Archivio del Tag ‘pericolo’
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Italiani contro l’euro-crisi, ma Ingroia non se n’è accorto
Non una parola sulla crisi, non una ricetta per risollevare l’economia. Antonio Ingroia è stato sonoramente bocciato perché si è impegnato a lottare contro tutto, tranne l’unica cosa che contava: l’Europa dell’euro, che impone il “massacro sociale” di un rigore inaccettabile. Risultato evidente, anche per i maggiori quotidiani italiani e stranieri: «C’è almeno un dato inequivocabile che arriva dal responso delle urne: in Italia ha vinto il partito antieuropeista, antirigore e, sintetizzando, anti-Merkel», secondo Barbara Fiammeri del “Sole 24 Ore”. E se il “Corriere” ha esordito nell’editoriale di Massimo Franco, spiegando che «ha vinto un’Italia euroscettica», “La Stampa” si è soffermata su «quell’Italia che ha detto no alla moneta unica». Secondo Francesco Manacorda, infatti, «più della metà degli italiani che sono andati alle urne hanno votato contro l’euro». Gli sconfitti sono quindi i partiti dell’Europa, dal Pd di Bersani a “Scelta Civica” di Mario Monti.
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Il tramonto degli smacchiatori e dei loro guru televisivi
«L’unica promessa attendibile del Pd per due mesi è stata: “Votate per noi, altrimenti ritorna Berlusconi”. Molti cittadini hanno capito: “Se votate per noi, ritorna Monti”. E sono corsi a votare i 5 Stelle. Tutti gli altri hanno detto: “Ah sì? Non avete altro da offrirci? Beh, almeno il nano ci toglie l’Imu”. E hanno votato Berlusconi». Un capolavoro di strategia elettorale, ironizza Debora Billi il giorno dopo il voto: nessun complotto, per carità, ma «una totale idiozia in perfetta buona fede: francamente, confesso che avrei preferito il complotto». In fondo, la frana comincia a fine 2011: «Il grande partito della sinistra, caduto Berlusconi, invece di correre alle urne e stravincere ci ha inflitto il peggior governo di destra che la storia repubblicana ricordi. Un’orda di professori ricchi sfondati e senza alcun rilievo accademico, che hanno pedissequamente messo in pratica in Italia i dettami del più bieco neoliberismo».
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Votare No-Tav: per costringere la politica a dire la verità
Disastrosa, ideologica e sballata: come i leggendari piani quinquennali del Cremlino. L’assurdità della Torino-Lione sembra uscita dal genio inquieto di Buzzati: cambia il mondo, passano i decenni, ma nel deserto siderale che ha attorno – niente merci e niente passeggeri, né ora né mai – la Grande Opera resiste al Grande Nulla, presidiando una frontiera di fantasie, narrazioni, menzogne e puntuali intimidazioni. L’ultima: l’intenzione del governo di chiedere un risarcimento abnorme, quasi un milione e mezzo di euro, a quegli abitanti della valle di Susa che, nell’estate 2011, cercarono di fermare l’avanzata delle ruspe, non avendo di fronte a sé altro interlocutore che i reparti antisommossa. Agenti inviati a Chiomonte a proteggere gli operai che avrebbero recintato un prato, per consentire poi ai politici di dichiarare che sarebbe finalmente partita la Grande Opera voluta e finanziata dall’Europa. Falso.
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Politici muti: pagati e ricattati dalla mafia della finanza
Mps, tangenti, Finmeccanica? Sono solo la vetta dell’iceberg, che spesso esplode – a orologeria – col pretesto puntuale della corruzione, grazie a dossier tenuti nel cassetto per il momento opportuno: vedi la liquidazione improvvisa di Di Pietro e della Lega, anch’essa travolta da strani scandali, e persino le intimidazioni che, da Siena, minacciano il Pd: guai a sgarrare, a deviare dall’agenda Monti. E’ la mafia, bellezza: e tu non puoi farci niente. Lo sostiene un economista europeo come il professor Bruno Amoroso. La mafia di cui parla è quella della finanza, che adotta gli stessi metodi di Cosa Nostra: usa i politici, li compra, li ricatta e li fa fuori quando non servono più o, addirittura, quando minacciano gli affari. Il grande business? Aver permesso di inquinare, con “titoli spazzatura”, il portafoglio delle banche. Ricostruzione-choc: i nostri politici sono tutti sotto ricatto, perché hanno accettato – a suon di miliardi – di svendere il sistema bancario alla finanza tossica, senza protestare.
