Archivio del Tag ‘nucleare’
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Crisi e guerra: contro la Cina, la geopolitica del caos
«È proprio vero il detto che chi non conosce la storia è condannato a ripeterla. Sembra d’assistere ad una riedizione degli eventi post-1929. E vogliamo dirla tutta? Il 1929 sfociò alfine nella Seconda Guerra Mondiale». Parola di Daniele Scalea, condirettore della rivista “Geopolitica”, che lancia uno sguardo ai pesanti rivolgimenti che hanno segnato il 2011: la Cina che cresce, l’Europa che vacilla, gli Usa che destabilizzano le aree-cerniera come l’Africa e il Mediterraneo, senza però un disegno chiaro: è la “geopolitica del caos” che, dalla Libia alla Siria, punta a generare conflitti regionali, per rallentare l’ascesa di Pechino e prendere tempo, in attesa che il petrolio del Medio Oriente diventi sempre meno strategico.
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Strage di scienziati iraniani, Israele ci trascinerà in guerra
«Non farlo, Bibi». Questo il titolo. L’autore era Roger Cohen. Il giorno era il 17 gennaio 2012. Il giornale era “International Herald Tribune”. Bibi è Benjamin Netanyahu. Cosa non dovrebbe fare Bibi? Attaccare l’Iran. Ma non per sempre, per carità: non farlo «questa primavera o questa estate». Cioè non farlo prima che Barack Obama venga rieletto trionfalmente presidente degli Stati Uniti d’America. Poi l’attacco lo faremo insieme, oppure lo promuoverà direttamente il Premio Nobel per la pace, e Bibi, contento, non avrà che da associarsi all’impresa. Insomma, Bibi, abbi pazienza!
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Tutta la verità sul debito, o la protesta diventerà violenta
Credo che questo sia solo l’inizio di una fase di protesta molto diffusa, perché il peso della crisi si sta riversando velocemente su larghe masse di popolazione, che sono del tutto impreparate a reggerlo. Dunque, trovo del tutto logico e normale che la gente reagisca tentando di difendersi. Il vero nodo, in questa situazione, è l’assenza di una forza di opposizione capace di organizzare queste proteste: se questa rivolta non viene guidata, se non ha obiettivi chiari da perseguire, rischia di produrre solo ulteriori disordini. Ci sono già persone senza scrupoli che intendono orientarla secondo i propri interessi.
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L’altra faccia di Obama, l’uomo che ha beffato il mondo
Boston, 27 luglio 2004: in quella calda sera d’estate tutta l’America si accorse del giovane e carismatico Barack Obama, un tizio semi-sconosciuto, dal nome difficile e dalle origini esotiche. Alla convention democratica che incoronò John Kerry come sfidante di Bush, Obama non era ancora neppure senatore, eppure gli fu affidato il “kenyote speech”, l’attesissimo discorso introduttivo. Già allora c’era chi aveva scommesso su di lui: la cupola finanziaria americana, il super-potere che domina ogni grande decisione planetaria. Per capire chi fosse davvero il neopresidente Obama, bastava la lista dei suoi finanziatori miliardari e quella del suo staff alla Casa Bianca. Barack Obama non era uno di loro: ma è stato scelto e promosso da loro. Ecco perché la sua politica oggi non è molto diversa da quella di Bush.
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L’Italia sta crollando, urge un’alternativa a questo disastro
A gennaio si terrà la seconda assemblea nazionale di “Alternativa”: esistiamo da poco più di un anno e ci riuniamo in una situazione di alta drammaticità, come sappiamo. Il nostro congresso si svolgerà nel pieno di una crisi senza precedenti, in un paese che sta in condizioni di crollo – senza precedenti anch’esse – dalla Seconda Guerra Mondiale, cioè dal momento in cui questo paese è nato come repubblica democratica. Una recentissima inchiesta sociologica illustra le caratteristiche del declino, che è molto più evidente e importante della caduta stessa della nostra economia, della recessione. E’ un declino sociale, morale, istituzionale. E’ un declino di fiducia della gran parte della popolazione.
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2012, Israele-Iran: la guerra di Obama per oscurare la crisi
Minacce, sanzioni economiche, test missilistici e manovre navali nel Golfo. Il palcoscenico della guerra è sotto gli occhi di tutti, ma quello che conta procede sottotraccia, da Washington a Tel Aviv. Obama ha firmato una legge straordinaria contro il dissenso, che consente la “detenzione a tempo indeterminato” di cittadini americani. E intanto sta trasformando Israele nella base di lancio per l’attacco contro l’Iran. In agenda, le grandiose esercitazioni congiunte della primavera 2012. Usa e Israele insieme, a comando unificato e con quartier generale a Stoccarda, cuore europeo del sistema difensivo americano in Europa. Il pericolo? L’escalation militare. Se voleranno missili contro Teheran, l’Iran reagirà. A quanto pare, è esattamente quello che gli Usa vogliono: una guerra globale, per azzerare i conti della crisi.
