Archivio del Tag ‘schiavitù’
-
La profezia di Godley: con l’euro, nazioni ridotte a colonie
Poi non dite che non ci avevano avvisati. L’euroscettico Wynne Godley lo fece, in modo perentorio, a partire dal lontano 1992, al momento del varo del Trattato di Maastricht. Tesi: senza un governo democratico federale, l’Europa affidata solo all’euro e alla Bce è fatta apposta per portare le sue nazioni al collasso economico. Perché, senza un potere di spesa illimitato e “pronta cassa”, alla prima crisi seria si spalancherà l’inferno delle austerità e le economie più deboli cominceranno a soccombere, andando incontro alla catastrofe sociale. Godley non era un profeta, ma semplicemente un economista democratico: «Se un paese o una regione non ha alcun potere di svalutare – scriveva nel ’92 – e se questo paese non è il beneficiario di un sistema di perequazione fiscale, allora un processo di declino cumulativo e terminale sarebbe inevitabile e condurrebbe, alla fine, all’emigrazione come unica alternativa alla povertà e alla fame».
-
Vogliono i nostri soldi: loro hanno un piano, noi non ancora
Esplode la voglia di fuggire dall’Europa, adesso che i suoi padroni aizzano i cani della crisi contro i popoli. I proprietari universali hanno fatto alcuni esperimenti da Shock Economy per vedere se gli azzannati riuscivano a difendersi. Volevano collaudare – su scala ridotta, ma non troppo – il modo in cui una società potrebbe essere annichilita da una burocrazia ottusa e feroce e trovarsi impedita se vuole rovesciare la politica dominante. La Grecia avrebbe potuto riassorbire la fase acuta della crisi in pochi mesi, e invece le sono state somministrate per anni ricette economiche prive di qualsiasi apparente logica. Mentre si licenziavano centinaia di migliaia di lavoratori, a quelli che conservavano il posto si imponevano stipendi decurtati e orari ben oltre le 40 ore settimanali. E ora siamo giunti al test di Cipro, non ancora concluso, eppure già adottato dagli eurocrati che gongolano perché lo vogliono ripetere su larga scala.
-
Travaglio: Grasso evitò di indagare Schifani, difeso dal Pd
«I 5 Stelle che han votato Grasso contro Schifani sapevano bene chi è Schifani e hanno scelto il meno peggio, cioè Grasso, ma non avevano la più pallida idea di chi è Grasso». E questo è un bel problema, dice Marco Travaglio, specie per chi dice di informarsi sul web per sfuggire alla propaganda di regime: «Se l’avessero fatto davvero, avrebbero scoperto che il dualismo Schifani-Grasso era finto». Schifani è sempre piaciuto al Pd, che infatti cinque anni fa «non gli candidò nessuno contro, votò scheda bianca e mandò la Finocchiaro a baciarlo sulla guancia». Quando poi lo stesso Travaglio raccontò in televisione «chi è Schifani», i primi ad attaccarlo furono Finocchiaro, Violante, Gentiloni, il direttore di “Rai3” Ruffini e “Repubblica”. «Schifani era il pontiere dell’inciucio Pdl-Pd. Così come Grasso che, per evitare attacchi politici, s’è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini più scomode su mafia e politica, mentre altri pm pagavano e pagano prezzi indicibili per le loro indagini».
-
Via gli zombie dell’euro, l’Ue è fondata sull’imbroglio
Addio euro: si avvicina la fine di quella che è stata una pericolosa “avventura forzata” per i popoli europei e, al tempo stesso, un gioco d’azzardo per il mondo della finanza. Il premio in palio era la stabilità economica, come valore-guida di un’Europa immaginata libera, giusta e portatrice di civiltà e benessere? Fallimento totale: stiamo cercando di sopravvivere tra le macerie di un’Europa «instabile, schiavizzata, ingiusta e impoverita», osserva Alberto Conti su “Megachip”. Da noi, la crisi del sistema dominante, made in Usa, è stata aggravata dalla perdita rovinosa della sovranità monetaria – unica vera leva per attutire i colpi – e dal grande imbroglio delle politiche salariali tedesche, che «ha rappresentato la complicanza mortale di un sistema già malato». Puntando all’egemonia, non potendo svalutare la moneta, la Germania ha “svalutato” i salari, «provocando così differenziali d’inflazione che hanno rapidamente messo fuori gioco gli avversari più deboli nella gara della competitività produttiva e commerciale».
