Archivio del Tag ‘opinione pubblica’
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Pd, le tessere stracciate e l’attacco al cuore dello Stato
Vent’anni di guerriglia verbale con Berlusconi, per poi andarci a nozze definitivamente, all’ombra del Quirinale, contro la volontà della stragrande maggioranza del paese e persino dei propri iscritti, esasperati dalla protervia marmorea di una nomenklatura grottesca. Nella inquietante “notte della Repubblica” che si spalanca sull’incerto 2013, brilla il bagliore – non scontato – dei roghi delle tessere del Pd, il “popolo delle primarie” che sembra aver finalmente capito di esser stato ferocemente preso in giro: a personaggi come Bersani, Letta, Bindi, Violante, D’Alema e Finocchiaro non è mai passata nemmeno per l’anticamera del cervello l’ipotesi di un vero cambiamento. Se l’antiberlusconismo tanto sbandierato era solo un collante di comodo, fragile e insincero, ora è scaduto anche quello. Così si comprende meglio l’irruzione sulla scena di Beppe Grillo, come sostiene Giovanni Minoli: «Grillo ha fatto un miracolo democratico, ha evitato una guerra civile».
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Basta euro: dalla Germania un’alternativa per l’Europa
Mentre Romano Prodi scommette ancora sull’euro, sostenendo che la Germania non vi rinuncerà mai – nel 2013 il fondatore dell’Ulivo sembra la reincarnazione della sbiadita comparsa messa in croce da Paolo Barnard su “Report” all’epoca delle inchieste sulla globalizzazione “ad personam” imposta dalle lobby planetarie alla Commissione Europea – proprio a Berlino debutta il nuovo partito “Alternativa per la Germania”, formato da economisti, accademici e intellettuali di centrodestra, decisi a sbarazzarsi dell’insostenibile e pericolosa moneta comune europea. Stando ai sondaggi, già ora un tedesco su quattro si prepara a votare per loro alle elezioni del 22 settembre 2013, probabilmente decisive per la salvezza o la rovina definitiva dell’Europa. Missione: invertire la rotta, stracciare il Trattato di Maastricht e “liberare” l’Europa del Sud, altrimenti condannata alla catastrofe.
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Foa: la verità del web spiazza i media e gli spin doctor
Era il 2003 – esattamente dieci anni fa – e un grande libro, completamente ignorato dai media, raggiunse in pochi giorni la vetta delle classifiche, senza neppure una recensione sui giornali. “La guerra infinita”, di Giulietto Chiesa, “spiegava” per la prima volta quello che sarebbe successo da lì in poi, a partire dall’occupazione dell’Iraq col falso pretesto delle inesistenti armi nucleari di Saddam. La menzogna elevata a sistema, su scala mondiale, come vera e propria arma di distruzione di massa. Motivazioni elementari: il declino di un impero, messo alle corde dalla penuria energetica e dal boom demografico del pianeta, ma con ancora un vantaggio formidabile: la supremazia tecnologico-militare. Uso della forza reso accettabile soltanto dall’arma vera: la manipolazione sistematica della verità. In un post visitatissimo su “Byoblu”, Marcello Foa denuncia il ruolo-chiave degli spin doctor nel condizionare il sistema dei media, e cita il caso-Grillo: finalmente, un fenomeno di massa che esplode, nonostante la congiura del silenzio organizzata da giornali e televisioni.
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Marò in pericolo: disastro-Italia, grazie al ministro Terzi
La catastrofe diplomatica sui due fucilieri di Marina (a questo punto vittime di una vicenda più grande di loro) Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sancisce la definitiva retrocessione dell’Italia nella serie B della politica internazionale di un mondo dove ormai siamo del tutto marginali. Presunzione, pressapochismo, colonialismo mentale che diventa razzismo strisciante, il cantarsela e suonarsela autoconvincendosi di avere ragione come se le balle che politici e giornalisti italiani raccontano tutti giorni all’opinione pubblica contassero qualcosa al di fuori dei nostri ristrettissimi confini, testimoniano di un paese che non è solo allo sbando ma è anche incapace di prendere atto del suo posto nel mondo.
