Archivio del Tag ‘paura’
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Tsunami, la grande paura: la Terra non è nostra, ci sfratterà
Ieri ho passato gran parte della giornata a fare quello che hanno fatto altre migliaia di persone in questo Paese e, credo, alcune decine di milioni di altri esseri umani nel mondo: sono rimasto appiccicato al computer per sfogliare le migliaia di pagine sul terremoto e sullo tsunami che hanno devastato il Giappone. Cercando con ossessivo puntiglio le immagini più efficaci, ovvero più tragiche, le più descrittive, ovvero le più orripilanti. In preda, e sono ragionevolmente certo allo stesso modo degli altri milioni di compaesani terresti, a forti e contrastanti sentimenti. Meraviglia, sgomento, pietà, paura. Paura, sopra ogni altra cosa.
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Lampedusa, gli impresari della paura rimpiangono i dittatori
Turbati da una rivoluzione araba che sovverte la loro visione del mondo, alcuni ministri italiani si sono trasformati in profeti di sventura. E subito i giornali governativi hanno cominciato a suonare le campane a morto. Mentre Frattini sparava cifre a casaccio su «un’invasione di 300 mila profughi», La Russa e Maroni abusavano dei sacri testi per evocare un “Esodo biblico”, giungendo martedì scorso a fantasticare di “Tsunami umano”. Rileggere in sequenza i titoloni di prima pagina de “La Padania” aiuta a comprendere lo stato d’animo di costernazione con cui i nostri governanti vivono questi cambiamenti storici, percepiti nel resto d’Europa come rischiosi, certo, ma potenzialmente benefici.
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Impresari della paura: la Lega contro la moschea di Torino
Mentre Gheddafi bombarda gli insorti, Obama valuta un intervento militare della Nato e alle frontiere premono decine di migliaia di profughi, la Lega Nord approfitta dell’ultimo minuto utile per tentare di bloccare la costruzione della moschea di Torino, città dove – grazie al welfare praticato da anni – non si sono mai segnalate significative tensioni sull’immigrazione. Sono «impresari della paura», accusa il sociologo Stefano Allievi criticando il Carroccio, autore di un’iniziativa particolarmente stridente in un momento come questo, in cui anche i media – dopo l’iniziale allarme – hanno smesso di evocare il fantasma del fondamentalismo nel Mediterraneo dove, ormai tutti lo ammettono, è in rivolta la gioventù araba, stanca dei dittatori per decenni al servizio dell’Occidente.
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Illusi e traditi: ecco perché gli studenti fanno paura
Questo movimento degli studenti fa paura a tutti. Lo si capisce molto bene dalle reazioni immediate ai poli opposti delle appartenenze e dell’opinione: da Saviano a Gasparri. Questi studenti fanno paura tanto a chi auspicava la protesta quanto a chi pensa che non abbia ragione di esistere. Il dibattito sui moti del 14 dicembre è stato monopolizzato da due parole: disagio e violenza. Intellettuali, giornalisti, scrittori, politici non hanno parlato che di disagio e di violenza. E si tratta di due parole assolutamente vuote. Il disagio è evidente ed è di tutti. Quanto alla violenza di piazza, i poliziotti sono pagati per fare un mestiere (come un insegnante o un operaio) e chi va in manifestazione per picchiare o spaccare sa benissimo che compie un atto illegale.
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Criminalità: così il Tg nasconde la paura vera, il futuro
La paura vera? E’ quella di perdere il posto di lavoro, o di non trovarlo mai. Stando ai telegiornali, invece, gli italiani sarebbero terrorizzati dalla criminalità: neppure quella realmente pericolosa, cioè di origine mafiosa, ma quella ordinaria, la piccola criminalità di strada, magari con delitto familiare. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza: a tenere in ansia i cittadini sono essenzialmente due voci, la disoccupazione e la caduta del welfare in termini di servizi sociali, ma per l’informazione Rai e Mediaset sembra che la prima emergenza nazionale consista nell’arginare la criminalità. I tg italiani sono zeppi di notizie “usa e getta” di cronaca nera, oltre che di “pastoni” politici dal palazzo, anch’essi invariabilemte uguali a se stessi, giorno per giorno.
