Archivio del Tag ‘pensioni’
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Rampini: la Germania scelga, salvare l’Europa o soccombere
La mazzata di “Standard & Poor’s” che declassa mezza Europa è un chiaro avviso alla Germania: la signora Merkel si decida, o anche Berlino finirà travolta dal crollo dei partner europei. L’austerity imposta a Roma, Parigi, Madrid e Atene va controbilanciata con robuste manovre di spesa in Germania e un deciso via libera alla Bce: la banca centrale europea deve poter svolgere lo stesso ruolo strategico, di “prestatore di ultima istanza”, che ha la Federal Reserve americana a sostegno dell’economia. Si tratta di un onere eccezionale a carico della Germania, che è l’unico paese in grado di puntellare l’Europa, secondo l’americano Barry Eichengreen. Una scelta difficile, ma obbligata: in caso contrario, secondo Federico Rampini, «la resa alla disgregazione dell’euro ha costi che neppure Berlino è preparata a sopportare».
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Sacrifici? No, grazie. Prima, vogliamo la verità sul debito
Senza più moneta sovrana, gli Stati europei devono indebitarsi con la finanza privata. Ma quando è la finanza a finire in rosso, allora sono gli Stati a sostenere le banche, che altrimenti fallirebbero. E con che soldi gli Stati aiutano le banche? Con quelli dei cittadini, chiamati ad affrontare “sacrifici” straordinari per arginare il debito pubblico. C’è qualcosa che non funziona, è evidente. Il peccato originale? Il sistema privatizza i profitti e socializza le perdite: enormi guadagni per pochi, sempre gli stessi, e salasso garantito per tutti gli altri, che sono sempre di più. La prima mossa da fare per uscire dal tunnel? Ottenere finalmente la verità sul debito: chi l’ha provocato, chi l’ha gonfiato, chi ci ha guadagnato.
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Caduto il Muro, addio Italia: un declino che viene da lontano
L’inizio del declino italiano ha una data esatta ed è il 26 dicembre 1991. Quel giorno si sciolse ufficialmente l’Unione sovietica e finì la guerra fredda. E con la guerra fredda finì anche quella che potremmo chiamare l’eccezione italiana. Perché per 35 anni l’Italia era stata la frontiera geografica e politica dell’impero occidentale. Frontiera geografica (orientale) perché il blocco sovietico cominciava proprio sull’altra riva dell’Adriatico. Frontiera politica perché il Pci era il più forte partito comunista dell’Occidente. Quindi tutto fu messo in opera (e tutto fu consentito) perché l’Italia americana fosse una “success story”. Da qui il miracolo economico, da qui la straordinaria stabilità politica di un regime sostanzialmente monopartitico (i gabinetti cadevano sì uno dopo l’altro, ma a rotazione le poltrone erano occupate sempre dagli stessi).
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Senza politica, ci faranno a pezzi anche tornando alla lira
Euro? Maneggiare con cura. Liquidare la moneta unica, che siamo costretti a prendere il prestito dalla Bce? Attenzione: recuperare sovranità monetaria non risolve nulla, se non si recupera al tempo stesso sovranità politica. Quando l’Italia era monetariamente sovrana, non lo era politicamente: dal punto di vista economico, diplomatico e militare, la nostra era notoriamente una sovranità limitata. Chi rappresenta lo scontro in corso come una lotta egemonica della Germania contro l’Europa del Sud dimentica un dettaglio cruciale: gli Usa. All’impero americano, l’euro non è mai piaciuto: e oggi Washington potrebbe usare i Pigs per contrastare Berlino, indebolendo l’Europa. Mario Monti non è solo l’uomo della Goldman Sachs: sta scrutando l’orizzonte per capire chi vincerà. Sicuro già di sapere chi sarà sconfitto: tutti noi, ormai privi di qualsiasi potere contrattuale.
