Archivio del Tag ‘popolo’
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La domenica degli italiani, quando eravamo un popolo
Lori Sammartino era dei tanti fotografi che pubblicavano sul “Mondo” degli anni cinquanta e sessanta, al tempo in cui era Ennio Flaiano a scegliere le immagini da affiancare ai testi, ma considerandoli in qualche modo autonomi, come una plurale documentazione, attenta alla vita del paese anche nei suoi aspetti più lontani e nascosti. Era sposata, al tempo a Maurizio Costanzo, che non era ancora «Maurizio Costanzo» e doveva avere delle qualità, ed è morta presto, nel 1971 (Flaiano morirà un anno dopo).
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Pd, 3 milioni al voto: Bersani prepari il dopo-Berlusconi
Tre milioni di votanti, cinquantamila volontari in diecimila seggi, decine di milioni di euro raccolti. «Se qualcuno nel Pd ha ancora dubbi sulle primarie è un pazzo», scrive Curzio Maltese su “Repubblica”: «Sono l’elemento più identitario del partito, dal giorno della nascita». Quella del 25 ottobre, secondo Maltese, «è stata una grande giornata per l’unico partito al mondo che coinvolga tanti cittadini nella scelta del segretario, ma soprattutto per la democrazia». Il voto degli elettori ha confermato quello degli iscritti: Bersani è il vincitore, ma Franceschini e Marino non escono sconfitti.
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Attenti al complotto dei poteri forti: quello vero
Nel ‘93, quando gli avvisi di garanzia cominciarono a piovere sulle teste dei potenti e non solo dei cassieri di partito, i seguaci di Craxi gridarono al complotto. Un complotto di magistrati, poteri forti allora incarnati da Cuccia, la Cia e chissà chi altro, per mandare a casa Craxi, Andreotti e Forlani. La favola circolò per molto tempo sui media, nonostante la sua idiozia. C’era stata la caduta del Muro di Berlino, che aveva reso inutile in Italia il mantenimento di una classe dirigente corrotta e responsabile del peggior debito pubblico del mondo. Fine del complotto.
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Il cupo autunno di San Silvio, spolpato da Fini e Bossi
Berlusconi tutto è tranne che uno sciocco. Faremmo dunque un torto alla sua intelligenza liquidando alla voce “delirio narcisistico” alcune sue recenti boutades inverosimili, del tipo: “Io sono di gran lunga il miglior presidente del Consiglio in centocinquanta anni di storia”; “Sono in assoluto il maggior perseguitato dalla magistratura di tutta la storia di tutte le epoche del mondo”; “Peccato che in questa mostra non si trovi un ritratto di San Silvio d’Arcore”. Fino al culmine, la sera della bocciatura del Lodo Alfano, di gridarsi da solo nel microfono: “Viva gli italiani, viva Berlusconi”.
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Gandhi: amore e giustizia, per non morire di capitalismo
«Da qualche parte c’è un punto dolce, che produce abbastanza senza sfociare nell’iper-individualismo che sospinge la nostra economia insoddisfacente e sbandata. La miscela di regolazione e valori che potrebbe rendere più comune tale autolimitazione è ovviamente altrettanto difficile da creare in Cina che negli Stati Uniti; ben più semplice limitarsi a benedire un’economia ciascuno-per-sé e farsi da parte. Ma creare quei valori, e le leggi e consuetudini che potrebbero lentamente evolverne, può risultare il compito chiave della nostra epoca e in tutto il mondo» (Bill McKibben, “Deep Economy”).
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Zanotelli: se l’acqua non sarà più nostra, come in Bolivia
Una volta era la Terra, coltivata da tutti, comunitariamente. La gente apparteneva alla terra, ma la terra non apparteneva alla gente. Poi, nell’Inghilterra dei Tudor, si cominciarono a recintare i terreni e nacque così la proprietà privata. Nei secoli seguenti ci siamo spartiti tutto: prima è stata la volta dei mari, oggi di proprietà di questa o quella nazione, poi è stata la volta dei cieli e dell’aria, divisa in corridoi aerei. Ora, tocca ai beni comuni. È il caso dell’acqua, è il caso dell’Italia.