Archivio del Tag ‘pericolo’
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Carpeoro: virus, un rituale sinistro. Voluto da chi e perché?
Mascherine? Uno degli aspetti più sconcertanti di questa vicenda del coronavirus è che, dietro, c’è stata una tecnica manipolativa e distorsiva del potere, molto sofisticata. Per vivere meglio, consiglio il libro di Heirinch Popitz sulla “Fenomenologia del potere”. Per imporre delle cose, alle persone, devi utilizzare uno strumento cerimoniale: devi imporre dei riti. Per affermare il concetto principale – il fatto che io limito la libertà, non si sa bene per quale scopo – devo creare un contesto cerimoniale e rituale, fatto di cose aggiuntive e totalmente inutili, che poi portano le persone ad appartenere a una specie di copione, di cerchio magico: una specie di spettacolo da palcoscenico. Certe volte, questo funziona anche se lo scopo magari non è terribile – ma comunque funziona. Se io do un consiglio a uno, dicendogli: non mangiare questo, non bere quello, è un conto; se invece questo consiglio deve diventare una manipolazione definitiva, devo inquadrarlo in un contesto di gesti e di simboli, per i quali il soggetto non ne esca più. Noi, come massa, non siamo più usciti, da questo tipo di comunicazione. Un sacco di persone mi hanno infastidito con la storia della mascherina e dei guanti: perché erano tutte completamente coinvolte nel copione. La parte in commedia era stata data ad ognuno, e ciascuno la recitava alla perfezione. Peccato che la commedia fosse una tragedia.E’ così vero, che era una tragedia, che tutte le misure introdotte ora si dice che forse potrebbero essere parzialmente superate. E a me non risulta che abbia avuto un senso, tutto quello che è stato fatto, finora (a danno dell’economia nazionale, delle persone e della Costituzione). Come avevo previsto, c’è stata un’evoluzione naturale del virus. Non mi risulta che ciò che è stato fatto abbia avuto un senso, se non quello di coinvolgere tutti in un copione sinistro, minaccioso, angoscioso, che costruisse il vero Moloch – che è quello della paura collettiva. Perché i morti sarebbero stati gli stessi, i contagi sarebbero stati gli stessi, l’evoluzione sarebbe stata la stessa. Ora, ci sono tante piste che si possono seguire. Quella dei soldi, per esempio: perché tante persone ci hanno guadagnato, da questa cosa. Poi quella della manipolazione del potere che rendesse le masse completamente passive in un momento particolare. Vedo che c’è una gestione molto sofisticata, che non può essere solo italiana: non può essere di un solo paese, perché poi si sono accodati tutti, ed erano pronti ad accodarsi. Non so davvero se, tra qualche decennio, troveremo delle risposte da qualche parte, in qualche archivio, in qualche pentito di turno. So solo che è stata una cosa terribile.Quello che sta avvenendo ha tutte le caratteristiche della sovragestione: non so se il virus è stato fabbricato o meno, ma tutta la gestione successiva, una volta che il virus è entrato nella nostra quotidianità, è una sovragestione. Abbiamo avuto delle commissioni tecnico-sanitarie che ci hanno detto di tenere a distanza i nostri cari, di non uscire, di non fare questo e quello. Il diritto di ogni persona, il diritto di decidere, mi chiedo dove sia finito. Chi c’è, al vertice di questa sovragestione? E’ ancora tutto molto confuso, per capirlo. Le vicende terroristiche erano più chiare, più rivelatorie; in questa vicenda, invece, dire qualcosa è difficile. Sicuramente la gestione è molto sofisticata: troppo sofisticata, per rispondere a logiche semplificatorie, solo nazionali. E soprattutto è una gestione di grande competenza, rispetto alle tecniche di manipolazione. L’attenzione particolare per l’Italia? E’ perché gli italiani sono un enorme allevamento di maiali, e del maiale non si butta via niente.Braccialetti elettronici per distanziare anche i bambini nelle scuole? Io non so quale sia lo scopo ultimo. Credo però che l’incaglio, di tutta questa cosa, sia nei soldi: perché loro ce l’hanno, la voglia di mettere i braccialetti a chiunque, ma non hanno i soldi per farlo. E soprattutto, abbiamo fermato la produzione: e da che mondo è mondo, quando fermi la produzione fermi tutto. Fa pensare, che abbiano fermato anche il calcio. In una bellissima canzone, “Meno male che adesso non c’è Nerone”, Edoardo Bennato cantava l’abilità politica dell’imperatore: per accontentare gli italiani bastava dar loro in pasto i giochi del Colosseo. I latini dicevano “panem et circenses”, per far stare tranquilla la massa. Qui siamo di fronte a una cosa strana: ci hanno tolto i giochi, e ci stanno togliendo il pane. Quindi, qual è lo scopo di tutta questa cosa? Francamente, io non ho ancora la chiave di questa vicenda. Le manifestazioni non autorizzate come quella di Roma, con le mascherine tricolori? Confermo la mia previsione: tra poco ci saranno problemi di ordine pubblico, se non trovano i soldi per dar da mangiare alla gente.Né deve sorprendere che i media non parlino, di queste manifestazioni: in Italia non abbiamo certo una classe giornalistica coi fiocchi. La maggior parte si rende comoda per il sistema, appena si accorge che lavora solo chi è comodo per il sistema. Quanto al governo, la proproga di altri sei mesi dello stato d’emergenza è certamente il possibile preambolo di nuovi provvedimenti. Di tutto, si preoccupano, tranne che di finanziare una ricerca seria su questo virus, ancora sconosciuto. Prima di formarsi delle opinioni, bisognerebbe informarsi: e qui è mancata una corretta informazione, con tutte le conseguenze che da questo derivano. La Gelmini (Forza Italia) chiede l’obbligo vaccinale per le fasce a rischio e per tutto il personale sanitario: un’altra tappa verso la road map Ue, che già nel 2019 prevedeva per il 2022 il passaporto vaccinale europeo? Io non sono in grado di dire quale sarà la fase successiva, perché – ripeto – non ho ancora delineato lo scopo di questa operazione: se uno non conosce lo scopo, come fa a pensare che ci sia una fase successiva, e come sarà?Giusto, intanto, preoccuparsi dei bambini: questa esperienza è stata durissima, per i ragazzi – più dura, che per noi. Li abbiamo chiusi in casa, senza poter vedere nemmeno i nonni. Spero che la elaborino in senso positivo, anche se non sono in grado di quantificare gli eventuali danni che hanno subito. Gli abbiamo impedito il contatto coi i coetanei, e persino con la natura: le fioriture, i profumi della primavera. Pure gli esami, gli abbiamo tolto. Abbiamo modificato il percorso dei ragazzi dei bambini. Certo, tutto può sempre essere alchemicamente trasformato in oro. Con gli strumenti che hanno oggi (e se li aiutiamo), spero che i ragazzi possano elaborare in maniera costruttiva questa esperienza. In fin dei conti, i ragazzi di altre generazioni sono riusciti a elaborare anche l’esperienza della guerra. Se dietro a tutto c’è un disegno, e se quello italiano non è un popolo considerato pericoloso per il sistema dominante, che bisogno c’era di questa gestione del virus per fare un salto di qualità così rilevante? La sovragestione funziona così: prima di tutto, il modello viene diffuso. Dopodiché, visto che sono quantomeno idioti, se non corrotti, i politici – nazionali e locali – si accodano. Ma ripeto: fino a quando non capiremo lo scopo, di tutta questa cosa, non ne capiremo la sovragestione.Siamo in una dittaura? Quello di dittatura è un concetto teoricamente applicabile a qualunque sistema, anche se poi realizzarlo è un altro discorso. Siamo un paese il cui ministero della sanità ha raccomandato ai medici di non eseguire autopsie sulle vittime del Covid. Abbiamo sentito di tutto, in questo periodo: e credo che non abbiamo ancora finito, di sentire di tutto. Bill Gates il grande burattinaio della situazione? No, però è un mascalzone: ha fatto benissimo, Sara Cunial, a definirlo così. Bill Gates ha cercato di stabilire il monopolio sui sistemi operativi dei computer, e lo ha fatto con metodi mafiosi. In tempi non sospetti lo scrissi, su “Pc Magazine”, rivista che dirigevo, assumendomene la responsabilità (e venni quasi lapidato). Ora Bill Gates si occupa di vaccini? Ha aggiustato il tiro, ma i metodi sono gli stessi. Dite che è più inquietante, il vaccino? Ma perché, non era inquietante anche quello che voleva fare prima? La differenza è che qui si parla del corpo umano? Alla lunga, lo scopo è sempre il corpo umano: se ci passi tramite un computer, ci puoi passare anche tramite un microchip.Mascherine? Uno degli aspetti più sconcertanti di questa vicenda del coronavirus è che, dietro, c’è stata una tecnica manipolativa e distorsiva del potere, molto sofisticata. Per vivere meglio, consiglio il libro di Heirinch Popitz sulla “Fenomenologia del potere”. Per imporre delle cose, alle persone, devi utilizzare uno strumento cerimoniale: devi imporre dei riti. Per affermare il concetto principale – il fatto che io limito la libertà, non si sa bene per quale scopo – devo creare un contesto cerimoniale e rituale, fatto di cose aggiuntive e totalmente inutili, che poi portano le persone ad appartenere a una specie di copione, di cerchio magico: una specie di spettacolo da palcoscenico. Certe volte, questo funziona anche se lo scopo magari non è terribile – ma comunque funziona. Se io do un consiglio a uno, dicendogli: non mangiare questo, non bere quello, è un conto; se invece questo consiglio deve diventare una manipolazione definitiva, devo inquadrarlo in un contesto di gesti e di simboli, per i quali il soggetto non ne esca più. Noi, come massa, non siamo più usciti, da questo tipo di comunicazione. Un sacco di persone mi hanno infastidito con la storia della mascherina e dei guanti: perché erano tutte completamente coinvolte nel copione. La parte in commedia era stata data ad ognuno, e ciascuno la recitava alla perfezione. Peccato che la commedia fosse una tragedia.
