Archivio del Tag ‘oligarchia’
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Magaldi: violeremo il coprifuoco, è imposto da mascalzoni
«A quel cialtrone di Giuseppe Conte trema la voce, ormai, nell’annunciare le nuove, inutili e devastanti restrizioni? Fa bene, ad avere paura: sa di essersi spinto troppo oltre, nel prestarsi a fare test di massa per dimostrare fino a che punto è possibile opprimere la popolazione, annullando democrazia e libertà, come vuole l’élite reazionaria che da decenni sta deliberatamente deprimendo l’Occidente». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, ha una visione chiara dell’origine della crisi in corso: «Prima il terrorismo economico-finanziario, poi la farsa hollywoodiana del terrorismo jihadista, e adesso la pandemia da operetta: sempre le stesse forze manipolano la realtà e la politica contro gli interessi delle collettività, in Italia e nel mondo». Magaldi sfida Conte e i fautori del “coprifuoco” in arrivo: «Saremo la cattiva coscienza di questi mascalzoni, esecutori e mandanti di questa tragicommedia chiamata pandemia». E avverte: «Chi ha ancora sangue nelle vene sarà felice di partecipare alle imminenti “passeggiate” della Milizia Rooseveltiana: senza mascherina e violando il coprifuoco, inviteremo le forze dell’ordine a fare obiezione di coscienza, nei confronti di misure assolutamente inutili in chiave anti-Covid ma micidiali per dare il colpo di grazia all’economia familiare di milioni di italiani».Autore nel 2014 del bestseller “Massoni” (Chiarelettere), che svela il ruolo occulto delle superlogge “neoaristocratiche” nell’imposizione del globalismo mercantilista neoliberale, in cui emerge la Cina come modello alternativo a quello occidentale (efficienza economica, ma senza libertà), Magaldi accusa il “partito cinese”, trasversale e influente anche tra le fila del governo Conte, di aver manipolato l’emergenza sanitaria a scopo di potere. «Il governo ha offerto un atteggiamento paternalistico e dispotico. Bisognava dire, sia agli anziani (fragili) che agli ipocondriaci paurosi: state a casa, voi sì. Siate liberi di mettervi in lockdown, se non volete contagiarvi e quindi immunizzarvi. Conosco tanti anziani che hanno contratto il Covid, si sono curati e oggi stanno meglio di prima. Chi invece ha paura, stia casa: si trinceri in un auto-lockdown responsabile, ma non impedisca agli altri di vivere e lavorare». Magaldi torna a citare un virologo mainstream come Guido Silvestri, secondo cui un nuovo lockdown sarebbe irreparabile. «Silvestri dice: state calmi, ormai ci si cura e si guarisce da casa». Ovvio che il numero dei contagiati dipende dall’enorme numero di tamponi effettuati. «Se poi però il numero dei contagiati viene usato dai media come una clava per fare terrorismo psicologico, e su questo i politici costruiscono le loro restrizioni, tra ordinanze e Dpcm, è tutto un montare di una colossale manipolazione».Insomma, si decidano ad ammetterlo: «L’aumento delle rilevazioni dei contagi non comporta affatto un’ecatombe», afferma Magaldi. «Piuttosto, così facendo, abbiamo perso altro tempo prezioso: in questi mesi bisognava infatti rafforzare la medicina territoriale e allestire comunque, anche a costo di lasciarli vuoti, dei centri di terapia (intensiva e non). E invece non è stato fatto nulla, di tutto questo. E ora il governo pensa davvero di cavarsela con un nuovo lockdown?». Per Magaldi, occorrerebbe invece «tranquillizzare la popolazione, togliere qualunque coprifuoco, favorire la ripresa di tutte le attività economiche». E inoltre, «spiegare che la contagiosità è un dato fisiologico ampiamente previsto, e che la gran parte dei contagiati stanno bene e non sono in pericolo: la piccola parte di popolazione che avrà complicazioni sarà curabile all’ospedale e soprattutto da casa, in assoluta sicurezza». In altre parole: nulla di quanto serviva è stato fatto, mentre non si è esitato a varare misure demenziali e suicide per l’economia. Anche per questo è durissimo, il presidente “rooseveltiano”, con il governo Conte: «Molti protagonisti di questa fase storica – sottolinea – andranno processati: per danni alla salute fisica e psichica dei cittadini e per i danni irreparabili arrecati all’economia, quindi alla sicurezza sociale, oltre che per grave attentato alla Costituzione».Il “partito cinese”, trasversale e annidato anche nel governo italiano, «sta sfruttando la pandemia per devastare l’economia, che già era in sofferenza, in modo da ottenere un maggior controllo sociale», sostiene Magaldi, che spiega: «Una persona che sia privata della sua autonoma via alla libertà economica sarà più incline a sottomettersi al “padrone” istituzionale che gli dà la mancia, e parliamo di istituzioni oggi occupate da gente che ha in odio la democrazia». Il leader “rooseveltiano” ammette di provare «dolore», di fronte allo spettacolo degli italiani costretti a rinunciare a lavorare, e quindi a sostentarsi economicamente, con anche «la paura di chi vede esaurirsi gli ultimi risparmi: le nostre città sono diventate spettrali, i cittadini già rimpiangono la vita che non c’è più e che di questo passo non potrà più esserci, per lunghi anni». Al tempo stesso, però, secondo Magaldi questa è anche una formidabile opportunità: «E’ la grande occasione per mostrare chi è davvero coraggioso e chi è vigliacco, chi ha voglia di combattere e chi è soltanto un “leone da tastiera”, chi ha coscienza dei propri diritti e anche coscienza del proprio dovere, di difendere i suoi diritti e quelli degli altri».Se qualcuno aveva sperato che il governo Conte risarcisse le imprese azzerate dal lockdown e riportasse il paese verso la normalità è rimasto deluso. Al contrario, ora si corre verso nuove, devastanti restrizioni. «La misura è colma», sentenzia Magaldi, pronto a mobilitare la Milizia Rooseveltiana, formazione creata dal movimento da lui presieduto, sorto nel 2015 per democratizzare la politica. «Abbiamo bisogno che, ogni settimana, gruppi “rooseveltiani” (anche esigui) infrangano il lockdown, infrangano il coprifuoco e si facciano portare nei commissariati, diventino dei “fuorilegge” riconosciuti, naturalmente nel senso alto e nobile della disobbedienza civile. E’ quella cosa per la quale, di solito – aggiunge Magaldi – i rivoluzionari pacifici e nonviolenti vengono poi riconosciuti, dalle istituzioni e dello stesso popolo, come benemeriti eroi», ben distinti dai teppisti che devastano vetrine e si scontrano con le forze dell’ordine. «Chi lancia molotov non ha capito che, spesso, poliziotti e carabinieri sono assolutamente simpatetici con le ragioni dei manifestanti: sono cittadini anche loro, e si rendono ben conto di trovarsi a fare i “cani da guardia” di qualcosa che è profondamente iniquo, figlio di una volontà più proterva rispetto a quella dei cialtroni del governo italiano». La missione civile dei “rooseveltiani” è precisa: «Facciamo in modo che il mondo diventi consapevole che il danno di questa pandemia non è nel virus, ma è nelle cattive misure politiche prese per fronteggiarlo».Magaldi offre anche un preciso sguardo geopolitico, alla vigilia delle presidenziali Usa. «Col virus, il “partito cinese” voleva azzoppare Trump, sperando di poter utilizzare Biden come ariete dell’oligarchia, sorretta dai partner occulti dell’unico vero fascismo di oggi, cioè il comunismo cinese». “Ordo ab chao”, si dice in massoneria, intendendo il ricorso al caos per instaurare un nuovo ordine. «Ebbene: il caos è stato abbondantemente prodotto con il coronavirus, senza il quale la riconferma di Trump sarebbe stata scontata. Oggi le chance di Biden sono cresciute, ma attenzione: i sondaggi erano sbagliati già nel 2016, quando davano sicura vincente Hillary Clinton». Aggiunge Magaldi: «Sappiate che gli astri di Trump sono migliori di quelli di Biden: non significa per forza che vincerà, ma vuol dire che la sua storia ha da dare qualcosa di più fruttuoso, alla comunità americana e a quella mondiale». Joe Biden? «Sarebbe solo un comprimario, altri deciderebbero al suo posto: e questo è un bene». Grazie a un preciso patto supermassonico, spiega Magaldi, l’eventuale presidenza Biden sarebbe infatti co-gestita da una cabina di regia concorde su un punto: «La necessità di proseguire nel contrasto della pericolosa egemonia del “partito cinese” sull’Occidente, che oggi viene esercitata anche attraverso l’autoritarismo indotto dalla cosiddetta pandemia».«A quel cialtrone di Giuseppe Conte trema la voce, ormai, nell’annunciare le nuove, inutili e devastanti restrizioni? Fa bene, ad avere paura: sa di essersi spinto troppo oltre, nel prestarsi a fare test di massa per dimostrare fino a che punto è possibile opprimere la popolazione, annullando democrazia e libertà, come vuole l’élite reazionaria che da decenni sta deliberatamente deprimendo l’Occidente». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, ha una visione chiara dell’origine della crisi in corso: «Prima il terrorismo economico-finanziario, poi la farsa hollywoodiana del terrorismo jihadista, e adesso la pandemia da operetta: sempre le stesse forze manipolano la realtà e la politica contro gli interessi delle collettività, in Italia e nel mondo». Magaldi sfida Conte e i fautori del “coprifuoco” in arrivo: «Saremo la cattiva coscienza di questi mascalzoni, esecutori e mandanti di questa tragicommedia chiamata pandemia». E avverte: «Chi ha ancora sangue nelle vene sarà felice di partecipare alle imminenti “passeggiate” della Milizia Rooseveltiana: senza mascherina e violando il coprifuoco, inviteremo le forze dell’ordine a fare obiezione di coscienza, nei confronti di misure assolutamente inutili in chiave anti-Covid ma micidiali per dare il colpo di grazia all’economia familiare di milioni di italiani».
