Archivio del Tag ‘omicidio’
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Magaldi: fango sulla Marogna, vogliono ucciderla in carcere
Vogliono “suicidare” in carcere Cecilia Marogna, dopo che la stampa nazionale l’ha dipinta a reti unificate come fatua e disonesta millantatrice. Vero obiettivo: minacciare l’ex capo dei nostri 007 (ora presidente di Leonardo), in modo che taccia sull’infame business dei rapimenti e delle lucrose liberazioni degli ostaggi italiani in Africa. Lo afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt ed esponente del circuito massonico progressista internazionale. Forte di solide relazioni coi servizi segreti, italiani e non solo, Magaldi denuncia «la squallida montatura (giudiziaria e mediatica) che ha colpito la donna arrestata a Milano, che in realtà aveva scoperto come riscattare con poca spesa padre Pierluigi Maccalli, sequestrato in Mali, per la cui liberazione invece sono stati appena spesi 10 milioni di euro». L’improvviso arresto della Marogna, diffamata come “la dama del cardinale Becciu”, per Magaldi è un avvertimento di stampo mafioso rivolto al generale Luciano Carta, di cui la Marogna è stata strettissima collaboratrice. Obiettivo: indurre l’ex direttore dell’Aise a non rivelare nulla sulla verminosa speculazione che si organizza regolarmente dilatando i tempi di rilascio degli ostaggi, allo scopo di aumentare il prezzo del riscatto.«In questa operazione i veri bersagli sono tanti: nel mirino c’è anche Papa Francesco, che aveva nominato il cardinale Giovanni Angelo Becciu come “numero due” della Segreteria di Stato vaticana. Ma quello più grosso – assicura Magaldi – è costituito da un’impresa prestigiosa come Leonardo SpA, punta di lancia dell’hi-tech italiano nel mondo e, ormai, unico soggetto in grado di svolgere un po’ di politica estera per conto del nostro paese, vista l’assenza di ministri all’altezza (e anzi, la presenza alla Farnesina di emeriti imbecilli)». Il presidente roosvetiano lancia quindi un’accusa gravissima: dietro al «polverone mediatico-giudiziario» scatenato contro Cecilia Marogna, valente operatrice collegata all’intelligence italiana e vaticana (presentata invece come un’avventuriera dalle mani bucate) c’è un preciso avvertimento, di stampo intimidatorio, rivolto proprio al generale Luciano Carta, passato dall’Aise a Leonardo: guai, se si lascia scappare qualcosa riguardo al lucroso business che ruota attorno agli italiani rapiti in Africa. «Funziona così: rapitori e liberatori si mettono d’accordo sulla durata del sequestro, in modo da far lievitare la cifra pattuita per il loro rilascio».Magaldi è lettaralmente furibondo con il sistema mediatico italiano: il 13 ottobre, la trasmissione “Fuori dal coro” (Rete 4) non ha mandato in onda una sua intervista, in cui chiariva i retroscena inconfessabili dell’arresto di Cecilia Marogna, fermata il 15 ottobre a Milano su mandato di cattura internazionale emesso dal Vaticano. «E non è tutto: l’agenzia “Adn Kronos” ha pubblicato solo una parte (quella meno rilevante) dell’intervista che ho concesso il 19 ottobre, omettendo quindi gli aspetti sostanziali delle mie rivelazioni». Per questo, annuncia Magaldi l’indomani, nella diretta web-streaming su YouTube condotta da Fabio Frabetti di “Border Nights”, il presidente del Movimento Roosevelt denuncerà la direzione dell’”Adn Kronos” all’Ordine dei Giornalisti e anche in altre sedi, comprese quelle giudiziarie. «Lo stesso – aggiunge – accadrà se il “Corriere della Sera” ostacolerà la pubblicazione dell’intervista concessa all’ottimo Ferruccio Pinotti, che ho scoperto essere in possesso di informazioni concordanti con le mie». Magaldi segnala – come “voce nel deserto”, finora – il reportage pubblicato da Luca Fazzo il 15 ottobre sul “Giornale”, dal titolo “La guerra tra spie dietro Lady Vaticano”: «Un articolo imperfetto, ma che almeno non si beve la storiella della “dama del cardinale”: eppure, è rimasto lettera morta».Attenzione, avverte Magaldi: nel caso accadesse qualcosa di irreparabile, a Cecilia Marogna, i «giornalisti cialtroni» ne sarebbero moralmente corresponsabili: «Non hanno indagato sul vero ruolo di quella donna, appassionata di intelligence e preparatissima in materia di questioni geopolitiche». Al contrario: «L’hanno dipinta come una millantatrice anche un po’ ladruncola, che avrebbe estorto mezzo milione di euro al Vaticano: come se la Segreteria di Stato fosse una comitiva di babbei, a cominciare dal cardinale Becciu». Di più: «Mezzo milione di euro in cinque anni, tra compensi e spese operative, in quel modo sono un’inezia: e Cecilia Marogna – rivela Magaldi – era arrivata a un passo dalla liberazione di padre Pierluigi Maccalli, detenuto in Mali. Liberazione che invece è poi stata ritardata deliberatamente per far salire il prezzo del riscatto, 5 milioni di euro a carico del governo italiano e altri 5 sborsati direttamente dal Vaticano».E’ questo – afferma Magaldi – il verminaio per coprire il quale è stata arrestata e messa alla gogna la Marogna, e non solo lei: «Di questo disegno fa parte anche la recentissima condanna, per una questione legata al caso Mps, di Alessandro Profumo, attuale amministratore dell’ex Finmeccanica», galassia cui appartiene la stessa Leonardo. «Anziché straparlare di come la Chiesa di Francesco scialacquerebbe l’obolo dei fedeli – dichiara Magaldi – ai cialtroni come Mario Giordano di “Fuori dal coro” consiglio di controllare i “balletti” di Borsa subiti in questi giorni dal gruppo Leonardo-Finmeccanica, che evidentemente si vuole intimorire». L’arma di ricatto? «Le tangenti che ogni operatore internazionale di qual calibro deve normalmente versare, purtroppo, se vuole lavorare in paesi senza democrazia». Soldi che passano di mano in mano, tra politici africani, 007 e «sedicenti terroristi», quelli che tengono in piedi «l’industria dei sequestri, che colpisce anche religiosi (da qui l’inevitabile coinvolgimento del Vaticano, per cui operava Cecilia Marogna, agendo in stretto contatto con il capo dell’intelligence italiana all’estero)».Secondo Magaldi, la donna è ora in pericolo di vita: «Se da San Vittore venisse estradata Oltretevere, dove la giustizia è meno trasparente di quella italiana, c’è chi pensa che potrebbe venir “suicidata”: c’è infatti un “progettino”, per far fare anche a lei la stessa fine già toccata a tanti altri, in passato, anche nelle carceri italiane». Facilissimo, oggi, inscenare una sua disperazione da “peccatrice pentita”, «dopo l’infame trattamento a cui l’hanno sottoposta i giornali, senza un minimo di pudore e di scrupolo professionale». Giornali che alle inchieste serie preferiscono le “veline” di regime e il facile scandalismo, che produce solo disinformazione (in questo caso addirittura criminale, se finisse per mettere a repentaglio la vita della detenuta). «Troppi giornalisti si guardano bene dal fare i necessari collegamenti, che consentirebbero loro di domandarsi, per esempio, chi trae vantaggio dall’attacco condotto in Borsa contro il gruppo Leonardo-Finmeccanica». Ma attenzione, avverte Magaldi: «Cecilia Marogna non è sola: c’è chi vigila sulla sua incolumità personale». E non è tutto: «I manipolatori sono avvisati: monitoriamo le loro mosse, daremo loro battaglia e li cacceremo a pedate».Vogliono “suicidare” in carcere Cecilia Marogna, dopo che la stampa nazionale l’ha dipinta a reti unificate come fatua e disonesta millantatrice. Vero obiettivo: minacciare l’ex capo dei nostri 007 (ora presidente di Leonardo), in modo che taccia sull’infame business dei rapimenti e delle lucrose liberazioni degli ostaggi italiani in Africa. Lo afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt ed esponente del circuito massonico progressista internazionale. Forte di solide relazioni coi servizi segreti, italiani e non solo, Magaldi denuncia «la squallida montatura (giudiziaria e mediatica) che ha colpito la donna arrestata a Milano, che in realtà aveva scoperto come riscattare con largo anticipo e con meno denaro padre Pierluigi Maccalli, sequestrato in Mali, per la cui liberazione invece sono stati poi spesi 10 milioni di euro». L’improvviso arresto della Marogna, diffamata come “la dama del cardinale Becciu”, per Magaldi è un avvertimento di stampo mafioso rivolto al generale Luciano Carta, di cui la Marogna è stata strettissima collaboratrice. Obiettivo: indurre l’ex direttore dell’Aise a non rivelare nulla sulla verminosa speculazione che si organizza regolarmente dilatando i tempi di rilascio degli ostaggi, allo scopo di aumentare il prezzo del riscatto.
