Archivio del Tag ‘servizi segreti’
-
Orlandi, stragi, Brenda: l’Italia è un romanzo criminale
«Ci sono giorni in cui una persona normale apre il giornale e ha tutto il diritto di chiedersi: ma in che razza di Paese viviamo?». Se lo domanda lo scrittore Giancarlo De Cataldo, autore del bestseller “Romanzo criminale”, mettendo in fila «la probabile identificazione del presunto rapitore di Emanuela Orlandi», forse legato ad un boss della Banda della Magliana, le rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza con la ricostruzione dei possibili retroscena delle stragi «ufficialmente mafiose» del ‘92-’93 e infine il rinvenimento del corpo carbonizzato del trans “Brenda”, super-teste nel caso Marrazzo.
-
Milano, la strage e il poliziotto che voleva sventarla
Non voglio fare qui la recensione di un libro che pure lo meriterebbe – ci sono altri spazi e altri momenti – però mi piacerebbe ricordare assieme ad Antonella Beccaria e Simona Mammano, autrici di “Attentato Imminente”, edizioni Stampa Alternativa, una delle figure più belle e ancora poco note della brutta storia dei misteri italiani. Si chiamava Pasquale Juliano ed era un comissario di Polizia, il capo della Squadra Mobile di Padova. È l’uomo che quasi un anno prima che avvenisse la strage di Piazza Fontana aveva scoperto la pericolosità della cellula veneta di Ordine Nuovo.
-
Il Manifesto: ecco la mappa dei relitti tossici
In fondo al mare italiano non ci sono solo centinaia di navi affondate. I nostri fondali hanno nascosto per almeno un ventennio verità che nessun governo vuole rivelare. Lo afferma il “Manifesto”, in edicola il 14 novembre. «E’ il nostro un paese non solo di navigatori, ma anche di trafficanti di rifiuti, di logge massoniche più o meno coperte che sulle scorie fanno campare generazioni di imprenditori senza scrupoli, di servizi molto segreti che pensano più alla copertura degli affari sporchi che alla difesa della democrazia», scrive il quotidiano comunista diretto da Valentino Parlato.
-
Putin: mentre cadeva il Muro, difesi il Kgb con le armi
Mentre il Muro cadeva e la vita dei tedeschi dell’Est cambiava per sempre, Vladimir Putin era occupato notte e giorno a distruggere dossier, a cancellare le tracce di tutte le comunicazioni, a bruciare documenti nella sede del Kgb di Dresda. «Avevamo talmente tanta roba da mettere nel fuoco che a un certo punto la stufa scoppiò», ha raccontato lui stesso in una lunga intervista che il canale televisivo Ntv manderà in onda questa sera. Poi, dopo l’assalto agli uffici locali della Stasi, venne il turno della sede del Kgb. Una folla enorme si assiepò davanti alla palazzina che ospitava i sovietici
-
Pio La Torre spiato dai servizi fino alla vigilia dell’agguato
Pio La Torre, l’eroe siciliano della lotta contro la mafia trucidato in un agguato a Palermo il 30 aprile 1982, fu spiato a lungo dai servizi segreti: l’uomo che lottava contro i clan imponendo l’istituzione del reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni degli affiliati a Cosa Nostra, fu tenuto sotto sorveglianza per molti anni da apparati di sicurezza dello Stato, fino alla vigilia dell’imboscata che gli costò la vita. Coincidenza inquietante? Lo ha ribadito l’8 novembre Giovanni Minoli, presentando su “Rai Storia” uno speciale su La Torre, nel quale numerosi testimoni rievocano le clamorose battaglie del leader comunista siciliano
-
Gazprom Nation, il regime di Putin ha salvato la Russia
Il sistema Putin è quello che ha riportato Mosca protagonista sulla scena internazionale e dato una svolta decisa a un paese che sotto Eltsin era finito al collasso. È la reazione al sistema caotico, oligarchico e pseudo-democratico di Eltsin. La stragrande maggioranza dei russi lo condivide: perché ha portato ordine, stabilità e grandi miglioramenti. Nessuno dice che sia un sistema perfetto, ma Putin ha dato una nuova prospettiva al paese: ripristinando il ruolo dello Stato, il presidente-premier ha costretto i “robber barons”, gli oligarchi eltisiniani, ad occuparsi solo di affari e non di politica.
