Archivio del Tag ‘referendum’
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Lockdown inutili e disastrosi, referendum in Svizzera
Approfittando di una disposizione unica nella loro Costituzione, gli attivisti svizzeri hanno raccolto firme sufficienti per indire un referendum nazionale volto a togliere al governo i poteri di imporre misure di blocco conseguenti a una pandemia. Il gruppo Amici della Costituzione ha raccolto 86.000 firme per richiedere una votazione a livello nazionale per decidere se abrogare la legge Covid-19 del 2020 del governo approvata a settembre, scrive “Business Insider”. La Costituzione svizzera prevede il ricorso alla democrazia diretta, in base alla quale i cittadini possono indire un referendum per annullare leggi introdotte dal Parlamento se sono in grado di raccogliere 50.000 firme in 100 giorni. Avendo superato ampiamente tale requisito, il voto è previsto per giugno. La settimana scorsa il governo svizzero ha annunciato restrizioni più severe con lo scopo dichiarato di limitare la diffusione di nuove varianti del Covid-19 che si dice siano state scoperte per la prima volta in Gran Bretagna.Hanno imposto la chiusura di negozi che vendono prodotti “non essenziali”, limitato gli incontri privati a cinque persone e ordinato alle aziende di chiedere ai dipendenti di lavorare da casa, ove possibile, o di far indossare mascherine al personale. Hanno anche prolungato la chiusura dei ristoranti, oltre che dei siti culturali e sportivi, fino alla fine di febbraio, riferisce la “Reuters”. Christoph Pfluger, membro del consiglio di amministrazione di Amici della Costituzione, ha dichiarato che il gruppo ritiene che il governo stia «approfittando della pandemia per aumentare il controllo e ridurre la democrazia». Il gruppo ha anche affermato che la legge Civid-19 è «sproporzionata» e «manifestamente inefficace», mentre altri hanno sostenuto che dà al governo troppo potere per imporre un «sistema obbligatorio di vaccini insufficientemente testati». Secondo quanto riporta “The Local”, Pfluger ha detto: «Il successo del referendum costituirebbe un invito alle autorità ad esercitare la massima cautela nella campagna di vaccinazione e anche a imporre una moratoria».Questo dibattito in Svizzera si inserisce nel quadro di diversi studi che confermano il danno sproporzionato arrecato agli individui e alla società nel suo complesso dall’attuazione delle misure di blocco. La rivista “Newsweek” ha recentemente pubblicato uno studio dell’Università di Stanford (ITALIANO) che ha concluso di non poter «trovare un chiaro e significativo effetto benefico» delle misure di blocco «sulla diffusione dei casi in qualsiasi paese». In effetti, lo studio ha affermato che i lockdown draconiani possono di fatto aumentare i tassi di infezione. Tre professori sono giunti a questa stessa conclusione lo scorso autunno quando hanno scritto: «Se l’isolamento ha davvero modificato il corso di questa pandemia, allora il conteggio dei casi di coronavirus avrebbe dovuto chiaramente diminuire quando e dove l’isolamento ha avuto luogo. L’effetto avrebbe dovuto essere ovvio. A giudicare dalle prove, la risposta è chiara: l’isolamento obbligatorio ha avuto poco effetto sulla diffusione del coronavirus».Un altro rapporto pubblicato a novembre sottolinea l’incommensurabile danno inflitto dalle misure di lockdown nei settori della salute mentale, dell’economia, della disoccupazione, della criminalità e dell’istruzione. Questi includono un raddoppio delle tendenze suicide nel complesso, con un enorme numero di giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 24 anni che a fine giugno hanno riferito di aver avuto idee suicide. A quel tempo, il 40% degli adulti americani aveva dichiarato di avere problemi di salute mentale. I sintomi dell’ansia erano triplicati e quelli della depressione erano quadruplicati rispetto ai dati del 2019. Le visite al pronto soccorso legate a problemi di salute mentale sono aumentate del 24% per i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni e del 31% per quelli tra i 12 e i 17 anni, rispetto al 2019. Il 39% di quelli nella fascia di reddito basso, che vivono con un reddito familiare di 40.000 dollari o meno, ha dichiarato di aver perso il lavoro. C’è stato un aumento del 53% cento degli omicidi da giugno ad agosto, con picchi relativi ad abusi domestici, tra cui, ad esempio, un aumento del 25% delle chiamate a un ente di beneficenza del Regno Unito per gli abusi in famiglia.Uno studio pubblicato a luglio dalla Heritage Foundation ha rilevato che i lockdown draconiani del tipo adottato in molti Stati americani sono meno efficaci nel combattere il Covid-19 rispetto alle strategie più strettamente dirette a coloro che sono maggiormente a rischio. Con la consapevolezza che «la possibilità di morte dovuta al Covid-19 è più di mille volte superiore nei vecchi e nei malati rispetto ai giovani», e che «man mano che aumenta l’immunità nella popolazione, il rischio di infezione per tutti – compresi i più vulnerabili – diminuisce» dato che la popolazione si sposta verso «l’immunità di gregge», decine di migliaia di medici e scienziati della sanità pubblica e sostengono invece questo approccio più strettamente mirato che chiamano “Focused Protection” (protezione mirata). Questa valutazione, presentata nella Dichiarazione di Great Barrington, adotta come obiettivo centrale la protezione dei soggetti vulnerabili, mentre coloro che non rientrano in questa categoria dovrebbero «essere immediatamente autorizzati a riprendere la vita normale».Secondo il loro giudizio professionale, questo è «l’approccio migliore che bilancia rischi e benefici del raggiungimento dell’immunità di gregge», e quindi la protezione dell’intera popolazione dagli effetti nefasti del virus e delle draconiane misure di lockdown. Mentre la Svizzera procede sulla via del referendum, lo fa come una delle più antiche democrazie del mondo, con una Costituzione che enfatizza la libertà individuale, poiché si impegna a «proteggere la libertà e i diritti del popolo». Con la sua disposizione sulla democrazia diretta, la Svizzera indice ogni anno molteplici referendum su ogni tipo di argomento. Lo scorso marzo, però, mentre si avvicinavano al loro “momento Brexit” con un voto nazionale volto a ridurre i rapporti della nazione con l’Unione Europea, il governo ha annullato il voto e sospeso le campagne per altri referendum a causa delle misure di limitazione della pandemia. Come concluse allora la “Reuters”, «la tradizione di democrazia diretta del paese è stata vittima dell’epidemia».(Patrick Delaney, “Svizzera: referendum contro i lockdown”, da “LifeSiteNews” del 19 gennaio 2021, tradotto da Cinthia Nardelli per ComeDonChisciotte).Approfittando di una disposizione unica nella loro Costituzione, gli attivisti svizzeri hanno raccolto firme sufficienti per indire un referendum nazionale volto a togliere al governo i poteri di imporre misure di blocco conseguenti a una pandemia. Il gruppo Amici della Costituzione ha raccolto 86.000 firme per richiedere una votazione a livello nazionale per decidere se abrogare la legge Covid-19 del 2020 del governo approvata a settembre, scrive “Business Insider”. La Costituzione svizzera prevede il ricorso alla democrazia diretta, in base alla quale i cittadini possono indire un referendum per annullare leggi introdotte dal Parlamento se sono in grado di raccogliere 50.000 firme in 100 giorni. Avendo superato ampiamente tale requisito, il voto è previsto per giugno. La settimana scorsa il governo svizzero ha annunciato restrizioni più severe con lo scopo dichiarato di limitare la diffusione di nuove varianti del Covid-19 che si dice siano state scoperte per la prima volta in Gran Bretagna.
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Scordatevelo, la storia non finisce con Donald Trump
Alla fine doveva succedere. L’America era spaccata in due non da mercoledì, e nemmeno dalle presidenziali; già all’indomani dell’elezione di Donald Trump partì una campagna di odio che delegittimava il presidente, democraticamente e liberamente eletto e spaccava in due razze l’America, i trumpiani e i dem. Vari furono i tentativi di impeachment per rovesciare Trump e le campagne mondiali per colpirlo e ridicolizzarlo. Fu considerato subito un guerrafondaio in lotta contro il mondo e un dittatore che avrebbe riportato indietro gli States. E invece Trump, pur con i suoi atteggiamenti da guascone, non ha fatto nessuna guerra e ha fatto crescere gli Usa sul piano economico e del lavoro come non succedeva da anni. Il consenso a Trump cresceva e la sua conferma alla Casa Bianca era nell’aria un anno fa. Poi arrivò il Covid e da un verso la campagna mondiale contro di lui, dall’altro le spavalderie di Trump lo portarono a perdere consensi e generare insicurezza.