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Black Dance Matter, Paolo Mosca: niente è come sembra
Ricordate Jeffrey Epstein, il potenziale ricattatore più famoso del mondo tramite le sue festicciole per vip sull’isola delle baby-schiave? Be’, non si è affatto suicidato, dopo l’arresto. L’hanno ucciso in cella o è stata solo una messinscena? Dunque il tizio non è mai morto? E’ detenuto da qualche parte e ora sta vuotando il sacco? Lo si potrebbe dedurre da tanti segni. Per esempio, la follia collettiva pre-elettorale chiamata Black Lives Matters: sarebbe meglio ribattezzarla “Black Dance Matters”, se è vero che negli Usa ormai in preda al delirio di massa questa “danza” a colpi di scontri con la polizia sta tirando la volata al Raccapricciante Joe (Biden) contro l’ologramma mediatico del male (Trump L’oeil). In tutto questo, ci si domanda dove sia finita Killary (Clinton), e cosa c’entri la dama più nera d’America con la guerra civile a rovescio scatenata dalle bande che agitano Martello e Falce (riedizione capovolta di “falce e martello”), in un mondo ultra-distopico in cui tutto è rovesciato, a gambe all’aria, cominciando dalla verità. Un incubo, in cui affiora l’esorbitante leggenda dei giustizieri di Q-Anon, e dove chi sogna di poter sfogliare finalmente il Diario della Luce potrebbe considerare L’Opzione di Sansone, la rivolta.“Up patriots to arms”, cantava Battiato nel 1980, profetizzando il peggio dopo aver avvistato pericolose crepe nel nostro modo di vivere e sentire. Oggi, a distanza di quattro decenni, l’apocalisse finalmente è arrivata tra noi: ormai ci siamo, la pazzia è esplosa e ci sta invadendo come un virus dall’origine tuttora oscura. A denunciarlo – sempre in musica – è un altro italiano, Paolo Mosca: milanese, classe 1974. Autore televisivo, scrittore e regista. “Rockit” ricorda le sue «brevi ma intense avventure con Castadiva», una band “indie” che fece parlare di sé vent’anni fa. «Un disco pubblicato con Venus (ormai introvabile), un album inedito di cui girò solo un singolo, date live, ospitate tra radio e Tv, i videoclip girati con Elisabetta Sgarbi e poi, all’improvviso, la scomparsa dai radar». Nel 2018, Paolo Mosca è tornato: l’ha fatto con il “moniker” Second Elliptic Eye, per firmare il disco “Non amarmi senza dirmelo”, interfaccia musical-teatrale del romanzo “La mantide religiosa”, pubblicato da Eclissi nel 2015. Ed è sempre con la sigla Second Elliptic Eye che oggi Mosca presenta su Spotify le dieci tracce di “Black Dance Matters”, dove – intercalando l’inquietante tappeto sonoro elettronico – a parlare in modo inequivocabile è la micidiale sequenza dei titoli dei brani.Avviso ai naviganti: siamo entrati in acque pericolosamente inaudite, dove «black is the color and none is the number», come cantava il profetico Dylan di “A Hard Rain’s a-gonna Fall”. Che c’azzecca, il Vate di Duluth premiato col Nobel? Sempre lui, Paolo Mosca, ha fornito su YouTube una splendida traduzione del monumentale “Murder Must Foul”, l’epico brano-denuncia in cui Dylan, a fine marzo, ha sparato “worldwide”, sul web, la sua versione dei fatti: il dramma nel quale siamo sprofondati nel 2020 risalirebbe a un tumore esploso mezzo secolo prima, nell’agguato di Dallas in cui un certo Deep State assassinò John Kennedy. «La stessa élite massonica contro-iniziatica ha poi organizzato il golpe in Cile per insediare il neoliberismo al potere, quindi ha progettato una globalizzazione-canaglia di cui alla Cina è stato affidato il ruolo di locomotiva». Potente suggestione: trionfi economici, ma senza democrazia. «Di mezzo c’è stata la drammatica accelerazione imposta dal terrorismo “islamico”, altra creazione delle stesse menti raffinatissime che oggi sovragestiscono l’emergenza planetaria chiamata Covid».Ad affermarlo non è un complottista, ma il massone progressista Gioele Magaldi, autore nel 2014 del bestseller “Massoni” che svela il ruolo occulto, nel potere mondiale, di una quarantina di superlogge sovranazionali quasi onnipotenti. «La stessa uscita di Dylan, a sua volta massone progressista come il figlio di Bob Kennedy intervenuto a Berlino, testimonia la guerra in corso: l’ala democratica sta combattendo contro la fazione dominante, oligarchica, che cerca di imporci il “terrorismo sanitario” e, negli Usa, utilizza sigle come Antifa per liberarsi di Trump, presidente eletto nel 2016 in modo inaspettato, e dunque tuttora temutissimo perché non sottoposto al controllo di quell’élite». Il ponte tra Gioele Magaldi e Paolo Mosca si chiama Movimento Roosevelt, entità meta-partitica fondata cinque anni fa per tentare di svegliare la politica dormiente. Un libero cantiere di idee, al quale Mosca ha dato un contributo determinante. Se però indossa i panni del creativo puro, utilizzando l’etichetta Second Elliptic Eye, si prende giustamente una bella dose di licenze poetiche. «Il disco – racconta – l’ho creato con mia figlia Diana: il titolo “Diario della luce” è stata una sua idea, è l’unico titolo in italiano e chiude il disco guardando oltre».Il suo non è un sermone politico: è il passo (danzante, appunto) di chi decide di surfare sulla musica, e soprattutto sulle parole, per parlare dal profondo, per immagini e visioni, animando un teatro di specchi in cui riflettere l’orrore postmoderno dei nostri giorni tramortiti dai Dpcm, dai replicanti orwelliani dei telegiornali e, certo, dai lampi della guerra politica (non solo incruenta, purtroppo) che sta incendiando gli Stati Uniti. “Black Dance”, spiega lo stesso Paolo, è il secondo progetto “pop” di Second Elliptic Eye. «Il primo disco, “Non amarmi senza dirmelo”, era sfacciatamente cantautorale. Qui si vira verso un genere dance-punk». L’idea, aggiunge, è quella di «fotografare il presente attraverso la musica». Il che, oggi, significa innanzitutto «rappresentare la danza nera che ci avvolge tra pandemie reali o presunte, mass media che dicono tutto e tutto il contrario, fake news vere e notizie accreditate come vere pur essendo fintissime». Nemmeno della scienza, aggiunge Paolo, ci si può più fidare: «L’esattezza che la dovrebbe contraddistinguere è travolta dai divulgatori scientifici che fanno la gara a spararla grossa».Quanto alla sequenza musicale di “Black Dance Matter”, va premesso che l’ascolto è ipnotico. «I brani sono dieci, e vogliono rappresentare 10 nodi che stanno disegnando il prossimo futuro», spiega l’autore: «Chi li ascolta per bene noterà dei riferimenti chiari a quello che sta accadendo». Alcuni esempi: «Nel brano “Trump (l’oeil)” giochiamo con il “trompe l’oeil”, cioè con l’effetto che inganna l’occhio». Non a caso: «Trump è un maestro nell’apparire ciò che non è, e qui lo vogliamo omaggiare. La musica infatti si rincorre melodicamente, cambiando di continuo sequenza come per non farsi afferrare». Da The Donald al suo avversario, il “raccapriccante” Biden: «In “Creepy Joe” a un certo punto si sente qualcuno annusare, vizio noto del candidato alla presidenza». Il titolo di un altro brano, “Hammer and Sickle”, evoca le sanguinose rivolte inscenate da Antifa, sotto bandiere in cui compaiono falce e martello. «Qui il ritmo ricorda una polka, ma con influenze country», sottolinea Paolo Mosca. Traduzione: «Il futuro degli Stati Uniti è comunista, o, ancor meglio, cinese?».«A leggere quanto emerge dalle mail ritrovate di Hunter Biden sembra proprio che ci sia questa possibilità», aggiunge l’autore, riferendosi alle prove che stanno emergendo, sui finanziamenti occulti che la famiglia Biden avrebbe incamerato da influenti sponsor cinesi. Certo salta agli occhi un altro dettaglio: il carattere marcatamente squadristico – più nero che rosso – che emerge dall’estetica di Antifa, che anche emotivamente capovolge qualsiasi riferimento alla tradizione antifascista, cioè essenzialmente democratica. Archiviate le imprese dei devastatori anti-Trump e le malefatte della famiglia Biden, Paolo Mosca rispolvera l’epica biblica: ecco “The Samson Option”, che si apre con suoni apocalittici, visto che «Sansone moriva distruggendo il tempio con tutti i filistei». Poi però il tono cambia: «La musica diventa ballabile e vagamente mediorientale». Messaggio: «Quanto sono disposti a portarci a fondo e quanto saranno in grado di indorarci pillole e vaccini?». Per ora, Paolo si ferma qui: «Il resto lascio che lo scoprano da soli gli ascoltatori, se no che gusto c’è?».Paolo Mosca ha esordito come autore televisivo alla fine degli anni ‘90. Ha collaborato con Rai e Mediaset, Mtv e Sky. Ha scritto per “L’isola dei famosi”, “Domenica Live”, “X Factor”, “Fuori dal coro”. Insieme alla sorella di Vittorio Sgarbi, Elisabetta, ha realizzato un bel po’ di film d’arte: tanti i protagonisti, da Hanif Kureishi a Morgan, da Manlio Sgalambro a Nicola Arigliano. Nel 2009, Bompiani gli ha pubblicato il suo primo saggio dedicato all’universo televisivo (”Reality. Dal Grande fratello all’Isola dei famosi”), seguito qualche anno dopo dal romanzo “La mantide religiosa”. Il suo blog, “Mosquicide”, è uno straordinario punto di osservazione: monitora il mondo in cui oggi la fiction assorbe le inquietudini del mondo reale. Un lavoro riassunto in modo magistrale nel volume “Passeggeri oscuri”, uscito due anni fa con un messaggio importante: le nuove serie Tv, oggi distribuite sul web, possiedono le chiavi del futuro (le rivelazioni anticipatrici un tempo affidate alla fantascienza dei kolossal che riempivano i cinema). Come dire: i “veggenti” non sono scomparsi, tutt’altro. Si sono semplicemente adattati al nuovo mezzo, per lanciare i loro avvertimenti. Il tema è sempre lo stesso: quello che sta per succederci, e perché.“Black Dance Matters” è solo l’ultima sfida di Paolo Mosca, originalissimo battitore libero capace di interagire perfettamente anche con il mainstream. Questione di cultura, passione, sensibilità e intelligenza intuitiva, adatta a maneggiare benissimo anche l’universo dei codici cifrati. Tra i suoi “maestri” c’è sicuramente anche il simbologo Gianfranco Carpeoro, che nel saggio “Dalla massoneria al terrorismo” svela i retroscena (non certo islamici) degli attentati targati Isis in Europa. Quanto è breve il passo che separa i jihadisti eterodiretti dai miliziani della “danza nera” che ha devastato l’America, nei giorni del Covid? Saranno le prossime ore, cioè le ultime battute della campagna elettorale per le presidenziali americane, a svelarci qualcosa di decisivo sulla sovragestione in atto, grazie a cui niente è come sembra e nessuno è quello che dice di essere? «I prossimi 15 giorni saranno decisivi: non solo per il futuro degli Stati Uniti, ma per il futuro di tutto il pianeta», ammette Paolo Mosca. «Credo che mai le elezioni americane abbiano avuto questa portata storica. Ad ogni modo, comunque vada – chiosa, con un sorriso – la luce splenderà sempre».Ricordate Jeffrey Epstein, il potenziale ricattatore più famoso del mondo tramite le sue festicciole per vip sull’isola delle baby-schiave? Be’, non si è affatto suicidato, dopo l’arresto. L’hanno ucciso in cella o è stata solo una messinscena? Dunque il tizio non è mai morto? E’ detenuto da qualche parte e ora sta vuotando il sacco? Lo si potrebbe dedurre da tanti segni. Per esempio, la follia collettiva pre-elettorale chiamata Black Lives Matter: sarebbe meglio ribattezzarla “Black Dance Matter”, se è vero che negli Usa ormai in preda al delirio di massa questa “danza” a colpi di scontri con la polizia sta tirando la volata al Raccapricciante Joe (Biden) contro l’ologramma mediatico del male (Trump L’oeil). In tutto questo, ci si domanda dove sia finita Killary (Clinton), e cosa c’entri la dama più nera d’America con la guerra civile a rovescio scatenata dalle bande che agitano Martello e Falce (riedizione capovolta di “falce e martello”), in un mondo ultra-distopico in cui tutto è rovesciato, a gambe all’aria, cominciando dalla verità. Un incubo, in cui affiora l’esorbitante leggenda dei giustizieri di Q-Anon, e dove chi sogna di poter sfogliare finalmente il Diario della Luce potrebbe considerare L’Opzione di Sansone, la rivolta.