-
Massacro a orologeria, per noi euro-prigionieri della Troika
Tutto il mondo politico italiano rappresentato nel nuovo Parlamento, compreso il “Movimento 5 Stelle”, vive in una nuvola lontana anni luce dalle drammatiche scadenze della crisi economica e dai vincoli europei. Pare che tutte le principali forze abbiano dimenticato le politiche di austerità che ci hanno portato ai confini della catastrofe sociale in cui già è sprofondata la Grecia e in cui stanno scivolando Portogallo e Spagna, in un terribile contagio destinato ad estendersi. Così si ignora che il prossimo governo, ammesso che se ne faccia uno, ha già i compiti e le decisioni assegnate dagli impegni assunti dal governo Monti e approvati quasi alla unanimità dal precedente Parlamento. Questi impegni sono stati furbescamente ignorati in una campagna elettorale concentrata sul ruolo dei partiti. La crisi economica è diventata così quasi una derivata della crisi di questi ultimi. Troppo facile, purtroppo.
-
Atene, tecnocrati Ue nel panico: vietato farsi riconoscere
Atene come Kabul: ormai è zona di guerra, almeno per i funzionari dell’Unione Europea. Che hanno ricevuto istruzioni sconcertanti: stare lontano dalle piazze, rintanarsi in casa, sprangare le finestre. E soprattutto: non farsi riconoscere come funzionari di Bruxelles, perché sarebbe pericoloso: «Attenzione a documenti, badge di identificazione o altri oggetti che dimostrino l’affiliazione di primo piano alle istituzioni europee». Lo rivela il giornale “To Vima”, che ha reso pubblico l’incredibile vademecum distribuito dalla Commissione Europea ai suoi uomini in missione nella capitale ellenica: evitare le “zone calde” e le manifestazioni, anche a costo di dover annullare riunioni importanti. Letteralmente: «Non stare dietro le finestre o sul portone di un palazzo per guardar passare il corteo: la vostra presenza potrebbe provocare una reazione aggressiva da parte dei manifestanti». E ancora: «Chiudere le finestre della stanza, in modo da non essere soggetti a possibili usi di gas lacrimogeni da parte della polizia». E restare anonimi, come gangster latitanti o spericolati 007 in territorio nemico.
-
Euro-rigore, i predoni della nostra vita truccano le carte
Politici e tecnocrati che parlano a agiscono come boss, recitando una commedia che, nella realtà, si trasforma nella nostra tragedia quotidiana: roba da leggere ai bambini come fiabe della buonanotte, dice Monia Benini, non fosse che il racconto della nostra crocifissione è fatto apposta per generare incubi. Come quelli che affiorano all’indomani della famigerata cena a bordo del panfilo Britannia ormeggiato a Civitavecchia nel giugno del ’92, con a bordo Mario Draghi e la super-lobby degli “invisibili” che avrebbe fatto un sol boccone delle privatizzazioni italiane. Le risorse del risparmio delle famiglie italiane, liberate dai titoli di Stato grazie anche al crescente interesse degli “investitori esteri” verso i titoli del nostro debito, sarebbero confluite nelle casse delle banche, attraverso i “fondi”, e questi li avrebbero a loro volta investiti nelle partecipazioni delle imprese privatizzate. Partita di giro, col trucco: i risparmi alle banche, per regalare loro l’industria statale. «Speculazione, scommesse sul nulla, gioco d’azzardo con imprese, con gli Stati e contro gli Stati».
-
Vera sovranità democratica: la lunga marcia che ci attende
Un valido difensore della valle di Susa aggredita dalla Torino-Lione, colossale spreco di denaro pubblico, ben peggio del mitico Ponte sullo Stretto. E un nemico giurato della “casta”, quella che vive – anche – di finanziamento pubblico a quei partiti che non hanno voluto cambiare la legge elettorale tenendosi l’orrido “Porcellum”, per poter comodamente imbottire il Parlamento di “nominati” di stretta fiducia, inclusi indagati e pregiudicati. Questo in sostanza il profilo politico iniziale del “Movimento 5 Stelle”, che si è via via evoluto – durante la campagna elettorale, di piazza in piazza – per voce del leader, sempre più incline a puntare sul “reddito minimo di cittadinanza” per tenere in piedi un’Italia sul punto di crollare. Elementi di decrescita e riconversione ecologica dell’economia, certo. E poi: scuola pubblica e sanità pubblica, investimento culturale, Internet veloce e gratuito per tutti. Con che soldi? Forse si comincia a capirlo solo ora, dopo le elezioni.