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L’eurovirus passa all’incasso: Italia ko, ci portano via tutto
La seconda ondata sarà peggiore della prima. Le mascherine sono perfetto terreno di coltura per i microbi e per giunta vi intossicano di anidride carbonica facendovi respirare aria viziata: malattie assicurate (se il governo fosse in buona fede, farebbe portare parasputi di plastica). Aggiungete che il vaccino antinfluenzale spesso non funziona e aggrava l’influenza, mentre risulta facilitare l’infezione da Covid 19 (si chiama “interferenza vaccinale”). In tal modo, e coi tamponi che danno un 80% di falsi positivi e attribuendo al Covid-19 anche i morti di cancro, diabete e altro, il regime gonfia i numeri e ricomincia a bloccare l’economia, mentre sblocca le cartelle esattoriali, i pignoramenti e i licenziamenti. Sarà peggio che con la prima ondata. Presto, a mesi, avremo milioni di disoccupati o finti occupati, aziende chiuse, crollo del Pil e del gettito fiscale, con impennata della spesa pubblica per cassa integrazione, sanità, immigrati. Arrivano la patrimoniale e il prelievo notturno dai conti correnti?Di certo, l’economia e la società saranno in ginocchio forse già prima della primavera. Ma il Recovery Fund arriverà dal prossimo autunno. E poi ci vorranno mesi per impiegarlo concretamente. Nel frattempo il paese sarà allo sfascio. E allora qual è il senso dell’operazione? Per chi sono i soldi del Recovery Fund? E’ evidente per chi sono quei soldi: per gli imprenditori sciacalli amici del regime, della partitocrazia, dell’Europa tedesca, che li riceveranno per comperare l’Italia in ginocchio e in svendita, per assumerne la proprietà e il controllo presentandosi per suoi salvatori. Per rilevare le residue aziende valide, le proprietà immobiliari, i crediti ipotecari in sofferenza, gli spazi di mercato lasciati liberi dalle piccole aziende e dai lavoratori autonomi che dovranno chiudere, mentre i governi tedesco e altri tengono in vita le loro con sgravi fiscali e sostegni economici.Poveri fessi, che avete votato Sì al referendum credendo di dare un colpo alla partitocrazia! Avete al contrario rinforzato questo governo, perché ora i grillini lo sosterranno a ogni costo, e sosterranno la sua suddetta strategia, sapendo che, se si va a votare, le loro poltrone in Parlamento si ridurranno a un decimo delle attuali! Il rappresentate della Bce ha dovuto ammetterlo, anche se lo sapevamo da anni, che le banche centrali creano denaro dal nulla, anche quello del Recovery Fund; e allora dovreste capire che è questa l’unica via per evitare il disastro economico: che la Repubblica italiana batta una sua moneta parallela all’euro, consentita dai trattati, per sostenere aziende, famiglie, investimenti, servizi, senza indebitare le finanze pubbliche e i contribuenti.(Marco Della Luna, “L’eurovirus passa all’incasso”, dal blog di Della Luna del 16 ottobre 2020).La seconda ondata sarà peggiore della prima. Le mascherine sono perfetto terreno di coltura per i microbi e per giunta vi intossicano di anidride carbonica facendovi respirare aria viziata: malattie assicurate (se il governo fosse in buona fede, farebbe portare parasputi di plastica). Aggiungete che il vaccino antinfluenzale spesso non funziona e aggrava l’influenza, mentre risulta facilitare l’infezione da Covid 19 (si chiama “interferenza vaccinale”). In tal modo, e coi tamponi che danno un 80% di falsi positivi e attribuendo al Covid-19 anche i morti di cancro, diabete e altro, il regime gonfia i numeri e ricomincia a bloccare l’economia, mentre sblocca le cartelle esattoriali, i pignoramenti e i licenziamenti. Sarà peggio che con la prima ondata. Presto, a mesi, avremo milioni di disoccupati o finti occupati, aziende chiuse, crollo del Pil e del gettito fiscale, con impennata della spesa pubblica per cassa integrazione, sanità, immigrati. Arrivano la patrimoniale e il prelievo notturno dai conti correnti?
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Conte governa coi bollettini dei contagi, la politica è morta
Può il bollettino dei contagi sostituire il Parlamento? Se lo domanda Gianluigi Da Rold sul “Sussidiario”, dopo la decisione di Conte di prorogare lo stato d’emergenza a causa del Covid–19 fino al 31 gennaio 2021. «Praticamente, l’Italia resterà in questa condizione per un anno intero, unico paese in Europa». Il 1° ottobre, il numero dei tamponi eseguiti ha battuto ogni record: oltre 115.000. Ma terapie intensive, decessi e ricoveri restano pressoché in linea con il numero dei giorni precedenti. Siamo “schiavi del bollettino”? La verità è che «ognuno dice la sua, e Conte decide prima ancora di consultare il Parlamento». Anche se non si tratta di un lockdown generale, scrive Da Rold, lo stato d’emergenza «mette maggiore ansia in un paese che è angosciato da altre prove che lo attendono, non solo in campo sanitario», e inserisce un nuovo motivo di polemica «proprio mentre ci si dovrebbe unire in uno sforzo comune sia per affrontare la pandemia, sia per affrontare quella che ormai sembra una crisi di sistema». Da anni, ormai, la democrazia parlamentare «sembra più preoccupata di garantire un libero mercato che abbia poche regole, piuttosto che la coesione sociale e i diritti di tutti i cittadini».In questo modo «si sono accentuate le differenze sociali, si sono ridotte le funzione dei Parlamenti e si è creata confusione fra i tre classici poteri». L’eco dello scontro, «ai limiti della decenza», tra Donald Trump e Joe Biden nel primo dibattito televisivo per le presidenziali americane «ha lasciato un po’ tutti stupefatti, ma è sembrato un segnale allarmante per come si presenti oggi la democrazia americana, quella che è stata – insieme alla Gran Bretagna, pur con tutti i suoi limiti – uno dei maggiori riferimenti per i democratici di tutto il mondo». Quanto all’Italia, sembra che il nostro paese sia «veramente sull’orlo di una vera e propria crisi di sistema». Tanto per cominciare, «c’è un governo che è composto principalmente da due forze che, al momento, hanno più motivi di divisione che di coesione». Divisi su tutto, Pd e Movimento 5 Stelle sono separati anche sul fronte costituzionale: contrariando Zingaretti, Grillo ha detto che non crede più nella democrazia rappresentativa. Ruolo della magistratura, Mes e Recovery Fund: non c’è intesa su niente. Senza contare che adesso «diventa inquietante» il ritardo con cui arriverebbero gli aiuti europei.Scontato, in fondo, per un governo-disastro nato al solo scopo di escludere la Lega? Di certo, il trasformismo “acrobatico” di Conte, passato dal governo con Salvini a quello contro Salvini, «ha di fatto indebolito tutta la politica nel suo complesso, non riuscendo tra l’altro a creare un’unità necessaria per superare una crisi di sistema». Non ci sono solo le critiche di Sabino Cassese sulla ridotta funzione del Parlamento, sul taglio lineare dei parlamentari avvenuto cancellando due articoli della Costituzione, con un referendum che ha esaltato solo Luigi Di Maio. Il problema è che, guardando ai risultati delle elezioni regionali, vedendo le proiezioni nazionali e i sondaggi – aggiunge Da Rold – non esiste solo un governo che è in minoranza numerica nel paese, ma paradossalmente maggioranza in Parlamento. Tra partiti e movimenti, «non esiste più un punto di riferimento, un autentico partito di maggioranza relativa intorno a cui sviluppare una linea politica di coalizione». Non solo: «Il proporzionale è destinato ad aumentare ancor più la confusione».Se la Lega perde voti e non raggiunge il 24%, e il Pd è inchiodato al 20%, i 5 Stelle – attualmente, partito di maggioranza relativa in Parlamento – stanno scivolando al quarto posto della classifica, forse prossimi al 10%. Cresce la Meloni, ma Forza Italia è in via di estinzione: «C’è qualcuno che può spiegare quale tipo di maggioranza funzionante, coesa, può uscire da un simile panorama politico?». Ed ecco delinearsi «una crisi di sistema veramente grave», peggiorata da quella che Da Rold definisce «l’invadenza delle magistratura nella politica», e l’atavica elefantiasi di una burocrazia «borbonica». Servirebbe «un governo che almeno assomigli a un esecutivo di unità nazionale», in grado di affrontare «la situazione sanitaria, occupazionale, economica, scolastica». E invece, si scivola verso il baratro.Può il bollettino dei contagi sostituire il Parlamento? Se lo domanda Gianluigi Da Rold sul “Sussidiario“, dopo la decisione di Conte di prorogare lo stato d’emergenza a causa del Covid–19 fino al 31 gennaio 2021. «Praticamente, l’Italia resterà in questa condizione per un anno intero, unico paese in Europa». Il 1° ottobre, il numero dei tamponi eseguiti ha battuto ogni record: oltre 115.000. Ma terapie intensive, decessi e ricoveri restano pressoché in linea con il numero dei giorni precedenti. Siamo “schiavi del bollettino”? La verità è che «ognuno dice la sua, e Conte decide prima ancora di consultare il Parlamento». Anche se non si tratta di un lockdown generale, scrive Da Rold, lo stato d’emergenza «mette maggiore ansia in un paese che è angosciato da altre prove che lo attendono, non solo in campo sanitario», e inserisce un nuovo motivo di polemica «proprio mentre ci si dovrebbe unire in uno sforzo comune sia per affrontare la pandemia, sia per affrontare quella che ormai sembra una crisi di sistema». Da anni, ormai, la democrazia parlamentare «sembra più preoccupata di garantire un libero mercato che abbia poche regole, piuttosto che la coesione sociale e i diritti di tutti i cittadini».
