Archivio del Tag ‘Pd’
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No-Tav, diritti in gioco: si scrive val Susa, si legge Italia
E’ necessaria l’alta velocità? Risposta: no. Motivo: la Tav «danneggia l’ambiente, ci sono altre soluzioni alternative». E’ un coro, quello del sondaggio realizzato dal magazine online “Torino Oggi”, instant-poll al quale hanno rapidamente aderito quasi duemila lettori. Il 75% non ha dubbi: la Torino-Lione è un’avventura finanziaria senza senso e un disastro ambientale annunciato, oltre che una tortura per la valle di Susa, che sabato 25 febbraio “risponde” con una manifestazione popolare che si annuncia imponente, con pullman da tutta Italia e adesioni autorevoli, dall’Arci ad Emergency. Antipasto della marcia Bussoleno-Susa, il corteo di Milano che il 18 febbraio ha raccolto oltre tremila persone, invocando “libertà per i No-Tav” arrestati a fine gennaio per resistenza e presunte “lesioni” inferte ai poliziotti. Manette scattate oltre 7 mesi dopo gli scontri del 3 luglio 2011 a Chiomonte.
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Giulietto Chiesa: difendiamoci insieme, o ci fanno a pezzi
L’Italia sta male, e domani starà malissimo? Niente paura: il presidente americano applaude. Barack Obama, premio Nobel per la pace reduce della guerra in Libia e attualmente impegnato a preparare in Siria la prossima grande guerra, quella contro l’Iran, plaude allo stratega Mario Monti. E’ il suo uomo, ha le carte in regola: Goldman Sachs, Trilaterale, Bilderberg, Commissione Europea. Il popolo italiano è in buone mani: nessun pericolo che possa far pesare la propria volontà democratica. Nel giugno 2011, coi referendum, avevamo votato per i beni comuni? Perfetto: con Mario Monti, si privatizzerà tutto. Gli italiani volevano la testa di Berlusconi? Be’, l’hanno avuta. E adesso, per favore, subiscano in silenzio il nuovo programma terminale: la fine della sovranità democratica, motivata ovviamente dall’emergenza del debito. Risultato già scritto: declino e crisi infinita.
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Senza un’alternativa, alle urne soltanto un italiano su due
Governo Monti? Ma mi faccia il piacere! A dispetto delle “entusiastiche” notizie sul consenso degli italiani nei confronti del premier “tecnico”, tutti i sondaggi d’inizio 2012 dimostrano che il livello di sfiducia nei partiti è totale, tanto che solo un elettore su due andrebbe a votare in caso di elezioni: quasi il 50% resterebbe a casa. Una drammatica conferma: se ormai la politica viene dettata a Bruxelles e solo ratificata a Roma, a partire della spesa pubblica, addio sovranità nazionale. Elezioni e partiti? Riti e fantasmi di un passato lontanissimo. Se il Pd di Bersani sfiora il 30% dei votanti, non raggiunge il 15% degli aventi diritto: il nuovo “primo partito” non sarebbe votato che da 1,5 italiani su dieci. Gli altri, in attesa di nuove forze politiche capaci di inventare una via d’uscita democratica alla crisi, restebbero a casa.
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L’Italia sta crollando, urge un’alternativa a questo disastro
A gennaio si terrà la seconda assemblea nazionale di “Alternativa”: esistiamo da poco più di un anno e ci riuniamo in una situazione di alta drammaticità, come sappiamo. Il nostro congresso si svolgerà nel pieno di una crisi senza precedenti, in un paese che sta in condizioni di crollo – senza precedenti anch’esse – dalla Seconda Guerra Mondiale, cioè dal momento in cui questo paese è nato come repubblica democratica. Una recentissima inchiesta sociologica illustra le caratteristiche del declino, che è molto più evidente e importante della caduta stessa della nostra economia, della recessione. E’ un declino sociale, morale, istituzionale. E’ un declino di fiducia della gran parte della popolazione.
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Bocciato anche Monti, la Bce preferisce lasciarci affondare
Il downgrading di S&P sancisce la sconfitta della troika europea Monti-Merkel-Draghi, già evidente nei mercati finanziari. “Monti promosso dall’Europa”, titolavano solo due giorni fa i giornali compiacenti; promosso, sì, ma da un’Europa bocciata senz’appello. Nella gestione della crisi esplosa nel 2008, gli eurocrati hanno fallito ripetutamente: in Grecia (l’unico paese dove davvero i debiti sono troppi: non si è voluto prenderne atto); in Irlanda (uno dei paesi più virtuosi al mondo, costretto dalla Bce a socializzare le perdite delle banche); in Portogallo e Spagna (meno debiti della Germania, disoccupazione oltre il 20%), in Italia, ed infine in Francia ed Austria (le banche traballano). Si salvano per ora solo la Germania e i suoi satelliti, ma solo grazie a svalutazioni competitive interne a scapito dei partner europei.
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Turismo scolastico No-Tav, e l’onorevole si indigna
Nella giornata di venerdì scorso, a Giaglione, in alta Val Susa è arrivato un pullman da 60 posti. Proveniva da Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, e trasportava tre classi del locale liceo Lorenzo Federici. Lo scopo della gita, approvata dal consiglio d’istituto, era quello di andare a visitare lo pseudo-cantiere dell’opera inutile, la Torino–Lione. Ad accompagnare le scolaresche, oltre a due insegnanti di religione, il consigliere comunale Guido Fissore ed alcuni esponenti No Tav. Una volta arrivati alle reti, dove i ragazzi hanno potuto scattare numerose fotografie (anche al filo spinato di provenienza israeliana…), i due insegnanti di religione sono stati identificati dalla Digos per aver violato l’ordinanza prefettizia che vieta la circolazione nell’area circostante il cantiere.
