Archivio del Tag ‘politica’
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Tzipras: con Hollande, il popolo greco ora sfiderà Bruxelles
“Syriza” terrorizza il fronte dell’austerità: o si mette fine al “rigore”, costringendo Bruxelles a cambiare radicalmente politica, o la Grecia non potrà restare nell’Eurozona, sotto il ricatto dei “golpisti” finanziari che detengono per intero il potere creditizio di un paese ridotto ormai allo stremo. Il cartello della sinistra radicale guidata dal giovane Alexis Tzipras non si è reso disponibile ad una soluzione all’italiana, cioè un governo di tecnocrati sostenuto da una larga coalizione con centrodestra e centrosinistra, “Nuova Democrazia” e Pasok: entrambi gli ex partiti di governo sono infatti indisponibili a modificare il famigerato “memorandum” della Troika costituita da Bce, Fmi e Unione Europea. Dal rifiuto di “Syriza”, la paralisi che ha indotto il presidente ellenico, Karolos Papoulias, a convocare nuove elezioni: e nei sondaggi, è in testa proprio il partito di Tzipras, con una forte tendenza verso la crescita.
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Lavoro per tutti: solo lo Stato, se vuole, può salvare l’Italia
Salvare l’Italia è possibile: basta creare, da subito, almeno un milione di posti di lavoro finanziati direttamente dallo Stato. Sembra un costo, invece è un investimento: perché, al contrario, disoccupazione significa catastrofe. E cioè povertà, perdita della casa, criminalità, denutrizione, abbandoni scolastici, antagonismo etnico, famiglie spezzate. Luciano Gallino, sociologo ed economista, rilancia la sua proposta nella speranza che qualcuno – governo, partiti, sindacati – si decida ad ascoltarla. Ottimo pretesto per riparlarne, l’allarme appena lanciato dal ministro Passera, che ora teme per la tenuta del sistema-Italia sotto i colpi del rigore promosso da Monti per tagliare il debito pubblico. Attenzione, avverte Gallino: la disoccupazione è un male ben peggiore del deficit, come ammoniva già vent’anni fa William Vickrey, premio Nobel nel ’96.
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Giapponesi traditi: Fukushame, vergogna criminale
Limiti di esposizione alle radiazioni alzati di 20 volte per risarcire meno famiglie, fusioni del nocciolo taciute, migliaia di animali abbandonati e costretti a morire di fame e stenti. Sono solo alcune delle “vergogne” giapponesi raccontate in “Fukushame. The lost gardens of Japan”. Un titolo inglese per un documentario tutto italiano, fra i primi al mondo a descrivere la situazione all’interno della “No Go Zone”: area fantasma che, creata dal governo nipponico ed evacuata subito dopo la tragedia dell’11 marzo 2011, separa con un muro di radioattività crescente la centrale di Fukushima Daiichi dal resto del mondo. Un problema ambientale, ma anche politico e sociale. «Le popolazioni locali sono trattate come oggetti», denuncia il regista Alessandro Tesei. Anzi, «oggetti fastidiosi».
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Travaglio: l’antipolitica italiana sono loro, destra e sinistra
Oggi, la vera antipolitica è quello che noi chiamiamo politica. E’ scendere in campo salire, è fondare un partito per non andare in galera e non fallire per debiti, è far eleggere gli avvocati e i coimputati sennò poi parlano. E’ possedere aziende o dire “abbiamo una banca” o “ci facciamo un bel Tav”. E’ fare il sindaco di Torino due volte e poi diventare il capo di una fondazione bancaria. E’ stare in Parlamento trenta o quarant’anni pensando che il rinnovamento sia cambiare continuamente il nome al partito. E’ usare le Camere come alternativa al carcere, o alla latitanza, o alla comunità di recupero. E’ usare come ufficio di collocamento per amici, parenti e amanti il Parlamento, la Rai, i giornali, le autorità indipendenti, le Asl, gli ospedali, le aziende pubbliche, le banche, gli istituti culturali, il cinema, la fiction.