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Pieni poteri, ma per il nostro bene: la dittatura più ipocrita
Nel governo che tentò di aumentare il margine operativo per l’Italia (deficit) e provò a varare un abbozzo di welfare aggiuntivo (reddito di cittadinanza), Matteo Salvini – il Mostro, l’Uomo Nero – promosse la mini-riforma delle pensioni (Quota 100) e caldeggiò il taglio drastico del carico fiscale (Flat Tax), dopo aver costretto l’Europa a farsi carico degli sbarchi dei migranti, respinti da ogni altro paese e convogliati tutti verso l’Italia. Ostacolato in ogni modo, in un esecutivo inceppato fin dall’inizio per volere dei poteri forti che impedirono a Paolo Savona di coordinare la politica economica, lo stesso Salvini – sull’onda del grande consenso raccolto – osò pronunciare l’espressione alla quale fu prontamente crocifisso: “pieni poteri”. Era un modo, improvvido, per chiedere di poter passare dalle parole ai fatti, con il conforto democratico del suffragio popolare. Errore catastrofico: gli chiusero ogni spiraglio, costringendolo alla resa anche mediante il consueto assedio giudiziario all’italiana. Contro di lui – solo per cancellarlo – fu messo in piedi il nuovo governo. I 5 Stelle arrivarono a rinnegare se stessi, alleandosi con i loro nemici storici: il “Partito di Bibbiano” e persino l’odiato Matteo Renzi.Dettaglio: il premier rimase lo stesso di prima, quello che collaborava amabilmente col vicepremier Salvini, approvando anche il blocco delle navi cariche di migranti. Non solo: i famosi “pieni poteri” invocati da Salvini sono ora esercitati – e nel modo che vediamo – dall’oscuro Giuseppe Conte, mai eletto e mai votato da nessuno. Agli italiani, nel giro di pochi mesi, “l’avvocato del popolo” è arrivato a infliggere l’impensabile. Serviva un pretesto coi fiocchi, ed è prontamente arrivato: si chiama Covid. Quanto sia grande, la voglia di “pieni poteri”, lo dimostra – in piccolo – l’infimo Nicola Zingaretti, presidente del Lazio e segretario del partito che tiene in piedi il governo nato unicamente per espellere Salvini. Poche ore dopo aver subito la sentenza del Tar laziale, che gli impedisce di imporre l’obbligo vaccinale per l’influenza, Zingaretti ha sfoderato un’altra imposizione: l’obbligo di indossare la mascherina ovunque, nel Lazio, anche all’aperto, come già avviene in Campania (centrosinistra) e in Sicilia (centrodestra). Avvertiva Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt: queste misure vessatorie pensate a livello regionale – l’inutile Tso vaccinale per l’influenza e l’obbligo di mascherina in strada – sono solo l’antipasto per un ulteriore giro di vite nazionale.Detto fatto: dopo aver terrorizzato i cittadini a mezzo stampa, scambiando i contagi per ricoveri, ora il Governo dei Pieni Poteri – unico in Europa a prorogare lo stato d’emergenza – medita apertamente di imporre la “museruola” a tutti gli italiani, ovunque si trovino: come se il coronavirus fosse ancora una grave minaccia per la quale non esistono cure, e come se la mascherina fosse davvero un efficace strumento di limitazione del contagio. Da più parti, nel mondo, si levano proteste contro il “partito dei pieni poteri”: in Belgio, i medici denunciano la gestione autoritaria dell’emergenza, raccomandata dall’Oms, con prescrizioni giudicate gratuite, inutili, pericolose per la salute, disastrose per l’economia e gravemente incostituzionali, contrarie alle libertà democratiche. Un dialogo tra sordi: i sanitari spiegano che il Covid ormai è curabile, visto che i rimedi sono stati messi a punto e la mortalità del morbo è praticamente irrisoria; ma questo non basta a convincere i decisori, affezionati come sono ai “pieni poteri” che il coronavirus ha loro regalato. L’Italia, poi, vince in solitaria la gara: in nessun altro paese europeo il lockdown è stato così prolungato, così rigido e così privo di contromisure sociali, al punto che l’economia è in ginocchio.L’altra notizia – ferale – è che molti italiani credono ancora alla televisione, cioè ai bollettini di Conte e alle funeree previsioni degli esperti di corte, inutilmente smentiti dai medici a cui il governo impedisce in ogni modo – anche censurando il web – di parlare ai cittadini. A completare la catastrofe politica, si segnala la resa dell’opposizione: Matteo Salvini (insieme alla Meloni) si è arreso ai “pieni poteri”. Lega e Fratelli d’Italia non hanno reagito, alle imposizioni di quella che i detrattori chiamano “dittatura sanitaria”. Non hanno chiamato gli italiani in piazza, non hanno lanciato raccolte di firme, non hanno promosso azioni dimostrative: hanno evitato persino di dar vita a una protesta, a oltranza, nelle aule del Parlamento (appena amputato, via referendum, su invito dei massimi esponenti mondiali del “partito dei pieni poteri”). Salvini e Meloni si sono anzi impegnati – come se fossimo in tempo di pace – nella campagna elettorale per le regionali, nei giorni in cui studenti e insegnanti venivano costretti a vivere una sorta di allucinazione collettiva, quella della scuola ai tempi del Covid.«Salvini sugli sbarchi ha ragione, non ha violato nessuna legge: ma dobbiamo incastrarlo lo stesso». Le scandalose intercettazioni che imbarazzano settori della magistratura sono state portate alla luce dal processo a Luca Palamara, il presidente dell’Anm che ha ammesso di aver svolto, per anni, la funzione di “accomodatore”, per conto delle correnti politiche che “governano” le toghe, condizionando la giustizia. Ma, con un colpo di spugna – il divieto di citare come testimoni ben 126 colleghi magistrati – ecco che anche i “panni sporchi” della magistratura si apprestano ad essere lavati in casa, nel silenzio del Quirinale. Del resto, non sono questioni che possano interessare la maggioranza degli italiani, calamitata da ben altre attrazioni: il campionato di calcio, ma soprattutto i bollettini quotidiani sui contagi. Non stupisce: l’opinione pubblica è manipolata da molto tempo. Agli spettatori, negli ultimi tempi, erano stati proposti efficaci film dell’orrore: prima l’Isis, poi Greta. L’Isis, cioè: una banda di feroci tagliagole (fanatici isolati e pazzi, senza amici nel partito dei “pieni poteri”) che poteva scorrazzare impunemente in tutta Europa, seminando strage. Non un arresto, un interrogatorio, una confessione, una vera indagine. Mai nulla: solo l’uccisione dei killer, muti per sempre.Variante drammaturgica dell’Isis, la piccola Greta: ovvero il mutamento climatico (sempre avvenuto) spacciato come problema di oggi, causato dall’attività umana. Traduzione: la colpa è nostra. Corollario: il vero problema – l’inquinamento – passa in secondo piano. Verità nascosta: i grandi inquinatori, sempre loro, sono gli sponsor occulti della piccola fiammiferaia svedese, e per noi hanno in mente il grandioso business della riconversione “green” della finanza, col pretesto di qualche pennellata “verde” da dare all’economia. Di Green Deal parla anche il Governo dei Pieni Poteri, quello italiano. Le sue indicazioni per il Recovery Fund sono fuori dalla portata di qualunque genio letterario. Per risollevare l’Italia dal disastro causato dal lockdown “cinese”, modello Wuhan, i signori che dettano le parole al ventriloquo Conte hanno escogitato le seguenti trovate: tracciamento universale del cittadino, guerra al denaro contante, invio in orbita di una “costellazione” di satelliti 5G. Il tempo stringe, e assomiglia a un cappio: vaccinazioni obbligatorie, mascherine obbligatorie.I signori cittadini sono invitati (anzi, costretti) a dimenticarsi di tutte le loro vite precedenti, quelle in cui potevano dire la loro. Il Governo dei Pieni Poteri – unico, anche qui – ha persino varato un’istituzione di sapore staliniano come il “Ministero della Verità”, per eliminare dal web le voci più scomode. Se qualcuno pensa che tutto questo sia in qualche modo normale, è fuori strada: deve aver capito male. Non è normale nemmeno che l’inviato della Casa Bianca si scomodi per venire in Italia ad accusare il Papa di aver stretto una sorta di “patto col diavolo”, concedendo al regime cinese qualcosa che la Chiesa non aveva mai accordato a nessun governo: il potere di nomina dei vescovi. Non è normale neppure questo, infatti: non è normale che sia il partito comunista di Xi Jinping a stabilire chi e come amministrerà i cattolici in Cina, cioè la patria mondiale dei Pieni Poteri, il grande paese dove è nato il problema che oggi sta letteralmente devastando e ricattando il pianeta con l’arma della paura. Non c’è niente di normale, in tutto quello che sta succedendo.Anni fa, il grande Primo Levi ricorse a un apologo letterario per descrivere le modalità psicologiche attraverso cui il cittadino si può trasformare gradualmente in prigioniero, dapprima inconsapevole: vede che qualcuno sta costruendo un recinto, ma non sospetta che – un brutto giorno – quel filo spinato diventerà il perimetro, chiuso e invalicabile, della nuova prigione di massa. E’ notorio che proprio gli ebrei, nella Germania nazista, furono gli ultimi ad aprire gli occhi sulla sorte che li attendeva. «Non può essere vero»: è sempre il pensiero ricorrente, al primo impatto con un possibile abominio. E’ naturale, umanissimo. E lo sanno bene gli autori della narrazione pubblica, i cosiddetti “padroni del discorso”. Mai far vedere il recinto, tutto insieme: meglio un tratto di filo spinato, uno soltanto, e naturalmente “per il nostro bene”, per la nostra sicurezza (sanitaria, magari). Non lo vedete? Persino lo scettico Donald Trump, il “mandante” dell’uomo che ha osato rimproverare il Papa, ora è ricoverato per Covid, proprio all’indomani della missione romana di Pompeo. E quindi: oggi, vaccini e mascherine (e domani, chissà). Ma la domanda è sempre la stessa: fino a che punto l’ex cittadino, ora trattato come suddito, accetterà di subire i Pieni Poteri?(Giorgio Cattaneo, “Pieni poteri, per il nostro bene: la dittatura più bella del mondo”, dal blog del Movimento Roosevelt del 3 ottobre 2020).Nel governo che tentò di aumentare il margine operativo per l’Italia (deficit) e provò a varare un abbozzo di welfare aggiuntivo (reddito di cittadinanza), Matteo Salvini – il Mostro, l’Uomo Nero – promosse la mini-riforma delle pensioni (Quota 100) e caldeggiò il taglio drastico della pressione fiscale (Flat Tax), dopo aver costretto l’Europa a farsi carico degli sbarchi dei migranti, respinti da ogni altro paese e convogliati tutti verso l’Italia. Ostacolato in ogni modo, in un esecutivo inceppato fin dall’inizio per volere dei poteri forti che impedirono a Paolo Savona di coordinare la politica economica, lo stesso Salvini – sull’onda del grande consenso raccolto – osò pronunciare l’espressione alla quale fu prontamente crocifisso: “pieni poteri”. Era un modo, improvvido, per chiedere di poter passare dalle parole ai fatti, con il conforto democratico del suffragio popolare. Errore catastrofico: gli chiusero ogni spiraglio, costringendolo alla resa anche mediante il consueto assedio giudiziario all’italiana. Contro di lui – solo per cancellarlo – fu messo in piedi il nuovo governo. I 5 Stelle arrivarono a rinnegare se stessi, alleandosi con i loro nemici storici: il “Partito di Bibbiano” e persino l’odiato Matteo Renzi.