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Sapelli: ai militari il dopo-Trump. Con Biden, Italia più sola
Trump si è “suicidato” con il Covid, compromettendo la sua rielezione: se perdesse e non volesse lasciare la Casa Bianca, l’America finirebbe in mano ai militari, almeno temporanamente. Poi, una volta insediato, Joe Biden spingerebbe l’Italia verso un nuovo patto con Germania e Francia. Lo sostiene sul “Sussidiario” il professor Giulio Sapelli, storico dell’economia, in un’articolata analisi della situazione, italiana e mondiale, alla vigilia delle presidenziali statunitensi. Premessa importante: negli Usa, gli sfidanti sono d’accordo almeno su un punto, e cioè la necessità di imporre uno stop al dilagare dell’egemonia di Pechino. «Sulla questione cinese l’accordo bipartisan tra democratici e repubblicani è fermo, è convinto: le famiglie e i caucus Clinton-Bush, dioscuri della finanza sregolata, che vedevano e vedono nella leva demografica cinese il punto archetipale delle loro fortune, non sono sconfitte, ma in ritirata: una anabasi che si riscontra ogni giorno, crisi dopo crisi finanziaria, scandalo dopo scandalo». Certo, ammette Sapelli, «le faglie ci sono ancora e sono profonde, tra i due storici partiti Usa: dal problema del welfare a quello fiscale, sino a giungere all’orientamento da tenere in merito ai temi climatici e all’economia circolare». Secondo Sapelli, intanto, Donald Trump «ha infranto ogni limite del decoro istituzionale, con le sue ultime mosse pandemiche che hanno aperto la via al torrente dei negazionisti».Sul fronte democratico, l’indicazione della nomina a possibile vicepresidente di Kamala Harris «ha colmato quello spazio conservatore di centro che – scrive Sapelli – il prode Sanders (che io voterei in Usa, ora e sempre) ha dovuto rendere contendibile ai democratici con il suo ritiro dal campo». Sempre secondo Sapelli, «la sconfitta di Trump si avvia a compiersi». E tutto, «purtroppo», si misurerà «sulla resistenza che potrà e saprà opporre alla nomina del suo successore». Si tratterebbe di una decisione «nefasta», che «rischierebbe di paralizzare non solo gli Usa, ma il mondo intero, con conseguenze devastanti per i rapporti di forza mondiali, favorendo di fatto una Cina sull’orlo della crisi economica e politica, aumentando le possibilità che le forze aggressive che covano nel suo neo-maoismo possano scatenarsi: senza una base economica possono essere devastanti». Da questa paralisi nordamericana, prosegue Sapelli, Xi Jinping trarrebbe nuova forza: in primis all’interno del Pcc, continuando così la sua opera di accentramento dei poteri, «che non fa che creare tutte le basi per una sua prossima caduta». Attenzione agli Usa: è in gioco «la sorveglianza delle possibili frodi e la prevenzione di possibili colpi di mano di ogni genere». Avverte Sapelli: «Se i democratici affideranno ai militari – come si annuncia – la difesa della continuità della democrazia nordamericana, si aprirà una vera fase inedita nella storia mondiale».Per il professore, il Pentagono resta «la “coorte” che meglio ha saputo e sa difendere i valori della Costituzione più bella del mondo: la storia lo dimostra». Ma questa decisione, se si dovesse ricorrere ad essa, «non potrà non avere una conseguenza pesantissima sul prestigio internazionale degli Usa». La superpotenza atlantica in mano ai militari, anche formalmente, in seguito al caos che si teme possa esplodere, in prossimità delle presidenziali? Scenari da incubo, di cui tuttavia si sta parlando con insistenza. In quel caso, conclude Sapelli, «l’Italia sarà sempre più sola, in Europa». Difficile che Biden schieri le portaerei davanti alla Libia, «mentre è certo che riaprirà il dialogo con l’Iran». Ma l’ostacolo è rappresentato dalle potenze saudite del Golfo, dopo l’“Accordo di Abramo” recentemente stipulato a fianco di Israele per cercare di porre fine ai conflitti in Medio Oriente, esautorando i palestinesi dai negoziati. Gli arabi non appoggerebbero la scelta americana di tornare a dialogare con Teheran: «Quell’accordo è dettato dalla volontà di osteggiare l’imperialismo neo–ottomano e il ritorno diplomatico e militare della Russia nel Mediterraneo, quanto il revisionismo assassino iraniano».Quanto alla recente visita di Mike Pompeo in Italia, per Sapelli è stata «deludente», anche perché i legami dell’Italia con la Cina «non nascono solo dal seno dei 5 Stelle». Tutti – accusa Sapelli – cercano di dimenticare che fu il professor Michele Geraci (leghista e docente di un’università cinese) la mente pensante di quel Memorandum con la Cina che ci ha allontanato dagli Usa e dall’Europa (ma non dalla Germania, sottolinea Sapelli, facendo notare che Berlino e Pechino sono capitali politicamente vicinissime). Della Germania, osserva, «abbiamo accompagnato la trasparente scelta anti-atlantica, che durerà sino a quando la Merkel dominerà, con il suo gruppo d’interesse, la vita politica tedesca». Per contro, una parte degli stessi 5 Stelle (causa «l’imprevedibilità delle mucillagini peristaltiche che hanno sostituito le discipline di partito») ha cambiato posizione, «con la fibrillazione di un abile Fraccaro», riallineatosi agli Usa, anche «grazie al lavoro indefesso e mirabile di un ministro come Guerini, che più atlantico non si può trovare». Il titolare della difesa, esponente Pd, ha infatti «stretto un accordo spaziale con gli Usa che è la cosa più importante compiuta da questo governo sia in economia, sia in politica».Nel mentre, aggiunge Sapelli, i tedeschi e i cinesi «stringono un patto di ferro per dominare il porto di Trieste e proseguire nella Via della Seta in Europa, grazie alle mosse del cavallo con le pedine del Pireo e di Trieste a cui seguirà, se non li si ferma, quella di Taranto». Solo un rafforzamento della posizione italiana in Europa, stringendo saldi rapporti sia con la Francia che con la Germania – secondo Sapelli – può attutire l’impatto che la paralisi nordamericana avrà nella situazione geopolitica, «aumentando il grado di isolamento e quindi di sottomissione dell’Italia ai capitalismi estrattivi francesi e tedeschi». Sapelli cita il Risorgimento: l’Italia se la cavò grazie all’abilità di Cavour nel trattare con le potenze europee: «Un dominio occulto e incontrastato è sempre peggiore di un dominio di cui si scrivono le regole». Mentre il profilo costituzionale nordamericano «è posto in forse», l’Italia dovrebbe puntare tutto su un’altra Europa, sostiene Sapelli. «Sia il governo che le opposizioni, sia ciò che rimane di un’opinione pubblica di cui via via si perde il ricordo, debbono levare alta la bandiera di una Costituzione Europea». Ovvero: «Solo lo Stato di diritto europeo ci può salvare». Il gioco di specchi, quello degli attuali euro-nazionalismi, «aiuta i poteri occulti della sudditanza e della menzogna». Peggio: diffonde l’angoscia di non potere essere assistiti che da «una cornucopia che spande, come veleno per lo spirito, un denaro che è emblema dell’assistenzialismo e della malattia dell’ozio e dell’ignavia». Ma così «si distrugge lentamente l’Italia, perché si inquina la sua anima: la sua storia e i suoi popoli non lo meritano».Trump si è “suicidato” con il Covid, compromettendo la sua rielezione: se perdesse e non volesse lasciare la Casa Bianca, l’America finirebbe in mano ai militari, almeno temporanamente. Poi, una volta insediato, Joe Biden spingerebbe l’Italia verso un nuovo patto con Germania e Francia. Lo sostiene sul “Sussidiario” il professor Giulio Sapelli, storico dell’economia, in un’articolata analisi della situazione, italiana e mondiale, alla vigilia delle presidenziali statunitensi. Premessa importante: negli Usa, gli sfidanti sono d’accordo almeno su un punto, e cioè la necessità di imporre uno stop al dilagare dell’egemonia di Pechino. «Sulla questione cinese l’accordo bipartisan tra democratici e repubblicani è fermo, è convinto: le famiglie e i caucus Clinton-Bush, dioscuri della finanza sregolata, che vedevano e vedono nella leva demografica cinese il punto archetipale delle loro fortune, non sono sconfitte, ma in ritirata: una anabasi che si riscontra ogni giorno, crisi dopo crisi finanziaria, scandalo dopo scandalo». Certo, ammette Sapelli, «le faglie ci sono ancora e sono profonde, tra i due storici partiti Usa: dal problema del welfare a quello fiscale, sino a giungere all’orientamento da tenere in merito ai temi climatici e all’economia circolare». Secondo Sapelli, intanto, Donald Trump «ha infranto ogni limite del decoro istituzionale, con le sue ultime mosse pandemiche che hanno aperto la via al torrente dei negazionisti».
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Covid: il silenzio dello spettacolo e la lezione di Montesano
«Adesso basta. Io non sono un negazionista, perché un negazionista è quello che nega l’Olocausto, e io all’Olocausto ci credo. E ogni volta che usano questo termine a sproposito, offendono tutti i morti che ci sono stati: ebrei, omosessuali, Rom, Sinti. Avessero più rispetto per questa parola, che ricorda una immane tragedia umana!». Così Enrico Montesano si ribella alla barbarie del maninstream, che ormai usa impunemente la parola “negazionista” per criminalizzare chiunque osi contestare le (disastrose) politiche adottate, in Italia e non solo, per contenere il Covid, su indicazione dell’Oms: lockdown, distanziamento indiscriminato e colpevolizzazione dei cittadini, fino all’assurdità estrema dell’imposizione delle mascherine anche all’aperto. Mattatore dello spettacolo italiano, showman televisivo e attore teatrale e cinematografico (63 film all’attivo), negli ultimi mesi Montesano si è distinto dai colleghi: è stato uno dei pochissimi a dire la sua, nel silenzio imbarazzante a cui si sono consegnati attori, registi e cantanti. «Lungi da me negare l’esistenza del Covid. Io sono critico, semmai: che è cosa molto diversa. E il diritto di esserlo non me lo toglieranno di certo».«Io non ho mai negato che esista il Sars-Cov-2, perché purtroppo c’è», dichiara Montesano all’agenzia “Adn Kronos” il 9 ottobre, alla vigilia della “Marcia della Liberazione” (a cui ha aderito) promossa per il 10 ottobre a Roma da Sara Cunial e associazioni come Alleanza Italiana Stop 5G e Movimento 3V. Montesano esprime la sua posizione in modo netto: «Mi metto la mascherina nei posti al chiuso e mantengo la distanza di sicurezza, ma so anche che ora i medici hanno molti strumenti in più, e che nonostante ciò lo Stato ci sta togliendo assurdamente alcune libertà fondamentali. La mia è disobbedienza civile, pacifica, la stessa che metteva in pratica Martin Luther King». Ecco il punto: a differenza della scorsa primavera, oggi i sanitari sanno come affrontare il virus, ma il governo Conte si comporta come se non lo sapessero. «Non ho mai messo in pericolo la sicurezza dello Stato, né la sicurezza dei cittadini italiani», assicura Montesano, che protesta: «Sono indignato: io non posso abbracciare una persona che conosco, non posso darle la mano, e la gente accetta questo passivamente». Altra verità desolante, infatti, la rassegnazione di milioni di italiani.«Dissentire da tutto questo non è né “di destra” né “di sinistra”, tantomeno “fascista”», insiste Montesano: «Basta, dividere gli italiani: ancora non hanno capito che la divisione non è “destra-sinistra”». La faccenda è serissima, infatti: «La divisione e longitudinale, orizzontale, tra chi sta sopra e chi sotto». Riflessione squisitamente intellettuale, politica, sul vero volto della realtà di oggi: ma perché i colleghi di Montesano continuano a tacere? Possibile che a sciorinare tante verità sia un grande attore di 75 anni, mentre moltissimi altri – giovani e meno giovani – non osano fiatare di fronte allo scempio quotidiano della disinformazione? «Ci sono tanti medici, esperti, da Montagnier alla dottoressa Gatti, a Tarro, a Citro, a Tirelli, che dicono che la mascherina all’aperto è inutile e dannosa», ribadisce Montesano. «E io ho più fiducia in questi professionisti, che non appaiono mai in televisione, piuttosto che nel virologo da Tv». Chiosa Montesano, sarcastico: «Questo posso dirlo, o se lo dico sono “fascio-negazionista”, e ora anche no-mask? Non c’è scampo».Quanto alla “marcia” indetta da Sara Cunial e dalle associazioni civiche (ribattezzate “negazioniste” dai disinformatori), Montesano spiega: «Ho detto che aderivo alla manifestazione perché concordo con molto dei punti per i quali si svolge». Puntualizza: «Aderire non vuol dire partecipare, e infatti non sarò presente». La spiegazione non tarda: «Non parteciperò perché queste manifestazioni di piazza, che nascono bene e con tutte le migliori intenzioni, poi non si sa come vanno a finire e da chi vengono prese in mano, e io non voglio condividere la mia presenza con gruppi che non mi piacciono». Peraltro, aggiunge, «aderisco anche a molti dei punti che ha enunciato Marco Rizzo del Partito Comunista alla manifestazione ai Santi Apostoli», sempre prevista per il 10 ottobre nella capitale. In sintesi, conclude l’attore, «credo di avere tutto il diritto di esprimere la mia opinione di dissenso su alcune cose». La generosità civile di Montesano è palesemente offerta agli italiani, specie ai “dormienti” che non hanno ancora ben capito cosa stia davvero succedendo, alla loro democrazia.«C’è modo e modo di imporre divieti», ha detto qualche sera fa in televisione il presidente della Regione Friuli, Massimiliano Fedriga, rispondendo al professor Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano, protagonista di uno scontro polemico con Nicola Porro nella trasmissione “Stasera Italia” condotta da Barbara Palombelli su “Rete 4″. «Anch’io all’inizio dell’emergenza ho firmato ordinanze discutibili», ha ammesso Fedriga, leghista, «ma poi mi sono impegnato affinché lo sforzo di protezione dei cittadini fosse condiviso al massimo, da tutti». Morale: «Se guardate i dati del Friuli, scoprite che siamo tra le Regioni con meno problemi: ma il merito non è mio, è dei fiuliani». Politica, infatti: coinvolgere e spiegare, rinunciando a imporre in modo autoritario. Non si tratta di “negare” nulla, sostiene Fedriga, ma di trattare i cittadini per quello che sono: adulti responsabili, non bambini da spaventare. Verità semplicissima da afferrare (e da applicare), se vivessimo in un paese diverso. Avrebbe un forte impatto, sull’opinione pubblica, se a rilanciarla fossero gli artisti. Tacciono? A maggior ragione si staglia, nella desolazione del silenzio generale, tutto il valore del coraggio civile di Enrico Montesano.«Adesso basta. Io non sono un negazionista, perché un negazionista è quello che nega l’Olocausto, e io all’Olocausto ci credo. E ogni volta che usano questo termine a sproposito, offendono tutti i morti che ci sono stati: ebrei, omosessuali, Rom, Sinti. Avessero più rispetto per questa parola, che ricorda una immane tragedia umana!». Così Enrico Montesano si ribella alla barbarie del maninstream, che ormai usa impunemente la parola “negazionista” per criminalizzare chiunque osi contestare le (disastrose) politiche adottate, in Italia e non solo, per contenere il Covid, su indicazione dell’Oms: lockdown, distanziamento indiscriminato e colpevolizzazione dei cittadini, fino all’assurdità estrema dell’imposizione delle mascherine anche all’aperto. Mattatore dello spettacolo italiano, showman televisivo e attore teatrale e cinematografico (63 film all’attivo), negli ultimi mesi Montesano si è distinto dai colleghi: è stato uno dei pochissimi a dire la sua, nel silenzio imbarazzante a cui si sono consegnati attori, registi e cantanti. «Lungi da me negare l’esistenza del Covid. Io sono critico, semmai: che è cosa molto diversa. E il diritto di esserlo non me lo toglieranno di certo».