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La verità è clandestina: non chiamatela controinformazione
Vent’anni fa, in Italia, il primo a sollevare dubbi sull’equazione tra verità e giornalismo fu un certo Giulietto Chiesa. La domanda: se il pubblico non viene più informato dei fatti principali, e men che meno delle loro cause, come si fa a parlare ancora di libertà? Su cosa lo misura, il proprio giudizio, il lettore-spettatore lasciato all’oscuro di quel che accade veramente? In altre parole: dove va a finire, la democrazia? Dov’è finita oggi lo si è visto: ci ha pensato “Giuseppi”, con la sua coorte di tecnocrati e consiglieri-ombra, pronti a rimodellare la Costituzione su misura per la gestione panica del coronavirus. E come ha reagito, la stampa? Balbettando, o supportando l’Autorità senza fiatare. E’ potuto accadere anche per via dello stato comatoso del giornalismo nazionale, cartaceo e radiotelevisivo, dopo anni di omissioni, reticenze e manipolazioni: fake news, truccate da notizie. Ora siamo al trionfo orwelliano: è il Grande Fratello ad accusare l’informazione libera di produrre bufale. Di più: ormai si passa anche alle vie di fatto, coi video rimossi da YouTube come nel caso di “ByoBlu”, colpevole di dar voce a chiunque la pensi in modo diverso dal mainstream. E tutto questo, purtroppo, accade senza conseguenze: «Il guaio è che nessuno controlla i controllori», protesta l’avvocato Andrea Lisi, specialista in diritti dell’informazione.Le parole del legale si mescolano con quelle degli altri ospiti della diretta web-streaming “Big Data is Watching You”, proposta il 15 maggio da Marco Moiso (Movimento Roosevelt) con Gioele Magaldi e altri ospiti qualificati. Come Fabio Frabetti, di “Border Nights”, che obietta: «Anziché preoccuparsi di sanzionare Vittorio Feltri per i suoi titoli, segnalandolo all’Ordine dei Giornalisti, perché tanti colleghi non si preoccupano di cose ben più serie?». E a proposito di serietà e correttezza: il 6 maggio, il quotidiano “La Stampa” ora diretto da Massimo Giannini ha permesso al medico Mauro Salizzoni (ex primario alle Molinette di Torino) di definire “fake news” molte notizie attorno alle guarigioni ottenute a Mantova con la sieroterapia sperimentata da Giuseppe De Donno, e “lestofanti” chi le diffonde. E tutto questo, senza precisare che lo stesso Salizzoni – voce autorevole della medicina – è anche un illustre consigliere regionale del Pd (dunque un politico filogovernativo). Dorme sonni beati, l’Ordine dei Giornalisti? E, tra parentesi: trova normale che il Signor Fiat, proprietario della “Stampa”, si sia comprato anche “Repubblica” e “L’Espresso”? Se lo domanda Margherita Furlan di “Pandora Tv”, stretta collaboratrice di Giulietto Chiesa. «Vi sembra rassicurante – insiste Margherita – il fatto che i principali giornali italiani siano nelle mani dello stesso soggetto?».Una quindicina di anni fa, in una memorabile performance al Salone del Libro di Torino, il suo maestro Giulietto Chiesa sventolò un foglietto. Quando lo lesse, il pubblico ammutolì: erano i tabulati delle telefonate con cui Boris Berezovskij, noto oligarca a lungo nelle grazie di Boris Eltsin, ordinava all’uomo del Kgb in Cecenia, il colonnello Shamil Basaev (futuro “martire della resistenza cecena”), di reclutare criminali comuni e attaccare a freddo le caserme dell’esercito federale russo, a Grozny e Gudermes, per provocare ad arte la finta “rivolta indipendentista” della regione ribelle. Nei calcoli del Cremlino, doveva essere una breve fiammata, da spegnere subito con una guerra-lampo destinata a risollevare i sondaggi traballanti dello Zar, in vista della più taroccata delle rielezioni. «Avete mai letto qualcosa di simile, sui giornali italiani?». Domanda retorica, quella di Chiesa, di lì a poco – ancora a Torino – alle prese con il World Political Forum presieduto da Mikhail Gorbaciov. In un’intervista, all’ultimo leader dell’Urss fu chiesto della guerra cecena (durata anni, e terminata solo grazie Putin). «I famosi indipendisti ceceni? Li conosco, eccome», rispose Gorbaciov. «Ho scoperto che erano i miei vicini di ombrellone, in Costa Azzurra». Ad ascoltare Gorby c’erano televisioni e giornaloni: ma non una di quelle notizie fu lasciata filtrare, per dar modo al pubblico di constatare che, molto spesso, niente è come sembra.Ora siamo all’ossimoro permanente: verso e falso vanno a braccetto, con la massima disinvoltura. E il falso d’autore diventa vero, se a spacciarlo è il mainstream. «Per questo – dice ancora Margherita Furlan – sarebbe ora di archiviare espressioni come “controinformazione”», che forse avevano senso quando un’informazione dignitosa esisteva ancora. «Oggi la differenza è tra informazione – e quindi serietà, verifica, ricerche indipendenti – e tutto quello che “informazione”, francamente, non è più». Propaganda, sarebbe il termine più adatto a definire il mestiere di quelli che Marcello Foa, ora presidente della Rai, ha definito “stregoni della notizia”. Certo – ammette Frabetti – le verdi praterie del web si sono trasformate in una specie di far west, dove chiunque può mettersi a contrabbandare anche le bufale più inverosimili del peggior complottismo. E la Costituzione – sottolinea l’avvocato Lisi – non è pronta a normare questo magma: «Forse andrebbe arricchita, per disciplinare meglio un ambito così recente e tuttora sfuggente». L’unica cosa da evitare, aggiunge, è la soluzione che invece il governo Conte ha prontamente adottato: una bella task force di censori, non legittimati da null’altro che il potere politico dell’esecutivo, per giuntra forzato dallo stato d’emergenza.E’ il sottosegretario Andrea Martella, naturalmente del Pd, ad aver voluto l’imbarazzante Ministero della Verità. La scusa? Impedire che al pubblico arrivassero voci pericolose (ovvero dissonanti, rispetto alla camomilla governativa dispensata a proposito del Covid). Una pagina di vergogna nazionale, che si aggiunge a quelle che sempre l’avvocato Lisi considera le inquietanti incognite dell’App Immuni, progettata soprattutto per tracciare usi e costumi (ma soprattutto consumi) del popolo italiano, peraltro già abbondamente monitorato via smartphone tramite Google e i social. A proposito, osserva Frabetti: ve lo vedete, in Italia, un padreterno come Zuckerberg messo alla corda dal Parlamento? Già, perché lo spettacolo americano delle ultime ore è sensazionale: balbetta, il fondatore di Facebook, di fronte alla commissione istituzionale che lo incalza in modo spietato, chiedendogli perché mai il suo network planetario ha deciso di oscurare voci e notizie scomode, in merito al coronavirus. Dopo l’esternazione-bomba di Sara Cunial in aula, con le accuse esplosive rivolte alla “banda del Covid” capitanata da Bill Gates, sul suo blog – “Luogo Comune” – Massimo Mazzucco (altro nemico pubblico del Ministero della Verità) si domanda: ve l’immaginate, se anziché 300 passacarte, i parlamentari 5 Stelle fossero 300 Sara Cunial?Vent’anni fa, in Italia, il primo a sollevare dubbi sull’equazione tra verità e giornalismo fu un certo Giulietto Chiesa. La domanda: se il pubblico non viene più informato dei fatti principali, e men che meno delle loro cause, come si fa a parlare ancora di libertà? Su cosa lo misura, il proprio giudizio, il lettore-spettatore lasciato all’oscuro di quel che accade veramente? In altre parole: dove va a finire, la democrazia? Dov’è finita oggi lo si è visto: ci ha pensato “Giuseppi”, con la sua coorte di tecnocrati e consiglieri-ombra, pronti a rimodellare la Costituzione su misura per la gestione panica del coronavirus. E come ha reagito, la stampa? Balbettando, o supportando l’Autorità senza fiatare. E’ potuto accadere anche per via dello stato comatoso del giornalismo nazionale, cartaceo e radiotelevisivo, dopo anni di omissioni, reticenze e manipolazioni: fake news, truccate da notizie. Ora siamo al trionfo orwelliano: è il Grande Fratello ad accusare l’informazione libera di produrre bufale. Di più: ormai si passa anche alle vie di fatto, coi video rimossi da YouTube come nel caso di “ByoBlu”, colpevole di dar voce a chiunque la pensi in modo diverso dal mainstream. E tutto questo, purtroppo, accade senza conseguenze: «Il guaio è che nessuno controlla i controllori», protesta l’avvocato Andrea Lisi, specialista in diritti dell’informazione.
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Magaldi: sarà il popolo a fermare i golpisti del coronavirus
Siete pronti? Prima ancora della terrificante Seconda Ondata del SarsCov2, potrebbe essere in arrivo l’epatite E, in regalo – tramite zoonosi – direttamente dai topastri cinesi di Hong Kong. Un mondo distopico, d’ora in poi completamente in mano ai gestori tecno-politici e mediatici della paura, sotto forma di batteri, virus e diavolerie pestilenziali? Sarebbe il paradiso dei farabutti, e in parte lo è già. Questo, secondo Gioele Magaldi, è il vero pericolo che abbiamo di fronte: un’epidemia all’anno, quanto basta per spaventare e chiudere in casa miliardi di persone, consentendo ai nuovi golpisti bianchi di fare quello che vogliono, di noi, fino a calpestare la libertà di tutti (e nel caso dell’Italia, affondando l’economia in modo catastrofico). Vietato illudersi: «Nessuno si lasci incantare dalle indecorose pagliacciate di Conte, replicate anche con l’ultimo, strombazzatissimo decreto privo di investimenti e di visione: non risolverà nessuno dei drammatici problemi economici che stanno trasformando l’Italia in un cimitero economico». E la buona notizia, se così si può dire? Sarebbe questa: l’attacco mondiale partito da Wuhan non è l’inizio della fine, per il mondo libero. Al contrario: è l’ultima mossa, disperata, di un potere oscuro che ormai sente di avere le ore contate, anche se ci farà penare ancora, e non poco.«In fondo, un virus è perfetto, per i nemici del popolo: funziona ancora meglio del terrorismo e del rigore finanziario». Autore del bestseller “Massoni” uscito per Chiarelettere a fine 2014 con la mappa esclusiva delle superlogge del potere mondiale, Magaldi ha in cantiere il “sequel” del primo saggio, atteso per novembre e aggiornato tenendo conto dello tsunami-coronavirus. «Stanno emergendo circostanze esplosive», annuncia, in web-streaming su YouTube nella trasmissione “Massoneria On Air”, condotta da Fabio Frabetti di “Border Nights”, con la partecipazione di osservatori speciali come Gianfranco Carpeoro e Paolo Franceschetti, Marco Moiso, Roberto Hechich. In sostanza, secondo Magaldi – massone progressista, facente parte lui stesso del mondo delle superlogge – sono fonti ancora riservate, d’intelligence, a confermare i peggiori sospetti: il disastro che ci è rovinato addosso, paralizzando mezzo pianeta, è stato concepito dagli eredi dalle stesse “menti raffinatissime” che idearono il golpe in Cile nel 1973, per imporre il neoliberismo a mano armata. Meno diritti, per salvare l’economia? Era la super-bufala del manifesto “La crisi della democrazia”, in Italia propalato con la prefazione di sua maestà Gianni Agnelli. La tesi: troppa democrazia fa male. Poi vennero il boom neoliberista, l’11 Settembre e infine la crisi dei subprime, il collasso degli spread europei, il Rigor Montis. Ora siamo al rigore terminale, quello del virus.Perfetta, la pandemia, per indurre i cittadini a rassegnarsi al peggio. Turismo in coma, negozi sprangati, economia a rotoli. Bar e ristoranti che non riapriranno, cassa integrazione che ancora non si vede, e il “popolo delle partita Iva” che attende tuttora i mitici 600 euro dell’Inps. E il prode Conte? Su Facebook gira un’amara barzelletta: «Arriverà a giugno il decreto di maggio scritto in aprile ma pensato a marzo, per una crisi iniziata a febbraio e conosciuta da gennaio per un virus conosciuto già da dicembre». Un analista autorevole come Marcello Veneziani è spaventato: non s’era mai visto tanto odio, dice su “La Verità”, in un’Italia spaccata in due, divisa tra i supporter di Conte (sempre meno numerosi) e la maggioranza non più silenziosa, che il professor-avvocato venuto dal nulla lo vedrebbe bene addirittura in galera. «La situazione è seria», ammette Magaldi: «Si stanno intensificando i flash-mob improvvisati da cittadini sempre più esasperati». Quelli sanzionati ingiustamente durante il lockdown possono contare sul Sostegno Legale, servizio gratuito offerto dal Movimento Roosevelt, che mette a disposizione avvocati (volontari) per contestare le multe. Altra iniziativa, la Milizia Rooseveltiana: «Una formazione che scenderà presto in campo, anche per disciplinare le proteste e impedire infiltrazioni violente».La rabbia monta, e acceca il raziocinio: c’è persino chi plaude al grottesco paternalismo di Conte, che trova eroicamente il tempo di ascoltare il sindaco novarese giunto a Roma in bicicletta per rinfacciare al premier «la miseria» dei famosi 600 euro. Come un caudillo sudamericano del secolo scorso, Conte interrompe una riunione, dà udienza al primo cittadino ribelle, scomoda telefonicamente il presidente dell’Inps e infine concede pure un’elargizione di tasca sua al ciclista padano, a quel punto conquistato (almeno, a beneficio dei fotografi) dal gran cuore del primo ministro. Che smacco, commenta qualcuno sui social: che lezione, da quel gran signore che sta a Palazzo Chigi. I fan di Conte amano questo imbarazzante, incolore neo-democristiano di ascendenza grillina per il solo fatto di aver rotto con Salvini, fino a ieri dipinto come il demoniaco nemico pubblico dell’italianità “de sinistra”, quella che vent’anni fa avrebbe sbranato vivo Berlusconi se si fosse permesso di infliggere la metà della metà delle punizioni bibliche che “l’avvocato del popolo” ha rifilato agli italiani in soli tre mesi. Potenza del coronavirus: impaurendolo a dovere, puoi calpestare il cittadino riducendolo a suddito, facendogli dimenticare la nozione stessa di libertà.Nel festival dei nuovi mostri furoreggiano i grandi media, complici dei nuovi censori di regime: il padreterno televisivo Burioni chiede di spegnere “ByoBlu”, cioè il video-blog più seguito dagli italiani? Prontamente, YouTube cancella 4 video recentissimi prodotti dal team di Messora. Da Palazzo Chigi – nel silenzio tombale e orwelliano dell’Ordine dei Giornalisti – sulle notizie vigila il Ministero della Verità messo in piedi dal sottosegretario piddino Andrea Martella, con l’aiuto di giornalisti come Riccardo Luna (”Repubblica”) e “debunker” del calibro di David Puente, pupillo di Mentana e colonna portante del newsmagazine “Open”. Farebbe ridere, se non fosse una tragedia: la libertà di stampa fatta a pezzi, rottamata come rifiuto organico di tempi felici e ormai remotissimi. L’odio serpeggia pericolosamente in ogni rivolo: sulla pagina Twitter del Cicap, l’ambiguo comitato fondato da Piero Angela per promuovere le verità ufficiali (a scapito di tutte le altre), c’è persino chi brinda alla morte di Giulietto Chiesa, augurandosi pure quella di Massimo Mazzucco. Si vaneggia: dai derby sconfortanti di ieri (Capitana contro Capitano, Sardine contro Salvini) si è passati all’insulto feroce, e addirittura all’evocare lo scannamento del presunto avversario, senza che il nuovo culto di Giuseppe Conte lasci spazio al dubbio: non è che siamo tutti sulla stessa barca, che oltretutto sta per affondare?