-
Stragi in Pakistan, i Talebani: terroristi mercenari Usa
Il governo pachistano lo aveva detto: i Talebani risponderanno all’offensiva in Waziristan con rappresaglie in tutto il paese. E così è stato: clamorose azioni di commando contro obiettivi militari a Rawalpindi e Lahore e sanguinosi attentati come quello al bazar di Peshawar, nel quale sono rimasti uccisi 115 civili e altri duecento sono rimasti feriti, mutilati, sfigurati. Questo secondo tipo di azioni, secondo le autorità di Islamabad, sono condotte dai Talebani nella speranza di «far vacillare la determinazione» con cui il paese sta lottando contro di loro.
-
Intercettazioni, Ingroia: chi ha paura della verità
Le intercettazioni sono decisive per la lotta alla mafia: senza di esse, le prove sarebbero spesso soltanto indiziarie, affidate alle sole rivelazioni dei pentiti. La mafia le teme, perché sa che proprio dalle intercettazioni sono nate le vittorie dell’antimafia, e non solo. Alcuni “misteri” italiani, tra cui l’assassinio del presidente dell’Eni, Enrico Mattei, potrebbero essere risolti grazie alla rilettura di registrazioni. Lo afferma da Palermo il procuratore aggiunto antimafia Antonio Ingroia, autore di un lungo intervento su “Il Fatto Quotidiano” che ricostruisce il ruolo strategico delle intercettazioni nella lotta al crimine in Italia.
-
‘Facebook, capolavoro del suo azionista-ombra: la Cia’
Facebook? Il miglior risultato di intelligence che sia mai stato raggiunto, grazie alla più grande banca mondiale di dati sensibili. Se i media hanno celebrato Mark Zuckerberg come il bambino prodigio che, a soli 23 anni, si è trasformato in un multimiliardario grazie al successo della sua creatura, nessuno ha prestato attenzione all’investimento da 40 milioni di dollari effettuato dalla Cia, partner-ombra di Facebook, per creare la più importante rete sociale del web. Un patrimonio inestimabile di informazioni, che i servizi segreti Usa hanno contribuito in modo decisivio a sviluppare.
-
Karadzic, processo all’orrore nel cuore dell’Europa
Crimini di guerra e crimini contro l’umanità, dall’inizio del conflitto in Bosnia fino alla strage di Srebrenica, nel luglio 1995, pochi mesi prima delle ostilità, nella quale furono massacrate 8.000 persone. Uccisioni, stupri, torture. Brutalità commesse in 19 municipalità bosniache, senza contare l’agonia di Sarajevo, città-martire, sopravvissuta a un feroce assedio durato 44 mesi. Un dossier schiacciante: 530 testimoni, un milione di pagine. Questi i capi di imputazione che il 16 ottobre attendono l’ex leader dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic, davanti al tribunale dell’Aja, istituito per i crimini commessi nell’ex Jugoslavia negli anni ’90.
-
«Augias spia di Praga, in cambio di un uovo di Pasqua»
«È un’accusa talmente ridicola che non varrebbe la pena neanche di rispondere: ma questi sono i tempi in cui viviamo, in cui si è costretti a reagire alle calunnie mediatiche». Così Corrado Augias il 19 ottobre su “Repubblica” risponde allo “scoop” del giorno precedente sul “Giornale” di Vittorio Feltri, nel quale Augias avrebbe “scoperto” di esser stato una spia, col nome in codice “Donat”, in contatto coi servizi segreti della Cecoslovacchia dal 1963 al 1967. Contatto deludente: Augias sarebbe stato “pagato” con un uovo di Pasqua.
-
Grasso al Tg3: Borsellino ucciso per alzare il prezzo
La mafia voleva uccidere Andreotti, ma anche Mannino, Martelli, Vizzini. Poi capì che non doveva colpire chi avrebbe potuto esaudire le sue richieste. «In questo senso si può dire che la trattativa abbia salvato la vita a molti politici». E’ la tesi del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, esposta al Tg3 il 18 ottobre. Secondo Grasso, la trattativa segreta con Cosa Nostra c’è stata, eccome. E la strage di via D’Amelio, costata la vita a Paolo Borsellino, può essere servita per aumentare la pressione sullo Stato e imporre il patto segreto, basato sul ricatto: un freno all’animafia, o altre stragi.