Archivio del Tag ‘Nato’
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Come fermare Gheddafi, che intanto riconquista la Libia
Mentre il mondo resta a guardare, il cannibale Gheddafi ha ripreso a divorare la Libia martellando gli insorti grazie alla sua supremazia aerea: sotto un fitto bombardamento, la resistenza ha dovuto abbandonare l’enclave petrolifera di Ras Lanuf e ora si prepara a resistere a Brega, dove già cadono bombe e la popolazione comincia a fuggire verso Bengasi. Ore decisive: sollecitata dalla Francia, l’Europa ha riconosciuto il nuovo Consiglio Nazionale libico, mentre Obama annuncia che «si sta chiudendo il cerchio» attorno a Gheddafi e Hillary Clinton attende per il 15 marzo i piani della Nato per la “no-fly zone”, ora approvata anche dal presidente della Lega Araba, l’egiziano Amr Moussa.
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Svolta in Libia: contro Gheddafi anche l’Arabia Saudita
Se il vento di rivolta arriverà all’Arabia Saudita, dovremo aspettarci «una nuova guerra di invasione»: l’Occidente non può permettersi di perdere il controllo sul primo fornitore mondiale di petrolio. Il fantasma saudita, evocato in modo esplicito nei giorni scorsi da Lucia Annunziata, è ora al centro dell’agenda americana della crisi in Libia: «Quando il gioco si fa duro, una telefonata a Riad torna sempre buona». Questa almeno la tesi di Robert Fisk, l’inviato del quotidiano britannico “The Independent”, uno dei massimi conoscitori del grande gioco mediorientale. E’ proprio dall’Arabia Saudita che la Casa Bianca attende il via libera per la spallata finale a Gheddafi.
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Che ipocriti, si svegliano solo adesso per liquidare Gheddafi
Non poteva mancare. Le pressioni erano troppo forti. E così il Tribunale penale internazionale è entrato prepotentemente sulla scena libica. Muammar Gheddafi e i suoi scherani ora sono sotto inchiesta per crimini contro l’umanità. Per l’amor del cielo, lungi da noi contestare le accuse che la Corte dell’Aia muove al Colonnello, solo vorremmo sapere quali siano i crimini commessi e quando. Eh sì, perché fino a poche settimane fa il leader libico appariva come uno stravagante ma rispettato uomo di Stato, mentre oggi è diventato un tiranno genocida.
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Il sud del mondo rivuole quel che gli abbiamo rubato
Rivoluzione democratica del mondo arabo? Per favore, chiamiamo le cose col loro nome: non è che i maghrebini e i mediorientali vogliano “finalmente” anche per sé la “nostra” magnifica democrazia liberale; svegliati da Internet e dalla tv satellitare, che rivela i nostri standard di vita, ora pretendono semplicemente che le loro vaste ricchezze siano resitituite e condivise, sottratte all’indegna custodia di dittature e satrapie che hanno finora sequestrato e derubato interi popoli per spartire il bottino petrolifero tra pochi intimi, a tutto vantaggio del business privilegiato occidentale. Restituzione del maltolto: questa la chiave del terremoto in corso, secondo lo storico Franco Cardini. Terremoto che parte dal Maghreb ma potrebbe coinvolgere l’intera Africa.
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Guerra contro Gheddafi: più vicino l’intervento della Nato
Armare i ribelli e impedire a Gheddafi di alzare in volo aerei ed elicotteri. Si fa sempre più concreta l’ipotesi di un intervento armato della Nato per scongiurare un disastro umanitario in Libia. Dopo il summit del 28 febbraio a Ginevra i membri dell’Alleanza atlantica stanno valutando diverse opzioni di intervento, compresa la creazione di una “no-fly zone”. Per quanto riguarda gli scenari futuri, gli Usa non escludono “l’esilio” del Colonnello, un’ipotesi questa su cui il premier italiano Berlusconi invita alla cautela. Per il momento però la controffensiva delle forze fedeli al dittatore libico ha impedito ai rivoltosi di raggiungere Tripoli ed espugnare la roccaforte del regime.
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Quirra, radiazioni pericolose? Sotto sequestro anche il mare
La denuncia arriva da Bettina Pitzurra, attivista dell’Irs e componente del Comitato per la salvaguardia ambientale del Sarrabus. «Dopo un’immersione subacquea nei pressi di Capo San Lorenzo a Quirra, quattro turisti milanesi hanno perso tutti i denti nel giro di pochi mesi», ha dichiarato l’insegnante di Castiadas ai microfoni degli inviati di “Current tv”, il canale satellitare sulla piattaforma Sky di Rupert Murdoch. In più ci sono le denunce raccolte in questi giorni dalla Procura di Lanusei e dalla Squadra mobile di Nuoro: diverse persone hanno dichiarato di essersi ammalate dopo aver fatto il bagno a Quirra», dove si inabissano i missili sparati da Perdas de Fogu.