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Il golpe mondiale avanza, ora testano la nostra obbedienza
In questo momento, le élite stanno testando le reazioni delle persone e il loro grado di sottomissione alle loro prevaricazioni. Stanno, in altre parole, preparando la popolazione mondiale al livello di obbedienza assoluta che sarà richiesto per entrare a far parte del Nuovo Ordine Mondiale. Non ci sarà infatti spazio per il dissenso. I dissidenti saranno messi al bando e trattati alla stregua di elementi indesiderati da eliminare. In questo senso, l’imposizione delle mascherine, oltre a verificare il grado di sottomissione del popolo, aiuta il regime a comprendere facilmente chi non si allinea alla dittatura. E’ un modo per poterli individuare rapidamente e vessarli con abusi e sanzioni illegali e incostituzionali. In questo modo, la dittatura cerca di spezzare anche la volontà di chi non vuole allinearsi, avvertendolo del futuro che lo attende se non si adegua. Questa seconda fase, per quanto potrà sembrare difficile da credere, si annuncia persino più autoritaria di quella di marzo. I controlli che stanno per arrivare saranno non molto dissimili da quelli previsti per la legge marziale. Si inizia già a parlare dell’esercito per le strade per far rispettare le imposizioni della dittatura.Occorre che la popolazione venga “educata” e sottomessa completamente per poter procedere spediti verso il governo unico mondiale sognato dai Rockefeller. I governi nel mondo si stanno attenendo fedelmente all’agenda di questo piano. Nuove chiusure sono già state decise. A New York hanno già chiuso nove quartieri. Parigi sembra destinata a seguire la stessa strada. Il governo eversivo Pd-M5S sembra orientato a seguire la stessa strategia, stavolta servendosi delle Regioni per avviare delle chiusure locali che produrranno quasi lo stesso effetto di una chiusura generalizzata a livello nazionale. A quel punto, l’economia italiana e mondiale rischierà davvero di implodere. Solo per quello che riguarda l’Italia, quest’anno si attende un calo del Pil del 13%. A Roma hanno già chiuso 5.000 negozi, e a Venezia è già partito lo shopping delle attività fallite da parte degli albanesi e dei capitali stranieri. Il porto di Taranto è finito in mani cinesi, mentre quello di Trieste è stato comprato da una società tedesca. Il paese è stato messo all’asta e i danni delle precedenti chiusure sono stati già pesantissimi. Se si chiude nuovamente, si rischia di raggiungere crolli del Pil pari a quelli del 1944, dove questo indicatore scese del 18,7%.Il pane mancherà sulla tavola e le rivolte a questo punto si faranno sempre più inevitabili. Non ci sarà da sorprendersi se, una volta giunti a questo scenario di disordini generali, la dittatura ricorrerà alle forze armate contro civili inermi. L’operazione Covid dunque sta per toccare un punto ancora più alto di destabilizzazione che servirà a generare il caos desiderato dal sistema per arrivare verso l’ordine mondiale autoritario voluto dalle élite. A questo punto, l’unico intralcio sui piani del mondialismo è rappresentato solamente dall’America. Solo la superpotenza di questa nazione può mettere un freno all’avanzare del nuovo autoritarismo globale. Senza gli Stati Uniti, è praticamente impossibile arrivare al compimento di un governo unico mondiale. In questo senso, Trump è stato l’elemento imprevisto e non calcolato dal sistema, che il Deep State vuole disperatamente togliere dalla scena. Il giornale di riferimento della sinistra progressista internazionale, il “Washington Post”, pochi giorni fa pubblicava un tweet nel quale scriveva di immaginare come sarebbe il mondo se non si dovesse più pensare a Trump.E’ questo ciò che vuole il sistema. Vuole togliere di mezzo l’ultimo grande ostacolo che separa il mondo dal Nuovo Ordine Mondiale, ovvero Donald Trump. Dopo resterebbe la sola Russia di Putin, che verrebbe attaccata come ha già fatto capire il candidato democratico Joe Biden. In America, il Deep State militare sta suggerendo apertamente di rovesciare il presidente con un colpo di Stato qualora non volesse lasciare spontaneamente la Casa Bianca anche in caso di una sua rielezione. Dipende tutto da questo, dunque. In queste ore si decide se si avrà ancora la possibilità di vivere in un mondo libero o sotto il giogo dell’autoritarismo globale. Quali saranno le sorti dell’umanità, dunque? Molti anni fa, nel 1983, Thomas Zimmer, un prete cattolico mistico, predisse l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca, quando ancora questa ipotesi era praticamente impensabile. Padre Zimmer disse che il compito di Trump, una volta eletto presidente, sarebbe stato quello di riportare l’America a Dio. La prima parte di quella previsione si è avverata. Ora resta da capire se sarà così anche per la seconda parte.(Cesare Sacchetti, estratto da “Trump positivo al Covid: la mossa per mettere fine all’operazione terroristica Covid e fermare il Nuovo Ordine Mondiale?”, post pubblicato sul blog “La Cruna dell’Ago” il 5 ottobre 2020).In questo momento, le élite stanno testando le reazioni delle persone e il loro grado di sottomissione alle loro prevaricazioni. Stanno, in altre parole, preparando la popolazione mondiale al livello di obbedienza assoluta che sarà richiesto per entrare a far parte del Nuovo Ordine Mondiale. Non ci sarà infatti spazio per il dissenso. I dissidenti saranno messi al bando e trattati alla stregua di elementi indesiderati da eliminare. In questo senso, l’imposizione delle mascherine, oltre a verificare il grado di sottomissione del popolo, aiuta il regime a comprendere facilmente chi non si allinea alla dittatura. E’ un modo per poterli individuare rapidamente e vessarli con abusi e sanzioni illegali e incostituzionali. In questo modo, la dittatura cerca di spezzare anche la volontà di chi non vuole allinearsi, avvertendolo del futuro che lo attende se non si adegua. Questa seconda fase, per quanto potrà sembrare difficile da credere, si annuncia persino più autoritaria di quella di marzo. I controlli che stanno per arrivare saranno non molto dissimili da quelli previsti per la legge marziale. Si inizia già a parlare dell’esercito per le strade per far rispettare le imposizioni della dittatura.
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Guerra (mondiale) contro di noi. L’ultimo ostacolo è Trump
Il discorso tenuto da Trump dall’ospedale militare Walter Reed verrà ricordato probabilmente come il più alto e profondo del suo mandato. Il presidente è riuscito a ricompattare le divisioni di un paese profondamente lacerato da mesi di disordini provocati dai gruppi terroristici degli Antifa e di Black Lives Matter, finanziati entrambi da George Soros, che hanno seminato un’ondata di violenza tale da portare l’America sull’orlo della guerra civile. La strategia del Deep State era ed è quella di destabilizzare l’America e l’amministrazione di Trump, ma il presidente annunciando di essersi preso il coronavirus è riuscito a stringere la nazione intorno a sé. Alcuni ambienti della sinistra radicale americana hanno avanzato il sospetto che Trump in qualche modo abbia inscenato un falso contagio per smontare la pericolosità del Covid, e dimostrare a tutti che questo agente patogeno non è il mostro che in realtà i media hanno descritto. A leggere le parole che il presidente ha consegnato a Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York e suo consigliere già durante la sua prima campagna elettorale nel 2016, viene quasi da pensare che effettivamente possa essere così. Trump scrive a Giuliani: «Ho dovuto affrontare il virus, così che il popolo americano smettesse di averne paura e per poterlo trattare responsabilmente».