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Sì: premiato il governo che lavora col favore delle tenebre
«Aprite gli occhi: hanno dichiarato guerra, a tutti noi». In momenti come questo, si fa acuta la nostalgia per una voce che si è spenta lo scorso 26 aprile, quella di Giulietto Chiesa. Si poteva non essere d’accordo con lui su alcune cose, ma non era possibile non riconoscergli l’impegno civile, praticamente titanico, coraggiosamente profuso al prezzo della perdita di molti privilegi. La sua missione, spesso solitaria, era quella di chi dedica la propria vita per avvertire i prigionieri della caverna, spiegando che – là fuori – c’è chi sta preparando il peggio: per tutti, nessuno escluso, compresi quelli che continuano a illudersi di essere al riparo, di fronte alla catastrofe incombente. Come i non molti intellettuali liberi di questo paese, anche Giulietto Chiesa aveva dato una chance ai grillini, evitando di demonizzarli, fin da quando sembravano vittime dell’insopportabile interdizione mediatica riservata agli outsider. Ed era poi stato sempre tra i primi, Giulietto, a capire di che pasta fosse veramente fatto, quel movimento: moltissimi giovani, animati dalle migliori intenzioni, ma (questa la loro colpa) disposti a tacere di fronte all’autoritarismo di Grillo & Casaleggio, all’imposizione “militare” del consenso interno, al divieto di dissenso. Che democrazia potrebbe mai costruire, un partito-caserma senza democrazia?La più raggelante delle risposte viene, oggi, dalla miserrima bozza – poche decine di paginette – con cui il governo Conte informa Bruxelles su come vorrebbe spendere i soldi dell’eventuale Recovery Fund. Tra le misure escogitate per far uscire il paese dalla crisi economica provocata non tanto dal Covid, quanto dal governo stesso (cioè dal lockdown “cinese” imposto all’Italia, senza una strategia per limitare i danni al sistema-paese), l’ex “avvocato del popolo” messo a Palazzo Chigi dai 5 Stelle pensa di impiegare miliardi di euro per abolire il denaro contante, potenziare la video-sorveglianza sui cittadini e mettere in orbita «una costellazione di satelliti 5G». Vorrebbe anche realizzare la schedatura sanitaria degli italiani, e addirittura «studiare differenti stili di vita delle persone», e quindi «impostare politiche di prevenzione», laddove gli italiani rifiutassero di obbedire, cioè di seguire gli “stili di vita” proposti dal governo. Sempre Giuseppe Conte, quello che «non lavora col favore delle tenebre», vorrebbe pure «potenziare il contrasto alle “fake news”», cioè limitare ulteriormente la libertà di espressione e «regalare altri soldi ai delatori di regime», per dirla con Massimo Mazzucco, che ha condiviso l’ultima stagione di Giulietto Chiesa aprendo insieme a lui l’esperimento di “Contro Tv”, una delle voci che più danno fastidio al governo dei 5 Stelle.Proprio della libertà di informazione, Giulietto Chiesa – già comunista, poi allontatosi dalla sinistra – aveva fatto una vera e propria ragione di vita. Che cosa direbbe, di fronte alla situazione di oggi? Si commenta da sola la decisione del governo grillino (unico, in questo, nei paesi occidentali) di istituire a Palazzo Chigi una sorta di Ministero della Verità, una super-commissione orwelliana incaricata di “bonificare” il web da tutte le notizie scomode per l’esecutivo, ovvero per i poteri sovranazionali per i quali lavora, in piena sintonia con le élite cinesi e franco-tedesche, incluse quelle (atlantiche) che hanno proposto prima Greta Thunberg e poi Bill Gates come nuovi eroi per un pianeta post-democratico, popolato da sudditi diligenti, sottomessi e conformati alla religione tecno-psicologica del politicamente corretto. Triste, la parabola dei 5 Stelle: hanno ferocemente tradito le loro promesse elettorali (tutte, dalla prima all’ultima), e per questo hanno visto più che dimezzarsi i loro voti, ma sono riusciti in una storica impresa: assestare un colpo mortale alla democrazia italiana. Lo hanno fatto prima sistemando a Palazzo Chigi l’oscuro Giuseppe Conte, allievo del più influente gruppo di potere vaticano, e ora privando gli elettori della possibilità di eleggere 345 parlamentari. Era il piano di Licio Gelli: l’ha realizzato Beppe Grillo, attraverso Luigi Di Maio.A sconfortare non è l’aspetto tecnico dell’esito referendario, che premia le richieste esplicite dei grandi poteri finanziari (far dimagrire i Parlamenti, indebolendo in tal modo le possibilità di opposizione). Se un giorno la democrazia italiana dovesse risorgere, il brutale taglio inflitto il 20-21 settembre 2020 potrebbe essere riparato, con un adeguato ridisegno delle istituzioni. Quello che scoraggia, piuttosto, è la cecità di moltissimi italiani: punendo la piccola casta rappresentata dai parlamentari, dotata di scarsissimi poteri, non si sono resi conto di aver fatto un favore immenso alla grande casta, quella che conta e che detta ai governi le sue condizioni. Peggio ancora: quasi tre italiani su quattro non hanno approfittato del voto – che era la prima vera occasione di espressione, loro concessa, dopo mesi di arresti domiciliari e poi di libertà vigilata – per pronunciare apertamente un “no” che arrivasse, forte e chiaro, alle orecchie di chi sta abusando di loro, dopo averli terrorizzati (anziché aiutati) di fronte all’epidemia del coronavirus. Deprime, questo harakiri collettivo. E non solo: la catastrofe referendaria non può che incoraggiare i manipolatori, che infatti già annunciano di voler procedere, a spron battuto, con la loro agenda.Si tratta di un’agenda che può apparire “infernale”, cioè sinistramente totalitaria, essendo fondata sull’eliminazione delle libertà residue: i prestanome al governo – Conte, Di Maio, Zingaretti – vorrebbero sottoporre la popolazione a un controllo asfissiante, tecno-sanitario, senza più veri diritti, dopo aver opportunamente causato una profonda depressione economica, destinata a tenere in ansia la maggior parte degli italiani, assillati da gravi problemi quotidiani di ordine pratico. A questo si è arrivati per gradi, alimentando a dismisura la paura del Covid. Come valutare altrimenti gli eventi che abbiamo alle spalle? Immagini-simbolo, quelle della parata dei camion militari carichi di bare. Il conteggio degli orrori è fuori controllo, dal divieto di eseguire autopsie all’emarginazione sistematica dei medici (italiani) che annunciavano di aver messo a punto efficaci terapie per ridurre il Covid a malattia “normale”, perfettamente curabile. Inutile ricorrere alle statistiche, come quelle ufficiali che ricordano come l’influenza stagionale del 2017 (per la quale non si adottò nessuna quarantena) abbia prodotto quasi lo stesso bilancio di vittime della cosiddetta pandemia del 2020, presentata come terrificante e invincibile. Non avendo più dati spaventosi da esibire – ricoveri, morti – oggi si agita il numero dei semplici contagiati, ossia persone in buona salute, prive di sintomi. E funziona.Per chi non l’avesse ancora capito, siamo in guerra. Non è neppure importante scoprire da cosa sia scaturito, il maledetto virus. E’ fondamentale, invece, comprendere come sia stato finora utilizzato in un’unica direzione: contro di noi, come avrebbe detto Giulietto Chiesa. Contro di noi, gente della strada, ieri sparavano i terroristi cosiddetti “islamici”: facevano crollare torri, falciavano passanti. Mai che cercassero di colpire obiettivi simbolici del potere, teoricamente loro nemico: nel mirino c’erano solo e sempre le persone comuni. Oggi, il Covid si presenta come un’occasione d’oro, irripetibile, per chiunque volesse mettere in atto un piano di dominio capace di radere al suolo l’idea stessa di democrazia. Come con il terrorismo, a stravincere è l’arma della paura: la sua efficienza è micidiale, perfettamente dosata attraverso il sistema del mainstream media. Nei suoi ultimi anni, Giulietto Chiesa reiterò spesso il medesimo allarme: una catastrofe sta per travolgerci. Pensava ai bankster, ai sicari economici, ai mandanti in doppiopetto dei terroristi, agli sciacalli della “guerra infinita”. Ora siamo alla palese sovragestione di un virus. La catastrofe fanto temuta è finalmente arrivata: non impugna un mitra, ma indossa un camice.Avremo ancora un democrazia? Avremo ancora libertà e diritti? Servirebbero parole chiare, dai politici. L’unico personaggio che si sia pronunciato in questi termini, in Europa, negli ultimi mesi, è stato Robert Kennedy Jr. nel suo memorabile discorso a Berlino. Il mondo libero guarda a Donald Trump e alle imminenti presidenziali americane. I nano-politici italiani, incluse le sedicenti opposizioni, si sono limitati all’orticello elettorale delle regionali. Il sistema-paese sta svanendo sotto i nostri occhi, e nessuno sembra disposto a fermarlo, il governo che «lavora col favore delle tenebre». Così, l’agenda avanza: l’incredibile Zingaretti, quello che ha fatto spendere alla Regione Lazio 14 milioni di euro per mascherine mai arrivate, e ora vorrebbe imporre ai laziali il Tso del vaccino antinfluenzale, oggi propone all’altro grande statista, Di Maio, di dare la mazzata decisiva all’Italia, a colpi di “riforme” come quella (scandalosa) appena convalidata dagli ignari votanti, impauriti e imbavagliati nelle inseparabili mascherine. A proposito: perché prendersela con Di Maio e Zingaretti, quando sono moltissimi cittadini a non chiedere di meglio che restare chiusi in casa, magari denunciando chi passeggia con il cane? E’ in corso una guerra mondiale, e il grosso della popolazione nemmeno se ne accorge. Ci si domanda da dove possa mai cominciare, la rianimazione di una democrazia ridotta così.«Aprite gli occhi: hanno dichiarato guerra, a tutti noi». In momenti come questo, si fa acuta la nostalgia per una voce che si è spenta lo scorso 26 aprile, quella di Giulietto Chiesa. Si poteva non essere d’accordo con lui su alcune cose, ma non era possibile non riconoscergli l’impegno civile, praticamente titanico, coraggiosamente profuso al prezzo della perdita di molti privilegi. La sua missione, spesso solitaria, era quella di chi dedica la propria vita ad avvertire i prigionieri della caverna, spiegando che – là fuori – c’è chi sta preparando il peggio: per tutti, nessuno escluso, compresi quelli che continuano a illudersi di essere al riparo, di fronte alla catastrofe incombente. Come i non molti intellettuali liberi di questo paese, anche Giulietto Chiesa aveva dato una chance ai grillini, evitando di demonizzarli, fin da quando sembravano vittime dell’insopportabile interdizione mediatica riservata agli outsider. Ed era poi stato sempre tra i primi, Giulietto, a capire di che pasta fosse veramente fatto, quel movimento: moltissimi giovani, animati dalle migliori intenzioni, ma (questa la loro colpa) disposti a tacere di fronte all’autoritarismo di Grillo & Casaleggio, all’imposizione “militare” del consenso interno, al divieto di dissenso. Che democrazia potrebbe mai costruire, un partito-caserma senza democrazia?
