Archivio del Tag ‘scandalo’
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Scandalo Afghanistan, l’ombra della Cia sul terrorismo
Centinaia di civili massacrati dalle forze di coalizione, un’unità segreta incaricata di “uccidere o fermare” qualsiasi leader talebano anche senza processo, l’aumento degli attacchi dei droni e la collaborazione tra i servizi segreti pakistani e i talebani. Questi i contenuti più scottanti dei file segreti del Pentagono sull’Afghanistan svelati dal portale “Wikileaks” e pubblicati dal “Guardian”, dal “New York Times” e dallo “Spiegel”. In tutto 92.000 documenti, che «forniscono un ritratto devastante della guerra in Afghanistan rivelando come le forze della coalizione abbiano ucciso centinaia di civili in incidenti non dichiarati», mentre aumentano gli attacchi dei talebani, alimentati da un ambiguo alleato: il Pakistan.
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Ma quale Bertolaso, la notizia è la Clerici a Sanremo
Riconosciamolo: giovedì sera, la trasmissione di informazione di punta della rete ammiraglia Rai era sulla notizia: Antonella Clerici al Festival di Sanremo. Un fatto insieme epocale e caldo caldo, che l’instancabile Bruno Vespa, reduce da una sfibrante presentazione pomeridiana del proprio libro condotta dal Premier a mo’ di legittimo impedimento letterario, ha sviscerato fino a notte fonda in un’edizione straordinaria di Porta a Porta. Straordinaria per il suo essere sul pezzo, in tempo reale con fatti sconvolgenti: la bellezza di Antonella, la sua dieta coraggiosa, i suoi svenimenti per ritrovare la linea perduta
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Mentre le case crollavano, gli sciacalli ridevano
Il sei aprile, alle 4 di mattina, mentre io cercavo disperatamente e inutilmente di tirar fuori dalle macerie i miei due figli e mio padre, c’era chi, a poche centinaia di chilometri di distanza, dentro il suo letto, rigirandosi fra le lenzuola, rideva. Rideva della tragedia di una città, rideva di oltre trecento morti, rideva di gente impaurita che scappava dai luoghi della vita e che addosso aveva al massimo un pigiama e un paio di pantofole. All’Aquila, quelle risate per fortuna non le ha sentite nessuno. In quella notte, appena rischiarata dalla luna, tutti noi siamo sprofondati nel silenzio della morte.
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Torino 2006, già in disarmo gli impianti olimpionici
A quattro anni di distanza dalle Olimpiadi Invernali, gli impianti alpini di Torino 2006 sono in disarmo, sulle stesse montagne dove si stanno per riaprire i cantieri dell’alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Se la valle di Susa attende con inquietudine la nuova sessione di prospezioni geologiche per il progetto del treno veloce contro cui si battono i No-Tav e la Comunità montana, che non credono né all’utilità dell’opera né all’efficacia delle eventuali infrastrutture di compensazione, a pochi chilometri di distanza, sui monti innevati, si consuma lo spettacolo dell’abbandono (o del declassamento) di alcuni dei costosissimi impianti olimpionici, costati decine di milioni di euro.
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Travaglio: caso Genchi, il thriller che fa tremare l’Italia
«In “Why Not” avevo trovato le stesse persone sulle quali indagavo per la strage di via D’Amelio. L’unica altra indagine della mia vita che non fu possibile finire». Inizia così il dialogo tra Gioacchino Genchi e Edoardo Montolli, su ciò che Berlusconi definì «il più grande scandalo della Repubblica», l’archivio Genchi. Un materiale così scottante da riscrivere gli ultimi vent’anni: da Tangentopoli alle scalate bancarie, dai grandi crac ai processi clamorosi, fino a Falcone e Borsellino, «con elementi nuovi che aprono enormi squarci nelle istituzioni». Non teoremi, ma fatti: «Indagini e amicizie impensabili, uno scioccante dietro le quinte».