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Magaldi: niente mascherine all’aperto, mi ribello ai cialtroni
Gioele Magaldi va alla guerra: «Affermo con chiarezza che personalmente disobbedirò: nel Lazio non indosserò alcuna mascherina, all’aperto». Non solo: «Invito tutti i cittadini a non indossarle, le mascherine all’aperto. E se vi faranno delle multe, potrete scrivere al “soccorso legale rooseveltiano” coordinato da Monica Soldano: la nostra rete di avvocati sta già combattendo delle battaglie per gli abusi commessi durante il lockdown, in danno dei cittadini». E le forze dell’ordine? «A quei carabinieri e poliziotti che vi fermeranno, dite che loro stessi stanno obbedendo a degli ordini incostituzionali. Spesso, un pubblico ufficiale ha il dovere (oltre che il diritto) di ribellarsi, ad un ordine incostituzionale che gli venga dato». Così si è espresso, il presidente del Movimento Roosevelt, lunedì 5 ottobre, all’indomani della vittoria riportata contro Zingaretti al Tar del Lazio, che ha annullato l’ordinanza sul preteso obbligo vaccinale antinfluenzale per anziani, medici e infermieri. «Il giudice ha stabilito che la Regione non ha competenza per imporre una tale limitazione della nostra libertà». Scornato, Zingaretti ha ammesso: «Sapevamo di fare una provocazione, perché non compete alla Regione l’obbligo della vaccinazione».Il segretario del Pd si è però vantato del suo gesto: «Volevamo dare un segnale sull’importanza di farlo, e invitiamo il governo a introdurre l’obbligo vaccinale a livello nazionale», ha dichiarato all’agenzia Agi. Peggio per lui, lo rimbecca Magaldi: «Lo denunceremo: non si può emettere un provvedimento come quello, già sapendo che è illegittimo. E’ un dolo gravissimo: forze Zingaretti non si rende più nemmeno conto di quello che dice, oltre che di quello che fa». Autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) che denuncia il ruolo occulto di decine di superlogge sovranazionali nella gestione del grande potere mondiale, Magaldi accusa il “partito cinese” di aver sprofondato il pianeta nel panico-Covid, tramite un’Oms ormai largamente finanziata da Pechino, paralizzando l’economia (tranne quella cinese). Spiega: «Gli oligarchi del colosso asiatico non solo soli: su di loro puntarono gli oligarchi occidentali della superloggia “Three Eyes”, in primis Kissinger, quando – attraverso la paramassonica Commissione Trilaterale, che è una loro emanazione – già nel 1975 teorizzarono che fosse meglio limitare la democrazia, in Occidente». Lo scrissero nel pamphlet “The crisis of democracy” firmato da Michel Crozier, Samuel Huntington e Joji Watanuki, con edizione italiana introdotta da Gianni Agnelli.La tesi: “curare” la democrazia aggiugendo democrazia sarebbe come gettare benzina sul fuoco. Traduzione pratica: il reclutamento nella “Three Eyes” del leader cinese Deng Xiaoping, per trasformare la Cina nella manifattura del mondo, a basso costo, mettendo in croce l’industria occidentale (lavoro, diritti), da sacrificare nell’ambito della finanziarizzazione planetaria. «E’ stata la strategia della globalizzazione neoliberista: delocalizzare le fabbriche, penalizzando i lavoratori e annientando la classe media occidentale. E il boom economico cinese, accuratamente preparato, serviva proprio a questo». “Gran maestro” del Grande Oriente Democratico, già inziato alla superloggia “Thomas Paine”, Magaldi è il frontman italiano del circuito massonico progressista che nel 2016 appoggiò l’outsider Donald Trump per fermare il Deep State “imperiale” che puntava sulla Clinton per mantenere salda la leadership neoliberista mondiale. «Anche per questo – dice Magaldi – Trump ha fatto benissimo a imporre uno stop all’export cinese, spina nel fianco dei lavoratori occidentali». Beninteso: «La Cina si è resa protagonista di un “dumping” sleale: i suoi prodotti sono low-cost perché fabbricati da operai sottopagati e privi di tutele sindacali, in complessi industriali che non hanno speso nulla per ridurre l’inquinamento».Attenzione, però: «Non è solo questione di cinesi», avverte Magaldi. «Tutto questo è avvenuto in modo pilotato, da quando alla Cina è stato permesso di entrare nel Wto senza nessuna delle garanzie che gli altri player mondiali devono dare, per entrare nel grande gioco del commercio mondiale: e cioè il rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche». Fate caso: «L’epidemia di coronavirus è esplosa un minuto dopo che Trump ha imposto dazi alla Cina, frenandone l’avanzata». Il resto è cronaca: con una mossa senza precedenti, Mike Pompeo ha accusato il Vaticano di aver concesso al regime di Pechino di condizionare la nomina dei vescovi cattolici in Cina. Dalla Santa Sede a Palazzo Chigi, il passo è breve: Magaldi accusa il governo Conte di aver imposto un severissimo lockdown “cinese”, modello Wuhan, la scorsa primavera. «Sono sempre stato contrario al “coprifuoco”, come efficace misura di contenimento del virus: nei paesi che non hanno effettuato chiusure, come la Svezia, oggi vediamo che il bilancio sanitario è paragonabile a quello italiano, con l’enorme differenza che l’economia non ha subito danni».Non da oggi, Magaldi punta il dito contro la “sindrome cinese” che affliggerebbe lo stesso governo Conte, protagonista di una gestione ultra-autoritaria della crisi, con “pieni poteri” esercitati in modo più che discutibile, anche attraverso il Comitato Tecnico-Scientifico e l’evidente manipolazione effettuata dai media, che a reti unificate hanno investito sulla paura ed escluso tutte le voci critiche, anche quelle del mondo scientifico, contrarie a forme estreme di distanziamento sociale. «So che c’è un “partito cinese” sovranazionale che ha dei terminali importanti, in Italia», afferma Magaldi. «E’ un “partito” trasversale che risente dell’ideologia, della teoria e della prassi in uso in Cina». Un grande paese e un grande popolo, quello cinese, «protagonista di eccezionali risultati economici in tempi brevissimi, che hanno giustamente sbalordito il mondo». Il problema? «Gli oligarchi del partito comunista di Xi Jinping tengono prigioniere centinaia di milioni di persone, sottoponendole anche a deportazioni di massa, di cui i media occidentali (anche i più accreditati) evitano di parlare».Nella sua dirompente visita romana, in cui ha esaltato il controverso Wojtyla come “paladino della libertà” mettendo in ombra Bergoglio, troppo arrendevole verso i cinesi, Mike Pompeo ha auspicato addirittura un “regime change” a Pechino. Chi conosce Magaldi farà in fretta a tradurre: non si tratta (solo) di uno scontro tra America e Cina. La vera posta in gioco è tra oligarchia e democrazia: e gli oligarchi che minacciano la nostra libertà non sono soltanto quelli con gli occhi a mandorla. Il guaio, per noi, è che «i simpatizzanti italiani del “partito cinese”, alcuni dei quali sono al governo, evidentemente hanno la tentazione di sostituire il principio liberale della “raccomandazione” con quello dell’imposizione», sostiene Magaldi, riferendosi sia ai diktat sulle mascherine che a quelli sulla vaccinazione antinfluenzale, che gli stessi medici valutano poco efficace, e alcuni addirittura ritengono possa esporre a maggiori rischi di contrarre il Covid. Per Magaldi e il Movimento Roosevelt, la battaglia politica è cominciata: incassata la sconfitta al Tar sul vaccino antinfluenzale, Zingaretti ha imposto le mascherine all’aperto, nel Lazio, «alzando la palla al governo Conte, perché estenda l’obbligo a livello nazionale».A Magaldi, le mascherine non piacciono: «Illustri scienziati ci hanno spiegato è molto aleatoria, la protezione che fornirebbero, mentre sono comprovati i danni alla salute che, a lungo andare, comportano». In diretta web-streaming con Fabio Frabetti di “Border Nights”, insieme a Monica Soldano e all’avvocato Vanni Oddino (vincitore al Tar contro Zingaretti), Magaldi sintetizza: l’obbligo regionale di indossare mascherine all’aperto è facilmente “smontabile”, sul piano legale. Di qui l’invito alla popolazione: «Le mascherine indossatele negli ambienti chiusi, ma evitare di obbedire alla disposizione che ora impone di tenerle sul volto anche all’aperto». E se – come pare scontato – alcune Regioni hanno solo anticipato di qualche giorno quella che sarà una un’imposizione nazionale? Anche in quel caso, sostiene Magaldi, ci sarà da discutere: il Parlamento (esaminando la proposta di Forza Italia sul vaccino antinfluenzale) ha optato per la “forte raccomandazione”, evitando quindi l’obbligatorietà. «La stessa cosa potrebbe valere per le mascherine», sostiene Magaldi.«Oltretutto, una legge dello Stato attualmente in vigore inibisce l’uso di maschere che possano impedire ai cittadini di rendersi riconoscibili, da parte delle forze dell’ordine: è una questione di pubblica sicurezza». Non è tutto: «In uno Stato liberale e democratico bisogna stare molto attenti, con le disposizioni autoritarie». La posizione del leader “rooseveltiano” è netta: «Le persone sono ora costrette a indossare la mascherina durante tutto il giorno, in presunta lotta contro un virus che ha una bassa carica virale, in questo momento: non produce sovraffollamento nelle terapie intensive, né rischi così gravi come quelli di altre malattie, che – tutti i cittadini italiani se ne sono accorti – sono state poco e mal curate, in tutti questi mesi». Questo va sottolineato, insiste Magadi: «C’è un’emergenza nazionale che riguarda tutti i malati, affetti da altre patologie: a causa di questa sovraeccitazione, retorica e spesso mistificatoria, a proposito del Covid, non vengono curati. Il diritto alla salute è stato violato, e viene tuttora violato: perché tutti sono sovraeccitati e molto preoccupati del Covid. E di questo sono resposabili anche i media: le persone mutano i loro comportamenti soltanto perché il telegiornale parla dell’aumento dei contagi, senza spiegare che è dovuto all’aumento dei tamponi. Ma questi contagiati sono asintomatici, sono tra noi da mesi, non producono effetti, e tra gli asintomatici la trasmissione virale è bassissima».Il dado è tratto, sembra dire Magadi: «Ora finalmente il Movimento Roosevelt rivolgerà al governo il suo “ultimatum”, innanzitutto economico: il paese è in ginocchio e non si vede luce, nelle chiacchiere infeconde dei nostri attuali governanti». Ma l’ultimatum verterà anche su questa nuova emergenza, «che non è quella da pandemia: è l’emergenza da cialtronaggine, nella gestione della pandemia, da parte di alcuni governanti regionali e del governo nazionale». Magaldi annuncia quindi l’esordio della Milizia Rooseveltiana, formazione «pacifica e gandhiana ma dura, pronta a scendere in piazza con il suo istrionismo, con la sua felice provocazione (non come quella proclamata da Zingaretti, dolosa e passibile di conseguenze penali)». Sarà qualcosa che, «con la capacità teatrale di rappresentarsi in quanto “esercito civico”, senza compiere atti di violenza, marcerà e offrirà alla pubblica opinione motivo di che riflettere, con sue incursioni piratesche, simpatiche e colorite». L’obbligo della mascherina, aggiunge Magaldi, costringe ad accelerare i tempi: «Sono allo studio delle azioni che dimostreranno come noi non siamo disponibili semplicemente a difenderci, ma vogliamo attaccare – in modo nonviolento e pacifico – coloro i quali attentano alle nostre libertà».Quando dice “noi”, Magaldi allude al Movimento Roosevelt, entità politica meta-partitica creata nel 2015 con l’intento di “risvegliare”, in modo trasversale e senza pregiudizi di parte, l’intera politica italiana. Obiettivo: riconquistare una piena sovranità democratica. «Nelle nostre fila c’è un’alta passione civica: per noi, a vita della polis è un campo di battaglia per principi e obiettivi, e non per piccole comunità, piccole poltrone, piccoli guadagni del “qui e ora”, senza lungimiranza, come quelli messi in mostra da Zingaretti». Secondo Magaldi, l’Italia resta una trincea strategica, decisiva per gli equilibri mondiali: «Solo il nostro paese potrà spezzare l’autoritarismo dell’oligarchia che utilizza la Disunione Europea per creare depressione socio-economica, in accordo con le filiere mondiali della massoneria “neoaristocratica”, quella che vorrebbe imporre il sistema-Cina come modello alternativo all’Occidente dei diritti».In questi mesi, Magaldi si è battuto con assoluto tempismo: con largo anticipo ha annunciato la clamorosa svolta keynesiana di Mario Draghi, fino a ieri campione dell’élite eurocratica di stampo reazionario. Tutte “profezie” regolarmente avveratesi: dal trasloco (con Draghi) della stessa Christine Lagarde nello schieramento massonico progressista, all’annuncio del tenore che avrebbe avuto l’incursione di Pompeo in Italia. Magaldi è stato il primo a denunciare il “partito cinese”, quindi anche atlantico, ai tempi dell’esplosione dell’epidemia a Wuhan, e il primo (e unico, per ora) a svelare la cifra massonico-progressista di Bob Dylan, che a fine marzo – con il brano “Murder Most Foul” (messo in relazione con la pandemia) – ha alimentato un terribile sospetto: gli architetti occulti dell’operazione-Covid sarebbero gli eredi degli assassini di John Kennedy. Allusioni ulteriormente sottolineate nel brano “False prophet”, illustrato in modo eloquente: la morte bussa alla porta, con un pacco regalo sottobraccio, e nell’altra mano una siringa.Erano i giorni in cui Bill Gates, dopo aver vaticinato l’apocalisse, presentava il suo sogno di vaccinazione universale con escursioni nella fisica quantistica, laddove si presume l’inoculo di molecole “interattive” che possano trasformare il corpo umano in una sorta di ricetrasmittente biologica, capace di comunicare a distanza e ricevere impulsi sanitari in automatico. Fantascienza? Bei tempi, quando Nicola Zingaretti promuoveva cenette “antirazziste” nei ristoranti cinesi e brindava sui Navigli, a Milano, per esorcizzare la “fake news” della terribile pandemia. E’ lo stesso Zingaretti che, nel giro di pochi mesi, ha fatto spendere alla Regione Lazio 14 milioni di euro per mascherine mai arrivate, più altri milioni (ben di più) per fare scorta di improbabili vaccini antinfluenzali. Sempre lui, il segretario del Pd – partito che tiene in piedi il governo-fantasma di Conte – ora impone le mascherine ai laziali, anche in strada. Qualcosa non torna? La verità, dice Gioele Magaldi, è che qualcuno si è gettato sull’emergenza sanitaria per manipolarla, a nostro danno.Ancora lo scorso febbraio, il coronavirus sembrava uno spettro remoto. «Per l’Italia il rischio è zero», annunciò il virologo Burioni, inaugurando la sanità televisiva modello Covid, dove l’attendibilità è una variabile e il confronto tra le fonti non esiste più: il governo Conte l’ha persino bandito, anche sul web, facendo la guerra – col suo Ministero della Verità – alle notizie scomode, liquidate come bufale. Con un’escalation inquietante: un conto è smentire, un altro è censurare. Non si contano più in post cancellati dai social, i video bannati da YouTube. Colmo del ridicolo: l’accusa – grottesca – di “negazionismo”, rivolta a chiunque, medici e scienziati compresi, osi contestare il Verbo ufficiale, governativo. Siamo passati dalla demonizzazione al bavaglio, senza colpo ferire: non un fiato da sindacati, reporter, Ordine dei Giornalisti. Tutti sordomuti, di colpo? Solo un cieco potrebbe non vedere la dimensione planetaria del problema: che è politico, prima che sanitario. Oggi siamo alla pantomima delle mascherine all’aperto. «Io non la indosserò», avvisa Magaldi, lanciando il suo guanto di sfida.Gioele Magaldi va alla guerra: «Affermo con chiarezza che personalmente disobbedirò: nel Lazio non indosserò alcuna mascherina, all’aperto». Non solo: «Invito tutti i cittadini a non indossarle, le mascherine all’aperto. E se vi faranno delle multe, potrete scrivere al “soccorso legale rooseveltiano” coordinato da Monica Soldano: la nostra rete di avvocati sta già combattendo delle battaglie per gli abusi commessi durante il lockdown, in danno dei cittadini». E le forze dell’ordine? «A quei carabinieri e poliziotti che vi fermeranno, dite che loro stessi stanno obbedendo a degli ordini incostituzionali. Spesso, un pubblico ufficiale ha il dovere (oltre che il diritto) di ribellarsi, ad un ordine incostituzionale che gli venga dato». Così si è espresso, il presidente del Movimento Roosevelt, lunedì 5 ottobre, all’indomani della vittoria riportata contro Zingaretti al Tar del Lazio, che ha annullato l’ordinanza sul preteso obbligo vaccinale antinfluenzale per anziani, medici e infermieri. «Il giudice ha stabilito che la Regione non ha competenza per imporre una tale limitazione della nostra libertà». Scornato, Zingaretti ha ammesso: «Sapevamo di fare una provocazione, perché non compete alla Regione l’obbligo della vaccinazione».