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Spariti i 5 Stelle, ora il Pd vorrebbe “commissariare” Conte
Il Pd vorrebbe commissariare Conte, ma molto dipenderà anche da quello che deciderà di fare Mattarella. Lo stesso capo dello Stato potrebbe infatti anche chiedere un “tagliando” o un rimpasto visto che il M5S è stato ridimensionato dal voto. Forse avrà più poteri Gualtieri o ci sarà addirittura un vicepremier democratico. A ogni modo ho l’impressione che qualcuno del Pd verrà messo a “marcare a uomo” Conte. Il 22 settembre, Antonio Misiani ha mandato un messaggio chiaro agli alleati del Movimento 5 Stelle dai microfoni di “Radio 24″. Il viceministro dell’economia ha infatti ricordato che il Pd ha vinto in Toscana, Puglia e Campania senza il sostegno pentastellato. Se «la leadership di Zingaretti esce rafforzata», questo significa che ci dovranno essere anche dei cambiamenti negli equilibri della maggioranza. «Speriamo che veti ideologici e pregiudiziali vengano via via superati», ha detto in particolare Misiani, con riferimento alla richiesta di accesso al Mes sanitario che l’Italia, secondo i dem, dovrebbe avanzare. Penso che ci sarà un cambio negli equilibri, ma i veri problemi nell’azione di questo governo rimangono.Comunque, a me non sembra una vera vittoria del Pd. Toscana a parte, il centrosinistra si è affermato con candidati per certi versi “populisti” come Emiliano e De Luca, che cercano di difendere apertamente gli interessi della loro regione oppure si fanno notare per dichiarazioni e atteggiamenti che spopolano sul web o non passano mediaticamente inosservati. Allo stesso modo non mi sembra che si possa parlare di una sconfitta della Lega in quanto tale. Laddove la Lega è concreta sui bisogni del territorio, fa proposte specifiche e opera, riesce a farsi apprezzare dagli elettori, come si è visto con Zaia e Toti. Non guadagna consensi laddove invece si presenta solo come movimento di protesta, trattando argomenti di politica nazionale o criticando l’Europa. Salvini, se voleva essere il vero leader del centrodestra, avrebbe dovuto giocare meglio la partita delle regionali puntando su specifici problemi economici locali. Per esempio, in Toscana sulla vicenda Mps che si sta nuovamente complicando, in Campania sui contratti di produttività per spingere l’occupazione giovanile, in Puglia sull’ex Ilva di Taranto.Cosa accadrà ora al governo? Non ha vinto il Pd il senso stretto, ma sicuramente ha perso il M5S, che non può intestarsi l’affermazione del Sì al referendum, visto che non era l’unico partito a sostenerlo. Inoltre, alle regionali sono arrivati pochi voti rispetto alle politiche di due anni fa. Mi sembra anche che i pentastellati si stiano sfaldando, dato che non si capisce chi comanda tra Crimi, Di Maio, Grillo e Casaleggio jr, senza dimenticare che Di Battista ha fatto campagna contro Emiliano. Zingaretti avrà vinto grazie ai populismi, ma a questo punto vorrà il suo trofeo. Conte è nei guai, perché non si può certo dire che abbia vinto lui. Tra l’altro, l’esito del referendum costringerà i partiti a occuparsi di legge elettorale, il che appare un po’ assurdo visti i problemi economici che il paese è chiamato ad affrontare. Ci saranno non poche liti, e non è nemmeno da escludere che non si riesca ad arrivare all’approvazione della legge in questa legislatura. Detto questo, personalmente ritengo che il referendum sia illegittimo perché si sarebbe dovuto tenere a marzo, ma è stato rinviato a settembre causa Covid. Tuttavia non bisogna dimenticare che lo stato d’emergenza relativo alla pandemia è stato prorogato fino a metà ottobre, quindi non si sarebbe dovuto votare.Se Zingaretti ha vinto, cosa chiederà a Conte? Oltre al ricorso al Mes sanitario, vorrà una situazione in cui il Pd potrà avere più peso nell’utilizzo dei fondi europei, nelle decisioni economiche e nei rapporti con le regioni. In buona sostanza, chiederà un po’ dei posti che adesso hanno i 5 Stelle. Per fare cosa? Il problema è che i dem non sono in grado di sbloccare gli investimenti, sono vaghi e generici, e la linea economia del governo non verrà di fatto modificata. Come sempre è accaduto dopo le pestilenze, anche oggi ci vorrebbe un condono fiscale, ma non lo faranno. Casomai continueranno con una navigazione a vista senza una politica che aiuti davvero crescita e occupazione. Essendoci un’alleanza anomala tra due partiti “tortuosi” avremo ancora un governo che faticosamente prende poche decisioni, non particolarmente azzeccate. Alla fine, credo che sarà solamente una questione di poltrone: a parte il Mes sanitario, non compare all’orizzonte alcuna possibile linea di discontinuità. Basta pensare ai vari dossier economici. Il Pd non sembra avere una proposta sull’ex Ilva, su Alitalia, su Mps, su Autostrade. Senza dimenticare che non pare nemmeno avere in mente una normativa per sbloccare gli investimenti come accaduto per il ponte di Genova.(Francesco Forte, dichiarazioni rilasciate a Lorenzo Torrisi nell’intervista “Il Pd vuole commissariare Conte, ma aspetta Mattarella”, pubblicata dal “Sussidiario” il 23 settembre 2020. Forte è stato ministro delle finanze e ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie).Il Pd vorrebbe commissariare Conte, ma molto dipenderà anche da quello che deciderà di fare Mattarella. Lo stesso capo dello Stato potrebbe infatti anche chiedere un “tagliando” o un rimpasto visto che il M5S è stato ridimensionato dal voto. Forse avrà più poteri Gualtieri o ci sarà addirittura un vicepremier democratico. A ogni modo ho l’impressione che qualcuno del Pd verrà messo a “marcare a uomo” Conte. Il 22 settembre, Antonio Misiani ha mandato un messaggio chiaro agli alleati del Movimento 5 Stelle dai microfoni di “Radio 24″. Il viceministro dell’economia ha infatti ricordato che il Pd ha vinto in Toscana, Puglia e Campania senza il sostegno pentastellato. Se «la leadership di Zingaretti esce rafforzata», questo significa che ci dovranno essere anche dei cambiamenti negli equilibri della maggioranza. «Speriamo che veti ideologici e pregiudiziali vengano via via superati», ha detto in particolare Misiani, con riferimento alla richiesta di accesso al Mes sanitario che l’Italia, secondo i dem, dovrebbe avanzare. Penso che ci sarà un cambio negli equilibri, ma i veri problemi nell’azione di questo governo rimangono.
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Magaldi: e bravi cialtroni, con il loro Sì non saranno rieletti
Il 97% dei parlamentari era per il Sì al taglio dei seggi. C’è chi fa notare che ha votato solo il 53% degli aventi diritto, quindi a votare Sì non è stato il 70% degli italiani, ma meno del 40%. Ma è la democrazia, che è fatta così: questo referendum è legittimo, anche se ha votato soltanto poco più della metà degli italiani. Semmai sono favorevolmente stupito dal 30% dei No, pari a 7,5 milioni gli italiani. Sono i grillini, a cercare di intestarsi la vittoria dei Sì? E dire che il primo M5S premeva per utili forme di democrazia diretta, una traccia purtroppo abbandonata (al pari di molte altre) per poi decadere in queste grottesche sceneggiate demagogiche, come quella sulla vittoria di Pirro di questo referendum, che era senza quorum. Chiarisco: io sono contrario ad ogni forma di quorum. E sono per il finanziamento pubblico dei partiti, perché l’alternativa è il finanziamento privato, che poi rende schiavi i politici di coloro che li finanziano. Ricordo i grandi referendum dei Radicali, divorzio e aborto, che hanno migliorato la vita civile del paese. Sono contrario al quorum perché deploro il vizio di chi invita a disertare le urne, sperando che le proposte referendarie non passino.La democrazia vive di partecipazione: ce l’hanno spiegato quei masnadieri oligarchici della superloggia “Three Eyes” attraverso una loro promanazione come la Trilateral Commission. Nel pamphlet “The Crisis of Democracy” viene detto a chiare lettere che bisogna disinnescare “l’eccesso di democrazia”, scoraggiando la partecipazione politica dei cittadini. Una gestione post-democratica richiede l’apatia dei cittadini: e che c’è di meglio, per favorire l’apatia, che scoraggiare la partecipazione ai referendum, per far mancare il quorum? E’ normale poi che il risultato sia questo, in un paese in cui la Meloni e Salvini si schierano per il Sì, facendo il turpe giochetto di lasciare (come avvenuto nella Lega) che autorevoli dirigenti si dichiarino per il No: un leader non si comporta così. Ma poi qual è il rinnovamento della Lega? Quello che insegue la demagogia dei 5 Stelle? Ma stiamo scherzando? Lo stesso Renzi, del resto, cavalcò a sua volta una certa onda dell’antipolitica, da posizioni ambigue: capeggiava un partito strutturato come il Pd, eppure fu lui a usare il termine “rottamazione”. Ma cosa vogliamo rottamare? Renzi provò a “rottamare” la Costituzione: gli andò male, ma almeno gli schieramenti dei partiti mostravano che era finito in minoranza.Lo dico con compassione e tenerezza, verso i miei concittadini: gran parte degli elettori agiscono come pecore e asini. Un po’ perché manca una formazione civica adeguata sin dalle scuole, e un po’ perché la gente è pigra, svogliata e mediocre nei ragionamenti. Prima parla e poi pensa, prima agisce e poi parla. Ce l’ha detto anche Berlusconi: secondo lui, l’elettore medio ha la coscienza di un dodicenne, cioè di un adolescente incerto e ignorante. O lo istruisci, oppure lo affabuli, lo manipoli. Ma in fondo, che prova ha dato, di sé, questa classe politica? Ho sentito persone che hanno votato No, per una coscienza costituzionale, dire: «Se non dovessi attenermi a una questione di principio voterei Sì, perché questi sono dei cialtroni che andrebbero davvero cacciati, a calci in culo. Altro che dimezzati: andrebbe chiuso il Parlamento». Io capisco poi se arrivano quelli che fanno i golpe, convocano la gente negli stadi e sopprimono le libertà democratiche: perché queste libertà vengono utilizzate molto male. Un cittadino che è stato reso sovrano avrebbe il dovere di documentarsi (su economia, diritto, storia, politologia). Dovrebbe ragionare, sulle cose, anziché fare il troglodita, come avviene allo stadio: ci sono cori, demonizzazioni, violenza verbale. Il tifo da stadio è un modello emotivo: va benissimo in quella dimensione, ma non è esportabile nell’agone politico.Questo è un paese dove alcuni gruppi politici, per anni, hanno demonizzato gli