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Israele brucia: fortezza atomica, non ha i Canadair
La festa ebraica delle Luci, la Hanukkah, ha messo in luce il vero nemico d’Israele: Israele stesso. E’ salito a quarantadue il numero dei morti nel terribile incendio che da ieri sta divorando i boschi del monte Carmelo, nei pressi della città di Haifa. Mentre la stampa critica pesantemente le autorità e gli apparati di soccorso nazionali, il governo ammette di essere stato colto di sorpresa e di non riuscire a domare da solo l’inferno che in 24 ore ha ridotto in cenere quasi quattro mila ettari di terra e ha causato l’evacuazione di ventimila persone. Si attendono in Israele gli arrivi di una ventina di mezzi di soccorso da Europa, Stati Uniti, Egitto, Giordania e perfino dalla Turchia
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Crisi totale: lo spettro della povertà spaventa l’America
La crisi vista finora non è ancora niente: aspettiamoci di tutto nel 2011, quando il capitalismo finanziario Usa rischierà il collasso, precipitando nel panico i cittadini americani, già ora pressati dai debiti e impauriti dallo spettro della povertà. Benvenuti negli United States of Austerity, verso una «gravissima avaria del sistema economico e finanziario mondiale». Firmato: Geap, Global Europe Anticipation Bulletin. Pessime previsioni dal rapporto numero 47 del gruppo di analisti eterodossi che studiano la Grande Crisi in atto. Ripresa apparente, rilancio effimero: esaurite le ricette-tampone dei governi, spaventa il baratro della più grave recessione di tutti i tempi. E senza più nessun tipo di paracadute: perché l’America, senza soldi, potrebbe davvero crollare.
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Legge-bavaglio: paura del popolo e della libertà
«Soltanto un potere impaurito poteva decidere di proteggere se stesso con una legge che ostacola la libertà delle inchieste contro la criminalità, riduce la libertà di stampa e limita soprattutto il diritto dei cittadini di essere informati». Ezio Mauro, direttore di “Repubblica”, ribadisce la missione della campagna che ha accomunato le maggiori testate giornalistiche italiane contro la legge anti-intercettazioni che il governo si sta preparando a far convalidare con un voto “blindato”, dopo le migliorie pretese dai finiani. Aggiustamenti che però non bastano, secondo la stampa italiana, a garantire il diritto democratico all’informazione.
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Zingari e terroni, i giovani precari diventano razzisti
Che fine hanno fatto i giovani? Quelli aperti a ciò che è nuovo, diverso? Quelli che l’attrazione per le differenze, la curiosità di conoscere l’altro da sé è più forte della comodità di accontentarsi del già visto, del già dato, del comodo? Quelli che fanno migliaia di chilometri per conoscere l’esotico? Ora che tutto questo se lo ritrovano in casa gli sbattono la porta in faccia? Viene da pensarlo quando si scorrono i risultati di una ricerca condotta su duemila ragazzi, su iniziativa dell’Osservatorio della Camera sui fenomeni di xenofobia e razzismo.
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Silenzio sulla droga, il maggior distruttore di identità
Non si parla più di droga, del suo consumo sempre più smodato, degli innumerevoli utenti al fior di latte, degli altri dal folto pelo sullo stomaco. Non se ne parla e basta, e se proprio siamo obbligati dal chiacchiericcio, lo facciamo quando qualcuno ci lascia le pelle, oppure quando un personaggio assai famoso, confessa di farne uso per i motivi più disparati, mentre si tratta unicamente di un consumo disperato che diventa disperante.
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Ribelle senza rivoluzione: Holden e la paura del futuro
Il tipo, il catcher, è davvero insopportabile. È tutto quello che pensi dopo che hai passato con lui una settimana inutile. Sta lì, parla, girovaga, va a puttane ma poi si pente, gira per New York in cerca di non si sa che cosa, incontra vecchi professori, prende per i fondelli lo psicologo, cerca di liberarsi della sorella che ha già pronta la valigia e ti racconta una vagonata di storie di cui, sinceramente, non sai che fartene. La cosa che più ti manda in bestia è che ha sempre diciassette anni. E tutti continuano a chiamarlo il giovane Holden.
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Caccia al nero, il nostro futuro: un inferno di menzogne
Il futuro in cui siamo già immersi comincia nella piana di Gioia Tauro: a Rosarno in provincia di Reggio Calabria (un’autentica guerriglia urbana è ancora in corso), come a Castel Volturno e a Reggio stessa, dove la ’ndrangheta ha voluto intimidire i magistrati con un attentato alla procura generale. Il futuro comincia a Rosarno perché i principali problemi della nostra civiltà si addensano qui: le fughe di intere popolazioni dalla povertà e dalle guerre (guerre spesso scatenate dagli occidentali, generatrici non di ordine ma di caos); le vaste paure che s’insediano come nebbie, intossicando la vita