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Magaldi: per chi lavora Conte, e perché sfascia l’economia
Tutto sembra spingere verso nuovi lockdown, anche se i numeri ormai sono solo quelli dei contagi, e le terapie intensive non sono certo affollate? Io spero di contrarre il coronavirus, perché il Covid di oggi ha una bassa carica virale: contraendolo adesso, probabilmente, ci si immunizza. Al governo Conte dico di stare molto attento, a quello che farà in termini di ulteriori restrizioni delle libertà, perché – in giro per l’Italia, per l’Europa e per il mondo – ci sono forze contrapposte che si studiano e compiono passi: nessuno sottovaluta più la gravità di un passo e le conseguenze che può avere. Verrà risposto colpo su colpo, a tutti gli strappi che saranno fatti da questa grande filiera “cinese”. Bisognerà fare luce sul perché siamo arrivati a una situazione nella quale, nel mondo, tutti sono in crisi, e la Cina riprende invece di buona lena una proiezione esportatrice, dimostrando una salute economica che aveva perso proprio alla vigilia dell’esplosione del Covid. Ci sono cose molto gravi, che coinvolgono l’Organizzazione Mondiale della Sanità. E ci sono cose altrettanto gravi, che coinvolgono i terminali del “partito cinese”, sovranazionale, in tutto il mondo. Ci sono persone che sono “attenzionate” per le nefandezze che hanno compiuto e per quelle che si apprestano a compiere.E quindi, passi lunghi e ben distesi: c’è molta cautela, perché un colpo piazzato può significare riceverne tre. E non tutti sono cuor di leone, disposti a pagare per le conseguenze delle loro azioni. Distruggere l’economia? Intendiamoci: l’economia è un mezzo. Il fine, invece, è sempre quello: costruire in Occidente una società post-democratica. Basta svuotare di sostanza il funzionamento stesso della democrazia. Da un lato, si lavora sull’immaginario e su prescrizioni che abituino i cittadini ad obbedire più di quanto sia giusto, sulla base di norme che limitano la libertà (quello di questi mesi è stato un grande test, e altri ne verranno). Dall’altro, l’idea è che se tu devasti l’economia, e rendi le persone deboli, fragili e insicure, le puoi asservire a manipolare, arruolandole nella schiera dei servi. Per Hegel, in fondo, il servo è colui il quale ha rinunciato a rischiare la vita, anteponendo la salute e la sicurezza alla libertà. Questa è la dimensione antropologica in cui oggi ci troviamo: ci viene proposto un modello di asservimento, di limitazione della libertà, in nome di una presunta sicurezza sanitaria.Noi, poi, siamo governati da mentecatti. Lo affermo pubblicamente: abbiamo dei governanti mentecatti, e degli esecutori burocratici ancora più mentecatti. Siamo nelle mani di questa gente. Detto ciò, c’è qualcuno che vuole nuovi lockdown. Ci sono forze, gruppi di potere, a cui non importa nulla, dell’economia che va a ramengo. Sono gli stessi che hanno distrutto intere filiere produttive, durante l’espandersi di questa globalizzazione taroccata, utile al “partito cinese” (trasversale, tra Oriente e Occidente), che propone modelli post-democratici, nell’immaginario politico collettivo. Ci sono persone che, con la dottrina dell’austerity, hanno distrutto interi segmenti dell’economia, mortificato la classe media e aumentato a dismisura le disuguaglianze. Oggi, queste stesse forze vorrebbero reiterati lockdown per distruggere ancora di più l’economia, ma senza quegli indennizzi immediati sui conti correnti di cui ha parlato Mario Draghi, felicemente “scappato” dal fronte dei massoni neoaristocratici, che poi sono quelli che ora fomentano questa devastazione sociale ed economica.Il progetto, che oggi utilizza strumentalente l’emergenza Covid, è invariato: consiste nell’utilizzare l’economia – come è stato in decenni di neoliberismo imperante – per aumentare le disuguaglianze, distruggere la classe media e ri-proletarizzare ampi settori della popolazione, mettendoli in condizione servile di precariato. Si pensa così di avere facilmente presa su tutta quella gente che non ha nemmeno il tempo di occuparsi di politica. E’ quell’idea dell’apatia del popolo mirabilmente vergata in “The Crisis of Democracy”, pamphlet pubblicato dalla paramassonica Trilateral Commission, filiazione della superloggia “Three Eyes”. Cioè: se io ti distruggo l’economia, creerò ampie fasce di popolazione apatica. La domanda però è un’altra: quanti, invece, oggi hanno aperto gli occhi? Quanta gente, anziché avvilirsi e diventare apatica, oggi vorrà “prendere i forconi” per fare protesta nonviolenta, gandhiana ma dura? La distruzione economica dell’Italia, che è in corso e che costoro vogliono prolungare, produrrà più cittadini apatici e depressi o invece gente incazzata, disposta a protestare in modo vibrante e resiliente fino a quando le cose non cambieranno? Su questa domanda, a qualcuno cominciano a venire dubbi: e ci sono, perciò, anche defezioni, sul fronte neoaristocratico. Rischiamo un nuovo lockdown? Facciano, io mi divertirò molto. Facciano, osino pure: li invito a imporre l’obbligo di circolare con la mascherina ovunque, in tutta Italia, e li invito anche a proclamare nuovi lockdown. E la rivoluzione sarà più vicina.(Gioele Magaldi, dichiarazioni rilasciare a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-streaming “Gioele Magaldi Racconta”, su YouTube il 28 settembre 2020).Tutto sembra spingere verso nuovi lockdown, anche se i numeri ormai sono solo quelli dei contagi, e le terapie intensive non sono certo affollate? Io spero di contrarre il coronavirus, perché il Covid di oggi ha una bassa carica virale: contraendolo adesso, probabilmente, ci si immunizza. Al governo Conte dico di stare molto attento, a quello che farà in termini di ulteriori restrizioni delle libertà, perché – in giro per l’Italia, per l’Europa e per il mondo – ci sono forze contrapposte che si studiano e compiono passi: nessuno sottovaluta più la gravità di un passo e le conseguenze che può avere. Verrà risposto colpo su colpo, a tutti gli strappi che saranno fatti da questa grande filiera “cinese”. Bisognerà fare luce sul perché siamo arrivati a una situazione nella quale, nel mondo, tutti sono in crisi, e la Cina riprende invece di buona lena una proiezione esportatrice, dimostrando una salute economica che aveva perso proprio alla vigilia dell’esplosione del Covid. Ci sono cose molto gravi, che coinvolgono l’Organizzazione Mondiale della Sanità. E ci sono cose altrettanto gravi, che coinvolgono i terminali del “partito cinese”, sovranazionale, in tutto il mondo. Ci sono persone che sono “attenzionate” per le nefandezze che hanno compiuto e per quelle che si apprestano a compiere.
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Botte da orbi: la guerra di Pompeo contro il Papa “cinese”
Wojtyla sì, che era un campione: altro che Bergoglio. Scene mai viste: volano ceffoni tra Usa e Vaticano. Le ostilità erano state clamorosamente aperte dal segretario di Stato, Mike Pompeo, con la sua “strigliata” a mezzo stampa contro Papa Francesco: la Santa Sede «metterebbe a rischio la propria autorità morale» se dovesse rinnovare l’accordo che consente al governo di Pechino di designare i vescovi cattolici in Cina, aveva scritto Pompeo su “First Things”, influente mensile religioso conservatore. Gli sberloni sono continuati dopo lo sbarco di Pompeo a Roma. «Aveva chiesto di vedere il Papa», ha rivelato il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ma Pompeo non sarà ricevuto da Francesco: «Non si ricevono personalità politiche durante la campagna elettorale. E d’altra parte – ha aggiunto – un segretario di Stato incontra il suo omologo, appunto il segretario di Stato». Durissima, a stretto giro, la replica di Pompeo: il vice di Trump ha “strapazzato” monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e quindi “ministro degli esteri” della Santa Sede, costretto a intervenire solo per pochissimi minuti nel convegno sulla libertà religiosa tenutosi all’ambasciata americana, in cui Pompeo ha citato Giovanni Paolo II come modello di paladino della libertà, facendo sbiadire l’immagine di Bergoglio, che tratta (anche sottobanco) con un regime che opprime i cittadini e perseguita i cattolici.