«Sarà un autentico disastro, epocale – dice Gianfranco Carpeoro – se i cittadini non apriranno gli occhi e non comprenderanno di poter contare su un’unica risorsa: se stessi». Aprire gli occhi? Tradotto: constatare che il penoso, modestissimo Conte non ha ancora fatto assolutamente niente per evitare il collasso economico del popolo che ha rinchiuso in casa. «Misure tragicomiche come quelle previste per la riapertura di spiagge e ristoranti – sostiene Paolo Franceschetti – lasciano supporre che non ci sia nessuna volontà di aiutare il paese: semmai l’intento sembra quello opposto, di affossarlo di proposito». Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, residente a Londra, allarga l’orizzonte: «In Gran Bretagna, dove peraltro il lockdown non è stato così rigido come in Italia, la cassa integrazione è arrivata subito, e ora è stata prorogata fino a ottobre: nessuno sarà licenziato, e i lavoratori hanno ricevuto immediatamente l’80% dello stipendio, grazie al governo Johnson». Per capire il senso di quel che avviene sotto casa, aggiunge Moiso, conviene guardare più lontano: «Sappiamo che il dramma è partito da Wuhan, ma sbaglieremmo se puntassimo il dito solo contro la Cina, che certo ha sicuramente ritardato l’allarme iniziale».C’è molto altro, nelle retrovie di questa losca vicenda: lo fa capire Trump, che minaccia di trascinare i cinesi in tribunale anche per stanare i non-cinesi in cima a tutti i sospetti, dal dottor Anthony Fauci al suo amicone Bill Gates, il “filantropo” iper-vaccinista che controlla l’Oms, l’organizzazione che a Wuhan “se c’era, dormiva”, attorno a quel laboratorio finanziato anche attraverso Fauci, e con il contributo dei francesi. Dalla sua solitudine d’avorio, si fa vivo persino Bob Dylan (Premio Nobel 2016 per la Letteratura) nell’alludere alla peggiore delle ipotesi: una sinistra connessione tra i “signori del Covid” e gli assassini del Deep State che macellarono John Kennedy a Dallas. Sempre in casa Kennedy, è l’avvocato Robert Junior (figlio di Bob) a sparare sul patron della Microsoft: puzza d’imbroglio, la sua fretta di inondarci di vaccini obbligatori. E se le divinità mondiali tracciano ipotesi precise (e allucinanti) sul nostro futuro prossimo, non tarda a farsi sentire il coretto dei nani nazionali, made in Italy, pronto a ripetere che sì, probabilmente l’eventuale vaccinazione sarà obbligatoria, o comunque vincolante: off limits i luoghi pubblici, per chi oserà sottrarsi alla siringa. E tutto questo, senza uno straccio di dibattito parlamentare. Normale? Di questo passo, sì. Ma non succederà.Ne è convinto Magaldi, che ha fiducia nella riconquista della democrazia, oggi sospesa. «Ma occorre agire e mettere da parte la paura, volutamente alimentata dal governo, così come la sua “sorella” naturale, la speranza, che conia slogan come l’idiota “andrà tutto bene” da recitare affacciandosi al balcone». Sta andando tutto male, anzi malissimo. «E infatti l’Italia sta per esplodere. Ma la stessa società civile, anche attraverso autorevoli giuristi, non ha mancato di farsi sentire», dice il presidente del Movimento Roosevelt. «Quello che abbiamo di fronte è un modello distopico, che qualcuno vorrebbe trasformare nel nostro futuro: sta a noi respingerlo». Gli esempi non mancano: «Si guardi la Svezia: anziché chiudere il Parlamento e trattare i cittadini come bambini, ha rivolto loro raccomandazioni adulte e senza sprangare il paese, con ottimi risultati». Sintetizzando: «Se non vogliamo finire in un Occidente senza più libertà, trasformato in succursale cinese, dovremo stabilire che i diritti costituzionali non possono essere sospesi, mai, neppure di fronte a un’emergenza sanitaria. Troppo facile, altrimenti, imprigionare il mondo: basta mettere in circolazione un virus all’anno, terrorizzare la popolazione, e il gioco è fatto. Attenti: è esattamente il piano dei “gestori” del coronavirus».Chi sono? «Circuiti apolidi e supermassonici, sovranazionali e reazionari, che hanno puntato sulla Cina come modello autoritario per il futuro dell’Occidente». Il virus come arma? «Certo, ma si tratta di una mossa dettata dalla disperazione – aggiunge Magaldi – visto l’esito delle iniziative precedenti: volevano impadronirsi del mondo con l’austerity neoliberista e con il terrorismo “islamico”, ma non ci sono riusciti». La grande corsa della Cina, poi, è stata fermata dal campione “populista” Donald Trump: un altolà di portata storica, a cui si è risposto con l’infernale Covid. La “soluzione finale”, in un mondo che sta vedendo crollare i presupposti della globalizzazione neoliberale, e dove la stessa Unione Europea (capolavoro di post-democrazia ordoliberista) sembra sul punto di andare in pezzi. Magaldi riconduce la questione nei termini più semplici: «Vorrebbero che diventasse normale lo spettacolo dei cittadini che piegano la testa, in silenzio, vedendosi confiscare la libertà e assistendo impotenti alla distruzione della loro economia. Ma non accadrà: sarà proprio la durezza della crisi nella quale stiamo precipitando ad aprire finalmente gli occhi ai dormienti, spingendoli a combattere per riconquistare la democrazia perduta e il diritto a una vita dignitosa, non più vessata dalla barbarie artificiosa dell’austerity».Siete pronti? Prima ancora della terrificante Seconda Ondata del SarsCov2, potrebbe essere in arrivo l’epatite E, in regalo – tramite zoonosi – direttamente dai topastri cinesi di Hong Kong. Un mondo distopico, d’ora in poi completamente in mano ai gestori tecno-politici e mediatici della paura, sotto forma di batteri, virus e diavolerie pestilenziali? Sarebbe il paradiso dei farabutti, e in parte lo è già. Questo, secondo Gioele Magaldi, è il vero pericolo che abbiamo di fronte: un’epidemia all’anno, quanto basta per spaventare e chiudere in casa miliardi di persone, consentendo ai nuovi golpisti bianchi di fare quello che vogliono, di noi, fino a calpestare la libertà di tutti (e nel caso dell’Italia, affondando l’economia in modo catastrofico). Vietato illudersi: «Nessuno si lasci incantare dalle indecorose pagliacciate di Conte, replicate anche con l’ultimo, strombazzatissimo decreto privo di investimenti e di visione: non risolverà nessuno dei drammatici problemi economici che stanno trasformando l’Italia in un cimitero economico». E la buona notizia, se così si può dire? Sarebbe questa: l’attacco mondiale partito da Wuhan non è l’inizio della fine, per il mondo libero. Al contrario: è l’ultima mossa, disperata, di un potere oscuro che ormai sente di avere le ore contate, anche se ci farà penare ancora, e non poco.
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De Donno, le fake news di regime e il bullismo contro Feltri
Cerebrolessi o teppistelli? Analfabeti democratici? Come definire i buontemponi che ancora si divertono a manganellare squadristicamente Vittorio Feltri e il suo giornale, più volte messo all’indice come indegno di appartenere all’eletta schiera della sacra stampa nazionale? Beati e felici di militare nel branco indiscutibile dei migliori, ignorano sistematicamente le nefandezze quotidiane commesse dai principi dell’informazione padronale, cartacea e radiotelevisiva. Tutti campioni rispettati e amati dall’erede del fascistissimo Ordine dei Giornalisti, residuato cenozoico solo italiano, fondato – si può immaginare con quale intento – dall’onorevole cavalier Benito Mussolini nel 1925, e da allora mummificato in vita a beneficio del sonno eterno dell’opinione pubblica benpensante e conformista, allineata al non-pensiero unico. Uno di questi fuoriclasse, Massimo Giannini (allevato da “Repubblica” e dalla televisione, prima di approdare ora alla “Stampa”), osa proporre ai lettori – il 6 maggio 2020 – la seguente titolazione: “Coronavirus, Salizzoni contro le fake-news sul plasma miracoloso: chi le diffonde è un lestofante”.Fake news?! Ebbene, sì: “fake news” le guarigioni – vere, purtroppo per i detrattori – ottenute a Mantova e Pavia. L’intento, in questo caso: colpire la reputazione – pericolosamente in ascesa – del professor Giuseppe De Donno, primario mantovano di pneumologia, colpevole di aver salvato il 100% dei pazienti dal micidiale, spaventoso, apocalittico coronavirus. Come? Nel modo più semplice: iniettando nei malati il plasma estratto dai pazienti guariti, pieno di anticorpi. Costo, irrisorio: una vita umana, in questo caso, vale solo 160 euro. Troppo poco, per gli ambigui “impresari” del Covid? Troppo banale? E poi, se davvero fosse finita qui, la Grande Paura – se davvero si guarisse in modo ormai sistematico – a che scopo imporre ancora l’infame Distanziamento Sociale? Perché insistere con l’attesa messianica di un improbabilissimo vaccino? E perché infliggere il cataclisma economico firmato Conte, se dovesse emergere che ormai dal Covid-19 si guarisce in 48 ore? E allora, tutti zitti: De Donno? Non ci risulta.E’ stato il web a rendere onore a questo medico italiano. Non certo una star: uno scienziato serio e schivo, composto, defilato. Unica missione: trovare il modo di salvare vite umane, mettendo fine alla leggenda del Male Incurabile (che intanto ha falciato anche medici e infermieri). Silenti, come i giornaloni, anche i militi delle squadracce nere dei detrattori di Feltri: sordomuti, di fronte al silenzio dei grandi media. Afoni, gli haters del direttore di “Libero”, anche di fronte allo sconcio del potere Rai (servizio pubblico) che – senza aver mai parlato di De Donno, in nessun telegiornale – impone a Fabio Fabio di intervistare per la centesima volta il profeta Burioni, quello che a febbraio assicurava il “rischio zero” per l’Italia, impegnato stavolta a mettere in dubbio l’efficacia, la sicurezza e la praticabilità della sieroterapia sperimentata a Mantova. E dov’era, nel frattempo, il mitico Ordine dei Giornalisti ripetutamente invitato ad espellere Feltri? Stava in Corea del Nord, a prendere lezioni di libertà di stampa?Ha del vomitevole, questo mediocre regime di piccoli censori pidocchiosi: un umile documentario indipendente come quello di Massimo Mazzucco sulla possibile origine manipolata del virus ha registrato in un battibaleno due milioni di visualizzazioni, senza che i talksow nazionali avessero trovato un briciolo di dignità per indagare su giallo-Wuhan, che non è solo cinese, e su cui oggi (in modo ovviamente unilaterale) si abbattono gli strali dell’amministrazione Trump. Dormono, i morti viventi, quando si tratta di difendere la libertà di essere informati. Si svegliano, ma solo per insultare, non appena Feltri “sbraca” con un uno dei suoi titoli balordi e provocatori, indigesti, discutibili. Si strugge, il branco dei censori, se Feltri usa l’espressione “terroni”, o se parla di “sostituzione etnica” abusando della polemica sulla speculazione, tutta italiana, che trasforma in business ipocrita l’immigrazione clandestina. Naturalmente non c’è pericolo che i bulletti ostili a Feltri si accorgano dell’unica, vistosa grande pecca – questa sì, davvero grave – che caratterizza l’anziano giornalista: in tanti anni di gloriosa carriera, quasi sempre vissuti controcorrente, Feltri non sembra aver trovato il tempo di rettificare vecchie idee, sbagliate, sull’origine del debito pubblico e sul suo vero significato.Spesso, il direttore di “Libero” sembra accodarsi alla vecchia vulgata (menzognera) del mainstream neoliberista, che fabbrica del Balpaese un’immagine comodissima e criminalizzante, facendone la patria delle cicale irresponsabili, su cui è ovvio poi che cadano le tegole, i tagli, i “niet” di Berlino e di Bruxelles. E’ la canzone – stonata, fuorviante, pericolosa – che hanno ripetuto per anni i vari Travaglio, mai “accortisi” che forse c’era un problemino, a monte, chiamato Unione Europea. Ma non lo vedono, il guaio, neppure i soavi insultatori: a loro basta ragliare (da soli, in coro) contro il cattivone Feltri che ce l’ha coi migranti, che fa il razzista, e che per giunta tiene bordone a quell’infame di Salvini (altro essere sub-umano che andrebbe possibilmente fucilato o almeno radiato dall’Ordine dei Politici, se solo esistesse). A questo, siamo. Sicché, gli asfaltatori di De Donno – il medico che salva gli italiani dal coronavirus – procedono in carrozza, senza che i Conte-boys, le sentinelle della carcerazione universale, trovino nulla da ridire.Ho pianto, ha detto il primario mantovano, quando m’hanno chiamato il responsabile della sanità dell’Onu e poi vari governi, incluso il ministero della salute degli Stati Uniti. Muto invece l’Istituto Superiore della Sanità di Roma: dà così fastidio, alle autorità governative momentaneamente commissariate dall’Oms, avere a Mantova un medico che il mondo ci invidia? Muto infatti anche il ministero di Speranza, che non si è precipitato a Mantova – come chiunque altro avrebbe fatto, al posto suo – per sincerarsi dell’efficacia di una cura che potrebbe metter fine al potere spaventoso del virus che tiene in ostaggio il mondo. Del resto, si sa: il problema dell’Italia si chiama Vittorio Feltri. E chissà se l’immanente, metafisico Ordine dei Giornalisti si è accorto che il quotidiano torinese diretto da Massimo Giannini chiama “fake news” le notizie provenienti da Mantova, e “lestofanti” chi le diffonde. Lo fa prendendo a prestito un medico, uno dei tanti che non apprezzano De Donno. La domanda dovrebbe essere: su che pianeta siamo finiti?Le televisioni, a reti unificate, si arrogano il diritto di svolgere sfacciatamente la funzione di Grande Fratello. Messaggi martellanti: non avrete altra verità fuorché la nostra, tutto il resto è fake. C’è anche una commissione governativa appositamente istituita per vigilare sulle notizie da somministrare al popolo bue: e anche qui, non un fiato (né dall’Ordine dei Giornalisti, né dai bullizzatori di Feltri, figurarsi). Muti, tutti quanti, anche di fronte alla notizia che ha cambiato l’assetto di potere dell’editoria giornalistica nazionale, con l’acquisto di “Repubblica” ed “Espresso” da parte di John Elkann, l’imprenditore che ha traslocato l’ex Fiat in Olanda, il paradiso fiscale che massacra l’Italia. Ma certo, è tutto normale, va bene così: è persino divertente, abitare la follia. E magari chiamare impunemente “fake news” le uniche, vere buone notizie in tema di coronavirus, da tre mesi a questa parte, in un’Italia ridotta in mutande – come mai prima, dal 1945 – da un premier-fantasma, mai eletto, e il cui nome fino a ieri non diceva niente a nessuno. Tu chiamale, se vuoi, allucinazioni.(Giorgio Cattaneo, “De Donno, le fake news della Stampa e il bullismo contro Feltri”, dalò blog del Movimento Roosevelt del 9 maggio 2020).Cerebrolessi o teppistelli? Analfabeti democratici? Come definire i buontemponi che ancora si divertono a manganellare squadristicamente Vittorio Feltri e il suo giornale, più volte messo all’indice come indegno di appartenere all’eletta schiera della sacra stampa nazionale? Beati e felici di militare nel branco indiscutibile dei migliori, ignorano sistematicamente le nefandezze quotidiane commesse dai principi dell’informazione padronale, cartacea e radiotelevisiva. Tutti campioni rispettati e amati dall’erede del fascistissimo Ordine dei Giornalisti, residuato cenozoico solo italiano, fondato – si può immaginare con quale intento – dall’onorevole cavalier Benito Mussolini nel 1925, e da allora mummificato in vita a beneficio del sonno eterno dell’opinione pubblica benpensante e conformista, allineata al non-pensiero unico. Uno di questi fuoriclasse, Massimo Giannini (allevato da “Repubblica” e dalla televisione, prima di approdare ora alla “Stampa”), osa proporre ai lettori – il 6 maggio 2020 – la seguente titolazione: “Coronavirus, Salizzoni contro le fake-news sul plasma miracoloso: chi le diffonde è un lestofante”.
