Archivio del Tag ‘privatizzazioni’
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Brown: stiamo esaurendo l’acqua, come mangeremo?
«Siamo in grado di produrre cibo senza petrolio, ma non senza acqua». Ecco la vera emergenza planetaria: con l’aumento della popolazione mondiale, l’eccessivo pompaggio ha portato alcune nazioni a raggiungere il picco dell’acqua, minacciando così l’approvvigionamento alimentare. Parola di Lester Brown, prestigioso ecologista e presidente dell’Earth Policy Institute. Se l’allarme sui media è scattato per il superamento del picco del petrolio, il vero pericolo per il futuro è l’oro blu, quello che in Europa si cerca di privatizzare: «Esistono sostituti per il petrolio, ma non per l’acqua». E senza acqua, non si mangia: ogni giorno consumiamo in media 4,5 litri d’acqua, ma il cibo quotidiano richiede qualcosa come 2.250 litri d’acqua per essere prodotto, quindi 500 volte tanto. «Ottenere abbastanza acqua da bere è relativamente facile, ma trovarne a sufficienza per produrre le quantità sempre crescenti di grano che il mondo consuma, è un altro discorso».
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F-35, spreco criminale: è un insulto all’Italia che agonizza
Ogni famiglia, soprattutto in questo momento di grave crisi economica, sa benissimo che per far quadrare il bilancio familiare si deve dare spazio alle priorità e tagliare le cose superflue e non necessarie. Se una cosa superflua una famiglia non può permettersela, la si elimina, perchè le priorità sono altre. È uno dei principi basilari che ogni genitore conosce benissimo. Principio che governo ed esponenti della maggioranza trasversale, sotto l’egida del presidente della Repubblica, sembrano non conoscere. In questo momento di gravissima crisi economica, mentre moltissimi piccoli artigiani e piccoli commercianti sono sommersi di tasse e non riescono a far fronte alle pretese dello Stato, il governo e la maggioranza Pd, Pdl e “Scelta Civica” pensano di usare decine di miliardi di euro di soldi pubblici per acquistare inutili, difettosi e superflui aerei da guerra. Ma le priorità, come tutti sanno, sono altre. Qualsiasi buon padre di famiglia, trovandosi al governo del paese, avrebbe applicato il principio delle priorità e lo avrebbe fatto perché ama la sua famiglia.
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Euro-tagli, e la Regione finisce nella lotteria delle banche
Privatizzare la finanza pubblica, amputandola del suo potere naturale di spesa. Fino all’estrema aberrazione: la perdita della moneta e delle possibilità di manovra che la sovranità finanziaria consente, facoltà particolarmente preziosa in tempi di crisi. Dallo Stato centrale, letteralmente “disabilitato” dal neoliberismo a partire dal divorzio fra Tesoro e Bankitalia, fino alle sue estreme propaggini territoriali, le Regioni. Costrette anch’esse, per finanziarsi, a ricorrere al mercato finanziario privato, secondo procedure fisiologicamente anomale, dal momento che la “mission” delle banche non è ovviamente il bene pubblico ma il profitto privato. Nella trappola è finito anche il Piemonte, negli ultimi anni di boom del credito a basso costo, prima della grande crisi. Visti i tagli crescenti dei trasferimenti statali, la Regione ha acquisito strumenti finanziari per proteggersi dai rischi e tentare di sfruttare le “opportunità” offerte dai prodotti più “innovativi” delle banche. Salvo poi scoprire che i propri funzionari forse non erano così a loro agio con la lingua madre del business, l’inglese.
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Grillo: misure di guerra, o in autunno l’Italia salta in aria
Ho girato l’Italia in camper, incontrando l’Italia dimenticata dalla politica e ignorata dall’informazione, e ho detto al presidente della Repubblica che servono misure straordinarie, pari a quelle di un’economia di guerra: siamo un paese in macerie, e quelle misure straordinarie non possono più aspettare oltre, neppure un giorno. Non abbiamo più tempo, l’Italia si avvia verso la catastrofe. Chi è oggi al governo del paese è responsabile dello sfacelo, sono gli stessi che hanno distrutto l’economia. Questa classe politica non è in grado di risolvere alcun problema, perché essa stessa è il problema. Il governo delle larghe intese, voluto fortemente da Napolitano, tutela soltanto lo status quo e gli interessi di Berlusconi, che in qualsiasi paese normale, di democrazia occidentale, non sarebbe ammesso ad alcuna carica pubblica, tantomeno in Parlamento. La nazione è una pentola a pressione che sta per saltare, mentre – ormai da mesi – il governo Letta si balocca con il rinvio dell’Imu, la cancellazione di un punto dell’Iva, senza trovare una soluzione.