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Biglino: la Chiesa non ci imponga le sue idee sull’eutanasia
L’Obolo di San Pietro, al centro dell’ennesimo scandalo vaticano finito sui giornali? Esisteva già al tempo degli Atti degli Apostoli: era una donazione obbligatoria, che poteva costare la vita ai trasgressori. Lo rammenta il biblista Mauro Biglino, citando l’uccisione dei discepoli Anania e Saffira, giustiziati proprio da San Pietro (come ricordato dallo stesso Bergoglio) per aver sottratto ai “gesuani” una parte del ricavato della vendita di un terreno di famiglia. Biglino ne prende spunto per commentare il Bollettino Stampa della Santa Sede, numero 476 del 22 settembre 2020, in cui il Vaticano riprende il tema dell’eutanasia. «Liberissimi di pensarla come vogliono, purché non pretendano di imporre il loro credo allo Stato laico, trasformandolo in legge, contro la libertà e i diritti di non la pensa come loro: non solo atei e agnostici, ma anche valdesi, anglicani, buddisti e induisti». Biglino è autore del saggio “La Bibbia non l’ha mai detto” (Mondadori), scritto con la professoressa Lorena Forni, giurista e docente dell’università Milano Bicocca: molte leggi dello Stato traggono ispirazione proprio dalla Bibbia, o meglio da traduzioni erronee dell’Antico Testamento. Nel suo ultimo intervento (di seguito, proposto testualmente), Biglino cita i tantissimi passaggi veterotestamentari da cui risulta proibitivo ricavare l’idea che, per gli autori biblici, la vita fosse un “dono di Dio”, vista l’enorme quantità di stragi e massacri ordinati dallo stesso Yahwè.Oggi devo iniziare chiedendovi il permesso di apportare una piccola variazione ad un proverbio famosissimo, che è quello che dice “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Ecco, mi viene da dire che talvolta “il lupo non perde né il pelo né il vizio”. E ve lo dico adesso, all’inizio; poi vedremo, in un racconto che vi leggerò dal Nuovo Testamento alla fine di questa chiacchierata, come le cose siano collegate. In questi giorni siamo tutti a conoscenza degli ennesimi scandali che colpiscono, che interessano le finanze del Vaticano, compreso l’Obolo di San Pietro, cioè quella raccolta di denaro che i fedeli conferiscono al Vaticano e che deve (dovrebbe) essere impiegato per aiutare i bisognosi e in parte, al Vaticano che deve essere, dovrebbe essere, impiegato per aiutare i bisognosi. Quello che mi interessa è riprendere ciò che la Chiesa ha pubblicato pochissimi giorni fa nel Bollettino Stampa della Santa Sede, il numero 476 del 22 settembre, dove il Vaticano riprende il tema dell’eutanasia. Il Bollettino è intitolato “Lettera Samaritanus bonus”, e la Chiesa entra nuovamente nel tema dell’assistenza al “fine vita”, ovviamente ivi compresa l’eutanasia.Vi entra però, a mio avviso, a gamba tesa: cioè vi entra con un tono, con una ferocia, con una perentorietà, alle volte mi sembra quasi con un’arroganza che non sono assolutamente giustificabili: non perché la Chiesa non abbia la libertà di esprimere (è un suo diritto) ciò che pensa dell’eutanasia e delle modalità per l’assistenza al “fine vita”, ma per il fatto che il Vaticano si pone come il detentore primo e ultimo di una verità assoluta e non discutibile, arrivando al punto da definire l’eutanasia un crimine: il che significa definire criminali quelli che eventualmente la praticano. Ora, a definire crimine o criminali può essere, in uno Stato laico, la legge – cioè la cosiddetta legge positiva, quella che viene scritta, concordata e accettata, e che da quel momento diventa vigente (e nessun pensiero religioso, nei tempi moderni, può pensare di – o addirittura voler – condizionare la giurisprudenza di uno Stato laico: questo vigeva nei tempi biblici, nel momento in cui non c’era distinzione tra Stato laico e stato religioso; le leggi che sono state pronunciate, i regolamenti che sono stati pronunciati da Yahweh regolamentavano tutta la vita del singolo, quindi non c’era una distinzione tra chi seguiva una corrente religiosa e chi non la seguiva. Quelle erano le leggi e quelle andavano andavano seguite.Ora, io capisco che la Chiesa sia entrata nuovamente in questo tema perché, dopo la vicenda del dj Fabo (accompagnato in Svizzera per avere l’eutanasia), la Corte Costituzionale italiana si è pronunciata e ha sancito la legittimità di quel comportamento, dicendo che tutta una serie di considerazioni possono già essere tratte dalla Costituzione così com’è e dalla giurisprudenza. Ora, è chiaro che questo prelude prima o poi alla formulazione di una legge che lasci quantomeno libertà di scelta, perché non si può accettare che, in uno Stato laico ovviamente, una confessione religiosa imponga la sua morale. E dico una confessione religiosa perché, se la Chiesa cattolica romana si pone contro l’eutanasia, dobbiamo pensare ad esempio che il Sinodo Valdese si è pronunciato a favore della pratica dell’eutanasia. Cosa dobbiamo dire? Che i teologi valdesi che si rifanno allo stesso libro a cui si rifanno i teologi cattolici sono dei religiosi, dei teologi, dei pensatori di seconda categoria? Sono degli amorali o, peggio ancora, sono degli immorali? O, nel momento in cui questo diventasse legge e la praticassero, sarebbero di fatto dei criminali, perché l’eutanasia per la Chiesa cattolica è un crimine? Assolutamente no! Cosa pensiamo delle altre religioni? Per esempio c’è una delle varie pratiche buddiste che accetta il suicidio; così vale per il Giainismo; l’Induismo lascia libertà di coscienza; nella Chiesa anglicana c’è una discussione in atto…Insomma, voglio dire: il pensiero della Chiesa Romana non è il pensiero unico, e non può e non deve essere presentato come pensiero unico; ma soprattutto non deve essere accettato come pensiero unico da uno Stato laico che deve ascoltare tutti, tutti: deve ascoltare gli atei, gli agnostici, e deve ascoltare anche tutte le altre confessioni religiose che, come abbiamo visto per i valdesi, pur partendo dagli stessi libri, pur rifacendosi allo stesso Dio, hanno un pensiero diverso. Quindi, questo è assolutamente importante. E adesso vediamo alcune cose che sono scritte in questo Bollettino: una, per esempio, nel capitolo “Prendersi cura del prossimo”, si dice che non si può praticare l’eutanasia perché «nella sofferenza è contenuta la grandezza di uno specifico mistero che soltanto la rivelazione di Dio può svelare». Bene, questo è il pensiero della Chiesa. Benissimo, direi: nulla da dire, fino a che non si ha la pretesa di farlo diventare il pensiero unico. Perché ad esempio c’erano (ci sono) i pensatori che si rifanno allo stoicismo, che hanno un pensiero completamente diverso: «Bene è ciò che segue il corso della natura e il male consiste nell’andare contro tale corso naturale».Visto che la Chiesa fa appello al diritto naturale, che ovviamente lei fa risalire a Dio (cioè al Dio Padre dell’Antico Testamento) – ma il diritto naturale lo citava anche Aristotele, quando diceva che la schiavitù era un fatto naturale – anche qui ci sarebbe quindi molto da discutere. Cioè: il diritto naturale ha delle interpretazioni che per certi aspetti lo relativizzano. E gli stoici sostengono che il suicidio «non sia in certe circostanze una forzatura del corso degli eventi, quanto piuttosto il contrario». Il suicidio stoico è considerato un atto di estrema libertà individuale, come il compimento di quel cammino di ogni uomo verso il perfezionamento e la completa realizzazione; ciò che la Chiesa invece vede nell’applicazione della sua morale indirizzata da quel suo Dio che – e qui lo dico e lo ripeto – nell’Antico Testamento non c’è. Quindi è una morale che e stata elaborata da teologi: pensiamo a Sant’Agostino, che distingueva tra persecuzione giusta e persecuzione ingiusta. La persecuzione giusta era quella della Chiesa perché era fatta in nome dell’amore (cioè: si poteva uccidere in nome dell’amore). Ma la Chiesa dice che la vita è un dono di Dio. Però la cosa strana è che dice che questo dono è indisponibile all’uomo. Ma allora, che dono è?Se io vi regalo un libro e vi dico: questo libro è vostro – però attenzione: lo dovete leggere, non lo dovete sgualcire, non lo potete prestare, non lo potete regalare, lo dovete mettere in una precisa posizione nella vostra libreria – questo è un dono o una imposizione? Un dono diventa nella disponibilità di chi l’ha ricevuto. Invece il Vaticano dice che la vita è un dono indisponibile. Ora, se i cristiani per fede vogliono accettare questo, sono liberissimi di farlo; ma non possono pretendere di imporre questa loro visione agli altri, perché altri – che non hanno quella fede – devono essere liberi di non ritenere la vita un dono di Dio, e quindi di farne ciò che vogliono. La Chiesa cita, sempre dentro questo Bollettino 476, Matteo 7, 12 che dice: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro». Ma se noi portiamo alle estreme conseguenze questa affermazione, allora cosa dobbiamo dire? Io ad esempio ho firmato un documento nel quale descrivo tutta una serie di condizioni all’interno delle quali io non voglio continuare a vivere perché non è più vita. Be’, siccome io voglio che gli altri facciano a me questo, stando a quanto c’è scritto in Matteo 7, 12, io dovrei farlo gli altri. Ma non mi sogno di farlo, perché ritengo che gli altri siano liberi di decidere di continuare a vivere qualunque siano le condizioni nelle quali si trovano a continuare a vivere.Sono due cose diverse, due cose assolutamente diverse. E questo vale per molte religioni: l’Induismo per esempio che lascia libertà di coscienza, il Buddismo l’ho detto prima… il Dalai Lama che in un’intervista ha detto che vale (cioè che è necessario) valutare caso per caso. Quindi vuol dire che ci sono scelte diverse, possibilità di scelte diverse: dunque il dono non può essere un’imposizione. Questo principio del fare agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi non può essere esteso: perché, se portato alle estreme conseguenze, crea l’anarchia, ovviamente (perché già una persona credente non vuole l’eutanasia, io la voglio e quindi chi dei due ha ragione? Nessuno dei due. Quindi bisogna lasciare libertà di scelta). La Chiesa dice anche che «l’annuncio della vita dopo la morte non è un’illusione o una consolazione ma una certezza che sta al centro dell’amore». Questo è scritto nel Bollettino che vi ho citato; ma la Chiesa dimentica ciò che scrive la Nuova Enciclopedia Cattolica nella edizione americana, la quale afferma che «parlando della resurrezione di Cristo», che è garanzia della resurrezione della vita dopo la morte per tutti, afferma che «l’ipotesi è di per sé storicamente indimostrabile perché il solo contesto, cioè la crocifissione di Gesù per motivi di sedizione, è oggetto di valutazione storica. I racconti della resurrezione non contengono quindi elementi che possano essere oggetto di una ricerca storica in quanto si tratta di dichiarazioni teologiche».Benissimo, dichiarazioni teologiche che valgono per chi crede in quella teologia, ma che non possono essere imposte a tutti, tanto meno possono essere imposte a tutti in uno Stato laico che deve necessariamente ascoltare tutti e lasciare libertà di scelta, perché una morale può essere diversa da un’altra e non necessariamente superiore. Ricordo che, partendo dallo stesso libro, cattolici romani e valdesi la pensano diversamente: eppure il libro è lo stesso. Vediamo un attimo questo libro perché, quando si dice che la vita è un dono di Dio e in quanto tale non è nella disponibilità dell’uomo, mi pare, anzi sono certo, che il Vaticano dimentica centinaia di passaggi anticotestamentari: ve ne leggo pochissimi. In Giosuè 10, 40 si fa una sorta di verbale delle battaglie che Giosuè, il successore di Mosè, ha combattuto per conquistare la cosiddetta Terra Promessa, che era un dono di Dio. E qui si dice chiaramente, nella sintesi che fa al versetto 40: «Così Giosuè conquistò tutta la regione», e fa l’elenco: «Non lasciò alcun superstite e votò allo sterminio ogni vivente, come aveva ordinato Yahweh l’Elohim di Israele». Cioè: Giosuè stermina tutti per ordine di Dio, quello