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Caso Bergoglio: esagerazioni, ipocrisie e disinformazione
In Argentina, durante la dittatura, vi furono padri che denunciarono i figli, convinti che una lavata di capo avrebbe fatto loro bene. È successo decine di volte. Oggi i figli sono desaparecidos e molti padri sono morti suicidi, disperati per non aver compreso in tempo la perversione di quel regime che torturava, assassinava, stuprava, faceva sparire i corpi, rapiva i bambini, li privava d’identità in nome dell’Occidente cristiano. Torturava in nome della croce e spesso erano i preti stessi a torturare, uccidere o assolvere con la loro partecipazione chi torturava e uccideva. Se la Chiesa argentina nel suo insieme non può non essere condannata, non può bastare un singolo episodio poco chiaro per condannare il giovane padre Bergoglio al marchio del complice. In un’ipotetica inchiesta sul caso dei due gesuiti Yorio e Jalics, il provinciale dei gesuiti dell’epoca sarebbe probabilmente rinviato a giudizio, ma poi uscirebbe assolto dal processo.
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Massacro a orologeria, per noi euro-prigionieri della Troika
Tutto il mondo politico italiano rappresentato nel nuovo Parlamento, compreso il “Movimento 5 Stelle”, vive in una nuvola lontana anni luce dalle drammatiche scadenze della crisi economica e dai vincoli europei. Pare che tutte le principali forze abbiano dimenticato le politiche di austerità che ci hanno portato ai confini della catastrofe sociale in cui già è sprofondata la Grecia e in cui stanno scivolando Portogallo e Spagna, in un terribile contagio destinato ad estendersi. Così si ignora che il prossimo governo, ammesso che se ne faccia uno, ha già i compiti e le decisioni assegnate dagli impegni assunti dal governo Monti e approvati quasi alla unanimità dal precedente Parlamento. Questi impegni sono stati furbescamente ignorati in una campagna elettorale concentrata sul ruolo dei partiti. La crisi economica è diventata così quasi una derivata della crisi di questi ultimi. Troppo facile, purtroppo.
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Nessuna penale se l’Italia rinuncia alla Torino-Lione
Torino-Lione da rottamare, e a costo zero. Non bastava aver ragione – opera inutile, devastante e costosissima – perché ci voleva una poderosa “spallata” politica, quella di Grillo. La scossa è arrivata, e forse la valle di Susa comincia a vedere la luce in fondo al tunnel: l’incubo della maxi-opera più disastrosa d’Europa potrebbe cominciare perdere consistenza, se non proprio a svanire. Lo conferma la grande aspettativa per la manifestazione “storica” del 23 marzo, con in prima fila i 163 parlamentari eletti dal “Movimento 5 Stelle”, in marcia da Bussoleno a Susa insieme al “popolo No-Tav”. Tira brutta aria per Mario Virano, eterno super-commissario governativo per la Torino-Lione: fiutando il peggio all’indomani delle elezioni, Virano prova a mettere le mani avanti sostenendo che, se l’Italia dovesse rinunciare alla linea, dovrebbe pagare una penale di oltre un miliardo e mezzo di euro. Niente, in confronto ai 21 miliardi della super-linea Tav, ma Pro Natura lo smentisce: tesi priva di fondamento, l’Italia non dovrebbe sborsare neppure un euro.
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Votare No-Tav: per costringere la politica a dire la verità
Disastrosa, ideologica e sballata: come i leggendari piani quinquennali del Cremlino. L’assurdità della Torino-Lione sembra uscita dal genio inquieto di Buzzati: cambia il mondo, passano i decenni, ma nel deserto siderale che ha attorno – niente merci e niente passeggeri, né ora né mai – la Grande Opera resiste al Grande Nulla, presidiando una frontiera di fantasie, narrazioni, menzogne e puntuali intimidazioni. L’ultima: l’intenzione del governo di chiedere un risarcimento abnorme, quasi un milione e mezzo di euro, a quegli abitanti della valle di Susa che, nell’estate 2011, cercarono di fermare l’avanzata delle ruspe, non avendo di fronte a sé altro interlocutore che i reparti antisommossa. Agenti inviati a Chiomonte a proteggere gli operai che avrebbero recintato un prato, per consentire poi ai politici di dichiarare che sarebbe finalmente partita la Grande Opera voluta e finanziata dall’Europa. Falso.