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Poliziotti: basta, siamo stufi di perseguitare cittadini italiani
Se quando abbiamo scelto di arruolarci nella polizia ci avessero detto che un giorno ci sarebbe toccato agire come cani da pastore o, peggio, da guardia di una sorta di Muro di Berlino, ci saremmo fatti grasse risate. Invece, a distanza di oltre trent’anni (e già, chi scrive non é una GiaccaBlu di primo pelo, siamo abbastanza adulti e con una certa esperienza) è proprio quello che sta accadendo e siamo increduli, attoniti. Certo, sapevamo benissimo che fare questo lavoro comporta (anche) essere invisi, sapevamo che non andavamo incontro a scrosci di applausi come rockstar; indossare la GiaccaBlu non è da tutti e non è per tutti, sono più i rospi da ingoiare che i riconoscimenti per i quali gioire, ma sapevamo che era nel conto. Quello che non è nel “contratto” stipulato col giuramento fatto alla Repubblica e alla Costituzione è agire, operare fuori (se non addirittura contro) i suoi dettami. Per mesi e mesi, durante il corso di addestramento e formazione, ci sono stati ribaditi certi principi che abbiamo assimilato (non che ce ne fosse bisogno, la coscienza democratica era ben radicata in tutti noi, esclusi quelli che in certe riunioni sindacali usavano introdurre i loro interventi con “carissimi amici, colleghi, compagni”!). Ma oggi?Oggi ci ritroviamo in una situazione in cui siamo (stati) trasformati in una quasi-milizia, costretti a persegui(ta)re i nostri concittadini non appena osano mettere il naso fuori dalla loro abitazione, a “chiedergli” di certificare la legittimità dei loro movimenti e decidere se sono plausibili o meno, da ultimo persino a valutare se e quali sono i loro congiunti! A questo siamo stati ridotti noi eredi del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza? A questo è ridotta la nostra istituzione? La nostra gloriosa GiaccaBlu come uno straccio, oltraggiata e svilita senza che nessuno osi opporsi a questo scempio? La nostra polizia, che negli ultimi 30 anni ha retto l’urto dei maniaci del federalismo tout court che la volevano smantellata e (sotto)posta ai sindaci negli anni ’90? No! Così non va bene! Non ci sta bene! Basta! Non siamo disposti a farci mettere in svendita, la GiaccaBlu non è un orpello, ha un valore intrinseco, non può essere messa in svendita o in saldo. Se così è, lo si dica chiaramente, se si ha il coraggio. Siamo stufi di doverci “scontrare” quotidianamente con persone che hanno perso il lavoro, non hanno sostentamento ma famiglia a carico, che non sanno più come mantenere.Siamo consapevoli della situazione emergenziale a causa del Covid19, ma ancor più lo siamo dell’assurdità di certi provvedimenti amministrativi e di certe (deliranti) ordinanze emesse dalle autorità locali. Ci siamo espressi contro l’utilizzo dei droni (una follia) per la caccia all’uomo, utili e strumentali solo ed esclusivamente alle manie di protagonismo di alcuni sindaci scatenati in una gara a chi è più realista del Re (altro prodotto di una politica stupida e insensata sulla gestione della sicurezza pubblica). Siamo uomini, donne, mariti, mogli, padri, madri; molti viviamo il dramma della chiusura di piccole attività che contribuivano a farci arrivare a fine mese senza eccessivi patemi d’animo. E siamo testimoni dello stesso identico dramma che moltissimi nostri concittadini stanno vivendo, delle lacrime che versano e dell’angoscia che li pervade ogni volta che procediamo a un semplice controllo. Vi sembra normale tutto ciò? Non vogliamo essere “congiunti” di uno Stato Etico in stile Ddr, non vogliamo essere complici di questo sfascio sociale. Ne prendano atto, coloro che vivono nelle loro torri d’avorio. La vostra ignavia sta mettendo in serio pericolo la coesione sociale.(”Congiunti di uno Stato etico? No, grazie!”, post apparso il 3 maggio 2020 sul forum “Poliziotti.it”, seguito dallo slogan “IoNonSanziono” e dall’hashtag #FedeleAllaCostituzione. “Poliziotti.it” è nato nel 2001 da una intuizione di Salvatore Baiocchi all’indomani dei fatti di Genova, come portale non istituzionale e asindacale per favorire il dialogo democratico tra poliziotti e cittadini).Se quando abbiamo scelto di arruolarci nella polizia ci avessero detto che un giorno ci sarebbe toccato agire come cani da pastore o, peggio, da guardia di una sorta di Muro di Berlino, ci saremmo fatti grasse risate. Invece, a distanza di oltre trent’anni (e già, chi scrive non é una GiaccaBlu di primo pelo, siamo abbastanza adulti e con una certa esperienza) è proprio quello che sta accadendo e siamo increduli, attoniti. Certo, sapevamo benissimo che fare questo lavoro comporta (anche) essere invisi, sapevamo che non andavamo incontro a scrosci di applausi come rockstar; indossare la GiaccaBlu non è da tutti e non è per tutti, sono più i rospi da ingoiare che i riconoscimenti per i quali gioire, ma sapevamo che era nel conto. Quello che non è nel “contratto” stipulato col giuramento fatto alla Repubblica e alla Costituzione è agire, operare fuori (se non addirittura contro) i suoi dettami. Per mesi e mesi, durante il corso di addestramento e formazione, ci sono stati ribaditi certi principi che abbiamo assimilato (non che ce ne fosse bisogno, la coscienza democratica era ben radicata in tutti noi, esclusi quelli che in certe riunioni sindacali usavano introdurre i loro interventi con “carissimi amici, colleghi, compagni”!). Ma oggi?
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Un pericoloso mitomane abusivo si è impadronito dell’Italia
Un pericoloso mitomane si è impadronito dell’Italia e sotto la minaccia del virus tiene in ostaggio un intero popolo, violenta la libertà e paralizza il paese, mandandolo alla rovina, fingendo però che è tutto sotto controllo, anzi ci ammirano e ci studiano in tutto il mondo come modello. Dietro di lui si nasconde un intreccio di poteri, caste, tecnocrati e una pletora di esperti, inclusi gli scienziati che in questa pandemia hanno detto poco, tante ovvietà e pareri discordi. Non una linea strategica emerge dalla cosiddetta fase due, grotteschi perduranti divieti, assurde restrizioni a macchia di leopardo, senza alcuna logica e buon senso: la scuola liquidata sine die, le attività produttive col freno a mano, i trasporti pubblici resi di fatto impraticabili, perché se vi può accedere solo un quinto degli utenti abituali (in altre versioni meno di un decimo), e se si deve provvedere per ogni corsa una sanificazione, significa paralizzarli. E questo, di conseguenza, paralizza il traffico, perché tanti andranno in auto sapendo che devono aspettare un tempo almeno cinque vote superiore a quello prima atteso (visto lo scaglionamento); non arriveranno mai al loro posto di lavoro o destinazione.La follia di poter raggiungere solo le case in regione, la follia di tutto l’impianto, la paralisi di tutto, la mancanza di veri, concreti aiuti, l’annuncio continuo di cifre astratte, sempre variabili, di “potenze di fuoco” che sono solo un fuoco di Sant’Antonio delle intimità di chi li annuncia. La follia è che tutto questo avviene col tacito consenso, o col silenzio-assenso di tutti i poteri che contano: dal Quirinale ai partiti, dal Parlamento ai poteri istituzionali e costituzionali. La sinistra si rifugia vigliaccamente dietro l’Abusivo che si è impossessato del potere, perché così lui si prende oneri e onori, e intanto toglie di mezzo l’opposizione. I grillini trafficano in cineserie ma sono contenti di vedere tramite lui risalire i consensi che erano in caduta libera, e tramite lui esercitare ancora potere, restare al governo pur avendo dato prova della loro assoluta incapacità, autocertificata in massa. L’assurdo di questa situazione è che tutti costoro gridavano al timore del dittatore venuto da destra, il Salvini, o il Salvameloni di turno (o anche il Renzi), e intanto lasciavano instaurare un’autocrazia mediatica che non ha precedenti, l’Uomo solo al comando e al telecomando, venuto dal nulla, con poteri pressoché illimitati di costringere la popolazione a ogni genere di schiavitù e di impedimento. Col favore dei grandi media, non solo pubblici.E la stessa cosa si ripete a livello mondiale: tutti gridano e irridono al Dittatore Trump, mentre lasciano crescere il potere e l’influenza nel mondo della vera Dittatura, quella cinese, che ha gravi responsabilità nel virus e che ora si sta espandendo nel mondo, con ogni forma (incluso il 5G) e che trova nella nostra compagnia di burattini denominata governo il suo principale asino di Troia (cavallo sarebbe troppo) per insinuarsi. Il suddetto millantatore abusivo continua a fare one-man-show in televisione, parla per un’ora su tutte le grandi reti – Rai, Mediaset, Sette – per non dire nulla, e lasciare tutto più sotto l’autocrazia. È ormai un rito di vanità in cui l’impostore si pavoneggia (Rito Pavone), annuncia vittorie in Europa che non ha mai conseguito, preannuncia cose che non rispondono mai alla realtà e limita la sua azione ai verbi perifrastici, stiamo in procinto di, stiamo per varare, stiamo sul punto di. Si vanta di tutto, per dirla con Gioacchino Belli: “Non faccio per vantarmi ma oggi è una bellissima giornata”. E poi il mantra ossessivo di questi giorni, dal primo scienziato all’ultimo telegiornalista, “non abbassare la guardia” che va tradotto a contrario: abbassatevi i pantaloni, in ginocchio, restate fermi, in catene.Dopo due mesi di carcerazione di massa non è più sopportabile. È necessario non dico ribellarsi, insorgere, fermarlo. Ma quantomeno osservare, sì, le precauzioni sanitarie leggendole però in una chiave compatibile con la vita che riprende, la libertà ritrovata, il buon senso. Chiedo a questo proposito che anche le forze dell’ordine non accettino di diventare esecutori di un’autocrazia irresponsabile che non sa dove ci sta portando; naviga a svista, a orecchio, random. Chiedo loro che interpretino le norme il più possibile in modo duttile, non a danno degli italiani e dei loro primari interessi vitali, e della loro libertà primaria. La stessa cosa sento di chiedere a tutti i sacerdoti, nel nome di quello che anche la Conferenza Episcopale ha denunciato: nessun autocrate può impedire così a lungo l’esercizio elementare della propria fede, le messe. Non c’è nessuna ragione di salute, nessuna maglia di forza della salute, che può impedire questa essenziale libertà, primaria per i credenti. Basterà osservare le norme, distanziamento sociale, mascherine, cautela.È finita la fase dell’obbedienza cieca, prona e assoluta. È finita la pazienza. Occorre cominciare una ragionevole obiezione di coscienza e di libertà, pur rispettando tutte le cautele, con realismo e con tutte le norme costituzionali. Altrimenti questo viaggio verso la dittatura sanitaria (come la chiamai ormai nei primi di marzo) sarà di sola andata; la sospensione che si prolunga nel tempo rischia di farsi sistemica e perlomeno ricorrente, incombente come una minaccia periodica e un deterrente di fronte a ogni libertà. Il paese si sta sfasciando e non possiamo pensare che l’unico rimedio sia preannunciare – a due mesi dall’emergenza- il prezzo politico alle mascherine. Smascheriamo piuttosto questo dispotismo vanitoso, di uno incapace di tutto. Questo non è dispotismo illuminato, ma dispotismo allucinato. Un incubo da cui svegliarsi.(Marcello Veneziani, “La pazienza è finita”, da “La Verità” del 28 aprile 2020, articolo ripreso sul blog di Veneziani).Un pericoloso mitomane si è impadronito dell’Italia e sotto la minaccia del virus tiene in ostaggio un intero popolo, violenta la libertà e paralizza il paese, mandandolo alla rovina, fingendo però che è tutto sotto controllo, anzi ci ammirano e ci studiano in tutto il mondo come modello. Dietro di lui si nasconde un intreccio di poteri, caste, tecnocrati e una pletora di esperti, inclusi gli scienziati che in questa pandemia hanno detto poco, tante ovvietà e pareri discordi. Non una linea strategica emerge dalla cosiddetta fase due, grotteschi perduranti divieti, assurde restrizioni a macchia di leopardo, senza alcuna logica e buon senso: la scuola liquidata sine die, le attività produttive col freno a mano, i trasporti pubblici resi di fatto impraticabili, perché se vi può accedere solo un quinto degli utenti abituali (in altre versioni meno di un decimo), e se si deve provvedere per ogni corsa una sanificazione, significa paralizzarli. E questo, di conseguenza, paralizza il traffico, perché tanti andranno in auto sapendo che devono aspettare un tempo almeno cinque vote superiore a quello prima atteso (visto lo scaglionamento); non arriveranno mai al loro posto di lavoro o destinazione.