stesso Dio che sarebbe garante del diritto naturale e che avrebbe donato la vita come dono indisponibile per l’umanità.Ma qui la Bibbia ci dice chiaramente che quel dono è disponibile, tant’è che lo si può azzerare semplicemente per andarsi a conquistare dei territori, non soltanto con l’approvazione (dietro ordine) di Dio. Ma c’è di peggio: vi leggo un paio di altri passi tra le centinaia disponibili. Sempre nel Libro di Giosuè, quando si parla della spartizione dei territori tra le varie tribù d’Israele, si dice che «la porzione dei figli di Dan risultò troppo piccola per loro», e quindi avevano bisogno di un territorio più grande. E allora cosa fanno? Provvede Dio? No! Devono provvedere da soli. E come fanno? Dimenticando che la vita è un dono di Dio e non è disponibile per l’umanità: quindi noi non possiamo fare ciò che vogliamo né della nostra né della vita degli altri. «I Daniti, giunti a Lais, trovarono quel popolo pacifico e che si sentiva sicuro, lo passarono a fil di spada e dietro diedero alle fiamme la città». Cioè, cosa fanno i Daniti? Trovano una città di gente che vive tranquilla, che non fa del male a nessuno, che non ha nessun appoggio perché erano lontani da Sidone, non avevano contatti con Amman (quindi non potevano ricevere aiuto o rinforzi) e i seguaci di quel Dio che fa il dono indisponibile della vita cosa fanno? Li massacrano.Li massacrano, per prendere quel territorio che serviva loro perché, come è scritto sempre nel Libro dei Giudici al capitolo 18, «a quella terra non mancava nulla anzi era molto ricca». Era molto ricca, e quindi i Daniti se la prendono. Ma siccome per sfortuna loro ci vivevano degli altri, loro li uccidono. Ora, come si fa a dire che questo Dio ci ha dato questa vita come dono indisponibile? Sempre nel Bollettino si dice: «L’uomo, in qualunque condizione fisica o psichica si trovi, mantiene la sua dignità originaria di essere creato a immagine di Dio». Nella Bibbia forse se ne sono dimenticati: i seguaci di Yahweh se ne sono sicuramente dimenticati. E Yahweh non glielo ha ricordato, non gli ha mai detto: non uccidete quelli là, perché sono immagine mia. L’uomo, si legge sempre nel Bollettino, «può vivere e crescere nello splendore divino perché è chiamato ad essere “ad immagine e gloria di Dio”», e il testo cita la Prima Lettera ai Corinti, capitolo 11, versetto 7. E andiamo a vedere. Qui San Paolo, sant’uomo, parla di come ci si deve comportare quando si partecipa all’assemblea. E dice che l’uomo non deve coprirsi il capo, mentre la donna sì. E dice: deve coprirsi il capo «a motivo degli angeli», perché – come ho già ricordato – le capigliature lunghe delle ragazze, e soprattutto delle ragazze giovani, eccitavano sessualmente gli angeli: quindi le donne dovevano coprirsi il capo a loro tutela.Ma questo non lo dice soltanto San Paolo; ne parla Tertulliano nei suoi scritti, ne parlano gli scritti di Qumran che dicono appunto: le donne che partecipano all’assemblea abbiano il capo coperto dove sono presenti i Malakim, cioè di angeli: abbiano il capo coperto a loro tutela. Ma torniamo al nostro tema: l’uomo non deve coprirsi il capo essendo “a immagine e gloria di Dio” e quindi, essendo “a gloria di Dio” la Chiesa dice l’uomo non può fare ciò che vuole del suo corpo… La Chiesa si ferma qui, nella citazione del versetto 7, essendo “immagine e gloria di Dio”. Ma il versetto 7 prosegue: «Mentre la donna è gloria dell’uomo». Cioè: la donna non è gloria di Dio. Come la mettiamo? Se portiamo alle estreme conseguenze questo versetto, possiamo dire che l’eutanasia non è praticabile sul maschio, ma la donna può scegliere: perché tanto lei non è gloria di Dio («mentre la donna è gloria dell’uomo poiché non l’uomo deriva dalla donna ma la donna dall’uomo»). Quindi la donna è gloria dell’uomo, non di Dio: e allora come la mettiamo? Perché si cita soltanto una parte del versetto e non l’altra?Insomma, ci sono tutta una serie di cose che ci fanno dire che la Chiesa, come ogni altra confessione religiosa, ha il diritto di esprimersi, e lo Stato laico ha il dovere di ascoltare tutte le forme di pensiero, sia religiose che filosofiche, che quelle della laicità etica o della eticità laica, quella degli agnostici, quella degli atei: deve ascoltare tutti. Invece qui siamo di fronte ad una situazione nella quale qualcuno dice che chi fa quella pratica indipendentemente dalla legge è un criminale. Questo non è accettabile, perché significa entrare prima già in un processo, in un iter legislativo che è comunque difficoltoso, ma che deve essere lasciato al libero pensiero laico di uno Stato laico. Io ho iniziato dicendovi che talvolta il lupo non perde né il pelo né il vizio, e vi ho accennato alle vicende nelle quali è coinvolto anche l’Obolo di San Pietro. Ora, l’Obolo di San Pietro è un qualcosa che è iniziato da subito. Se noi leggiamo gli Atti degli Apostoli, leggiamo che gli appartenenti alla setta dei Gesuani dovevano vendere i loro beni e mettere il denaro i piedi degli apostoli. Di una setta, si trattava: bisogna dirlo con chiarezza. Una setta, cioè un piccolo gruppo di persone che cercavano di diffondere una loro visione di quel Gesù.I Gesuani poi sono ancora un gruppo diverso rispetto ai cristiani, che hanno presentato nel mondo occidentale tutta un’altra visione di Gesù partendo da Paolo (quindi Paolo era in contrasto con i Gesuani). Bene, all’interno dei Gesuani guidati da Pietro, tutti gli appartenenti a quella setta dovevano vendere i loro beni e mettere il denaro ai piedi di Pietro, in particolare; poi gli apostoli avrebbero provveduto alla redistribuzione, ma intanto il discorso era: il denaro lo date a noi, lo gestiamo noi. Ora per fortuna quest’obbligo non c’è più, però comunque la richiesta di avere donazioni per la Chiesa è continua – e donazioni non soltanto delle monetine che si mettono in chiesa alla domenica, ma donazioni e anche elargizioni molto importanti, intere eredità che la Chiesa accumula (e non stiamo a parlare della ricchezza che ha accumulato, perché è nota a tutti). Bene, ma cosa succede? Succede che due persone, marito e moglie, appartenenti a questo gruppo, a questa setta di Gesuani, vendono un loro bene, consegnano quasi tutto il denaro a Pietro e ne trattengono una parte. Tutti noi sappiamo che all’interno delle sette vige – sia in forma strutturata, sia in forma quasi naturale – una sorta di regime poliziesco, per cui c’è chi va a riportare le cose e i capi le vengono sempre a sapere.Pietro, informato del fatto che Anania e Saffira si erano trattenuti una piccola parte del denaro per le loro esigenze personali, convoca Anania e gli dice, in sostanza: ma come mai Satana, cioè l’avversario, ti ha riempito il cuore? Come hai potuto pensare in cuor tuo ad una azione simile? Non hai mentito agli uomini ma a Dio. «All’udire queste parole Anania cadde a terra morto e un grande spavento si impadronì di tutti quelli che ascoltavano. Subito alcuni giovani si mossero per avvolgerlo e portarlo a seppellire». Cosa dobbiamo pensare? Che Anania sia morto di spavento, sia morto d’infarto, sia morto di ictus? la cosa più naturale è che sia stato ucciso da Pietro, anche – leggiamo, andando avanti nel racconto – che «circa tre ore dopo si presentò anche sua moglie ignara dell’accaduto». Pietro, pensate che astuzia – e qui siamo all’interno delle più sofisticate tecniche di indagine poliziesca, che consistono nell’avere informazioni da più parti per trovare conferme facendo in modo che chi ha le informazioni non possa parlarsi, le dice: «Dimmi, è per tal prezzo che avete venduto il campo?». E lei, ignara di ciò che era avvenuto, dice: sì, per tale prezzo. E Pietro le dice: «Ma perché vi siete accordati per tentare lo Spirito? Ecco alla porta i passi di coloro che hanno sepolto tuo marito, porteranno via anche te. Ella gli cade improvvisamente ai piedi morta».«Quei giovani, entrati, la trovarono morta e la portarono a seppellire vicino al marito. Un grande spavento si diffuse per tutta la Chiesa e in quanti ascoltavano queste cose». Cioè, nessuno doveva permettersi di trasgredire alle regole della setta: voi vendete tutto ciò che avete, e il denaro lo portate qui: chi non obbedisce, muore. Ma Pietro non era quello che aveva sentito dire da Gesù “perdonare fino a settanta volte sette”? Se n’erano dimenticati? Pietro si era dimenticato del fatto che la vita è un dono indisponibile di Dio? Uno dirà: va be’, ma questa qui è un’interpretazione di Biglino. Sapete chi ha scritto di questo, dicendo che Pietro li ha uccisi? Ne ha scritto Girolamo, quello che ha tradotto la Bibbia in latino, se non ricordo male nella Lettera 109; poi in una lettera successiva ha cercato di recuperare un po’, dicendo «ma lo ha scritto Porfirio». Bene, possiamo discutere quanto volete. Sentiamo cosa ne dice il Papa, cosa ne ha detto il Papa Francesco. Siamo al 16 ottobre del 2018, nel Bollettino 758 della Santa Sede è riportato l’incontro che Francesco ha avuto con i seminaristi della Lombardia. A un certo punto hanno cominciato a fargli tutta una serie di domande. E un sacerdote gli chiede che cosa pensa degli scandali che stanno travagliando la Chiesa. Eravamo nel 2018: scandali. Ora siamo nell’ ottobre 2020: scandali, per combinazione finanziari, Obolo di San Pietro.Il Papa risponde così: «E’ necessario che ci siano degli scandali, lo dice Gesù stesso: lo scandalo è dall’inizio della Chiesa, pensate ad Anania e Saffira, quei due che volevano truffare la comunità, uno scandalo. Pietro ha risolto in modo chiaro lo scandalo, in quel caso: ha, tra virgolette, tagliato la testa a tutti e due». Lo dice il Papa. Quindi: a partire dall’Obolo di San Pietro, cioè quello che veniva dato a San Pietro allora, fino agli scandali attuali, siamo di fronte a una struttura che ha, lo ripeto, il diritto di esprimere il suo pensiero, anche perché coloro che credono a quella struttura aspettano che quella struttura si esprima, perché spesso purtroppo non hanno voglia di leggere da soli ciò che c’è scritto nella Bibbia, e allora preferiscono farselo raccontare da altri. Benissimo, anche questo è un diritto legittimo, non ci interessa. Quello che però voglio ribadire, sottolineare, è che nessuna struttura può pensare di imporre la sua etica ad uno Stato laico, soprattutto quando quella struttura fa derivare la sua visione etica e morale da dei testi che quella struttura fa derivare da un Dio che quella stessa struttura ha inventato a tavolino: questo è assolutamente inaccettabile.(Mauro Biglino, video-intervento “Vaticano, Bollettino Santa Sede 0476″, pubblicato sul canale YouTube “Il vero Mauro Biglino” il 3 ottobre 2020).L’Obolo di San Pietro, al centro dell’ennesimo scandalo vaticano finito sui giornali? Esisteva già al tempo degli Atti degli Apostoli: era una donazione obbligatoria, che poteva costare la vita ai trasgressori. Lo rammenta il biblista Mauro Biglino, citando l’uccisione dei discepoli Anania e Saffira, giustiziati proprio da San Pietro (come ricordato dallo stesso Bergoglio) per aver sottratto ai “gesuani” una parte del ricavato della vendita di un terreno di famiglia. Biglino ne prende spunto per commentare il Bollettino Stampa della Santa Sede, numero 476 del 22 settembre 2020, in cui il Vaticano riprende il tema dell’eutanasia. «Liberissimi di pensarla come vogliono, purché non pretendano di imporre il loro credo allo Stato laico, trasformandolo in legge, contro la libertà e i diritti di chi non la pensa come loro: non solo atei e agnostici, ma anche valdesi, anglicani, buddisti e induisti». Biglino è autore del saggio “La Bibbia non l’ha mai detto” (Mondadori), scritto con la professoressa Lorena Forni, giurista e docente dell’università Milano Bicocca: molte leggi dello Stato traggono ispirazione proprio dalla Bibbia, o meglio da traduzioni erronee dell’Antico Testamento. Nel suo ultimo intervento (di seguito, proposto testualmente), Biglino cita i tantissimi passaggi veterotestamentari da cui risulta proibitivo ricavare l’idea che, per gli autori biblici, la vita fosse un “dono di Dio”, vista l’enorme quantità di stragi e massacri ordinati dallo stesso Yahwè.