-
Il Guardian: grazie Italia, svolta democratica per l’Europa
«Oh giorno felice. Il risultato elettorale italiano è un trionfo per la democrazia. “Nessun Papa, nessun governo, nessun capo della polizia”, recitava un Tweet a diffusione virale che salutava l’arrivo a Roma della “politica punk”. Il risultato è un antidoto, non solo per la corrotta politica italiana, ma anche per il dogma di austerità che ora prende l’economia dell’Europa per la gola. L’unico modo di allentare la sua presa è attraverso il voto. Congratulazioni, Italia». Così il “Guardian”, attraverso Simon Jenkins, saluta il clamoroso risultato italiano. «Il trionfatore elettorale più spettacolare è Beppe Grillo, un comico satirico scatenato ma con un messaggio chiaro: l’austerità, l’euro e la corruzione tutti insieme sono la causa dei mali continui che tormentano l’Italia. Possiamo discutere i problemi, ma perché preoccuparsi quando nessuno ascolta? Basti dire alle autorità in carica, come fa Grillo, di andare affanculo. Quando i politici hanno bandito Grillo dalle Tv, questi si è messo a usare il blog e la piazza. Il suo colpo da ko è stato il voto».
-
Giulietto Chiesa: entusiasmo e onestà, mi fido di Grillo
«Scommetto sull’onestà di Beppe Grillo: lo faccio perché scommetto sull’entusiasmo dei suoi sostenitori». Parola di Giulietto Chiesa, da anni impegnato per un’alternativa politica radicale, che smascheri e mandi in pensione la casta dei “maggiordomi”, agli ordini dello spread. Della sinistra “falcemartellata e girotondina” non vale neppure la pena di parlare: «Addio per sempre! La riscossa è venuta da un’altra parte. Ed è giusto che sia così, perché la storia non fa sconti a nessuno». E il Pd? «Esce clamorosamente sconfitto, e adesso implora». Quanto al centrodestra, «forse festeggia soltanto lo scampato pericolo della sua sparizione, ma le cifre lo dicono: dai 17 milioni di voti che aveva nel 2008, è sceso a 8 milioni. Meno della metà. Un tracollo: sono stati dimezzati». Fine della “narrazione berlusconiana”. «Hanno perduto otto milioni e mezzo di voti. L’Italia è cambiata, e non solo perché Beppe Grillo ha vinto». Il trionfo “5 Stelle”, semmai, è una certificazione: siamo entrati in una nuova epoca.
-
Barnard: operai schiavi, ringraziate i vostri sindacati
Guardatevi, operai della Fiat di oggi. Ma guardatevi in questo modo: mettetevi su un balcone più in alto e state affacciati a osservare Mirafiori e Pomigliano. Cosa si vede da lì su? Si vede un pollaio dove in 4 metri quadri di terriccio puzzolente i polli si agitano per difendere i loro 4 metri quadri di terriccio puzzolente. Ma come vi siete conciati in quel modo? Lo sapete che nessuno vi ha mai raccontato chi veramente vi ha fottuti? Tutto vogliono, meno che voi scopriate che le fonti dei vostri mali stanno TUTTE fuori dal recinto Italia, perché se le scoprite allora gli inceppate il gioco e li potete fottere. Vi hanno convinti che la libertà e la dignità oggi per voi significhi contrattare su un altro metro quadro di recinto infestato di cacca. Sperano che a nessuno di voi salti in mente di accorgersi che fuori dalla rete del pollaio ci sono spazi di salvezza illimitati in termini economici, che vi hanno sempre tenuti nascosti.
-
Petrolio, gas e uranio: la Guerra Infinita ora trasloca in Mali
Tripoli e Gaza, Damasco e Kabul, Baghdad e Mogadiscio. Missili, droni e petroliere che salpano con scorta militare, per paura dei pirati. Ricchi contro poveri, secondo un copione sempre più confuso: la secessione filo-occidentale del Sud-Sudan petrolifero appena infrastrutturato dalla Cina e il rapido congelamento della “primavera araba”. Eliminato Gheddafi, ora tocca al Mali, il “nuovo Afghanistan”, raccontato come ultimo terreno di lotta scelto dal radicalismo islamico per battersi contro l’Occidente. Non è solo quello, avverte Ennio Remondino: al contrario dell’Afghanistan, il Mali custodisce immense riserve di petrolio e gas algerino, accanto a nuovi giacimenti scoperti in Niger e in Mauritania. Inoltre, il Mali confina con le maggiori riserve mondiali di uranio, ed è al centro delle rotte europee dei clandestini e della droga. Dall’aprile 2012, “Al Qaeda nel Maghreb islamico” (Aqim) controlla questo territorio: e da lì può influire sulla trasformazione radicale delle rivolte nei paesi arabi.