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Magaldi sfida Conte: altro lockdown? Scoppia la rivoluzione
«Vuole imporre un nuovo lockdown? Ci provi, e la rivoluzione sarà più vicina». Durissimo monito al primo ministro, Giuseppe Conte, da parte di Gioele Magaldi. Il presidente del Movimento Roosevelt sfida Palazzo Chigi: «L’obbligo del vaccino antinfluenzale in Lazio e l’imposizione della mascherina anche all’aperto, in Campania e in Sicilia, sono tutti indizi di una chiara volontà di estendere queste misure al resto del paese». La situazione è gravissima: «Si sta superando la soglia della legalità democratica», scandisce Magaldi, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Il leader “rooseveltiano” accusa apertamente «precise forze massonico-reazionarie», come i veri mandanti (occulti) dell’aggressione in corso, in tutto il mondo, «ai danni del sistema democratico occidentale». Aggressione condotta «con il pretesto di una pandemia clamorosamente enfatizzata dai grandi media, asserviti a poteri oligarchici». Autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente del circuito massonico progressista sovranazionale, Magaldi lancia un avvertimento: «Stiano ben attenti a quello che fanno, lorsignori: per ogni colpo che infliggeranno alla popolazione, ne incasseranno tre».Anche per questo – aggiunge lo stesso Magaldi – molti esponenti della massoneria “neoaristocratica” «stanno passando tra le fila democratico-progressiste, imitando il “fratello” Mario Draghi». Già a marzo, l’ex presidente della Bce (che si muove in sintonia con la “sorella” Christine Lagarde, ora alla guida dell’Eurotower) propose di inviare aiuti immediati, sui conti correnti: soldi a fondo perduto, “come in tempo di guerra”, indispensabili per tenere in piedi l’economia disastrata dal lockdown, in Italia protratto per quasi tre mesi, con esiti spaventosi. Nel paese, infatti, «la situazione è catastrofica: migliaia di aziende ed esercizi sono sull’orlo della chiusura, non avendo ancora ricevuto un euro. Niente credito nemmeno dalle banche, che non si fidano dello Stato: da Conte, infatti, finora solo promesse e parole al vento». Magaldi parla di un collasso socio-economico «deliberatamente provocato, dalle entità massoniche sovranazionali che – a partire dalla “Three Eyes” di Kissinger – fin dagli anni ‘70 hanno scommesso sulla Cina come modello alternativo per un Occidente non più democratico». Non a caso, aggiunge, l’export cinese ha ripreso vigore, mentre il mondo occidentale è in ginocchio «anche grazie alle prescrizioni di un organismo opaco come l’Oms, largamente finanziato dai cinesi».Una crisi planetaria, ottenuta manipolando la percezione della pandemia. Oboettivo? «Produrre depressione e sottomissione socio-economica, a tutto vantaggio degli oligarchi privatizzatori e neoliberisti che hanno dichiarato guerra alla nostra democrazia». Un calcolo cinico, da “apprendisti stregoni”, che però – secondo Magaldi – gli si ritorcerà contro: «Gli stessi gestori della crisi-Covid cominciano a temere che, una volta trascinata alla disperazione, la popolazione possa ribellarsi». Il che potrebbe avvenire anche in Italia, «specie di fronte a misure che calpestano i diritti e le libertà democratiche, oltre a produrre miseria e minacciare direttamente la salute». Quanto al capitolo “museruole”, molti medici – avverte Magaldi – stanno già facendo un bilancio dei danni provocati dalle mascherine, anche nelle scuole, «e da tutte le restrizioni (prima gli “arresti domiciliari” e poi il “distanziamento”) che possono causare malesseri e patologie psico-fisiche gravissime, inclusi i tumori». A questo si aggiunge l’incombente vaccino antinfluenzale, che i sanitari considerano scarsamente efficace e addirittura controindicato, in presenza del coronavirus.L’obbligo dell’antinfluenzale, già rigettato dal Tar della Calabria, è ora all’esame del Tar del Lazio, al quale (insieme ai medici) il Movimento Roosevelt ha presentato ricorso. Magaldi preannuncia burrasca, in qualsiasi caso: «Il Tar laziale potrebbe dare torto a Zingaretti e quindi stabilire che una Regione non può imporre un Tso come quello. In tal caso, Conte potrebbe sempre assumere una decisione a livello centrale: potrebbe impegnare direttamente lo Stato a introdurre l’obbligo in tutta Italia». Succederà? «Non ha che da provarci», lo provoca Magaldi. Per il presidente “rooseveltiano”, la situazione è in via di rapido aggravamento: «L’economia italiana sprofonda, senza che il governo Conte faccia nulla per impedirlo: sono dei mentecatti, dei cialtroni incapaci che oltretutto si fanno pilotare dalle forze massoniche che puntano al disastro socio-economico». All’esecutivo, Magaldi imputa la responsabilità imperdonabile di aver imposto un lockdown “cinese”, modello Wuhan, senza le necessarie contromisure economiche. «Era davvero necessario, il coprifuoco? Parlano da soli i dati della Svezia, ormai ufficiali: nel paese scandinavo, il bilancio sanitario del Covid è simile a quello dell’Italia, e senza che il paese abbia effettuato il lockdown». La differenza? L’economia appare in piena salute, e la società svedese non è certo ridotta come quella italiana.Per tutto questo, aggiunge Magaldi, «dobbiamo ringraziare anche i giornalisti, che hanno accettato di manipolare la verità sulla reale entità del pericolo pandemico». Ai media, un appello: «Mi rivolgo agli operatori dell’informazione che volessero riscattarsi, in nome del futuro democratico del paese: per innescare una rivoluzione basta anche un solo giornalista con la schiena diritta, capace di ribellarsi alle disposizioni che ha ricevuto». A Conte, intanto, Magaldi rivolge un arrivederci in piazza: «Se il governo non prenderà in considerazione l’ultimatum che riceverà dal Movimento Roosevelt con le istruzioni su come dare immediato ristoro economico agli italiani, e se – peggio ancora – introdurrà nuove misure restrittive, se la vedrà nelle strade con la durissima protesta della Milizia Rooseveltiana, ormai prossima al debutto, accanto a tante altre associazioni italiane». Quella che si annuncia è una prova di forza, a tutto campo. «L’aria che tira non è delle migliori: ho sentito che qualcuno pensa di effettuare un nuovo lockdown, sotto Natale, giusto per ammazzare definitivamente il commercio. Sappiano, questi personaggi – dice Magaldi, testualmente – che li prenderei a badilate nel culo». Per essere chiari: «Ci provino, a fare un altro lockdown, e se ne accorgeranno: dovranno fronteggiare una rivoluzione».«Vuole imporre un nuovo lockdown? Ci provi, e la rivoluzione sarà più vicina». Durissimo monito al primo ministro, Giuseppe Conte, da parte di Gioele Magaldi. Il presidente del Movimento Roosevelt sfida Palazzo Chigi: «L’obbligo del vaccino antinfluenzale in Lazio e l’imposizione della mascherina anche all’aperto, in Campania e in Sicilia, sono tutti indizi di una chiara volontà di estendere queste misure al resto del paese». La situazione è gravissima: «Si sta superando la soglia della legalità democratica», scandisce Magaldi, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Il leader “rooseveltiano” accusa apertamente «precise forze massonico-reazionarie», come i veri mandanti (occulti) dell’aggressione in corso, in tutto il mondo, «ai danni del sistema democratico occidentale». Aggressione condotta «con il pretesto di una pandemia clamorosamente enfatizzata dai grandi media, asserviti a poteri oligarchici». Autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente del circuito massonico progressista sovranazionale, Magaldi lancia un avvertimento: «Stiano ben attenti a quello che fanno, lorsignori: per ogni colpo che infliggeranno alla popolazione, ne incasseranno tre».
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Scuola di paura: quando è il mediocre a fare grandi disastri
Esiste una legge di natura, in base alla quale sono proprio i mediocri a firmare i peggiori disastri? Solo gli storici potrebbero dare una risposta al quesito, ammesso che abbia un senso. Nel frattempo, una panoramica sull’attualità sembra garantire alcune sinistre conferme. Chi era, l’oscuro Roberto Speranza, prima di trasformarsi nell’attuale spietato censore dei medici che propongono – terapie alla mano – di uscire dall’incubo del coronavirus? E analogamente: chi aveva mai sentito parlare di Beatrice Lorenzin, prima che diventasse di colpo Lady Obbligo Vaccinale? Se la cosiddetta sinistra 2.0 si è coperta di gloria sull’altare della sudditanza ai cosiddetti poteri forti – finanziari, farmaceutici, eurocratici – i grillini non hanno certo perso tempo: parlano da soli i casi di Giulia Grillo, che aveva promesso di revocare l’obbligatorietà di alcune vaccinazioni, e della surreale Lucia Azzolina, che ha mutato la scuola in una specie di Halloween del Covid traumatizzando i bambini, fino a escogitare trovate memorabili come i seggioloni a rotelle. «Se fossimo di fronte alla peste bubbonica, è chiaro che certe misure avrebbero un senso», premette Massimo Mazzucco. «Invece, è ormai assodato che non siamo più nella drammatica situazione della scorsa primavera». Nonostante questo, «è stato utilizzato il panico, lo shock iniziale, per fare in modo che chiunque – anche a scuola – si sentisse in diritto di imporre prescrizioni assurde».Una madre ha inviato a Mazzucco una pagina del quaderno del suo bambino, intitolata: “I ‘non’ che sentiamo oggi a scuola”. Eccoli: «Uno: non fare confusione. Due: non toccare le persone, e mantenere la distanza. Tre: non parlare, finché la maestra non ti dà la parola. Quattro: non alzarsi dal banco, senza mettere la mascherina. Cinque: non togliere la mascherina, in giardino. Sei: non parlare al compagno vicino, senza mascherina. Sette: non mangiare andando in giro per l’aula». Provate a pensare cosa significa, tutto questo, nella testa di un bambino: quali ripercussioni psicologiche comporta. «Molti piccoli hanno vissuto così, quest’anno, il loro primo giorno di scuola: cioè il loro primo impatto con la società», dice Mazzucco, nella diretta web-streaming “Mazzucco Live” del 26 settembre 2020, su YouTube, con Fabio Frabetti di “Border Nights”. «Nella sua concezione iniziale, la scuola serve – soprattutto – a insegnare al bambino a interagire con gli altri. Qui stiamo creando dei mostri, poverini, che hanno questi “non” davanti a tutto: proibizioni. Si sta abituando un’intera generazione a una serie di divieti, che per i piccoli sono assolutamente irrazionali e incomprensibili, ma che è obbligatorio accettare». Quindi, per Mazzucco, «stiamo creando una nuova generazione di schiavi mentali che poi, da grandi, accetteranno tutti i “non” che verranno loro imposti».Se infatti imponi quei “non” a un bambino di sei anni – aggiunge Mazzucco – hai condizionato il suo cervello, «abituandolo a un’accettazione acritica dell’autorità», e quindi «lo hai rovinato per tutta la vita». Beninteso: tutto questo «è un grande “successo”, dal punto di vista di chi ci controlla». Massimo Mazzucco è un cavallo di razza dell’informazione alternativa, in Italia: fotografo, regista e sceneggiatore, attivo per 15 anni a Hollywood negli studios della De Laurentiis, ha “ribaltato” la propria vita dopo lo shock dell’11 Settembre. Il suo primo documentario sul tema, “Inganno globale”, fu trasmesso da Canale 5 in prima serata. Da allora, Mazzucco è diventato un tenace oppositore del mainstream, cui contrappone la più ferrea logica giornalistica. Si è occupato, in modo esemplare, dei casi più controversi: l’omicidio Kennedy, la demonizzazione della cannabis, le “cure proibite” che neutralizzano il cancro. Bersaglio preferito dei “debunker”, i cosiddetti “cacciatori di bufale”, nel documentario “American Moon” fa dire ai maggiori fotografi del mondo – da Peter Lindbergh a Oliviero Toscani – che le immagini dello storico “allunaggio” del 1969 furono palesemente girate in un teatro di posa, magari uno studio cinematografico.Analisi che sono valse a Mazzucco l’accusa di “complottismo”, ora corretta in “negazionismo”, secondo il trend-Covid che ruba impunemente i neologismi coniati dalla storiografia per condannare chi tenta di negare o ridimensionare la tragedia della Shoah. E a proposito di nazismo: «Vorrei tanto che un giorno ci potesse essere una Norimberga, per questa gente, che sta rovinando intere generazioni», dice Mazzucco, pensando ai politici di oggi che stanno abusando, anche nelle scuole, del panico suscitato dall’epidemia. «Lorenzin, Speranza, Conte: sono tutti responsabili diretti di quello sta venendo fatto ai bambini». Un auspicio: «Dovremmo poterli processare, un giorno: e mi auguro anche abbastanza presto, se fosse possibile. Vale anche per tutti i giornalisti che si sono prestati a questa operazione, aumentando la percezione del pericolo e quindi provocando il panico». Osserva Mazzucco, amaramente: «Se utilizzi una leva antica e micidiale – la paura – come mezzo di controllo della mente, spegni la capacità di ragionare». E’ lo spettacolo a cui stiamo assistendo, da mesi: «L’unica, vera forma che ti permette un controllo totale sulla mente delle persone è proprio la paura. E quando la gente ha paura, non capisce più niente: a quel punto, puoi fargli fare quello che vuoi».A monte c’è una manipolazione evidentissima, planetaria, che collega l’élite farmaceutica mondiale (Bill Gates, Anthony Fauci) a organismi come l’attuale, opaca Oms, largamente finanziata proprio dal patron di Microsoft e dalla Cina, il paese in cui l’epidemia sembra essere esplosa, per poi venir stroncata con il lockdown, secondo un modello autoritario esteso in tutto il mondo e promosso da poteri che tendono a indicare come modello