Archivio del Tag ‘Muhammar Gheddafi’
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Con Gheddafi, l’Italia reintroduce di fatto la pena di morte
«Immagino che abbiano scambiato il peschereccio per una nave che trasportava clandestini», ha detto Roberto Maroni nel tentativo di dare una spiegazione all’arrembaggio dei corsari libici contro l’imbarcazione italiana. Maroni è considerato la testa più lucida della Lega Nord. Ed è ritenuto, anche in ampi settori del campo a lui avverso, un ottimo ministro dell’Interno. Insomma, è uno che non parla a vanvera. Ma quell’affermazione, se anche l’avesse fatta Giorgio Straquadanio, il teorico del meretricio come strumento di lotta politica, non sarebbe stata meno attendibile.
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Naomi, sangue e diamanti: Taylor, l’affabile macellaio
Omicidio e stupro, traffico d’armi e diamanti, reclutamento di bambini soldato, appoggio al terrorismo internazionale. La biografia di Charles Taylor somiglia più a quella di un gangster che a quella di un ex presidente eletto e la sua storia è quella di un’intera regione africana che solo oggi inizia a riprendersi dalle violenze inflittele per il controllo (occidentale) delle sue grandi risorse. Eppure, se non fosse per Naomi Campbell non se ne parlerebbe così tanto: solo grazie alla top model si accende l’attenzione sul processo contro l’ex presidente della Liberia, per il ruolo avuto nella guerra civile combattuta in Sierra Leone dal 1991 al 2001, che causò 120.000 morti e migliaia di mutilati.
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Dopo il disastro, sarà Gheddafi a salvare la Bp?
Troppo grande per poter fallire: l’eventuale crollo della Bp, responsabile della catastrofe ecologica per la fuga di petrolio al largo del Golfo del Messico, investirebbe i maggiori istituti di credito mondiali (Goldman Sachs, Morgan Stanley e Jpm) e, a ruota, attraverso forniture e meccanismi di credito, anche società energetiche, compagnie aree, armatori, autolinee e ferrovie. Secondo il sito web d’informazione finanziaria “Zero Hedge”, l’impatto sarebbe così ampio da consigliare – come per Wall Street – il «salvataggio politico» della compagnia petrolifera inglese, aprendola a nuovi partner. Il più importante – e ingombrante? La Libia di Gheddafi.
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Giustizia per Sankara, l’ultima speranza dell’Africa
Francia e Usa si decidano ad aprire i loro archivi, 22 anni dopo il crimine più infame organizzato in Africa: l’omicidio del presidente Thomas Sankara, eroe nazionale dell’indipendenza del Burkina Faso, la “terra dei puri” liberata dal giogo coloniale e imperialistico, all’epoca in cui ancora si chiamava Alto Volta. Il missionario italiano Alex Zanotelli è fra le personalità che hanno ora sottoscritto il clamoroso appello internazionale per giungere finalmente alla verità (giudiziaria, storica e politica) sulla tragica fine di Sankara e del suo straordinario esperimento di liberazione.
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No-B Day, attenti ai burattinai atlantici del derby italiano
«Il 5 dicembre anche io sarò in piazza per dire che il Caimandrillo farebbe bene a preparare le valige», anche se la “rivoluzione viola” che si annuncia tradisce «un’uniformità mai vista prima», avverte Pino Cabras su “Megachip”: «Andiamo verso i disordini e la dissoluzione della Repubblica, ma ben vestiti, e ben pettinati. Alla moda. Viola». Attenti, dice Cabras: «In gioco c’è qualcosa di più della sorte di un governo azzurro, nero e verde-padano». La Seconda Repubblica si trasformerà ancora, avrà «un’impronta costituzionale nuova», forse decisa lontano dall’Italia: «Il popolo sarà coinvolto, ma il derby vero si giocherà nell’élite».
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Eritrea, l’Italia finanzia la più feroce dittatura africana
Un lager a cielo aperto, senza scampo: fame e terrore, leva obbligatoria, deportazioni di massa. Chi scappa e viene acciuffato, finisce rinchiuso in un conteiner nel deserto. Chi riesce a imbarcarsi per Lampedusa e ad evitare il “respingimento”, una volta in Italia sa che dovrà racimolare 3.300 dollari da mandare in patria per riscattare i familiari, nel frattempo arrestati e torturati dal più feroce regime africano, quello dell’Eritrea. Una dittatura brutale, accusa “L’Espresso”, che da qualche anno si regge sul decisivo sostegno dell’Italia, grazie ad accordi speciali di cooperazione, di cui beneficiano imprese lombarde, emiliane e campane.
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Violenze sui profughi somali, ora i giudici indagano
Le immagini dei respingimenti in prima serata su “Presa Diretta” (RaiTre), due inchieste della magistratura siciliana, la condanna dell’Acnur, una denuncia alla Corte europea, il rapporto di Human Rights Watch, due interrogazioni parlamentari. «A cinque mesi dal primo respingimento, continuano a levarsi sempre più autorevoli voci critiche». Ma l’Italia, in risposta, «sa solo mentire, spudoratamente». Lo afferma nel suo ultimo rapporto “Fortress Europe”, la scomoda ong italiana che esegue un monitoraggio indipendente dei flussi di migranti, denunciando abusi e violenze a cui sarebbero sottoposti i profughi africani che tentano (inutilmente) di sbarcare in Sicilia.
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Io non respingo: no al patto anti-migranti con Gheddafi
Si chiama “Io non respingo” ed è una grande campagna di mobilitazione nazionale per esprimere la propria contrarietà ai respingimenti in atto nelle acque del Mediterraneo, in base al recente accordo Italia-Libia per il controllo dei migranti africani. Organizzata dall’Osservatorio sulle vittime dell’immigrazione “Fortress Europe”, che da anni tiene il conto delle persone scomparse nel tentativo di raggiungere le nostre coste, l’iniziativa scattata il 10 giugno propone decine di eventi in tutta Italia fino al 20 giugno, quando terminerà la visita di Stato del leader libico Gheddafi in Italia.