Archivio del Tag ‘pericolo’
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Sinistra? C’è un equivoco: oggi è solo un sistema di potere
Esistono alcune persone che soffrono quando usi in termini poco simpatici la parola “sinistra”. Dicono, con toni assai vari – Pol Pot fu un delinquente, Lenin sbagliò tutto, D’Alema ha fatto la guerra, Vendola è un venduto, “Il Manifesto” è un salotto di borghesi buoni, la Cgil è una burocrazia che fa gli interessi dei padroni, le Brigate Rosse sono pazzi delinquenti… ma La Sinistra è cosa buona. Evidentemente siamo davanti a un caso di attaccamento affettivo a una parola. Li capisco: personalmente, sono attaccato alla parola lonfo (che, come è noto, non vaterca né gluisce, e molto raramente barigatta), e non saranno certi i fatti a farmi cambiare idea. Invece, per me “La Sinistra” è quella che vedo realmente, non è un principio metafisico. E quella italiana del 2012 non è quella italiana del 1912, come non è quella indiana di oggi, né quella turca.
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Povera Italia: con l’euro e Monti, redditi retrocessi al 1986
Grazie euro, grazie Monti, grazie Europa. Il reddito disponibile degli italiani scivola ancora e nel 2013 tornerà ai livelli di 27 anni fa. Secondo un’analisi di “Rete Imprese Italia” il dato è sceso a meno di 17.000: precisamente, 16.955 euro pro capite, contro i 17.337 dello scorso anno. Nel 2007, anno di inizio della crisi, il reddito medio degi italiani era di 19.515 euro. In pratica, sono 2.500 euro in meno dall’inizio dell’esplosione della grande crisi che sta scuotendo l’Occidente e letteralmente mettendo in ginocchio i paesi dell’Eurozona, dove gli Stati hanno perso ogni forma di sovranità finanziaria e sono “costretti” a ricorrere alla spirale suicida dell’inasprimento fiscale su famiglie e aziende. E’ la prova di quello che gli economisti democratici definiscono “economicidio”: impoverire un paese a tavolino, tagliando la spesa pubblica che sorregge il benessere diffuso e quindi anche il settore privato, con la domanda di prodotti, servizi e consumi.
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Antonini: prima del mio stipendio, la verità su Viareggio
Mi restituite il lavoro? No, grazie. Prima di tutto, serve la verità sul rogo di Viareggio, quei 32 morti e 25 feriti del 29 giugno 2009. Riccardo Antonini è irremovibile: rifiuta l’accordo sul reintegro, già accettato dall’ad delle Ferrovie, Mauro Moretti, e vuole un regolare processo sul suo caso: licenziato per aver detto verità scomode su quel disastro. Il rogo di Viareggio, scrive Claudio Giorno sul suo blog, puzza di strage di Stato: mentre gli apparati di potere si coprono, per il momento a pagare è solo chi si è dato disponibile a testimoniare di fronte ai giudici le discutibili “scelte aziendali” all’origine del disastro. Tagli pericolosi, che forse nessun giudice riuscirà a individuare come causa diretta della morte di tante persone innocenti, ma che «sicuramente sono alla base dello stato di abbandono in cui nelle ferrovie italiane versa ogni settore che non sia funzionale agli appalti sempre più costosi del progetto Alta Velocità».
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A rischio i bimbi vaccinati: sono i più esposti alle malattie
Brutte notizie – anche se poco divulgate – per i sostenitori dei vaccini per l’infanzia: i bambini vaccinati, rivela “Natural News”, sono esposti a malattie e allergie fino a cinque volte più dei bambini non vaccinati. Lo conferma un recente studio condotto dall’omeopata Andreas Bachmair, che ha coinvolto più di 17.000 minori. I disturbi più ricorrenti, riscontrati in soggetti sottoposti a vaccinazione, sono asma, tonsillite, bronchite cronica, sinusite, allergie, eczema, infezioni dell’orecchio, ma anche diabete, disturbi del sonno, dislessia, emicranie, e persino epilessia, depressione, lento sviluppo del linguaggio e difficoltà motorie. Differenze drammatiche – tra vaccinati e non – sin dai primi studi condotti in Nuova Zelanda: da un sondaggio realizzato a Christchurch, nessuno dei bambini non vaccinati aveva mai avuto episodi di asma mentre quasi il 25% dei piccoli vaccinati sono stati curati per l’asma, intorno all’età di 10 anni.