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Grillo “promosso” dagli Usa: è un interlocutore credibile
«Alcune delle sue idee sono utopiche e irrealistiche, ma nonostante l’incoerenza della filosofia politica, la sua prospettiva dà voce a una parte dell’opinione pubblica che non trova espressione altrove». Conclusione: «La sua unica miscela di humour aggressivo, sostenuto da statistiche e ricerche giuste quanto basta, ne fa un interlocutore credibile sul sistema politico italiano». Parola di Ronald Spogli, ambasciatore degli Usa in Italia nel 2008. Beppe Grillo? «Un interlocutore credibile», scriveva Spogli, già allora, al segretario di Stato Condoleezza Rice, dopo un pranzo con l’ex comico all’ambasciata di via Veneto. Lo rivelano su “La Stampa” gli inviati Paolo Mastrolilli e Maurizio Molinari, che hanno scovato il documento grazie al “Freedom of information act”. In cinque pagine, Spogli spiega a Washington che Grillo è l’unico a denunciare la corruzione della politica italiana, a puntare sul web e a schierarsi dalla parte degli oppressi.
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Caccia alle streghe: così muore l’ultimo eroe democratico
«Nella società umana – ci insegnava il professor Ringold – la trasgressione più grande di tutte è pensare – il pen-sie-ro-cri-ti-co, – diceva il professor Ringold, battendo le nocche sul piano della cattedra per scandire ogni sillaba – ecco l’estrema trasgressione». Nel romanzo “Ho sposato un comunista” di Philip Roth, il professor Ringold è un vecchio insegnante di liceo (ormai novantenne) passato attraverso la caccia alle streghe scatenata negli Stati Uniti d’America tra l’immediato dopoguerra e la metà degli anni ’50, quando migliaia di persone, intellettuali, scrittori, cittadini di ogni ceto sociale e di ogni età furono messi sotto accusa perché sospettati di coltivare idee socialiste («È stata una vera e propria ondata di fascismo, la più violenta e dannosa che questo paese abbia mai avuto», ebbe a dire Eleanor Roosevelt).
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La vera storia dei due marò: colpevoli e mai incarcerati
Hanno davvero ucciso due pescatori innocenti scambiandoli per pirati, sparando da una nave che non si trovava affatto in acque internazionali ma vicina alla costa indiana. Una volta arrestati, non hanno trascorso un solo giorno in carcere ma sono stati sempre ospitati in strutture confortevoli e hotel di lusso. Il governo italiano ha ammesso il loro errore e, intanto, ha provveduto in via extragiudiziale a risarcire le famiglie delle vittime. Questa la vera storia dei due marò del San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trasformati in eroi nazionali: per “Giap”, il magazine curato dalla Wu Ming Foundation, si tratta di «una delle più farsesche “narrazioni tossiche” degli ultimi tempi». Verso Natale, la “narrazione tossica” «ha oltrepassato la soglia dello stomachevole, col presidente della Repubblica intento a onorare due persone che comunque sono imputate di aver ammazzato due poveracci (vabbe’, di colore…), ma erano e sono celebrate come… eroi nazionali. “Eroi” per aver fatto cosa, esattamente?».
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Uccidere la democrazia: piano perfetto, nato 40 anni fa
C’è una domanda centrale, assillante, che tutti ci facciamo: perché le cose non cambiano? Perché, nonostante decenni di manifestazioni, gruppi organizzati e proteste, le cose in realtà tendono a non cambiare mai? E’ una domanda che ci sta alla gola. Vorremmo tutti saper rispondere, vorremmo tutti vedere che c’è una risposta immediata o almeno decente, a questa movimentazione di società civile (che peraltro è in aumento) contro il cosiddetto potere, contro le malefatte del potere. E la risposta è semplicissima: le cose non cambiano perché noi non sappiamo chi è il potere. E quindi stiamo combattendo contro un obiettivo sbagliato. Se non sai chi è veramente chi governa la tua vita, combatti contro quelli che, in realtà, non governano la tua vita. Il potere, il vero potere, è stato di un’astuzia incredibile. E’ riuscito, negli ultimi 35 anni, a rimanere completamente nascosto; a proporre alle opinioni pubbliche un volto del potere che è falso, cioè a proporre le cosiddette marionette del potere.