antagonisti: ritenendoli non degli oppositori da battere su determinati programmi, ma degli avversari indegni, da perseguire con la magistratura e da dileggiare e diffamare, tali da evocare il ritorno del fascismo, o (a scelta) del comunismo. Anche Berlusconi – per anni demonizzato come il Cavaliere Nero, il satiro immorale e libertino, il corrotto, il colluso con la mafia – era quello che poi, di fronte a un gruppo di potere come è stata la filiera Pds-Ds-Pd, cioè un gruppo di gente asservita alla destra economica globale, neoliberista, li chiamava “comunisti”, e ancora li chiama così: ma comunisti de che? Dove sta, il comunismo, nella teoria e nella prassi politico-economica del Pds-Ds-Pd? Eppure, Berlusconi giocava su questa affabulazione. La classe politica della Seconda Repubblica ha diseducato gli elettori a ragionare.Accadde già negli Usa contro il New Deal di Roosevelt: fu Edward Bernays, nipote di Freud, a inventare gli uffici stampa, basandosi su criteri di psicologia collettiva per condizionare, sul piano emotivo, l’irrazionalità fanciullesca dei cittadini, con campagne milionarie e messaggi subliminali. Roosevelt si difese con Gallup, il pioniere dei sondaggi, convinto che la si potesse aumentare, la razionalità dei cittadini, offrendo loro una comunicazione leale, e quindi trattandoli da adulti, non da bambini sottoposti alla paura. Oggi, nel mondo, i potenti trattano i cittadini da bambini: li terrorizzano con le bombe, con le sceneggiature dei terrorismo islamico (qualche anno fa i tagliagole dell’Isis ogni settimana in televisione, a reti unificate). Ora li terrorizzano con una pandemia di dubbia origine e di dubbia gestione. E dal terrore nasce, poi, la facile manipolazione. Nel caso del referendum, però, a incidere non è stato il terrore: loro stessi, i politici, hanno per anni che sono corrotti e incapaci. E si sono “tagliati le palle” da soli, visto che al 97% hanno votato per auto-ridursi, salvo poi frignare, a cose fatte. Già, perché i parlamentari italiani sono abituati, a frignare: dopo che hanno fatto le cazzate, frignano.In quanti hanno frignato, dopo aver approvato in modo bypartisan il pareggio di bilancio in Costituzione? Ricordare qualcuno che si sia assunto, a posteriori, la partenità di quell’atto? Sembrava che l’avessero portato i marziani, il pareggio di bilancio: invece era stato il Parlamento, centrosinistra e centrodestra insieme, a consegnare a Monti le spoglie del paese, sotto l’egida di Napolitano. Poi tutti sconfessarono quello che avevano fatto: sono dei cialtroni. Io lotterò affinché, alla fine, ci sia un Parlamento degno di questo nome, che ripristini una maggiore rappresentanza dei senatori e dei deputati, magari con riforme che distinguano i poteri delle due Camere. Però, in empatia paradossale con quelli che hanno votato Sì, che reputo un po’ asini e un po’ pecoroni, lasciatemelo dire: sono contento del fatto che nel prossimo Parlamento ne avremo meno, di questi cialtroni. Si renderanno conto da soli che sono dei deficienti, perché si sono evirati da soli.(Gioele Magaldi, dichiarazioni rilasciate nella diretta web-streming “Pane al Pane”, di MrTv, su YouTube il 23 settembre 2020).Il 97% dei parlamentari era per il Sì al taglio dei seggi. C’è chi fa notare che ha votato solo il 53% degli aventi diritto, quindi a votare Sì non è stato il 70% degli italiani, ma meno del 40%. Ma è la democrazia, che è fatta così: questo referendum è legittimo, anche se ha votato soltanto poco più della metà degli italiani. Semmai sono favorevolmente stupito dal 30% dei No, pari a 7,5 milioni gli italiani. Sono i grillini, a cercare di intestarsi la vittoria dei Sì? E dire che il primo M5S premeva per utili forme di democrazia diretta, una traccia purtroppo abbandonata (al pari di molte altre) per poi decadere in queste grottesche sceneggiate demagogiche, come quella sulla vittoria di Pirro di questo referendum, che era senza quorum. Chiarisco: io sono contrario ad ogni forma di quorum. E sono per il finanziamento pubblico dei partiti, perché l’alternativa è il finanziamento privato, che poi rende schiavi i politici di coloro che li finanziano. Ricordo i grandi referendum dei Radicali, divorzio e aborto, che hanno migliorato la vita civile del paese. Sono contrario al quorum perché deploro il vizio di chi invita a disertare le urne, sperando che le proposte referendarie non passino.
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Lockdown, dittatura e screening di massa: volete questo?
Sono le ventitre e trenta di lunedì 21 settembre. In molti, tramite Facebook e altri social network, mi stanno chiedendo un commento “a caldo” del risultato elettorale. Ebbene, anche se i risultati non sono definitivi e non è stato completato lo spoglio delle schede, un commento “a caldo” ve lo darò, ma potrebbe non piacervi. Premesso che non nutro più alcuna fiducia in una “opposizione” falsa e meschina che è al 100% corresponsabile dello stato di dittatura che stiamo vivendo, oggi vedo solo un popolo indegno di idioti lobotomizzati e totalmente succubi della vulgata “pandemica”, un popolo che ha dimostrato di non meritare alcuna libertà, alcuna giustizia e alcuna democrazia. Un popolo che ha ceduto senza esitare i diritti e la libertà, conquistati con il sangue dalle generazioni che ci hanno preceduto, in cambio di una museruola e degli arresti domiciliari. Un popolo di lemming che si avvia gioiosamente nel precipizio! Cosa volete sperare da un popolo simile?Chiaramente non sto accusando le decine di migliaia di italiani che hanno ben compreso la drammaticità della situazione che da molti mesi stiamo vivendo e le autentiche ragioni che si celano dietro alle azioni e alle politiche di un governo totalmente eterodiretto, che non ha esitato a calpestare la nostra Costituzione e ogni legalità pur di perseguire un’agenda impostagli da lobby di potere sovranazionali.Molti italiani hanno infatti compreso cosa sta accadendo e dove chi ci governa intende arrivare, e tentano per quanto possibile di reagire e di contrastare questa ignobile deriva totalitaria e tecnocratico-sanitaria. Ma il problema è che sono pochi, ancora troppo pochi. Parliamoci chiaro: non mi aspettavo niente da questa tornata elettorale, se non un minimo di orgoglio da parte di tutti coloro (e sono milioni, non poche centinaia!) che sono stati danneggiati, non solo economicamente, ma anche umanamente, dalla folle politica di questo esecutivo. Speravo forse che un numero consistente di questi Italiani voltasse le spalle, almeno nel segreto dell’urna elettorale, al peggiore governo che l’Italia abbia mai subito dal dopoguerra ad oggi. Ma risulta evidente che milioni di nostri concittadini sono andati a votare come se niente fosse, continuando a dare ciecamente fiducia ai propri partiti di riferimento, dimenticandosi completamente dei soprusi e degli abusi che stanno incessantemente subendo dallo scorso febbraio.Oggi, 21 settembre, il giornalista Dino Valle ha riportato, tramite il suo sito, una notizia che deve far riflettere e aprire gli occhi a chi fino ad oggi li ha tenuti chiusi: un comune della provincia di Avellino, Sperone, è stato messo in lockdown con il pretesto dell’aumento dei contagi di Covid-19. Un falso aumento, questo è chiaro, poiché si tratta nella stragrande maggioranza di presunti positivi asintomatici, vale a dire persone in perfetta salute. Eppure, il sindaco di questo comune, Marco Alaia, non ha esitato un attimo ad autorizzare delle gravissime misure restrittive: gli esercizi commerciali dovranno restare chiusi, ad eccezione di quelli ritenuti di “prima necessità”, saranno chiusi anche i pubblici uffici e gli abitanti saranno costretti ad indossare mascherine anche all’aperto. Ma non è finita qui: il sindaco ha anche annunciato che provvederà, in spregio ai più elementari diritti costituzionali in merito alla regolamentazione dei trattamenti sanitari o diagnostici obbligatori, ad effettuare uno screening di massa.«In seguito alla richiesta del 16/09/2020 fatta dal Sindaco del Comune di Sperone all’Asl di Avellino circa la necessità di condurre una indagine epidemiologica Covid-19 sul territorio comunale, in virtù delle positività rilevate – si legge nella nota – si rappresenta che presso l’area mercato del comune di Sperone è possibile effettuare tamponi alla popolazione residente per lo screening epidemiologico, a cura dell’Asl di Avellino. Si invita la cittadinanza a collaborare rispettando le norme anti Covid-19», conclude questa allucinante nota del Comune di Sperone. Quando vi sveglierete? Quando capirete che entro pochi giorni o poche settimane centinaia di comuni italiani verranno spinti da questo governo ad agire nel medesimo modo? Quanto ancora sarete disposti a sopportare questi nuovi lockdown a macchia di leopardo, il cui unico scopo sarà quello di effettuare screening e tamponi di massa e di rinchiudervi di nuovo in casa?(Nicola Bizzi, “Lockdown, dittatura e screening di massa. È questo che volete?”, da “Database Italia” del 21 settembre 2020).Sono le ventitré e trenta di lunedì 21 settembre. In molti, tramite Facebook e altri social network, mi stanno chiedendo un commento “a caldo” del risultato elettorale. Ebbene, anche se i risultati non sono definitivi e non è stato completato lo spoglio delle schede, un commento “a caldo” ve lo darò, ma potrebbe non piacervi. Premesso che non nutro più alcuna fiducia in una “opposizione” falsa e meschina che è al 100% corresponsabile dello stato di dittatura che stiamo vivendo, oggi vedo solo un popolo indegno di idioti lobotomizzati e totalmente succubi della vulgata “pandemica”, un popolo che ha dimostrato di non meritare alcuna libertà, alcuna giustizia e alcuna democrazia. Un popolo che ha ceduto senza esitare i diritti e la libertà, conquistati con il sangue dalle generazioni che ci hanno preceduto, in cambio di una museruola e degli arresti domiciliari. Un popolo di lemming che si avvia gioiosamente nel precipizio! Cosa volete sperare da un popolo simile? Chiaramente non sto accusando le decine di migliaia di italiani che hanno ben compreso la drammaticità della situazione che da molti mesi stiamo vivendo e le autentiche ragioni che si celano dietro alle azioni e alle politiche di un governo totalmente eterodiretto, che non ha esitato a calpestare la nostra Costituzione e ogni legalità pur di perseguire un’agenda impostagli da lobby di potere sovranazionali.
