Archivio del Tag ‘rivoluzione’
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Latouche: rivoluzione della gioia, contro gli orrori del Pil
Per concepire e costruire una società di abbondanza frugale e una nuova forma di felicità, è necessario decostruire l’ideologia della felicità quantificata della modernità; in altre parole, per decolonizzare l’immaginario del Pil pro capite, dobbiamo capire come si è radicato. Quando, alla vigilia della Rivoluzione francese, Saint-Just dichiara che la felicità è un’idea nuova in Europa, è chiaro che non si tratta della beatitudine celeste e della felicità pubblica, ma di un benessere materiale e individuale, anticamera del Pil pro capite degli economisti. La Dichiarazione di indipendenza del 4 luglio 1776 degli Stati Uniti d’America, paese in cui si realizza l’ideale dell’Illuminismo su un terreno ritenuto vergine, proclama come obiettivo: «La vita, la libertà e la ricerca della felicità».
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Sankara: la mia rivoluzione si chiamava felicità
«La nostra rivoluzione avrà valore solo se, guardando intorno a noi, potremo dire che i Burkinabé sono un po’ più felici grazie a essa. Perché hanno acqua potabile e cibo abbondante e sufficiente, sono in splendida salute, perché hanno scuola e case decenti, perché sono meglio vestiti, perché hanno diritto al tempo libero; perché hanno l’occasione di godere di più libertà, più democrazia, più dignità. La rivoluzione è la felicità. Senza felicità, non possiamo parlare di successo». Così Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso, definiva il senso della sua azione, tredici giorni prima del colpo di stato del 15 ottobre 1987 nel corso del quale sarebbe stato assassinato.
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Globalizzazione, tutti più poveri: ribellarsi, con S.Francesco
I milioni di italiani che in questi decenni hanno lavorato sodo, per salari e stipendi modesti, e che adesso si sentono intimare dal governo “è arrivata l’ora dei sacrifici duri” come se fossero loro i responsabili della crisi, si domandano come in una vecchia canzone dei Rokes: ma che colpa abbiamo noi? È tutta la vita che facciamo sacrifici, che cosa si pretende ancora da noi? Diteci chi sono i veri responsabili perché abbiamo il diritto di farli a pezzettini. E qui viene il difficile. Responsabile è l’attuale governo? È poco credibile perché, per quanto possa aver commesso errori, è alla guida del Paese da soli due anni.
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Rischio rivolta, se a pagare la crisi sono solo i poveri
Una tradizione cinese racconta che in passato i medici ricevevano la parcella dai loro pazienti per tutto il tempo che questi ultimi versavano in condizioni di buona salute, l’emolumento ai dottori era sospeso appena compariva una malattia. Con piccole correzioni si potrebbe proporre di applicare questa antica saggezza alla pratica della flessibilità rendendola criterio universale di regolazione dei rapporti socio-economici. Il lavoratore flessibile dovrebbe pagare merci e servizi nell’interezza del loro prezzo solo quando lavora a tempo pieno, dovrebbe invece riceverli a metà prezzo quando posto in cassa integrazione e gratis quando disoccupato.
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Pasqua, la Repubblica d’Appennino e la rivoluzione
Nella Repubblica degli Appennini, nel cuore del cuore del Paese, tra le valli dell’Esarcato tra Senio e Lamone, fino alle profonde gole del Serchio e della Magra, tra Colla e Muraglia, Carpinelli e Pradarena, la nuova stagione di primavera è ancora solo attesa gravida di primaticci segnali. I crinali sono innevati e il disgelo tardivo gonfia i torrenti e infradicia i pascoli alti, la gelata notturna schianta i primi boccioli della rosa canina e cuoce i baccelli dei carrubi; ma gli albicocchi e gli amareni hanno preso a fiorire, le vacche appena sgravate mugulano dalle stalle la brama del primo trifoglio, gli agnelli saltabeccano per i recinti
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Santoro, lo share e la rivoluzione
Beh, aspettate a festeggiare, non è che cambi niente in concreto. Lo spettacolo (ricordiamoci di non chiamarlo “programma”, perché non risiedeva in alcun palinsesto) “Raiperunanotte” ha ottenuto un successo strepitoso, definito da più parti una rivoluzione nell’informazione. E lo è per molteplici motivi, essendo un evento forse senza precedenti in tutto il globo, avvenuto proprio nel Paese più ingessato del mondo dal punto di vista giornalistico. Nessuno aveva mai mescolato prima Tv, web, piazza, radio, satellite, Tv locali, blog, in un’unica piattaforma informativa in diretta e in contemporanea.