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L’insidiosa tecno-cupola di cui Conte è solo il maggiordomo
Ci stiamo finalmente avviando alla fine dell’epidemia, anche se certi poteri vorrebbero prolungarla l’infinito per una serie di motivi. Da una parte ci avviamo alla fine dell’epidemia, dall’altra si apre un periodo che è piuttosto pericoloso – non dal punto di vista epidemico, in particolare, ma pericoloso per la nostra società: perché qualcuno vuole sfruttare gli esiti di questa epidemia per accelerare dei processi che vanno contro di noi. Chi sono e cosa fanno? Una vera e propria cupola è stata messa a dirigere l’Italia, in questa crisi: saltando il Parlamento, saltando le istituzioni, saltando una maggioranza supina, legata ai grandi poteri, contrastata da un un’opposizione che fa finta di contrastarla ma in effetti anche lei difende gli stessi poteri. Tutti hanno in qualche modo contribuito ad affidare il comando delle operazioni ad una sorta di cupola. Il presidente Conte viene accusato di essere un uomo solo al comando, di aver accentrato i poteri. Certo, lui li ha accentrati in quanto maggiordomo di poteri superiori, che non esercita lui: lui sta lì, prende le veline, parla e dice quello che deve dire, e fa quello che gli dicono di fare. Del resto lui non è un politico: è un avvocato, che rappresenta i suoi clienti.Abbiamo già visto che i clienti di Conte sono molto importanti. Lui è il vero e proprio successore di Andreotti, in quanto il potere cardinalizio, il potere curiale che è dietro di lui è esattamente lo stesso, con gli stessi personaggi che hanno appoggiato Andreotti durante tutta la sua carriera. E abbiamo anche detto, in precedenza, che questo è un governo pericolosissimo, perché attrezzato in maniera tale da poter fare delle cose molto forti. Gli uomini che ci sono dentro sono iper-europeisti, iper-collegati al circuito gesuita-massonico. Sono veramente capaci di metterci in condizioni peggiori, ma vediamo perché. Non c’è un uomo solo al comando: c’è un passaparola unico, di un potere che è una sorta di “cloud” che nemmeno si presenta a Palazzo Chigi: in buona parte opera via web. Una cupola di potere, fatta di due corna: proprio come come i demoni. Un corno è il famoso comitato tecnico scientifico, quello fatto dai virologi, dagli scienziati del potere, da quelli che ogni giorno ci hanno imbottito in parte di verità e in parte di panzane terrorizzanti, giocando e manipolando i dati, confondendoli per fare in modo che questa storia non solo fosse una storia seria, nella quale le persone veramente sono morte, ma anche un fatto terrorizzante: una strategia della tensione che non vuole finire.Loro dicono: il virus non finirà, vedrete, sarà un macello. State buoni dentro casa, tutti chiusi, anche quelli che stanno bene e che non rischiano. Una strategia della tensione, per fare in modo che duri il più a lungo possibile, nonostante le curve che stanno calando. Vedrete, dicono, poi ci sarà una seconda ondata e succederà di tutto, dovremo convivere con il virus… In Cina, paese che sta un mese avanti a noi, oggi hanno buttato le mascherine: non sono più obbligatorie e c’è libertà di circolazione. Non si vede perché non dovrebbe essere così anche da noi, tra qualche settimana. Ma questo corno della cupola fa di tutto per lasciarci terrorizzati. “La seconda ondata”… Questo momento cercheranno di farlo durare a lungo, il più a lungo possibile, psicologicamente. Anche se alla fine la crisi sarà passata e l’epidemia sarà finita, loro cercheranno di mandarlo psicologicamente avanti e più a lungo, per arrivare a vaccinarci tutti: perché il vaccino è il loro fine ultimo. Ma non solo come vaccino per il Covid: come idea, come forma-pensiero che il vaccino sia la salvezza. E tutta l’industria farmaceutica va in una direzione in cui i farmaci saranno sempre più i vaccini, per qualsiasi cosa.Ma i vaccini indeboliscono il corpo vitale, quello che si chiama anche “corpo eterico” delle persone: rendono più fragili. In Inghilterra l’hanno detto chiaramente: se siete stati vaccinati contro l’influenza, se avete una certa età, state chiusi in casa almeno 12 settimane, perché è più facile che vi prendiate anche il Covid, visto che il vostro sistema immunitario è indebolito. Questo stesso corno di questa cupola, questo comitato tecnico scientifico fatto di scienziati abbondantemente venduti al potere (e abbondantemente dipendenti dagli elementi internazionali degli organismi mondiali del potere oscuro come l’Oms e l’Onu) raccomanda di vaccinarsi: il Messia Vaccino sarà l’unica salvezza. Ma non dice che la vera salvezza sta nel rafforzare il proprio sistema immunitario. Vi dovrebbero dare suggerimenti, indicazioni in questo senso, e invece no: la gente deve stare male per potersi vaccinare. E vaccinandosi starà ancora peggio, per poter prendere ancora più farmaci. Indovinate questi per chi lavorano, se non per i poteri oscuri e finanziari che dominano l’industria farmaceutica, che ha fatto apposta a indebolire le persone? E indebolendo la parte fisica delle persone c’è anche la possibilità di frenare il risveglio della coscienza. Ma non è finita.L’altro corno della cupola è quello che in questo momento sta per diventare pericolosissimo, più del primo. E’ alla famosa task force fatta per guidare, per fare da consulente nella ripresa economica e sociale dopo il virus, quindi quella che adora dire “queste sono le modalità di apertura, questi i tempi, questi i posti nei quali investire da parte dello Stato, questi i settori da far partire, in questo modo e in quest’altro”. Ci si aspetterebbe una task force fatta di persone interessate a ristabilire la normalità, a riattivare il tessuto economico, il tessuto culturale, sociale, turistico: la piccola e media industria italiana. Riattivare le nostre libertà, quindi, e ridare vita a quello che sta morendo. Ma guardando bene chi sono, semplicemente non è così: faranno altro. E questo è nelle parole di Colao, questo strano individuo che è stato scelto per dirigere questa task force. Le sue parole sono: «Non si può sprecare una crisi». Eh no: questa crisi va usata come opportunità per cambiare. Che cosa? La struttura economica e sociale del paese. Conoscendoli, vedremo perché questo significa globalizzare e meccanizzare l’economia, dandola in pasto ancora di più alla finanza internazionale, dalla quale vengono Colao e company, sottraendola alla gente (sottraendola ai liberi imprenditori, all’iniziativa individuale, e mascherandola persino da Green New Deal e da ottimistica ripresa).Questa task force è un gruppo che vuole stravolgere la società: non la vuole far diventare migliore, la vuol far diventare peggiore. Sì, è proprio un comitato di gran lunga più pericoloso del primo. Colao se ne sta a casa, nel suo ufficio di Londra: nemmeno si presenta a Palazzo Chigi. Gli altri della task force si riuniscono via web: una sorta di nuvola nera sta sopra Palazzo Chigi, e dirige tutto da lì attraverso gli schermi. Un vero e proprio Grande Fratello orwelliano che parla via video ai propri maggiordomi del governo, a questi burattini prestati ai poteri da masse incoscienti di italiani che li hanno votati (e nel caso di Conte, nemmeno votati). Sono ispirati da una nuvola nera che si aggira sopra Palazzo Chigi, progettando per noi un grande futuro: per la ripresa stanno lì a studiare come robotizzarci, come uniformarci, come disumanizzare la società in nome di un paventato benessere economico. Più velocità e più efficienza: ma per fare che cosa? Per condurre anime svuotate di ideali e svuotate di amore reciproco, intente solamente ad essere più efficienti? Essere più efficienti per fare più soldi, per un sistema che vuole soffocare e strangolare esseri uman? Già solo questo dimostra la pericolosità di questa task force, e del potere vero che rappresenta.Per capire meglio, vediamo un po’ chi sono almeno alcuni membri di questa task force. Vittorio Colao, il capo di questo comitato, è un uomo della finanza internazionale. In questo momento è il grande profeta del 5G dappertutto, il profeta della cosiddetta transizione digitale. E’ passato per Morgan Stanley, per la McKinsey, poi è finito in Rcs, poi in Omnitel, poi a Vodafone e ora a General Atlantic. Che cos’è? Un mega-fondo da 35 miliardi di dollari, americano ed europeo, che già lavora con una task force sua. E come? Intende intervenire nel tessuto economico della ripresa comprando, indirizzando e stravolgendo, finanziando chi vuole e non finanziando chi non vuole, partecipando a quello che si sta per avviare (una sorta di Piano Marshall, nel quale useranno un’economia distrutta dalla crisi per ricostruirla come vogliono loro: per meccanizzare, tecnologizzare, verticalizzare c centralizzare). Come dice Vittorio Colao, le peggiori crisi sono quelle che si sprecano. E quindi questo gruppo non è stato fatto per riportarci alla normalità: è stato fatto per portarci alla progressiva, crescente anormalità e disumanizzazione.Vediamo chi altro c’è, nella task force. C’è un gruppettino interessante di professori. Noi diciamo sempre che determinati professori comandano più dei politici, perché lavorano per conto dei poteri oscuri e di manipolazione: perfezionano le strategie di manipolazione che poi vengono imposte ai politici, che sono solamente dei passaparola, degli specchietti per le allodole (e le allodole siamo noi). Qui c’è un singolare trio di “americani” – americani col k, nel senso che sembrano italiani ma sono professori che hanno fatto gli studi e tutta la loro carriera in università americane e inglesi, le università del potere mondiale, quelle dalle quali poi vengono fuori i grandi uomini dei grandi poteri finanziari. Uno di loro è il professor Enrico Moretti, un “americano” apprezzatissimo da Obama, il famoso Nobel per la Pace che faceva le guerre. E che cosa dice, questo Enrico Moretti? Tra le tante cose che lui vuole c’è una società nella quale le piccole e medie imprese e il turismo non siano più al centro, ma lo siano solamente i colossi connessi con l’elettronica, sul modello di Seattle. Con la Microsoft, che lui cita, c’è questo-mega centro di diffusione elettronico verso cui tutti affluiscono.Come a dire che, a questo punto, le piccole e medie imprese si svuotano, e il turismo non ha più molto senso, come posti di lavoro. Ma l’Italia è fatta soprattutto di piccola industria e di turismo: quindi questo signore è uno che teorizza come smontare il tessuto economico e sociale italiano, in cambio di strutture mondialiste centraliste nelle mani della grande finanza. Poi c’è un altro soggetto “americano”, nella task force di Colao: una signora, anche lei col k, che ora insegna alla London University. Si chiama Marianna Mazzucato: è una professoressa esperta di innovazione tecnologica, che significa esperta di stravolgimento della vita e dei valori umani in favore del farci diventare mezze macchine. E cosa dice? Bisogna dare allo Stato, e non più tanto ai privati, il compito di promuovere, finanziare e guidare la ricerca tecnologica e la rivoluzione tecnologica. L’iniziativa privata quindi non va più tanto bene, e allora lei prevede che questa venga oscurata da un dirigismo centralista (italiano, nazionale, europeo o addirittura mondialista) che faccia affluire i soldi delle nostre tasse ai soggetti prescelti dal potere centralista, e per i suoi fini, col risultato di uccidere o condizionare pesantemente la nostra libera impresa, finora fiorente.In questo trio c’è poi un’altra professoressa, Raffaella Sadun, che naturalmente insegna ad Harvard: è un’economista esperta di come fare in modo che i manager diventino sempre più bravi a fare la transizione tecnologica da ciò che è umano, nell’economia, a ciò che è meccanico, elettronico, disumanizzante. E chi altro c’è in questo dream team del potere mondialista che vuole robotizzarci? Uno bravo è il fisico Roberto Cingolani, esperto in robotizzazione. Per ora il suo intervento sociale si svolge al servizio di Leonardo, l’ex Finmeccanica, la più grande industria di armi italiana (la terza in Europa) che con i suoi sistemi d’arma è leader nel meccanizzare la morte della gente. Poi naturalmente serve un “avvocatone” d’affari, come Stefano Simontacchi, che i giornali definiscono l’avvocato più potente d’Italia – già, perché poi bisogna fare in modo che i soldi affluiscano nei posti giusti. E poi, ultimi ma niente affatto ultimi, il comitato è presidiato da membri del famigerato Club di Roma. Due, almeno, i membri presenti. Uno è Enrico Giovannini, membro del comitato esecutivo mondiale del Club di Roma. Un altro è un signore che si chiama Francesco Starace. Ma che cosa rappresentano, loro, in questo comitato?Rappresentano un Club di Roma che fu fondato