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Il teorema della paura: la madre di tutte le preoccupazioni
Nuova emergenza-terrorismo, dopo l’attentato al manager dell’Ansaldo “gambizzato” in stile Bierre? Risposta: è la Tav, che è «madre di tutte le preoccupazioni». Non è la prima volta che il ministro dell’interno, Anna Maria Cancellieri, interviene sulla valle di Susa: mesi fa, dopo l’annuncio del “via libera” al mini-tunnel geognostico di Chiomonte, di fronte alle forti proteste della popolazione – scesa in strada a bloccare il traffico – si domandò, ad alta voce, se fosse proprio il caso di insistere con quella grande opera tanto controversa, generatrice di tensioni. Le rispose un minuto dopo il collega Passera: sì, è il caso. Motivo? Il solito: la Torino-Lione è un’opera strategica. Indiscutibile, punto e basta, anche se non spiegabile: 600 milioni di euro per ogni chilometro di binario, secondo Ivan Cicconi, e solo per creare un inutile doppione, nella stessa valle in cui l’attuale ferrovia italo-francese è ormai cronicamente disertata dalle merci.
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Terremoto elezioni, frana mezzo secolo di pace e fiducia
Bisogna capire cosa sono i terremoti elettorali in Francia, Grecia, Germania, Italia. Anche perché è solo un inizio, e sbagliare giudizio sarà pericoloso. Io credo che abbiano un epicentro comune: si chiama rottura del patto sociale europeo. Chi l’ha prodotta? Una rivoluzione, quella dei banchieri, cioè il passaggio finale, formale, della politica nelle mani della finanza internazionale, di quelli che Luciano Gallino chiama i “proprietari universali”. I popoli europei, raggirati prima e adesso bastonati senza pietà, cominciano a reagire. Per ora confusamente. Ma cominciano a capire. E cosa vedono? Vedono che i partiti tradizionali, tutti, destra e sinistra, cui avevano fatto riferimento negli ultimi cinquant’anni, mancano all’appello. Perché hanno tenuto bordone, hanno taciuto, sono complici. Per questo gli elettori li abbandonano (cominciano ad abbandonarli).
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Avigliana Città Aperta: un passaporto per l’Italia che verrà
«L’unico requisito necessario affinché il male si diffonda, è che le persone per bene non facciano nulla». Fiorenza Arisio, psicologa clinica specializzata in ergonomia, fa un lavoro sperimentale: grazie all’interfaccia l’uomo-macchina, cerca di far “parlare” gli esseri umani coi computer, per sconfiggere le disabilità motorie. Ora però a “parlare” sono state le urne elettorali: che il 7 maggio 2012 hanno premiato “Avigliana Città Aperta”, di cui Fiorenza è uno dei volti. Cittadini mobilitati per il bene comune: la loro lista No-Tav ha clamorosamente respinto l’attacco delle potenti nomenklature del Pd, del Pdl e dell’Udc, coalizzate contro gli eredi di “Piazza Pulita”, il gruppo di “eretici” che da 19 anni resiste alla guida del più importante centro della valle di Susa. Fiorenza Arisio cita Gaber: «Libertà è partecipazione». E da oggi, Avigliana è laboratorio politico nazionale.
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Monti-Napolitano battuti in tutt’Europa, ora tocca all’Italia
Come al solito il trasformismo politico italiano si scatena nell’appropriarsi del voto francese, persino di quello greco. Da Bersani a Ferrara, tutti a dire l’avevamo detto, in Europa bisogna cambiare, bene la Francia per non finire come la Grecia. Che ridicolo. Il tradizionale mondo politico italiano, che marcia verso la sua rovina, ha finora fondato le sue fortune sulla sostanziale indifferenza programmatica. Così si può dire viva Hollande, ignorando che il nuovo presidente francese ha nel programma la pensione a 60 anni e il ritiro immediato dall’Afghanistan, una tassazione del 75% per i redditi sopra il milione e, ultimo ma non da ultimo, la rinegoziazione dell’accordo europeo sulla stabilità, cioè sui tagli distruttivi, chiamato Fiscal Compact.