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Giustizia, referendum contro la riforma salva-premier
Un referendum contro la riforma della giustizia se la maggioranza dovesse insistere con il disegno di legge presentato in Senato per introdurre il “processo breve” che eviterebbe a Berlusconi le udienze sui casi Mills e Mediaset. «Siamo pronti a raccogliere firme per un referendum», annuncia il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero: «Il Pdl usa un problema vero, quello della durata dei processi, per un vantaggio privato: l’impunita’ del premier». Secondo l’ex ministro, «Berlusconi ha una sola priorità, quella di salvarsi dai processi, mentre il Paese va a ramengo».
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Travaglio: il crocifisso, la rivoluzione dell’uguaglianza
Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io. Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo.
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Violenze in carcere, serve un Garante dei detenuti
Rebibbia, Ucciardone, Castrogno, Regina Coeli. Carceri i cui nomi si conoscono bene, perché appartengono all’onomastica delle città. Ma delle quali, al di là del nome che portano e dall’aspetto un po’ tetro che trasmettono, si conosce ben poco. Il mondo dei penitenziari, del resto, è un’isola a parte da sempre. Con le sue regole, i codici non scritti, le sue gerarchie. Capita però che a volte qualcosa fuoriesca. E quasi sempre accade quando si parla di casi di violenza e, purtroppo, di morte.
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Politica e mafia, Spinelli: sono anni che sappiamo tutto
Sono anni che ci domandiamo come tutto ciò sia potuto accadere: il senso della legge che si sfibra, lo Stato che suscita timore o disprezzo perché s’accomoda con l’illegalità e rinuncia al controllo del territorio, che non interviene prima delle catastrofi ma solo ai funerali. E la democrazia che si perverte, divenendo qualcosa di prevaricatore: come un diritto divino che si dà all’Unto delle urne. Il diritto a giocare con le leggi come il dittatore-Charlot gioca con il mappamondo: a considerare legittimo quello che è illegale, illegittimo quello che è legale, dunque a sovvertire categorie, istituzioni, leggi che nella Repubblica sono ferme, durevoli, non legate alla durata effimera delle maggioranze e legislature.
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Berlusconi-Marrazzo, il fair play del premier-editore
Che il capo del governo sia venuto in possesso di un video contro Marrazzo non in quanto capo del governo ma nelle vesti di proprietario di un’impresa di comunicazione è qualcosa di cui sembra non essersi accorto nessuno. Nemmeno i suoi oppositori. Avete forse letto una sola dichiarazione indignata o almeno stupita? Commentavo con tre amici di sinistra la telefonata in cui Berlusconi avverte il governatore del Lazio di un filmato che lo riguarda, dopo averne avuto notizia dai dirigenti della Mondadori ai quali era stato proposto.
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Marrazzo e le primarie Pd, non può essere solo sfortuna
Di sicuro non se la immaginavano così, questa fredda domenica delle primarie. E certo non alla fine di un percorso interminabile e già costellato – qua e là – di «incidenti» più che imbarazzanti. Non potevano supporre che il colpo finale fosse quello che trovano stampato proprio oggi sulla prima pagina di ogni quotidiano. Magari titoli del tipo «Ricatti e trans, Marrazzo si dimette»: il primo tra i governatori del Pd – per l’importanza della Regione che amministra – costretto, insomma, a gettare la spugna per una storia di “vizi privati”, ricatti non denunciati, carabinieri arrestati e zone d’ombra ancora tutte da rischiarare.
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Vaccinarsi, con Primo Levi, dal cancro del negazionismo
Chiedere perdono agli ebrei? Impossibile. Sono arroganti, tracotanti, bugiardi. Pretendono che il mondo chieda loro scusa, all’infinito, per i crimini della Shoah, sicuramente una persecuzione risalente a settant’anni fa, ma non certo un genocidio: non ci sono prove che siano state sterminate sei milioni di persone, men che meno nelle camere a gas. Fantasie, invenzioni. Leggende. E’ la tesi che un ricercatore dell’università La Sapienza di Roma espone ora sui numerosi blog di cui è curatore. L’ennesimo scandalo del delirio negazionista.