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Galeano: spaventati e soli, il vero potere ci vuole così
Il lanciatore di scarpe iracheno, che scagliò le proprie calzature verso Bush, è stato condannato a tre anni di carcere. Non merita invece un’onorificenza? Chi è dunque il terrorista? Il lanciatore di scarpe o il suo bersaglio? Il serial killer che ha volutamente determinato la guerra in Iraq su un terreno di bugie massacrando una moltitudine d’individui, legalizzando e ordinando la tortura di altri, non è forse il vero terrorista? Il popolo di Atenco, in Messico, i Mapuche, indigeni del Cile, i Kekchies del Guatemala, i contadini senza terra in Brasile, tutti accusati del crimine di terrorismo per aver difeso i loro diritti e la loro terra, sono forse i colpevoli? Se la terra è sacra, anche se la legge non lo specifica, coloro che la difendono non sono altrettanto sacri?
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Argus vede tutto: il drone-guardiano ci sorveglia dal cielo
«Ci stiamo muovendo verso una società sempre più elettronica, in cui tutti i nostri movimenti saranno tracciati», ammette Mary Cummings, dell’Humans and Automation Lab presso il Mit. Gli esperti prevedono che ci saranno 30.000 droni di sorveglianza nei cieli americani entro il 2020, a seguito della legge approvata lo scorso anno dal Congresso, che consente l’uso di droni spia-sul suolo nazionale americano. Droni che «sarebbero una piattaforma ideale» per super-sensori come “Argus-Is”, videocamera di sorveglianza da 1,8 miliardi di pixel, capace di “vedere” oggetti minuscoli, anche solo di 15 centimetri, da un’altitudine di almeno seimila metri. «Ci piacerebbe che “Argus” sorvegliasse un’area fissa per 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana», dice il suo inventore, Yiannis Antoniades, della Bae Systems, l’azienda che ha sviluppato questa tecnologia di spionaggio di massa: è lo “sguardo permanente” dalla Darpa, la “Defense Advanced Research Projects Agency” del governo di Washington.
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Soros: l’euro del rigore farà crollare l’Europa in rivolta
«Sono terribilmente preoccupato per l’euro, che è potenzialmente in grado di distruggere l’Unione Europea». Problema: la politica di rigore – per mantenere una moneta non svalutabile e non sovrana – comporta sofferenze sociali che, alla lunga, potrebbero scatenare una rivolta contro Bruxelles. Parola del super-investitore finanziario George Soros, intervistato dalla televisione olandese nel programma “Nieuwsuur”. «C’è un rischio reale che la soluzione al problema finanziario crei un problema politico realmente profondo», sostiene Soros, preoccupato che la Germania non capisca il pericolo di una «depressione di lunga durata», a cui l’austerity condanna il Sud Europa. «Può durare più di un decennio, in realtà potrebbe diventare permanente: fino a quando la sofferenza diventerà così grande che alla fine ci potrà essere una ribellione, un rifiuto dell’Unione Europea, che poi porterebbe alla distruzione dell’Unione stessa. Un prezzo terribilmente pesante per preservare l’euro».
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Ridicoli stregoni dell’economia: non ci azzeccano mai
Fiumi di parole, ma senza nessuna autocritica: la crisi economica mette in discussione tutto, tranne gli economisti che non l’hanno saputa prevedere. E dire che sono i più quotati, i più pagati, quelli con più titoli accademici. Parola di Luca Salvi, esponente del Movimento per la Decrescita Felice. Il vero pericolo? Sono loro, i professori e top-manager che ripropongono le stesse “infallibili” ricette, «dall’alto delle loro cattedre, nei consigli di amministrazione di banche, fondazioni, società finanziarie o di rating, negli uffici dei ministeri, negli apparati dei partiti politici, nelle grandi istituzioni internazionali e, soprattutto, negli studi televisivi e sui giornali». Un disco rotto: «Aumentare la produttività, la competitività, l’innovazione». Analisi zoppe, stime sbagliate e risultati patetici: «Ti spiegheranno domani perché quello che hanno previsto ieri non si è realizzato oggi».