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Rocard: smascheriamo la Bce e quest’Europa da buttare
Sono cifre incredibili. Si sapeva già che, alla fine del 2008, George Bush e Henry Paulson avevano messo sul tavolo 700 miliardi di dollari (540 miliardi di euro) per salvare le banche americane. Una somma colossale. Ma un giudice americano ha recentemente dato ragione ai giornalisti di “Bloomberg” che domandavano alla loro banca centrale di essere trasparente sull’aiuto che essa stessa aveva dato al sistema bancario. Dopo aver spulciato 20.000 pagine di documenti diversi, “Bloomberg” mostra che la Federal Reserve ha segretamente prestato alle banche in difficoltà la somma di 1.200 miliardi al tasso incredibilmente basso dello 0,01%. Nello stesso momento, in molti paesi i popoli subiscono piani di austerità imposti da governi a cui i mercati finanziari non accettano di prestare miliardi a tassi di interesse inferiori al 6,7 o al 9%!
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Spagnoli traditi: Rajoy eseguirà il diktat segreto della Bce
Svalutazione dei salari e mini-contratti di precariato? No, grazie. Il premier spagnolo Zapatero preferì lasciare, piuttosto che ridursi ad eseguire gli ordini imposti dalla Bce: che la scorsa estate, attraverso una lettera riservata, rivolse alla Spagna un diktat analogo a quello destinato all’Italia, che segnò l’inizio della fine del governo Berlusconi. Lo ha rivelato il nuovo premier iberico, Mariano Rajoy, incontrando imprenditori e sindacati: la banca centrale di Francoforte, “braccio armato” della Commissione Europea, è riuscita a piegare al proprio volere anche Madrid, sapendo che sarebbe stato facile colpire un leader come Zapatero, in forte calo di consensi dato il severo giudizio degli spagnoli aggrediti dalla crisi. Di male in peggio: sarà Rajoy ad eseguire le severe prescrizioni del diktat respinto da Zapatero, che prevede drammatici tagli sociali.
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Monti, rigore senza crescita: l’Europa si suicida in Italia
L’Islanda ha dichiarato il default e ha rotto i patti. Sfortuntamente, l’Italia è un paese molto più grande: difficile rompere i patti, perché dipenderebbe da noi il futuro dell’Unione Europea. Non si vuole finire, tra un anno, peggio di oggi? Allora Monti non dovrebbe incontrarsi prima di tutto con la Merkel e con Sarkozy, ma con Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda. Dovrebbe andare a Bruxelles e dire: scusate, noi vogliamo rinegoziare tutto. Dobbiamo stracciare il Trattato di Maastricht e ricominciare un processo costituente europeo con la partecipazione dei popoli europei, e a questo punto ridiscutiamo tutto: il meccanismo di finanziamento degli Stati, questo debito sovrano, è una grande truffa. Siccome siamo decisivi, l’Europa dovrebbe ascoltarci. Se noi andiamo a finire dove ci vogliono mandare, i tedeschi dove vanno a venderli i loro prodotti? Di fatto, sono dei suicidi senza saperlo.
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Monti e Draghi condannano l’Italia: salvano solo gli usurai
La manovra e il governo Monti? Non sono “inevitabili”. E per favore, lasciamo perdere l’equità: quello che sta avvenendo è tutto fuorché equo. Quella di Monti non è una “medicina amara”; non è nemmeno una cura: è una vera e propria tragedia, peraltro evitabilissima. Ne è convinto il professor Bruno Amoroso, prestigioso docente di economia internazionale all’Università di Roskilde in Danimarca. I problemi di cui Monti si occupa, dice Amoroso, non hanno niente a che vedere con l’urgenza della crisi, che deriva «da una gigantesca truffa dovuta allo strapotere di gruppi finanziari internazionali». E sono ancora loro i beneficiari della manovra: Italia ed Europa aiutano solo le banche, veicolo del disastro, e tagliano la capacità dello Stato di sostenere l’economia e le famiglie.