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Uranio a Quirra: blitz del giudice al poligono radioattivo
Ispezione al poligono militare del Salto di Quirra: in cinque contenitori in un deposito non adeguatamente custodito è stato rinvenuto un quantitativo di uranio. Sarebbe la conferma di tanti sospetti, dietro alle troppe morti bianche causate dalla “sindrome di Quirra”, versione sarda della “sindrome dei Balcani” che ha fatto strage tra i soldati dei contingenti internazionali in Bosnia. Diagnosi: tumori mortali, probabilmente generati dalle “polveri di guerra”, i residui che restano nell’aria, sul suolo e nell’acqua dopo l’esplosione di proiettili di artiglieria contenenti uranio, spesso “impoverito”. A far scattare le indagini, e il sequestro del materiale, una denuncia sanitaria: il 65% dei pastori che vivono attorno all’area è malato di leucemia.
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Raid Nato in Libia per stroncare la resistenza di Gheddafi?
La Nato si prepara a intervenire in Libia per dare manforte ai ribelli anti-Gheddafi che stanno liberando il paese. Missione militare umanitaria: questa la formula dell’intervento armato che sembra si stia preparando in tutta fretta. Forse anche un raid aereo sui bunker di Tripoli per liquidare il Colonnello e stroncarne la sanguinosa resistenza a oltranza. La notizia trapela il 25 febbraio, di prima mattina: il segretario generale dell’Alleanza Altantica, Anders Fogh Rasmussen, ha convocato una riunione d’emergenza. In prima linea, inglesi e francesi: il premier britannico Cameron si è detto pronto anche all’impiego di forze speciali: per una possibile missione “chirurgica”?
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Sindrome di Quirra: ora si indaga sul poligono dei tumori
Sotto inchiesta il “poligono della morte”, sospettato di provocare tumori nella popolazione sarda che vive ai confini della zona militare. La Procura della Repubblica di Lanusei ha aperto un’indagine sul Salto di Quirra, il poligono militare interforze di Perdasdefogu, dopo la segnalazione dei veterinari delle Asl secondo cui il 65% dei pastori si sarebbe ammalato di leucemia. L’accusa, ipotizzata dal romanzo “Perdas de fogu” di Massimo Carlotto e rilanciata da comitati, associazioni e opposizione di centro-sinistra, è che i test balistici e missilistici – delle forze Nato ma anche di singoli produttori di armamenti, a cui il poligono viene affittato – possano diffondere nell’aria, in mare e sul terreno le micidiali “polveri di guerra”, radioattive come l’uranio impoverito responsabile di tante morti fra militari e civili.
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Rivolta a Tirana: anche l’Albania sull’orlo della guerra civile
Dopo la Tunisia, ora è l’Albania a vacillare, sull’orlo della guerra civile: il bilancio degli scontri nelle piazze il 21 gennaio parla di tre morti e 55 feriti, tra cui 30 poliziotti e 25 civili. E’ il drammatico epilogo della crisi politica che divampa da un anno e mezzo: l’opposizione socialista accusa di corruzione il governo conservatore di Sali Berisha, sospettato anche di brogli elettorali. In allarme l’Unione Europea, che invita alla calma e ricorda a Tirana che i cittadini hanno il diritto democratico di protestare. A far precipitare la situazione, la polizia antisommossa spaventata dai 20.000 manifestanti raccoltisi davanti al palazzo governativo: dopo gli idranti, i lacrimogeni e le cariche con manganelli, sono stati esplosi colpi di pistola e tre persone sono rimaste a terra, giungendo senza vita all’ospedale.
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Bufera sul Kosovo: traffico d’organi, 470 scomparsi
Predatori di organi, espiantati dal corpo di prigionieri serbi. L’accusa coinvolge l’attuale premier kosovaro Hashim Thaci, già leader dell’Uck, ora sospettato di essere un gangster travestito da politico. All’indomani delle prime elezioni legislative del Kosovo indipendente, divenuto area-rifugio per cartelli criminali, una bomba a orolgeria si infrange sulla già contestatissima vittoria del riconfermato Thaci, accusato dal dossier che il deputato svizzero Dick Marty presentarà al Consiglio d’Europa sul presunto traffico di organi a danno di quasi 500 prigionieri di guerra. Nell’estate 1999, terminato il conflitto serbo-kosovaro, l’Uck avrebbe fatto sparire prigionieri in una località segreta nel nord dell’Albania espiantandone gli organi, dopo averli sottoposti a «trattamenti inumani e degradanti».
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Afghanistan, guerra infinita: all’Italia costerà 3 miliardi
Altro che fine delle ostilità: la guerra d’occupazione occidentale in Afghanistan durerà almeno altri quattro anni, ma la presenza militare straniera proseguirà senza limiti ben oltre il 2015. Questo è il piano che Barack Obama ha presentato al vertice atlantico di Lisbona: altri 48 mesi di guerra “dura”, alla Petraus, con bombardamenti aerei e raid notturni delle forze speciali, al termine dei quali dovrebbe avvenire il ritiro del grosso dei reparti combattenti, da completare (Talebani permettendo) entro la fine del 2014. Ma sul campo resteranno migliaia di soldati Nato a fianco dell’esercito afghano, impegnato a proseguire la guerra forse per molti anni. Se anche l’Italia resterà a Kabul, si calcola che spenderà altri 3 miliardi di euro.