nella seconda metà del secolo scorso dall’ufficio studi della Fiat (un potere nero, ovviamente) attraverso un manager famoso, molto brillante, che si chiamava Aurelio Peccei. E che cosa fa, questo Club di Roma? E’ specializzato nell’usare (o anche nel creare) le emergenze. Quindi: c’è l’emergenza sovrappopolazione? Loro fanno finta che questo sia un problema. C’è l’emergenza riscaldamento climatico? Loro fanno finta che questo sia un problema. C’è un problema di acqua da qualche parte? Loro lo fanno diventare un problema mondiale, attraverso il quale si faranno le guerre. C’è un po’ di esaurimento di risorse? Loro fanno finta che le risorse dopo vent’anni si siano esaurite. Sfruttano le emergenze per fare strategia della tensione, per dire poi che serve più controllo, gli Stati non sono sufficienti, bisogna fare più mondialismo e creare più strutture mondialiste, bisogna creare strutture dirigiste internazionali. Sono tra quelli che aiutano di più a costruire il potere mondialista disumanizzante che toglie libertà locali, sempre, ogni volta sfruttando le emergenze. E quindi, perché mai non si dovrebbero buttare a pesce nello sfruttamento di questa nuova emergenza, per dirigere poi la società nella direzione che il loro Club ha sempre voluto?Tempo fa abbiamo pubblicato un dossier sui club mondialisti che si basano sul Club di Roma: si può capire esattamente che tipo di potere sia questo, e quanta influenza eserciti sul mondo. E l’influenza viene esercitata soprattutto attraverso gruppi di professori del potere, venduti al potere. Che altro si può dire, di questa task force? Insieme ad altre, analoghe, sicuramente in campo nel mondo, avrà a disposizione una quantità incredibile di soldi, da investire nella direzione voluta. E’ infatti pronta una quantità incredibile di soldi, gestita dai grandi poteri mondialisti come l’Unione Europea, per esempio. Una parte di questi soldi è già stata destinata al Green New Deal. C’è un’emergenza climatica? Allora noi mettiamo un sacco di soldi: per fare che? Per elettrificare il mondo, per le auto elettriche, per digitalizzare – il che non c’entra niente con la salute della Terra, anzi: significa meccanizzazione ulteriore del pianeta. Figurarsi se il Green New Deal raccomanda di ridurre i campi elettromagnetici, macché. Anzi, dice: aumentiamo le macchine elettriche, i satelliti, il 5G. Naturalmente, queste quantità incredibili di soldi nei prossimi ani verranno sfruttate da questi comitati, nella loro direzione tecnologizzante.Il fiume di soldi per la ripartenza post-epidemia non verrà dato alla gente, se non le briciole. Servirà invece a ridurre le piccole e medie imprese, ad affossare la libera impresa e le libertà individuali. Ci vorranno tutti incastrati in un web, in una ragnatela sempre più onnipresente e invasiva fatta di 5G, che poi diventerà 6G, 7G, e poi chissà che cosa. Dovremo resistere. Quello che adottano è il vecchio sistema, antico, del bastone e della carota. Come opera, la cupola? La parte il corno fatta dai virologi, da questa sorta di papato scientifico finto, adopera il virus come una volta si adoperavano i terroristi: per fare strategia della tensione, al di là dell’effettiva serietà del virus. Un virus che ha ucciso persone, certo, ma naturalmente ne sono stati manipolati i dati e gli effetti, per portarci alla carota del vaccino: ci vaccineremo tutti. Quindi, il corno para-scientifico (falsamente scientifico) ci vuole portare a vaccinarci tutti, e non a rafforzarci con le difese immunitarie. L’altro corno, quello dei professori (questa task force disumanizzante) vuole darci questa crisi come opportunità da non perdere per meccanizzare, digitalizzare e alterare negativamente la nostra società. A questo punto stanno cercando in tutti i modi di ritardare la normalizzazione.Tutti e due i comitati lo fanno paventando rischi maggiori di quelli probabilmente effettivi. Il primo corno agisce chiaramente in direzione del vaccino. Ma il suo ruolo è funzionale anche al secondo: perché, più giorni passano, e più il secondo corno si aspetta che venga distrutto, alterato e indebolito il nostro sistema economico. E più sarà distrutto, più sarà facile rifarlo in un altro modo, con nuovi criteri e con nuovi padroni, capaci di comprare più facilmente quello che costerà di meno, in mezzo a settori che saranno semidistrutti. E noi, cosa possiamo fare? Intanto, smetterla di bere supinamente tutto quello che i media ci propinano ogni giorno: guardiamoli pure, ma sapendo che ci stanno mentendo e manipolando. Non cediamo alle lusinghe delle finte facilitazioni, non crediamo alle facce che ci vogliono rassicurare. E aiutiamo anche le persone intorno a noi a rendersi conto di questo: creiamo movimenti di opinione e di resistenza per aiutare il maggior numero possibile di persone a non cadere nella trappola di questa rete web, di questo “nuovo” bacato che ci propongono. Non fidiamoci di nessuno dei messaggi ufficiali, non diamogli il nostro consenso. E non prendiamo nemmeno le parti dei partiti, dell’uno o dell’altro, perché dipendono tutti dagli stessi poteri. Smettiamo di fare i tifosi, tifiamo solamente per il bene, non per le parti.E se ci vogliono schiavizzare “fuori”, facciamo di tutto per rimanere liberi “dentro”, con i nostri ideali, con la nostra coscienza (e “fuori” con le nostre iniziative rivolte al bene, laddove siamo). Facciamo resistenza: resistenza pacifica, gandhiana, fatta della diffusione di ideali, pensieri e sentimenti, e vedrete che conseguiremo un’ulteriore crescita della nostra libertà interiore. E alla fine, anche il potere – anche il peggior potere – non potrà non tenerne conto. Proprio la manifestazione della nostra libertà interiore è sempre stata il limite preciso delle azioni malevole del potere: convinciamocene, è sempre stato così. L’umanità si è sempre conquistata le libertà, la democrazia e i diritti dell’uomo, l’abolizione della schiavitù, la parità tra uomo e donna, il voto. Tutte queste cose le ha conquistate la gente, non ce le ha date il potere. Quindi vuol dire che chi fa la storia umana e il progresso siamo noi, che siamo svegli. Siamo noi che resistiamo, noi che facciamo comitati. In passato abbiamo fatto anche le rivoluzioni, ma questo non è il tempo del sangue: perché le rivoluzioni, l’aggressività e la violenza vengono immediatamente sfruttati dal potere, per imprigionarci meglio. Noi invece continuiamo con la rivoluzione interiore, con la resistenza interiore. Diffondiamo, continuiamo ad agire e pensare per il bene di tutti, laddove siano. Evitiamo di abbatterci, e combattiamo con la nostra coscienza. E vedrete: vinceremo comunque.(Fausto Carotenuto, video-editoriale “Una Cupola contro di noi: dove vogliono portarci?”, da “Coscienze in Rete” del 2 maggio 2020).Ci stiamo finalmente avviando alla fine dell’epidemia, anche se certi poteri vorrebbero prolungarla l’infinito per una serie di motivi. Da una parte ci avviamo alla fine dell’epidemia, dall’altra si apre un periodo che è piuttosto pericoloso – non dal punto di vista epidemico, in particolare, ma pericoloso per la nostra società: perché qualcuno vuole sfruttare gli esiti di questa epidemia per accelerare dei processi che vanno contro di noi. Chi sono e cosa fanno? Una vera e propria cupola è stata messa a dirigere l’Italia, in questa crisi: saltando il Parlamento, saltando le istituzioni, saltando una maggioranza supina, legata ai grandi poteri, contrastata da un un’opposizione che fa finta di contrastarla ma in effetti anche lei difende gli stessi poteri. Tutti hanno in qualche modo contribuito ad affidare il comando delle operazioni ad una sorta di cupola. Il presidente Conte viene accusato di essere un uomo solo al comando, di aver accentrato i poteri. Certo, lui li ha accentrati in quanto maggiordomo di poteri superiori, che non esercita lui: lui sta lì, prende le veline, parla e dice quello che deve dire, e fa quello che gli dicono di fare. Del resto lui non è un politico: è un avvocato, che rappresenta i suoi clienti.
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Vietato dare buone notizie: il contagio crolla, ma guai a dirlo
Da questa mattina torniamo in libertà, ma per modo di dire. Quattro milioni di persone in più potranno rientrare al lavoro, chi ci tiene riprenderà a correre da solo e abbiamo il permesso di uscire per andare a trovare parenti che normalmente ignoriamo e fidanzate con le quali non abbiamo mai voluto mettere su casa. Le norme sono vaghe, tant’è che si attendono documenti chiarificatori nei quali il governo si impegna a interpretare se stesso e spiegare al volgo quel che Conte non è stato capace di illustrare. Il pressapochismo è voluto. Non si è chiari per non assumersi responsabilità e poter poi rimproverare agli italiani di non essersi comportati in modo assennato qualora le cose andassero male. Siamo maliziosi? La verità si cela nei dettagli. Per i due mesi e oltre di esplosione dell’epidemia abbiamo subìto ogni giorno la mesta liturgia della Protezione civile che alle 18 dava il conto di morti e feriti. Dati terrorizzanti. E siccome, quando si è nel panico, ci si aggrappa alla prima cosa che si ha sotto mano senza chiedersi se possa tenerci a galla, molti italiani hanno riposto fiducia perfino nel vanesio, vago, contraddittorio e nervosetto Conte.A tenerlo a galla erano i becchini della Protezione civile, che hanno continuato il loro rito benché fosse evidente la sua inutilità, giacché il numero dei contagiati dipende da quello dei tamponi e non dal reale andamento del virus. Più le notizie erano funeree, più i cittadini erano disponibili a tollerare l’autoproclamazione a ducetto del premier. Da dieci giorni la situazione pandemica sta migliorando. I morti si sono prima dimezzati, poi ridotti di due terzi e tre quarti. I contagi pure. In vaste zone d’Italia il virus ha battuto in ritirata. Non ci sono più condizioni di oggettiva drammaticità che autorizzino Conte a fare di testa sua, emanando decreti illegittimi in serie senza passare dal Parlamento. Finalmente alle 18 potremmo accendere il televisore con un filo di speranza, anziché facendo gli scongiuri. Questo tuttavia cozza con la narrazione del governo, che criminalizza le Regioni, chi vuole aprire e chiunque sia stufo di stare sull’attenti. Ed ecco che, d’improvviso, il comitato di becchini decide di sospendere le comunicazioni ritenendole «ormai inutili». Proprio quando invece i dati sul contagio sarebbero fondamentali per orientare i nostri comportamenti sul come, quanto e quando uscire.Finché eravamo agli arresti domiciliari, poco importava se i decessi fossero cento in meno o in più del giorno prima. È ora che dobbiamo vivere che sarebbe utile sapere tutto. Invece no; il governo rialza la cortina di fumo. Come quando a gennaio ha decretato l’emergenza sanitaria nazionale per sei mesi senza farlo sapere a nessuno, neppure agli ospedali. Sulle cifre vengono spenti i riflettori, perché esse non devono mettere in discussione il potere assoluto di Conte né legittimare gli strappi dei presidenti delle Regioni. E ciò che non si riesce a nascondere, lo si tarocca. Come la vicenda del dato filtrato ieri: 192 morti. Ma siccome era ritenuta una cifra tranquillizzante, ecco spuntare fuori dal cassetto 282 decessi avvenuti ad aprile in Lombardia e non conteggiati. Così che il numero dei lutti è salito a 474, dato più funzionale alla strategia del terrore pianificata dal premier.(Pietro Senaldi, “Conte e la Fase 2: i dati sui contagi migliorano, perché è vietato dare buone notizie”, da “Libero” del 4 maggio 2020).Da questa mattina torniamo in libertà, ma per modo di dire. Quattro milioni di persone in più potranno rientrare al lavoro, chi ci tiene riprenderà a correre da solo e abbiamo il permesso di uscire per andare a trovare parenti che normalmente ignoriamo e fidanzate con le quali non abbiamo mai voluto mettere su casa. Le norme sono vaghe, tant’è che si attendono documenti chiarificatori nei quali il governo si impegna a interpretare se stesso e spiegare al volgo quel che Conte non è stato capace di illustrare. Il pressapochismo è voluto. Non si è chiari per non assumersi responsabilità e poter poi rimproverare agli italiani di non essersi comportati in modo assennato qualora le cose andassero male. Siamo maliziosi? La verità si cela nei dettagli. Per i due mesi e oltre di esplosione dell’epidemia abbiamo subìto ogni giorno la mesta liturgia della Protezione civile che alle 18 dava il conto di morti e feriti. Dati terrorizzanti. E siccome, quando si è nel panico, ci si aggrappa alla prima cosa che si ha sotto mano senza chiedersi se possa tenerci a galla, molti italiani hanno riposto fiducia perfino nel vanesio, vago, contraddittorio e nervosetto Conte.