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Scuola di paura: quando è il mediocre a fare grandi disastri
Esiste una legge di natura, in base alla quale sono proprio i mediocri a firmare i peggiori disastri? Solo gli storici potrebbero dare una risposta al quesito, ammesso che abbia un senso. Nel frattempo, una panoramica sull’attualità sembra garantire alcune sinistre conferme. Chi era, l’oscuro Roberto Speranza, prima di trasformarsi nell’attuale spietato censore dei medici che propongono – terapie alla mano – di uscire dall’incubo del coronavirus? E analogamente: chi aveva mai sentito parlare di Beatrice Lorenzin, prima che diventasse di colpo Lady Obbligo Vaccinale? Se la cosiddetta sinistra 2.0 si è coperta di gloria sull’altare della sudditanza ai cosiddetti poteri forti – finanziari, farmaceutici, eurocratici – i grillini non hanno certo perso tempo: parlano da soli i casi di Giulia Grillo, che aveva promesso di revocare l’obbligatorietà di alcune vaccinazioni, e della surreale Lucia Azzolina, che ha mutato la scuola in una specie di Halloween del Covid traumatizzando i bambini, fino a escogitare trovate memorabili come i seggioloni a rotelle. «Se fossimo di fronte alla peste bubbonica, è chiaro che certe misure avrebbero un senso», premette Massimo Mazzucco. «Invece, è ormai assodato che non siamo più nella drammatica situazione della scorsa primavera». Nonostante questo, «è stato utilizzato il panico, lo shock iniziale, per fare in modo che chiunque – anche a scuola – si sentisse in diritto di imporre prescrizioni assurde».Una madre ha inviato a Mazzucco una pagina del quaderno del suo bambino, intitolata: “I ‘non’ che sentiamo oggi a scuola”. Eccoli: «Uno: non fare confusione. Due: non toccare le persone, e mantenere la distanza. Tre: non parlare, finché la maestra non ti dà la parola. Quattro: non alzarsi dal banco, senza mettere la mascherina. Cinque: non togliere la mascherina, in giardino. Sei: non parlare al compagno vicino, senza mascherina. Sette: non mangiare andando in giro per l’aula». Provate a pensare cosa significa, tutto questo, nella testa di un bambino: quali ripercussioni psicologiche comporta. «Molti piccoli hanno vissuto così, quest’anno, il loro primo giorno di scuola: cioè il loro primo impatto con la società», dice Mazzucco, nella diretta web-streaming “Mazzucco Live” del 26 settembre 2020, su YouTube, con Fabio Frabetti di “Border Nights”. «Nella sua concezione iniziale, la scuola serve – soprattutto – a insegnare al bambino a interagire con gli altri. Qui stiamo creando dei mostri, poverini, che hanno questi “non” davanti a tutto: proibizioni. Si sta abituando un’intera generazione a una serie di divieti, che per i piccoli sono assolutamente irrazionali e incomprensibili, ma che è obbligatorio accettare». Quindi, per Mazzucco, «stiamo creando una nuova generazione di schiavi mentali che poi, da grandi, accetteranno tutti i “non” che verranno loro imposti».Se infatti imponi quei “non” a un bambino di sei anni – aggiunge Mazzucco – hai condizionato il suo cervello, «abituandolo a un’accettazione acritica dell’autorità», e quindi «lo hai rovinato per tutta la vita». Beninteso: tutto questo «è un grande “successo”, dal punto di vista di chi ci controlla». Massimo Mazzucco è un cavallo di razza dell’informazione alternativa, in Italia: fotografo, regista e sceneggiatore, attivo per 15 anni a Hollywood negli studios della De Laurentiis, ha “ribaltato” la propria vita dopo lo shock dell’11 Settembre. Il suo primo documentario sul tema, “Inganno globale”, fu trasmesso da Canale 5 in prima serata. Da allora, Mazzucco è diventato un tenace oppositore del mainstream, cui contrappone la più ferrea logica giornalistica. Si è occupato, in modo esemplare, dei casi più controversi: l’omicidio Kennedy, la demonizzazione della cannabis, le “cure proibite” che neutralizzano il cancro. Bersaglio preferito dei “debunker”, i cosiddetti “cacciatori di bufale”, nel documentario “American Moon” fa dire ai maggiori fotografi del mondo – da Peter Lindbergh a Oliviero Toscani – che le immagini dello storico “allunaggio” del 1969 furono palesemente girate in un teatro di posa, magari uno studio cinematografico.Analisi che sono valse a Mazzucco l’accusa di “complottismo”, ora corretta in “negazionismo”, secondo il trend-Covid che ruba impunemente i neologismi coniati dalla storiografia per condannare chi tenta di negare o ridimensionare la tragedia della Shoah. E a proposito di nazismo: «Vorrei tanto che un giorno ci potesse essere una Norimberga, per questa gente, che sta rovinando intere generazioni», dice Mazzucco, pensando ai politici di oggi che stanno abusando, anche nelle scuole, del panico suscitato dall’epidemia. «Lorenzin, Speranza, Conte: sono tutti responsabili diretti di quello sta venendo fatto ai bambini». Un auspicio: «Dovremmo poterli processare, un giorno: e mi auguro anche abbastanza presto, se fosse possibile. Vale anche per tutti i giornalisti che si sono prestati a questa operazione, aumentando la percezione del pericolo e quindi provocando il panico». Osserva Mazzucco, amaramente: «Se utilizzi una leva antica e micidiale – la paura – come mezzo di controllo della mente, spegni la capacità di ragionare». E’ lo spettacolo a cui stiamo assistendo, da mesi: «L’unica, vera forma che ti permette un controllo totale sulla mente delle persone è proprio la paura. E quando la gente ha paura, non capisce più niente: a quel punto, puoi fargli fare quello che vuoi».A monte c’è una manipolazione evidentissima, planetaria, che collega l’élite farmaceutica mondiale (Bill Gates, Anthony Fauci) a organismi come l’attuale, opaca Oms, largamente finanziata proprio dal patron di Microsoft e dalla Cina, il paese in cui l’epidemia sembra essere esplosa, per poi venir stroncata con il lockdown, secondo un modello autoritario esteso in tutto il mondo e promosso da poteri che tendono a indicare come modello virtuoso proprio il regime di Pechino, che comprime libertà e diritti. Ma la storia non è mai lineare: un altro autocrate, il bielorusso Lukashenko, è stato trasformato di colpo in un insopportabile dittatore, il giorno dopo aver denunciato l’Oms (e il Fmi) per aver offerto alla povera Bielorussia 900 milioni di dollari, se avesse «fatto come in Italia», cioè imposto il “coprifuoco sanitario” con il pretesto del Covid. Accuse, quelle di Lukashenko, subito derubricate come propaganda elettorale. Non la pensa così lo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale: «Diversi paesi africani hanno mosso all’Oms accuse analoghe a quelle di Lukashenko. E da fonti di intelligence – aggiunge Bizzi – so che svariati paesi, anche europei (tra cui l’Italia) hanno accettato denaro dall’Oms per potenziare le forze dell’ordine, in modo da far applicare il lockdown nel modo più severo».Trent’anni fa, Fruttero & Lucentini pubblicarono “La prevalenza del cretino”: ora siamo alla Prevalenza del Mediocre Disastroso? Chi avrebbe scommesso un bottone su Giuseppe Conte, quando fu estratto dal cilindro grillino nel 2018, con un curriculum di cui tutti i giornali ridevano? Se non capite chi è Conte, e perché un anonimo avvocaticchio si è trovato di colpo a Palazzo Chigi – disse Gianfranco Carpeoro, scrittore e simbologo – ricordatevi della poesia di Giuseppe Giusti, quella del Re Travicello «piovuto ai ranocchi», uomo di paglia di poteri ben più sostanziosi, intenzionati a instaurare una dittatura dopo aver promesso la democrazia. Non è un segreto: Conte – ricorda Fausto Carotenuto, già analista dei servizi segreti Nato – è cresciuto alla scuola del gruppo vaticano del cardinale Achille Silvestrini: un uomo a cui, all’epoca, “rispondeva” Giulio Andreotti. Così, il giovane avvocato pugliese è approdato al potente studio legale del civilista Guido Alpa, e quindi – grazie al sistema delle baronie universitarie – ha potuto fregiarsi della docenza in svariati atenei, a volte solo come “visiting professor”. Destino, anche: è toccato a lui, cioè al primo ministro più mediocre della storia, fronteggiare la peggiore crisi in agenda dal 1945.Vuoi vedere – s’è domandato qualcuno – che proprio la mediocrità dell’incolore Conte sarà sfruttata per osare l’inosabile? Chi meglio dello yesman, per provare a imporre la più inquientante restrizione della libertà mai tentata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale? Non è un caso solo italiano? Appunto: tutto tornerebbe. Non è forse un potere-ombra, di natura oligarchica, quello che sta cercando di usare il coronavirus (problema reale, non inventato – ma enormemente amplificato, ad arte) per convincere i cittadini – italiani, europei, mondiali – che in fondo è più “conveniente” restare a casa, subire un distanziamento permanente, e quindi rinunciare a vivere? «Niente sarà più come prima», ha ribadito il ministro Speranza, con un tono che nemmeno Churchill avrebbe usato. Forse si crede Giulio Cesare, quella mezza cartuccia che il partitone di un altro statista leggendario – Bersani – mise a fare il capogruppo, genuflettendo l’Italia ai poteri che imposero, tramite Monti, la morte civile della repubblica, con la Costituzione umiliata dall’obbligo del pareggio di bilancio? Tutti eventi riassumibili in una parola seccamente odiosa – diktat – che racconta benissimo dove siamo arrivati, di mediocrità in mediocrità, e di alibi in alibi: ieri lo spread, oggi il Covid. Fino al bavaglio pericolosamente punitivo inflitto ai bambini, costretti a fare lo slalom, a scuola, in una paurosa selva di “non”.(Giorgio Cattaneo, “Scuola di paura: è sempre il mediocre a produrre i maggiori disastri?”, dal blog del Movimento Roosevelt del 27 settembre 2020).Esiste una legge di natura, in base alla quale sono proprio i mediocri a firmare i peggiori disastri? Solo gli storici potrebbero dare una risposta al quesito, ammesso che abbia un senso. Nel frattempo, una panoramica sull’attualità sembra garantire alcune sinistre conferme. Chi era, l’oscuro Roberto Speranza, prima di trasformarsi nell’attuale spietato censore dei medici che propongono – terapie alla mano – di uscire dall’incubo del coronavirus? E analogamente: chi aveva mai sentito parlare di Beatrice Lorenzin, prima che diventasse di colpo Lady Obbligo Vaccinale? Se la sedicente sinistra 2.0 si è coperta di gloria sull’altare della sudditanza ai cosiddetti poteri forti – finanziari, farmaceutici, eurocratici – i grillini non hanno certo perso tempo: parlano da soli i casi di Giulia Grillo, che aveva promesso di revocare l’obbligatorietà di alcune vaccinazioni, e della surreale Lucia Azzolina, che ha mutato la scuola in una specie di Halloween del Covid traumatizzando i bambini, fino a escogitare trovate memorabili come i seggioloni a rotelle. «Se fossimo di fronte alla peste bubbonica, è chiaro che certe misure avrebbero un senso», premette Massimo Mazzucco. «Invece, è ormai assodato che non siamo più nella drammatica situazione della scorsa primavera». Nonostante questo, «è stato utilizzato il panico, lo shock iniziale, per fare in modo che chiunque – anche a scuola – si sentisse in diritto di imporre prescrizioni assurde».
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Uccidere, ma con amore: attenti al Vangelo secondo Biglino
Sicuri che la Bibbia dica esattamente quello che la dottrina cattolica sostiene sia esplicitato, nelle sacre scritture? L’ultima sfida culturale di Mauro Biglino, traduttore di 19 libri dell’Antico Testamento per conto delle Edizioni San Paolo, parte dall’analisi del nuovissimo volume del “Catechismo della Chiesa cattolica”, edizione aggiornata con il nuovo testo sulla pena di morte. Un’analisi a puntate, proposta nella serie di video “Catechismo alternativo in pillole”, sul nuovissimo canale YouTube “Il vero Mauro Biglino“, aperto durante il lockdown: canale che, in pochi mesi, ha già collezionato un milione e mezzo di visualizzazioni e quasi 40.000 iscritti. In Italia e non solo, Biglino è un caso editoriale: ha all’attivo ormai 14 volumi, pubblicati da UnoEditori e da Mondadori, che mettono la Bibbia (o meglio, la sua interpretazione teologica) alla prova della verità: quella offerta dalla lettura testuale dall’ebraico antico, da cui si evince che il “dio” dell’Antico Testamento – meno potente dei “colleghi” assiri, egizi e romani – non era la sola “divinità” in circolazione, né era onnisciente e tantomeno infallibile. Biglino svela che, per la Bibbia, Yahwè è soltanto l’El dei giudei, un soggetto “diverso e distinto” dagli umani, né più né meno come gli altri 20 Elohim che compaiono nel testo antico.