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Financial Times: Monti il peggiore, sa solo sfasciare l’Italia
Mario Monti, chi? Ah sì, il fenomeno: quello che ha praticato il rigore dell’austerity senza minimamente calcolarne gli effetti. Economia italiana ko, aziende nel panico, lavoratori a spasso, risparmi intaccati, sicurezza sociale terremotata, futuro scomparso dai radar. Giudizio impietoso, quello del “Financial Times” affidato all’editorialista Wolfgang Munchau: il tecnocrate Monti è un incapace, assolutamente inadatto a guidare un paese come l’Italia senza devastarlo. «Monti aveva sostenuto che la sua “salita” in campo serviva a togliere l’Italia dalle mani degli incapaci – osserva il “Keynes Blog” in un intervento ripreso da “Megachip” – ma il “Financial Times” la pensa in modo diametralmente opposto: Monti ha sottovalutato gli effetti dei tagli, peggiorando gravemente la situazione italiana. L’unica crisi che si è affievolita è quella finanziaria: ma il merito non è suo, bensì di Draghi.
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Bilderberg: i fanatici del rigore dietro le stragi di Stato
C’era il Bilderberg dietro alle stragi impunite, quelle degli “anni di piombo”. Lo rivela Ferdinando Imposimato, che da magistrato inquirente si occupò dei casi più scottanti, dal rapimento Moro all’attentato al Papa. A “inciampare” nella potentissima lobby politico-finanziaria mondiale, oggi accusata di pilotare l’euro-crisi per restituire il potere assoluto alle élite planetarie amputando la nostra sovranità democratica col ricatto del debito, fu il giudice Emilio Alessandrini, assassinato dai terroristi di “Prima Linea” nel 1979. Impegnato nelle indagini su piazza Fontana, Alessandrini “scoprì” il ruolo dell’allora oscuro Bilderberg trent’anni prima che il grande pubblico venisse a conoscenza della sua esistenza. Il più esclusivo club finanziario mondiale era direttamente responsabile delle stragi e della strategia della tensione, sostiene oggi Imposimato, che ha scovato documenti inediti, pubblicati nel libro “La Repubblica delle stragi impunite”.
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Petrolio, gas e uranio: la Guerra Infinita ora trasloca in Mali
Tripoli e Gaza, Damasco e Kabul, Baghdad e Mogadiscio. Missili, droni e petroliere che salpano con scorta militare, per paura dei pirati. Ricchi contro poveri, secondo un copione sempre più confuso: la secessione filo-occidentale del Sud-Sudan petrolifero appena infrastrutturato dalla Cina e il rapido congelamento della “primavera araba”. Eliminato Gheddafi, ora tocca al Mali, il “nuovo Afghanistan”, raccontato come ultimo terreno di lotta scelto dal radicalismo islamico per battersi contro l’Occidente. Non è solo quello, avverte Ennio Remondino: al contrario dell’Afghanistan, il Mali custodisce immense riserve di petrolio e gas algerino, accanto a nuovi giacimenti scoperti in Niger e in Mauritania. Inoltre, il Mali confina con le maggiori riserve mondiali di uranio, ed è al centro delle rotte europee dei clandestini e della droga. Dall’aprile 2012, “Al Qaeda nel Maghreb islamico” (Aqim) controlla questo territorio: e da lì può influire sulla trasformazione radicale delle rivolte nei paesi arabi.
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Classifica-horror: ecco le 10 multinazionali più pericolose
Il costume di Babbo Natale è rosso, ma non da sempre: il conducente di renne più famoso del pianeta smise la tradizionale casacca verde precisamente nel 1931, anno in cui lo “rivestì” del colore aziendale nientemeno che la CocaCola. Lo rivela “Ecosas.com”, in una vera e propria galleria degli orrori firmati dalle “dieci multinazionali più pericolose del mondo”, architrave economica della globalizzazione del pianeta realizzata a spese dei poveri della Terra e poi ovviamente anche degli ignari consumatori. Storie quotidiane, regolarmente ignorate dai media, in cui la realtà supera di gran lunga la più perversa fantasia. Come nel caso del colosso petrolifero Chevron, già Texaco, accusato di aver riversato 18 miliardi di galloni di acqua tossica nei boschi tropicali dell’Ecuador, distruggendo i mezzi di sussistenza degli agricoltori locali e facendo ammalare le popolazioni indigene.
