Archivio del Tag ‘Paolo Borsellino’
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Politica e mafia, Spinelli: sono anni che sappiamo tutto
Sono anni che ci domandiamo come tutto ciò sia potuto accadere: il senso della legge che si sfibra, lo Stato che suscita timore o disprezzo perché s’accomoda con l’illegalità e rinuncia al controllo del territorio, che non interviene prima delle catastrofi ma solo ai funerali. E la democrazia che si perverte, divenendo qualcosa di prevaricatore: come un diritto divino che si dà all’Unto delle urne. Il diritto a giocare con le leggi come il dittatore-Charlot gioca con il mappamondo: a considerare legittimo quello che è illegale, illegittimo quello che è legale, dunque a sovvertire categorie, istituzioni, leggi che nella Repubblica sono ferme, durevoli, non legate alla durata effimera delle maggioranze e legislature.
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Stato-mafia, le verità dell’Italia a doppio fondo
L’Italia è un paese a doppio fondo. Chi conosce la storia d’Italia, e quella dell’Italia repubblicana ma anche quella precedente, lo sa bene. Sul piano ufficiale e istituzionale può sembrare un paese perfetto e trasparente ma, se si va oltre, si scoprono tante cose che non funzionano. Dopo la testimonianza di Massimo Ciancimino, figlio minore di un “padrino” importante quale è stato il padre, che ha governato Palermo prima con Salvo Lima e poi in posizione di vertice, ci sono elementi importanti che fanno pensare a una trattativa tra lo Stato e la mafia
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Grasso al Tg3: Borsellino ucciso per alzare il prezzo
La mafia voleva uccidere Andreotti, ma anche Mannino, Martelli, Vizzini. Poi capì che non doveva colpire chi avrebbe potuto esaudire le sue richieste. «In questo senso si può dire che la trattativa abbia salvato la vita a molti politici». E’ la tesi del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, esposta al Tg3 il 18 ottobre. Secondo Grasso, la trattativa segreta con Cosa Nostra c’è stata, eccome. E la strage di via D’Amelio, costata la vita a Paolo Borsellino, può essere servita per aumentare la pressione sullo Stato e imporre il patto segreto, basato sul ricatto: un freno all’animafia, o altre stragi.
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Borsellino, strage annunciata: ora la verità sui mandanti
Chi uccise, davvero, il giudice Paolo Borsellino nella strage di via D’Amelio a Palermo il 19 luglio 1992? «Se si riuscirà ad arrivare alla verità sarà il primo caso in Italia in cui saranno identificati i mandanti esterni di una strage». Così risponde a “Libera informazione” il giornalista Maurizio Torrealta , già collaboratore di Michele Santoro e ora caporedattore di RaiNews 24, autore nel 2002 del libro “La Trattativa” (Editori Riuniti). Malgrado il silenzio assordante della politica, ormai sappiamo che la trattativa segreta tra mafia e Stato era stata avviata, dice Torrealta, che rivela che le stragi erano state regolarmente annunciate.
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Stato-mafia, il caso Borsellino e tutte quelle coincidenze
Le date sono importanti. Proviamo a fare un breve riepilogo dei fatti che sono stati finora accertati su quei due anni di stragi e di trattative, poi i magistrati decideranno se ci sono pure dei reati e chi li ha commessi. Si parte dal 30 gennaio del ’92. Prima di Mani Pulite, la Cassazione conferma a sorpresa le condanne del maxi-processo per i boss di Cosa Nostra. Riina fa subito ammazzare Salvo Lima e Ignazio Salvo, fedelissimi di Andreotti in Sicilia. Avevano promesso l’assoluzione e non hanno mantenuto, oppure questa è una coincidenza?
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Trattativa segreta Stato-mafia, Borsellino sapeva
Paolo Borsellino sapeva della trattativa tra mafia e Stato per metter fine alle stragi. Ne venne a conoscenza pochi giorni prima di essere a sua volta assassinato. Lo ha rivelato l’8 ottobre ad “Annozero”, il magazine di Michele Santoro su RaiTre, l’ex ministro della giustizia Claudio Martelli. Secondo Martelli, l’allora direttrice degli Affari Penali, Liliana Ferraro, principale collaboratrice di Giovanni Falcone, fu informata della possibile apertura della trattativa dal capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno. La Ferraro lo invitò a riferire la notizia a Borsellino e lei stessa avvertì il giudice.
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Minacce di morte a Ruotolo, informazione in pericolo
Minacciato di morte, pedinato, sorvegliato: momenti da incubo per il numero due di “Annozero”, Sandro Ruotolo, che si è visto recapitare a casa una lettera minatoria con alcuni riferimenti al caso Boffo, il direttore di “Avvenire” dimessosi dopo la campagna del “Giornale” di Vittorio Feltri. La missiva, anonima, avverte Ruotolo che è “il secondo” di una lista di “obiettivi”. Non solo: l’anonimo fa capire che non scherza, mostrando di conoscere particolari della vita familiare del giornalista. La Digos ha subito aperto un fascicolo e le indagini sono in corso. Reporter televisivo di punta, Rutolo ha affrontato temi caldi dell’attualità italiana, denunciando lo strapotere delle mafie.
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Ingroia: Borsellino tradito dal patto mafia-Stato?
Un patto segreto tra mafia e Stato dietro alle stragi più efferate? Paolo Borsellino fu ucciso perché l’aveva scoperto? «I miei colleghi di Caltanissetta stanno procedendo con grande rigore, in questi mesi stanno affiorando tanti particolari che possono fare finalmente luce su misteri durati troppo a lungo». Il pm antimafia Antonio Ingroia, erede di Borsellino, lancia un appello, dalle colonne di “Repubblica” il 3 agosto: «Chi sa parli: questo è il momento giusto per raccontare tutto su quello che è avvenuto fra il maggio e il luglio del 1992».
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Grillo: scendo in politica, per liberare l’Italia
«L’assalto alla diligenza Italia è in corso. Tutti vogliono la loro parte di bottino. Partiti, lobby, criminalità organizzata, interessi locali, gruppi stranieri. Gli unici esclusi sono i cittadini, coloro che si ostinano a chiamarsi italiani e a pagare le tasse». Beppe Grillo scende in campo direttamente, dopo l’esclusione dalle primarie del Pd: farà un suo partito, il “Movimento di Liberazione Nazionale”, che debutterà alle regionali 2010 con le liste “a 5 stelle”, ispirate ai Comuni Virtuosi, modello avanzato di buona amministrazione, ecologica e democratica.