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Magaldi: e dopo Bergoglio, ora Mike Pompeo striglierà Conte
Non che si diverta, Gioele Magaldi, a fare il profeta. E comunque sarebbe bello se, una volta tanto, le sue anticipazioni (previsioni, non profezie) ottenessero l’onore della cronaca, nel silente mainstream italico. Avrebbero tutto da guadagnare, i giornali, a dare – in anticipo – certe notizie. Per esempio: il clamoroso passaggio del “fratello” Mario Draghi al fronte progressista, da cui il rivoluzionario intervento keynesiano, sul “Financial Times”, con le sue istruzioni “rooseveltiane” su come uscire dall’emergenza economica scatenata dal coronavirus. Oppure: l’annuncio dell’intervento decisivo a favore all’Italia, in termini finanziari (acquisto di titoli di Stato, da parte della Bce) garantito dalla “sorella” Christine Lagarde, altro pezzo da novanta – fino all’altro ieri – dell’élite reazionaria, ora in forza (come Draghi e altri) allo schieramento massonico-democratico, di cui fanno parte anche Bob Dylan e Robert Kennedy Junior. Una galassia che appoggia Trump e contesta la gestione oligarchica della crisi, nonché la pericolosa manipolazione psico-terroristica del Covid, innescata utilizzando una Oms ormai finanziata soprattutto da Pechino e da Bill Gates.Ed è proprio la Cina l’argomento della terza, recente “profezia” di Magaldi, ignorata dai media e puntualmente confermata dai fatti: Mike Pompeo verrà a Roma per strigliare Bergoglio e Conte, considerati esponenti del partito “cinese” che starebbe sovragestendo il governo italiano, con fortissimi agganci anche in Vaticano. «Nella stampa italiana ho qualche nemico», ammette Magaldi, polemico con molte redazioni per l’ostinato silenzio con cui nel 2014 è stato accolto il suo besteller “Massoni”, un saggio scomodissimo che mette in piazza le malefatte occulte delle superlogge “neoaristocratiche”, coi loro terminali anche italiani. In questi anni, non si contano le previsioni azzecate da Magaldi, dall’improvviso declino di Renzi all’inattesa vittoria di Trump. Il giornalismo italiano sembra non aver ancora voluto fare i conti con le rivelazioni contenute nel libro “Massoni”, seguitando anche a ignorarne molto spesso l’autore. Così, non fanno esattamente un figurone i media che oggi – a reti unificate – sono costretti a dire, in ritardo, quello che Magaldi aveva anticipato la scorsa settimana.Impossibile continuare a tacere, di fronte al tweet con cui il segretario di Stato americano strattona ruvidamente nientemeno che il Papa, colpevole di contiguità col governo cinese. «Come avevo annunciato, nella sua imminente visita a Roma, Mike Pompeo non farà sconti a nessuno: apprezzo la franchezza con cui ha richiamato Papa Bergoglio, senza complimenti, sull’impegno verso il rispetto dei diritti umani». All’establishment politico, aveva anticipato Magaldi, Pompeo chiederà di ridimensionare il peso del partito trasversale “cinese”, funzionale agli interessi di Pechino, che tanto condiziona l’Italia. Idem il discorso rivolto al Vaticano, che due anni fa concesse al regime di Pechino la facoltà di designare i vescovi cattolici in Cina. «Squisitamente massonico, da parte di Pompeo – dice Magaldi – l’appello al Papa, laddove il “fratello” Pompeo avverte la Chiesa che, cedendo al partito comunista cinese, rischia di compromettere la sua autorità morale in materia di diritti umani». Diritti che «un tempo la Chiesa stessa calpestava, ma che oggi dichiara di difendere». E dunque, «come si concilia, questo, con l’amicizia con una brutale dittatura come quella di Pechino?».E dopo il Vaticano, toccherà al governo: «Giuseppe Conte si prepari a ricevere una robustra strigliata», avverte Magaldi: «Per gli Usa, è inammissibile lo stato comatoso dell’economia italiana, ridotta in ginocchio dal lockdon “cinese”, modello Wuhan, imposto al paese». Anche secondo il presidente del Movimento Roosevelt, sono catastroficamente inefficaci le misure finora adottate dall’esecutivo durante l’emergenza: «E’ stato speso un fiume di miliardi, ma senza risultati. E in una situazione come questa – aggiunge Magaldi – i cialtroni della classe politica italiana non hanno esitato a farci perdere altro tempo e denaro per un referendum demenziale, che propone l’ennesimo taglio (quello del Parlamento, cioè della democrazia), quando invece avrebbero dovuto preoccuparsi di ben altre riforme della Costituzione, cominciando dall’eliminazione dell’obbligo del pareggio di bilancio, misura sciagurata introdotta per compiacere Mario Monti e anche Giorgio Napolitano, altro personaggio veramente oscuro».Monti e Napolitano? Due supermassoni reazionari, per chi ha letto “Massoni”. «Avevo chiarito che, di fronte a chiunque si fosse sentito diffamato dal mio libro, avrei esibito pubblicamente e prove delle mie affermazioni, contenute in migliaia di dossier riservati. Ma nessuno si è fatto avanti, per contestarmi». Pochissimo spazio, nel mainstream, anche alle analisi alternative a quelle correnti, che danno per inevitabile la gestione “panica” del Covid, condotta in Italia a spese delle libertà individuali, insieme alle misure draconiane (e probabilmente tardive) per arginare il contagio, la scorsa primavera. Magaldi è tra quanti ritengono che la pandemia sia stata impugnata come un’arma politica dall’élite neoliberista che per prima sdoganò la Cina, come possibile modello per un futuro Occidente con meno democrazia e meno diritti. Ancora più drastico un grande cantautore come Bob Dylan, Premio Nobel per la Letteratura, che in piena emergenza, attraverso il brano “Murder Most Foul”, ha lanciato una potente suggestione: i “falsi profeti” del Covid (e del vaccino universale) sono gli eredi politici del clan che assassinò John Kennedy a Dallas.Tornando al Belpaese: per Magaldi, la visita di Pompeo segnerà un punto di svolta nei rapporti politici fra Casa Bianca e Palazzo Chigi, e in generale tra gli Usa e larghi strati dell’establishment italiano, finora assai arrendevole rispetto all’espansione cinese. Sempre secondo Magaldi, Pompeo tratterà da posizioni di forza, visto che sembra scontata la rielezione di Donald Trump alle presidenziali di novembre. «Si confermerà un buon presidente anche nel prossimo quadriennio: l’America ha ancora bisogno di Trump», che è sostenuto dai circuiti massonici progressisti. «Poi, dalle elezioni successive – profetizza Magaldi – si potrà finalmente pensare a un candidato progressista “doc” come Robert Kennedy Junior, che nel suo recente discorso a Berlino ha riaperto un orizzonte che mette al centro la libertà: esattamente il contrario della sottomissione al “terrorismo psicologico” dell’Oms, di marca cinese, al quale si è finora allineato lo stesso governo Conte. Tutte cose che a Trump non sono piaciute, e che ora Mike Pompeo – in pubblico, e soprattutto in privato, a muso duro – non mancherà di ribadire all’attuale presidente del Consiglio, l’increscioso Conte».Non che si diverta, Gioele Magaldi, a fare il profeta. E comunque sarebbe bello se, una volta tanto, le sue anticipazioni (previsioni, non profezie) ottenessero l’onore della cronaca, nel silente mainstream italico. Avrebbero tutto da guadagnare, i giornali, a dare – in anticipo – certe notizie. Per esempio: il clamoroso passaggio del “fratello” Mario Draghi al fronte progressista, da cui il rivoluzionario editoriale keynesiano, sul “Financial Times”, con le sue istruzioni “rooseveltiane” su come uscire dall’emergenza economica scatenata dal coronavirus. Oppure: l’annuncio dell’intervento decisivo a favore all’Italia, in termini finanziari (acquisto di titoli di Stato, da parte della Bce) garantito dalla “sorella” Christine Lagarde, altro pezzo da novanta – fino all’altro ieri – dell’élite reazionaria, ora in forza (come Draghi e altri) allo schieramento massonico-democratico, di cui fanno parte anche Bob Dylan e Robert Kennedy Junior. Una galassia che appoggia Trump e contesta la gestione oligarchica della crisi, nonché la pericolosa manipolazione psico-terroristica del Covid, innescata utilizzando una Oms ormai finanziata soprattutto da Pechino e da Bill Gates.
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Draghi, l’Innominato: rifondare il futuro, vincendo la paura
Nei “Promessi Sposi”, l’Innominato è un potente masnadiero al quale i malvagi si rivolgono per il loro piano, che infatti va in porto, fino a quando è lo stesso Innominato – convertitosi al bene – a farlo saltare per aria, aprendo la strada alla felicità di Renzo e Lucia. In attesa di capire quanto possa esservi di realmente manzoniano, in Mario Draghi, risuonano le parole che ha pronunciato il 18 agosto 2020 – data storica, probabilmente – nel santuario cattolico militante del Meeting di Rimini, di fronte al silenzio urlante di una politica italiana azzerata da decenni di grigiore e ora letteralmente annichilita dal coronavirus, o meglio dalla gestione della paura – nazionale e mondiale – come unica bussola per il futuro. E qui si erge, di colpo, il gigante Mario Draghi: la prudenza sanitaria è obbligatoria, ma la sola paura non è accettabile. Urge un futuro degno di questo nome, e si chiama gioventù. Possiamo chiudere bottega, se “suicidiamo” un’intera generazione condannandola al panico perpetuo, sembra dire l’ex banchiere centrale, nei giorni in cui i media – a reti unificate, e in modo ridicolo – trasformano in untori i giovani della movida, scambiando i contagi per malattie.
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Israele ha distrutto Beirut Est con una nuova arma atomica
Il primo ministro israeliano ha ordinato la distruzione di un deposito d’armi dello Hezbollah a Beirut con una nuova arma che, non ancora ben sperimentata, ha causato ingenti danni, ha ucciso più di un centinaio di persone, ne ha ferite 5.000 e ha distrutto molti edifici. Questa volta Benjamin Netanyahu difficilmente potrà negare. Il 27 settembre 2018, alla tribuna delle Nazioni Unite, Benjamin Netanyahu mostra il deposito che esploderà il 4 agosto 2020, indicandolo come deposito di armi dello Hezbollah. Netanyahu ha autorizzato un’offensiva contro un deposito d’armi dello Hezbollah per mezzo di una nuova arma, testata sette mesi fa in Siria. S’ignora se l’operazione sia avvenuta con il consenso del secondo primo ministro, Benny Gantz. L’offensiva del 4 agosto 2020 ha colpito esattamente il luogo indicato da Benjamin Netanyahu nel discorso tenuto alle Nazioni Unite il 27 settembre 2018. Non si sa che tipo di arma sia stata usata. È stata però testata in Siria a gennaio scorso. Si tratta di un missile, la cui testata contiene un componente nucleare tattico, che provoca il fungo caratteristico delle armi nucleari.Non si tratta evidentemente di una bomba atomica in senso strategico. Quest’arma è stata testata in Siria, in pianura e in aperta campagna, e poi nelle acque del Golfo Persico, contro imbarcazioni militari iraniane. Il 4 agosto è stata utilizzata per la prima volta in un’area urbana, in un ambiente particolare che ha fatto ripercuotere sull’acqua e sull’altura lo spostamento d’aria e le vibrazioni. Non solo ha distrutto il porto di Beirut, ha ucciso anche un centinaio di persone, ne ha ferite almeno altre 5.000 e ha distrutto la parte Est della città (la parte Ovest è stata in gran parte protetta dall’alto edificio che contiene silos per cereali). Mettendo a confronto le foto satellitari, si vede la distruzione del deposito dello Hezbollah e di parte del porto. Israele ha immediatamente attivato le entrature nei media internazionali per nascondere il proprio crimine e accreditare l’ipotesi dell’esplosione accidentale di uno stock di fertilizzante.Come spesso accade, si trovano colpevoli fasulli e la macchina mediatica internazionale ripete fino alla nausea la menzogna, sebbene in assenza d’inchiesta. Eppure tutti hanno potuto vedere il fumo a forma di fungo, incompatibile con la tesi dell’esplosione di fertilizzanti. Il fumo a forma di fungo osservato a Beirut non ha niente a che vedere con quello che avrebbe causato un esplosivo convenzionale. Così come né Siria né Iran hanno reagito dopo essere stati colpiti da questa nuova arma, anche i partiti politici libanesi hanno immediatamente concluso un accordo affinché la verità venga tenuta nascosta, al fine di non demoralizzare la popolazione. È stata aperta un’inchiesta per indagare non già sulla causa dell’esplosione, ma sulla responsabilità del personale portuale nello stoccaggio dei fertilizzanti, spacciati come causa dell’esplosione. Questa menzogna si è però presto ritorta contro i partiti politici che l’hanno architettata. Il Tribunale delle Nazioni Unite per il Libano ha deciso di rinviare di qualche giorno il verdetto sull’affare dell’assassinio nel 2005 del primo ministro Rafic Hariri, che avrebbe dovuto emettere a breve.Nella vicenda dell’assassinio di Hariri, l’esplosione di un furgone mascherò il tiro di un missile caricato con una nuova arma, così come l’esplosione di nitrato ha mascherato il tiro sul deposito di armi dello Hezbollah. Cinque anni dopo – cinque anni troppo tardi! – ho rivelato su una rivista russa come fu ucciso Rafic Hariri; lo Hezbollah diffuse invece un video che dimostrava l’implicazione di Israele. È importante rilevare che l’assassinio del 2005 colpì un primo ministro sunnita, mentre l’attacco del 2020 non colpisce lo Hezbollah sciita, ma l’insieme della Resistenza libanese. Oggi, diverse ambasciate hanno fatto rilevamenti; in particolare hanno prelevato campioni di cereali e filtri ad aria delle ambulanze che si sono immediatamente recate sul posto, materiale che già viene analizzato nei rispettivi paesi.(Thierry Meyssan, “Israele ha distrutto Beirut Est con una nuova arma”, da “Voltaire Net” del 7 agosto 2020).Il primo ministro israeliano ha ordinato la distruzione di un deposito d’armi dello Hezbollah a Beirut con una nuova arma che, non ancora ben sperimentata, ha causato ingenti danni, ha ucciso più di un centinaio di persone, ne ha ferite 5.000 e ha distrutto molti edifici. Questa volta Benjamin Netanyahu difficilmente potrà negare. Il 27 settembre 2018, alla tribuna delle Nazioni Unite, Benjamin Netanyahu mostra il deposito che esploderà il 4 agosto 2020, indicandolo come deposito di armi dello Hezbollah. Netanyahu ha autorizzato un’offensiva contro un deposito d’armi dello Hezbollah per mezzo di una nuova arma, testata sette mesi fa in Siria. S’ignora se l’operazione sia avvenuta con il consenso del secondo primo ministro, Benny Gantz. L’offensiva del 4 agosto 2020 ha colpito esattamente il luogo indicato da Benjamin Netanyahu nel discorso tenuto alle Nazioni Unite il 27 settembre 2018. Non si sa che tipo di arma sia stata usata. È stata però testata in Siria a gennaio scorso. Si tratta di un missile, la cui testata contiene un componente nucleare tattico, che provoca il fungo caratteristico delle armi nucleari.