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Suicidio Italia: ebbene Sì, ha vinto il Partito della Catastrofe
Ce l’hanno fatta ancora una volta: loro, i demolitori. Il Movimento 5 Stelle, clamoroso depistaggio politico di massa, è riuscito a convincere gli italiani: “meno è meglio”. Meno democrazia, meno rappresentanza, meno spazi di libertà e dissenso. D’ora in poi, i parlamentari – ridotti di un terzo – saranno ancora più lontani dagli elettori e ancora più legati ai boss di partito. Ovvio, da parte di un movimento-caserma che ha espulso in modo sistematico chiunque osasse esprimere un pensiero diverso: tolleranza zero, per le idee elaborate in autonomia. L’esito del referendum confermativo della peggiore riforma costituzionale della storia repubblicana rappresenta un capolavoro, per un grande statista del calibro di Luigi Di Maio, uomo-simbolo dell’Italia allo sbando che è riuscita a insediare a Palazzo Chigi nientemeno che Giuseppe Conte, l’ometto che ha rinchiuso in casa i cittadini per quasi tre mesi, col pretesto del Covid, affondando l’economia. La grande opera dei rivoluzionari all’amatriciana: mettere la guida del governo nelle mani di un prestanome del potere italico più antico e storicamente meno democratico, quello del Vaticano.Osservatori indipendenti come Paolo Barnard, Alessandro Meluzzi e Federico Dezzani – diversissimi tra loro – l’avevano detto fin dall’inizio: lo psico-movimento creato da Gianroberto Casaleggio insieme ad Enrico Sassoon, esponente di un’importante famiglia legata ai Rothschild già dal Settecento, non era altro che una sorta di “psy-op”, un’operazione illusionistica del grande potere. Obiettivo: intercettare l’esasperazione popolare crescente, deviando il dissenso verso lidi innocui. In altre parole: un colossale equivoco, costruito per ingannare gli elettori. Secondo Dezzani, il Movimento 5 Stelle è stato il continuatore naturale di Antonio Di Pietro (di cui ereditò l’elettorato) e dell’operazione-Tangentopoli, con la quale si rottamò la Prima Repubblica, per via giudiziaria. Fondamentale, Mani Pulite, per permettere ai predatori dell’Italia di allungare le mani sul Belpaese. Evento simbolico di quella stagione: il party a bordo del panfilo Britannia, con il gotha della finanza anglosassone. A bordo del Britannia c’era anche Beppe Grillo: l’ha detto Emma Bonino, che era presente, e lo disse (allora) anche Enrico Mentana.Sempre presentato come ex comico, reduce da rumorosi spettacoli giocati in modo abilissimo contro gli abusi del potere, Grillo in realtà era cresciuto all’ombra del potere democristiano. Lo ricorda Meluzzi, secondo cui il futuro leader dei grillini militava in quella sinistra Dc che fu scelta, come socio di minoranza dell’ex Pci, per dar vita – attraverso l’Ulivo – a quella casta italiana asservita ai poteri forti stranieri. Il patto: vi affidiamo il governo, a condizione che cediate ai privati il cuore dell’economia nazionale. A sparigliare le carte è poi sopraggiunto Berlusconi, e proprio l’antiberlusconismo ha gonfiato le fila grilline, grazie al carisma di Grillo e all’abilità “visionaria” di Casaleggio. Crollato il paese sotto i colpi di Monti, dopo l’effimera meteora Renzi è toccato proprio ai 5 Stelle l’onere del governo, e così sono cominciati i guai – per loro, e per gli italiani. Se il bilancio dei pentastellati è catastrofico, sia sul piano politico-elettorale che su quello governativo, non si può dire altrettanto per i loro eventuali mandanti occulti, sempre se si presta fede all’analisi dietrologica dei loro detrattori. E’ un fatto, comunque: coi grillini al governo (e il loro uomo in prestito, Conte), l’Italia si è ulteriormente indebolita in modo spaventoso, e oggi è praticamente in ginocchio. Missione compiuta, dunque?Il taglio dei parlamentari – richiesto per un istinto populistico, retoricamente antipolitico e quindi antidemocratico, senza un riassetto complessivo delle istituzioni – non è mai piacito ai veri partiti in campo, dal Pd alla Lega. Alla sciagurata proposta dei 5 Stelle si piegò Salvini nel 2018, per tenere insieme l’esecutivo di allora, e ora si è piegato Zingaretti, sempre per mantenere viva l’alleanza di governo. A limitare i danni, come si è visto, non sono bastate le dichiarazioni di voto contrario, a favore del No, espresse da leghisti come Borghi, Bagnai e Giorgetti, e da esponenti del centrosinistra come gli ulivisti Prodi e Parisi, senza contare lo stesso Veltroni, fondatore del Pd. Vent’anni di Vaffa e di linciaggio verso i politici hanno centrato il bersaglio: indebolire la politica, quindi la democrazia. Festaggiano giornalisti sfacciatamente “dimezzati” come Travaglio e Scanzi, grandi sponsor di Grillo e Conte: hanno stravinto, anche loro. L’Italia è ko, ma pazienza. Come recita il vecchio adagio ospedaliero: l’operazione è riuscita, anche se il paziente è morto. Ha vinto Di Maio, il ministro più imbarazzante della storia. Ha vinto il Partito della Catastrofe, nonostante abbia tradito tutte le promesse elettorali, dimezzando i propri voti. Ha vinto Conte, l’uomo del lockdown che ha messo in croce il paese. Sono convinti di avere vinto persino gli italiani, quelli che hanno votato Sì.(Giorgio Cattaneo, 22 settembre 2020).Ce l’hanno fatta ancora una volta: loro, i demolitori. Il Movimento 5 Stelle, clamoroso depistaggio politico di massa, è riuscito a convincere gli italiani: “meno è meglio”. Meno democrazia, meno rappresentanza, meno spazi di libertà e dissenso. D’ora in poi, i parlamentari – ridotti di un terzo – saranno ancora più lontani dagli elettori e ancora più legati ai boss di partito. Ovvio, da parte di un movimento-caserma che ha espulso in modo sistematico chiunque osasse esprimere un pensiero diverso: tolleranza zero, per le idee elaborate in autonomia. L’esito del referendum confermativo della peggiore riforma costituzionale della storia repubblicana rappresenta un capolavoro, per un grande statista del calibro di Luigi Di Maio, uomo-simbolo dell’Italia allo sbando che è riuscita a insediare a Palazzo Chigi nientemeno che Giuseppe Conte, l’ometto che ha rinchiuso in casa i cittadini per quasi tre mesi, col pretesto del Covid, affondando l’economia. La grande opera dei rivoluzionari all’amatriciana: mettere la guida del governo nelle mani di un prestanome del potere italico più antico e storicamente meno democratico, quello del Vaticano.
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Magaldi: e dopo Bergoglio, ora Mike Pompeo striglierà Conte
Non che si diverta, Gioele Magaldi, a fare il profeta. E comunque sarebbe bello se, una volta tanto, le sue anticipazioni (previsioni, non profezie) ottenessero l’onore della cronaca, nel silente mainstream italico. Avrebbero tutto da guadagnare, i giornali, a dare – in anticipo – certe notizie. Per esempio: il clamoroso passaggio del “fratello” Mario Draghi al fronte progressista, da cui il rivoluzionario intervento keynesiano, sul “Financial Times”, con le sue istruzioni “rooseveltiane” su come uscire dall’emergenza economica scatenata dal coronavirus. Oppure: l’annuncio dell’intervento decisivo a favore all’Italia, in termini finanziari (acquisto di titoli di Stato, da parte della Bce) garantito dalla “sorella” Christine Lagarde, altro pezzo da novanta – fino all’altro ieri – dell’élite reazionaria, ora in forza (come Draghi e altri) allo schieramento massonico-democratico, di cui fanno parte anche Bob Dylan e Robert Kennedy Junior. Una galassia che appoggia Trump e contesta la gestione oligarchica della crisi, nonché la pericolosa manipolazione psico-terroristica del Covid, innescata utilizzando una Oms ormai finanziata soprattutto da Pechino e da Bill Gates.Ed è proprio la Cina l’argomento della terza, recente “profezia” di Magaldi, ignorata dai media e puntualmente confermata dai fatti: Mike Pompeo verrà a Roma per strigliare Bergoglio e Conte, considerati esponenti del partito “cinese” che starebbe sovragestendo il governo italiano, con fortissimi agganci anche in Vaticano. «Nella stampa italiana ho qualche nemico», ammette Magaldi, polemico con molte redazioni per l’ostinato silenzio con cui nel 2014 è stato accolto il suo besteller “Massoni”, un saggio scomodissimo che mette in piazza le malefatte occulte delle superlogge “neoaristocratiche”, coi loro terminali anche italiani. In questi anni, non si contano le previsioni azzecate da Magaldi, dall’improvviso declino di Renzi all’inattesa vittoria di Trump. Il giornalismo italiano sembra non aver ancora voluto fare i conti con le rivelazioni contenute nel libro “Massoni”, seguitando anche a ignorarne molto spesso l’autore. Così, non fanno esattamente un figurone i media che oggi – a reti unificate – sono costretti a dire, in ritardo, quello che Magaldi aveva anticipato la scorsa settimana.Impossibile continuare a tacere, di fronte al tweet con cui il segretario di Stato americano strattona ruvidamente nientemeno che il Papa, colpevole di contiguità col governo cinese. «Come avevo annunciato, nella sua imminente visita a Roma, Mike Pompeo non farà sconti a nessuno: apprezzo la franchezza con cui ha richiamato Papa Bergoglio, senza complimenti, sull’impegno verso il rispetto dei diritti umani». All’establishment politico, aveva anticipato Magaldi, Pompeo chiederà di ridimensionare il peso del partito trasversale “cinese”, funzionale agli interessi di Pechino, che tanto condiziona l’Italia. Idem il discorso rivolto al Vaticano, che due anni fa concesse al regime di Pechino la facoltà di designare i vescovi cattolici in Cina. «Squisitamente massonico, da parte di Pompeo – dice Magaldi – l’appello al Papa, laddove il “fratello” Pompeo avverte la Chiesa che, cedendo al partito comunista cinese, rischia di compromettere la sua autorità morale in materia di diritti umani». Diritti che «un tempo la Chiesa stessa calpestava, ma che oggi dichiara di difendere». E dunque, «come si concilia, questo, con l’amicizia con una brutale dittatura come quella di Pechino?».E dopo il Vaticano, toccherà al governo: «Giuseppe Conte si prepari a ricevere una robustra strigliata», avverte Magaldi: «Per gli Usa, è inammissibile lo stato comatoso dell’economia italiana, ridotta in ginocchio dal lockdon “cinese”, modello Wuhan, imposto al paese». Anche secondo il presidente del Movimento Roosevelt, sono catastroficamente inefficaci le misure finora adottate dall’esecutivo durante l’emergenza: «E’ stato speso un fiume di miliardi, ma senza risultati. E in una