostenere che gli italiani abbiano pagato i Talebani per evitare attacchi ai militari e aggiunge che gli accordi furono raggiunti in tutto l’Afghanistan, non solo dunque nell’area di Sarobi, ma anche a Herat». Secondo un comandante talebano, Mohammed Ishmayel, l’accordo siglato lo scorso anno tra i servizi segreti italiani e la guerriglia locale prevedeva che nessuna delle due parti avrebbe attaccato l’altra.
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Borsellino, strage annunciata: ora la verità sui mandanti
Chi uccise, davvero, il giudice Paolo Borsellino nella strage di via D’Amelio a Palermo il 19 luglio 1992? «Se si riuscirà ad arrivare alla verità sarà il primo caso in Italia in cui saranno identificati i mandanti esterni di una strage». Così risponde a “Libera informazione” il giornalista Maurizio Torrealta , già collaboratore di Michele Santoro e ora caporedattore di RaiNews 24, autore nel 2002 del libro “La Trattativa” (Editori Riuniti). Malgrado il silenzio assordante della politica, ormai sappiamo che la trattativa segreta tra mafia e Stato era stata avviata, dice Torrealta, che rivela che le stragi erano state regolarmente annunciate.
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Mazzette ai Taliban? Roma: falso, denunciamo il Times
L’Italia avrebbe pagato i Talebani per scongiurare attacchi contro le proprie truppe in Afghanistan: questa “prassi”, per la quale avrebbe protestato l’ambasciatore Usa a Roma, sarebbe costata la vita a soldati francesi, che si credevano al sicuro. L’accusa, clamorosa, proviene dal Times di Londra, che il 15 ottobre ha firmato un durissimo attacco contro il governo italiano. Che smentisce e replica: «Tutto falso, è solo spazzatura. Reagiremo querelando il giornale londinese».
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Minacce di morte a Ruotolo, informazione in pericolo
Minacciato di morte, pedinato, sorvegliato: momenti da incubo per il numero due di “Annozero”, Sandro Ruotolo, che si è visto recapitare a casa una lettera minatoria con alcuni riferimenti al caso Boffo, il direttore di “Avvenire” dimessosi dopo la campagna del “Giornale” di Vittorio Feltri. La missiva, anonima, avverte Ruotolo che è “il secondo” di una lista di “obiettivi”. Non solo: l’anonimo fa capire che non scherza, mostrando di conoscere particolari della vita familiare del giornalista. La Digos ha subito aperto un fascicolo e le indagini sono in corso. Reporter televisivo di punta, Rutolo ha affrontato temi caldi dell’attualità italiana, denunciando lo strapotere delle mafie.
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Kasyanov: come l’Europa finanziò la rielezione di Eltsin
«Siamo in emergenza, mi servono soldi: se non pago le pensioni e gli stipendi ai militari entro il Primo Maggio, come ho promesso, qui può succedere di tutto». Parola di Boris Eltsin. Nel 1996, il presidente russo rivolse questa pressante richiesta d’aiuto al presidente francese Jacques Chirac e al cancelliere tedesco Helmut Kohl. Lo rivela il libro che sta per pubblicare Mikhail Kasyanov, premier a Mosca dal 2000 al 2004 e soprannominato “mister 2%”, annota Giulietto Chiesa, «in ricordo della percentuale che, come primo ministro di Russia, sembra percepisse in occasione di ogni affare di Stato».
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I segreti dell’Arctic Sea, blitz Usa-Russia contro il Mossad
Il mercantile russo Arctic Sea non nascondeva missili anti-missile S-300 per la difesa tattica delle installazioni nucleari iraniane, ma stava trasportando negli Usa materiale top secret, nel corso di una missione super-segreta, concordata da Mosca e Washington, nel quadro del disarmo mondiale poi ufficializzato da Obama con la storica rinuncia allo scudo anti-missile. Attaccata da agenti segreti del Mossad, la nave sarebbe stata infine liberata da un blitz congiunto, realizzato grazie a un’operazione condotta da forze speciali di Usa e Russia. Lo riferisce Giulietto Chiesa, mettendo insieme fonti russe e americane, civili e militari.