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“Conte lavora in segreto per Trump, che può salvare l’Italia”
Siamo a un bivio storico: la fine del mondo nel quale siamo cresciuti o la resurrezione dell’umanità. L’aspetto più fastidioso è che niente è come sembra, e nessuno è quel che dice di essere. Avete dato a Trump del brutale razzista? Avete capito male: i “buoni” che lo contrastano in nome dei diritti (dei neri, magari) sono gli strumenti principali dell’Asse del Male, travestiti da operatori umanitari. L’altra cosa che molti non hanno ancora compreso è che il coronavirus non è stato un incidente sanitario, ma un progetto terroristico: una drammatica accelerazione per cancellare la democrazia. E persino nella cruciale Italia nessuno gioca a carte scoperte: nemmeno Conte. Sembra un mediocre burattino nelle mani della Merkel e di Macron, deciso a “suicidare” quel che resta del Belpaese: e invece, il devastante lockdown “cinese” che ha messo volutamente in ginocchio l’Italia è servito a rendere evidente il potere abusivo dell’Ue, vero cardine europeo del Nuovo Ordine Mondiale neoliberista, fondato sulla degradazione del cittadino, trasformato in suddito neo-feudale. E’ la tesi sviluppata da Mitt Dolcino sul suo blog, in cui si propone – in parallelo – la suggestiva analisi di Cesare Sacchetti, mutuata dal blog “La Cruna dell’Ago”.Identiche le conclusioni: il mondo è appeso alla rielezione del ruvido Donald Trump, frontman dello schieramento sotterraneo che – giocandosi tutto – oggi si oppone alla logica del dominio schiavistico che starebbe cercando di assestare il colpo di grazia alla popolazione del pianeta, sottomessa al regime psico-terroristico della nuova polizia sanitaria. Mitt Dolcino riprende le parole che Trump ha pronunciato il 6 agosto al Whirlpool Plant dell’Ohio, il vero “swing State” per antonomasia: chi vince in Ohio, poi arriva alla Casa Bianca (o appunto, ci resta). «Ho un sacco di nemici, là fuori», ha detto Trump. «Questa potrebbe essere l’ultima volta che mi vedrete, per un po’». Ha aggiunto: «Ho un sacco di nemici molto, molto ricchi, che non sono contenti di quello che faccio. Ma credo che abbiamo una sola possibilità di farlo, e nessun altro presidente farà quello che faccio io». Altrettanto interessante, segnala Dolcino, è la “lettera all’America” scritta due giorni prima dal generalissimo Michael Flynn, super-consigliere di Trump nel 2016 e prontamente silurato dal Deep State rivale attraverso la montatura del Russiagate.«Stiamo assistendo a un feroce assalto da parte dei nemici di tutto ciò che è buono, e il nostro presidente deve agire in modi senza precedenti da decenni, forse secoli», scrive Flynn: «La natura biblica del bene contro il male non può essere sottovalutata, mentre esaminiamo ciò che sta accadendo nelle strade d’America». Flynn accusa «il marxismo sotto forma di “antifa” e il movimento Black Lives Matter», che contesta in modo eversivo le forze dell’ordine. Per Flynn, «è in gioco il destino degli Stati Uniti», e quindi «il futuro stesso del mondo intero è minacciato». Al di là dei toni apocalittici, Flynn centra il bersaglio vero: il Deep State reazionario non si aspettava di perdere la Casa Bianca, nel 2016, cioè il posto di comando più importante, il controllo della potenza imperiale egemone. Come l’ex primate cattolico Carlo Maria Viganò, autore di una lettera in cui esorta Trump a combattere “le forze le male”, anche Flynn ricorre all’ambientazione simbolica con cui la teologia (cristiana) ha interpretato a modo suo la Bibbia: «Nessun nemico sulla terra è più forte delle forze unite di persone timorate di Dio e amanti della libertà», scrive Flynn.Il generale fa eco al documento indirizzato alla Casa Bianca dall’ex rappresentante vaticano negli Usa, noto esponente del clero più retrivo e tradizionalista, avverso alle libertà sociali e ai diritti civili. «Non possiamo più fingere che queste forze oscure se ne vadano con la sola preghiera». Le preghiere sono importanti, scrive Flynn, ma è necessaria un’azione: «Questa azione – avverte il generale – è necessaria a livello locale, statale e federale», oltre che «in ambito economico, mediatico, clericale ed ecclesiastico». In pratica, si tratta di «affrontare di petto quei “leader” della comunità che sono disposti a consentire alle forze oscure di andare oltre le proteste pacifiche e distruggere e violare la vostra sicurezza e protezione». Non lasciamoci intimidire, esorta Flynn: «Non temiamo coloro che gridano che siamo in minoranza: non lo siamo», aggiunge l’alto ufficiale, sicuro del fatto che «il bene è sempre più potente e prevarrà sul male». Insiste il generale: «L’America non cederà mai al male: gli americani lavorano insieme per risolvere i problemi». E conclude: «Siamo “una nazione sotto Dio” e sono le nostre libertà individuali che ci rendono forti».Cosa sta succedendo? «Da settembre ci sarà il cambio di passo», profetizza Mitt Dolcino. E in questo contesto «i sodali globalisti, quelli che hanno rovinato la vita a molti di voi che leggete, sono terrorizzati: i servizi segreti militari Usa “sono in full power”, ben rappresentati dall’anima del generale Flynn». Probabilmente, aggiunge Dolcino, le due più grandi criticità dei nostri tempi sono l’approssimazione generalizzata, ai vertici, e l’incapacità di accettare la rottura degli schemi. «Il secondo punto è chiaro: la mega-bomba di Beriut dimostra che non c’è più riluttanza nell’usare armi devastanti, atteggiamento che durante la guerra fredda impedì il ricorso all’atomica per paura del fallout nucleare». Il secondo problema è forse anche peggiore: «Consiste nel non avere un piano, nel fare male i “compiti a casa”: lo si è visto coi gialloverdi Salvini e Di Maio, incapaci di affrontare problematiche più grandi di loro».Lo stesso Mitt Dolcino accusa la Fondazione Einaudi – che ha preteso la desecretazione degli atti governativi sul Covid – di essere manovrata da ex ministri come Domenico Siniscalco (Morgan Stanley) e Giulio Terzi di Sant’Agata, fedele a Mario Monti. La zona rossa è stata estesa a tutta l’Italia, aggiunge Dolcino, dopo che a chiedere una “zona rossa economica” – ma solo per il Nord – erano stati il sindaco di Milano, Beppe Sala (Pd) e il presidente lombardo Attilio Fontana (Lega). Una sorta di secessione economica, a cui – secondo Dolcino – il governo Conte avrebbe risposto con il lockdown nazionale (e pure la mano pesante, come monito, contro le rivolte scoppiate nelle carceri. Tradotto: sia pure “costretto” a terrorizzare gli italiani riducendoli in bolletta, “Giuseppi” starebbe facendo il doppio gioco: ha deliberatamente peggiorato la situazione, per costringere anche i ciechi a capire che, con il guinzaglio di questa Ue, il Belpaese non ha scampo. La pensa così anche un osservatore come Alessandro Sieni, traduttore italiano delle suggestioni distillate dalla misteriosa sigla Q-Anon, che allude a una sofisticata operazione dell’intelligence di Trump per smantellare il regime neoliberista con l’aiuto di una parte di Deep State conquistata alla causa democratica.In termini più precisi, il massone progressista Gioele Magaldi mette a fuoco il problema: a battersi contro i grembiulini reazionari, grandi architetti di questa globalizzazione iniqua, è la massoneria “neoaristocratica”, che nel 2016 scelse di appoggiare il massone Donald Trump (né reazionario né progressista, ma disponibile a una battaglia – di portata epocale – per ripristinare la sovranità democratica). Nella sua lettera alla Casa Bianca, monsignor Viganò mostra di non conoscere l’identità massonica di Trump (o di fingere di non conoscerla), accusando “la massoneria” di essere responsabile del grande complotto per instaurare il Nuovo Ordine Mondiale. Una lettura alla quale si attiene lo stesso Sacchetti su “La Cruna dell’Ago”, rifiutandosi di distinguere tra progressisti e reazionari. Sacchetti addirittura si spinge a leggere l’importanza dell’Italia – e del suo ruolo, nella partita in corso – in quanto culla della cristianità, come se non sapesse che il Belpaese (dal Risorgimento all’Unità) è il frutto di un progetto squisitamente libero-muratorio e anticlericale, realizzato da massoni come Garibaldi e Cavour con il sostegno della massoneria proto-europeista che nel Settecento riuscì ad abbattere il dispotismo assolutistico delle monarchie clericali alleate del Vaticano, fondando lo Stato di diritto e la democrazia elettiva basata sul suffragio universale.Comunque sia, la tesi di Dolcino, Sacchetti e Sieni è che l’imbarazzante Conte sarebbe pronto a eseguire gli ordini di Trump, al momento opportuno: quando cioè gli Usa dovessero avvertire che “la ricreazione è finita”, accusando l’Ue di aver condannato l’Italia a questa agonia, dopo aver trasformato l’Europa stessa in un caposaldo mondiale dell’ordoliberismo finanziario, capace di allearsi col peggior Deep State americano (quello travestito da “dem”), a sua volta sintonizzato con il fascio-comunismo cinese, da cui è partita la trappola mondiale del Covid-19. «In autunno, l’Italia e il mondo subiranno un altro attacco da parte del mondialismo, probabilmente definitivo, con l’accelerazione dell’operazione terroristica del coronavirus», scrive Sacchetti. «Si decideranno gli equilibri mondiali da qui ai prossimi decenni: il nuovo ordine mondiale sta per lanciare il suo assalto finale all’Italia e al mondo intero». Per “La Crepa nel Muro”, «l’umanità si trova di fronte ad una battaglia epocale, che deciderà il destino di tutti per i prossimi anni a venire». Se vincerà questo mondialismo, l’uomo per come lo si conosceva sparirà definitivamente: «Non più essere pensante dotato di libero arbitrio, ma uomo-macchina sottoposto all’esecuzione di vaccini e impianti microchip sottocutanei, senza i quali non avrà più facoltà di fare nulla».Se invece vince la resistenza contro il mondialismo, aggiunge Sacchetti, ci sarà spazio per ricominciare a vivere in una società realmente umana, non più fondata sull’odio. «Ora tocca all’America», sintetizza Sacchetti, ricordando che Viganò ha chiesto a Trump di impedire che l’Italia venga divorata definitivamente dal neoliberismo mondialista. «E’ per questo che le élite lo vogliono a tutti i costi fuori dalla Casa Bianca, e lo stesso presidente americano lo ha lasciato chiaramente intendere in un suo recente intervento, nel quale ha detto che i suoi nemici sono potenti e molto ricchi, e che per un po’ potrebbe non farsi vedere pubblicamente». Il presidente degli Stati Uniti – si domanda Sacchetti – ha voluto avvertire che la sua vita è in pericolo? Trump deve quindi proteggersi fisicamente, prima delle elezioni di novembre? «Il Deep State non è certo nuovo a risolvere i suoi “problemi” in questo modo, e a questo proposito basti pensare all’omicidio del presidente Kennedy». Conclude Sacchetti, mescolando politica e religione: «I prossimi mesi decideranno cosa ne sarà dell’umanità. Per ora, solo un fatto appare certo: se la culla del cristianesimo mondiale viene liberata, il nuovo ordine mondiale non potrà sorgere. Adesso, come non mai, è il momento di pregare per Trump e per l’Italia».Siamo a un bivio storico: la fine del mondo nel quale siamo cresciuti o la resurrezione dell’umanità. L’aspetto più fastidioso è che niente è come sembra, e nessuno è quel che dice di essere. Avete dato a Trump del brutale razzista? Avete capito male: i “buoni” che lo contrastano in nome dei diritti (dei neri, magari) sono gli strumenti principali dell’Asse del Male, travestiti da operatori umanitari. L’altra cosa che molti non hanno ancora compreso è che il coronavirus non è stato un incidente sanitario, ma un progetto terroristico: una drammatica accelerazione per cancellare la democrazia. E persino nella cruciale Italia nessuno gioca a carte scoperte: nemmeno Conte. Sembra un mediocre burattino nelle mani della Merkel e di Macron, deciso a “suicidare” quel che resta del Belpaese: e invece, il devastante lockdown “cinese” che ha messo volutamente in ginocchio l’Italia è servito a rendere evidente il potere abusivo dell’Ue, vero cardine europeo del Nuovo Ordine Mondiale neoliberista, fondato sulla degradazione del cittadino, trasformato in suddito neo-feudale. E’ la tesi sviluppata da Mitt Dolcino sul suo blog.”.