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Val Susa, Avigliana respinge l’assalto Pd-Pdl targato Fassino
La marea dei fischi che il Primo Maggio a Torino ha letteralmente sommerso Piero Fassino si prolunga idealmente fino alla sua città natale, Avigliana, capoluogo produttivo della valle di Susa: l’inedita lista promossa personalmente dal sindaco torinese, una “macchina da guerra” sostenuta da Pd, Pdl e Udc e costruita appositamente per conquistare il più importante caposaldo No-Tav in valle di Susa, s’è fermata al 34% dei suffragi. Battezzata “Grande Avigliana”, nulla ha potuto contro gli “eretici” dell’amministrazione uscente, vicini alla maggioranza assoluta. Terza forza, determinante sul piano aritmetico, la lista di area leghista, rimasta fuori dalla “santa alleanza” organizzata per rovesciare la bandiera civica che da vent’anni sventola libera sul maggiore Comune valsusino. Un test di valore addirittura nazionale: respingendo l’assalto dei partiti, dice Giulietto Chiesa, il risultato valsusino «rincuora tutti coloro che lavorano per una drastica svolta politica in Italia».
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Bagnai: perché Hollande sarà costretto a tradire gli elettori
Gli ottimisti la vedono come Gad Lerner, che “festeggia” la sconfitta europea di Angela Merkel: che in Francia perde il suo fedele alleato Sarkozy e in Grecia vede vacillare il suo “commissario” Lucas Papademos, indebolito dal crollo dei due partiti storici della democrazia ellenica, i conservatori di Nuova Democrazia e i socialisti del Pasok. Brutte notizie anche dal fronte interno tedesco: nello Schleswig-Holstein la Cdu segna un record negativo, anche se la Spd e i Verdi non possono gioire, perché il successo dei “Pirati” toglie loro i consensi necessari per una tradizionale “alternativa progressista”. Ma poi, naturalmente, ci sono anche i pessimisti. Fra questi, l’economista Alberto Bagnai, che “smonta” il successo di Hollande: la Francia in piena crisi è a un passo dal dramma, e – nonostante le promesse dei socialisti – anche su Parigi potrebbe spalancarsi il baratro del “massacro sociale”.
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Harvey: città ribelli e sindacati, una rivoluzione ci salverà
Quando parlo del diritto di ripensare la città più vicina a come la vorremmo, e a cosa invece abbiamo visto qui a New York City negli ultimi 20-30 anni, si tratta di come la vorrebbero i ricchi. Negli anni ’70 pesava molto la famiglia Rockefeller, per esempio. Oggi c’è gente come Bloomberg, che sostanzialmente trasforma la città nel modo che più si adatta a sé e ai propri affari. Ma la gran massa della popolazione praticamente non conta nulla. In città c’è quasi un milione di persone che tenta di farcela con diecimila dollari l’anno. E che influenza hanno sul modo in cui si trasforma la città? Nessuna. Penso a quel milione di persone con meno di diecimila dollari l’anno, che dovrebbero pesare almeno tanto quanto l’1% che sta al vertice.
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Moneta sovrana: disarmare la finanza per rifare l’Europa
Il nodo da risolvere è quello di togliere tutti quegli spazi di autonomia che i sistemi finanziari si sono conquistati rispetto ai sistemi politici e economici. La finanza va disarmata chiudendo le istituzioni mediante le quali può operare in modo autonomo (borse, società di rating, grandi società finanziarie e banche nazionali e transnazionali). La finanza va drenata del proprio potere togliendo alla moneta la funzione di “strumento di accumulazione di ricchezza”, riportandola a quella di “misura di conto” e “strumento di scambio”. La moneta deve essere emessa dagli Stati con funzioni precise di sostegno dell’economia e dei suoi equilibri interni. L’accumulo di moneta per operazioni finanziarie crea ostacolo all’uso della moneta per gli scambi commerciali e gli investimenti; è di fatto un’appropriazione indebita della moneta emessa dallo Stato che i privati fanno, sottraendo così lo strumento necessario per investimenti e per il consumo.