situazione come questa – aggiunge Magaldi – i cialtroni della classe politica italiana non hanno esitato a farci perdere altro tempo e denaro per un referendum demenziale, che propone l’ennesimo taglio (quello del Parlamento, cioè della democrazia), quando invece avrebbero dovuto preoccuparsi di ben altre riforme della Costituzione, cominciando dall’eliminazione dell’obbligo del pareggio di bilancio, misura sciagurata introdotta per compiacere Mario Monti e anche Giorgio Napolitano, altro personaggio veramente oscuro».Monti e Napolitano? Due supermassoni reazionari, per chi ha letto “Massoni”. «Avevo chiarito che, di fronte a chiunque si fosse sentito diffamato dal mio libro, avrei esibito pubblicamente e prove delle mie affermazioni, contenute in migliaia di dossier riservati. Ma nessuno si è fatto avanti, per contestarmi». Pochissimo spazio, nel mainstream, anche alle analisi alternative a quelle correnti, che danno per inevitabile la gestione “panica” del Covid, condotta in Italia a spese delle libertà individuali, insieme alle misure draconiane (e probabilmente tardive) per arginare il contagio, la scorsa primavera. Magaldi è tra quanti ritengono che la pandemia sia stata impugnata come un’arma politica dall’élite neoliberista che per prima sdoganò la Cina, come possibile modello per un futuro Occidente con meno democrazia e meno diritti. Ancora più drastico un grande cantautore come Bob Dylan, Premio Nobel per la Letteratura, che in piena emergenza, attraverso il brano “Murder Most Foul”, ha lanciato una potente suggestione: i “falsi profeti” del Covid (e del vaccino universale) sono gli eredi politici del clan che assassinò John Kennedy a Dallas.Tornando al Belpaese: per Magaldi, la visita di Pompeo segnerà un punto di svolta nei rapporti politici fra Casa Bianca e Palazzo Chigi, e in generale tra gli Usa e larghi strati dell’establishment italiano, finora assai arrendevole rispetto all’espansione cinese. Sempre secondo Magaldi, Pompeo tratterà da posizioni di forza, visto che sembra scontata la rielezione di Donald Trump alle presidenziali di novembre. «Si confermerà un buon presidente anche nel prossimo quadriennio: l’America ha ancora bisogno di Trump», che è sostenuto dai circuiti massonici progressisti. «Poi, dalle elezioni successive – profetizza Magaldi – si potrà finalmente pensare a un candidato progressista “doc” come Robert Kennedy Junior, che nel suo recente discorso a Berlino ha riaperto un orizzonte che mette al centro la libertà: esattamente il contrario della sottomissione al “terrorismo psicologico” dell’Oms, di marca cinese, al quale si è finora allineato lo stesso governo Conte. Tutte cose che a Trump non sono piaciute, e che ora Mike Pompeo – in pubblico, e soprattutto in privato, a muso duro – non mancherà di ribadire all’attuale presidente del Consiglio, l’increscioso Conte».Non che si diverta, Gioele Magaldi, a fare il profeta. E comunque sarebbe bello se, una volta tanto, le sue anticipazioni (previsioni, non profezie) ottenessero l’onore della cronaca, nel silente mainstream italico. Avrebbero tutto da guadagnare, i giornali, a dare – in anticipo – certe notizie. Per esempio: il clamoroso passaggio del “fratello” Mario Draghi al fronte progressista, da cui il rivoluzionario editoriale keynesiano, sul “Financial Times”, con le sue istruzioni “rooseveltiane” su come uscire dall’emergenza economica scatenata dal coronavirus. Oppure: l’annuncio dell’intervento decisivo a favore all’Italia, in termini finanziari (acquisto di titoli di Stato, da parte della Bce) garantito dalla “sorella” Christine Lagarde, altro pezzo da novanta – fino all’altro ieri – dell’élite reazionaria, ora in forza (come Draghi e altri) allo schieramento massonico-democratico, di cui fanno parte anche Bob Dylan e Robert Kennedy Junior. Una galassia che appoggia Trump e contesta la gestione oligarchica della crisi, nonché la pericolosa manipolazione psico-terroristica del Covid, innescata utilizzando una Oms ormai finanziata soprattutto da Pechino e da Bill Gates.
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Magaldi: cari grillini (e Travaglio), votate No ai poteri forti
Alla vigilia del voto del 20-21 settembre, accorato appello di Gioele Magaldi nei confronti dei pentastellati: tornate in voi, ai tempi in cui vi battevate per la democrazia diretta. «Io sono per indire sistematici referendum propositivi e senza quorum, cioè forme di democrazia diretta che integrino in modo efficace la democrazia rappresentativa», premette il presidente del Movimento Roosevelt: «Se credete ancora nei valori di partecipazione in base ai quali nacque il Movimento 5 Stelle – dice Magaldi, rivolgendosi ai grillini – votate No al taglio dei parlamentari, che restringe ulteriormente gli spazi di democrazia, come espressamente richiesto dall’élite neoliberista che ha messo in crisi il pianeta». Stupore, da parte di Magaldi, per la presa di posizione di Marco Travaglio, giornalista di cui pure ha stima: «Come può scrivere che a volere il No siano i “poteri forti”, quando è vero esattamente il contrario? La Loggia P2 di Licio Gelli, che era il terminale italiano dei veri poteri forti, nel suo Piano di Rinascita Democratica metteva al primo posto proprio il taglio dei parlamentari».«La penalizzazione del Parlamento è stata ripetutamente pretesa, anche di recente, dal grande potere finanziario», ricorda Magaldi, evocando il documento con cui una grande banca come la Jp Morgan “consigliò” il taglio dei parlamentari. «Ai grillini – dice Magaldi – resta il merito storico di aver smascherato la fittizia contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, due schieramenti che di fatto eseguivano le direttive della medesima élite: e allora perché adesso, votando Sì, ci tengono così tanto a fare un piacere a quella stessa élite, che vede nel Parlamento una minaccia e un ostacolo ai suoi piani?». Analogo discorso quello rivolto a Travaglio: «Come fa oggi a sostenere il contrario della verità, dopo aver così bene smascherato, negli ultimi anni, le ipocrisie del centrodestra e quelle del centrosinistra, senza fare sconti a nessuno?». Per Magaldi, la realtà è lampante: «Dopo le privatizzazioni selvagge, le infami restrizioni imposte dall’austerity e la mortificazione degli enti locali, il taglio del Parlamento – che distanzia ulteriormente gli eletti dai cittadini – è l’ultimo anello di una catena di eventi drammatici, promossi dai nemici della democrazia».Per Magaldi, è irrisorio il vantaggio economico che si otterrebbe con la riduzione dei seggi (si risparmierebbe l’equivalente di un caffè all’anno), mentre è clamoroso il depistaggio dell’elettorato. «Per quanto “rubino”, i cattivi politici restano degli straccivendoli. Chi preme per il Sì, ha idea di quanto ci costino i manager, spesso in televisione, che poi chiedono aiuto allo Stato per salvare le banche e le aziende che hanno portato alla bancarotta?». Seriamente: «Avete idea – insiste Magaldi – di quanto ci sia costato, in termini di miliardi, il divorzio tra Tesoro e Bankitalia? O la stessa manipolazione dello spread, operata dai soliti noti? E’ tristemente ridicolo che si scateni il risentimento popolare verso i parlamentari, ed è molto deludente – aggiunge sempre il presidente “rooseveltiano” – che a questo gioco si siano prestati persino Matteo Salvini e Giorgia Meloni». Dice ancora Magaldi: «So benissimo che Salvini non è favorevole al Sì, esattamente come i leghisti Borghi, Bagnai e Giorgetti, che si sono apertamente pronunciati per il No».Se non troverà il modo di rimediare a questo gravissimo errore, lo avverte Magaldi, anche il leader della Lega ne farà le spese, «esattamente come tutti gli italiani che, dopo aver votato Sì, scopriranno amaramente di essersi sbagliati: perché saranno loro le prime vittime di un’operazione che, tagliando la politica, mira a tagliare la democrazia». Sull’esito del voto, Magaldi è pessimista: «Ho in frigo lo Champagne per brindare alla vittoria del No, ma prevedo che il Sì abbia più numeri, a causa della martellante disinformazione operata dai media e dai partiti. In ogni caso – conclude il presidente del Movimento Roosevelt – una eventuale, sciagurata vittoria del Sì aprirà gli occhi a tutti, dimostrando quanto si sarà caduti in basso. Sarà il punto di partenza per mobilitare finalmente le energie necessarie a compiere quella rivoluzione democratica di cui proprio l’Italia sarà protagonista: una battaglia durissima, per il futuro del nostro paese ma anche dell’Europa e del mondo, contro l’oligarchia della globalizzazione neoliberista che oggi vuole tagliare anche il Parlamento, dopo averci tolto molte libertà e il diritto a un futuro sereno e dignitoso».(Affermazioni che Gioele Magaldi ha reso il 19 settembre 2020 nella trasmissione “Pane al Pane”, di MrTv, in web-streaming su YouTube, condotta da Roberto Hechich. Nell’ambito della diretta, Magaldi ha ricordato l’impegno del Movimento Roosevelt a favore del progressista Massimo Della Siega, candidato sindaco a Varmo, Udine, e di Marco Bonini, candidato sindaco a Zagarolo, alle porte di Roma; già assessore nella precedente amministrazione dominata dal Pd, Bonini è ora alla guida di un cartello appoggiato anche da Lega e Fratelli d’Italia, «in polemica con il conservatorismo che può frenare l’azione sia del centrodestra che del centrosinistra»).Alla vigilia del voto del 20-21 settembre, accorato appello di Gioele Magaldi nei confronti dei pentastellati: tornate in voi, ai tempi in cui vi battevate per la democrazia diretta. «Io sono per indire sistematici referendum propositivi e senza quorum, cioè forme di democrazia diretta che integrino in modo efficace la democrazia rappresentativa», premette il presidente del Movimento Roosevelt: «Se credete ancora nei valori di partecipazione in base ai quali nacque il Movimento 5 Stelle – dice Magaldi, rivolgendosi ai grillini – votate No al taglio dei parlamentari, che restringe ulteriormente gli spazi di democrazia, come espressamente richiesto dall’élite neoliberista che ha messo in crisi il pianeta». Stupore, da parte di Magaldi, per la presa di posizione di Marco Travaglio, giornalista di cui pure ha stima: «Come può scrivere che a volere il No siano i “poteri forti”, quando è vero esattamente il contrario? La Loggia P2 di Licio Gelli, che era il terminale italiano dei veri poteri forti, nel suo Piano di Rinascita Democratica metteva al primo posto proprio il taglio dei parlamentari».