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Bizzi: Conte cede sui segreti-Covid dopo la strage a Beirut
Svolta clamorosa nel caso del segreto di Stato posto dal governo sulle relazioni del Comitato Tecnico-Scientifico sull’epidemia da coronavirus: Palazzo Chigi ha infatti appena comunicato alla Fondazione Einaudi, che si era fatta carico della battaglia legale per rendere pubblico il contenuto della documentazione, la desecretazione dei dossier. Dopo il gravissimo e criminale attacco con droni e missile con testata termobarica su Beirut, scrive Nicola Bizzi sulla sua pagina Facebook il 5 agosto, ecco «un’interessante “svolta” nella giunta golpista italiota: questa mattina Conte afferma “Mai più lockdown”, Speranza nega la volontà del governo di imporre l’obbligo vaccinale e, ciliegina sulla torta, domani verranno desecretati i famigerati verbali del sedicente Comitato Tecnico-Scientifico. E, dalla Germania, un sospetto silenzio: nessuna nuova sentenza della Corte Costituzionale, che oggi doveva esprimersi su una decisione storica sulla sopravvivenza dell’euro. Si stanno rimescolando le carte sul tavolo molto velocemente». Quanto all’attentato in Libano, Bizzi – storico e editore di Aurora Boreale – ha le idee chiare: «L’attacco era stato annunciato cinque giorni fa dal ministro della difesa israeliano ed è stato ufficialmente rivendicato oggi per ben due volte da Netanyahu». Sincronicità: Israele, la Germania, Conte e il Covid. Tutto si tiene?Il Tar, ricorda il “Tempo”, aveva ordinato al governo di pubblicare tutti i dossier segreti, in base ai quali era stato deciso il lockdown all”italiana (severissimo, ma scattato in ritardo e deciso sulla base di dati controversi). La presidenza del Consiglio, però, aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato per bloccare tutto, adducendo motivi di ordine pubblico. Il 5 agosto, poi, si è appreso che il Copasir aveva chiesto al governo di visionare le carte, mentre al Senato era andato in scena un pesantissimo intervento del capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, che ha chiesto a muso duro cosa avesse da nascondere il governo. A dare l’annuncio della svolta è stata, attraverso Twitter, la stessa Fondazione Einaudi: «Pochi minuti fa – ha cinguettato alle 21.45 – i nostri avvocati Rocco Todero, Andrea Pruitic ed Enzo Palumbo hanno hanno ricevuto la comunicazione da parte del governo della desecretazione dei verbali del Cts. Ringraziamo per la sensibilità dimostrata dalla presidenza del Consiglio». Ora, naturalmente, aumenta la curiosità per il contenuto delle carte. Curiosità che, scrive sempre il “Tempo”, dovrebbe essere soddisfatta nelle prossime ore, quando – a quanto si apprende – proprio la Fondazione Einaudi dovrebbe pubblicare tutti gli incartamenti.«Non credo che possano desecretare documenti falsi o parzialmente falsificati», scrive Bizzi, su Facebook. «Se Conte ha ceduto, significa che i documenti sono già nelle mani dei servizi. Bisogna però vedere se li renderanno noti tutti». Cosa sta succedendo? «A Bruxelles, nel covo delle vipere, iniziano a rivoltarsi contro la sceneggiata “pandemica”», sostiene Bizzi. «Per quanto l’Unione Europea sia marcia e in mano a una cricca di criminali, non è stata l’artefice di questo tentativo di golpe mondiale: anzi, ne è rimasta decisamente spiazzata, anche se nei primi mesi ha sostenuto la cosa». Adesso, aggiunge Bizzi, i burocrati della Commissione Europea (dietro i quali agiscono «organizzazioni sovranazionali molto potenti, ma che perseguono fini diversi da quelli che hanno scatenato e inscenato la “pandemia”») temono il collasso dell’Unione e la fine dell’euro. «Stanno quindi facendo pressione sugli Stati membri per l’uscita da ogni “emergenza”: hanno infatti impedito il tentativo di un nuovo lockdown in Catalogna e stanno facendo emergere (seppur gradualmente e con cautela) le prove dell’inganno».Per Bizzi, si tratta di una guerra nelle alte sfere: «L’Italia era stata scelta come nazione-pilota per questo golpe mondiale, ed è per questo che la sceneggiata, qui, fino ad oggi ha retto molto più che in altri paesi. Mi auguro che adesso gli cada tutto addosso», conclude lo storico, secondo cui «tutto è talmente evidente, che chi non ci arriva ha gli occhi foderati di prosciutto». Il riferimento alla Suprema Corte tedesca è evidente: l’élite ordoliberista della Germania aveva ispirato la sentenza in cui, mesi fa, i giudici chiedevano al Parlamento di Berlino di opporsi alla Bce, impedendo a Christine Lagarde di assistere finanziariamente i paesi più in difficoltà dopo il lockdown (uno su tutti, l’Italia). Ora la stessa Germania, letteralmente travolta dalle proteste – un milione di manifestanti, a Berlino, contro un eventuale nuovo lockdown – frena anche sulle sanzioni all’Italia? E’ singolare, annota Bizzi, che sul segreto di Stato il governo Conte faccia retromarcia nel giro di poche ore, dopo lo spaventoso attentato di Beirut, in apparenza lontano: come se si cominciasse a prendere le distanze dai metodi della “regia occulta” dei grandi eventi, nel caso esistesse un collegamento tra i sovragestori del virus e quelli del terrorismo stragista.Non va dimenticato che proprio Israele – che a gennaio festeggiò l’omicidio a Baghdad del generale iraniano Qasem Soleimani, eroe della lotta contro l’Isis in Siria – è stato accusato da più parti di aver segretamente sostenuto le armate di tagliagole capeggiate da Abu Bakr Al-Baghdadi, poi bombardate da Putin con il consenso di Trump. Cessata l’emergenza Isis, è scattato l’allarme coronavirus, che ha letteralmente travolto l’Italia, prona ai diktat dell’Oms esercitati dagli alti burocrati inseriti nel governo Conte. La Casa Bianca ha reagito prima negando il proprio contributo economico all’Organizzazione Mondiale della Sanità, dominata dalla Cina e largamente finanziata da Bill Gates, e poi addirittura ritirando gli Stati Uniti dall’organizzazione sanitaria delle Nazioni Unite. Due gli scenari sotto osservazione: l’Italia beffata dal Recovery Fund e costretta a un autunno di crisi senza precedenti, a causa del perdurante rigore Ue, e dall’altra parte dell’Atlantico la corsa per le presidenziali americane, con Trump avverso al “partito del rigore sotto forma di coronavirus”. La lettura di Bizzi – l’Europa ora evita di dare il colpo di grazia all’Italia, dopo l’attentato a Beirut (e Conte ne trae le conseguenze, smentendo la sua linea di intransigenza sul segreto di Stato) – suggerisce che tutti questi eventi siano collegati tra loro, e che sia in atto una guerra tra due schieramenti: quello democratico starebbe “rimontando” su quello dittatoriale, che finora ha imbrigliato l’Italia sprofondandola nella paura e nel disastro economico.Svolta clamorosa nel caso del segreto di Stato posto dal governo sulle relazioni del Comitato Tecnico-Scientifico sull’epidemia da coronavirus: Palazzo Chigi ha infatti appena comunicato alla Fondazione Einaudi, che si era fatta carico della battaglia legale per rendere pubblico il contenuto della documentazione, la desecretazione dei dossier. Dopo il gravissimo e criminale attacco con droni e missile con testata termobarica su Beirut, scrive Nicola Bizzi sulla sua pagina Facebook il 5 agosto, ecco «un’interessante “svolta” nella giunta golpista italiota: questa mattina Conte afferma “Mai più lockdown”, Speranza nega la volontà del governo di imporre l’obbligo vaccinale e, ciliegina sulla torta, domani verranno desecretati i famigerati verbali del sedicente Comitato Tecnico-Scientifico. E, dalla Germania, un sospetto silenzio: nessuna nuova sentenza della Corte Costituzionale, che oggi doveva esprimersi su una decisione storica sulla sopravvivenza dell’euro. Si stanno rimescolando le carte sul tavolo molto velocemente». Quanto all’attentato in Libano, Bizzi – storico e editore di Aurora Boreale – ha le idee chiare: «L’attacco era stato annunciato cinque giorni fa dal ministro della difesa israeliano ed è stato ufficialmente rivendicato oggi per ben due volte da Netanyahu». Sincronicità: Israele, la Germania, Conte e il Covid. Tutto si tiene?
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Uomini e topi: il potere mondiale fondato sulla paura
Troppo bella, la pace nel mondo. Era il sogno di Gorbaciov: la fine universale delle ostilità, e l’avvento di una nuova era per il genere umano. Lo sistemarono velocemente, con un golpe. A seguire: lo sfacelo dell’Urss e la svendita della Russia, la guerra in Cecenia, il martirio della Jugoslavia. Archiviata la narrazione gorbacioviana, riecco il film dell’orrore: 11 Settembre, e dunque guerra. Afghanistan, Iraq, Libia, Yemen, Siria. L’agenda del mondo ridotta a pura emergenza: il terrorismo, il clima, e ora il virus. Via Gorbaciov, in prima pagina sono finiti Bin Laden e Al-Baghdadi, Greta Thunberg, Bill Gates. Dall’universale al particulare italico: la paura dei migranti, la paura di Salvini, la paura del Covid. Tutti accessori dell’unico sostantivo permanente, la paura, ormai imposta come regola e dovere civile per gli ex cittadini, virtualmente trasformati in topi dal primo ministro venuto dal nulla e dalla sua oscura coorte di plenipotenziari tuttologi. Se il grande Mikhail Sergeevič vagheggiava per tutti noi un’alleanza internazionale di intelligenza cooperativa, spalancata su un futuro da abbracciare, nel giro di trent’anni siamo arrivati alla più grottesca zootecnia di massa che la letteratura distopica potesse immaginare, e proprio nei termini disegnati da scrittori come Huxley e Orwell: il topo è felicissimo di stare chiuso in gabbia, e squittisce indispettito verso chi cerca di evadere.Fatti non foste a viver come bruti, dice Ulisse, che oggi finirebbe per parlare a moltitudini spettrali, rintronate dal post-giornalismo fattosi propaganda armata, minacciosa associazione di stampo omertoso. Reticenza e menzogne, per anni, hanno deprivato l’opinione pubblica dei mezzi elementari per esercitare il raziocinio critico della conoscenza adulta, scientifica, fondata sul dubbio. Dilaga la superstizione, nell’orgia dei sentito dire che i grandi media diffondono a reti unificate, sapendo di mentire, in mezzo al cimitero di quello che una volta si sarebbe chiamato giornalismo. Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: è il Grande Bugiardo a incaricarsi del fact-checking, decretando vita e morte di ogni aspirante narratore di notizie. Sicché, nel piccolo mondo sottostante – quello delle elezioni – i sedicenti politici si regolano di conseguenza: si adattano, tutti, ai 140 caratteri di Twitter, agli slogan destinati a durare solo fino all’indomani, proprio come gli esilaranti programmi elettorali ricamati dagli storyteller all’unico scopo di rastrellare gonzi, di destra o di sinistra non importa, europeisti o sovranisti, filogovernativi ottusi o alternativi di belle speranze che si candidano a scarabocchiare la stessa lavagna che poi tornerà nera come prima, con un bel colpo di spugna.Liberatori e carcerieri: la mole di Gorbaciov si staglia ancora all’orizzonte, proiettando la sua ombra sul governo mondiale dei mascalzoni che si sono impadroniti del terzo millennio. Cialtroni generici e pericolosi apprendisti stregoni, subdoli allevatori di terroristi, spietati strozzini tecno-finanziari, famosi medici dalla siringa facile e buffoni di corte travestiti da scienziati. Stanno scavando una voragine planetaria brulicante, nella quale la zoologia umana sta lentamente sprofondando, di paura in paura, senz’altro paesaggio immaginario che quello di una smisurata catastrofe incombente, quella disegnata mezzo secolo fa dalle grandi famiglie demiurgiche e dai loro impenetrabili club ammantati di prestigio internazionale. Vaticinavano sciagure epocali già negli Settanta, dopo la fine dei Kennedy, prima ancora che i killer si dedicassero a Moro e Olof Palme, a Yitzhak Rabin, a Thomas Sankara. Poi finirono gli omicidi selettivi e si passò a sparare nel mucchio, dalle Torri Gemelle alle stragi firmate Isis. Unico, identico obiettivo: noi, il popolo oggi obbligato a indossare la mascherina. Uomini e topi: chissà che titolo avrebbe inventato, Steinbeck, per descrivere la condizione dell’umanità di oggi, terrorizzata senza tregua, benché viva nel pianeta più ricco e prospero che la storia ricordi.(Giorgio Cattaneo, “Uomini e topi”, dal blog del Movimento Roosevelt del 4 agosto 2020).Troppo bella, la pace nel mondo. Era il sogno di Gorbaciov: la fine universale delle ostilità, e l’avvento di una nuova era per il genere umano. Lo sistemarono velocemente, con un golpe. A seguire: lo sfacelo dell’Urss e la svendita della Russia, la guerra in Cecenia, il martirio della Jugoslavia. Archiviata la narrazione gorbacioviana, riecco il film dell’orrore: 11 Settembre, e dunque guerra. Afghanistan, Iraq, Libia, Yemen, Siria. L’agenda del mondo ridotta a pura emergenza: il terrorismo, il clima, e ora il virus. Via Gorbaciov, in prima pagina sono finiti Bin Laden e Al-Baghdadi, Greta Thunberg, Bill Gates. Dall’universale al particulare italico: la paura dei migranti, la paura di Salvini, la paura del Covid. Tutti accessori dell’unico sostantivo permanente, la paura, ormai imposta come regola e dovere civile per gli ex cittadini, virtualmente trasformati in topi dal primo ministro venuto dal nulla e dalla sua oscura coorte di plenipotenziari tuttologi. Se il grande Mikhail Sergeevič vagheggiava per tutti noi un’alleanza internazionale di intelligenza cooperativa, spalancata su un futuro da abbracciare, nel giro di trent’anni siamo arrivati alla più grottesca zootecnia di massa che la letteratura distopica potesse immaginare, e proprio nei termini disegnati da scrittori come Huxley e Orwell: il topo è felicissimo di stare chiuso in gabbia, e squittisce indispettito verso chi cerca di evadere.