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Carpeoro: il guaio non è Bill Gates, ma il consenso a Conte
Bill Gates è peggio dei Rothschild, che almeno non fanno beneficenza coi soldi degli altri. Ho l’impressione che Bill Gates voglia diventare presidente degli Stati Uniti, prima o poi. E comunque, il solo fatto di aspettarsi che sia lui a trovare il vaccino contro il Covid è una cosa che, di per sé, mostra l’attuale livello dell’opinione pubblica. Il vero problema non sono neppure i governanti, ma chi li vota, eleggendo sempre gli stessi. Contineremo a leggere di tutto, se le persone non capiscono che devono parlarsi e mettersi d’accordo per cambiare completamente la grammatica. A essere scarsa è la preoccupazione delle persone rispetto a quello che hanno fatto finora – o meglio, quello che finora non hanno fatto (che nessuno di noi ha fatto). Se la gente è indifesa, deve prendere coscienza del fatto che si deve difendere da sola. E questo salto, la gente non lo sta facendo. Il protagonismo di Bill Gates è solo una conseguenza di questa nostra passività: lui o un altro, sarebbe la stessa cosa. Chiunque oggi sia protagonista, è protagonista di un’opinione pubblica malata e mediocre. E quindi non può che essere un personaggio come quello.Beninteso: io non do tutte le colpe al popolo. Dico che il popolo ha la possibilità di cambiare le cose, e non lo fa. Ma non attribuisco al popolo la colpa delle porcherie che fanno i politici. Il popolo, semmai, ha la colpa di non fare nulla per cambiare le cose. Certo, ci sono leggi elettorali fatte apposta per poi dare vita ai governi Monti, ai governi Conte. Abbiamo allegramente fatto morire tutta una serie di possibilità e di partiti. Per esempio il Partito Radicale (com’era all’epoca, non quello che vorrebbe la Bonino). Quanto alle entità socialiste, prima abbiamo permesso che le pigliassero a monetine, e poi che sparissero e fossero consegnate ai mediocri. Abbiamo consentito che nella sinistra (intesa come Pd) emergesse una specie di conformismo democristiano, che l’ha uccisa. Abbiamo permesso e continuato a votare tutto questo. Il popolo ha anche la possilità di crearle, le alternative: perché la gente non si deve assumere le sue responsabilità? Invece andiamo appresso alle Sardine, ai girotondi. Andiamo appresso anche a una destra che non è una vera destra, che ha vene di superficialità che si esprimono in quel suo sovranismo becero. Perché c’è anche un sovranismo nobile; il sovranismo becero, invece, si allea con l’Ungheria.Si sta profilando un governissimo, forse presieduto da Draghi? In questo momento, il fatto che cada il governo è meno all’ordine del giorno. Se cade, quella non sarà la soluzione – a meno che i numeri del contagio non aumentino a tal punto da avere per forza una soluzione d’emergenza. Renzi ha attaccato Conte? Sì, ma poi è tornato subito nel branco, come sempre. Queste sue sparate, evidentemente, le fa pensando solo ai sondaggi. Il problema del governo è che ha bisogno di nascondere la vera emergenza, che è quella economica, causata dal governo stesso. E il governo Conte la sta nascondendo con delle prese per il culo straordinarie. Devo dire che Conte ha mostrato veramente di essere un personaggio di una meschinità eccezionale. Una specie di prestigiatore da piazza, di quelli che fanno trucchi che tutti capiscono. Questa è la situazione: prese per il culo, abusi e incostituzionalità, mettendo in ginocchio l’unica categoria – piccoli imprenditori, partite Iva, lavoratori autonomi – che in Italia è ritenuta pericolosa, per il “verbo unico”.Gustavo Zagrebelsky ha difeso i decreti di Conte, sostenendo che non violano la Costituzione? Non me ne stupisco: Zagrebelsky è, storicamente, un lacchè di un certo sistema di potere cattocomunista (Prodi, lo stesso Bersani), cioè di una certa sinistra. E’ una star delle Sardine invecchiate. E quindi ha fatto quello che mi aspettavo, da lui. Non ha mai assunto una posizione (politica, ma anche tecnico-giurisdizionale) contro le posizioni ufficiali di questo blocco di potere. Si dice che i casi di Covid stiano crollando? Io posso solo dire che, fin dall’inizio, le misure di restrizione erano assolutamente ingiustificate. Si sono inserite altre motivazioni, in questa conduzione? Non ne ho idea, ma so che il problema di questi politici è la loro incapacità. C’è la tentazione di imporre vaccinazioni di massa, a tutti? Le vaccinazioni sono un business, ormai. Sicuramente, quindi, le motivazioni di business sono alla base di alcune motivazioni inerenti le politiche sanitarie. Ma non sono l’unico problema.Io trovo che ci sia un problema generale, di esercizio del potere, che in Italia fa paura. Non essendoci mai una strategia di governo, la gestione del potere è talmente casuale, a macchia di leopardo, a volte guidata dal business e a volte dall’ambizione individuale e dalla voglia di mettersi in mostra, che il paese sta andando a rotoli. Quello dell’opinione pubblica che non sui sveglia è un problema culturale, di pigrizia, di ignavia e di totale asservimento alla narrazione televisiva. Oggi, Conte ha il consenso del 63% degli italiani. Direte: i sondaggi sono falsi. Non lo so, io ho l’impressione che siano veri. In Italia, l’opposizione non esiste: i personaggi all’opposizione hanno la stessa magagna, nel sistema e nel metodo, che hanno le forze al governo. E oggi, con questa opinione pubblica, non c’è spazio per forze nuove. E’ per questo che, prima, deve cambiare l’opinione pubblica. Se la gente la aiutasse, una forza nuova, in questo momento non sarebbe possibile fermarla.Denunciare Conte in tribunale, come qualcuno propone? Conte ha il 60% del consenso, nel paese: più di quanto abbia mai avuto Craxi, in vita sua. E ho detto tutto. Perché la gente si lascia convincere così facilmente? «O tempora, o mores», diceva Cicerone. Questo è il livello morale, politico e civile delle persone. E a questo ci dobbiamo rassegnare, per ora (cercando di cambiarlo). In Italia succederanno delle cose solo quando esploderà il problema economico. Non sono in grado di dire quando esploderà, perché finché ci sarà una gestione emergenziale potrebbe non esplodere. Ma, quando esploderà, saranno problemi seri. Questo momento potrebbe anche essere vicino: dipende da una serie di fattori. Draghi? Potrebbe farsi dare più soldi dall’Europa, e non è che la cosa mi faccia schifo. E avrebbe tutto l’interesse, a farlo, anche per via delle sue attuali ambizioni. Draghi, quei soldi, saprebbe anche farceli spendere in modo adeguato. Poi a lui piace, passare per salvatore di qualcosa. Comunque, i soldi li farebbe arrivare nel modo giusto, a fondo perduto. Quand’era alla Bce ha mostrato di saperli far arrivare, i soldi, quando vuole.Da dove è uscito, invece, Conte? Dalla baronia universitaria, che è quanto di peggio esista, in questo paese: è la categoria più nepotista. Concorsi vinti per raccomandazione: la baronia universitaria è il peggio del paese. Le entrature di Conte in Vaticano? Be’, le baronie universitarie ce le hanno eccome, le entrature in Vaticano. E oggi il Vaticano conta, come tutto ciò che ha una diffusione capillare sul territorio. Mai come in questo momento, l’Italia dovrebbe alzare la voce, in Europa, e far capire a tutti che i cimiteri sono pieni, di persone indispensabili, e i cimiteri della civiltà sono pieni di enti ritenuti indispensabili. L’Europa è indispensabile se è un’Europa vera; se è un’Europa così, non è indispensabile. Non si vede chi potrebbe alzarla, la voce? E’ quello, il problema. Anche perché la maggioranza dell’opinione pubblica non sosterrebbe chi alzasse la voce, visto che sostiene Conte. La piccola impresa italiana, la più colpita dalle misure del governo, è anche quella che potrebbe essere protagonista del grande cambiamento. Se iniziasse a ragionare correttamente, la piccola impresa farebbe paura. Sciopero fiscale? Certo, non pagare le tasse sarebbe una forma di protesta sicuramente efficace. Ma dovrebbe essere praticata da tutti. E di quel 60% che appoggia Conte, non so quanti lo farebbero.(Gianfranco Carpeoro, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-streaming “Carpeoro Racconta”, su YouTube il 3 maggio 2020).Bill Gates è peggio dei Rothschild, che almeno non fanno beneficenza coi soldi degli altri. Ho l’impressione che Bill Gates voglia diventare presidente degli Stati Uniti, prima o poi. E comunque, il solo fatto di aspettarsi che sia lui a trovare il vaccino contro il Covid è una cosa che, di per sé, mostra l’attuale livello dell’opinione pubblica. Il vero problema non sono neppure i governanti, ma chi li vota, eleggendo sempre gli stessi. Contineremo a leggere di tutto, se le persone non capiscono che devono parlarsi e mettersi d’accordo per cambiare completamente la grammatica. A essere scarsa è la preoccupazione delle persone rispetto a quello che hanno fatto finora – o meglio, quello che finora non hanno fatto (che nessuno di noi ha fatto). Se la gente è indifesa, deve prendere coscienza del fatto che si deve difendere da sola. E questo salto, la gente non lo sta facendo. Il protagonismo di Bill Gates è solo una conseguenza di questa nostra passività: lui o un altro, sarebbe la stessa cosa. Chiunque oggi sia protagonista, è protagonista di un’opinione pubblica malata e mediocre. E quindi non può che essere un personaggio come quello.
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La rockstar Andrea Scanzi e l’Italia dei compagni di merende
Cos’è più avvilente, in questa primavera italiana? L’ex giornalista Andrea Scanzi o l’ex politico Pierluigi Bersani? Il primo intasa i social network per svelare agli italiani la loro immensa fortuna: essere governati da Giuseppi, cioè l’unico premier europeo che vanta almeno due record assoluti, il maggior numero di morti da Covid e il maggior numero di persone rimaste senza assistenza economica, sull’orlo della disperazione. Il secondo, lo Smacchiatore, dopo aver promosso a pieni voti il professor Monti e il suo micidiale pareggio di bilancio in Costituzione, ora torna a dare segni di vita spiegando, in televisione, che tedeschi e olandesi fanno benissimo a massacrare gli italiani, notoriamente un popolo di lazzaroni e incalliti evasori fiscali. Se a festeggiare il fantasma di Bersani è un tripudio di pernacchie, tutt’altra accoglienza incoraggia invece l’autoproclamata “rockstar del giornalismo italiano” (testuale, dal suo profilo Facebook), il cui ego-mongolfiera ora si gonfia a dismisura, nei giorni del lockdown infinito, beandosi dello strabiliante punteggio raggiunto dai suoi gargarismi quotidiani: un milione e mezzo di “like” e oltre centomila visualizzazioni per le imperdibili dirette video. «Ma ho anche dei difetti», ci informa, umilmente magnanimo, il nuovo amicone di Giuseppi.L’espressione “compagni di merende” deriva dal contesto oscuro e luttuoso del Mostro di Firenze, atroce caso nazionale tuttora irrisolto, benché rischiarato (solo nei suoi successivi romanzi, tuttavia) dall’allora commissario Michele Giuttari, a cui tagliarono le gomme dell’auto parcheggiata in questura, dopo essere giunto a un passo dalla verità insieme al pm perugino Giuseppe Mignini, colpito – insieme a Giuttari – dall’accusa di abuso d’ufficio. Poliziotto e magistrato avevano intuito che a macellare 16 persone sulle colline di Firenze non erano stati i patetici Pacciani, Vanni e Lotti, ma ben altri compagni di merende. I tre rozzi paesani (uno dei quali, Pacciani, prima incastrato con prove false e poi ucciso con farmaci letali per un cardiopatico come lui) sapevano probabilmente qualcosa dell’organizzazione chiamata Mostro di Firenze, ma sono stati utilizzati essenzialmente come diversivo per depistare le indagini, allontanandole dalla zona off limits, quella degli intoccabili. Un copione schematico, usato anche nella tragedia nazionale di Tangentopoli: come compagni di merende furono trattati i protagonisti dell’intera classe politica della Prima Repubblica, debolissima e declinante, diffusamente corrotta, ma non pericolosa quanto quella che le sarebbe succeduta, autrice della storica svendita del paese, oggi in ginocchio.La fu-sinistra, in blocco, credette davvero alla storiella dei compagni di merende. E così sostenne compatta tutti i tagli previsti dall’austerity, a partire dal primo decreto Treu sulla flessibilità del lavoro, premessa generale per il crollo dei diritti sociali che ha aperto la precaria stagione dei laureati nei call center e della fuga dei cervelli, poi comodamente imputata al cattivone di turno, l’orrido Berlusconi. Il primo a distaccarsi da quella sinistra, da cui pure proveniva, fu il grande Giulietto Chiesa, appena scomparso. Non hanno capito quello che è successo, ripeteva: non hanno la minima idea di chi siano i poteri a cui hanno consegnato l’Italia. Era avanti anni luce, Giulietto Chiesa: aveva compreso perfettamente che la dicotomia destra-sinistra apparteneva al Novecento, e che la nuova partita fra alto e basso era un derby spietato tra oligarchia e democrazia, tra finanza e politica. Guerra o pace, abuso o diritto, pochi o molti. Le bandiere di ieri? Scolorite, tutte: da custodire, ma come gloriosi cimeli storici, in nome del senso della realtà (quello che il 25 aprile 2020 s’è fatto fatica a rintracciare, sui balconi italiani pavesati in tricolore per lo spettacolo più surreale: prigionieri della post-democrazia, sottoposti al nuovo regime di polizia sanitaria, ma felici di cantare Bella Ciao come se fossero liberi).Se qualcuno pensa di essere in Corea del Nord, ascoltando il soave Scanzi decantare il Caro Leader, si sbaglia: siamo in Italia, più che mai. Siamo nel paese che un tempo era la quinta potenza industriale del pianeta, benché frenata dalle sue piaghe endemiche come l’evasione fiscale, la corruzione dilagante, lo strapotere delle mafie. Vent’anni di disinformazione martellante hanno fatto il miracolo: nessuno dei mali storici è scomparso, ma le condizioni generali sono precipitate grazie alle minacce letali che i Travaglio e gli Scanzi non hanno mai voluto vedere, denunciare, indagare. Sono le regole truccate dell’austerity europea, quelle che oggi costringono Giuseppi a dare di sé uno spettacolo indecoroso, al punto da chiedere scusa – fuori tempo massimo – per l’assoluta inettitudine del suo governo, di fronte a una catastrofe come quella del coronavirus. Ma nemmeno l’ammenda tardiva di Conte basta a smuovere la “rockstar del giornalismo italiano”, che esorta a venerare il Re Sole, l’Avvocato del Popolo venuto da Volturara Appula (e dal Vaticano). Giuseppe Conte? E’ il nulla assoluto, sentenzia Alessandro Di Battista, a lungo coccolato dal “Fatto Quotidiano” e ora ridotto a recitare il ruolo di immacolato outsider. Ma anche il Dibba, in fondo, dice – senza ridere – che un governo di unità nazionale sarebbe ancora peggio di quello in carica, visto che farebbe strame di quel che resta del paese.Sembra l’ultima edizione della storia dei compagni di merende: Di Battista evoca i lupi mannari che, guidati magari dal un super-tecnocrate come Draghi, darebbero la stura a ogni possibile speculazione, maxi-appalti fuori controllo e grandi opere inutili. Di nuovo: non è una barzelletta, l’ha detto veramente (lui, che fa ancora parte del Movimento 5 Stelle, cioè l’illusione ottica nazionale che – dopo aver insediato Giuseppi – ha rinnegato una dopo l’altra tutte le promesse elettorali, nessuna esclusa: Tap e Tav, trivelle in Adriatico, F-35, obbligo vaccinale). Di fronte a questo, il grande Andrea Scanzi non ha trovato di meglio che esprimere la sua arte sopraffina, tra una comparsata e l’altra del salotto televisivo di Lilli Bilderberg Gruber, nel vergare l’immortale capolavoro “Il cazzaro verde”, dedicato al demagogo che straparlò in un comizio di Pieni Poteri – prima che a prenderseli, i Pieni Poteri, e senza avvisare gli italiani, fosse il favoloso Giuseppi, il premier che gli italiani ingrati non si meriterebbero. Riavvolgendo il nastro: che faceva, Salvini, un anno fa? La buttava in caciara, per non dover ammettere il cocente fallimento del governo gialloverde di fronte al suo avversario, il rigore Ue. E che faceva, la stampa? Niente di meglio: la buttava in caciara, anche lei, prendendosela comodamente con il “cazzaro verde”. Facile, no?Sta per scadere, finalmente, il tempo di Giuseppi? Marta Cartabia (Corte Costituzionale, vicinissima a Mattarella) avverte che la Carta non la si può deformare, neppure di fronte a un’emergenza sanitaria. Entro un mese potrebbe subentrare Draghi, si sbilancia in televisione Stefano Zurlo, di “Libero”, il quotidiano di Vittorio Feltri (veterano della stampa italiana, che i Bilderberg Boys del giornalismo-rockstar ormai manganellano, trattandolo come un soggetto psichiatrico). E a proposito di giornalisti: oscuri dilettanti come Giorgio Bocca e Giampaolo Pansa sostenevano che con un politico fosse lecito, al massimo, prendere un caffè. Poco prima che l’Italia si trasformasse nel più grande carcere del mondo, Marco Travaglio si appartò con il primo ministro: cenetta intima in un ristorante sull’Appennino, celebre per i piatti a base di funghi. Anche Giulietto Chiesa frequentava politici, ma nel suo caso si chiamavano Mikhail Gorbaciov. E le cene si succedettero solo quando l’uomo che mise fine alla guerra fredda era ridiventato un privato cittadino, benché illustre. A Gorby diedero anche il Nobel per la Pace. E Giuseppi, a quale Nobel potrebbe ambire? Bel problema, ma niente paura: una formidabile menzione adorante potrebbe sempre scrivergliela l’immaginifico Scanzi, la rockstar di cui l’Italia prostrata dalla galera-Covid sentiva davvero il bisogno.(Giorgio Cattaneo, “La rockstar Andrea Scanzi e l’Italia dei compagni di merende”, dal blog del Movimento Roosevelt del 2 maggio 2020).Cos’è più avvilente, in questa primavera italiana? L’ex giornalista Andrea Scanzi o l’ex politico Pierluigi Bersani? Il primo intasa i social network per svelare agli italiani la loro immensa fortuna: essere governati da Giuseppi, cioè l’unico premier europeo che vanta almeno due record assoluti, il maggior numero di morti da Covid e il maggior numero di persone rimaste senza assistenza economica, sull’orlo della disperazione. Il secondo, lo Smacchiatore, dopo aver promosso a pieni voti il professor Monti e il suo micidiale pareggio di bilancio in Costituzione, ora torna a dare segni di vita spiegando, in televisione, che tedeschi e olandesi fanno benissimo a massacrare gli italiani, notoriamente un popolo di lazzaroni e incalliti evasori fiscali. Se a festeggiare il fantasma di Bersani è un tripudio di pernacchie, tutt’altra accoglienza incoraggia invece l’autoproclamata “rockstar del giornalismo italiano” (testuale, dal suo profilo Facebook), il cui ego-mongolfiera ora si gonfia a dismisura, nei giorni del lockdown infinito, beandosi dello strabiliante punteggio raggiunto dai suoi gargarismi quotidiani: un milione e mezzo di “like” e oltre centomila visualizzazioni per le imperdibili dirette video. «Ma ho anche dei difetti», ci informa, umilmente magnanimo, il nuovo amicone di Giuseppi.