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Suicidi in aumento, l’Italia scivola verso la Grecia
Mario Monti riuscirà a salvarci, come scrivono giornali e televisioni? No, purtroppo: sempre ammesso che l’obiettivo del governo tecnico sia il salvataggio del paese, e non invece la sua sostanziale svendita a prezzi di realizzo ai dominus della finanza mondiale, ansiosi di mettere le mani sui “gioielli di famiglia” come Eni e Finmeccanica, senza contare immobili prestigiosi, terreni agricoli, beni comuni come l’acqua. Loretta Napoleoni è pessimista: «Penso che stiamo scivolando verso la Grecia», dice, perché «quello che sta succedendo oggi in Italia l’abbiamo già visto in Grecia e lo vediamo quotidianamente». Come se non bastasse, c’è un nuovo campanello d’allarme: l’aumento dei suicidi. «E’ uno dei primi segnali di un Paese che scivola lungo la china del default e della bancarotta».
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Preve: intellettuali e rinnegati di sinistra, feccia di venduti
Domenica 4 dicembre, gli italiani hanno assistito in diretta televisiva «alla somatizzazione della crisi capitalistica» sotto forma di pianto: quello di Elsa Fornero, membro della giunta tecnocratica di Mario Monti. Lacrime di coccodrillo? Senz’altro, se sgorgano nel momento supremo in cui il “governo tecnico” spiega quanto e come abbatterà la sua scure sul totem sociale delle pensioni. Eppure, il filosofo Costanzo Preve valuta positivamente lo sfogo della neo-ministra: «Monti e Draghi, serpenti british senz’anima, non lo avrebbero fatto mai». Insomma, «forse non tutto è ancora perduto», dice Preve, «se il complesso di colpa si intrufola nel gruppo sociale più osceno della storia umana». Lacrime o meno, il pericolo sono proprio loro: gli intellettuali che, per il pensatore comunitarista, hanno “tradito il popolo” nel modo più subdolo.
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Lerner: pessima Europa, se comanda solo la Germania
Sarò pure un attempato residuo della metà del secolo scorso – venuto al mondo neanche dieci anni dopo la catastrofe bellica, affiliato alla generazione dei baby boomers, e quindi coscritto dalla Fornero a sfondare i quarant’anni lavorativi – ma a me un’Europa a guida tedesca che si separa dall’Inghilterra suona malissimo. Mi fa paura. Sto sbagliando? Sono rétro? Concedetemi almeno che mi trovo in buona compagnia. Lo stesso concetto trovo espresso con brutalità da Joschka Fischer, l’ex leader sessantottino addentratosi nella memoria dei crimini commessi dal suo popolo, divenuto protagonista del pacifismo tedesco, poi ministro degli Esteri e vicecancelliere allorquando l’Unione Europea fu allargata a est: «Il continente germanizzato è un’idea malsana»
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Denaro per noi, non contro di noi: tutti a lezione da Wray
Decenni di crisi e di stentata sopravvivenza grazie all’aiuto dello Stato. Poi arriva l’uomo di Detroit, e che fa? Appena la Fiat rialza la testa, anziché rilanciare il lavoro, ne approfitta per demolire cinquant’anni di diritti: fine dell’umanesimo operaio. E’ la globalizzazione, si giustifica Marchionne. La dittatura della finanza: un padrone remoto che emana diktat e impone contratti-capestro, prendere o lasciare. Il tutto, nell’assordante impotenza della politica, ridotta a subire gli ordini impartiti dai tecnocrati di Bruxelles, i maggiordomi dei veri padroni del mondo: le grandi multinazionali, il super-potere finanziario che ricatta popoli interi con lo spettro del debito. Come se ne esce? In un solo modo: recuperando sovranità. A cominciare dalla moneta: non più un cappio al collo, ma una leva formidabile a nostra completa disposizione, progettata per il nostro benessere dal nostro maggiore “sindacato”: lo Stato.