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Eluana e acqua pubblica: il no del Pd, nuovo centrodestra
Questo 2011 si chiude con l’ennesima conferma di quello che un po’ tutti pensano, magari anche di nascosto da se stessi. Il Pd è sì un grande partito, è sì moderno, ma soprattutto non è più di sinistra (sempre se mai lo fosse stato). Lasciando perdere per un attimo l’appoggio al governo di Mario Monti (che non è poco, ma è argomento ormai inflazionato), siccome sono le “piccole” cose che spiegano ben più delle grandi analisi, basta andarsi a rivedere quanto succede nel tanto decantato “Pd dei territori”. In Friuli Venezia Giulia il partito di Bersani vota con Pdl, Udc, Fli (che poi cosa c’è da stupirsi? Governano già insieme l’Italia…) e anche con la cattivissima e anti-nazionale Lega Nord un ordine del giorno presentato dai cattolici di Casini che vietano alla regione di finanziare il film di Marco Bellocchio su Eluana Englaro.
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Sì alla Torino-Lione: dietro l’accordo, l’uomo del Bilderberg
Il gruppo Bilderberg, cupola finanziaria mondiale che ha piazzato a Bruxelles l’euro-presidente Van Rompuy e a Palazzo Chigi il professor Monti, sembra aver “commissariato” anche la valle di Susa per la realizzazione della linea Tav Torino-Lione: l’olandese Jan Brinkhorst, coordinatore per la politica europea dei trasporti ferroviari e membro del più esclusivo club mondiale dell’oligarchia finanziaria, farà parte del nuovo organismo italo-francese che il 20 dicembre i governi di Roma e Parigi hanno stabilito di costituire per realizzare entro dieci anni, a partire dal 2012, la tratta ferroviaria più controversa del pianeta. Vano l’appello di 150 docenti universitari italiani al presidente Napolitano: la Torino-Lione si farà, anche se finora i promotori non ne hanno mai dimostrato l’utilità. E i lavori di Chiomonte saranno affidati alla Cmc di Ravenna, coop “rossa” considerata storicamente vicina al leader del Pd, Pierluigi Bersani.
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Monti e Draghi condannano l’Italia: salvano solo gli usurai
La manovra e il governo Monti? Non sono “inevitabili”. E per favore, lasciamo perdere l’equità: quello che sta avvenendo è tutto fuorché equo. Quella di Monti non è una “medicina amara”; non è nemmeno una cura: è una vera e propria tragedia, peraltro evitabilissima. Ne è convinto il professor Bruno Amoroso, prestigioso docente di economia internazionale all’Università di Roskilde in Danimarca. I problemi di cui Monti si occupa, dice Amoroso, non hanno niente a che vedere con l’urgenza della crisi, che deriva «da una gigantesca truffa dovuta allo strapotere di gruppi finanziari internazionali». E sono ancora loro i beneficiari della manovra: Italia ed Europa aiutano solo le banche, veicolo del disastro, e tagliano la capacità dello Stato di sostenere l’economia e le famiglie.
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Schiavi alla catena: la Fiat azzera i diritti del lavoro
C’era una volta il contratto nazionale di lavoro, una delle più importanti conquiste democratiche del nostro secondo dopoguerra. Da ieri non c’è più, grazie allo strappo di Sergio Marchionne e al cambiamento di natura della Cisl e della Uil che da sindacati generali hanno scelto di regredire alla funzione di sindacati aziendali corportativi. Fim e Uilm, infatti, insieme ad altri sindacatini padronali e di destra, hanno firmato l’estensione del cosiddetto “contratto Pomigliano” a tutti gli 86 mila dipendenti della Fiat. Senza alcuna delega da parte dei lavoratori ai quali sarà negato, oggi e per sempre secondo il diktat Fiat e grazie all’articolo 8 della manovra Berlusconi-Sacconi, di esprimersi con un voto su quel che è stato deciso sulla loro pelle.
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Berlusmonti e il Pd: lacrime gratis, sangue a pagamento
Finalmente conosciamo la terapia, la condanna e il tipo di morte certificata dal governo tecnico del sig. Monti Mario che doveva essere la discontinuità, mentre, al contrario, toglie la maschera di quello che è: il governo “Berlusmonti”. Una sola sintesi: se Berlusconi dice: «Monti ci ascolta» e lo appoggia solo con la fiducia, è segno che questo governo è la protesi meccanica (governo tecnico) di Berlusconi che continua a manovrare da dietro e davanti le quinte. Tutte le misure, all’80% e passa, sono tasse sui redditi (si fa per ridere!) bassi e medio-bassi. Il resto sono pennellate di vasellina per mettere a tacere il genio del Pd che si è impiccato da solo nella casa del boia, portando la corda. Logico, per senso di responsabilità.
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Passera: sì alla Tav, senza uno straccio di spiegazione
Sono vent’anni che la valle di Susa formula inutilmente la stessa domanda: per favore, volete spiegarci a cosa serve la Torino-Lione? Appena insediatosi al governo, il super-banchiere Corrado Passera risponde a modo suo, cioè come tutti gli altri ministri che l’hanno preceduto: la linea Tav si deve fare, punto e basta. L’Italia – persino quella di oggi, con l’acqua alla gola – non ha tempo per rispondere a trascurabili domande del tipo: perché mai gettare al vento 20 miliardi di euro per un’opera inutile? E così, al posto della risposta tanto attesa, ai valsusini viene ancora una volta riservato il solito trattamento: repressione, militarizzazione del territorio e spietata criminalizzazione del movimento popolare No-Tav.