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“Sì, voglio essere vaccinato e spiato (dopo di voi, s’intende)”
Caro Premier e cari politici, io sono un complottista, ma sono diverso dagli altri. Non temo il controllo, i vaccini, il 5G, i droni quando vado a correre, in realtà non temo nulla. E voglio tutto questo, vaccini, 5G, controllo totale. Voglio essere controllato anche dai droni, non solo quando corro, ma anche quando dormo e anche quando trombo. Vi capisco. E’ per la nostra sicurezza. Ma ovviamente voglio pensare – perché è logico pensarlo – che questi droni saranno usati anche per andare a controllare le ville isolate in mezzo al nulla, quelle dove spesso i potenti fanno le loro riunioni; perché vede, non so se lei lo sa, ma ogni anno spariscono migliaia di bambini, in Europa, e fanno una fine terribile. E se si usassero questi droni per questi motivi forse molti non sparirebbero più. Pensi, Presidente, anche Trump ha capito che quella dei bambini scomparsi è una piaga per la nostra società, tanto da aver dichiarato il problema della pedofilia un problema di sicurezza nazionale. Nell’Ardèche, una provincia francese, scompaiono un numero di bambini impressionante, ad esempio; spero che il presidente francese usi i droni per andare a controllare minuto per minuto quello che succede in ogni istante in certe ville sperdute.Voglio essere controllato in ogni momento della mia vita, non solo dalla App Immuni, ma anche da altre. Voglio rendere conto di ogni minimo gesto che faccio, e anche quando sono in intimità. Lo trovo giustissimo, anche perché non credo che freghi molto a qualcuno se talvolta guardo Youporn o tradisco mia moglie con la vicina di casa. A questo punto, però, essendo possibile tracciare tutti i cittadini in questo modo, credo sia possibile tracciare anche i politici, in ogni momento. E, in nome di quel principio di imparzialità della PA che sta anche nella nostra Costituzione (articolo 97), e del principio di trasparenza che sta nella Legge 241/1990, vorrei poter sapere, in ogni momento, dove va lei, con chi si incontra, e che tipo di vita fa. Non dovrebbe essere difficile. Basterebbe mettere on line i profili di tutti i cittadini italiani, e far sì che chiunque, cliccando su un nome, possa sapere esattamente dove va e con chi sta il suo politico preferito. Perché, vede, se siete solo voi a controllare noi, e noi non possiamo fare altrettanto, allora scatta la nostra paranoia complottista e possiamo anche pensare che tale controllo possa servire ad altro.In questo modo, poi, ad esempio, potremmo sapere se il magistrato che giudica sull’affidamento di alcuni bambini ha o non ha compartecipazioni tramite i familiari proprio con quegli istituti in cui il bambino sarà rinchiuso. Va benissimo il provvedimento di un sindaco sardo, il quale ha dichiarato che se un minorenne viene trovato fuori casa possono scattare sanzioni anche a carico dei genitori e possa venir informata la procura per togliere i figli ai genitori. Legittimo. Legittimissimo. A questo punto vorrei essere però informato, tramite le app di tracciamento di cui sopra, di tutti gli spostamenti dei vari politici e delle relazioni che questi intrattengono con eventuali minori; perché, vede Presidente, l’inchiesta sul caso Marcinelle, in Belgio, portò a capire che i pedofili arrestati, Dutroux e la moglie, lavoravano per conto di altri personaggi più potenti. Vorrei sapere chi erano questi personaggi, e chi avevano incontrato. E vorrei anche sapere dove si trova adesso la moglie di Dutroux; le cronache avevano detto che era stata trasferita in Toscana, ma nessuno sa perché e dove. E ci piacerebbe saperlo. E con una app apposita io credo che chiunque abbia possibilità e diritto di saperlo.Va benissimo la vaccinazione obbligatoria. Pazienza se ci sono dubbi sulla continua mutazione del ceppo, e quindi molti illustri virologi dicono che non serve a una mazza, e pazienza se dicono che col caldo il virus muore. Tanto questa storia del vaccino è diventata come la fede. Si è pro o contro a prescindere. E allora facciamo finta che abbiate ragione voi. Mi sembra ovvio però che i primi a testarlo sarete voi e i vostri figli; ovverosia voi, Burioni, e la task force che lei ha nominato e tutti quelli che eventualmente approveranno la legge sulla vaccinazione obbligatoria. E’ semplicemente una questione di dare il buon esempio. Va benissimo anche installare il 5G ovunque. Ci mancherebbe. Il 5G sicuramente serve al progresso e aumenterà l’efficienza della nostra società. Ma ci sembrerebbe un’idea sana quella di sperimentarlo prima installandolo nel Parlamento, nei palazzi del potere, e vicino alle vostre abitazioni, giusto per vedere l’effetto che fa. Perché sa, tra noi complottisti gira la voce che sia dannoso, e uno dei primi effetti che si vedono è che muoiono insetti e uccelli che si avvicinano troppo alle centraline.Allora direi che se prima lo provate voi per qualche anno, e poi ci rassicurate che state bene, dopo esservi pure vaccinati, poi potremmo stare più tranquilli anche noi. Ovviamente, confido che i primi che lo proveranno saranno gli Ad delle compagnie telefoniche, i sindaci che ne magnificano le doti, ecc., i quali si renderanno disponibili per impiantare i primi tralicci proprio davanti a casa loro. Va benissimo che distruggete le piccole aziende riducendole in povertà per proteggerci dall’influenza. So che lo fate per noi, e non dia retta a quei paranoici complottisti che pensano che tutto questo sia stato fatto per distruggere l’economia e ridisegnare la socio-economia mondiale, rendendo alcuni ricchi ancora più ricchi e i poveri ancora più poveri. Ma in nome di quel controllo da voi auspicato per proteggerci dall’influenza, vogliamo sperare che ci proteggiate anche da manovre speculative di aziende e gruppi economici italiani e stranieri, rendendo pubblici i bilanci e le proprietà di tutte le aziende che operano sul territorio nazionale.Faccio un esempio: siccome la App Immuni pare sia di un’azienda che ha come partecipanti la famiglia Berlusconi, i Benetton, un gruppo cinese, vari gruppi ricollegati a banche e finanziarie, ecc., tanto che la cosa ha allarmato pure i nostri servizi segreti e il Copasir vuol approfondire la questione, mi pare sensato che tutte queste informazioni possano essere rese pubbliche su un grande portale ministeriale in cui il cittadino possa essere sempre informato di ciò che succede e dei vari collegamenti societari. Anche perché io non credo, come dicono moti paranoici complottisti, che tutto questo sia un vero colpo di Stato e che sia soppressa la democrazia. No. Credo che tutti questi controlli rendano più efficace la democrazia. La democrazia, per essere reale, presuppone però che il cittadino sia informato di ciò che avviene nelle stanze del potere, e sia in grado di capire chi agisce, perché, e con che strumenti. Cioè la democrazia, per essere tale, ha bisogno che voi ci controlliate, ma che anche noi possiamo controllare voi.Ps. Ah dimenticavo… negli anni della nostra Repubblica abbiamo avuto circa una cinquantina di stragi. Tutte rimaste impunite, senza mai trovare i colpevoli. Questo perché ancora non c’erano strumenti di indagine sofisticati come oggi. Auspichiamo che con questo controllo globale di tutti a vicenda, non ci saranno più stragi, gli omicidi verranno risolti in pochissimo tempo, e la mafia scomparirà. E nessun minore sparirà più nel nulla. Neanche quelli che sono ospitati presso centri appositi, che si “allontanano” a decine, ogni anno, sparendo nel nulla e che non vengono neanche conteggiati nel numero degli scomparsi, perché la voce “allontanato” è diversa. Sarebbe una bella società, quella dove tutti sanno tutto di tutti, in trasparenza. Rinuncio volentieri alla mia privacy, di cui non me frega nulla, e che per me è un concetto che dovrebbe essere abolito, se in cambio non vedrò più bambini scomparire, se potrò sempre sapere se la ditta da cui compro è collegata o meno con grandi gruppi finanziari di cui non approvo la politica, e se potrò sapere i nomi dei 300 esperti inseriti nella sua task force, per poter controllare che interessi hanno in varie società, il loro curriculum, ecc. Perché questa cosa della mancanza di privacy deve valere anche per voi.(Paolo Franceschetti, “Caro premier, voglio essere controllato e vaccinato”, dal blog “Petali di Loto” del 25 aprile 2020).Caro Premier e cari politici, io sono un complottista, ma sono diverso dagli altri. Non temo il controllo, i vaccini, il 5G, i droni quando vado a correre, in realtà non temo nulla. E voglio tutto questo, vaccini, 5G, controllo totale. Voglio essere controllato anche dai droni, non solo quando corro, ma anche quando dormo e anche quando trombo. Vi capisco. E’ per la nostra sicurezza. Ma ovviamente voglio pensare – perché è logico pensarlo – che questi droni saranno usati anche per andare a controllare le ville isolate in mezzo al nulla, quelle dove spesso i potenti fanno le loro riunioni; perché vede, non so se lei lo sa, ma ogni anno spariscono migliaia di bambini, in Europa, e fanno una fine terribile. E se si usassero questi droni per questi motivi forse molti non sparirebbero più. Pensi, Presidente, anche Trump ha capito che quella dei bambini scomparsi è una piaga per la nostra società, tanto da aver dichiarato il problema della pedofilia un problema di sicurezza nazionale. Nell’Ardèche, una provincia francese, scompaiono un numero di bambini impressionante, ad esempio; spero che il presidente francese usi i droni per andare a controllare minuto per minuto quello che succede in ogni istante in certe ville sperdute.
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Addio a Giulietto Chiesa, scomoda sentinella coraggiosa
Un grande giornalista, un italiano generoso, un uomo scomodo perché sincero. La notizia della morte di Giulietto Chiesa – improvvisa, inattesa – aggiunge sgomento a questo aprile 2020, funestato dal lutto e dalla segregazione di massa che sta facendo collassare il paese. Giulietto Chiesa era una sentinella: tra i primi, in assoluto, ad avvertire (nel 2002, con il saggio “La guerra infinita”) che qualcosa di mostruoso si era abbattuto, sul mondo intero, con la demolizione delle Torri Gemelle l’11 Settembre a New York. Qualcosa di assai più preoccupante del cosiddetto terrorismo islamista, visto che la versione ufficiale del maxi-attentato faceva acqua da tutte le parti. Ci voleva coraggio, appena un anno dopo, per proporre le verità più imbarazzanti, e a Giulietto Chiesa il coraggio non mancava. Lo dimostrò in mondovisione, nel 1991, sfidando i golpisti che avevano appena rovesciato Gorbaciov, tentando di far credere che avesse problemi di salute. Alle domande dei giornalisti – molte, sullo stato di salute di Gorbaciov – rispondeva il capo dei golpisti, Ghennadij Yanaev. «E lei come si sente, signor Yanaev?», lo colse in contropiede – paralizzandolo – lo storico corrispondente italiano da Mosca. Il gelo che seguì non aveva bisogno di commenti: svelava la statura di Yanaev e, soprattutto, quella di Giulietto Chiesa.