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Salvare il pianeta? Prima, salviamo il genere umano
È più facile rimettere in discussione i nostri sistemi di consumo piuttosto che quelli di produzione? Se nessuno più ignora l’ampiezza della crisi ambientale che l’umanità sta affrontando, la crisi di civiltà a cui questa si accompagna rimane poco conosciuta. Non si può tuttavia uscire dall’impotenza se non la si diagnostica e non se ne misura l’effettiva gravità. Il pianeta Terra, modo di dire per designare il nostro habitat naturale, peggiora a vista d’occhio, ne siamo largamente consapevoli e non c’è formazione politica che non includa, almeno nei suoi discorsi, la causa ecologica. Il pianeta Uomo, modo di dire per designare il genere umano, peggiora in maniera altrettanto allarmante, ma non si è consapevoli del livello di gravità raggiunto e non c’è formazione politica in grado non foss’altro di attribuire alla causa antropologica un’importanza pari a quella ecologica.
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Reattori made in China: Bill Gates, filantropo nucleare
Un reattore capace di funzionare con l’uranio impoverito proveniente dagli scarti delle centrali nucleari, e quasi in grado di non produrre scorie radioattive: è ciò a cui sta lavorando Bill Gates, fondatore di Microsoft. Che, con TerraPower, società spin-off della leader americana nei brevetti Intellectual Ventures da lui stesso generosamente finanziata, e con il governo cinese, sta sviluppando il reattore a onda progressiva, un nuovo tipo di impianto nucleare in grado non solo di essere alimentato dai rifiuti nucleari, ma anche di funzionare per tutta la sua vita senza la necessità di un successivo rifornimento di combustibile.
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Fuga dall’euro, vigilia di panico: l’Eurozona sta per saltare
Natale 2011, vigilia di panico: mentre Londra si prepara all’eventualità di dover evacuare gli inglesi che lavorano in Spagna e Portogallo, temendo il caos per una possibile «implosione delle banche» con assalti ai bancomat, almeno due colossi bancari «di caratura mondiale» si stanno preparando al collasso dell’euro: hanno infatti contattato Swift, l’azienda belga che gestisce i sistemi per le transazioni finanziarie internazionali. Obiettivo: ottenere la tecnologia e i codici necessari per tornare ad effettuare transazioni in vecchie valute pre-euro, come la lira italiana, la dracma greca e l’escudo portoghese. La doppia notizia è rivelata dal “Wall Street Journal”: gli inglesi hanno già attivato i servizi segreti per una possibile fuga da Madrid e Lisbona, mentre due super-banche hanno «preso le misure» in vista dell’eclissi dell’euro.
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Cantieri e veleni: svendere la salute, per trenta denari?
Sindaci pronti a dare l’ok a piccole e grandi opere “inutili”, in cambio di sbrigativi indennizzi e piccole compensazioni. E pazienza se a rimetterci sono il territorio e la salute dei cittadini. Questo il tono dell’ultima denuncia della sezione alessandrina di “Medicina Democratica”, già protagonista di un lungo braccio di ferro con il governo per impedire la “normalizzazione” del deposito Sogin di Bosco Marengo, contenente combustibile radioattivo. La nuova offensiva degli ambientalisti coordinati da Lino Balza riguarda ora le amministrazioni comunali dell’area, “colpevoli” di non opporre alcuna resistenza all’assedio che “Medicina Democratica” segnala: alta velocità, cantieri inutili, inquinamento e disastri vecchi e nuovi.
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Dovevamo arrenderci: lo decise la Cia già al G8 di Genova
Manovre lacrime e sangue per tutti tranne che per la “casta” mondiale, sovranità limitata o revocata, bavaglio universale all’informazione. Sindacati neutralizzati, banchieri al governo e partiti-fantasma ormai agli ordini dei signori dell’economia. Quello che oggi chiamiamo crisi era stato largamente previsto, dagli stessi super-poteri che, già nel 2001, prima ancora dell’11 Settembre, si preoccuparono di disinnescare sul nascere una potenziale bomba democratica planetaria, quella del movimento no-global. Diritti contro soprusi, cittadinanza contro privatizzazione. In altre parole: anticorpi civili per difendersi dalla globalizzazione selvaggia. Profeticamente, li pretendeva il “popolo di Seattle”. Fu fermato appena in tempo e nel modo più brutale, con il bagno di sangue noto come G8 di Genova.
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Italia, scorie radioattive: chi sa trema, ma in silenzio
Nonostante i referendum dello scorso giugno abbiano ribadito l’indisposizione degli italiani ad avere a che fare con l’energia nucleare, sono ancora molti i rischi e i problemi legati alla radioattività: dai rifiuti radioattivi di Saluggia, nel vercellese, alle testate atomiche nelle basi americane di Ghedi e Aviano; dagli effetti del poligono del Salto di Quirra, in Sardegna, all’uranio nelle montagne della val di Susa. Solo alcuni sono legati alle vecchie centrali atomiche, ma la maggior parte di essi restano taciuti. Lo rivela il libro-inchiesta “Scorie radioattive”, indagine di Andrea Bertaglio e Maurizio Pallante, con una scoperta richiamata già nel sottotitolo: “Chi sa trema, ma in silenzio”.