virtuoso proprio il regime di Pechino, che comprime libertà e diritti. Ma la storia non è mai lineare: un altro autocrate, il bielorusso Lukashenko, è stato trasformato di colpo in un insopportabile dittatore, il giorno dopo aver denunciato l’Oms (e il Fmi) per aver offerto alla povera Bielorussia 900 milioni di dollari, se avesse «fatto come in Italia», cioè imposto il “coprifuoco sanitario” con il pretesto del Covid. Accuse, quelle di Lukashenko, subito derubricate come propaganda elettorale. Non la pensa così lo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale: «Diversi paesi africani hanno mosso all’Oms accuse analoghe a quelle di Lukashenko. E da fonti di intelligence – aggiunge Bizzi – so che svariati paesi, anche europei (tra cui l’Italia) hanno accettato denaro dall’Oms per potenziare le forze dell’ordine, in modo da far applicare il lockdown nel modo più severo».Trent’anni fa, Fruttero & Lucentini pubblicarono “La prevalenza del cretino”: ora siamo alla Prevalenza del Mediocre Disastroso? Chi avrebbe scommesso un bottone su Giuseppe Conte, quando fu estratto dal cilindro grillino nel 2018, con un curriculum di cui tutti i giornali ridevano? Se non capite chi è Conte, e perché un anonimo avvocaticchio si è trovato di colpo a Palazzo Chigi – disse Gianfranco Carpeoro, scrittore e simbologo – ricordatevi della poesia di Giuseppe Giusti, quella del Re Travicello «piovuto ai ranocchi», uomo di paglia di poteri ben più sostanziosi, intenzionati a instaurare una dittatura dopo aver promesso la democrazia. Non è un segreto: Conte – ricorda Fausto Carotenuto, già analista dei servizi segreti Nato – è cresciuto alla scuola del gruppo vaticano del cardinale Achille Silvestrini: un uomo a cui, all’epoca, “rispondeva” Giulio Andreotti. Così, il giovane avvocato pugliese è approdato al potente studio legale del civilista Guido Alpa, e quindi – grazie al sistema delle baronie universitarie – ha potuto fregiarsi della docenza in svariati atenei, a volte solo come “visiting professor”. Destino, anche: è toccato a lui, cioè al primo ministro più mediocre della storia, fronteggiare la peggiore crisi in agenda dal 1945.Vuoi vedere – s’è domandato qualcuno – che proprio la mediocrità dell’incolore Conte sarà sfruttata per osare l’inosabile? Chi meglio dello yesman, per provare a imporre la più inquientante restrizione della libertà mai tentata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale? Non è un caso solo italiano? Appunto: tutto tornerebbe. Non è forse un potere-ombra, di natura oligarchica, quello che sta cercando di usare il coronavirus (problema reale, non inventato – ma enormemente amplificato, ad arte) per convincere i cittadini – italiani, europei, mondiali – che in fondo è più “conveniente” restare a casa, subire un distanziamento permanente, e quindi rinunciare a vivere? «Niente sarà più come prima», ha ribadito il ministro Speranza, con un tono che nemmeno Churchill avrebbe usato. Forse si crede Giulio Cesare, quella mezza cartuccia che il partitone di un altro statista leggendario – Bersani – mise a fare il capogruppo, genuflettendo l’Italia ai poteri che imposero, tramite Monti, la morte civile della repubblica, con la Costituzione umiliata dall’obbligo del pareggio di bilancio? Tutti eventi riassumibili in una parola seccamente odiosa – diktat – che racconta benissimo dove siamo arrivati, di mediocrità in mediocrità, e di alibi in alibi: ieri lo spread, oggi il Covid. Fino al bavaglio pericolosamente punitivo inflitto ai bambini, costretti a fare lo slalom, a scuola, in una paurosa selva di “non”.(Giorgio Cattaneo, “Scuola di paura: è sempre il mediocre a produrre i maggiori disastri?”, dal blog del Movimento Roosevelt del 27 settembre 2020).Esiste una legge di natura, in base alla quale sono proprio i mediocri a firmare i peggiori disastri? Solo gli storici potrebbero dare una risposta al quesito, ammesso che abbia un senso. Nel frattempo, una panoramica sull’attualità sembra garantire alcune sinistre conferme. Chi era, l’oscuro Roberto Speranza, prima di trasformarsi nell’attuale spietato censore dei medici che propongono – terapie alla mano – di uscire dall’incubo del coronavirus? E analogamente: chi aveva mai sentito parlare di Beatrice Lorenzin, prima che diventasse di colpo Lady Obbligo Vaccinale? Se la sedicente sinistra 2.0 si è coperta di gloria sull’altare della sudditanza ai cosiddetti poteri forti – finanziari, farmaceutici, eurocratici – i grillini non hanno certo perso tempo: parlano da soli i casi di Giulia Grillo, che aveva promesso di revocare l’obbligatorietà di alcune vaccinazioni, e della surreale Lucia Azzolina, che ha mutato la scuola in una specie di Halloween del Covid traumatizzando i bambini, fino a escogitare trovate memorabili come i seggioloni a rotelle. «Se fossimo di fronte alla peste bubbonica, è chiaro che certe misure avrebbero un senso», premette Massimo Mazzucco. «Invece, è ormai assodato che non siamo più nella drammatica situazione della scorsa primavera». Nonostante questo, «è stato utilizzato il panico, lo shock iniziale, per fare in modo che chiunque – anche a scuola – si sentisse in diritto di imporre prescrizioni assurde».
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Magaldi: e bravi cialtroni, con il loro Sì non saranno rieletti
Il 97% dei parlamentari era per il Sì al taglio dei seggi. C’è chi fa notare che ha votato solo il 53% degli aventi diritto, quindi a votare Sì non è stato il 70% degli italiani, ma meno del 40%. Ma è la democrazia, che è fatta così: questo referendum è legittimo, anche se ha votato soltanto poco più della metà degli italiani. Semmai sono favorevolmente stupito dal 30% dei No, pari a 7,5 milioni gli italiani. Sono i grillini, a cercare di intestarsi la vittoria dei Sì? E dire che il primo M5S premeva per utili forme di democrazia diretta, una traccia purtroppo abbandonata (al pari di molte altre) per poi decadere in queste grottesche sceneggiate demagogiche, come quella sulla vittoria di Pirro di questo referendum, che era senza quorum. Chiarisco: io sono contrario ad ogni forma di quorum. E sono per il finanziamento pubblico dei partiti, perché l’alternativa è il finanziamento privato, che poi rende schiavi i politici di coloro che li finanziano. Ricordo i grandi referendum dei Radicali, divorzio e aborto, che hanno migliorato la vita civile del paese. Sono contrario al quorum perché deploro il vizio di chi invita a disertare le urne, sperando che le proposte referendarie non passino.La democrazia vive di partecipazione: ce l’hanno spiegato quei masnadieri oligarchici della superloggia “Three Eyes” attraverso una loro promanazione come la Trilateral Commission. Nel pamphlet “The Crisis of Democracy” viene detto a chiare lettere che bisogna disinnescare “l’eccesso di democrazia”, scoraggiando la partecipazione politica dei cittadini. Una gestione post-democratica richiede l’apatia dei cittadini: e che c’è di meglio, per favorire l’apatia, che scoraggiare la partecipazione ai referendum, per far mancare il quorum? E’ normale poi che il risultato sia questo, in un paese in cui la Meloni e Salvini si schierano per il Sì, facendo il turpe giochetto di lasciare (come avvenuto nella Lega) che autorevoli dirigenti si dichiarino per il No: un leader non si comporta così. Ma poi qual è il rinnovamento della Lega? Quello che insegue la demagogia dei 5 Stelle? Ma stiamo scherzando? Lo stesso Renzi, del resto, cavalcò a sua volta una certa onda dell’antipolitica, da posizioni ambigue: capeggiava un partito strutturato come il Pd, eppure fu lui a usare il termine “rottamazione”. Ma cosa vogliamo rottamare? Renzi provò a “rottamare” la Costituzione: gli andò male, ma almeno gli schieramenti dei partiti mostravano che era finito in minoranza.Lo dico con compassione e tenerezza, verso i miei concittadini: gran parte degli elettori agiscono come pecore e asini. Un po’ perché manca una formazione civica adeguata sin dalle scuole, e un po’ perché la gente è pigra, svogliata e mediocre nei ragionamenti. Prima parla e poi pensa, prima agisce e poi parla. Ce l’ha detto anche Berlusconi: secondo lui, l’elettore medio ha la coscienza di un dodicenne, cioè di un adolescente incerto e ignorante. O lo istruisci, oppure lo affabuli, lo manipoli. Ma in fondo, che prova ha dato, di sé, questa classe politica? Ho sentito persone che hanno votato No, per una coscienza costituzionale, dire: «Se non dovessi attenermi a una questione di principio voterei Sì, perché questi sono dei cialtroni che andrebbero davvero cacciati, a calci in culo. Altro che dimezzati: andrebbe chiuso il Parlamento». Io capisco poi se arrivano quelli che fanno i golpe, convocano la gente negli stadi e sopprimono le libertà democratiche: perché queste libertà vengono utilizzate molto male. Un cittadino che è stato reso sovrano avrebbe il dovere di documentarsi (su economia, diritto, storia, politologia). Dovrebbe ragionare, sulle cose, anziché fare il troglodita, come avviene allo stadio: ci sono cori, demonizzazioni, violenza verbale. Il tifo da stadio è un modello emotivo: va benissimo in quella dimensione, ma non è esportabile nell’agone politico.Questo è un paese dove alcuni gruppi politici, per anni, hanno demonizzato gli antagonisti: ritenendoli non degli oppositori da battere su determinati programmi, ma degli avversari indegni, da perseguire con la magistratura e da dileggiare e diffamare, tali da evocare il ritorno del fascismo, o (a scelta) del comunismo. Anche Berlusconi – per anni demonizzato come il Cavaliere Nero, il satiro immorale e libertino, il corrotto, il colluso con la mafia – era quello che poi, di fronte a un gruppo di potere come è stata la filiera Pds-Ds-Pd, cioè un gruppo di gente asservita alla destra economica globale, neoliberista, li chiamava “comunisti”, e ancora li chiama così: ma comunisti de che? Dove sta, il comunismo, nella teoria e nella prassi politico-economica del Pds-Ds-Pd? Eppure, Berlusconi giocava su questa affabulazione. La classe politica della Seconda Repubblica ha diseducato gli elettori a ragionare.Accadde già negli Usa contro il New Deal di Roosevelt: fu Edward Bernays, nipote di Freud, a inventare gli uffici stampa, basandosi su criteri di psicologia collettiva per condizionare, sul piano emotivo, l’irrazionalità fanciullesca dei cittadini, con campagne milionarie e messaggi subliminali. Roosevelt si difese con Gallup, il pioniere dei sondaggi, convinto che la si potesse aumentare, la razionalità dei cittadini, offrendo loro una comunicazione leale, e quindi trattandoli da adulti, non da bambini sottoposti alla paura. Oggi, nel mondo, i potenti trattano i cittadini da bambini: li terrorizzano con le bombe, con le sceneggiature dei terrorismo islamico (qualche anno fa i tagliagole dell’Isis ogni settimana in televisione, a reti unificate). Ora li terrorizzano con una pandemia di dubbia origine e di dubbia gestione. E dal terrore nasce, poi, la facile manipolazione. Nel caso del referendum, però, a incidere non è stato il terrore: loro stessi, i politici, hanno per anni che sono corrotti e incapaci. E si sono “tagliati le palle” da soli, visto che al 97% hanno votato per auto-ridursi, salvo poi frignare, a cose fatte. Già, perché i parlamentari italiani sono abituati, a frignare: dopo che hanno fatto le cazzate, frignano.In quanti hanno frignato, dopo aver approvato in modo bypartisan il pareggio di bilancio in Costituzione? Ricordare qualcuno che si sia assunto, a posteriori, la partenità di quell’atto? Sembrava che l’avessero portato i marziani, il pareggio di bilancio: invece era stato il Parlamento, centrosinistra e centrodestra insieme, a consegnare a Monti le spoglie del paese, sotto l’egida di Napolitano. Poi tutti sconfessarono quello che avevano fatto: sono dei cialtroni. Io lotterò affinché, alla fine, ci sia un Parlamento degno di questo nome, che ripristini una maggiore rappresentanza dei senatori e dei deputati, magari con riforme che distinguano i poteri delle due Camere. Però, in empatia paradossale con quelli che hanno votato Sì, che reputo un po’ asini e un po’ pecoroni, lasciatemelo dire: sono contento del fatto che nel prossimo Parlamento ne avremo meno, di questi cialtroni. Si renderanno conto da soli che sono dei deficienti, perché si sono evirati da soli.(Gioele Magaldi, dichiarazioni rilasciate nella diretta web-streming “Pane al Pane”, di MrTv, su YouTube il 23 settembre 2020).Il 97% dei parlamentari era per il Sì al taglio dei seggi. C’è chi fa notare che ha votato solo il 53% degli aventi diritto, quindi a votare Sì non è stato il 70% degli italiani, ma meno del 40%. Ma è la democrazia, che è fatta così: questo referendum è legittimo, anche se ha votato soltanto poco più della metà degli italiani. Semmai sono favorevolmente stupito dal 30% dei No, pari a 7,5 milioni gli italiani. Sono i grillini, a cercare di intestarsi la vittoria dei Sì? E dire che il primo M5S premeva per utili forme di democrazia diretta, una traccia purtroppo abbandonata (al pari di molte altre) per poi decadere in queste grottesche sceneggiate demagogiche, come quella sulla vittoria di Pirro di questo referendum, che era senza quorum. Chiarisco: io sono contrario ad ogni forma di quorum. E sono per il finanziamento pubblico dei partiti, perché l’alternativa è il finanziamento privato, che poi rende schiavi i politici di coloro che li finanziano. Ricordo i grandi referendum dei Radicali, divorzio e aborto, che hanno migliorato la vita civile del paese. Sono contrario al quorum perché deploro il vizio di chi invita a disertare le urne, sperando che le proposte referendarie non passino.