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No-Tav e cattiva politica: taglio illegale di recinzioni illegali
«Tagliare le reti di Chiomonte è una azione dichiaratamente illegale. Averle installate lo è di fatto. Persino l’amministrazione comunale (lasciata in questa occasione davvero sola) ha dovuto formalmente riconoscerlo». Claudio Giorno, storico militante ambientalista della valle di Susa, protesta contro chi “getta benzina sul fuoco” all’indomani dell’arresto di due giovani No-Tav, al termine di un “blitz” dimostrativo la sera dell’8 febbraio nel quale sono state tagliate le recinzioni che proteggono il “fortino”, cioè l’area della Maddalena di Chiomonte sgomberata dalla polizia il 27 giugno 2011 e militarizzata per aprirvi il piccolo cantiere di una galleria geognostica, opera minore e accessoria all’eventuale, futura linea Torino-Lione. Secondo i No-Tav, reduci da una fiaccolata di solidarietà per i due giovani arrestati, si è trattato di “un atto di resistenza”, peraltro incruento, mentre il Pd spara a zero sull’incursione nel mini-cantiere, parlando di «azioni di teppisti» addirittura «coordinate dai sindaci».
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I terroristi dello spread e il loro affare d’oro: l’euro
Lo spread è ai minimi storici? Sì, perché paghiamo un tasso d’interesse altissimo, «molto più elevato di quello che il mercato finanziario può raccogliere da qualsiasi altra parte». E’ una bolla finanziaria, mentre l’economia reale è in ginocchio. Se siamo al tappeto, perché i mercati finanziari sono ben disposti a prestarci i loro soldi? «Per il semplice fatto che sono sicuri che si farà di tutto per evitare il default». Loretta Napoleoni svela così il “trucco” dell’Eurozona: stabilizzare la moneta per tutelare gli investitori finanziari a scapito dell’economia reale, che infatti sta colando a picco. «Per questo, “più Europa” è una formula che non ha significato». Non c’è ombra di armonizzazione economica. Al contrario, è penalizzata sanguinosamente la periferia europea: «E’ il prezzo che si è pagato per tranquillizzare i mercati». Sarebbe ora di denunciarlo, ma nessuno ne parla: tantomeno la politica, e men che meno la sinistra, che dovrebbe tutelare i più deboli.
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Uccidiamo tutto, per farne Pil: questa economia è delirio
Una delle ragioni per cui non ci sono persone che lavorano per far crollare il sistema che sta uccidendo il pianeta è che le loro vite dipendono dal sistema. Se la tua esperienza è che il tuo cibo viene dal negozio di alimentari e la tua acqua dal rubinetto, allora difenderai alla morte il sistema che ti porta quelle cose perché dipendi da esse. Siamo diventati così dipendenti da questo sistema che ci sfrutta e ci uccide che è diventato quasi impossibile per noi immaginare di viverne al di fuori. L’altro problema è la paura che abbiamo di avere ancora qualcosa da perdere. Abbiamo molto da perdere se questa cultura dovesse crollare. Una ragione primaria per la quale così tanti di noi non vogliono vincere questa guerra – o persino riconoscere che sia in corso – è che abbiamo dei benefici materiali dal saccheggio procurato da questa guerra. Quanti di noi rinuncerebbero ad automobili e cellulari, docce calde e luce elettrica, negozi di alimentari e vestiti? Ma la realtà è che il sistema sta uccidendo il pianeta.
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Pd & Mps, massoni e Opus Dei. Giannuli: serve l’ergastolo
Pene pesantissime per i criminali finanziari: da vent’anni di carcere all’ergastolo, magari anche con il regime speciale del 41/bis, quello dei boss mafiosi. «Pensate che i reati finanziari siano meno pericolosi di quelli di terrorismo e mafia?». E’ la ricetta di Aldo Giannuli per uscire dalla crisi su cui lo scandalo Montepaschi ha aperto una voragine anche mediatica. Fermare la pirateria finanziaria? Col carcere duro, con la messa al bando dei titoli derivati e con la separazione tra banche d’affari al servizio della sola finanza e banche commerciali sane, al servizio dell’economia reale. E per favore: senza più ingerenze da parte della politica. Lo scandalo Mps cade come il cacio sui maccheroni, perché «mette a nudo una serie di questioni di cui proprio non si fa cenno in questa sordida campagna elettorale». Scandalo a orologeria, per ostacolare il Pd? Ovvio. Ma nessuno finga di sorprendersi: era noto a tutti, da anni, che il bubbone sarebbe esploso.