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Kennedy: finisce all’ospedale chi fa il vaccino anti-Covid
Vaccini-spazzatura, che mandano all’ospedale il 25% delle persone che li assumono: altro che protezione dal Covid. E’ la scioccante denuncia firmata da Robert Fitzgerald Kennedy Junior, figlio del senatore Robert Kennedy, fratello del presidente John. Bob Kennedy fu assassinato nel 1968, quand’era il candidato democratico alle presidenziali americane. Robert Junior è quindi uno degli ultimi sopravvissuti di una stirpe a suo modo gloriosa, anche se molto sfortunata, ricorda Guido da Landriano su “Scenari Economici”. Robert Kennedy anche un noto avvocato ambientalista, oltre che autore di bestseller e conduttore radiofonico. Proprio alla radio, scrive Landriano, in un recente dibattito si è lanciato duramente contro il vaccino della Moderna, uno dei 5 vaccini anti Covid-19 in via di sperimentazione. Quello della Moderna dovrebbe passare alla terza fase di test, su decine di migliaia di persone, proprio in questi giorni. Inequivocabili le parole di Kennedy: quel vaccino, che è il più probabile candidato per l’adozione di massa, compromette seriamente la salute di chi lo assume, e rischia di essere messo in campo senza un’adeguata fase di collaudo: «Il vaccino Moderna ha saltato del tutto il test sugli animali, ed è stato testato solo su 45 persone». Un campione davvero esiguo, che peraltro ha già mostrato come il vaccino non sia per nulla sicuro.«Avevano un gruppo ad alto dosaggio di 15 persone, un gruppo a medio dosaggio di 15 persone e un gruppo a bassa crescita di 15 persone», ha spiegato Kennedy. «Nel gruppo a basso dosaggio, una delle persone si è ammalata così gravemente, a causa del vaccino, da dover essere ricoverata in ospedale». Statisticamente: il vaccino costringe a ricoverare il 6% delle cavie “a basso dosaggio”. Quanto al gruppo “ad alto dosaggio”, «tre persone si sono ammalate così tanto da dover essere ricoverate in ospedale: e rappresentano il 20% del campione». Robert Kennedy, aggiunge “Scenari Economici”, ha attaccato duramente anche i criteri di esclusione utilizzati nella selezione dei candidati alla sperimentazione: «Stanno dando questi vaccini solo alle persone più sane». Ancora: per essere ammesso ai test «non puoi essere incinta e non puoi essere in sovrappeso, non devi mai aver fumato una sigaretta, non devi mai “svapare”, non devi avere problemi respiratori nella tua famiglia e non puoi soffrire di asma». Non è tutto: «Non puoi avere il diabete, l’artrite reumatoide o qualsiasi malattia autoimmune. E non ci deve essere nessuna storia di convulsioni, in famiglia».Queste, ha aggiunto Kennedy, sono le persone su cui stanno testando il vaccino. «Cosa succederà quando lo daranno all’americano tipico? Sapete, a Sally con la pancetta e a Joe “Sacco di Donut”», termini che indicano lo statunitense comune, che tende all’obesità. Kennedy è in prima linea, da anni, nel denunciare la pessima fattura industriale dei vaccini recenti, che sospetta siano concausa di effetti collaterali anche gravi. Non a caso, per le vaccinazioni, Big Pharma gode della più completa immunità giuridica: gli Usa hanno finora speso 4 miliardi di dollari per risarcire persone che hanno dimostrato di esser state danneggiate dai vaccini. Kennedy ha un figlio autistico, ed è convinto che i vaccini contribuiscano alla nascita di bambini autistici: insieme all’attore Robert De Niro, ha messo in palio (inutilmente, finora) una ingente somma, centomila dollari, per il primo medico che riuscisse a dimostrare di poter escludere scientificamente la correlazione tra vaccini e autismo. Sul problema Covid, poi, la situazione è complicata dalla fretta. «Anche in Europa ci sono stati dei casi preoccupanti sul test del vaccino Astra Zeneca», scrive “Scenari Economici”: «Eppure, incredibilmente, si punta solo su questo tipo di terapia in modo massiccio: possibile che si mettano tutte le uova in un solo paniere?».Vaccini-spazzatura, che mandano all’ospedale il 25% delle persone che li assumono: altro che protezione dal Covid. E’ la scioccante denuncia firmata da Robert Fitzgerald Kennedy Junior, figlio del senatore Robert Kennedy, fratello del presidente John. Bob Kennedy fu assassinato nel 1968, quand’era il candidato democratico alle presidenziali americane. Robert Junior è quindi uno degli ultimi sopravvissuti di una stirpe a suo modo gloriosa, anche se molto sfortunata, ricorda Guido da Landriano su “Scenari Economici“. Robert Kennedy anche un noto avvocato ambientalista, oltre che autore di bestseller e conduttore radiofonico. Proprio alla radio, scrive Landriano, in un recente dibattito si è lanciato duramente contro il vaccino della Moderna, uno dei 5 vaccini anti Covid-19 in via di sperimentazione. Quello della Moderna dovrebbe passare alla terza fase di test, su decine di migliaia di persone, proprio in questi giorni. Inequivocabili le parole di Kennedy: quel vaccino, che è il più probabile candidato per l’adozione di massa, compromette seriamente la salute di chi lo assume, e rischia di essere messo in campo senza un’adeguata fase di collaudo: «Il vaccino Moderna ha saltato del tutto il test sugli animali, ed è stato testato solo su 45 persone». Un campione davvero esiguo, che peraltro ha già mostrato come il vaccino non sia per nulla sicuro.
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Mazzucco: alterata dai censori la mia biografia su Wikipedia
La mia pagina su Wikipedia è controllata direttamente da Paolo Attivissimo, e lo ha ammesso lui stesso. Io non posso modificare la mia biografia. Inizialmente, quando l’avevo caricata su Wikipedia, conteneva i film che avevo fatto e i premi cinematografici che avevo ricevuto. Man mano che il tempo passava, mi sono accorto che tutta la parte positiva del mio lavoro spariva, e in compenso comparivano delle voci che dicevano: “Mazzucco è stato completamente smontato da Attivissimo, ha fatto affermazioni non supportate”. Insomma, erano praticamente dei testi da debunker. Ho provato a protestare e a correggerla, la mia biografia, ma mi è stato impedito. Mi hanno detto: se continui a cercare di correggere la tua biografia, ti verrà tolto l’accesso a Wikipedia e non potrai più intervenire. E quando la cosa è pubblicamente esplosa, e io ho accusato Attivissimo di essere lui a manipolare la mia pagina, lo ha ammesso per iscritto. Sto preparando un video, che si intitolerà proprio “Chi controlla Wikipedia”, dove mostrerò tutta la documentazione che dimostra come il Cicap, cioè Attivissimo, ammette apertamente che sono loro a controllare le nostre pagine.In generale, quando andate su Wikipedia in cerca di qualunque argomento controverso, non aspettatevi necessariamente di trovare la verità oggettiva. Se cercate la formula del carbonio, Wikipedia va benissimo. Ma nel momento in cui si vanno a cercare argomenti controversi, sappiate che c’è molto probabilmente la mano di qualcuno che sta più dall’altra parte, che non dalla vostra. Alcuni argomenti “diventano” controversi nel momento in cui metti in discussione la narrativa ufficiale. Se andate a vedere il sito del Cicap, che è quello dei debunker per eccellenza (fondato da Piero Angela e guidato da gente come Attivissimo e Polidoro), scoprirete che tutti gli argomenti che in qualche modo mettono in discussione la versione ufficiale dei fatti vengono contrastati. Quindi non è più un sito che cerca la verità. A uccidere Kennedy è stato Oswald, perché la versione ufficiale dice ancora così; sulla Luna ci siamo andati perché lo dice la Nasa, e chi sostiene il contrario è un complottista e non vale niente.Ancora: tutte le medicine alternative non funzionano, bisogna curarsi solo con la medicina ufficiale e l’oncologia ufficiale; gli Ufo non esistono, sono soltanto sogni e invenzioni di qualcuno che s’è fumato una sigarettina di troppo; idem i cerchi nel grano. Non è possibile che non ci sia nulla di vero in nessuna di tutte queste cose. Quindi è chiaro che loro hanno un atteggiamento sistematico: non riguarda più il singolo argomento, ma proprio la gestione generale del concetto di potere. Cioè: tu non devi mai mettere in discussione il potere istituzionale, anche se questo comporta il fatto di mentire. Perché i debunker, pur di sostenere che l’11 Settembre l’hanno fatto i 19 terroristi, sono arrivati a dover dire delle bugie clamorose, che abbiamo denunciato e smascherato più volte. Ma a loro non importa, perché nella loro filosofia ciò che è importante non è la verità sull’11 Settembre, ma è mantenere il rispetto delle istituzioni. Quindi la chiave di lettura del debunker è questa: il debunker è il grande difensore delle versioni ufficiali. E’ il cane da guardia del potere.(Massimo Mazzucco, dichiarazioni rilasciate a Eugenio Miccoli di “me+” nella video-intervista “La Macchina di Hollywood”, pubblicata su YouTube e ripresa da “Luogo Comune” il 27 luglio 2020. Fotografo, sceneggiatore e regista cinematografico attivo per anni a Los Angeles negli studi della De Laurentiis, Mazzucco ha abbracciato il documentario su web dopo l’11 Settembre, a partire da “Inganno globale”, trasmesso in Italia anche in televisione, da “Canale 5″, in prima serata. Autore del blog “Luogo Comune” e fondatore con Giulietto Chiesa di “Contro-Tv”, nonché collaboratore di “Pandora Tv” e “ByoBlu”, ogni sabato Mazzucco anima la diretta web-streaming “Mazzucco Live” con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Nei suoi documentari ha affrontato temi disparati, dalle cure alternative contro il cancro alla storica criminalizzazione della cannabis per favorire la plastica, cioè l’industria del petrolio. L’ultimo lavoro, “American Moon”, dimostra – avvalendosi dei migliori fotografi internazionali, da Peter Lindbergh a Oliviero Toscani – che le immagini del presunto “allunaggio” del 1969 sono un falso, creato in studio).La mia pagina su Wikipedia è controllata direttamente da Paolo Attivissimo, e lo ha ammesso lui stesso. Io non posso modificare la mia biografia. Inizialmente, quando l’avevo caricata su Wikipedia, conteneva i film che avevo fatto e i premi cinematografici che avevo ricevuto. Man mano che il tempo passava, mi sono accorto che tutta la parte positiva del mio lavoro spariva, e in compenso comparivano delle voci che dicevano: “Mazzucco è stato completamente smontato da Attivissimo, ha fatto affermazioni non supportate”. Insomma, erano praticamente dei testi da debunker. Ho provato a protestare e a correggerla, la mia biografia, ma mi è stato impedito. Mi hanno detto: se continui a cercare di correggere la tua biografia, ti verrà tolto l’accesso a Wikipedia e non potrai più intervenire. E quando la cosa è pubblicamente esplosa, e io ho accusato Attivissimo di essere lui a manipolare la mia pagina, lo ha ammesso per iscritto. Sto preparando un video, che si intitolerà proprio “Chi controlla Wikipedia”, dove mostrerò tutta la documentazione che dimostra come il Cicap, cioè Attivissimo, ammette apertamente che sono loro a controllare le nostre pagine.