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Travaglio: Francia-Italia, De Villepin e De Minzolin
Quando avranno liquidato anche gli ultimi farabutti dalla stampa e dalla Rai, Silvio Berlusconi e la fairy band scopriranno la portata eversiva delle cronache dall’estero. E aboliranno anche quelle. L’altro giorno, per esempio, Massimo Nava raccontava a pagina 18 del “Corriere della Sera”, cioè a debita distanza dalle cronache italiane, il processo che si è aperto a Parigi contro l’ex premier Dominique de Villepin e uno stuolo di personaggi eccellenti che rischiano il carcere per falso, calunnia e abuso d’ufficio. Questa specie di Watergate alla francese riguarda un presunto complotto ordito da Villepin, forse d’intesa con l’allora presidente Jacques Chirac
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Morire a Kabul, tra i signori dell’oppio e dell’uranio
Via le truppe dall’Afghanistan? Lo chiedono Umberto Bossi (Lega Nord) e Paolo Ferrero (Rifondazione comunista) dopo l’attentato a Kabul che il 17 settembre ha ucciso 6 parà della Folgore, ferendone altri 4 e infliggendo all’Italia il più grave lutto, dopo la strage irachena di Nassiriya. Mentre Bossi auspica che «i nostri ragazzi» tornino a casa «per Natale», Ferrero chiede il ritiro immediato: «La presenza del contingente italiano in Afghanistan è figlia di una politica assurda e sbagliata. Non è bastata neppure a garantire elezioni regolari, visti i colossali brogli da parte del governo-fantoccio di Hamid Karzai, denunciati dagli osservatori internazionali».
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I kamikaze di Bush e i contractor dell’omicidio
Mentre il movimento per la verità sull’11 settembre annuncia un grande raduno a Parigi per l’inizio di ottobre, con appelli ad artisti e giornalisti per la riapertura di un’inchiesta internazionale, il New York Times rivela che la Casa Bianca non esitò, nel 2004, ad affidare imbarazzanti missioni speciali ad agenzie private, pagate per eseguire i lavori meno puliti, fino all’omicidio su commissione. Assassini a contratto, per liquidare possibili nemici durante la “guerra al terrorismo”? Ne parla Giulietto Chiesa su “Megachip”, citando le sconcertanti notizie dell’autorevole quotidiano statunitense, che in Italia non hanno praticamente avuto alcuna diffusione sui media.
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Ingroia: Borsellino tradito dal patto mafia-Stato?
Un patto segreto tra mafia e Stato dietro alle stragi più efferate? Paolo Borsellino fu ucciso perché l’aveva scoperto? «I miei colleghi di Caltanissetta stanno procedendo con grande rigore, in questi mesi stanno affiorando tanti particolari che possono fare finalmente luce su misteri durati troppo a lungo». Il pm antimafia Antonio Ingroia, erede di Borsellino, lancia un appello, dalle colonne di “Repubblica” il 3 agosto: «Chi sa parli: questo è il momento giusto per raccontare tutto su quello che è avvenuto fra il maggio e il luglio del 1992».
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L’uomo del mistero dietro le stragi italiane
Esponente di Avanguardia nazionale, protetto da magistrati e servizi segreti, sospettato (e prosciolto) per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, 29 anni fa. Protagonista della prima trattativa tra Stato e mafia nel 1992, informatore dei carabinieri e autore di omicidi come quello di Alceste Campanile (ma non fa un giorno di carcere per prescrizione). Assolto per un altro omicidio che solo poi ha confessato. Insomma, a Paolo Bellini è andata molto bene nella vita: è entrato e uscito da molti “misteri d’Italia” con la facilità di uno che entra nella porta girevole di un hotel.