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Monicelli: Italia senza dignità, serve una rivoluzione
Gli italiani, gli intellettuali, gli artisti, sono poco coraggiosi? Sì, lo sono sempre stati. Sono stati vent’anni sotto un governo fascista, ridicolo, con un pagliaccio che stava lassù. Avete visto quello che ha combinato. Ci ha mandato l’Impero, le falangi romane lungo Via dell’Impero; ha fatto le guerre coloniali, ci ha mandato in guerra. Eravamo tutti contenti, che c’era uno che guidava lui, pensava lui, “Mussolini ha sempre ragione”, tutti stavano “bòni e zitti”. Adesso il grande imprenditore ha detto: «Lasciatemi governare, votatemi, perché io mi sono fatto da solo, sono un lavoratore, sono diventato miliardario, vi farò diventare tutti milionari».
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Gli eroi libertari di Kronstadt, traditi dai sovietici
Mercoledì 16 marzo 1921 cadeva Kronstadt. L’armata bolscevica comandata da Lev Trockij, superando il tratto di mare ghiacciato, entrava nella base navale facendo strage dei marinai e degli operai che erano insorti contro l’oppressione dei comunisti. Buffo. Nella marina venivano arruolati operai specializzati, tutti bolscevichi. I marinai di Kronstadt avevano dato il via alla rivoluzione di ottobre; dall’incrociatore Aurora era partito il primo colpo di cannone contro il Palazzo d’Inverno facendo cadere il governo Kerenckj.
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Vanzetti dal carcere: no alla violenza politica
Il gran male che il fascismo ha fatto, o ha rivelato, è la bassezza morale in cui siamo caduti dopo la guerra e la supereccitazione rivoluzionaria degli ultimi anni. Ci sono alcuni, tra coloro che vengono definiti rivoluzionari, che affermano che i fascisti ci insegnano come fare, ed hanno l’intenzione di ispirarsi ai metodi fascisti, esasperandoli. E’ il grosso pericolo, il pericolo di domani dopo che il fascismo sarà caduto, o per dissenso interno, o dopo un attacco esterno.
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Ribelle senza rivoluzione: Holden e la paura del futuro
Il tipo, il catcher, è davvero insopportabile. È tutto quello che pensi dopo che hai passato con lui una settimana inutile. Sta lì, parla, girovaga, va a puttane ma poi si pente, gira per New York in cerca di non si sa che cosa, incontra vecchi professori, prende per i fondelli lo psicologo, cerca di liberarsi della sorella che ha già pronta la valigia e ti racconta una vagonata di storie di cui, sinceramente, non sai che fartene. La cosa che più ti manda in bestia è che ha sempre diciassette anni. E tutti continuano a chiamarlo il giovane Holden.
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Fame e schiavitù, così l’Occidente ha condannato Haiti
La tragedia di Haiti è tale da lasciare senza parole. E da rendere ancor più piccine e petulanti se non tragicamente ridicole quelle che affollano la scena politica italiana. Sto leggendo un bel libro, che consiglio a tutti, “I giacobini neri”: narra la storia della rivoluzione degli schiavi di Haiti, allora ricchissima e invidiatissima colonia della Francia, in contemporanea con la Rivoluzione Francese. Quello di Haiti è l’unico esempio nella storia del genere umano di rivoluzione vittoriosa di schiavi contro i padroni schiavisti. Tralascio le efferatezze compiute di routine e per un paio di secoli – con la benedizione del clero – dalla “superiore” civiltà europea
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Giustizia per Sankara, l’ultima speranza dell’Africa
Francia e Usa si decidano ad aprire i loro archivi, 22 anni dopo il crimine più infame organizzato in Africa: l’omicidio del presidente Thomas Sankara, eroe nazionale dell’indipendenza del Burkina Faso, la “terra dei puri” liberata dal giogo coloniale e imperialistico, all’epoca in cui ancora si chiamava Alto Volta. Il missionario italiano Alex Zanotelli è fra le personalità che hanno ora sottoscritto il clamoroso appello internazionale per giungere finalmente alla verità (giudiziaria, storica e politica) sulla tragica fine di Sankara e del suo straordinario esperimento di liberazione.