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Cremaschi: caro Ingroia, la vera mafia è quella di Bruxelles
Caro Ingroia, l’antimafia non basta: perché oggi il vero nemico che ci minaccia è molto più pericoloso del potere delle cosche, persino di quelle che si infiltrano nell’economia fino ad avvelenarla. Deve cadere il Muro di Bruxelles, quello che ricatta i popoli dell’Eurozona sulla base dei diktat emanati dalle oligarchie finanziarie, ordini firmati da tecnocrati non eletti da nessuno, a cui – grazie all’attuale personale politico – siamo costretti a sottometterci, per fare la stessa fine della Grecia. Dopo i “garanti” dei movimenti firmatari dell’appello “Cambiare si può”, anche l’ex leader della Fiom Giorgio Cremaschi, vicino ai No-Tav e promotore del Comitato No-Debito e del “No-Monti Day”, prende le distanze dalla lista “arancione” capeggiata da Antonio Ingroia, ipotetico leader del “quarto polo”, sul quale confluiscono i partiti di Di Pietro, Ferrero e Diliberto, insieme ai Verdi di Bonelli.
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Noi, lo zoo degli zombie e l’assedio della mediocrità
Ti guardi attorno, e vedi quasi solo mediocrità. Cialtroneria, mancanza di rispetto, ignoranza. L’amore per il lavoro libero, fatto bene: è roba in via di estinzione. Il piacere del lavoro ben fatto, lo chiamava Primo Levi. Tutto è fatica mentale: scostarsi dal binario, aggregare anime affini. Fatica sterminata. Psicologica, prima ancora che politica. Paure, dipendenze, pigrizia. Siamo stati rincoglioniti con sapienza, con metodo. Letterati, filosofi, poeti e teologi si occupano di parole come valori, dignità. Uno zoo di addetti ai lavori. Lo siamo tutti, addetti ai lavori. Siamo noi, lo zoo. E tuttavia: trovo la mediocrità infallibilmente offensiva. C’è una sciatteria universale fatta di imprecisione, intempestività, approssimazione. La banale, semplice puntualità è stata derubricata. Le parole viaggiano velocissime, ma non contengono quasi più niente.
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Fuga da Tokyo: la capitale è contaminata come Fukushima
Fuga da Tokyo: nel silenzio generale dei media, la capitale giappone scopre di essere gravemente contaminata dalle radiazioni della centrale nucleare di Fukushima, al punto da aver provocato l’anomalo surriscaldamento del suolo e del fondale marino. Notizie sconcertanti, che Debora Billi ricava dal “Washington Blog”, una delle fonti americane più informate sui fatti di Fukushima: il newsmagazine statunitense ha sempre riportato in tempo reale, fin dai tempi del disastro, le anticipazioni del giapponese “EneNews”. Alla fine del 2012, il “Washington Blog” fa il punto sulla situazione a Tokyo proprio in base ai moltissimi dati di “EneNews”, giungendo ad una serie di inquietanti conclusioni. Una su tutte: nella baia di Tokyo, il cesio è persino più alto di quello di Fukushima e quasi tutto il fondale del mare che bagna la capitale nipponica sarà contaminato entro il 2014.
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Fiscal Compact: ci vogliono morti, ora la sentenza è legge
I giornali ne hanno parlato poco e in termini quasi sempre così “tecnici” da risultare incomprensibili ai non addetti ai lavori. Ma da oggi entra in vigore l’accordo europeo più pericoloso per la vita dei cittadini degli Stati con problemi di bilancio pubblico: il Fiscal Compact. Dal punto di vista “istituzionale” è una preoccupazione comprensibile: c’è il più che forte rischio che la notizia possa pesare negativamente sul declinante “europeismo da gregge” che ha fino a poco tempo fa connotato gli italiani. Con magari forti riflessi elettorali, specie per chi si prensenta come campione degli obblighi europei (Monti in primis, ma anche il Pd, l’Udc e persino berlusconiani e leghisti, che il Fiscal Compact lo hanno firmato mentre erano al governo, anche se la ratifica formale è arrivata solo il 2 marzo 2012 da parte di 25 capi di Stato e di governo (fuori Gran Bretagna e Repubblica Ceca).