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Cremaschi: i cinguettii di Letta, bugie sul disastro italiano
Se ad un malato si somministra una aspirina appena segnala malessere e febbre, il medicamento può anche funzionare. Ma se si aspetta senza dargli nulla sostenendo che basta una dieta rigorosa, e la febbre cresce e la malattia si complica e si cronicizza ad alti livelli, allora una aspirina non serve più a niente e all’organismo indebolito può fare persino male. Le flessibilità di bilancio per investimenti pubblici su cui cinguetta felice su Twitter Enrico Letta è solo un poco di aspirina somministrata troppo tardi ad un malato grave. Se si diraderanno il fumo delle chiacchiere e della propaganda vedremo che nella migliore delle ipotesi la Ue, che da settembre scriverà i nostri bilanci pubblici in ossequio a Fiscal Compact e patti annessi, ci può solo concedere di venir meno temporaneamente al vincolo del pareggio di bilancio. Naturalmente a condizione che sia già definito il percorso, cioè i nuovi tagli di spesa pubblica, per il rientro.
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Fame e paura, crimini contro l’umanità per rapinare i greci
«Più di un terzo della popolazione greca non ha più accesso alla sanità nazionale», stima Giorgos Vichas, cardiologo. Alla clinica autogestita di Hellinikon, in periferia d’Atene, un centinaio di medici curano gratuitamente un numero sempre crescente di pazienti. Da un anno e mezzo, 10.000 persone hanno varcato le soglie di questa clinica di fortuna, installata nel mezzo di una vecchia base militare americana. A causa dei drastici tagli ai salari, abbassatisi del 40% in qualche anno, anche chi ha un lavoro non ha più i mezzi per pagare le spese mediche. E gli ospedali pubblici greci mancano di medicine, specialmente per la cura del cancro. Il settore della sanità è uno dei simboli della delinquenza dei servizi pubblici greci. In una sala di consultazione dai muri bianchi, il cardiologo snocciola storie che la dicono lunga sullo stato del paese: quella di una donna che ha appena partorito e a cui l’ospedale non vuole dare il figlio finché non paga le spese mediche. Un’altra è stata trattenuta nella sua camera d’ospedale, con una guardia davanti alla porta, perché doveva pagare 2.000 euro.
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La lezione dei greci: l’umanità è più forte dello spread
«I greci, uomini e donne, hanno vissuto sotto due imperi per 15 secoli. La precarietà non li spaventa, ci convivono da sempre. Supereranno anche questa. Stanno soffrendo tanto, ma credo stiano dando una lezione a tutta l’Europa. L’ennesima lezione ellenica: le persone, i popoli, contano più dello spread o delle rigide regole di Bruxelles». Parola di Giuseppe Ciulla, giornalista Rai, reduce da un viaggio di quattromila chilometri nel corpo vivo della Grecia martoriata a sangue dalla spietata crudeltà finanziaria della Troika europea, gli ideologi del rigore al servizio dell’élite mondiale che ha fatto del popolo Atene un gigantesco test per un esperimento mostruoso: verificare fino a che punto può sopravvivere un popolo depredato dei suoi diritti e spogliato di tutto. Sorpresa: secondo Ciulla, i greci sono più forti dei loro “aguzzini”, e alla fine vinceranno.
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Rivoluzione democratica: potere al Parlamento Europeo
Un’Europa “normale”, cioè finalmente democratica, al posto del Palazzo degli Orrori che ci sta torturando in base ad un piano eversivo, golpista: costringerci alla resa fino a svendere i nostri beni ai padroni della Terra dopo aver demolito gli Stati sovrani, la loro economia e il sistema dei diritti a garanzia dei cittadini. Tutto questo, grazie alla complicità di partiti-canaglia ridotti a “maggiordomi” dell’élite mondiale, quella dei “proprietari universali” che – come in un nuovo medioevo feudale – pretendono per sé tutto il potere, grazie al micidiale ricatto della finanza e al ferreo controllo su una moneta non più nostra. Per cancellare l’incubo c’è una sola via: il recupero politico della piena sovranità democratica. Punto numero uno: costruire una grande coalizione che pretenda un’Europa non più nemica. Un’Europa solidale, che lavori per il bene del 99% anziché per la sua rovina, a esclusivo beneficio – come avviene oggi – della super-casta planetaria, quella delle lobby onnipotenti che dettano, letteralmente, le direttive della nostra condanna. La Commissione Europea? Va semplicemente abolita. Gli europei meritano un governo democratico, emanato dal loro Parlamento regolarmente eletto.
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Larghe intese per la catastrofe, aspettando Hitler
Il Berlusconi che abbaia contro Bruxelles «non è credibile non solo per quello che è e rappresenta, ma anche per quello che ha votato, sia come presidente del Consiglio, sia nell’anno di sostegno al governo Monti». Eppure, quello che ora va dicendo – anche solo per tenere sotto ricatto il governo Letta-Napolitano, chiedendo all’establishment di proteggerlo dalla magistratura, è tragicamente vero: grazie alla scure del rigore, l’Italia rischia di fare la stessa fine della Germania democratica di Weimar, arresasi a Hitler dopo che, negli anni ’20, l’intransigenza rigorista delle potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale, Francia in primis, l’avevano costretta alla disperazione per fame. Anche allora, osserva Giorgio Cremaschi, destra e sinistra subirono il diktat del debito. Per poi essere scavalcate da chi lo rifiutò nettamente: i nazisti.
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Bce pubblica, liberare l’Europa dai boss della finanza
I maggiordomi europei dei “proprietari universali” hanno inventato e messo in atto di una vera e propria “repressione finanziaria” contro i popoli europei. Essa – dicono e ripetono da cinque anni – ha lo scopo di ridurre il debito, tanto pubblico quanto privato. Ma questo debito è in gran parte il frutto di una truffa ben congegnata. E dunque va respinto come tale a coloro che hanno, per questa via, accumulato immensa ricchezza. In secondo luogo, la riduzione del debito non può essere realizzata con l’ossessiva imposizione di tagli alla spesa pubblica, e con la parallela creazione di maggiori entrate fiscali. Questa linea di presunta austerity è fallita e sta producendo aumento del debito e recessione dovunque si è tentato di imporla. Il taglio del valore reale del debito avviene solo trasferendo risorse dai creditori ai debitori. L’alternativa è tra immolare la vita di centinaia di milioni di persone o sacrificare una categoria di redditieri: il discrimine passa attraverso le regole che prevarranno in questa fase di transizione.
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Minacce a Paolo Barnard: temo che vogliano farmi fuori
«Temo che vogliano “farmi fuori”». Firmato: Paolo Barnard, paladino della sovranità monetaria come liberazione dall’euro-schiavitù organizzata della super-casta finanziaria mondiale. «Statemi vicino», raccomanda ai lettori del suo seguitissimo blog il 24 giugno 2013. L’ex giornalista televisivo, già collaboratore di Santoro e poi a fianco di Milena Gabanelli dalla fondazione di “Report”, fino all’“esilio” dalla Rai proprio a causa delle sue scomode inchieste sullo strapotere occulto delle lobby che condizionano i legislatori italiani ed europei, ora si sente minacciato: teme addirittura di rimanere vittima di una montatura, organizzata per screditarlo. Movente, sempre il solito: il fastidio che il reporter bolognese procura ai “grandi manovratori”. E, di recente, il grande successo di pubblico del tour, con tappe in tutta Italia, organizzato con l’economista americano Warren Mosler per denunciare l’euro e spiegare come uscire dalla crisi tornando alla sovranità monetaria, secondo la “teoria della moneta moderna” che assegna allo Stato il potere di salvare l’economia, mettendo fine all’austerity grazie all’emissione di denaro.
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Alternativa: fermiamo i golpisti di quest’Europa mostruosa
Un club planetario a vocazione totalitaria sta distruggendo l’Europa dei popoli, la nostra vita, la nostra democrazia, la nostra libertà. Il nostro futuro è in grave pericolo. Gradualmente, senza che ce ne rendessimo conto, siamo stati consegnati nelle mani di un’oligarchia senza patria e senz’anima, il cui unico collante è il delirio di onnipotenza derivante dal possesso del denaro infinito che essa crea. Coloro che ci hanno condotto a questo guado sono i maggiordomi dei “proprietari universali”: i proprietari finali delle azioni di banche, fondi e corporations internazionali, persone che nessuno di noi conosce, che nessuno ha mai eletto ma che determinano le nostre vite. Essi, sostenuti da parlamenti formalmente eletti, ma in realtà nominati dall’alto, hanno consegnato il potere politico ed economico – un tempo prerogativa degli Stati – a strutture prive di ogni legittimazione democratica. Queste strutture sono le impalcature di un nuovo ordine mondiale in via di costruzione.